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Ucraina: é crisi alimentare Ilaria Romano

CRISI ALIMENTARE. L’ALTRO FRONTE

Lin Ucraina non riguardano -

dell’America Centrale e dell’India. Un altro elemento importante che incide sulla scarsità dei raccolti è la diminuzione dei fertilizzanti: secondo il National Geographic, oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dai prodotti a base di azoto, dei quali la Russia esportava il 20% del totale, che oggi - a causa delle restrizioni all’export - sono preclusi a gran parte degli agricoltori degli altri Paesi. L’Africa australe, subsahariana e meridionale sono regioni ancora al riparo da una minaccia diretta a breve termine, ma tutto il Continente dipende comunque dalle importazioni di grano, carburanti, macchinari agricoli. Tunisia, Marocco e Sudan, insieme a Libano e Giordania in Medio Oriente,

DELLA GUERRA IN UCRAINA di Ilaria Romano

Dalle stime della Fao, già nel 2021, le persone colpite da insicurezza alimentare nel mondo avevano raggiunto la cifra di quasi 200 milioni, e oggi i numeri sono destinati a crescere: le Nazioni Unite e il World Food Programme sostengono che questo conflitto abbia innescato una crisi alimentare che porterà circa 47 milioni di persone verso la fame acuta, e che il Continente africano sarà quello che ne risentirà di più perché dipendente dall’export ucraino. Come ha scritto Jason Burke su The Guardian: «L’Africa è un altro fronte di questa guerra». L’Ucraina è tra i primi produttori mondiali di mais, orzo, olio di semi di girasole e frumento. La maggior parte del raccolto di grano viene esportato in Nord Africa e Medio Oriente, e molti Paesi dipendono in modo consistente da queste derrate: il Libano importa l’81% del proprio fabbisogno di grano dall’Ucraina, la Tunisia il 49%. Dai cereali esportati da Kyiv dipendono all’incirca le vite di 400 milioni di persone, secondo le stime pubblicate da The Economist. Inoltre, l’aumento dei prezzi, unito agli effetti della pandemia e all’interruzione delle catene di approvvigionamento, sono fattori che concorrono alla mancanza di cibo, insieme all’emergenza climatica, dato che la siccità ha rovinato i raccolti di gran parte dei Paesi dell’Africa, oltre che della Cina, consumano circa 128,4 kg di grano pro capite l’anno, mentre il resto del mondo ne consuma 65,4. Se in Sudan ci si aspetta un aumento del 10% dei casi di malnutrizione entro la fine dell’anno, in Etiopia il prezzo dei fertilizzanti è aumentato del 196%, mentre in Somaliland il costo dell’olio è salito del 260% e quello del pane del 163%. Nella regione del Corno d’Africa, già fiaccata dalla peggiore siccità degli ultimi decenni, le famiglie pagano il doppio o il triplo i beni alimentari di base. In Kenya, in particolare, sono già 17 milioni le persone che si trovano in un nuovo stato di denutrizione. La Somalia rappresenta uno dei luoghi più sensibili di quest’area: secondo il Report dell’Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo, il Paese importa più del 90% del grano consumato (circa un terzo proviene dalla Russia, il resto tutto dall’Ucraina). Con l’attuale

scorso anno la produzione locale ha

Lo shock alimentare riducendo l’accesso alle risorse potrebbe

NUOVI PROGETTI PER LA SANITÀ CHE CAMBIA

di Giada Valdannini

Grazie anche alla spinta economica del PNRR, come conseguenza del Covid, è in atto un forte cambiamento per il nostro sistema sanitario; a partire da nuove strutture, come le Case e gli Ospedali di Comunità, e le Centrali Operative Territoriali

