THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Maggio/Agosto2021
Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria || Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry
Fondazioni Perforazione Gallerie Perforazione pozzi pozzi Gallerie Geotecnica | Industria estrattiva-mineraria
8a Edizione
Patrocini Istituzionali GIS 2021
Associazioni THE EUROPEAN ASSOCIATION FOR THE ABNORMAL ROAD TRANSPORT AND MOBILE CRANE RENTAL INDUSTRY
Giornate Italiane Sollevame Giornate Italiane deldel Sollevame
Dal 1946
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The Lifting, Industrial & Port Han
Associazione Nazionale Noleggi Autogru, P.L.E. e Trasporti Eccezionali
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106/2017 GISX17S1
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ento eedei Trasporti Eccezionali ento dei Trasporti Eccezionali
ndling and Heavy Transport Show
ndling and Heavy Transport Show Ottobre 20212021 Ottobre
CONFINDUSTRIA PIACENZA
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1975
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Editoriale
Le promesse da mantenere Cari Lettori, Si riprende a progettare, in Italia, finalmente. E si riprende a costruire, pensando in modo ambizioso al nostro futuro. In questo numero di Perforare, si parla della realizzazione del primo bacino di carenaggio cantierizzato nel nostro Paese a distanza di 40 anni dall’ultima opera intrapresa per questa tipologia di infrastrutture. Si parla di Terzo Valico, di edilizia residenziale e metodologie di consolidamento d’avanguardia. Insomma, si parla di lungimiranza e voglia di fare , seguendo un sentore che non avvertivamo da anni nelle nostre città e sui nostri territori. L’azione del dicastero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in parallelo con l’impegno del governo Draghi sugli obiettivi del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), è quella di un deciso cambio di passo. Pensiamo alle nuove realizzazioni, certo, e alle tante opere ancora da portare a termine. Necessarie e urgenti, tanto da spingere l’esecutivo e lo stesso dicastero sulla strada dei commissariamenti in serie come estremo rimedio. Ma anche sul fronte della modernizzazione nella gestione e nel controllo delle infrastrutture della Penisola (vedi la Commissione ponti e viadotti) il vento del cambiamento si fa sentire lungo tutta la Penisola, a rigenerare speriamo non solo virtualmente) chilometri e chilometri di strade sospese - anche nella manutenzione - e ammalorate spesso irrimediabilmente. Veniamo tutti da un periodo terribile - sempre che questa pandemia possa dirsi ormai in recessione definitiva - e la cosiddetta “politica del lock-down” da Covid-19 ha comportato le più pesanti ripercussioni sul settore delle costruzioni e su tutta la filiera dell’edilizia. Proviamo a riguardare i dati Istat della primavera 2020, nel momento di maggiore incertezza provocato dall’epidemia da Coronavirus. Nel nostro Paese circa il 61% degli addetti ai lavori era inattivo dopo la promulgazione del Dpcm 22 marzo e del successivo Dm del Mise del 25 marzo, che ha coinvolto anche i cantieri e l’edilizia privata. Praticamente un numero approssimativo di 816.000 lavoratori edili fermi, sospesi indefinitamente in una situazione contingente che ha portato alla chiusura o alla difficoltà più strenua migliaia di piccole e medie imprese private. Prima dell’ascesa di Draghi al governo, la miopia delle strategie di sostegno al comparto delle costruzioni ha rischiato di compromettere non solo la trama più importante del tessuto economico nazionale, ma addirittura di mettere a rischio la manutenzione urgente delle infrastrutture più critiche. Tutto è cambiato in una manciata di mesi e questa estate di disagio sulle strade per molte famiglie in viaggio verso le vacanze può anche confortarci alla fine. Con 101 grandi opere sbloccate e lo sguardo del legislatore che punta alle regole europee degli appalti per prendere il largo dalle nostre secche legislative (e da quel Codice dei contratti pubblici che langue in una palude di regole stagnanti e contraddittorie), il vento sembra disporre le vele della Nazione e delle costruzioni d’Italia verso la rada da cui potrebbero finalmente prendere il largo, confermando il proprio ruolo di traino industriale per tutto il Paese. Alla vigilia delle fiere di settore che apriranno probabilmente un autunno sereno e laborioso per migliaia di imprese, possiamo finalmente sorridere e immaginare un ritorno dalle ferie estive come a un toccasana altrettanto rigenerante di un meritato riposo. Potremmo chiamarlo, con un po’ di enfasi, ”ottimismo delle visioni concrete”. Che è ben più della troppo abusata speranza di cambiamento. È piuttosto, e finalmente, anelito di certezza e di promesse mantenute.
Fabio Potestà
Alberto Finotto
Buona lettura!
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Periodico associato a
Sommario | Maggio/Agosto 2021 THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Maggio/Agosto2021
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Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione Gallerie Perforazione pozzi pozzi | |Gallerie Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry Geotecnica | Industria estrattiva-mineraria
In copertina:
Dal 1974, la vocazione della Marchi Giorgio è quella di uno specialista assoluto nel settore delle attrezzature e dei componenti per qualsiasi esigenza delle imprese di perforazione
Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry | Geotecnica estrattiva-mineraria Direttore Industria Responsabile Fabio Potestà
Responsabile Editoriale Alberto Finotto Collaboratori Roberto Ambra
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Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it Fotografia Archivio Perforare Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it
8 ATTUALITÀ 28 MARCHI GIORGIO
Attrezzati per essere leader
32 VERDELLI INTERNATIONAL SANY Passaporto per l’Oriente
36 COSMO COSTRUZIONI
MODERNE Ancorati al mare del tempo
60 60 SANDVIK ITALIA
La volpe delle gallerie
64 SOILMEC
Oltre la media
70 GETECH-GENNARETTI Risoluzione centrifuga sul Terzo Valico
40 BAUER
76 EPIROC
46 COMACCHIO
80 HANSA-TMP
Rapida e inesorabile
Protagonisti sul Bacino
52 FEDERBETON
Ponti e viadotti,
Tre moschettieri al raddoppio
L’Oleodinamica che fa vincere le perforatrici
82 KELLER
sulle spalle della solidità
Trasmissione preventiva
56 CASAGRANDE
84 GIS 2021
evoluzione multifunzionale
(anche da fondazione)
B175XP-2,
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Il Posto delle Gru
Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@perforare.it Pubblicità Italia ed estero tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 info@perforare.it Pre-stampa e stampa Euro Grafica - Genova Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012 Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2021
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Attualità News PERFORAZIONI
Automaticamente ad alte prestazioni Con il nuovo modello DT923i, Sandvik presenta un carro di perforazione Jumbo da performance di vertice, da utilizzare per eseguire i lavori di avanzamento in gallerie e cunicoli. La perforatrice, dotata del nuovo martello perforatore ad alta frequenza della serie RD5 e degli utensili concepiti appositamente per effettuare perforazioni ad alta velocità, offre una precisione e una produttività davvero al vertice delle applicazioni. La nuova Sandvik DT923i è una perforatrice automatizzata della serie i, con due bracci di perforazione elettroidraulici, in grado di offrire un elevato grado di rendimento e affidabilità. La perforatrice è computerizzata, provvista di funzioni automatizzate, con posizionamento del braccio gestito dall’operatore. È ideale per le fasi di avanzamento in galleria. La nuova DT923i contempla non soltanto alcune delle funzioni più all’avanguardia nell’ambito della tecnologia informatica, ma impiega anche i nuovi martelli perforatori ad alta frequenza della serie RD5 Sandvik. Dispone di un sistema di prolungamento rapido e automatizzato delle aste di perforazione, unito a una cabina ergonomica e a un veicolo portante performante pur essendo economico, un tris perfetto che offre una soluzione di perforazione completa ad alta velocità. Concepita per garantire il massimo di sicurezza ed ergonomia all’utenza, la Sandvik DT923i attesta anche un’elevata compatibilità con altri impianti di perforazione Sandvik per quanto concerne le componenti impiegate. Il braccio di perforazione SB110i impiega una tecnologia con elementi rigidi e di forma quadrata, per la quale la Sandvik ha depositato un brevetto, ottimizzato anteriormente con una struttura articolata che offre, in modo efficace, il 62% in più di copertura laterale. Attraverso il comando proporzionale è possibile manipolare manualmente il braccio in modo preciso e veloce, rendendo così più efficaci e produttivi i lavori in galleria. Inoltre, il nuovo veicolo portante della DT923i può essere provvisto, in via opzionale, di un sistema che permette di evitare la collisione del braccio di perforazione. La Sandvik DT923i è equipaggiata con alcuni dei sistemi di tecnologia informatica più innovativi per un avanzamento automatizzato in galleria. Subterra, uno dei mandatari incaricati di eseguire i lavori per l’ampliamento della metropolitana di Stoccolma (Svezia) ha messo alla prova la Sandvik DT923i nei primi tre mesi del 2021. “La macchina è provvista di un’innovativa soluzione IT che razionalizza e automatizza il processo di perforazione – commenta Mattias Widenbrant, vice capoprogetto Lavori in galleria presso la ditta Subterra – La cabina è stata ottimizzata per offrire un ambiente di lavoro più sicuro, con meno rumore, meno polvere e una migliore visuale. È una perforatrice all’avanguardia che ci permette di lavorare in modo più efficiente, flessibile e redditizio”.
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Attualità News EVENTI
Tutto il valore in un premio
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Pompe I Motori I Valvole Oleodinamiche
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9 Pistoni Da 45 a 200 cm3
POMPE A PISTONI ASSIALI Serie K3VL a cilindrata variabile per circuito aperto ad alta efficienza ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■
Elevato rendimento totale Dimensioni ridotte Peso contenuto Eccezionale affidabilità Ampia gamma di regolatori Elevata stabilità Bassi tempi di risposta Basso livello di rumorosità
Bobcat si è aggiudicata due premi EquipmentWatch 2021 Highest Retained Value (HRV) per il modello T770, nella categoria di pale compatte cingolate, e per il modello S590 nella categoria pale compatte (Skid-Steer Loaders). Bobcat riceve un EquipmentWatch HRV Award per il sesto anno consecutivo. Si tratta degli unici premi del settore che utilizzano dati imparziali di terze parti per identificare le macchine che si prevede conservino il proprio valore nell’arco di un periodo di cinque anni. Gli EquipmentWatch Award si basano su un’analisi approfondita dei record dei dati, che determina il valore residuo calcolato in base agli standard di svalutazione del mercato. I vincitori dell’HRV Award rappresentano le categorie di prodotto all’interno di diverse tipologie di macchine che si prevede conservino la percentuale più alta del valore originale nell’arco di un periodo di cinque anni. Attraverso i Fair Market and Forced Liquidation Values contenuti nel prodotto EquipmentWatch Values, gli analisti esaminano anno dopo anno la svalutazione di oltre 12.000 modelli con un massimo di 30 anni modello di valori. Utilizzando un algoritmo proprietario, EquipmentWatch è in grado di prevedere il valore residuo fino a 84 mesi nel futuro.
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11 Pistoni Da 85 a 212 cm3
MOTORI A PISTONI ASSIALI Serie M7V a cilindrata variabile e a piatto inclinato per circuito aperto e chiuso, alta pressione, per applicazioni mobili e industriali Piatto inclinato Elevata velocità di rotazione Alta coppia di spunto Bassa velocità minima Dimensioni compatte Cuscinetti a lunga durata Regolazione proporzionale della cilindrata Free wheeling ■ ■
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Attualità News FONDAZIONI SPECIALI
Un rivestimento perfetto Numa, uno dei principali fornitori mondiali di tecnologie per la perforazione, ha annunciato il lancio di una nuova gamma di martelli per perforazione concentrica con rivestimento per perforare e rivestire contemporaneamente fori verticali o orizzontali in pali, fondamenta, ancoraggi, pozzi geotermici e altre applicazioni di rivestimento. Si tratta di un prodotto complementare ai già apprezzati Super Jaws Overburden Bits e Impact Ring Bit Systems. Il Casing Ring Bit System di Numa è costituito da un martello pilota, una scarpa per il rivestimento e una punta di perforazione ad anello per impieghi gravosi ed è disponibile in un’ampia gamma di dimensioni per la perforazione di fori da 406 a 1.219 mm di diametro. Il design è altamente configurabile con opzioni per applicazioni con e senza perforazione che richiedono
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utilizzando lo stesso martello pilota con diversi diametri di anello, un design di bloccaggio semplice per agganciare e sganciare più facilmente l’anello, la pulizia dei fori in modo efficiente attraverso grandi fessure di lavaggio, l’adattabilità ad applicazioni verticali e orizzontali.
l’installazione di un rivestimento nel substrato roccioso. Il sistema vanta anche la capacità di gestire condizioni di sovraccarico e/o roccia dura utilizzando martelli DTH convenzionali o a circolazione inversa. Alcuni dei numerosi vantaggi del Casing Ring Bit System di Numa includono la riduzione dei costi
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Attualità News ASSOCIAZIONI
Unacea, un ritorno dal vivo
“C
ome bulldozer, oltre ogni ostacolo” è il peana dedicato alla rinascita di un intero settore. Lo ha lanciato Unacea, l’Unione Italiana delle Macchine per Costruzioni, riunita a congresso a Bologna lo scorso 24 giugno, per la prima volta in presenza dopo il lungo periodo della pandemia da Coronavirus. Il presidente Mirco
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Risi ha presentato, in apertura di assemblea, gli obiettivi raggiunti dall’associazione durante un anno difficile ma proficuo per la capacità del settore di risollevarsi dopo una crisi inconsulta e complessa da affrontare. Tra questi, la nuova norma che riguarda le betoniere semoventi autocaricanti, il progetto UNI sulle vibrazioni, il programma di webinar, la Fase V che riguarda gli
adeguamenti delle motorizzazioni, il Can, l’attività statistica portata avanti con il programma Vista e il Rapporto Unacea-Cer. “Con il ritorno alla normalità, i nostri intenti prossimi futuri riguardano l’internazionalizzazione di Unacea e il rilancio delle nostre campagne associative”, ha rivelato Risi, sottolineando l’obiettivo raggiunto degli 80 associati.
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L’ingegner Cristiano Costa è stato nominato nuovo responsabile tecnico di Unacea ed è operativo dal 12 luglio. Durante il congresso, sono state rivelate le ultime, confortanti statistiche sul comparto delle macchine e attrezzature per costruzioni nel primo trimestre 2021. L’export italiano ha raggiunto i 640 milioni di euro, registrando una crescita del 9% rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre del 2020. Il dato, che segna una netta ripresa rispetto al calo registrato a gennaio 2021 (-10%), emerge dall’ultimo Report sul commercio estero, realizzato proprio da Unacea e Cer (Centro Europa Ricerche su dati Istat). In particolare, cresce l’export di macchine e attrezzature per il movimento terra (+18%) e di macchine per la perfo-
razione (+17%). Rimane negativo invece l’export di macchine per i lavori stradali (-13%), per il calcestruzzo (-4%) e delle gru a torre (-7%). Crescono le importazioni, che nello stesso periodo registrano un +10%, segnale di vivacità del mercato interno. L’Istat, del resto, calcola un aumento medio del 5,8% dell’indice della produzione nelle costruzioni tra febbraio e aprile 2021 rispetto al trimestre precedente. Infine, la bilancia commerciale rimane in avanzo per 370 milioni di euro, in aumento del 9% rispetto al primo trimestre 2020. Mentre scriviamo, l’assemblea Unacea è in corso. Vi informeremo nelle prossime ore sulle novità congressuali e sulle tematiche più importanti affrontate durante il convegno.
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Al termine della giornata, le premiazioni – con il presidente Mirco Risi nel ruolo di gran cerimoniere – hanno conferito altrettanti premi di riconoscimento a Enrico Santini, primo presidente di Unacea, a Enrico Prandini, ultimo vicepresidente uscente dell’associazione, e a Ruggero Riva di CGT, vicepresidente Unacea e socio capofila per le aziende importatrici di macchine per le costruzioni. L’assemblea ha tributato un plauso, inoltre, al grande lavoro svolto in Unacea da Michele Vitulano, Paolo Venturi e Franco Invernizzi. Il ringraziamento dei vertici di Unacea è andato anche al contributo assiduo e prezioso del segretario generale Luca Nutarelli e di Corrado Serrentino, responsabile per la comunicazione e gli affari pubblici dell’associazione.
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Attualità News ASSOCIAZIONI
Assobim entra in Federcostruzioni L’associazione nata per sostenere il processo di digitalizzazione dell’intera filiera tecnologica delle costruzioni e promuovere la diffusione del Building Information Modeling, ossia Assobim, entra in Federcostruzioni, la federazione di Confindustria che riunisce le categorie produttive più significative di tutto il mercato edile e infrastrutturale. L’ingresso di Assobim in Federcostruzioni arriva in un momento cruciale per il comparto. “Il PNRR dovrà essere l’occasione per ammodernare il settore alle costruzioni, per un paese più moderno, digitale e sostenibile – sottolinea il presidente di Assobim, Adriano Castagnone – I grandi interventi infrastrutturali costituiscono una parte significativa del Piano, senza tralasciare la manutenzione delle opere esistenti, con l’obiettivo di rimettere in moto le imprese, contribuendo anche alla rinascita economica del nostro Paese. In un panorama ancora influenzato da una crisi sanitaria che richiede all’intero Paese un grande sforzo in termini di energie e risorse, la digitalizzazione di un settore trainante dell’economia nazionale come quello delle costruzioni, la digitalizzazione dei processi e in particolare il BIM, hanno un ruolo fondamentale e possono rappresentare strumenti di straordinaria efficacia per il superamento di questa difficile congiuntura”.
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Attualità News CONSOLIDAMENTI
Verona, fondazioni al via per il Ponte Nuovo del Popolo
S
ono partiti ad agosto i lavori per la messa in sicurezza del ponte Nuovo del Popolo a Verona. Un intervento tanto atteso quanto complesso, perché prevede la totale sistemazione del ponte con lavori di ripristino statico e adeguamento sismico della struttura, che sarà anche riqualificata dal punto di vista architettonico. L’importo dei lavori è di 2 milioni 689 mila euro, finanziati dal Comune di Verona per mettere in totale sicurezza un ponte risalente al 1946 su cui era anni che non si interveniva, nonostante l’evidente stato di ammaloramento in cui si trova nella parte sottostante. I lavori avranno una durata di circa due anni e restituiranno un’infrastruttura completamente riqualificata. I lavori
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prevedono, in primis, lo smontaggio, la pulizia e il restauro degli elementi lapidei di rivestimento del ponte, compresi i parapetti in pietra. Successivamente, sarà effettuata la completa rimozione del manto stradale per consentire il risanamento delle strutture sottostanti. Verranno quindi ripristinate le capacità statiche della soletta e delle travi principali, nonché degli altri elementi resistenti. Per l’adeguamento antisismico, la struttura del ponte verrà isolata dal suolo attraverso l’utilizzo di speciali dispositivi di appoggio, che consentiranno l’attenuazione delle sollecitazioni sismiche. La durata complessiva del cantiere è di 670 giorni, circa due anni, e sarà suddiviso in macrofasi. Si parte ad agosto con
cinque settimane di lavori propedeutici degli enti gestori di servizi pubblici per il provvisorio spostamento e la successiva ricollocazone dei sottoservizi esistenti. Nei mesi successivi, per circa 16 settimane, saranno realizzate le nuove fondazioni profonde in pali e tiranti a tergo delle spalle del ponte. Durante questa fase il ponte sarà completamente chiuso alla viabilità. Quindi, un anno e mezzo di cantiere in cui la viabilità sarà garantita su una sola corsia, per tornare agli ultimi due mesi di lavorazione in cui il ponte sarà nuovamente chiuso per consentire il sollevamento dell’impalcato, l’inserimento dei nuovi appoggi antisismici, l’esecuzione delle prove di carico e le opere stradali finali.
