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INCHIESTA

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REPORTAGE/ TTG

REPORTAGE/ TTG

La MONTAGNA INCANTATA

LA QUARTA ONDATA DEL COVID NON FERMA IL DESIDERIO DI VACANZE AD ALTA QUOTA. LE PRENOTAZIONI PER QUEST’INVERNO HANNO SUPERATO QUELLE DEL 2019, . IL MOTIVO È CHE IL CONCETTO DI ‘MOUNTAIN HOLIDAY’ È CAMBIATO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO.

di Vanna Assumma

Il mondo delle vette cambia identità. La montagna non è più percepita come un luogo di riposo in estate e di piste da sci in inverno, ma assume un altro ruolo, una diversa rappresentazione di sé nell’immaginario collettivo. Un cambiamento iniziato già prima della pandemia, come spiega Franco Carmelo Lentini, ex general manager di Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa di Cortina e ora responsabile sviluppo progetti di Enrosadira: “Un tempo la montagna era il luogo in cui riposarsi. Tra prati e vallate, si passavano vacanze sostanzialmente sedentarie. Ora il mood è cambiato e le attività all’aria aperta sono le più richieste al momento, in particolare il biking che è sempre più in auge, ma anche attività ‘slow’ come yoga e mindfulness da fare in mezzo ai boschi. Il trend salutistico e la ricerca di benessere sono in crescita tra i viaggiatori, e questa tendenza è alla

base del boom della montagna, fenomeno accelerato dal Covid che spinge la ricerca di ambienti salubri e con pochi assembramenti”. In un certo senso, si torna indietro di cinquant’anni, alle vacanze sui monti degli anni ’70 quando il periodo che si passava lontano dalla città era lungo, e si soggiornava tra gli alpeggi per almeno due settimane consecutive: “Ormai non è più chic volare per pochi giorni a Dubai – commenta Erich Falkensteiner, presidente di Falkensteiner Michaeler Tourism Group – e al contrario si preferiscono le vette. Queste destinazioni però devono fare un nuovo marketing, rivolgendosi soprattutto ai giovani. Già il cliente è cambiato, un tempo l’età media degli ‘amanti dei monti’ era tra i 50 e i 60 anni, oggi si è scesi attorno ai 38 anni”. Insomma, la montagna è diventata più appealing per i giovani e risponde maggiormente al desiderio di benessere e di attività all’aria aperta che è sempre più richiesto. Anche il concetto di ‘neve’ non è più legato esclusivamente allo sci, come racconta Hugo Pizzinini, titolare di Aman Rosa Alpina: “Ci sarà sempre più la tendenza a venire in montagna d’inverno senza sciare, quindi a vivere la neve in modo alternativo, ad esempio facendo escursioni con le pelli di foca, con le ciaspole, sci di fondo, a piedi o in slittino. Il motivo è che molte persone non sciano ma vogliono ugualmente vivere il rapporto con la natura, evitando oltretutto le code e gli assembramenti davanti agli impianti di risalita”. Lo storico Rosa Alpina Hotel & Spa ha recentemente stretto una partnership con l’asiatico Aman Resorts International, che ha acquisito una quota minoritaria dell’albergo di San Cassiano, in provincia di Bolzano. “Avere alle spalle un gruppo di lusso così rinomato – aggiunge Pizzinini – ci aiuta nelle vendite e ci dà molta più visibilità e credibilità, essendo Aman un brand apprezzato in tutto il mondo. Grazie alla partnership, quest’estate c’è stata più affluenza, sia in quantità sia in qualità. Infatti i clienti, soprattutto stranieri, chiedono camere più grandi e spendono di più, ordinando ad esempio bottiglie di vino importanti al ristorante, usando frequentemente la spa e prenotando escursioni con guide alpine dal nostro concierge”.

Dall’alto, interni di Falkensteiner Hotel Kronplatz a Brunico (Bz) e un ambiente di Aman Rosa Alpina a San Cassiano (Bz)

In apertura, la facciata di Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa a Cortina d’Ampezzo (Bl)