Molto è destinato a cambiare. Se in meglio, lo si suppone ma sarà comunque tutto da vedere. Il restyling della sanità italiana passa attraverso il PNRR e punta a riformare il tema della salute in termini di prossimità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha infatti l’obiettivo di garantire al nostro Paese nuove strutture che impareremo a conoscere come Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali. Se le prime saranno 1.430, i secondi saranno 435, mentre le terze arriveranno a quota 611. Un cambio di passo poderoso per cui verranno messi in campo 15 miliardi di investimenti da qui al 2026, che mirano a ridefinire l’ossatura del sistema di cura in Italia. Prossimità, dicevamo, come chiave di volta per dare risposte in un contesto come quello della salute che, durante la pandemia, ha sicuramente subìto un grosso contraccolpo ma ha anche capito quanto “vicino” possa essere meglio. E il piano d’azione - stando almeno alle disposizioni in materia - è serratissimo, al punto che entro i primi tre mesi del prossimo anno dovranno partire le gare d’appalto per la costruzione dei plessi in questione per far sì che le prime aperture coincidano col 2024, mentre nel 2026 le tre grandi novità dovranno essere operative e, dunque, completamente realizzate. Di certo, la lunga emergenza Covid ha mostrato tutte le criticità del sistema sa-

lute, come l’integrazione spesso carente tra servizi ospedalieri, sociali e territoriali, con tempi di attesa (eccetto che se non bastasse, la disparità di tutele e servizi tra regione e regione non ha fatto che mostrarsi ancora un volta e in modo molto chiaro. A tale scopo, può valere la pena ricordare che, per via dell’autonomia della quale godono, Regioni e Province autonome hanno agito negli anni in maniera diversa in tema sanitario: talune hanno puntato il tutto per tutto sugli ospedali pubblici; altre hanno invece preferito giocare la carta degli ospedali privati, però “convenzionati” con l’ente regionale. Una gestione che ha provocato un passo profondamente aree del nostro Paese. Un “work in progress” - quello dettato perciò dal PNRR - che sarà dunque l’ossatura del nuovo impianto sanitario con le Case di Comunità, gli ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali, che avranno ciascuno il pro dettaglio. Le Case di Comunità saranno delle sedi dove gli abitanti di ogni singolo territorio potranno entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale. Gli Ospedali di Comunità saranno invece strutture che garantiranno un ricovero territoriale, svolgendo una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Saerogabili a domicilio - e che mostrino necessità di assistenza e sorveglianza sanitaria e infermieristica continuativa, anche notturna. Altro discorso per le Centrali Operative Territoriali (i cosiddetti COT), che avranno funzione di coordinamento della presa in carico della persona fungendo da raccordo tra servizi e professionisti con lo scopo di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Detta in modo ancora più chiaro, Case e Ospedali di Comunità funzioneranno così: nelle prime potrà recarsi chi ha bisogno di una visita medica o comunque necessiti di semplici diagnosi tre, nelle Case di Comunità - operative h24 - sarà possibile avere la consulenza di personale medico per prelievi e vaccinazioni. Fondamentale - qualora le condizioni di salute lo consentano - il ricorso del paziente anche alla telemedicina che ha sì acquisito tanto più rilevanza durante la pandemia ma che, negli obiettivi, sarà potenziata. All’Ospedale di Comunità si potrà ricorrere, invece, quando un paziente - non avendo bisogno del ricovero in ospedale - potrà essere gestito al di fuori di un nosocomio, in caso con brevi ricoveri, e con particolare attenzione a malati cronici e persone anziane. In buona sostanza, tutte le nuove

Il restyling della sanità italiana

passa attraverso il PNRR e punta a riformare il tema della salute in termini di prossimità

ranno rivolte a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari ma di bassa intensità clinica - potenzialmente