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Attualità News
PERFORAZIONI
Massenza, un secolo di tecnologia a Geofluid 2021 Nell’anno del secolo di Massenza, lo storico costruttore di Parola (Pr) porta al Geofluid 2021 (Stand 5F, Area Esterna) una selezione delle perforatrici best-seller che hanno fatto la storia recente dell’azienda – da quando, negli anni Ottanta, ha creato una nuova forma societaria per proseguire il mandato del fondatore, Giuseppe Massenza, nel campo della perforazione. Parliamo, nel merito dell’ultralight MI2, sintesi di potenza e compattezza estrema, seguita dall’eclettica MI3, una perforatrice di fascia alta per applicazioni geotecniche. Proseguendo nella schiera dell’esposizione, Massenza proporrà al pubblico di Piacenza Expo i modelli medi ma altrettanto compatti MI5 e MI8, su carro cingolato e dalle prestazioni di vertice nella propria classe operativa. A partire dalle MI5, modello dedicato alla trivellazione di pozzi idrici, con motore diesel Stage V da 134 HP, capacità di tiro di 6,5 ton e testa di rotazione dalla coppia sorprendente a 8.000 Nm. Il focus sulla multifunzionale MI8 rivela un modello propulso da un motore diesel da 154 HP, con capacità di tiro da 12 ton, testa di rotazione a otto velocità e un’ampia gamma di prestazioni culminanti a 14.800 Nm e 716 rpm – con argano wireline e di manovra, pompa triplex e morsa doppia con passaggio da 410 mm. Al Geofluid 2021, anche la serie MM, linea speciale Massenza con supporto antenna articolato per micropali e ancoraggi. Il pubblico di Piacenza vedrà dal vivo il modello MM8, versione all’avanguardia per un’anteprima de luxe, e due unità MM3, dotate motore diesel e di propulsione elettrica, per lavori indoor o in tunneling. In primo piano anche la nuova serie Massenza riservata ai sondaggi geotecnici, con il modello MSPT – versione SPT automatica di facile uso e trasporto – e l’ultra-compatto MI1, adibito a prove DPL, DPM, DPH e SPT, campionamento dinamico, carotaggio, perforazione a fango e a elica.
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Fondazioni, Perforazione Pozzi, Gallerie, Geotecnica, Industria Estrattiva-Mineraria
Non perdete la prossima uscita di speciale Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie
2021
International Exhibition
Drilling & Foundations 15-18 September - Piacenza, Italy
La rivista , Fondazioni Perforazione pozzi Gallerie pubblicata dal 2015, è l’evoluzione cartacea del portale www.perforare.it, l’unico in Italia specializzato nei settori delle perforazioni verticali, orizzontali e direzionali, il tunnelling, le fondazioni speciali, la geotecnica, la bonifica e il consolidamento dei terreni e l’industria estrattiva. Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria |
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oltre a essere pubblicata e distribuita in formato cartaceo, è anche sfogliabile da www.perforare.it, consentendone un’immediata e continua fruizione da parte dei lettori.
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Editore: Mediapoint & Exhibitions Telefono: 010 5704948 Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry Geotecnica | Industria estrattiva-mineraria
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Attualità News FONDAZIONI SPECIALI
La Tav del Nord-Est, a tutto cantiere Impossibile non accorgersi dei cantieri sterminati che corrono a fianco all’autostrada A4. La Tav Milano-Venezia c’è e si vede ed è inesorabile l’incedere dei cantieri in questo preludio d’estate 2021, nell’anno in cui la stessa Cepav due – il Consorzio Eni per l’Alta velocità, general contractor dell’opera – aveva annunciato l’”esplosione” trionfale del cuore operativo per la linea ad alta velocità. A Desenzano, nella zona tra il Lavagnone e Montonale, di fianco alla Cascina Serraglio, proseguono spediti i lavori di realizzazione dell’uscita della maxi-galleria a doppia canna che da Campagna – dove è allestito il cantiere Lonato Ovest, il più grande del Garda bresciano – sfocerà proprio a Desenzano dopo quasi 8 chilometri. Nel sottosuolo, continua a scavare alacremente la TBM (Tunnel Boring Machine) Martina, la fresa da oltre 1.800 tonnellate, lunga 150 metri e con diametro di 10, arrivata a Lonato quasi un anno fa, smontata e trasportata a bordo di 60 camion da trasporto eccezionale. A Desenzano, dopo aver concluso i lavori per la prima canna della galleria, verrà nuovamente smontata e trasferita a Lonato, per scavare anche la seconda. Si lavora anche sulla A4, con un cantiere in piattaforma autostradale per consentire i consolidamenti dell’alto della stessa galleria.
PERFORAZIONI
HDD per l’acqua grossetana Nuova rete idrica per Le Rocchette, nel territorio Castiglione della Pescaia (Gr), con un imponente piano di investimenti per il miglioramento delle infrastrutture, in linea con gli obiettivi n. 6 e 12 dell’Agenda ONU 2030. AdF ha pianificato per la località un’importante bonifica sulla condotta idrica, con la sostituzione di 3,5 km di condotta in pvc – dei quali 2,8 su strada provinciale e 700 metri su strada comunale – con una struttura in pead, più robusta, durevole e resistente. Il primo stralcio della bonifica – per un investimento di 450.000 euro – ha interessato 1.400 metri di condotta su strada provinciale. I lavori, iniziati a metà aprile, si sono conclusi alla metà di giugno con l’allaccio della nuova tubazione, mentre il secondo stralcio che concluderà la bonifica su strada provinciale e quella su strada comunale verrà realizzato a partire da settembre, al termine della stagione turistica. Dal momento che il manto stradale è stato rifatto da poco proprio nella zona oggetto dell’intervento, per i primi 1.300 metri di tubazione bonificata è stata effettuata la posa teleguidata, ossia tramite una perforazione orizzontale, senza scavo.
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Attualità News COMPONENTI
Trasmissioni, il nuovo colosso made in Italy
Comer Industries ha siglato un accordo per acquisire il 100% del capitale sociale di Wpg Holdco, capogruppo di Walterscheid Powertrain Group, attiva nel settore dei componenti e sistemi di azionamento per il settore agricolo, industriale, delle costruzioni e delle attrezzature minerarie, presente in 75 Paesi con un fatturato pari a 396 milioni di euro. Nell’ambito dell’acquisizione, è previsto il pagamento di circa 203 milioni, con un esborso di cassa per 40 milioni e l’ingresso di Wpg Parent, attuale unico azionista di Wpg Holdco controllato dal fondo di private equity One Equity Partners, nel capitale di Comer con una partecipazione del 28%. La famiglia Storchi conferma il proprio impegno di lungo termine mantenendo il controllo del gruppo con una partecipazione di maggioranza del 51,05%. Al completamento dell’operazione nascerà uno dei principali gruppi mondiali della meccanica per il settore Off-Highway, quotato in Borsa Italiana. “Questo progetto rappresenta la forza dell’impresa e dell’industria quando e’ in grado di fare sistema intorno alle proprie eccellenze in una business combination che fa raddoppiare entrambe le realtà – ha commentato Matteo Storchi, amministratore delegato di Comer Industries – L’operazione rispecchia appieno l’approccio unconventional di Comer: pensare in grande, in maniera strategica e coraggiosa, partire dalle proprie basi solide esercitandosi però a guardare il mondo anche da altri punti di vista, meno convenzionali”. L’operazione straordinaria segna il punto di arrivo della strategia improntata dal 2017 dalla seconda generazione della famiglia Storchi. In particolare dallo stesso Matteo Storchi, presidente e amministratore delegato del gruppo, al comando con il cugino Cristian Storchi (vicepresidente) e il fratello Marco Storchi (membro del cda). Una seconda generazione che ha ridefinito la compagine societaria dell’azienda di Reggiolo (con la quotazione di Comer Industries, dal 13 marzo 2019, alla Borsa di Milano, a fronte di un aumento di capitale di 30 milioni di euro). Il progetto di acquisizione da parte di Comer Industries prevede che Walterscheid Powertrain Group prosegua la propria attività in assoluta continuità gestionale, nel pieno rispetto delle capacità manageriali, dei valori e della cultura aziendale che hanno fatto crescere l’azienda nel corso di una storia già centennale. L’operazione ha l’obiettivo di rafforzare entrambe le realtà fondendo le capacità e il know-how preservandone al contempo l’identità, i marchi e le risorse.
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Attualità News FONDAZIONI SPECIALI
Lungarno, capolavoro di consolidamento
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a riaperto, il 14 giugno scorso a Firenze, il Lungarno Diaz, al centro dei complessi interventi di consolidamento dopo il crollo del novembre 2019. Paratie d’acciaio hanno messo in sicurezza la voragine mentre le iniezioni di calcestruzzo hanno corroborato le fondazioni della cavità subacquea in modo da impedire il risucchio di terreno da parte della corrente del fiume. Ora nell’Arno è presente una barriera solida e a prova di cedimento, frutto di lavorazioni
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straordinarie, sondaggi e perforazioni impegnative. Il crollo sul Lungarno Diaz avvenne a novembre ma per i sondaggi in profondità e le perforazioni si è dovuto così attendere il periodo primaverile. “Ora possiamo dire che la situazione è in totale sicurezza, la voragine è stata blindata e la grotta consolidata”, commentano con soddisfazione dall’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Toscana. Con un importo complessivo di circa tre milioni di euro finanziati dalla Protezione civile,
nell’ambito degli interventi di somma urgenza per danni causati dal maltempo, la Regione Toscana ha potuto eseguire tutti gli interventi necessari concordati con il tavolo tecnico che si è aperto immediatamente dopo l’evento e che ha visto coinvolti oltre la Ragione, Comune di Firenze, Soprintendenza, Università di Firenze, Autorità di distretto dell’Appennino settentrionale, Publiacqua e altri enti gestori. Dopo i primi saggi esplorativi, è stato deciso di intervenire immediatamente sulla buca che è stata è allargata, risagomata
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e blindata con le paratie d’acciaio alte 8 metri. Le analisi hanno portato alla scoperta di una vera e propria una grotta sotto il livello dell’acqua responsabile probabilmente di avere creato un effetto risucchio di terreno da parte della corrente del fiume che avrebbe in qualche modo scalzato la fondazione del muro di sponda. Per analizzare questa cavità lunga 10 metri, profonda 6 e larga 3 ci è voluto non solo tempo, ma anche era necessario trovare il periodo adatto per farlo. D’inverno, col maltempo certe indagini non si possono fare. E così gli uomini del Genio civile hanno dovuto aspettare la primavera e il livello di fiume adeguato per compiere le trivellazioni (7 in tutto) per capire il tipo di terreno e le dimensioni della grotta subacquea e intervenire con iniezioni di cemento per consolidarla ; Poi ci sono state le perforazioni (8), i vari scavi esplorativi accompagnati da monitoraggi continui delle strutture e degli edifici del lungarno. Successivamente è stato ripulito e e diso-
struito il Canale Chiesi per una lunghezza complessiva di 100 metri, mediante l’utilizzo di speciali escavatori ad aspirazione e utilizzo di mezzi meccanici speciali. Fra gli interventi più importanti e complessi la realizzazione a 7 metri di profondità dentro l’alveo del fiume di una pista di protezione larga 13 metri e del rilevato di protezione del piede del muro di sponda con sedimenti fluviali (1.200 metri cubi) e scogliera in massi ciclopici da cava per (4.000 metri cubi). E’ stato poi realizzato un diaframma a quasi 2.000 metri di profondità con barre d’acciaio iniettate di calcestruzzo nel tratto tra il Ponte alle Grazie e le scalette, per una lunghezza di circa 80 metri; c’è stata la riprofilatura della sezione emersa del rilevato messo in opera a protezione al piede dei muri a fiume, tra il Ponte alle Grazie e il termine della rampa dei canottieri, con recupero banchina porticciolo in corrispondenza delle scalette e rampa; e la predisposizione di pista di servizio larga in sommità 6 metri per una lunghezza complessiva di 150 metri.
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Attualità News PERFORAZIONI
La piccola lepre di Klemm
Configurazione compatta, peso leggero e nuovo leverismo. Da Klemm Bohrtechnik arriva in scena il modello KR 606-3 di perforatrice universale, creata ad hoc per affrontare posizioni estreme in condizioni cantieristiche particolarmente anguste. Il concetto modulare copre un ampio ventaglio di utilizzi diversificati. Tra i possibili impieghi di quella che è attualmente la più piccola e la più leggera di tutte le perforatrici Klemm, si annoverano: lavori di sottomurazione, lavori di perforazione ed iniezione, micropali, inchiodature e ancoraggi. Grazie al leverismo riconcepito ex novo, il braccio può ruotare attorno all’asse verticale della perforatrice. Si aggiungono la funzione telescopica del braccio regolabile in altezza così come il portaslitta ribaltabile e girevole che permette, tra le altre cose, di predisporre comodamente le posizioni di perforazione di lato, accanto al carro cingolato. La perforatrice è sostenuta da quattro bracci per una migliorata stabilità,
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in aggiunta al carro telescopico asimmetrico. In virtù delle sue dimensioni compatte, la KR 606-3, si presta ottimamente per essere impiegata all’interno di edifici e altre costruzioni. Grazie all’ormai consolidato radiocomando con display, l’utente è sempre nelle condizioni di sistemarsi in posizione sicura, vicino alla perforatrice. In conformità con i requisiti posti dalla norma EN 16228, la sicurezza dell’operatore è garantita dall’elevata sicurezza funzionale del concetto di comando. È disponibile un equipaggiamento protettivo di separazione per le parti che sono in movimento durante il processo lavorativo. Il sistema modulare contempla i seguenti tipi di slitta: 140/3 con avanzamento a ingranaggi e forza di retrazione 30 kN; 120 con avanzamento a cilindro e forza di retrazione 24 kN in lunghezze di telaio graduate. La slitta di tipo 140/3 è disponibile anche in versione componibile. È garantita una flessibilità
ancora maggiore, grazie al nuovo sistema modulare offerto dai PP 45E e PP 55G Power Pack. Proprio come la perforatrice stessa, anche i due Power Pack sono compatti e concepiti per riuscire a passare anche negli spazi più stretti. Fondamentalmente, i Power Pack sono disponibili sia su telaio gommato, per le operazioni di rimorchio, sia su carro semovente con cingoli in gomma oppure senza carro, come unità stazionaria. Il PP 45E Power Pack è alimentato da un motore trifase con una potenza di 45 kW, mentre il PP 55G Power Pack è dotato di motore diesel con una potenza di 55 kW. Il motore diesel è conforme alle norme sulle emissioni di gas di scarico EU stage V ed è disponibile anche in una versione conforme alle norme EU stage IIIB. Il sistema idraulico include, tra le altre cose, una pompa load sensing e blocchi di controllo gestiti da CAN bus con alta precisione di controllo e riproducibilità. Le operazioni di perforazione con leggeri martelli idraulici di perforazione possono essere eseguite senza problemi.
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Attualità News FONDAZIONI SPECIALI
Bauer Cube System, la sostenibilità nel sottosuolo Nell’ambito delle giornate “Bau Erleben”di Schrobenhausen, il costruttore tedesco ha presentato all’inizio di luglio una vera innovazione globale che apre nuove prospettive nel campo della costruzione di diaframmi. Si tratta del Bauer Cube System, innovativo sistema di scavo sviluppato in collaborazione con Denys, specialista belga nella costruzione di tunnel. “Si tratta di un sistema di scavo ad alimentazione elettrica che si basa sulla grande e comprovata esperienza di Bauer, ma dalla concezione completamente nuova - spiega Ruediger Kaub, amministratore delegato di Bauer Maschinen GmbH - Ciò che rende unico questo sistema è il fatto che tutti i componenti sono stati sviluppati con precisione per essere contenuti nelle dimensioni di un container standard. Ciò significa, ad esempio, che può essere utilizzato senza problemi in microtunnel con piccoli diametri di soli 3,8 m”. Il Cube System di Bauer può essere utilizzato esattamente dove devono essere costruite le nuove stazioni di una metropolitana, quindi nel sottosuolo degli edifici già esistenti. L’espansione sotterranea delle città, la creazione di depositi di acqua potabile o il trasferimento di server cloud nel sottosuolo, insieme alla tecnologia di raffreddamento necessaria, sono tutte applicazioni oggi immaginabili. I vantaggi sono evidenti. L’impatto dei cantieri su traffico, imprese e residenti (in particolare) è ridotto al minimo. Questo perché il Cube System, minimamente invasivo, richiede solo un punto di accesso relativamente piccolo a un microtunnel esistente o a un tunnel ausiliario. Il lavoro vero e proprio si svolge sottoterra, essenzialmente in maniera invisibile. Il sistema di azionamento elettrico riduce inoltre in maniera notevole il disturbo ambientale del cantiere di scavo. Anche per quanto riguarda la logistica, le dimensioni compatte del sistema costituiscono un grande vantaggio. Invece di costosi trasporti pesanti, i singoli elementi del sistema Bauer Cube vengono facilmente trasportati sul luogo di installazione come container convenzionali. Di conseguenza, il Bauer Cube System stabilisce anche nuovi standard in termini di sostenibilità. I primi test del prototipo conclusi con successo nelle condizioni più realistiche possibili sono già stati effettuati presso lo stabilimento Bauer di Aresing, vicino alla sede dell’azienda a Schrobenhausen, in Germania. Questa fase di test continuerà per i prossimi 4-6 mesi, il che in linea di principio significa che un’applicazione pratica sarà possibile verso la fine del 2021.
