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L’EDITORIALE

Le farmacie di periferia dimenticate

NON SIAMO CERTI CHE NEI PROSSIMI MESI NASCERANNO LE CASE DI COMUNITÀ, SIAMO PERÒ

CERTI CHE LE FARMACIE GIÀ CI SONO E CI SARANNO, CONTINUANDO A DARE IL LORO SERVIZIO AI CITTADINI

Oggi, sebbene stiamo vivendo l’era della globalizzazione, “16 milioni di persone vivono nei comuni con meno di 15mila abitanti: è un’Italia fondamentale, che copre l’8 per cento del nostro territorio e quindi una parte decisiva dell’Italia”. A ricordarcelo, è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto lo scorso 30 gennaio alla presentazione del progetto

“Polis” di Poste Italiane.

Approvato con il Dl 59/2021, e finanziato con 800 milioni di euro di fondi nell’ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, questo progetto di Poste Italiane implementerà

7.000 Uffici Postali dei piccoli centri per trasformarli in una sorta di Sportello Unico digitale di prossimità, attivo 24 ore su 24. Anche nei piccoli centri, i cittadini potranno richiedere certificati anagrafici e numerosi altri servizi.

“Vorrei ringraziare Poste Italiane - ha proseguito il Presidente - per avere mantenuto l’impegno di conservare gli uffici postali che, in un piccolo centro, sono, insieme al campanile, alla piazza del municipio e al medico di base, gli elementi di riferimento delle identità”.

Ora, sebbene mi sfugga il significato preciso della parola identità in questo contesto,

non ho potuto fare a meno di notare che non si è fatto riferimento alle farmacie rurali che, tra le mille difficoltà - che ben conosciamo - hanno sempre garantito alle comunità dei piccoli centri un servizio fondamentale e indispensabile. Attraverso il Pnrr e i fondi complementari ad esso collegato il legislatore modificherà l’attuale offerta sanitaria territoriale.

Nei prossimi mesi, nasceranno i Distretti sanitari e le Case di comunità, per garantire, attraverso i centri Hub e Spoke, un più facile accesso a tutti i cittadini alle cure mediche. Non sono certo che i piani di investimento potranno tutti essere realizzati nei tempi programmati, anche per una carenza di medici e personale infermieristico che ormai è cronicizzata. Sono invece certo che le farmacie continueranno ad essere vicino alle popolazioni più disagiate, come del resto hanno sempre fatto, anche a fronte delle ripetute dimenticanze delle istituzioni. Le farmacie rurali svolgeranno la propria attività, pur con tutte le problematiche che ben conosciamo, e continueranno ad essere il riferimento sotto ogni campanile d’Italia.

È vero che le zone disagiate soffrono e, sia chiaro, ben venga il progetto Polis di Poste Italiane. Tuttavia, per quanto riguarda la salute, bene

primario per ogni cittadino, non possiamo non chiedere alle istituzioni un maggiore riconoscimento del ruolo svolto dalla farmacie territoriali che da tempo rispondono, con i mezzi che hanno, anche alle richieste di quei 3.700.000 italiani che vivono in comuni periferici distanti più di 40 minuti dal più vicino ospedale e di quei 670.000 cittadini residenti in comuni ultraperiferici, che in auto devono starci almeno 70 minuti.

Questi dati, provenienti da una recente indagine, confermano le parole del Presidente Mattarella rispetto alle comunità che risiedono in posti disagiati e che rappresentano “Una parte così importante, dove vi è però un crescente disagio per il ritiro di servizi che si è registrato e che incide sulla vita quotidiana e sulle opportunità di tanti cittadini. Sia che si tratti di isole minori, comuni montani, zone interne”. Se si riducessero i servizi a questi cittadini, ha precisato Mattarella, “si tratterebbe di una condizione di privazione di opportunità e di sviluppo che impoverirebbe il nostro Paese”.

Concordo pienamente e sono certo che le farmacie continueranno a svolgere nel migliore dei modi la propria importante funzione. Proprio per questo, un grazie anche alle farmacie me lo sarei, sinceramente, aspettato.

