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Napoli: architettura internazionale anni ’70 PASQUALE BELFIORE

Un problema storiografico Tra il 1974 e il 1978 Napoli scrisse un capitolo importante della cultura architettonica internazionale con una serie di mostre e relativi cataloghi dedicati, in ordine di edizione, a Walter Gropius, Pietro Belluschi, all’Evoluzione dei grattacieli di Chicago, Van den Broek/Bakema, ai 100 anni di architettura a Chicago, James Stirling, Five architects NY, Louis Kahn, Paolo Soleri, Frank Lloyd Wright, Eduardo Catalano, Le Corbusier, Marcel Breuer. Dapprima, nel 1972, v’era stata una sorta di prologo generalista con la mostra a Boston dal titolo Naples & its region. Nel 1991, la post-fazione conclusiva con la laurea honoris causa data a Richard Meier. Ideatori e autori dell’intero ciclo furono Camillo Gubitosi e Alberto Izzo, allora giovani docenti della Facoltà di Architettura di Napoli. Nel 2019, a quattro decenni dalla sua ultimazione, questa esperienza è stata raccontata nella sua interezza e per la prima volta in un libro, un convegno e una mostra curati da Alessandro Castagnaro1. Perché un ritardo così vistoso per un evento culturale di rilevante portata? Da aggiungere: in una realtà come quella della Facoltà di Architettura di Napoli che nel corso del Novecento solo in due, tre occasioni ha messo in campo iniziative di respiro nazionale e internazionale. Una prima spiegazione del ritardo era già stata da noi proposta nel citato libro ed aveva un accento prevalentemente politico. All’interrogativo, si diceva, si potrebbe sbrigativamente rispon-

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