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Cover Story | Marchi Giorgio
Il nuovo modo di essere leader Dal 1974, la vocazione dell’azienda di Gambettola è dedicata agli scalpelli tricono per qualsiasi tipo di perforazione. Oggi la grande scommessa si rinnova con l’accordo esclusivo a livello europeo per la distribuzione delle pompe a fango Laxmi
S
e il territorio dell’Emilia-Romagna - in particolare nell’area forlivese-cesenate - è un pozzo di idee per il settore della perforazione, una delle sue vene più fertili passa senz’altro per Gambettola. In questo paese, nel cuore proprio della provincia di Forlì-Cesena, votata da sempre alla meccanica di trasformazione, nel 1974 la società Marchi Giorgio ha iniziato la propria attività come azienda specializzata nella distribuzione di attrezzature di perforazione. In 47 anni di attività, la competenza e la fiducia di una clientela che nel tempo è diventata sempre più vasta e fidelizzata, ha portato l’azienda romagnola a costitu-
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ire un punto di riferimento per centinaia di specialisti italiani e internazionali. La Marchi Giorgio ha sempre seguito le tecnologie più attuali, restando al passo con i tempi e proponendo al pubblico delle imprese di perforazione attrezzature e componenti che si confacessero alle linee guida nello sviluppo dei progetti specifici di cantiere, cercando di conciliare il punto di forza aziendale - che consiste in uno stock formidabile, ovvero nell’inventario di ben oltre 5.000 scalpelli tricono disponibili in pronta consegna con la competitività commerciale e la massima qualità - con le specifiche tecniche necessarie al committente. La specializzazione dell’azienda nella fornitura di materiale da perforazione si è declinata in modo completo ai comparti dell’Oil-&-Gas, dell’HDD e degli ambiti
Geothermal e Water-Well, specializzandosi sempre di più nella commercializzazione proprio di scalpelli nuovi del tipo tricono. Per questa tipologia di prodotto, Marchi Giorgio è diventato agente e distributore in esclusiva per alcuni dei marchi più conosciuti e prestigiosi a livello
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L’alta qualità che viene dall’India Tra gli incontri commerciali più recenti e proficui di Marchi Giorgio, quello con Laxmi Pumps per la serie LX di pompe a fango è particolarmente importante nel momento attuale dell’azienda romagnola. Sviluppate da un team di ingegneri altamente qualificati che utilizzano tecnologie di progettazione e produzione all’avanguardia, le pompe a fango Laxmi sono a doppio effetto e a pistone (reciprocante), progettate per sopportare l’alta pressione e la più impegnativa applicazione di scarico. Inoltre, le stesse pompe dispongono di numerose caratteristiche costruttive e di progettazione integrate che assicurano un’elevata efficienza. Le pompe a fango di Laxmi sono disponibili in vari modelli e possono essere ordinate all’ingrosso. Principali caratteristiche ne rilevano il doppio effetto duplex e la realizzazione in un pezzo fuso in lega in grado di resistenza (proprio per applicazioni ad alta portata e ad alta pressione). Prerogative che rendono questi componenti Ideali per rilievi sismografici, pozzi d’acqua, pozzi petroliferi, fanghi di perforazione e applicazioni di cemento. Inoltre, le pompe sono dotate di ingranaggi a spina di pesce con dente continuo a schema eccentrico per una facile ed economica sostituzione.
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Una selezione degli scalpelli tricono disponibili a stock nel magazzino Marchi Giorgio di Gambettola (FC)
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internazionale come Epiroc, AtlasCopco, Cenerg e Volgaburmash, RockPecker Ltd (per gli scalpelli PDC) e Khalsa Ltd (per gli scalpelli tri-lama).
Pompe a fango, nuova sfida di mercato Come abbiamo già detto, le origini della Marchi Giorgio risalgono al 1974, quando le attività di perforazione in Emilia-Romagna hanno consolidato una tradizione tecnologica ormai ultracinquantennale. Con il tempo, la Marchi Giorgio si è consolidata sul mercato italiano fino ad espandersi in quello europeo e internazionale, sempre in qualità di distributore esclusivo autorizzato per i marchi già menzionati. L’evoluzione più recente riguarda l’ampliamento dell’offerta di prodotto che oggi include la distribuzione di pompe a fango Duplex nuove. Dal 2019, Marchi Giorgio, in accordo esclusivo con la società partner Laxmi Mud-Pumps, è dealer in Italia e in Europa del marchio Laxmi: - certificato ISO: 9001-2008 - per le
pompe a fango doppio-effetto (con pistoni-stantuffo rotativo-assiali), declinate nei modelli LX-125, LX-150, LX-200 e LX-250. Oggi quindi, oltre all’amplissimo stock costantemente aggiornato dei già citati 5.000 scalpelli tricono, sono disponibili al pubblico, nella sede di Gambettola, diversi modelli di pompe a fango di vario diametro, dalla misura 5 x 4 ½” alla più grande 10 x 7 ½”. Parliamo naturalmente di pompe in “pronta consegna”, già montate completamente in ogni parte, in attesa solo di essere installate sulle macchine da perforazione - Marchi Giorgio fornisce tra l’altro, per ogni pompa, un’apposita cassetta con chiavi e utensili specifici. A differenza della lunga e consueta esperienza nel settore degli scalpelli tricono, la nuova avventura distributiva di Marchi Giorgio ha richiesto un impegno rinnovato nella pianificazione e negli investimenti. Per il cliente, l’acquisto di una pompa a fango comporta una cura che negli anni richiede attenzione e puntualità nella manutenzione, allo scopo di garantirne una vita utile estesa e proficua. A questo proposito,
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Marchi Giorgio ha stretto un importante sodalizio di collaborazione tecnica d’assistenza proprio per le pompe a fango con una ditta specializzata come la CBD di Fornovo Taro (PR). Alla clientela sarà così fornito un supporto di prim’ordine nel ripristinare il profilo camicia e nell’eseguire le rettifiche di camere e pistoni, oltre alla sostituzione dei pistoni stessi, di bielle, valvole e guarnizioni. In questo modo, saranno sempre assicurate le alte prestazioni della pompa a fango, componente fondamentale per il successo di ogni progetto di perforazione. “Riteniamo che il settore delle pompe a fango possa avere grossi margini di crescita vista l’assenza di produttori specializzati in Italia e in Europa - è l’impressione ottimistica ed entusiasta che proviene dal quartier generale di Gambettola - Nel tempo, la Marchi Giorgio, in questo ambito, ha la forte volontà di proporsi, come per gli scalpelli tricono, come un autentico punto di riferimento completo e autorevole sia nella vendita che nell’assistenza tecnica per la gamma delle pompe a fango Duplex di Laxmi”.
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Fondazioni Speciali | Verdelli International Special Foundations
Lasciapassare per il Mondo Dalla lunga tradizione della storica società fondata dal capostipite Silvio, è nata l’attuale società dal respiro globale, guidata dalla figlia Roberta. Nelle sue parole, il sodalizio di successo con Sany per lo sbarco delle gru cingolate in Italia, con il primo modello SCE600A già venduto alla Locapal di Venezia Roberta Verdelli
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e gru sono la parte importante di un’avventura imprenditoriale che a Castelnuovo Rangone (Mo) dura da 60 anni. L’ha avviata con talento coraggioso un veterano del settore come Silvio Verdelli e oggi a portarne il testimone,
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come amministratrice delegata, è la figlia Roberta, che ne ha sviluppato le potenzialità globali con la creazione, circa cinque anni fa, della Verdelli International. Insieme alla tradizione del passato, la società odierna rappresenta un bel pezzo
di storia nel mondo delle gru cingolate, con un lavoro scrupoloso e sapiente dedicato da sempre all’acquisto, alla revisione e alla rivendita sul mercato nazionale ed europeo di gru cingolate, perforatrici, vibroinfissori e macchine per
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fondazioni – affiancato da una divisione per la produzione di attrezzature nuove per la demolizione, i lavori marittimi, il movimento terra e il riciclaggio, e da un reparto noleggi composto da diversi escavatori a fune in perfette condizioni di manutenzione. Oggi la realtà di Verdelli è più che mai avviata nel mercato internazionale, e l’attività di internazionalizzazione ha trovato il suo apice nell’intensa collaborazione avviata con Sany, costruttore cinese a livello globale di macchine per le costruzioni e il sollevamento, di ogni forma e applicazione, soprattutto nei settori dell’heavy lifting e del movimento terra. Nell’incontro che Roberta Verdelli ci ha concesso subito dopo l’assemblaggio della prima gru sbarcata in Italia - una poderosa gru Sany SCE600A acquistata dalla Locapal, azienda specializzata nell’infissione di palancole - abbiamo percorso le tappe più recenti dell’attività virtuosa di Verdelli International e discusso dello sviluppo attuale e futuro del sodalizio commerciale con il grande produttore orientale.
Roberta, la prima domanda che vogliamo farle riguarda lo sviluppo dell’attività di Verdelli International, negli ultimi anni. In che modo sono cambiate le dinamiche di lavoro e le attività principali dell’azienda? La Verdelli International, di cui sono amministratrice, è stata costituita nel 2016 continuando il lavoro del fondatore dell’impresa di famiglia, mio padre Silvio Verdelli, ancora presente in azienda con la sua passione e la sua esperienza. La Verdelli ha alle spalle una lunga storia nell’assistenza meccanica, nella revisione e nella compravendita di gru cingolate a fune usate, alle quali abbiamo affiancato anche il commercio di macchine per la palificazione di piccolo e grande diametro, vibroinfissori, pompe ad alta pressione, dissabbiatori, e attrezzature per diaframmi. Negli ultimi anni abbiamo ampliato i contatti con l’estero, che ha svolto un’importante funzione di evoluzione nella nostra attività, fino a rappresentare una fetta importante del nostro fatturato. Tuttavia, con l’avvento della pandemia, il mercato estero ha incontrato una battuta d’arre-
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gru cingolate usate disponibili per il noleggio e per la vendita. Produciamo poi internamente attrezzature per la demolizione da installare su escavatori, e benne polipo o mordenti a trazione meccanica, idraulica o elettroidraulica, e diversi pezzi di ricambio, sia per le attrezzature di nostra produzione che per le gru. Diversi nostri clienti, inoltre, ci affidano anche la manutenzione dei loro macchinari. Sono sempre meno le aziende di costruzioni che dispongono di grandi officine meccaniche interne, e in un’ottica di riduzione dei costi fissi risulta spesso conveniente affidare il servizio officina all’esterno. Al contrario, per noi l’officina rappresenta un grande valore aggiunto. Abbiamo assunto due nuovi addetti negli ultimi 12 mesi, e a nostra volta ci avvaliamo di diversi collaboratori esterni per lavorazioni particolari, come per la componentistica del motore o per la parte elettrica. Negli ultimi anni è aumentato l’interesse dei clienti Verdelli per nuovi prodotti. Si tratta di un’evoluzione della richiesta che sto, sia a causa della difficoltà di viaggio dei nostri clienti verso l’Italia per vedere e provare le nostre macchine, sia per la riduzione dei lavori pubblici nei mercati dove eravamo più presenti. Fortunatamente, oggi viviamo finalmente una ripresa del settore in Italia, e negli ultimi tempi abbiamo svolto diversi interventi di assistenza, sia direttamente in cantiere, sia nella nostra officina, con servizi di riparazione dedicati anche alle flotte di macchine dei nostri clienti stessi. I nostri clienti appartengono ai settori delle fondazioni speciali, dei lavori marittimi, delle demolizioni, del riciclaggio dei rifiuti, del movimento terra e ad altri comparti di attività industriali. Ognuno di loro ha esigenze particolari, e al nostro interno abbiamo figure specializzate in uno o nell’altro segmento applicativo, anche se poi i nostri tecnici posseggono comunque molte competenze trasversali. Che tipo di richieste per macchine e servizi vi arrivano dalla vostra committenza? C’è stata un’evoluzione della domanda, nel corso degli ultimi anni? Oltre agli interventi di assistenza sulle macchine dei clienti, abbiamo diverse
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Lo staff Verdelli-Sany accoglie l’arrivo della prima gru cingolata in Italia. Silvio Verdelli è il quarto, da sinistra
abbiamo seguito puntualmente, cercando sul mercato internazionale macchine affidabili e moderne, che possano comportare un miglioramento sul fronte delle emissioni e del risparmio in manutenzione e consumi, con i vantaggi economici ulteriori ricavabili dalla possibilità di usufruire dei programmi favorevoli avviati dalla Nuova legge Sabatini, dall’Industria 4.0 e dal credito di imposta per le regioni del Sud. Veniamo al rapporto di partnership commerciale avviato con Sany. Quali elementi vi hanno convinto per l’esordio nell’importazione della gamma di gru cinesi? Abbiamo avuto modo di vedere le macchine Sany al lavoro nel corso di una missione commerciale nel Sudest asiatico. Era il 2017 e da allora l’impressione che ne abbiamo ricavato di macchine affidabili e apprezzate anche dagli operatori, non è cambiata. Quella prima impressione è stata successivamente corroborata da diversi nostri clienti che lavorano attraverso filiali all’estero. Così, nel 2019 abbiamo iniziato a confrontarci direttamente con Sany e con la sua joint-venture in Europa Palfinger Sany International Mobile Cranes GmbH. All’inizio di quest’anno,
abbiamo così stipulato un accordo che ci vede importatori ufficiali delle gru cingolate a fune e telescopiche oltre ad assumere il ruolo di officina per la vendita di ricambi e per l’assistenza esclusiva in tutta Italia. Abbiamo trovato in Sany persone che hanno creduto nelle potenzialità del mercato italiano ed europeo, e ci ha impressionato la loro flessibilità d’offerta su un prodotto comunque già abbastanza appetibile per il mercato nostrano. La forza di queste macchine deriva anche dalla scelta di componentistica di facile reperibilità sul nostro territorio e dall’attenzione nei particolari.. Ad oggi, la prima macchina da 60 ton che abbiamo venduto a Locapal, sta lavorando in cantiere per sessioni di applicazione di palancole con vibroinfissore. A fine anno, arriverà un’altra gru da 260 ton, venduta all’impresa Mosmode di Crotone, grande specialista nei montaggi. Già ad agosto, invece, è in arrivo un’altra SCE600A da 60 ton, che sarà presentata proprio sui palcoscenici espositivi del Geofluid e del GIS di Piacenza, in programma rispettivamente dal 15 al 18 settembre e dal 7 al 9 ottobre di quest’anno. La macchina sarà poi disponibile per il noleggio, e sarà l’occasione per noi di
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farla conoscere e provare a tutti i clienti italiani. Entro la fine di ottobre arriverà anche la gru SCE1000A da 100 ton, che contiamo di presentare invece con un open day presso la nostra sede in presenza del direttore delle vendite Sany per l’Europa. Ricordo poi che oltre alle gru cingolate a fune SCE600A, SCE1000A, SCE1350A (135 ton) e SCE2600A (260 ton), sono già provviste di certificazione CE le gru cingolate con braccio a traliccio SCE600TB (60 ton) e SCE800TB (80 ton), e le autogrù SPC180T (18 ton), SPC250 (25 ton), SPC320 (32 ton), SPC400 (40 ton) e SPC500E (50 ton), queste ultime tutte montate su veicoli Scania. Che altre novità sono previste nel prossimo futuro comune Verdelli International-Sany? La Sany sta lavorando per adattare altre gru al mercato italiano. Sono in corso, ad esempio, le procedure per perfezionare e poi ottenere la certificazione CE su gru dalle dimensioni più contenute, come un modello 45 ton utile per compiti di servizio nei lavori di palificazione. E nuovi modelli verranno presto omologati CE e sbarcheranno puntualmente in Italia.
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Fondazioni Speciali | Cosmo Costruzioni Moderne Special Foundations
Ancorati al mare del tempo Recuperare la memoria ma consolidarla alla roccia con le tecnologie più avanzate. Ci è riuscita un’impresa storica di Genova, nella magnifica ricostruzione di un antico borgo marinaro affacciato sul Golfo del Tigullio
O
ra che le case dal sapore antico sono risorte dalle proprie ceneri, da lassù, sembra di poter guardare all’interno di una conca di paradiso. Un mondo che finalmente riaffiora dalla roccia dopo oltre 70 anni, proprio su quel Golfo Paradiso cantato dai poeti del Tigullio e oltre, dai transfughi di guerre e tormenti esistenziali, doveva affacciarsi placido in tutta la sua moderna solidità.
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Sì, moderna, perché sono passati 77 anni da quando le forze Alleate bombardarono il primigenio insediamento popolare di Sori, al limitare del ponte sull’Aurelia, con il fuoco aereo rifranto dallo specchio d’acqua del golfo. Era il 19 giugno del 1944. Il cuore del Bordigotto - così si chiamava quello splendido quartiere arroccato a levante della parrocchia - fu condannato dalla vicinanza fatale proprio a quel passaggio sospeso della ferrovia, obiettivo strategico degli americani contro le vie di scampo della Wehrmacht. La tragedia immane, le case distrutte, insieme alle vite di chi le abitava. Poi, il silenzio del dolore e, ancora, la vita che continua e la memoria di persone e luoghi mai dimenticati; c’è chi tra loro ha voluto rivedere ancora il Bordigotto risorgere dalle stesse rocce antiche, tra cielo e mare. Questa volontà ereditata ha potuto realizzarsi, nel corso degli ultimi sei anni, grazie alla maestria progettuale e tecnologica dell’impresa Cosmo Costruzioni Moderne che ha portato con sé, per questo progetto, tutto il valore di una metodologia dei consolidamenti all’avanguardia e di assoluta efficacia.
Sette anni in cantiere Il cantiere di lavorazione concepito e portato avanti con tenacia da Cosmo Costruzioni Moderne è apparso, fin dall’inizio dei lavori, un antro di lavorazioni assidue e affollate, compreso tra la spiaggia dei celebri bagni Savoia e il soprastante viadotto sulla statale Aurelia. Il cantiere aprì nel 2014 ma il cuore delle fondazioni speciali è stato realizzato solo tre anni
dopo. “Quest’opera costituirà per sempre un momento esemplare di gran parte della competenza tecnica e delle esperienze che maturato sul campo come impresa ricorda il geometra Claudio Di Molfetta, direttore tecnico di Cosmo Costruzioni Moderne - Abbiamo dovuto gestire fin da subito una logistica di cantiere dagli spazi molto ridotti, adattando una una gru edile Raimondi LR60 - imponente ma dalle dimensioni di ingombro contenute,
Nuove fondamenta di bellezza Il nuovo Bordigotto è nato - o, sarebbe meglio dire, rinato - dalla volontà di diversi proprietari del comune di Sori (Ge) che nel dopoguerra condivisero il sogno di ricostruire le case dove loro stessi o le proprie famiglie d’origine avevano vissuto prima che gli eventi bellici ne causassero la distruzione. Le case che facevano parte del“vecchio” Bordigotto costituivano un gruppo di costruzioni addossate alla scogliera. Una parte delle vecchie case sorgeva originariamente in alto, nei pressi della via Aurelia. Il nuovo progetto tuttavia non intendeva nascondere nuovamente la vista, unica, sul paese e sul campanile che accoglie i viaggiatori che da Recco percorrono la stessa Aurelia verso Genova. Così il progetto è stato pensato spostando i volumi in basso, scavando nella scogliera lo spazio per le nuove costruzioni. Ne risulta un immobile nascosto dalla viabilità stradale locale, ma con un meraviglioso affaccio sul mare del Golfo Paradiso e sulla spiaggia di Sori.