INVERNO (QUASI) RECORD Grazie al trend di riscoperta dell’alta quota, quest’inverno si recupererà lo stop dell’inverno 2020, quando gli impianti sulla neve furono chiusi per decreto ministeriale. Questa volta è stato approvato un emendamento al decreto green pass bis, che prevede l’obbligo del certificato verde negli impianti di risalita, con accesso ridotto all’80% al chiuso (questa la norma in vigore nel momento in cui il giornale è andato in stampa). Il blocco dell’anno scorso ha portato un notevole danno economico secondo i dati di Anef, Associazione nazionale esercenti funiviari, riportati da Il Corriere della Sera: a livello nazionale l’indotto generato dagli impianti di risalita è di 900 milioni di euro l’anno, per circa 1.500 impianti. Per calcolare l’indotto a livello turistico bisogna applicare un fattore moltiplicatore pari a sette. In ogni caso, a confermare i volumi del business sono gli alberghi di montagna che hanno segnato un aumento delle prenotazioni. Qualche disdetta c’è stata in seguito al peggioramento della pandemia in Alto Adige, ma nel complesso gli alberghi rilevano un clima di fiducia. “Abbiamo ricevuto molte richieste – raccontano Bibiana Dirler e Maurizio Micheli, titolari di Hotel Tyrol - e già a fine settembre il 50% delle camere era prenotato per il mese di dicembre. Il Capodanno invece è ‘sold out’ da tempo”. I due titolari dell’albergo a Selva di Val Gardena (Bz), che dispone di 50 camere arredate in stile tirolese, riportano anche un’affluenza nella scorsa estate ‘mai vista prima’: “Abbiamo avuto tanti clienti – aggiungono – con numeri superiori a quelli pre-pandemia. Nel mese di agosto abbiamo avuto il 100% di occupazione, mentre se allunghiamo lo sguardo a tutta la stagione estiva, compreso il mese di giugno, parliamo di un’occupazione attorno al 70 per cento. In definitiva, quest’estate abbiamo contato almeno 500 presenze in più rispetto all’estate 2019”. Numeri in crescita anche per il 5 stelle Le Massif, che fa parte di Italian Hospitality Collection. L’hotel di Courmayeur, forte di un buon andamento delle prenotazioni, stima un incremento del 20% del fatturato per la stagione invernale 2021-22 rispetto a quella del 2019-20. “Prevediamo un inverno da tutto esaurito – afferma Marcello Cicalò, group director of Operations di Ihc – e dal trend delle prenotazioni vediamo un forte incremento sui mesi di dicembre 2021, gennaio, febbraio e marzo 2022.”. Ottime prospettive per la stagione invernale anche per Aman Rosa Alpina, che prevede un tasso di occupazione del 75%, con un prezzo medio a camera di 900 euro. Infine, Lentini, parlando del Cristallo

Immagine dell’Hotel Tyrol a Selva di Val Gardena (Bz)

Lounge dell’Hotel Le Massif a Courmayeur (Ao)

di Cortina, evidenzia un segnale positivo di interesse, ma sottolinea anche un fenomeno che nel mondo dell’hotellerie di lusso ha ormai preso piede: “Il booking è sotto data, la finestra di prenotazione si è fortemente ridotta. In passato invece le persone prenotavano le vacanze con molto anticipo”.

IL NUOVO VOLTO DI CORTINA Oltre al rinnovato interesse per la montagna, la cosiddetta ‘perla delle Dolomiti’ è oggetto anche di altri appetiti. L’ospitalità alberghiera di Cortina d’Ampezzo, in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, è nel mirino dei private equity e degli investitori tradizionali. “Cortina sta cambiando – afferma Lentini – e infatti due anni fa si contavano 10 alberghi chiusi, mentre oggi tutte queste strutture sono state acquistate. Ci attendiamo quindi nei prossimi anni il debutto di hotel rinnovati e riqualificati per un totale di 1.000 camere in più rispetto a prima”. Intanto, la famiglia Gualandi, da oltre 20 anni proprietaria dell’hotel Cristallo, ha scelto di aprire il capitale al fondo di private equity Attestor Capital, e grazie all’investimento del fondo inglese, ha ottenuto le risorse per altri progetti, tra cui l’acquisizione dell’Hotel San Marco e di altre strutture in gestione. Altro deal recente è quello di Quinta Capital, che ha acquistato per un controvalore di 70 milioni di euro Grand Hotel Savoia e Savoia Palace, rispettivamente cinque e quattro stelle, dalla società Fincos Costruzioni, di Bain Capital Credit. Il patron di Diesel, Renzo Rosso, si è aggiudicato l’albergo più antico di Cortina, l’Hotel Ancora, attraverso Red Circle, la finanziaria specializzata nell’immobiliare. Valore del deal, secondo indiscrezioni, 20,5 milioni di euro. Falkensteiner Hotels & Residences ha in serbo un 5 stelle di 144 camere a Cortina nel 2024, e anche la famiglia Melpignano vuole ‘firmare’ la sua presenza nel centro della città alpina.

FOCUS F&B Tornando al boom delle vacanze in montagna, un’accelerata è data dagli hotel che hanno spinto sulle proposte wellness e soprattutto gourmet. Le Massif a Courmayeur ha aperto il nuovo ristorante gastronomico Lm38 curato dallo chef 1 stella Michelin Alfredo Russo, mentre la linea della cucina per gli altri outlet sarà firmata dal nuovo executive chef Carlo Piras. Falkensteiner Hotel Kronplatz a Brunico, in provincia di Bolzano, ha lanciato la proposta Seven Summit: ogni mese l’executive chef dell’hotel viene affiancato da un noto chef che proviene da una delle zone dove si trovano le sette montagne più alte del mondo. Esperienza gastronomica ad alta quota anche presso l’Hotel Tyrol che ha varato una partnership ‘stellata’: il ristorante gastronomico Suinsom, all’interno dell’hotel, che è gestito dallo chef Alessandro Martellini, è coadiuvato dallo chef Antonio Guida, due stelle Michelin presso il ristorante Seta al Mandarin Oriental di Milano. Una collaborazione che porta lustro ma soprattutto nuove esperienze sensoriali ai clienti dell’hotel.

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