strutture avranno un collegamento diretto col cittadino ma l’accesso alle Centrali Operative Territoriali è precluso ai pazienti dal momento che, piuttosto, avranno il compito di coadiuvare e fungere da catalizzatore e regia per le cure fornite al di fuori dell’ospedale. Il che, vale dire, che lo scopo del nuovo sistema nascente sarà quello di dare risposte più pronte, ef Ci si riuscirà? È presto per dirlo. Sicuramente l’intento sarà quello di provare a dare spazio, connessione e valore a rio con l’obiettivo di aggiungerne delle altre, sempre più in rete e sempre più numerose: dalle aziende sanitarie locali alle amministrazioni locali passando per pazienti, professionisti ma anche i preziosi caregiver nonché le organizzazioni del Terzo Settore. Rispondere alle disparità territoriali resta, dunque, una delle chiavi di quello che vuole essere un cambio di passo radicale nella cura della salute nel nostro Paese, ma anche la traiettoria ritenuta più idonea per andare incontro alle ne Secondo le rilevazioni degli ultimi an te malattie croniche: quelle, ossia, che non richiedono necessariamente un ri le, artrite, Alzheimer, glaucoma, ipertensione arteriosa, patologie di cui ci si strutture - appunto non ospedali - in grado di assicurare comunque al paziente le cure necessarie. Agli anziani - di comorbidità, e che faticano magari a spostarsi: anche a loro guarda il riassetto del sistema salute che il PNRR vuole appunto incentivare. Ma all’elenco delle intenzioni in un programma sicuramente robusto economicamente e concreto si aggiungono, però, le preoccupazioni che spaziano dall’organizzazione agli stessi fondi, che pure appaiono al momento consistenti. Le maggiori perplessità di specialisti e addetti ai lavori riguarda programmati per la realizzazione delle strutture della salute come anche che si possa realmente giungere ad una omo livello regionale. Una volta esauriti i fondi utili alla “messa a terra” delle nuove unità sanitarie, zionare? Questo è solo uno degli interrogativi perché c’è anche chi si domanda come - e dunque con quali risorse - si procederà all’assunzione di nuovo personale utile a potenziare l’assistenza territoriale nonché le centrali operative sul territorio incaricate di occuparsi dell’assistenza domiciliare. E parliamo di ulteriori infermieri, medici di medicina generale, personale amministrativo spesso in forte carenza negli organici delle realtà già oggi esistenti. Nel complesso, siamo di fronte a un disegno di riforma del sistema sanitario che - secondo il Consiglio di Stato - delinea “un innovativo modello organizzativo dell’assistenza sanitaria territoriale, condivisibilmente imperniato su un archetipo antropocentrico, che prevede la rimodulazione dei servizi ano il più possibile prossimi all’utente Una ristrutturazione funzionale a “for alla necessità, sempre più avvertita, di costruire una rete assistenziale territoriale che sia alternativa all’ospedale e che sia accessibile a tutti, contrastando le disparità di salute” determinate dai livelli di reddito ovvero dall’area vendo un sistema sanitario sostenibile in grado di erogare cure di qualità”. Le premesse ci sono, dunque: per i risultati non possiamo che aspettare.

TORNA ONLINE

di Linda Russo

L’invenzione del telefono, della lampadina, dei vaccini, dell’automobile, del microscopio. Ci sono storie di idee geniali che hanno cambiato la nostra vita e che conosciamo bene. Esistono, poi, storie sconosciute che hanno però un notevole peso sulla nostra quotidianità e che spesso conosciamo più tardi del dovuto. Una di queste è quella di Giorgio Coraluppi, scomparso a dottorato in ingegneria, alcuni lavori svolti per Olivetti e IBM, è migrato negli Stati Uniti insieme alla moglie Laura durante gli anni Sessanta. All’inizio il trasferimento sarebbe dovuto durare solo due anni, ma Coraluppi e la sua famiglia non sono mai tornati. E dalla città di Monroeville in Pennsylvania, a mezz’ora d’auto da Pittsburgh, il suo lavoro è stato quello di uno straordinario inventore, risolutore di proble la matematica e determinazione nel trovare soluzioni. È sua, ad esempio, l’idea per il funzionamento del supercomputer di IBM, che poi è diventato il sistema di calcolo DeepBlue, il primo computer a battere il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov nel 1997, e successivamente Watson, Big Blue. Ma, soprattutto, è a lui che si deve l’algoritmo per la videoconferenza che ha permesso alla Nasa negli anni Settanta e Ottanta di collegare migliaia di tecnici e ingegneri in ma dei lanci delle missioni Apollo e poi degli Shuttle, e che oggi è alla base di tutti i sistemi di videoconferenza come Zoom, Teams, FaceTime, WhatsApp. Un’invenzione che gli è valsa l’inserimento nella Space Technology Hall of Fame in occasione del trentaseiesimo Space Symposium annuale del 2020 e che vale a noi gli strumenti di cui ci siamo avvalsi con più frequenza negli ultimi due anni. Quegli stessi strumenti che abbiamo usato per incontrare amici, organizzare riunioni lavorative, partecipare a conferenze e a occasioni di svago. Proprio su Zoom, infatti, migliaia di spettatori si sono incontrati per prendere parte ai webinar organizzati da