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Cosmo – Solo a questo punto, siamo passati alla fase successiva dello scavo fino alla sua ultimazione, nella primavera del 2018. Le fasi preparatorie dell’area hanno costituito la fase fondamentale della costruzione vera e propria degli edifici, con il monitoraggio di ogni opera 24 ore su 24 attraverso una serie di sensori installati sulle berlinesi e collegate a un satellite. In ogni momento, le strutture sono state sottoposte al controllo più scrupoloso, anche da remoto, tramite dispositivi mobili, dai nostri responsabili di cantiere”.
Una memoria consolidata
in grado di superare gli 80 metri operativi - con un braccio dotato di jib impennabile per eludere le potenziali interferenze con le abitazioni adiacenti al cantiere e la necessità di elevare la colonna oltre i 60 metri, superando rischiosamente il piano carreggiata dell’Aurelia. Il progetto prevedeva un complesso residenziale composto da tre unità abitative e da un edificio adibito a garage, sviluppato su tre piani. Nella fase di analisi geotecnica del banco di roccia su cui è stato edificato il nuovo borgo, abbiamo rilevato la particolarità di una composizione frammentata, con corsi interni di natura argillosa. All’opzione preliminare dei tagli diretti per prelevare e asportare sezioni di roccia in blocchi abbiamo preferito, in modo più opportuno, l’alternativa tecnica della scarificatura e del rippaggio. In pratica, con l’ausilio di un escavatore, abbiamo inciso la roccia inserendo nelle cavità ricavate un gancio per estrarre sezioni di una certa consistenza, fino a una profondità di scavo di circa nove metri. In altre zone del banco, abbiamo scelto di fresare la sezione di roccia, ampliando i limitati profili di scavo per creare un piano di lavoro adeguato”. Per le opere di consolidamento successive, le squadre al lavoro hanno realizzato due berlinesi di micropali, distinte tra loro, per sostenere il fronte di scavo. “Inserendo dei pali nelle berlinesi, abbiamo costituito un sistema di travi orizzontali – spiega Di Molfetta – Su queste travi, quindi, abbiamo montato dei tiranti a più trefoli, dopo un altro studio preliminare
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che escludesse ogni interferenza con i servizi di alimentazione della linea ferroviaria soprastante e delle utenze civiche di acqua ed elettricità. Nelle operazioni di installazione dei tiranti (completati da piastre metalliche preassemblate, tra la parete e la parte terminale dei trefoli, sporgente di circa 60 centimetri), abbiamo realizzato l’iniezione di malte premiscelate ad asciugatura rapida per ridurre sensibilmente i tempi di attesa durante il ciclo di lavorazione”. La tesatura di ogni singolo tirante è stata effettuata con massima sicurezza e precisione irreprensibile, alla presenza di un collaudatore. “In pratica, ogni singolo trefolo è stato portato in trazione seguendo le indicazioni della normativa vigente e registrandone la regolarità delle risultanze in un apposito registro – specifica il direttore tecnico di
L’elevazione dei tre edifici residenziali e dei piani che costituiscono oggi l’unità-parking ha occupato solo la parte finale di questa opera straordinaria. Riattualizzare l’abitato di antica memoria del Bordigotto, rispettandone l’aspetto originario e al contempo le norme e i requisiti di un’edilizia all’avanguardia (edifici in classe A, prerogative antisismiche, impiantistica ad alta tecnologia) ha rappresentato la sfida vinta da Cosmo Costruzioni. Il complesso odierno, ammirato e rivelato nella sua bellezza anche dalle pagine dei quotidiani nazionali, comprende 23 unità abitative - distribuite nei due edifici fronte mare e nell’edificio retrostante, a ovest - oltre a 26 posti auto ricavati su tre piani e serviti da due rampe e da un montauto. “All’inizio l’edificio a parcheggio era previsto in prefabbricazione – ricorda Di Molfetta – In seguito, invece, si è optato per la fabbricazione in opera, allo scopo di conferire una solidità irreprensibile a ogni parte del progetto. Naturalmente i
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getti sono stati realizzati senza l’ausilio di pompe, ma esclusivamente con gru edile e benna da calcestruzzo. L’eccezione è costituita dai solai dei parcheggi, che hanno comportato interruzioni temporanee del traffico sull’Aurelia per l’impiego di una betonpompa autocarrata. Il calcestruzzo prescelto per i getti ha previsto nella ricetta anche fibre sintetiche per migliorarne la resa. Una soluzione molto vantaggiosa per le zone dell’edificio più esposte ad agenti atmosferici come la pioggia (soprattutto le rampe e i solai-piano). Inoltre, anche per le parti interne ai garage, sono stati utilizzati additivi idrofobizzanti nella composizione del calcestruzzo, sempre allo scopo della migliore prestazione strutturale nel corso del tempo. Altri additivi li abbiamo impiegati per evitare fenomeni di evaporazione e di conseguente fessurazione del materiale, durante il lavoro nei mesi estivi, in presenza di temperature elevate”. In collaborazione con la società Edilcontrol - specializzata in testing sui materiali da costruzione - sono stati effettuati prelievi a campione di calcestruzzo per ogni singolo getto e senza alcun preavviso al fornitore. Una verifica ineffabile che ha accompagnato la qualità totale di ogni realizzazione. Nel cantiere di Sori, per anni, gli abitanti hanno assistito al lavoro febbrile e scrupo-
loso delle squadre di operai specializzati nelle fasi di maggiore impegno simultaneo nelle lavorazioni, il numero è arrivato fino ai 16 addetti - Tra escavatori heavy duty, miniescavatori compatti, perforatrici per pali e tiranti, autogrù e, naturalmente, lo svettante, simbolico profilo azzurro della gru a torre Raimondi. Molti si ricorderanno, soprattutto in questo 2021 di rinascita
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per l’edilizia nazionale, di un cantiere che ha rappresentato per ben sette anni una passione autentica, un’avventura dove i protagonisti avranno per sempre l’orgoglio di aver riportato in vita il sogno di un territorio. Un piccolo Olimpo dalle dimore immortali come le vite di coloro che vi abitarono e quelle di chi ne raccoglierà il testimone di bellezza e di ricordi.
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Fondazioni Speciali | Bauer Special Foundations
Rapida e inesorabile
Dal Canton Ticino, una prova di efficienza da segnare nell’albo delle prove più riuscite per la BG 36. Autentico campione di sostenibilità ambientale, efficienza economica e alte prestazioni
L
a qualità delle perforatrici messe a disposizione da Bauer Macchine Italia si fa valere anche oltre confine. In questa occasione ci troviamo in Svizzera, dove all’opera in cantiere primeggia un modello Bauer BG 36 impegnata in operazioni di FDP (Full Displacement Piles). Impressionante, innanzitutto, la velocità di esecuzione del palo: solo 4 minuti per arrivare fino in fondo e altri 15 minuti per il getto del calcestruzzo.
Nel cantiere Axim è una impresa generale di costruzioni con sede a Lugano. L’impresa si occupa di molteplici tipologie di cauterizzazione nell’edilizia e nelle costruzioni generali in un territorio che comprende l’intero Canton Ticino. Il cantiere di Chiasso, a pochi passi dal confine di Stato, ha l’obiettivo di realizzare due palazzine uffici per il settore terziario da sette piani ciascuna, con un piano interrato di circa 5.000 metri quadrati. La superficie in pianta di ogni edificio è di circa 900 metri quadrati. Essendo un’impresa generale Axim si occupa dell’intero progetto e ha affidato in subappalto solo alcune opere specialistiche, come gli impianti e la dotazione di serramenti (le facciate sono tutte a vetro). In particolare Axim segue in modo specialistico la parte inerente le fondazioni speciali. “Sulla base degli studi geologici effettuati e delle esperienze maturate in zona e riferite ad altre costruzioni simili abbiamo scelto di realizzare una palancolata perimetrale – spiega Carlo Albi, tecnico di di-
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Carlo Pepe, operatore di Axim al comando della BG 36 di Bauer Macchine Italia
rezione lavori per Axim – Visto che il terreno non ha nessun tipo di portata affidabile, si è proceduto con circa 500 pali FDP da 500 mm, con profondità variabili dai 16 ai 24 m. I pali sono distribuiti su una superficie di 5.000 metri quadrati”. I lavori inerenti le opere speciali sono iniziati a maggio e verranno conclusi in circa tre mesi, mentre per quanto concerne le fondazioni inizieremo gli scavi a settori durante il mese di luglio. La consegna del progetto finito è prevista per il dicembre del 2022. Il terreno di Chiasso è un classico suolo alluvionale in cui si alternano strati di argilla con sabbie e ghiaie, con la falda già a 2,5 m dal piano di campagna. Axim ha tra l’altro realizzato 11 pozzi a 9 m di profondità per agevolare il pompaggio dell’acqua in fase di scavo. La società cercherà di eseguire ogni scavo con pendenza verso i pozzi in modo che le pompe possano convogliare le acque verso due vasconi provvisti di una serie di settori di decantazione, per l’opportuno trattamento delle acque prima dell’immissione nella fognatura comunale.
Preminenza operativa La macchina regina del cantiere è la BG 36 di Bauer Macchine Italia, noleggiata da Axim. “La scelta della BG 36 è dipesa
da molti fattori – considera Albi – Prima di tutto Bauer Macchine Italia per noi non è una novità. Già in un altro cantiere, affrontato sempre con tecnologia FDP,
Bauer BG 36, l’identikit tecnico Motore - CAT C15 Stage IV/Tier 4 final – 433 kW @ 1.850 rpm Rotary - modello KDK365 S (multimarcia) con coppia massima 365 kNm Sistema di efficientamento energetico - EEP integrato Argano principale - ribaltabile, a singolo strato, da 320 kN di tiro effettivo Argano tiro spinta - 400 kN effettivi Antenna - con sistema Vario per il rinvio delle funi del crowd e configurazione 2+2 m Sottocarro - modello UW110 con sistema di sgancio rapido dei cingoli e attacchi idraulici rapidi per velocizzare lo smontaggio Peso operativo - 115/150 t in base alla configurazione Configurazione palo FDP - con utilizzo di ripresa Kelly da 8 m (profondità massima palo, 29 m; forza di estrazione, 950 kN) Assistente alla perforazione - Single Pass con risalita automatica
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avevamo utilizzato un loro modello un po’ più piccolo, una BG 24, e c’eravamo trovati molto bene. In particolare la scelta della BG 36 è quindi derivata dall’esperienza pregressa e dalle specifiche necessità di questo cantiere a livello di terreno ed esigenze produttive. E la macchina non ci sta deludendo, sta lavorando molto bene, con una buona resa di circa 15 pali al giorno con una squadra di quattro addetti. Tra l’altro la perforatrice si sta muovendo su un terreno che è stato completamente risanato utilizzando il materiale da demolizione degli edifici preesistenti. Il materiale è stato macinato e riportato in cantiere al fine di creare un bauletto variabile dai 60 ai 100 cm di altezza. E questo lavoro preliminare consente alla macchina di muoversi senza alcun cedimento del terreno. Com’è facile constatare osserfvando la macchina al lavoro, a fare il
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palo non ci sono assolutamente difficoltà, bisogna però stare attenti alla gestione delle betoniere che si alimentano a un impianto posto a 5 km di distanza. Oltre la macchina stessa va anche sottolineato che sotto il profilo economico il noleggio, per il mercato del Ticino, è una scelta vincente. Infatti non ci sono così tanti lavori che giustificherebbero l’acquisto di una macchina così importante. Inoltre siamo molto soddisfatti anche per quanto concerne il supporto tecnico sia per le fasi di montaggio, sia per quanto concerne la formazione dell’operatore“. Le convinzioni del direttore dei lavori fanno il paio con quelle di Carlo Pepe, operatore della BG 36 che ha dichiarato di usare la macchina “da circa un mese e mezzo, senza alcun problema. Di sicuro è molto veloce, infatti facciamo un palo da 500 mm di diametro e 24 m di profondità in meno di 20 minuti, che corrispondono a circa 15 betoniere al giorno. Dall’inizio alla fine del palo facciamo tutto con la BG 36 e anche per le gabbie utilizziamo sempre l’argano ausiliario che rappresenta una bella comodità, mentre una gru di servizio sarebbe di maggiore intralcio. Questo di Chiasso è un materiale alluvionale piuttosto morbido, ma in ogni caso la macchina scende come un coltello caldo nel burro, senza alcun problema. E
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Da sinistra, Andrea Ruggero, Sales Area Manager di Bauer Macchine Italia, con Carlo Albi di Axim
questa facilità di lavoro si vede anche nei consumi che sono molto ridotti”. Era stata inizialmente preventivata una produzione media di circa 300 m al giorno; dopo una prima fase di avviamento sono stati raggiunti picchi di circa 480 m al giorno.
Modello di versatilità La BG36 è una perforatrice decisamente versatile sotto il profilo applicativo, che si caratterizza per elevati standard di sicurezza, sostenibilità ambientale, efficienza economica, alte performance,
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estrema facilità di trasporto e velocità di montaggio. Presenta un argano principale a singolo strato finalizzato a una maggiore durata delle funi e volto a conferire più potenza, soprattutto in caso di tecnologie come il sistema a doppia testa o il CFA. Si tratta di un argano da 32 t di tiro, equipaggiato con una fune da 36 mm. L’argano di tiro/spinta ha un tiro di 40 t, mentre la rotary si assesta sui 365 kNm di coppia. La BG36 è inoltre dotata di multi remote control. Il telecomando wireless e con schermo LCD può essere utilizzato per eseguire diverse manovre e funzioni al di fuori della zona di peri-
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colo, quali lo spostamento della perforatrice, il funzionamento di argani, cinematismi e rotary. La Bauer BG36 è equipaggiata con il pacchetto di efficienza energetica EEP (Energy Efficient Power) che permette una riduzione dei consumi di carburante fino al 30% – in questo preciso caso il consumo medio è stato di circa 22 l/h – che si aggiunge a un incremento della produttività dovuto a una maggiore efficienza indotta dall’aumento del diametro delle manichette idrauliche e dalla contemporanea ottimizzazione fluidodinamica. L’EEP permette infatti il recupero dell’energia
idraulica grazie all’introduzione di un motore-pompa che recupera l’energia durante la fase di discesa dell’argano principale per poi ridistribuirla ai circuiti secondari. Il sistema, inoltre, ottimizza i giri motore in base alle effettive necessità dei circuiti idraulici. Il tutto si traduce non solo in maggiore produttività e in una sensibile riduzione dei consumi, verificata sul campo e in molteplici situazioni operative, ma anche in una significativa diminuzione delle emissioni acustiche, a vantaggio di un notevole comfort operativo e di cantiere, molto apprezzato soprattutto in ambito urbano.
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Fondazioni Speciali | Comacchio Special Foundations
Protagonisti sul Bacino Quello di carenaggio, a Marina di Carrara, è il primo che si realizza in Italia dopo 50 anni. Con una tecnica di fondazione eccezionale, quella delle barre autoperforanti, attuata con successo da R.C.M. Costruzioni con l’ausilio della magnifica coppia di MC 22
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n’estate fortunata, quella dei grandi cantieri italiani. Un’estate di ritorni e di conferme, soprattutto, dopo troppi anni di incertezze, rinunci e rinvii per le infrastrutture più importanti. Quella di cui parliamo in queste pagine è la storia di una vera e propria resurrezione per la cantieristica nazionale. Dopo oltre 50 anni in Italia si torna a costruire un bacino di carenaggio per grandi yacht di lusso, negli stessi spazi importanti dello stabilimento di un protagonista del settore come The Italian Sea Group, a Marina di Carrara. Si tratta
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Il progetto in sintesi Nuovo bacino di carenaggio The Italian Sea Group, Marina di Carrara Impresa costruttrice, R.C.M. Costruzioni, Sarno (Sa) Superficie, 145 x 60 m Capacità, 1.100 imbarcazioni Progettazione BIM, SJS Engineering (società operativa di DBA Pro)
di un’opera unica nel suo genere per dimensioni e modalità costruttive, progettata interamente in BIM per la massima qualità realizzata da conferire al potenziamento e alla razionalizzazione delle attività cantieristiche. In questo bacino, una
volta completata la realizzazione delle opere, troveranno fulcro la costruzione e l’allestimento di imbarcazioni da diporto di una lunghezza fino ai 100 m. La costruzione, specialistica per natura e di notevole complessità, è stata affidata
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a uno dei gruppi italiani più importanti nell’attuale panorama delle grandi infrastrutture, l’R.C.M. di Sarno, in provincia di Salerno, che ci ha mostrato - con la cortese disponibilità dello stesso committente The Italian Sea Group - alcune fasi salienti dei lavori di fondazione nella loro fase intermedia e cruciale al tempo stesso. Sul fronte del cantiere vediamo all’opera una coppia di perforatrici Comacchio MC 22, deputate all’infissione in continuo di barre autoperforanti, con l’ausilio di un martello idraulico e di un manipolatore per il carico delle stesse barre - di tipologia Sirive S90 sull’attrezzatura montata davanti al mast.
Barre autoperforanti, la scelta decisiva La realizzazione del nuovo bacino di carenaggio è caratterizzata da una serie di problematiche tecniche, analizzate e risolte per poter fornire una soluzione costruttiva efficace, con le più solide garanzie in termini di velocità di esecuzione, fattibilità dell’intervento, durabilità delle strutture e facilità di manutenzione. Il tema principale da affrontare era quello del corretto dimensionamento del tappo di fondo, che deve resistere a sottopressioni considerevoli nel momento in cui il bacino stesso viene messo all’asciutto, sia in fase di costruzione che in fase di esercizio. La soluzione adottata per la tenuta del tappo di fondo, nel caso specifico, è stata quella di costruire un solettone in calcestruzzo armato dell’altezza di 2 m. “La metodologia che noi di R.C.M. abbiamo adottato, dopo un attento esame di fattibilità, è stata quella dell’insediamento di barre autoperforanti - ci spiega Raffaele Milone, responsabile delle opere di fondazione del bacino - Il solettone, dello spessore di 1,3 m, fornisce senz’altro un contributo di spinta attiva al principio di sfondamento che si innesca nel momento in cui andremo ad aggottare 10 m di battente d’acqua. Si tratta di un contributo in termini di peso ma il supporto più importante è quello conferito dai tiranti (realizzati in maglia regolare di 3,25 x 3,35 m) che in esercizio lavorano a circa 83 t. Questa scelta tecnologica nella costruzione del
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MC 22, l’orizzonte (ampio) di una perforatrice La MC 22 è la perforatrice simbolo della gamma Comacchio. Concepita nel 1997, la MC 22 è stata la prima perforatrice dotata dell’innovativo sistema di articolazione del mast Comacchio. La varietà di movimenti e inclinazioni raggiungibili grazie a questo sistema consente l’utilizzo della MC 22 per le più svariate opere di ingegneria civile (micropali, ancoraggi, jet grouting e consolidamenti in genere) anche in condizioni di spazio ridotte. Fornibile con una vasta scelta di teste di rotazione, martelli idraulici, sistemi doppia testa, pompe acqua e fanghi, caricatori aste, la MC 22 è in grado di operare ogni tipo di perforazione a rotazione o roto-percussione e può essere equipaggiata con comandi idraulici proporzionali servo assistiti o con radiocomando per le funzioni di traslazione, perforazione, posizionamento della macchina e caricatore aste. Come tutte le macchine Comacchio, la MC 22 può essere personalizzata in base alle specifiche esigenze.
bacino, si è rivelata una valida alternativa alla realizzazione di un tappo di fondo con jet-grouting, guadagnando i termini di costi e di tempistiche (abbiamo realizzato 766 tiranti in poco più di tre settimane)”. Quindi, dopo la platea di tiranti, una volta realizzato il primo getto e svuotato successivamente il bacino, si procederà al secondo getto con una quota residua di 1 m d’acqua circa. In seguito, a svuotamento completa-
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to del bacino, si costruiranno le pareti e si getterà la platea subacquea, per un volume complessivo di 11.000 metri cubi. “Saranno effettuati una serie di monitoraggi sui tiranti e sulla paratia, non appena si sarà arrivati a due metri dal fondale - aggiunge Raffele Milone - Quindi, in circa due mesi, verranno completati tutti i muri perimetrali con il sistema Rascor Vasca Bianca (una metodologia di impermeabilizzazione del
calcestruzzo che preserva l’opera da infiltrazioni d’acqua, ndr.) e tra l’inizio e la fine dell’autunno realizzeremo le opere complementari (sistemazioni e riallacci con le banchine). Questo è un cantiere dove si lavora in continuo per 22 ore al giorno, sette giorni su sette, con una pausa prevista solo tra il 14 e il 15 agosto”.