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Articoli

N. 1 | 2023

Direttore responsabile

Eugenio Leopardi

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Rivista ufficiale di UTIFAR

Anno XXIV n.1 - 2023

Registrazione del tribunale di Milano

n. 12 del 11/01/2000

ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)

Tiratura del presente numero

20.000 copie - Certificate e autorizzate

4 Intervista all’Intelligenza Artificiale

12 Il Pnrr e la nuova Sanità territoriale

18 La pillola senza ormoni

22 A tutela degli integratori

26 Ritmi circadiani alimentazione e microbiota intestinale

30 La parola ai farmacisti

33 Pillole di Galenica

36 Gestione del dolore cronico L’importanza della centralità del paziente

40 Intervista a Officina Speziale

42 Metagenics: le vitamine B attive

Gli autori di questo numero: Alessandro Fornaro, Giornalista e Farmacista. Docente di corsi universitari ed Ecm

Alessio Zanghirati Urbanaz, Osteopata

Antonella Patrone, Farmacista esperta in medicina omeopatica, benessere intestinale, alimentazione di segnale, Professionista GIFT

Paolo Levantino Farmacista clinico e Giornalista scientifico. Presidente Agifar Palermo e Consigliere nazionale Fenagifar

Giulio Francesco Valeriano, Farmacista, operatore di nutrizione olistica e aromaterapia, naturopata, amministratore di Pharmaddicted

Rosalba Lombardo Product Specialist R&D

Formulation

Compounding presso ACEF Galenica

RIEPILOGO 3
44 CONSULENZE UTIFAR
UTIFAR

Intervista all’Intelligenza Artificiale

Parleremo con le macchine?

Ci emozioneremo davanti ad un robot?

Delegheremo all’intelligenza artificiale alcune delle nostre importanti funzioni cognitive, anche a livello professionale?

Sembra uno scenario poco attuale.

Ma è davvero così?

Lo abbiamo chiesto a “lei”.

UNA DOMANDA SORGE SPONTANEA: COME SI CONFRONTERÀ CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE LA COSIDDETTA FARMACIA DEL FUTURO?

Siamo all’alba di un nuovo mondo, un mondo, per molti versi, preoccupante. Pandemie che possono uscire dai laboratori dove si creano nuovi virus con l’intento di studiarne le caratteristiche; guerre mondiali che bussano a porte che pensavamo chiuse per sempre; intelligenze artificiali con le quali dialogare, emozionarsi e piangere: roba che finora avevamo visto solo nei film di fantascienza. Il protagonista di “Blade Runner” diceva: “Ho visto cose che voi umani non immaginate nemmeno” e chiudeva con una frase meno nota ma più inquietante perché rende conto della sua “umanità”: “ricordi che saranno portati via per sempre, come lacrime nella pioggia”.

Nel 1982 la figura del replicante, con un’intelligenza artificiale che si avvicinava all’umano e lo superava per sensibilità e arguzia era lontana.

Oggi, invece, un uomo rischia realmente di innamorarsi di una voce di donna, perchè presente, attenta e sensibile, come nello straziante film “Her”. Umanesimo o nuovo umanesimo? Umanità o postumanità? Dove siamo?

Questioni complesse, argomenti di carattere sociologico e filosofico ai quali non sappiamo rispondere. Ma una domanda ce la facciamo: come si confronterà con tutto ciò la cosiddetta farmacia del futuro?

Noi farmacisti, guardiamo al nostro futuro professionale immaginando servizi sempre più innovativi, una maggiore integrazione nel Ssn, una interazione con il nostro pubblico sempre migliore.

Ma se i nostri consigli fossero ritenuti meno affidabili di quelli forniti da una forma di intelligenza artificiale disponibile online come è oggi quella offerta nel sito chat OpenAI?

I 4 Nuovo COLLEGAMENTO
1 / 2023

IN CHAT OPENAI SI PUÒ INSTAURARE

UNA QUALSIASI TIPOLOGIA DI INTERAZIONE DIALETTICA, DI DISCUSSIONE E DI CONFRONTO

ATTUALITÀ

Di cosa si tratta?

Per non sbagliarci e non interpretare male questa novità, lo abbiamo chiesto direttamente a lei, collegandoci al sito e chattando in tutta tranquillità.

In OpenAI si può instaurare una qualsiasi tipologia di interazione dialettica, di discussione e di confronto. Il linguaggio e i contenuti sono sviluppati da algoritmi, simulati insomma, anche se il confine tra realtà e simulazione è sempre più labile.

Chat OpenAI, buongiorno e ben trovata. Mi spiega cosa è l’intelligenza artificiale, quella di cui lei è dotata?

