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Anni possibili Marco Trabucchi

IL SENSO DELLA VITA NELLE CASE DI RIPOSO

di Marco Trabucchi

È“una vita possibile” quella della persona anziana ospitata in una casa di riposo? Certamente è una condizione particolare, spesso dominata dalla malattia e dalla perdita sti ambienti, però, è possibile una vita degna di essere vissuta. Molto trattamento da parte del personale l’ospite verso il passare del proprio tempo. risiede nella propria casa, ma è sempre augurabile costruire un modo permanenza in una RSA (così sono sidenze per anziani, almeno quelle più moderne e meglio attrezzate) un momento di vita. deve interpretare le RSA del proprio compagnati da malattie. Non sono nicomi, ma ambiti più o meno belli

dove la persona riceve un’assistenza adeguata alle sue esigenze, mirata a ridurre il dolore, a combattere la solitudine, a controllare le malat la vita, a dare senso alla giornata. La comunità deve collaborare alla costruzione di senso alla vita dei possono più rimanere a casa a causa di rilevanti interventi clinico-assistenziali. La comunità non deve ciale dove vivono gli anziani. Questi, così, avranno l’impressione di essere all’interno di una generosa comunità curante e non si sentiranno relegati ma sempre altro rispetto al resto della città. Purtroppo, la crisi del La Residenza Sanitaria Assistita per gli ospiti può diventare un trauma, così come per le loro famiglie, è fondamentale creare un ambiente favorevole dal punto di vista relazionale, empatico e, naturalmente, di cura

ritornando ad una relativa normalità (nella speranza di una evoluzione benigna della pandemia). Un contributo importante alla vita possibile nelle RSA viene dato dai la crisi provocata dal ricovero e i relativi sensi di colpa. È un passaggio riodica deve inserirsi nella giornata tanti momenti negativi. In questa ratori deve essere un momento di vita normale, non occasione per recriminazioni e tensioni. Il proprio caro ospitato in una RSA è accudito da persone capaci, amorevoli, disponibili, con le quali spesso svilup su basi diverse rispetto al passato una nuova convivenza, nella quale invidie e senza il timore di essere caro. Oppure, al contrario, senza il timore di un trattamento inadegua mente, l’ospite, creando situazioni di disagio. Il tempo trascorso dall’ospite con gli operatori è caratterizzato da atti di giornata. Sempre, prevalgono i tempi della relazione, della vicinanza, dell’accompagnamento. D’altra parte, spesso la vita prima dell’ingresso era caratterizzata da scarse rela le molte ore vuote, da un’assistenza vita è migliorata rispetto al tempo precedente, con vantaggi indubbi per la salute e la serenità dell’ospite. dell’ingresso, mentre il ripetuto appello pieno di tristezza “voglio tornare a casa” continua a risuonare. disponibilità e intelligenza da parte del personale, per costruire con pazienza e determinazione una “vi di colpa). nale: tra i lettori della nostra Rivi direttamente o indirettamente, sono coinvolte con la vita nelle RSA. Questo articolo non vuole essere un pan una situazione, con il relativo carico una modalità di “vita possibile” oggi nella realtà italiana.

PARLIAMONE...

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