Controllo e massima efficienza di perforazione La produzione garantita dalla coppia di perforatrici MC 22 è di ben 40 tiranti al giorno, con turni di lavorazione che vanno dalle 7 del mattino alle 5 del giorno successivo. Con le due perforatrici Comacchio, a supporto delle operazioni, sono stati adottati due manipolatori (sempre di fabbricazione Comacchio) per la movimentazione e l’installazione sul mast delle barre autoperforanti Sirive, con la possibilità di utilizzare elementi più lunghi e per tempi di perforazione ridotti. “Se non avessimo avuto il manipolatore Comacchio in cantiere, avremmo dovuto inserire le barre stesse a mano - rimarca Domenico Falzarano, capocantiere per le opere di fondazione - Il manipolatore in-
vece si è dimostrato l’asso operativo nella manica, perché sul numero di tiranti complessivo, la quantità di manicotti necessaria è stata molto più bassa, consentendo l’impiego di barre più lunghe, fino a 6 m. Sulle perforatrici, per la precisione estrema richiesta dalle operazioni, abbiamo montato dei gps, per rilevare la posizione esatta del tirante, oltre ad altre strumentazioni per una registrazione dati complessiva delle macchine”. Gualtiero Tazzioli, capocantiere e topografo, vero nume tutelare delle strumentazioni nella squadra R.C.M., precisa che “sulle MC 22 sono installate strumentazioni di controllo tridimensionale per il posizionamento piano altimetrico della perforazione, mentre alle fasi operative in cantiere è dedicata una stazione totale per tracciamenti e rilievi di precisione e un gps”. In cantiere, per le operazioni di fondazione, sono impegnate 12 unità operative più un capo cantiere, altri due addetti per l’assistenza e due impiantisti. Nel letto del bacino sono state insediate gabbie prefabbricate e la principale complessità in opera della fase attuale di cantiere “è rappresentata proprio dall’armatura - come ci indica l’ingegner Leo Fortunato, direttore tecnico del cantiere di Carrara - La struttura è stata prefabbricata fuori opera per un totale di 1.500.000 chilogrammi di ferro, in gabbie di 50 x 7 x 1,3 m, sollevate e varate sul fondale per 24 pose e allacciate sul fondo da una squadra di quattro sommozzatori”. L’importanza dell’opera si percepisce profondamente in questo cantiere navale
R.C.M., dinamismo nei cantieri italiani La R.C.M. Costruzioni di Sarno (Sa) è uno dei gruppi emergenti nel panorama nazionale delle imprese di costruzioni, una realtà giovane e dinamica che garantisce iscrizioni in molteplici categorie generali e specialistiche e che opera nel settore tradizionale delle opere pubbliche e private e in quello innovativo delle partecipazioni strategiche. Il suo management, coadiuvato da un numeroso staff tecnico amministrativo, sviluppa il processo costruttivo in cantiere e applica le più moderne tecnologie, finalizzate all’ottimizzazione della realizzazione dell’opera. Inoltre, si inserisce direttamente nell’organizzazione tecnica dei lavori commissionati, sviluppando anche la progettazione integrata, con vantaggi in termini di costi, risorse ed efficienza produttiva. Attualmente la disponibilità di un vasto e completo parco mezzi e di attrezzature tecnologicamente all’avanguardia – ammodernati e potenziati attraverso specifici programmi di investimento a breve e medio termine – permettono alla R.C.M. Costruzioni di operare con un approccio globale che prevede l’ideazione, la pianificazione, la progettazione, la realizzazione e, infine, la gestione e il controllo, innescando importanti sinergie tra le diverse divisioni del gruppo. La società – che opera in assoluto regime di qualità UNI EN ISO 9001:2008 – ha il suo core business nelle grandi opere e nella realizzazione di importanti strutture produttive in c.a. e c.a.p. e può vantare primarie committenze tra commissariati di Governo, Regioni, Province, Comuni, Asl, aziende ospedaliere e aeroporti. Oltre gli interventi, in regime di appalti pubblici di esecuzione, appalti integrati e appalti privati, da tempo l’impresa ha avviato, attraverso imprese controllate, importanti iniziative private mediante la realizzazione di piani urbanistici attuativi (PUA).
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La squadra RCM in cantiere a Marina di Carrara. Da sinistra: il geometra Alvaro Fortunato, il geometra Raffaele Milone, l’ingegner Roberto Pedri, l’ingegner Leoncio Fortunato e il geometra Walter Tazzioli.
storico di Marina di Carrara. Il progetto costituisce la prova tangibile del The Italian Sea Group nel panorama mondiale della cantieristica navale di lusso ed è una testimonianza straordinaria della grande vitalità del settore. La peculiarità di questo bacino di carenaggio è quella di un insediamento direttamente a mare. La quota di estradosso del solettone di fondo del bacino posta a -7,5 m dal livello medio mare, hanno portato alla scelta progettuale principe del bacino ancorato con tiranti al terreno di fondazione per contrastare, come dicevamo, le imponenti sottospinte che si genereranno in fase di svuotamento del bacino. Alla cultura italiana delle fondazioni speciali è stato conferito l’onore (e l’onere tecnico) di portare a termine l’impresa e il sodalizio operativo tra R.C.M. Costruzioni e Comacchio ha tutti i sintomi di un successo che arriderà presto al mare di Toscana e a tutta la nostra economia navale.
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G LO B A L D R I L L I N G E X P E R T I S E
CASINGS STANDARD & SUPERIOR
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Fondazioni Speciali | Federbeton Special Foundations
Ponti e viadotti, sulle spalle della solidità
Il ministro Enrico Giovannini
Nominata con decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili la commissione tecnica sulla verifica della sicurezza di ponti e viadotti. Da subito, una lente di ingrandimento sulle opere sospese in tutto il Paese
L
a notizia è di quelle che confortano sulla tempestività delle decisioni annunciate fin dal suo insediamento dal governo Draghi. Dopo i commissariamenti necessari per sbloccare le grandi opere da anni in attesa di ripartire, dalla fine di luglio il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile ha segnato un altro punto a favore della reattività di intervento. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Decreto 19 luglio 2021, n. 288 che stabilisce la “Nomina della
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Commissione per la definizione dei criteri relativi alle verifiche tecniche e degli interventi manutentivi idonei da effettuare sulle strutture dei Ponti in Calcestruzzo armato precompresso e ordinario”. Si tratta di un momento decisivo per inaugurare una nuova stagione virtuosa sul fronte della sicurezza delle infrastrutture in Italia, dopo la tragedia incancellabile e vergognosa del Ponte Morandi. Il decreto è stato predisposto proprio per migliorare la sicurezza delle nostre strade e delle autostrade che da nord a sud attendono da anni un programma generalizzato di manutenzioni
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Massimo Sessa
e controlli. Il decreto del Mims stabilisce l’avvio di un attento monitoraggio dedicato a ponti e viadotti, in molti casi con oltre cinquant’anni di servizio alle spalle. La commissione presieduta dal ministro Enrico Giovannini è certamente di alto profilo tecnico e ad essa spetta il compito arduo e impegnativo di definire i criteri per le verifiche e gli interventi di manutenzione da effettuare sulle infrastrutture sospese. L’istituzione della Commissione nasce dalla considerazione che molte opere strutturali sul territorio italiano sono state realizzate parecchi anni fa, prima della normativa attualmente in vigore in materia di progettazione e esecuzione di opere, e che quindi è opportuno procedere a un attento esame del loro stato di conservazione e dei possibili interventi di manutenzione. “In Italia un numero significativo di ponti, viadotti e altre opere stradali è datato e la realizzazione delle strutture risale mediamente a mezzo secolo fa - ha ribadito il ministro Giovannini illustrando gli obiettivi della Commissione - Oggi è necessario procedere a un aggiornamento dei criteri e delle modalità per eseguire controlli e manutenzione delle infrastrutture sospese in calcestruzzo armato precompresso e ordinario. Migliorare la sicurezza delle opere stradali anche in considerazione delle nuove tecniche di costruzione e di monitoraggio è una priorità del Mims, anche a fronte degli eventi atmosferici di grande portata che si stanno verificando sul pianeta e che sono il chiaro segnale di cambiamenti climatici in atto”.
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La Commissione, presieduta dall’ingegner Massimo Sessa - presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici - e composta da professionalità tecniche di comprovata esperienza del settore delle costruzioni, è incarica di procedere a un’ampia attività di valutazione tecnico-ingegneristica sulle modalità di esecuzione delle indagini che possono essere effettuate per valutare lo stato di conservazione di ponti e viadotti realizzati nel secolo scorso in cemento armato, sulle possibili modalità per interventi di manutenzione, sulle opportunità fornite dalla evoluzione dei materiali e delle tecniche di monitoraggio delle opere strutturali. La stessa Commissione dovrà elaborare i criteri per predisporre un piano straordinario volto a migliorare la resilienza delle infrastrutture viarie. Il piano servirà alla individuazione di moderne tecniche per il consolidamento delle opere d’arte esistenti o per la ricostruzione di infrastrutture viarie da realizzarsi con tecniche che tengano conto dei possibili eventi ambientali, idrogeologici, sismici e climatici. Entro tre mesi dal suo insediamento la Commissione fornirà al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili una relazione sulle attività eseguite e le relative conclusioni.
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Federbeton, “Bene, è indispensabile il controllo delle opere” Anche Federbeton dedica il proprio messaggio di plauso e approvazione all’istituzione della cosiddetta “commissione ponti”. L’associazione che in Confindustria rappresenta la filiera italiana del cemento e del calcestruzzo, accoglie con favore la notizia della nuova struttura di controllo istituita dal ministro Enrico Giovannini, incaricata di definire i criteri per le verifiche e gli interventi di manutenzione da effettuare sulle strutture dei ponti in calcestruzzo armato precompresso e ordinario. “Cemento e calcestruzzo hanno garantito e continuano a garantire al nostro Paese di poter sviluppare il proprio patrimonio infrastrutturale a partire da materiali solidi, affidabili e durevoli nel tempo - afferma in una nota l’associazione rappresentativa del settore - Ne è dimostrazione la straordinaria capacità dimostrata dalle infrastrutture realizzate negli anni Cinquanta nell’accompagnamento dello sviluppo nazionale sotto il profilo economico, produttivo e sociale. Al servizio prestato al Paese da questa rete di opere così longeve purtroppo non è corrisposto, nel tempo, un impegno nella manutenzione delle opere stesse”. Tuttavia, l’assenza di manutenzione non può trasformarsi in un’accusa a un intero comparto industriale. “Ancora oggi, il calcestruzzo continua ad essere la soluzione più adatta per la realizzazione di grandi opere - sottolinea ancora Federbeton - Parliamo di un materiale unico, che offre garanzie sempre maggiori di durabilità, resistenza e Roberto Callieri, adattabilità. La sua continua innovazione ha reso presidente disponibili una varietà di calcestruzzi ultraperformanti di Federbeton e adatti alle nuove esigenze costruttive. Ma l’innovazione comunque non può sostituire la necessità fondamentale di manutenere e avere cura delle opere nel corso del tempo”. Federbeton dà quindi la massima approvazione all’approccio della Commissione appena istituita per impostare nuove e più stringenti modalità di esame dello stato di conservazione delle infrastrutture e per definire i possibili interventi di manutenzione. “Alcuni laboratori di ricerca hanno sviluppato calcestruzzi capaci di ricostituire, proteggere, sigillare, consolidare le strutture compromesse - ricorda ancora Federbeton - Per i ponti e i piloni, in particolare, sono disponibili calcestruzzi particolarmente fluidi, che, avvolgendo gli elementi strutturali degradati, creano una nuova pelle dello spessore di pochi centimetri ma con grandi performance. Questo tipo di intervento è in grado di estendere la vita utile delle opere fino a 100 anni ulteriori, moltiplicando la resistenza a fronte di investimenti ridotti”.
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Perforazioni | Casagrande Drilling
B175XP-2, evoluzione multifunzionale Quando si cerca la polivalenza, la scelta della macchina ideale non è mai facile. Eppure, il modello del costruttore emiliano si avvicina alla perfezione polivalente per applicazioni diversificate che vanno dai pali trivellati al CFA, fino al soli mixino e alle stone columns
U
na macchina che si presenta come il campione perfetto per tutte le stagioni. O, meglio, per ogni variabile operativa. La Casagrande B175XP-2 è a tutti gli effetti una perforatrice idraulica multifunzione progettata per l’esecuzione di un’ampia gamma di opere nel campo della geotecnica. È ideale per realizzare pali trivellati con l’infissione di tubi di rivestimento, utilizzo di morsa giracolonna, pali con il metodo CFA elica continua, pali a compattazione del terreno displacement piles o trattamento dei suoli mediante miscelazione in sito soil mixing o realizzazione di colonne di ghiaia stone columns; può anche essere convertita in attrezzatura per la realizzazione di diaframmi, micropali e jet-grouting.
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B175
ATTREZZATURA IDRAULICA PER PALI
PERFORMANCE PRESTAZIONI BORED PILES
PALI
Max. depth
Profondità max.
57 m
Max. diameter under mast
Diametro max. sottomast
3000 mm
Max. diameter - Labirinth / Screw joint - Crowd ram
Diametro max. - Giunto labirinto / Vite - Martinetto pull down
1500/1300 mm
Max. diameter - Labirinth / Screw joint - Crowd winch
Diametro max. - Giunto labirinto / Vite - Argano pull down
1200/880 mm
Max. diameter with casing oscillator
Diametro max. con morsa giracolonna
1300 mm
C.F.A. PILES
PALI C.F.A.
Max. depth
Profondità max.
26 m
Max. diameter
Diametro max.
900 mm
DISPLACEMENT PILES
DISPLACEMENT PILES
Max. depth
Profondità max.
19,5 m
Max. diameter
Diametro max.
420 mm
SOIL MIXING
SOIL MIXING
Max. depth
Profondità max.
23 m
Max. diameter
Diametro max.
1000 mm
La massa complessiva di circa 45 t e la larghezza in sagoma di 2.500 mm permettono trasporti economici con un unico mezzo. La robustezza strutturale, i 165 kN di forza di estrazione dell’argano principale, 175 kNm di coppia massima della testa
rotary, 290 kN di forza di estrazione e spinta del sistema pull-down permettono di operare nei siti più difficili ed eseguire operazioni di infilaggio del tubo di rivestimento. La potenza necessaria è generata da un potente motore diesel da 209 kW
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ad elevata efficienza e minime emissioni di inquinanti in conformità agli stringenti regolamenti europei Stage V e ai ridotti consumi di carburante. Il sistema di controllo Smart Power Management (SPM) permette una gestione
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intelligente della potenza del motore, aumentando le prestazioni e la produttività delle macchine. Il sistema SPM monitora i flussi di potenza istantanei e destina in tempo reale la piena potenza disponibile alle funzioni di lavoro, in modo che la funzione di lavoro abbia sempre a disposizione la massima potenza possibile. L’impianto idraulico di potenza adotta la tecnologia Full Load Sensing (FLS) che, tramite retroazione tra pompe e distributori, porta in pressione solo la quantità di olio richiesta istantaneamente dagli utilizzi. Ciò permette di gestire la richiesta di potenza e di ridurre le dissipazioni, ottenendo notevole risparmio di carburante. La nuova cabina, con ampia apertura scorrevole su doppie guide rinforzate, offre all’operatore massimi comfort in termini di ergonomia e sicurezza. Da qui, l’operatore ha completa visibilità della zona di lavoro in virtù delle ampie superfici vetrate. Vetri temprati e struttura di protezione FOPS aumentano la sicurezza
Diagnostica e controllo totale Il sistema di comando e controllo dei modelli XP-2 consente il monitoraggio di tutte le funzioni di lavoro, la diagnostica dei sistemi di lavoro e il costante monitoraggio dello stato dei sensori e dei componenti. Inoltre, è possibile personalizzazione dei parametri di lavoro e la conversione automatica dei settaggi nel cambio di configurazione macchina senza interventi manuali. Per ottimizzare i processi, l’operatore può essere supportato da funzionalità come ad esempio l’Autofeed, ovvero sistema di avanzamento automatico delle operazioni di perforazione in CFA, Soil Mixing o Displacement, o il Descend Control, ovvero sistema di controllo discesa per regolare automaticamente la massima forza di spinta sull’utensile in base ai terreni da lavorare e alla tipologia di utensili impiegati.