50&Più. Un’occasione che potranno continuare a cogliere grazie al nuovo ciclo di incontri iniziato a ottobre e che continuerà a novembre e nei mesi successivi. Si parte dal lunedì mattina con uno spazio dedicato allo yoga di Alessandra Miccinesi, mentre il pomeriggio rimane impegnato, a settimane alterne, dagli approfondimenti di Flavio De Bernardinis su cinema e cibo e da un ciclo alla scoperta della storia televisiva con i programmi che hanno segnato la nostra storia (da Carosello ai quiz più amati fino al varietà), a cura di Anna Bisogno. Il mercoledì, invece, è il momento della letteratura e anche in questo caso sono due cicli a intervallarsi tra loro: da una parte, gli incontri con gli autori in cui avremo modo di conoscere gli scrittori in lizza per i premi più prestigiosi (Strega, Campiello, Bancarella e molti altri), dall’altra, la riscoperta dei grandi classici con la spiegazione e la voce di Enrico Valenzi. Ma c’è spazio anche per l’arte negli appuntamenti del martedì con Serena Colombo e a temi legati a salute e psicologia negli incontri mensili con Marco Trabucchi. Mentre l’incontro di questo mese in merito ad ambiente ed ecologia si terrà giovedì 24 novembre, con Francesca Santolini e Valerio Rossi Albertini. Chiude tutte le settimane, poi, il pilates di Alessandra Miccinesi. Una fitta proposta d’incontri in costante aggiornamento che saprà dare spazio agli interessi di tutti gli spettatori. Partecipare è semplice e gratuito: basterà consultare il calendario alla pagina dedicata, www.spazio50.org/webinar, cliccare sugli appuntamenti ai quali si desidera partecipare e compilare la scheda di iscrizione al loro interno. Una volta completata la procedura si riceverà un’e-mail di conferma e il giorno del webinar si riceverà il link con cui collegarsi alla stanza virtuale. Durante gli incontri sarà poi possibile porre domande ai relatori e ai docenti e proporre nuovi argomenti.

Scrittori, autori, giornalisti, ma anche medici, professori, psicologi, esperti di arti visive, di cinema e molto altro. Sono gli ospiti che prenderanno parte a Zoom - I webinar di Spazio50, una serie di appuntamenti accessibili gratuitamente online

Info: Per avere maggiori informazioni o risolvere problemi durante la diretta, scrivere una mail a webinar@spazio50.org o chiamare il numero 0668883230 dalle 8:00 alle 17:30.

CALENDARIO NOVEMBRE

Mercoledì 2 novembre dalle 16:30 alle 17:45 Enrico Valenzi presenta Leggere e rileggere i classici: "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar

Lunedì 14 novembre, dalle 16:30 alle 17:30 Flavio De Bernardinis presenta "Cinema e cibo (a tavola)"

Martedì 15 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Serena Colombo presenta “Omaggio a Monet” Mercoledì 16 novembre dalle 16:30 alle 17:45 Enrico Valenzi presenta Leggere e rileggere i classici: "Cime tempestose" di Emily Jane Brontë Lunedì 21 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Anna Bisogno presenta Storie della televisione italiana: “Prove tecniche di trasmissione”

Martedì 22 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Marco Trabucchi presenta “Prevenire e superare le cadute”

Martedì 23 novembre dalle 17:00 alle 18:00 Luca Nannipieri presenta “Candore immortale” Giovedì 24 novembre dalle 16:00 alle 17:00 Francesca Santolini presenta "Sostenibilità ambientale", con Valerio Rossi Albertini

Lunedì 28 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Flavio De Bernardinis presenta "Cinema e cibo (a tavola)"

Martedì 29 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Serena Colombo presenta “Io sono la morte e porto la corona” Mercoledì 30 novembre dalle 16:30 alle 17:45 Enrico Valenzi presenta Leggere e rileggere i classici: “La casa degli spiriti” di Isabel Allende

Tutti i lunedì

dalle 9:00 alle 10:00 Vivere con gioia: pratica di Yin Yoga con Alessandra Miccinesi

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