20
Notizie Pro Vita & Famiglia
Un appello dei medici svizzeri Tommaso Scandroglio
I cittadini svizzeri sono invitati a compilare le Disposizioni del paziente, ossia quelle che da noi vengono chiamate Dat, Disposizioni anticipate di trattamento. Con la recrudescenza del coronavirus avvenuta in autunno, la Federazione dei medici svizzeri (FMH) verso novembre ha rinnovato l’appello ai cittadini a compilare le Disposizioni del paziente, ossia quelle che da noi vengono chiamate Dat, Disposizioni anticipate di trattamento. Vedremo che questo documento da una parte può permettere le migliori cure per il paziente non cosciente, rifiutando altresì pratiche che potrebbero configurare accanimento terapeutico, e su altro fronte consente l’eutanasia. Analizziamo le sezioni salienti di questo documento. Al punto n. 1 è assente la verifica che la compilazione delle Disposizioni siano avvenute liberamente da parte del dichiarante e non sotto costrizione oppure in uno stato di non perfetta lucidità. In secondo luogo, il riferimento alla incapacità di discernimento, condizione che rende operative le Disposizioni, è espressione assai vaga, imprecisa. Anche una persona sotto i fumi dell’alcool o sotto effetto di sostanze psicotrope a volte è «incapace di discernimento». Inoltre, anche in questo caso, non vengono indicate le persone e le modalità per verificare questo stato di compromissione della coscienza. Aggiungiamo che per la redazione delle Disposizioni non è necessario il consulto o l’ausilio di un medico (cfr. punto n. 3).
Passiamo alle sezioni più rilevanti. Tra le varie opzioni che il dichiarante può vistare abbiamo la seguente, che così recita: «Con le mie disposizioni desidero innanzitutto ottenere che il trattamento medico serva soprattutto ad alleviare le sofferenze. Il prolungamento della mia vita a ogni costo per me non ha priorità. Sono cosciente del fatto che rinunciando a determinati trattamenti medici la mia vita