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della postazione contro la proiezione o la caduta di oggetti durante le operazioni di lavoro. Un monitor touch-screen da 12″ per visualizzazione e settaggio dei parametri di lavoro offre all’operatore il pieno controllo della macchina. Sono disponibili telecamere di sorveglianza e monitor in cabina per controllo visivo degli argani e di tutta l’area intorno alla macchina. Nella progettazione sono stati scelti materiali fonoassorbenti di ultima generazione per ridurre l’emissione acustica. Inoltre, scambiatori di calore intelligenti modulano la velocità delle ventole in funzione della quantità di calore da dissipare riducendo il livello di rumorosità dell’impianto di raffreddamento e il consumo di carburante. La livrea della B175 offre la massima accessibilità e sicurezza nelle fasi di manutenzione grazie alle fiancate ad apertura elettro-idraulica che offrono una apertura completa di vano motore e argani per la massima accessibilità. Sono disponibili pedane laterali e parapetti per garantire la sicurezza durante le operazioni di manutenzione ed ispezione. L’evoluzione XP-2 nelle macchine Casagrande, oltre all’incremento di prestazioni, ha sviluppato e introdotto novità importanti per aiutare l’operatore nelle operazioni e la gestione della macchina da remoto. La B175XP-2 può essere dotata dei sistemi CFM e CDR sviluppati interamente dalla Casagrande specificamente per le proprie macchine. Il CFM (Casagrande FleetMaster) è la nuova piattaforma online che permette il controllo in remoto da qualsiasi dispositivo, PC, Tablet o Smartphone. Con un semplice accesso alla pagina web dedicata, è possibile monitorare l’attività, la posizione della macchina, gli allarmi attivi e lo storico, tutti i dati significativi registrati oltre a manuali di uso e manutenzione e schemi idraulici ed elettrici. Il CDR (Casagrande Data Recording) è il sistema di registrazione e monitoraggio dei lavori eseguiti con la macchina. Sul monitor in cabina sono visualizzati i parametri della perforazione in corso, lo storico e i dati caratteristici in base alla tecnologia impiegata. È possibile scaricare i dati per post-processing o realizzare report dedicati al cantiere. Grazie a queste caratteristiche la perforatrice idraulica Casagrande B175XP-2 è stata prodotta in centinaia di unità che operano con successo nei più importanti cantieri nel mondo.
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Perforazioni | Sandvik Italia Drilling
La volpe delle gallerie Dalle vene di una cava sotterranea di carbonato di calcio, si rivela uno dei protagonisti assoluti della perforazione estrattiva in tunneling. Il modello Commando DC300Ri, in tutta la sua efficienza compatta, richiama un racconto tecnico-operativo di grande impressione
L’
Italia delle cave è un campo di confronto privilegiato per le tecnologie più produttive dedicate all’estrazione di materiali di origine rocciosa. La necessità di un’azienda dalla lunga storia operativa come Micromarmo Granulati, insediata da oltre 40 anni nelle due cave proprietarie sui Monti Lessini, al limitare del territorio di Lugo di Grezzana, è quella di poter lavorare in un contesto sotterraneo, durante le fasi complesse di coltivazione del carbonato di calcio, con l’ausilio di una macchina sicura e della massima efficienza. In virtù del rapporto di fiducia con lo staff tecnico-commerciale di Sandvik Italia, l’impresa veronese ha trovato una delle soluzioni più efficaci per le operazioni di perforazione in galleria nel modello Commando DC300Ri, una macchina all’avanguardia che contempla l’equipaggiamento di un martello per rotopercussione, una modalità di controllo completamente telecomandata e la possibilità di operare per una vasta gamma di diametri. “Di concerto con l’esperienza quotidiana di Claudio Conti, responsabile di una delle cave Micromarmo Granulati dove è all’opera il nuovo Commando DC300Ri, abbiamo potuto seguire passo passo l’evoluzione prestazionale di questo modello già adottato dall’impresa in precedenti versioni - ci spiega Andrea Iacolucci, Sales Manager Drilling Equipment and Rock tools per l’area Italia, Balcani e Mediterraneo - Il Commando DC300Ri ha confermato sul campo, già dai primi mesi della sua riproposizione
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sul mercato da parte di Sandvik (nel giugno del 2019, ndr.), un’estrema versatilità per il più ampio spettro di perforazioni; una versatilità che si estende dai cantieri stradali alle cave a cielo aperto, dalle coltivazioni di materiali lapidei fino alle applicazioni underground come nel caso delle lavorazioni richieste da Micromarmo Granulati”. La conferma di soddisfazione arriva direttamente da Claudio Conti, che spe-
cifica l’impiego del Commando DC300Ri nelle sessioni più impegnative della coltivazione. “Per noi si tratta del terzo modello di cui ci siamo dotati negli ultimi anni, per questa tipologia di macchine Sandvik - conferma il responsabile della cava di Grezzana - La prima la acquistammo addirittura nel 2000 e allora ci sembrò quasi un azzardo, proprio per le casistiche d’uso che non riportavano lavorazioni come
le nostre. Invece il Commando si rivelò da subito la macchina ideale per le nostre esigenze. Le ragioni principali? La struttura compatta del mezzo e l’integrazione completa di ogni attrezzatura necessaria alle più diverse tipologie di perforazione (a partire dalla presenza del compressore). Generalmente nelle cave in galleria, per le macchine stesse sussiste la problematica importante delle emissioni all’interno del
Eccellenza tra i monti della Lessinia La realtà industriale di Micromarmi Granulati è nata alla fine degli anni Settanta, tra le montagne della Lessinia, nel cuore delle Prealpi Vicentine che lambisce la provincia di Verona. Dalla sede di Lugo di Grezzana (Vr) si svolge un’attività che trova il proprio fulcro nelle due cave di coltivazione del carbonato di calcio (ambito in cui l’azienda è produttrice primaria sul territorio), con la trasformazione della materia - insieme a granulati e polveri di marmo - realizzata negli innovativi impianti di macinazione, per una produzione mensile di oltre 24.000 tonnellate. L’ampia gamma delle granulometrie offerte è inoltre in grado di soddisfare ogni richiesta per una clientela che negli anni ha diversificato e innalzato il livello delle proprie esigenze applicative. Riguardo al carbonato di calcio, il prodotto bianco estratto è destinato principalmente al settore delle plastiche, ai colorifici e all’edilizia. Dalla seconda cava (a cielo aperto), l’impresa veronese ricava invece un prodotto chimicamente comparabile ma più appropriato per una destinazione precipua al settore zootecnico.
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tunnel. Dal momento che in questo sito di coltivazione abbiamo una superficie di cava molto ampia, per noi è importante, oltre alla compattezza del mezzo di perforazione, anche la rapidità di spostamento da una zona estrattiva all’altra e il fatto di non aver riscontrato, durante l’utilizzo del Commando DC300Ri, alcuna variazione o innalzamento della soglia di emissione sulla base delle misurazioni realizzate dalle centraline di rilevamento del CO2. In pratica, un vantaggio notevolissimo per preservare un ambiente di lavoro sicuro per tutti gli operatori”. Vediamole insieme allora, seguendo una sintesi tecnica opportuna, queste caratteristiche prioritarie del modello DC300Ri. Prima è stata sottolineata l’estrema mobilità della nuova perforatrice. Questo valore è conferito alla macchina dalla dotazione di quattro motori di traslazione, per una potenza massima di trazione fino 43 kN complessivi e con una modalità di oscillazione di ± 10° del carro che contribuisce a una notevole manovrabilità su ogni tipo di terreno. L’opzione di traslazione veloce per
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le applicazioni in galleria consente alla perforatrice di operare sempre in sinergia con altre macchine impiegate nelle lavorazioni in tunneling, considerando la disponibilità di ulteriori opzioni essenziali che includono il depuratore per gas di scarico, lo spurgo ad acqua e l’adozione di potenti luci a led. “Utilizziamo il Commando DC300Ri per realizzare una perforazione in galleria che favorisca l’avanzamento in orizzontale del fronte di cava - specifica ancora Claudio Conti - In più, impieghiamo la macchina anche nella chiodatura, proprio per la presenza di un roll-over che consente di compiere qualsiasi tipo di movimento, in qualsiasi posizione e gradazione - dal momento che in galleria i tetti non sono mai orizzontali e quindi occorre che un mezzo possa compiere ogni tipologia di foro con qualsiasi inclinazione in perpendicolare al tetto o alla colonna, quando sia necessario realizzare un foro orizzontale come chiodo. In questa cava, estraiamo carbonato di calcio da una roccia molto calcarea e friabile. Si tratta di un materiale poco abrasivo
e quindi la macchina non è sottoposta a forti stress. Quindi, considerando il nuovo braccio rinforzato del Commando, a fronte di un’ottima stabilità del mezzo, prevedo che il nostro Commando DC300Ri potrà assicurarci una vita utile di almeno 25 anni”. In effetti, per la pratica di dimensioni-foro contenute, il Commando DC300Ri è una macchina dall’adattamento perfetto alle applicazioni in galleria e il roll-over idraulico opzionale menzionato da Conti che consente al mast di ruotare di 360 gradi - è un’utile implementazione sia nelle operazioni di bullonatura, sia, nell’ambito cantieristico, per le iniezioni cementizie. L’opzione dell’aggiunta di un’asta all’attrezzatura offre inoltre flessibilità e sicurezza ulteriore all’operatore. Guardando alla struttura del braccio di perforazione - con angoli di rotazione, capacità di sbraccio incrementati e la dotazione dell’affidabile perforatrice da roccia HL300 abbinata all’avanzato sistema di controllo iTorque se ne evince la prerogativa di poter lavorare entro un’area di intervento del 20% più ampia rispetto a quella coperta dai modelli Sandvik Commando precedenti, potendo arrivare fino al limite dei 12 m2. La capacità di spurgo di 3 m3/ min consente inoltre di conseguire una maggiore profondità e una dimensione maggiore del foro. “Il Commando DC300Ri è molto apprezzato effettivamente nelle applicazioni di consolidamento e bullonatura - conferma Andrea Iacolucci - La macchina è radiocomandata, quindi la sicurezza dell’operatore è garantita sotto ogni profilo con questa modalità di controllo a distanza ed è dotata di un’interfaccia che attraverso un monitor riporta tutti i dati relativi alla perforazione che si sta compiendo, con la possibilità di effettuare diverse serie di analisi sui metri realizzati, sulla profondità e verticalità della perforazione, sulla rispondenza dimensionale dei fori e molto altro ancora”. Per il Commando DC300Ri di Sandvik non si esaurisce mai l’interesse dell’operatore per il caleidoscopio delle opzioni offerto. Parliamo di connettività, in primis, con il sistema SanReMo (Sandvik Remote Monitoring) che attraverso l’omonimo portale Sandvik può monitorare da remoto, 24 ore su 24 e in modo costante, tutti i dati relativi alla perforazione (numero di fori, consumi, velocità di penetrazione) a vantaggio di un controllo completo e puntuale dell’operatività in campo del
Commando e delle eventuali necessità di manutenzione. Il sistema SanReMo, abbinato alla funzione TMi, consente inoltre la misurazione dei fori, in orizzontale o in verticale, insieme al controllo preciso della profondità. Altre opzioni sono riferite alla dinamica stessa del Commando DC300Ri. Con il rod-handler, quando all’interno di una cava si devono realizzare fori di una profondità maggiore, attraverso questo dispositivo è possibile realizzare la giunzione di un’asta in più, con una maggiore efficacia rispetto all’utilizzo di una slitta standard. “Ricordiamo, tra le scelte optio-
nal di Marmoscavi Granulati per il Commando DC300Ri, le già citate luci a led che conferiscono la massima luminosità e visibilità alle operazioni in galleria, oppure il dispositivo Flushing Control Automatics per arrestare la perforazione in presenza di acqua all’interno del foro durante lo scavo (un’evenianza tipica delle perforazioni in cava). Per evitare il blocco della punta di perforazione all’interno del foro stesso, il sistema si ferma in automatico, alza la batteria di una o due aste, a seconda della profondità del foro, e spurga, in modo da poter pulire il foro e ricominciare la perfo-
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razione”. Una conclusione descrittiva per il nuovo Commando DC300Ri potrebbe non arrivare mai, nel mutuo scambio di impressioni tra Andrea Iacolucci e Claudio Conti. In effetti, su queste montagne le vene di coltivazione del carbonato di calcio sembrano davvvero inesauribili, in accordo con le continue necessità dell’industria e dei cantieri. Le necessità di un lavoro continuo e di altissimo profilo, nelle viscere della Lessinia, oggi hanno trovato un protagonista e, certo, la narrazione delle sue gesta non poteva non incontrare anche dei testimoni pieni di giustificato entusiasmo.
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Perforazioni | Soilmec Drilling
Oltre la media Portano le sigle SM-11 e SM-15 HD, rappresentano il vertice della gamma di perforatrici nella classe media tra le macchine per micropali e ancoraggi. Forza di spinta elevata, facile settaggio e trasporto agevole sono solo alcune delle prerogative di una coppia da primo piano
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A
rriveranno al Geofluid, per offrire ad altri operatori e addetti ai lavori tutte le possibilità contenute in un impianto compatto, dinamico e assolutamente user friendly. Stiamo parlando dei modelli SM-11 e SM-15HD che Soilmec porterà negli spazi di Piacenza Expo per la tradizionale kermesse internazionale prevista dal 15 al 18 settembre prossimi. La prima è una macchina per diverse esigenze di lavorazioni, che offre un perfetto bilanciamento di prestazioni ed efficienza al design compatto sviluppato pensando a cantieri con spazi ridotti. L’SM-11 in effetti è un connubio riuscito di design e versatilità d’uso per diverse soluzioni - con rotary singola, doppia rotary e top-hammer per eseguire consolidamenti, micropali e ancoraggi con diverse tecnologie di perforazione.
Con un peso operativo di 11 tonnellate la macchina è installata su un robusto sottocarro a cingoli pivottanti di ±10° completo di 2 stabilizzatori fissati posteriormente per dare una maggiore stabilità su qualsiasi formazione di terreno. Inoltre, l’attrezzatura può essere dotata su richiesta di un carro di tipo fisso con 2 stabilizzatori anteriori pivottanti e 2 fissi posteriori. Nel cuore di SM-11 c’è un motore Cummins F 3.8 Diesel da 115 kW (154 CV) che vanta elevate prestazioni e basse emissioni oltre a un’estrema facilità di manutenzione. Il motore è dotato del sistema Soilmec low-idle, che permette di regolare automaticamente i regimi dei giri motore in base alle effettive esigenze. La decisione di dotare l’SM-11 di un grande motore diesel ha consentito di poter equipaggiare la perforatrice con doppie rotary maggiorate e grandi top-hammer. Il
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flusso idraulico è gestito dal sistema di controllo Full-Load Sensing che aiuta a ridurre i costi operativi e ad aumentare la vita utile dei componenti gestendo in modo intelligente la richiesta di potenza. La SM-11 combina il cinematismo a snodo (front of wall) con il braccio telescopico consentendo alla macchina di perforare a lato dei cingoli e raggiungere facilmente e rapidamente spazi estremi e ristretti. L’SM-11 è dotata di gabbie che si possono aprire idraulicamente, cavi di emergenza, pulsanti di arresto e modalità di funzionamento ROM e SPM per garantire il massimo livello di accessibilità, visibilità e sicurezza in conformità con i più recenti standard internazionali. Inoltre, è possibile allestire la perforatrice con il nuovo sistema di caricamento a carosello in grado di movimentare fino a cinque aste. Per garantire operazioni fluide e
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maggiore sicurezza, l’SM-11 può essere equipaggiata con il nuovo pannello idraulico/proporzionale installato su un braccio di supporto girevole, con comandi chiaramente disposti e posizionati a portata di mano. A richiesta è possibile installare un radio comando in grado di controllare tutte le funzioni della macchina. La perforatrice è allestita con DMS on Board, il display LCD posto a lato della macchina base viene utilizzato per il monitoraggio e il download dei parametri della macchina
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e per la connessione remota della stessa. L’SM-11 può lavorare con un’ampia gamma di teste rotanti con valori di coppia fino a 32 kNm (23.602 lb ft), profondità di trattamento jet grouting di 12,5 m (41 ft) in singola mandata e un sistema di tiro spinta in grado di trasferire fino a 96 kN (21581 lbf) e di raggiungere una velocità del carrello rotary di 48 m/min (157,5 ft/ min). La macchina utilizza un sistema di morsa e svitatore con una dimensione nominale di 50 - 320 mm (2.0 - 12,6 in) o su richiesta di 60-415 mm (2,36 - 16,34
in). La SM-11 è una macchina moderna progettata con una particolare attenzione ai dettagli, come i nuovi tubi idraulici che garantiscono l’assenza di interferenze con il carro e il terreno garantendo quindi una maggiore durata delle parti e una scelta ideale per i cantieri urbani per le sue dimensioni, flessibilità, potenza e comfort dell’operatore. Uno sguardo all’SM-15 (anche in versione M-15HD) rivela il profilo di un modulo ideale per micropali e tiranti. Sviluppata partendo dai modelli
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di successo SM-401 e SM-14, l’SM-15 offre maggiore flessibilità, facilità di trasporto, caratteristiche di prestazioni più elevate e un migliore impatto ambientale. L’SM-15 HD è equipaggiata con un potente motore diesel e con un sottocarro di dimensioni maggiorate per garantire grande stabilità e potenza per consentire di gestire al meglio anche i progetti più impegnativi. L’SM-15 HD utilizza un motore diesel Cummins B6.7 che vanta elevate prestazioni e basse emissioni oltre a un’estrema facilità di manutenzione. Questi motori sono
dotati di un sistema di controllo automatico della potenza e della velocità della ventola radiatore per prestazioni e produttività migliorate; questo sistema garantisce inoltre un basso impatto ambientale grazie alla riduzione della rumorosità, del consumo di carburante e delle emissioni di carbonio. La scelta di dotare la SM-15 HD di un potente motore Diesel consente alla perforatrice di utilizzare e sfruttare grandi rotary a doppia testa e vibro-rotary ed ottenere le migliori prestazioni nelle tecnologie di ancoraggio e jet-grouting.
La rotary a doppia testa è ampiamente utilizzata per la perforazione di ciottoli, massi, sabbie compatte, sedimenti fratturati e rocce/scisti e formazioni ghiaiose contenenti grandi quantità di acqua. In configurazione doppia rotary l’impianto può essere impostato con le nuove teste rotanti Soilmec progettate con dimensioni compatte che possono essere facilmente riconvertite in sistema a testa singola o con le teste rotanti Eurodrill RH10X e RH32 X. Entrambe le configurazioni hanno una corsa di spostamento relativa di 400 mm che consente di perforare con
SM-15 HD, tra standard e opzioni ergonomiche Per garantire operazioni fluide e maggiore sicurezza, l’SM-15 HD può essere equipaggiato con il nuovo pannello di comando idraulico/proporzionale posto su un braccio di supporto girevole, con comandi chiaramente disposti e posizionati a portata di mano. Il nuovo design del layout aumenta la velocità operativa per una migliore efficienza essendo facile e intuitivo da usare grazie ai controlli e agli indicatori raggruppati in base alla loro funzione. Opzionalmente la macchina può essere equipaggiata con un radiocomando per tutte le funzioni macchina. La macchina base è dotata di DMS on Board, completa di display LCD ed è collegabile in remoto al DMS Manager 4.0 per monitorare e scaricare i dati sulle prestazioni dell’impianto in tempo reale. L’SM-15 HD è davvero una microperforatrice multifunzione ed è una scelta ideale per i cantieri urbani grazie alle sue dimensioni, flessibilità e prestazioni.
