48 | OPTIMIST
Optimist addio Il mio mondo in una barca Quest’anno per gli esami di terza media ho deciso di portare come percorso multidisciplinare un argomento a me molto caro: la vela. Posso dire che il mare e l’Optimist sono il mio ossigeno, pratico questo sport da quando avevo 5 anni. Le mie giornate scorrono tra allenamenti in barca, studio, scuola e molti viaggi che mi hanno permesso di conoscere ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo e non solo dall’Italia: Olanda, Israele, Turchia, Malta, Francia, Germania, Stati Uniti ecc. Ho attraversato l’Italia, regatato nel mar Adriatico e nel Tirreno e ne ho compreso le differenze, ho conosciuto le forti correnti del mare del nord e dell’oceano Atlantico e poi dalla parte opposta il mare di Malta. Ho scoperto i l Pona le un vento impetuoso che entra di botto e porta tempesta su l L ago d i Garda, poi l’Ora e il Peler, la Bora a Trieste e la bonaccia, ho av vistato delfini e strani pesci, a volte ho avuto paura altre mi sono divertita da matti. Sotto la pioggia battente, con la nebbia fittissima, con il sole cocente, d’inverno e d’estate ma sempre dentro la mia barchetta, persa in questa immensità ad inseguire un sogno. Quando sono in barca mi sento libera, travolta dai mille colori e dalle infinite tonalità del mare. Osservo ogni cosa, quando tutto quello
che è intorno a me è scuro, piove e c’è un vento a volte forte a volte leggero, il cielo che si confonde con il mare, le nuvole che appaiono così pesanti quasi da toccarmi la punta del dito e si riempiono i miei occhi e i miei polmoni, e il mio sguardo va verso l’orizzonte e l’infinito. Mi diverto quando vedo il sole tramontare e il mare sembra diventare arancione ma poi, improvvisamente, ritorna come tutte le notti nero. È bello vedere quelle onde così alte che sembra quasi che mi travolgano e poi cavalcarle, apparire e scomparire, quasi inghiottita per poi rivedere di nuovo tutto ed io in cima a loro. Riuscire a vedere il vento, non solo sentirlo ma addirittura toccarlo, imprigionarlo nella mia vela che si gonfia e mi fa andare veloce e allora tutti gli schizzi dell’acqua ancora fredda mi arrivano in viso, e vedo il mare entrare dentro e sento il rumore del vento sulla vela e in quel momento ho la sensazione di poter divorare il mondo. In questi momenti provo un’emozione indescrivibile ed è quella che mi dà la carica per affrontare i miei impegni, le tante rinunce, godere delle vittorie, ritrovare la forza dopo le sconfitte più amare. Questo sport non è solo competizione ma è qualcosa di diverso perché del mare ci si innamora e non lo si lascia più, ed è forse la cosa più difficile da spiegare quando mi domandano “ perché lo