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TENDENZE/CICLOTURISMO
Con i BIKE HOTEL
il turismo ‘va in fuga’
LA VACANZA ALL’ARIA APERTA È UNO DEI TREND CHE CARATTERIZZANO IL MONDO POST PANDEMIA, DA CUI È ‘ESPLOSO’ IL FENOMENO DEL CICLOTURISMO, ANCHE NEL SEGMENTO LUSSO. CRESCONO LE PRESENZE, LE RICHIESTE E LA PROPENSIONE ALLA SPESA PER CHI VIAGGIA SU DUE RUOTE.
di Davide Deponti
Italia, Paese di santi, poeti, navigatori e ciclisti: lungo la Penisola si va davvero tanto in bicicletta. Si tratta di un’abitudine antica che deriva dall’essere una nazione rurale nella quale il boom economico e tecnologico è arrivato tardi, come racconta uno studio del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pavia. Oggi, a sottolineare quanto gli italiani siano un popolo di pedalatori sono i numeri. A partire da quelli del ‘2° Rapporto Isnart Legambiente - Bike Summit 2020’ secondo cui sono due milioni gli italiani che usano la bici come mezzo di trasporto quotidiano. Per quanto riguarda il parco bici circolante l’Unione Europea delle Cooperative stima che l’Italia abbia 440 biciclette ogni mille abitanti. E ancora, secondo l’Istat, l’estensione delle piste ciclabili in Italia oggi supera i 4.700 chilomteri, con un aumento del 15,5% dal 2015. Reti più
o meno estese si trovano in oltre il 90% dei capoluoghi, con una densità media di 24,2 chilomentri per 100 chilometri quadrati di territorio. Arrivando all’attualità, secondo Confindustria Ancma, Associazione nazionale ciclo motociclo accessori, il 2020 è stato un anno record: anche per l’effetto del bonus mobilità post pandemia, è cresciuta la vendita di bici tradizionali (+14% sul 2019) con 1,7 milioni di mezzi acquistati, ma soprattutto quella di bici elettriche, con 280mila pezzi, equivalenti al + 44% rispetto all’anno prima. Numeri che portano a 2 milioni (+17%) il totale delle biciclette vendute nel 2020. Ma chi va in bici a casa poi ci va anche in vacanza? Secondo lo studio ‘The Benefit of Cycling’ di Ecf, è di 44 miliardi di euro l’anno il valore del cicloturismo in Europa. In Italia questo valore, secondo i dati Isnart 2019, è pari a 7,6 miliardi, con 77,6 milioni di presenze di cicloturisti in giro per la Penisola. Un anno dopo, secondo il Rapporto Isnart-Legambiente 2020, il cicloturismo in Italia ha generato 55 milioni di pernottamenti e una spesa di 4,7 miliardi di euro, 3 dei quali provenienti dai turisti stranieri. Non male per un’annata pesantemente colpita dalla pandemia. Ma non è tutto: secondo un’altra indagine di Isnart, intitolata ‘Viaggiare con la bici’ nel 2020, gli italiani che hanno svolto vacanze tra luglio e settembre, sono stati poco più di 27 milioni. Di questi, la quasi totalità (96%) si è rivolta a destinazioni interne: Puglia, Campania, Sicilia, Calabria hanno accolto quasi 10 milioni di turisti italiani, pari al 40% del totale, con notevoli incrementi registrati anche da Abruzzo e Umbria. Ma soprattutto si scopre che tra le attività più praticate in vacanza, la bici è stata usata da 4,7 milioni di italiani (31% del totale, ovvero una persona su tre), nelle sue varie forme: 76% per la mountain bike, 15% per l’e-bike e 9% per la bici da corsa. Questo perché, dicono i ricercatori, il ‘praticare sport’ è arrivato al 32% e ha assunto lo stesso peso delle tradizionali motivazioni di vacanza estiva. Che il cicloturismo sia un fenomeno in espansione lo confermano anche i dati di Legambiente che registrano un generale aumento delle presenze legate alle due ruote, in particolare in Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Lazio, mentre aree con una
Dall’alto, bici a disposizione degli ospiti dello Hoody Active & Happiness Hotel di Arco di Trento e un punto di noleggio presso una struttura Albergabici
In apertura, uno dei 600 hotel italiani del circuito Albergabici
tradizione cicloturistica più consolidata come Trentino Alto Adige, Veneto e Toscana hanno comunque avuto presenze stabili. LA BICI È UN LUSSO A tutto ciò va aggiunto un altro importante dato: non solo si va sempre di più in bici in vacanza, ma chi lo fa spende in media di più. La spesa generata dal cicloturismo è stata stimata da Isnart pari a circa 7,6 miliardi di euro, ovvero al 43% di tutte le spese legate alla ‘vacanza attiva’ e al 9,1% dell’intera spesa realizzata in Italia nel turismo. E se la spesa media giornaliera del turista normale si attestava sui 66 euro, quella dei turisti ciclisti si collocava intorno ai 76 euro, con un vantaggio anche per l’indotto. Ma tutto questo gli alberghi lo sanno? E, soprattutto, come possono fare a intercettare questa grande domanda di turismo attivo in bici? Borgo Egnazia, resort a 5 stelle immerso nel verde della Valle d’Itria, da tempo propone il pacchetto ‘Biking in Puglia’, nel quale è racchiusa un’offerta di turismo attivo in bici con