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punta in anticipo a filo o leggermente in anticipo rispetto al rivestimento per le migliori velocità di penetrazione o, quando necessario, il rivestimento può essere anticipato rispetto alla punta per ridurre al minimo la contaminazione incrociata della falda acquifera, prevenire perdita di circolazione ed eliminare i problemi di stabilità del pozzo. Inoltre, per facilitare il ciclo di messa a punto di aste e rivestimenti entrambe le rotary sono dotate di traslazione laterale del carrello di 580 mm. La SM-15HD può essere allestita con tre tipi di cinematismo: standard con cilindri
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e perno estraibile, con ralla per una regolazione +/- 180° rapida e precisa, oppure con snodo a 90° la soluzione ideale per chi deve operare in condizioni di spazio ristrette e in posizione front the wall. La macchina può lavorare con un’ampia gamma di teste rotary con valori di coppia fino a 32 kNm, profondità di trattamento in jet-grouting fino a 20 m in singola mandata. clamp/joint breakers and with four different masts positions for varying stroke of rotary heads. La macchina può esser allestita con differenti tipi di antenne, modulare o monolitica, in grado di
offrire quattro lunghezze di corsa per applicazioni differenti e con attrezzature di diversa lunghezza. L’SM-15 è dotata anch’essa di gabbie ad apertura idraulica e di modalità di funzionamento ROM e SPM, con tutti gli accessori/dispositivi per garantire il massimo livello di accessibilità, visibilità e sicurezza nel rispetto delle più recenti norme di sicurezza. La perforatrice può essere dotata col nuovo sistema di caricamento a carosello o con braccio idraulico per movimentare aste e rivestimenti in totale sicurezza e con un’ottima stabilità.
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CERTIFICAZIONE UNI EN ISO 9001:2015
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Perforazioni | Getech-Gennaretti Drilling
Risoluzione centrifuga sul Terzo Valico
Lo scavo in galleria per la grande opera di collegamento al Corridoio Reno-Alpi incontra la difficoltà delle grandi venute d’acqua durante l’avanzamento della TBM in zone di faglia, con la produzione di notevoli volumi di fango. Un problema risolto con l’impianto potente e multitrattamento di Getech-Gennaretti
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d Arquata Scrivia, appena usciti dall’autostrada A7, si sente la polvere dei cantieri. Entrare nel cuore di quella che sarà, a opere ultimate, la nuova ferrovia ad alta velocità Tortona/Novi Ligure-Genova conosciuta anche come Terzo Valico dei Giovi, o più familiarmente come Terzo Valico - provoca una certa emozione. Lungo questo territorio aspro e irregolare, si sta creando quel collegamento veloce fra Genova e Novi Ligure che costituisce una priorità assoluta nell’ambito di quella direttrice fondamentale che porta le merci che transitano giornalmente dal porto ligure verso l’Europa centrale. L’opera si inserisce nel Corridoio Reno-Alpi, tassello insostituibile nella rete strategica tran-
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Tecnologia in container Grazie alla compattezza strutturale e alla versatilità di allestimento, le centrifughe Getech si possono installare all’interno dei classici container industriali da 20’ e 40’, insieme agli altri accessori e componenti che completano l’impianto di separazione. I progettisti della sede di Jesi hanno concepito il modulo Spaci (acronimo di Stazione Polimero Automatica in Container Industriali), una soluzione impiantistica completa, chiavi in mano, facile da trasportare e da installare nei cantieri, con un’ottima adattabilità ai vari settori di impiego. Con Spaci è possibile separare qualsiasi tipo di fango, in qualsiasi area di intervento, facilitando lo smaltimento di un minor volume di materiale solido e potendo subito riutilizzare o riciclare il liquido ottenuto dalla separazione. A caratterizzare i vari modelli è l’installazione di Decanter GHT di diverse dimensioni, dotati di impianto di preparazione del polimero e del fango da trattare, con l’ausilio di sistemi per il controllo e la gestione del processo.
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Federico Gennaretti, Export Manager di Getech
seuropea di trasporto che collega le regioni europee più densamente popolate tra il porto di Rotterdam (sul Mare del Nord) e il Nord Italia. Il Terzo Valico si sviluppa complessivamente per 53 km - di cui 37 km in galleria - e interessa 14 comuni delle province di Genova e di Alessandria e le regioni Liguria e Piemonte. La nuova linea sarà collegata a Sud - mediante l’interconnessione di Voltri e il doppio Bivio Fegino – con gli impianti ferroviari del nodo di Genova, per i quali sono in corso importanti lavori di adeguamento funzionale e di potenziamento, e inoltre con i bacini portuali di Prà e del Porto Storico. In dettaglio la linea, partendo dal nodo ferroviario di Genova (Bivio Fegino), si sviluppa quasi interamente in galleria (Galleria di Valico e Galleria Serravalle) fino alla Piana di Novi, a eccezione di un breve tratto allo scoperto in corrispondenza di Libarna. La Galleria di Valico, lunga circa 27 km, prevede quattro finestre di accesso intermedio e, in linea con i più avanzati standard di sicurezza, i tratti in tunneling sono in gran parte realizzati nelle due gallerie a singolo binario affiancate e unite tra loro da collegamenti trasversali in modo che ognuna possa servire da galleria di sicurezza per l’altra. Dall’uscita della galleria di Serravalle la linea si sviluppa prevalentemente all’aperto fino ad imboccare la
Galleria di Pozzolo, all’uscita della quale la linea prosegue sempre all’aperto fino all’innesto sulla linea esistente Pozzolo Formigaro-Tortona (sull’itinerario per Milano). Il collegamento tra la linea storica Genova-Torino e il Terzo Valico dei Giovi avviene tramite l’interconnessione di Novi, realizzata a partire dalla Galleria Serravalle, attraverso due gallerie a singolo binario che si inseriscono sulla linea ferroviaria esistente prima del tratto urbano di Novi Ligure. In corrispondenza dell’innesto di ciascuna galleria di interconnessione con la galleria Serravalle è prevista
Francesco Curto di Seli Overseas, responsabile di cantiere a Radimero
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un’uscita verso l’area di sicurezza, ciascuna galleria dell’interconnessione presenta un’ulteriore uscita intermedia ed il punto antincendio in prossimità dell’imbocco. Le maestranze sono in attività febbrile, dopo che a metà aprile, con l’abbattimento dell’ultimo diaframma, si sono completate le attività di scavo della galleria Serravalle, per il binario dispari, rivelando un tracciato di linea ferroviaria di circa 22 chilometri senza interruzioni. Nello specifico, la Galleria Serravalle si estende per una lunghezza totale di quasi 7 km (di cui circa 6,4 km scavati con tecnologia meccanizzata mediante TBM (Tunnel Boring Machine), con attraversamenti complessi in un contesto urbanizzato che hanno richiesto l’adozione di sistemi di monitoraggio all’avanguardia, sia in superficie che in galleria. Questo traguardo si aggiunge al completamento - realizzato tra settembre e dicembre 2020 - dello scavo binario pari della galleria Serravalle con TBM e dello scavo con metodologia tradizionale di entrambi i binari nel tratto della Galleria di Valico dall’imbocco Nord a Pozzo Radimero. E qui si inserisce la nostra visita, che ha come meta proprio il cantiere operativo Pozzo Cascina Radimero di Arquata Scrivia (Al), realizzato per supportare le attività di scavo meccanizzato in carico a Seli Overseas. Il lotto Radimero prevede l’esecuzione di un tratto di circa 7,7 km in sotterraneo, per una galleria a doppio fornice del diametro interno di 8,6 m. “I due tunnel verranno scavati impiegan-
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do due TBM EPB da 9,77 m di diametro per 110 m di lunghezza, con un sistema di back-up delle attrezzature di scavo - ci spiega Francesco Curto, responsabile del cantiere per Seli Overseas - Le TBM sono rifornite di conci tramite veicoli di trasferimento MSV in andata e ritorno dalla galleria. Quella dello scavo con TBM è
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l’unica metodologia in grado di sostenere il fronte di scavo con la contropressione del terreno già scavato, consentendo di superare in piena sicurezza i tratti geologicamente più instabili, con presenza di acqua e materiali sciolti. Il percorso attraversa in effetti un insieme eterogeneo di unità geologiche strutturali. Ci troviamo
nell’area di contatto tra le estremità della montagna alpina a ovest e la montagna appenninica settentrionale a est. Le problematiche di scavo attuali, legate alla venuta di grandi quantità d’acqua durante l’avanzamento della TBM in zone di faglia, con la produzione di notevoli volumi di fango, ha richiesto la fornitura al
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cantiere di una centrifuga da parte dello specialista Getech-Gennaretti Centrifugal Systems di Jesi (An)”. Ma che cos’è e a cosa serve nello specifico una centrifuga? Ce lo rivela direttamente Federico Gennaretti, Export Sales Manager dell’azienda marchigiana, premettendo che “le moderne tecnologie di scavo meccanizzato per tunneling, realizzate con TBM (Tunnel Boring Machines) dalle dimensioni ragguardevoli e con l’impiego di fango liquido per sigillare le pareti
appena scavate della galleria, comportano soluzioni di trattamento e riciclo complesse”. Soluzioni che possono risultare efficaci solo mettendo in campo una centrifuga, per un duplice impiego. “Il primo è quello di separare e riciclare la bentonite frammista al fango di scavo in eccesso con la presenza di particelle solide di roccia oltre a sabbia, argilla e limo - spiega ancora Gennaretti - Il secondo impiego invece è quello più classico della separazione dell’acqua - riutilizzata a scopo in-
dustriale - dalle parti solide che vengono anch’esse riciclate o smaltite”. La centrifuga Getech ora ce l’abbiamo davanti. O meglio, è contenuta in un solido e capiente container che occupa una zona importante del cantiere Radimero. Federico Gennaretti ci accompagna all’interno per mostrarcene il fulcro, costituito da una solida struttura sferoidale in fusione di ghisa. Gli scarichi per i materiali solidi e per i liquidi sono ricavati da altrettante fusioni in acciaio inox, con caratteristiche che garantiscono stabilità nel tempo e grande compattezza; l’affidabilità di tutte le parti sottoposte ad alte velocità di rotazione deve essere al massimo grado. “Grazie a questa solidità costruttiva è possibile, anche dopo molti anni di ininterrotto funzionamento, rigenerare la stessa centrifuga Getech - rimarca l’Export Manager che ci fa da guida - Le parti in fusione vengono ricondizionate e le componentistiche elettroniche e meccaniche vengono aggiornate agli standard più recenti”. Il principio su cui si basa il funzionamento della centrifuga è quello di sfruttare la differenza di peso specifico tra le sostanze che devono essere separate. La separazione si realizza all’interno di un contenitore cilindrico-conico, chiamato tamburo, che viene fatto ruotare ad alta
La centrifuga Getech, insediata all’interno del container
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velocità da un motore elettrico per elevare migliaia di volte la forza di gravità. Il prodotto viene immesso nella centrifuga attraverso un tubo di alimentazione e la rotazione fa depositare sulle pareti interne la parte solida mentre quella liquida forma un anello più interno, il cui spessore è determinato dalla posizione dei livelli di fuoriuscita, attraverso i quali il liquido uscirà chiarificato. All’interno del tamburo, troviamo la coclea. Questo componente della centrifuga ha la funzione di conferire all’esterno il prodotto solido che poi sarà scaricato da un sistema di evacuazione. La centrifuga Getech, nel complesso del cantiere di Radimero, è una testimonianza brillante del ciclo virtuoso che comprende tutte le lavorazioni del Terzo Valico. Non solo gli scavi sono stati eseguiti con una tecnologia complessa e innovativa ma l’avanguardia ha coinvolto anche la sperimentazione dei protocolli di gestione dell’amianto e di tutti gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale. La
Getech, lo specialista della separazione La realtà di Getech nasce nell’ambito del gruppo Gennaretti Spa, nato nei primi anni Ottanta per la progettazione e realizzazione in fabbrica di sistemi centrifughi a elevata tecnologia. Per materiali impiegati, affidabilità e servizi integrati, la produzione Gennaretti nei decenni successivi ha dato una risposta innovativa a qualsiasi esigenza domestica e industriale per la separazione solido-liquido. La passione e l’obiettivo di un continuo miglioramento hanno indotto a tenere nella massima considerazione tutti gli aspetti di ricerca e sviluppo, sotto il duplice profilo tecnologico e funzionale, completando il cerchio virtuoso di una puntuale ingegnerizzazione dei processi e del prodotto. Nel corso degli anni, Getech è cresciuta in modo costante sul mercato nazionale e internazionale fino a diventare una delle più importanti realtà produttive e di partnership commerciale in Italia e all’estero.
tratta dell’opera complessiva sarà lunga complessivamente 87 chilometri e il completamento è previsto nel 2024. Oggi, sotto la supervisione del commissario straordinario Calogero Mauceri, dopo i lunghi mesi delle difficoltà causate dalla pandemia, la corsa è ricominciata con una programmazione di avanzamento lavori
definita e dettagliata. L’Italia finalmente sta arrivando al traguardo di una delle mete più importanti, con il sistema portuale ligure e le principali linee ferroviarie del Nord Italia finalmente puntuali all’appuntamento con il futuro del trasporto merci e con il sistema intralogistico del resto d’Europa.
Il cantiere Pozzo Cascina Radimero
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Perforazioni | Epiroc Drilling
Tre moschettieri al raddoppio In Alta Baviera, un trio di SpeedRoc 3F per una produzione straordinaria. In sole cinque ore è stata compiuta la lavorazione di un’intera giornata, con tutta la precisione e la velocità di perforatrici davvero all’avanguardia
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iamo nella cava di VeroStone Petersbuch nei pressi di Eichstätt, in Alta Baviera, in Germania. Sono le 11 del mattino di un giorno di sole e l’operatore del carro di perforazione, Peter Schminkel, ha già superato il minimo di produzione previsto per l’intera giornata. “In estate di solito iniziamo alle 6 del mattino, e oggi praticamente ho già finito”, riflette a voce alta, guardandosi intorno con un certo stupore. In condizioni meteorologiche favorevoli come queste, l’operatore non ha nemmeno bisogno di sedersi all’interno del carro di perforazione SpeedROC 3F di Epiroc. Può rimanere tranquillamente in piedi a poca distanza dalla macchina oppure seduto da qualche parte, con il telecomando che lo aiuta a semplificare il posizionamento delle slitte per avere una migliore visione operativa d’insieme.
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Pensato per la pietra SpeedROC 3F è il carro di perforazione di ultima generazione prodotto da Epiroc per l’industria della lavorazione della pietra ornamentale. Le sue tre perforatrici da roccia rendono questo modello particolarmente efficiente e produttivo, ideale per la perforazione di granito, calcare, marmo e arenaria. Le slitte e le guide sono costruite intorno ad un’architettura completamente nuova per ridurre il peso; l’utilizzo inoltre dello stesso modello di carro ben collaudato dello SpeedROC 2F, permette allo SpeedROC 3F di mantenere il costo totale di proprietà a un livello basso. Un collettore di polvere ad alta capacità garantisce un buon ambiente di lavoro. Tutta la polvere infatti viene raccolta in un deposito incorporato che può essere rilasciato quando richiesto, è anche possibile raccogliere la polvere in sacchetti di plastica. Tutti i componenti principali sono posizionati in modo da essere facilmente accessibili per la manutenzione e l’assistenza. Questo rende lo SpeedROC 3F un carro di perforazione complessivamente produttivo e affidabile e stabilirà nuovi standard per l’intero settore della lavorazione della pietra ornamentale.
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Quando aziona il carro di perforazione direttamente dalla cabina, invece, due telecamere montate sulla guida anteriore, gli offrono un’ottima visuale dell’area di lavoro. La cava di VeroStone, dove Schminkel sta utilizzando SpeedROC 3F, è una realtà consolidata nella coltivazione di pietra naturale, con clienti da tutto il mondo. L’operatore fa questo lavoro da 18 anni, manovrando qualsiasi tipo di carro di perforazione. “La precisione e la velocità dello SpeedROC 3F, così come la sua affidabilità regolarità di intervento, hanno reso il lavoro molto più veloce ed efficiente”, afferma ancora Schminkel. Con tre attrezzature da perforazione per roccia idrauliche invece di due, Epiroc ha realizzato una macchina eccezionale, indicata appositamente per il settore della lavorazione di pietre ornamentali con un raddoppio effettivo delle prestazioni, indipendentemente dal fatto che si tratti
di perforazione in granito, pietra calcarea, marmo o arenaria. Durante le prove sul campo in una cava di calcare, ognuna ha perforato una media di 1,5 m/minuto, ossia 2 km di lunghezza di perforazione su un turno di otto ore. Per ridurre il peso, le slitte e le rotaie sono state assemblate in base a una nuova architettura, contenendo il costo totale di proprietà. Inoltre, l’ampia copertura del braccio, la rotazione a 360° della macchina portante e la mobilità su terreni molto
flessibili consentono allo SpeedROC 3F di raggiungere quasi ogni angolo della cava. Inoltre, i quattro montanti di supporto stabilizzano il carro durante la perforazione. La cava di Petersbuch è costituita da pietra calcarea del Giura. È una delle sei di proprietà di VeroStone. L’azienda fornisce lastre di pietra per facciate e pavimenti di edificim musei, stazioni della metro, università, centri commerciali, teatri e aeroporti in innumerevoli paesi in tutto il
mondo. Inoltre, produce gradini e davanzali per i proprietari di case locali. Marcus Hausner, socio amministratore di VeroStone, conferma la descrizione dell’operatore dei vantaggi del nuovo SpeedROC. Allo stesso tempo, è molto soddisfatto del basso consumo di carburante del carro di perforazione. “Adesso siamo sui 1516 litri all’ora. Il nostro carro precedente consumava circa 30 litri - conferma Hausner - In buona sostanza, con SpeedROC 3F la nostra produzione è praticamente raddoppiata mentre i costi si sono dimezzati”. Allo stesso tempo, Hausner tiene a sottolineare il grande vantaggio di potersi affidare a un partner di assistenza come Epiroc HeißHydraulik. “Il carro di perforazione è molto affidabile e necessita principalmente di manutenzione preventiva, ma con lavori pesanti come il nostro,
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per noi è fondamentale che un meccanico si presenti velocemente ogni volta che è necessario. Heiß Hydraulik è una certezza, sotto tutti i profili”. Franz Heiß, proprietario del centro di assistenza, conferma il buon rapporto di lavoro. “Conosciamo molto bene le sfide del lavoro di VeroStone. Ecco perché siamo disponibili a fornire assistenza ai loro carri di perforazione ogni volta che ce lo chiedono”, afferma. Mentre l’operatore Schminkel torna alla sua sedia, azionando il carro di perforazione tramite telecomando, Hausner racconta: “VeroStone faceva parte del Gruppo Sto, una multinazionale che si occupa di fornire materiali da costruzione e servizi completi per impianti. Circa sei mesi fa abbiamo concluso un’operazione di management buyout. Acquistare uno SpeedROC 3F è stata una delle nostre prime decisioni quando abbiamo iniziato. I risultati attuali dimostrano che ci avevamo visto giusto”.
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Attrezzature & Componenti | Hansa-TMP Attachments & Components
L’Oleodinamica che fa vincere le perforatrici Efficienza, controllabilità e prestazioni sono i punti chiave nello sviluppo del sistema integrato proposto dal costruttore di Modena
P
er ogni perforatrice è fondamentale mantenere alte le prestazioni e la durabilità del sistema, diventando così essenziale lo studio di un circuito idraulico su misura che garantisca elevate prestazioni a lungo termine, in grado di supportare gli sforzi e le elevate pressioni di lavoro richieste. Hansa-TMP è integratore di sistemi oleodinamici ed elettronici per applicazioni mobili e si propone come unico punto di riferimento per il cliente per quanto riguarda le tecnologie dei fluidi. L’applicazione studiata ed equipaggiata da
Hansa-TMP, nel caso in esame, riguarda una perforatrice che esegue un lavoro di trivellazione per ricerche idriche a circolazione diretta di fluidi con pompa per il fango. La macchina viene montata su carro cingolato e, in questo modo, può raggiungere tranquillamente i 300 m di profondità mentre, grazie al sistema automatico di caricamento aste, l’operatore può lavorare in totale sicurezza. Il sistema oleodinamico studiato da Hansa-TMP prevede la pompa a pistoni con cilindrata variabile per circuito aperto K3VL Kawasaki, motore a 11 pistoni con cilindrata variabile M7V Kawasaki e attuatore rotante HKS. La pompa a pistoni a circuito aperto K3VL è tipicamente indicata per applicazioni su perforatrici per l’attuazione della
traslazione e del motore della trivella, il motore serie M7V (cilindrata variabile) è altamente consigliato per l’applicazione sulla testa della trivella e, infine, l’attuatore HKS viene utilizzato per la movimentazione di aste di trivellazione.
Maggiore controllabilità con la pompa K3VL Kawasaki Hydraulics Con range di cilindrate da 20 a 200 cm3 e pressione pari a 320 bar, le K3VL sono pompe a pistoni assiali a cilindrata variabile caratterizzate da un meccanismo unico in grado di ridurre le pulsazioni di pressione. Utilizzando questa pompa è possibile ottenere un controllo migliore e un risparmio di carburante. Il sistema a circuito aperto è altamente efficiente per la trivella, in grado di realizzare controllo di prestazioni in varie condizioni di lavoro come operazioni di livellamento precise o potenti operazioni di scavo, garantendo all’intero sistema prestazioni ottimali.
Incremento di efficienza con il motore M7V Kawasaki Hydraulics
Motore a 11 pistoni con cilindrata variabile M7V
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Con cilindrata da 85 a 160 cm3 e velocità di 4500-2900 rpm, la serie M7V è rappresentata da motori a pistoni a cilindrata va-
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La pompa a pistoni con cilindrata variabile per circuito aperto K3VL di Kawasaki
Attuatori rotanti compatti per rotazione e inclinazione
riabile, caratterizzati da piatto oscillante, utilizzabili in condizioni di alta pressione e di alta velocità. Unico motore variabile con 11 pistoni, garantisce coppia di spunto in partenza e controllabilità superiori agli standard di mercato. I motori possono essere applicati con riduttori o giunti generici, poiché le dimensioni di instal-
lazione (dimensioni di montaggio, scanalatura di uscita) e le dimensioni della filettatura seguono standard internazionali come ISO o SAE. La sua compattezza contribuisce ad una migliore installazione e la caratteristica di avviamento regolare determina un funzionamento stabile a velocità molto bassa.
Produttore e distributore di primo piano Oltre all’attività di progettazione, produzione e distribuzione di prodotti oleodinamici, come pompe, motori, valvole, freni idraulici, Hansa-TMP è integratore di sistema in grado di costruire, sulla base delle richieste del cliente, un intero circuito oleodinamico. La società modenese è distributrice esclusiva per l’Italia dell’intera gamma Kawasaki Hydraulics e Official Partner del brand tedesco HKS, produttore di attuatori idraulici rotanti. Con una sede produttiva insediata nel quartier generale di Modena e due sedi commerciali a Milano e a Shanghai, Hansa-TMP è in grado di seguire il cliente step-by-step, dalla scelta dei componenti, al dimensionamento del circuito idraulico fino allo start-up della macchina.
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Gli attuatori rotanti sono unità compatte che generano coppie molto elevate all’interno di uno spazio limitato caratterizzato da pressione idraulica o pneumatica, garantita dai modelli M-DA-H-F5 e M-DA-H-F10 del fornitore HKS, i quali differiscono soltanto per tipologia di montaggio (flangia o con supporto). È possibile utilizzare una flangia su cui è montato il modello M-DA-H-F10 per ruotare la trivella a 360° o montare con supporto M-DA-H-F5 per inclinazioni di tilt di 180°. Inoltre, una combinazione di entrambi i componenti diventa utile sia per ruotare che per inclinare le aste. L’attuatore HKS è un dispositivo idraulico che converte la pressione idraulica in movimento rotatorio alternativo fino ad un angolo di 280°, che non richiede collegamenti costosi o ingombranti. I prodotti HKS sono indicati nelle condizioni in cui sono richieste rotazione e inclinazione, accelerazione, frenata, posizionamento e arresto di precisione. Questi attuatori soddisfano criteri e standard di qualità rigorosi e si integrano perfettamente in processi altamente complessi. Pertanto, gli azionamenti rotanti offrono potenza e affidabilità. Attraverso l’integrazione di attuatori rotanti HKS e componenti Kawasaki Hydraulics, HANSA-TMP diventa un fornitore di sistema completo a 360°, in grado di determinare la soluzione più giusta per le sfide del mercato in crescita, che richiedono continuità in termini di qualità e precisione.
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Attrezzature & Componenti | Keller Attachments & Components
Trasmissione preventiva Per la prova penotrometrica necessaria a individuare la liquefazione del suolo, la variabile della pressione dell’acqua è fondamentale. Per misurare in modo accurato questo parametro, interviene l’avanguardia del modulo PA-21 Y
C
ome si previene il fenomeno della liquefazione del suolo, impiegando una strumentazione efficace e all’avanguardia? La risposta l’ha trovata Keller, con il suo trasmettitore di pressione PA-21 Y che consente di misurare la pressione dell’acqua freatica e di contrastare preventivamente il fenomeno della liquefazione. Conoscere la struttura del suolo grazie alla prova penetrometica del conoIl test del grado di penetrazione o prova del penetrometro del cono (CPT) è una prova standard eseguita sul suolo per valutarne le caratteristiche fisiche e prestazionali. Il test di penetrazione del cono è stato inizialmente sviluppato negli anni Cinquanta, in Olanda come metodo economico per l’indagine del suolo. Oggi, il CPT è uno dei metodi più utilizzati e accettati per le analisi del suolo in tutto il mondo, poiché consente di ottenere una buona restituzione della struttura del suolo, che permette di delineare la stratigrafia del terreno. Il test è utilizzato soprattutto in quelle aree interessate a cambiamenti significativi nel
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carico utile del suolo a causa di perforazioni, costruzioni e così via. Il metodo di prova consiste nello spingere un cono
strumentato, con la punta rivolta verso il basso, nel terreno a una velocità controllata: la punta ha un diametro di 36 mm e viene premuto nel terreno con una velocità costante di 2 cm/s. Lo strumento che consente di eseguire questi test è il penetrometro. Per superare l’attrito del terreno è necessaria una forte forza di reazione, e quindi la sonda viene premuta nel terreno utilizzando un mezzo pesante. I sensori misurano, oltre alla resistenza del suolo, l’inclinazione del cono, il rapporto di attrito, la temperatura del suolo, la conduttività e la tensione superficiale e la pressione dell’acqua. Per misurare in modo accurato quest’ultimo parametro, viene utilizzato il trasmettitore di pressione PA-21 Y di Keller.
L’analisi necessaria Quando si costruiscono edifici o infrastrutture su terreni deboli, come ad esempio su ex paludi o sponde di fiumi, il terreno deve essere prima di tutto compresso, per evitare futuri cedimenti. In edilizia,
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la prima operazione da compiere è infatti una attenta analisi delle caratteristiche del terreno su cui si deve operare, che dovrà essere compresso e compattato prima di poter iniziare a costruire. È importante, però, conoscere la pressione dell’acqua freatica in modo da comprimere il suolo in modo corretto. Se il terreno viene compresso troppo, si può andare incontro al fenomeno che in geologia è definito “liquefazione del suolo”: è il comportamento dei terreni sabbiosi che, a causa di un aumento della pressione interstiziale, passano improvvisamente da uno stato solido ad uno fluido. Quando l’acqua freatica non riesce a trovare una via d’uscita abbastanza rapidamente e la pressione idrostatica aumenta troppo, possono verificarsi movimenti e spostamento del terreno indesiderati, con interi argini o edifici che rischiano di “galleggiare” via! Questo fenomeno è chiamato liquefazione del suolo, nel senso che il suolo si comporta come se fosse un liquido. Può anche verificarsi in caso di terremoti. Per avere un’idea, basti pensare che le sabbie mobili sono una forma di liquefazione del suolo.
Gli effetti della liquefazione del suolo nelle aree edificate possono essere estremamente dannosi. Gli edifici, le cui fondamenta poggiano direttamente sulla sabbia che si liquefa, rischiano di subire infatti un’improvvisa perdita di sostegno. Questo a sua volta si tradurrà in un drastico e irregolare assestamento, causando danni strutturali, tra cui fessurazioni delle fondazioni e danni alla struttura stessa, che potrebbe divenire inutilizzabile e inagibile. Nel caso in cui tra le fondamenta dell’edificio e il terreno liquefatto rimanga
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uno strato di terreno non liquefatto, può verificarsi un cedimento della fondazione. L’assestamento irregolare del terreno può anche causare danni alle linee di servizio interrate, a impianti e fognature. La pressione verso l’alto applicata dal movimento del terreno liquefatto attraverso la crosta superficiale può rompere le lastre di fondazione ed entrare negli edifici attraverso i condotti di servizio, l’acqua può arrivare a danneggiare ambienti e impianti elettrici. Ponti e grandi edifici costruiti su fondazioni su pali possono perdere supporto e deformarsi, o restare inclinati dopo lo scuotimento. Il terreno in pendenza e le zone vicino a fiumi e laghi possono “scivolare” su uno strato di terreno liquefatto (dando vita a un fenomeno che si chiama “allargamento laterale”), aprendo grandi crepe o fessure nel terreno. Questo può causare danni significativi a edifici, ponti, strade e servizi come acqua, gas naturale, fognature, energia elettrica e telecomunicazioni installati nel terreno. Serbatoi interrati e tombini possono arrivare a galleggiare nel terreno liquefatto. In breve, possiamo concludere che la misurazione della tensione idrica è fondamentale per ottenere dati accurati sul carico utile massimo affinché il suolo si assesti e sia possibile prevenire la liquefazione del suolo.
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Fiere | GIS 2021 Exhibitions
Il Posto delle Gru
(anche da fondazione)
A poche settimane dal Geofluid, le Giornate Italiane del Sollevamento illuminano gli spazi di Piacenza Expo. Con modelli speciali per l’impiego anche nel settore del drilling & fonudations
A
poco più di due mesi dall’apertura dell’8^ edizione del GIS, le Giornate Italiane del Sollevamento in programma negli spazi di Piacenza Expo dal 7 al 9 ottobre 2021, la partecipazione degli espositori – costruttori e imprese dei settori che riguardano il sollevamento di materiali, il lavoro in quota, il material handling e i trasporti eccezionali (con l’ospitalità delle grandi gru da heavy lifting, anche per le fondazioni speciali)– si avvia a superare la quota record dell’ultima edizione 2019. Merito della decisione del governo che ha “liberato” tutte le fiere internazionali in svolgimento sul territorio italiano dal 1° luglio, certamente. Ma il successo che si preannuncia anche per questa nuova edizione del GIS genera anche altre riflessioni importanti. “Nonostante la forzata convivenza con l’emergenza sanitaria del Covid, sono già oltre 370 le aziende hanno confermato la loro presenza espositiva al GIS 2021 – considera Fabio Potestà, direttore di Media-
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point & Exhibitions, realtà primaria nella comunicazione industriale e organizzatrice della fiera – Si tratta di una conferma del livello di apprezzamento per il format che abbiamo adottato da sempre: quello di una mostra-convegno specializzata che è diventata la più grande in Europa dedicata alle macchine e attrezzature per il sollevamento, alla movimentazione industriale e portuale e al trasporto pesante”. Le fiere in presenza, la voglia assoluta di tornare agli incontri dal vivo e all’osservazione diretta di novità e tecnologie, ecco il punto nevralgico che viene toccato per far levitare il successo del GIS 2021. “Il fatto che dallo scorso anno tutte le altre manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali legate al mercato del sollevamento siano state cancellate o posticipate, è un elemento di forte aspettativa che sta incrementando l’interesse per questa edizione del GIS – conferma Potestà – Molte aziende italiane e internazionali esporranno i propri prodotti e servizi per la prima volta a Piacenza, rivelando macchine,
attrezzature e tecnologie inedite. Questa circostanza già tangibile accrescerà in modo esponenziale l’interesse degli operatori che hanno sempre considerato la mostra piacentina come la più importante vetrina del settore”. Al continuo e costante sviluppo del GIS, hanno certamente contribuito le associazioni di categoria (sia italiane che estere), enti rappresentativi di ogni segmento del comparto del sollevamento e dei trasporti che sostengono il GIS fin dalla sua prima edizione del 2009. Ad oggi, sono 65 gli organismi associativi e le Istituzioni aderenti alle Giornate Italiane del Sollevamento (tra le più significative, quelle del Ministero del Lavoro, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, della Regione Emilia Romagna, dell’Inail e del Comune di Piacenza). Come da tradizione consueta, alcune di queste associazioni organizzeranno al GIS 2021 i loro convegni annuali. Le assemblee si svolgeranno in aree congressuali appositamente riconfigurate nell’ambito del quartiere fieristi-
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co di Piacenza Expo, a causa delle restrizioni legate all’obbligo di distanziamento. Una di queste assemblee sarà ospitata all’interno del Padiglione 3 del quartiere fieristico piacentino, un’area precedentemente destinata all’evento espositivo AGV Expo, concomitante con il GIS. Questa decisione ha suggerito di ricavare per gli espositori della stessa AGV Expo uno spazio opportuno all’interno degli altri due padiglioni della fiera. La nuova area congressuale, avrà quindi una capacità di oltre 200 posti distanziati, in grado di ospitare nel modo più ampio gli eventi congressuali che prevedono una presenza rilevante di partecipanti (il programma preliminare dei convegni in programma per il GIS 2021 sarà disponibile sul sito gisexpo.it alla fine del corrente mese). Come di consueto, in occasione del GIS 2021 si terranno le tradizionali, prestigiose tre serate di gala, con la prémière di mercoledì 6 ottobre dedicata agli ITALA-Italian Terminal and Logistic Awards (riservata agli utilizzatori di macchine e attrezzature per la movimentazione industriale e portuale). A seguire, giovedì 7 ottobre si svolgerà l’evento Italplatform-I-
talian Access Platform Awards (protagonisti, i produttori e utilizzatori di piattaforme aeree) e venerdì 8 ottobre, la serata conclusiva degli ILTA-Italian Lifting & Transportation Awards, dove i protagonisti dei riconoscimenti saranno gli operatori di servizio nei comparti delle gru e dei trasporti eccezionali. Tutte le serate
di gala – organizzate nel rispetto di tutte le normative sanitarie e di distanziamento – rinnoveranno l’ospitalità d’eccezione nella cornice straordinaria di Palazzo Gotico, simbolo della città di Piacenza e sede magnifica dei tre eventi in programma a cornice del GIS 2021. gisexpo.it
GIS By Night, al tramonto la fiera diventa “Special Event” Gli eventi di gala, tradizionale cornice e affascinante appuntamento in soirée del GIS di Piacenza, quest’anno potrebbero essere più contingentati a causa delle misure di sicurezza messe in atto per contrastare la pandemia da Covid-19 e la trasmissione del virus (come nella recente Variante Delta). Il magnificente e pur capiente Salone Monumentale di Palazzo Gotico potrebbe potrebbe prevedere alcune restrizioni per i partecipanti. Per questo, gli organizzatori delle Giornate Italiane del Sollevamento hanno deciso di lanciare l’evento “GIS By Night” che si svolgerà direttamente nel quartiere fieristico di Piacenza Expo, venerdì 8 Ottobre, a partire dalle ore 18,30. La lunga Notte del GIS inizierà con la premiazione dei vincitori dell’edizione 2021 degli ItalplatformItalian Access Platform Awards e degli ILTA-Italian Lifting & Transportations Awards, e consentirà, poi, a tutti gli espositori e ai loro invitati di fruire anche in orario notturno del quartiere fieristico di Piacenza, incrementando così le relazioni tra espositore ed espositore. Al “GIS By Night” saranno presenti punti di ristorazione tematici e di intrattenimento musicale sia all’interno dei padiglioni che nell’area all’aperto, con uno spettacolo finale a sorpresa. In sostanza, una vera novità a sorpresa per tutti coloro che parteciperanno al GIS, nell’atmosfera glamour e d esaltante tipica delle grandi manifestazioni internazionali.
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In questo numero
THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
Inserzionisti 14 Casagrande 15 Ciancaleoni 5 Comacchio II Easy Mecc 3 Enteco 69 F.B. 17 Fraste 11 Geofluid 75 GIC 9 Hansa 10 Hinowa
IV Liebherr 25 Massenza I Marchi Giorgio 45 Merlo 18 Neron 27 OMC 19 Perforare 23 Palmieri III Pipeline & Gas Expo 7 Sandvik 51 Sip&T
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Maggio/Agosto2021
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www.marchigiorgio.com
Aziende citate A 14
Assobim B
26, 40
Bauer
9
Bobcat C Casagrande
56
Cepav due
20
Comacchio
46
K Keller Klemm
82 24
M Marchi Giorgio Massenza
S Sandvik Sany Soilmec
28 18
U Unacea
10
V Verdelli International 32
N Numa
8, 60 32 64
12
Comer Industries 21 Cosmo Costruzioni 36
Moderne
E Epiroc
76
F Federbeton
52
G Getech-Gennaretti 70 GIS 84 H Hansa-TMP
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80 Fondazioni, Perforazione Pozzi, Gallerie, Geotecnica, Industria Estrattiva-Mineraria
THE ONLY EUROPEAN EXHIBITION FULLY DEDICATED TO THE MID-STREAM SECTOR AND THE GAS, OIL & WATER DISTRIBUTION NETWORKS
Pipeline & Gas Expo 8-10 June 2022 Piacenza (Italy)
THE UTILITY CONSTRUCTION SHOW
AMONG THE CONFIRMED EXHIBITORS AT PGE 2022
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