allenamenti su strada, sedute di yoga post bici, massaggi decontratturanti e tutto il ‘trattamento’ luxury che la struttura prevede quanto a ristorazione e servizi. Oltre però a organizzare attività nel territorio si può decidere di dare spazio al mondo del cicloturismo anche nel proprio albergo, attivando una serie di servizi e di attrezzature tecniche dedicate a questa clientela. Per diventare un hotel ‘bike friendly’, gli esperti consigliano alcuni accorgimenti: Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), per capire le necessità del cicloturista in vacanza, ha commissionato una ricerca all’Università dell’Insubria. Si tratta di un’indagine sulle ‘cycling holidays’, effettuate da un campione statistico in Italia e all’estero dal 2017 in poi, dalla quale è emerso che: le esperienze di turismo in bicicletta sono vissute principalmente in coppia (28%) o con gli amici (23%), le tappe giornaliere sono per il 70% tra i 50 e i 70 km e la durata media della vacanza su due ruote è di 5 notti (il 50% fa viaggi con più di 6 pernottamenti), con predilezione per sistemazioni in b&b in Italia (48%) e in hotel all’estero (39,4%). In relazione ai servizi in albergo, i turisti segnalano come fondamentale avere a disposizione un ricovero per riporre le bici, un’officina attrezzata, una lavanderia. Oltre a ciò è molto apprezzata l’attenzione al benessere dell’ospite con servizi dedicati, come ristorazione studiata a livello nutrizionale, assistenza medica e fisioterapica, strutture per il relax (massaggi) e per lo sport (palestra, piscina).
TRA RETI E CIRCUITI Sempre secondo questa indagine, il perfetto hotel per ciclisti dovrebbe avere: una bike room attrezzata per il ricovero mezzi, la riparazione e il lavaggio della bicicletta; un database di tracce gps e percorsi per diversi livelli di allenamento e tipologia di bici per chi pedala da solo e un servizio di guide che possano invece accompagnare i clienti; un centro spa che possa
Dall’alto, Hotel Parco San Marco, che fa parte della collezione Luxury Bike Hotels, e un’escursione a due ruote partita dall’Adler Spa Resort Thermae in Toscana
All’Hotel Riviera dei Fiori, 4 stelle di San Lorenzo al Mare in Liguria, tutto è a tema bicicletta
fare massaggi decontratturanti; un servizio di lavanderia sempre disponibile; un timing su alcuni servizi come la colazione, il pranzo o la ‘merenda’ compatibile con gli orari di uscita dei ciclisti, molto presto al mattino e con il rientro che spesso non coincide con il pasto di un ospite normale. Adeguare un hotel al cicloturismo significa dunque investire risorse, ma c’è anche chi ha deciso di realizzare ex novo un albergo costruito ad hoc sulle esigenze di questi turisti. Ad Arco di Trento, a un passo dal Lago di Garda, in una destinazione che da sempre attira il turismo attivo, è stato da poco aperto Hoody Active & Happiness Hotel. Struttura che è un ‘campo base’ per una vacanza incentrata sulla bici, come racconta Andrea Pederzolli titolare del 4 stelle: “Fare ospitalità di qualità è la chiave per l’hotellerie del futuro e con il progetto Hoody abbiamo identificato un prodotto compatibile con questi nuovi segmenti di clientela. Offriamo loro servizi speciali e specializzati, non solo da 4 stelle: dal deposito bici con officina alla stazione di ricarica per e-bike e alla palestra a cielo aperto, uno spazio attrezzato per il workout quotidiano e posizionato sul tetto insieme a una grande vasca con idromassaggio, perfetta per il relax post attività”. Un’altra strada per intercettare il turismo in bici è quello di far entrare il proprio albergo nei circuiti e nelle associazioni che si rivolgono agli appassionati e consigliano le vacanze perfette su due ruote. Come ad esempio Luxury Bike Hotels, una collezione di oltre 40 hotel di lusso - castelli, dimore storiche, wine-resort, wellness spa, grand hotel, ville, borghi storici - che sono posizionati nelle aree chiave del cicloturismo in Italia e offrono servizi su misura per chi ama esplorare i territori in sella. Creato invece da Fiab già nel 2003, Albergabici è un portale che funziona anche come un’Ota e che racchiude le proposte di vacanza legata alla bicicletta di oltre 600 strutture sparse in tutta la Penisola. Requisiti necessari per entrare nel circuito sono: offrire al cliente la possibilità di pernottare una sola notte; avere un luogo chiuso e sicuro per il ricovero delle biciclette e mettere a disposizione gli attrezzi per la manutenzione di base; fornire una colazione sostanziosa con alimenti energetici, adatti a chi fa sport e attività fisica. Esistono infine delle realtà territoriali come la neonata Best (Biking experience Sardinia tourism): è la prima rete di hotel per il cicloturismo in Sardegna e riunisce 16 strutture, tre società di escursioni e noleggio bici e tre cantine.