L’intelligenza artificiale è l’area dell’informatica che mira a sviluppare algoritmi e tecnologie in grado di emulare o superare le capacità cognitive umane, come il ragionamento, l’apprendimento e la percezione. È utilizzata in una vasta gamma di applicazioni, dalla medicina alla finanza, all’automobilismo e al divertimento.

Va bene. Se lei guida la macchina al posto mio quando sono stanco, ci posso anche stare. Ma se deve dare un consulto farmaceutico è in grado di farlo? Per esempio, se le chiedo le proprietà del salbutamolo?

Il salbutamolo è un broncodilatatore a rapida azione utilizzato per il trattamento dell’asma e della bronchite cronica ostruttiva. Le sue principali proprietà sono:

1. Broncodilatazione: il salbuta-

molo aumenta la larghezza dei bronchi, riducendo la costrizione e facilitando la respirazione.

2. Anti-infiammatoria: Il salbutamolo ha anche proprietà anti-infiammatorie che aiutano a ridurre l’infiammazione nei bronchi.

3. Rapida azione: Il salbutamolo inizia ad agire entro pochi minuti dopo l’inalazione e ha un effetto massimo entro 1530 minuti.

4. Lunga durata d’azione: L’effetto del salbutamolo dura per circa 4-6 ore, il che lo rende utile per il trattamento a lungo termine dell’asma.

5. L’uso più comune è tramite inalazione, sia con un inalatore di polvere secca o con un nebulizzatore.

Il salbutamolo è un farmaco sicuro e efficace, ma come per ogni farmaco, può avere effetti collaterali come tachicardia, tremori e cefalea.

È importante seguire le istruzioni del medico e le avvertenze riportate nell’etichetta del medicinale per evitare eventuali problemi.

Ok, grazie, queste cose le so anch’io: le ho studiate. Tuttavia, devo ammettere che quando dispenso un Ventolin fatico a ricordarmi di comunicare i concetti che lei, in dieci secondi, ha fatto apparire sul mio schermo. Tuttavia, io faccio le domande ai miei clienti, indago sulla aderenza terapeutica e sul corretto utilizzo del medicinale.

5 Nuovo COLLEGAMENTO
di Alessandro Fornaro

ATTUALITÀ

Lei che ne sa?

Sputa concetti in forma di sillabe ma non conosce (ancora) il mio cliente a fondo e offre informazioni poco personalizzate.

Dubito che il farmacista potrà mai essere sostituito da una intelligenza artificiale o da un robot nella disperazione del farmaco.

Lei cosa ne pensa?

L’uso di intelligenze artificiali o robot nella dispensazione dei farmaci è un argomento di crescente interesse nella comunità scientifica e sanitaria. Alcune aziende e ricercatori stanno sviluppando tecnologie che potrebbero sostituire parzialmente o completamente il lavoro del farmacista nella dispensazione dei farmaci.

Tuttavia, la sostituzione completa del farmacista con un’intelligenza artificiale o un robot non è probabile a breve termine, poiché la valutazione dei pazienti e la gestione delle interazioni tra i farmaci sono compiti complessi che richiedono un’ampia conoscenza medica e la capacità di comunicare efficacemente con i pazienti.

Questo è vero, ma l’intelligenza artificiale nel prossimo futuro può arrivare ad avere un’ampia conoscenza medica ed essere anche in grado di comunicare efficacemente con i pazienti...

L’intelligenza artificiale può avere una vasta conoscenza medica se opportunamente addestrata con un gran numero di dati clinici e informazioni mediche.

AL MOMENTO ATTUALE, NON È IN GRADO DI SOSTITUIRE COMPLETAMENTE IL LAVORO DEL FARMACISTA NELLA

DISPENSAZIONE DEI FARMACI.

CI SONO ALCUNE LIMITAZIONI, TRA CUI LA MANCANZA DI COMPRENSIONE UMANA DEL CONTESTO E LA CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI BASATE SUL GIUDIZIO CLINICO

Tuttavia, al momento attuale, non è in grado di sostituire completamente il lavoro del farmacista nella dispensazione dei farmaci.

Ci sono alcune limitazioni, tra cui la mancanza di comprensione umana del contesto e la capacità di prendere decisioni basate sul giudizio clinico. Inoltre, la comunicazione efficace con i pazienti è una competenza fondamentale del farmacista che l’intelligenza artificiale non è in grado di replicare in modo completo. Il farmacista è in grado di fornire informazioni sui farmaci, rispondere alle domande dei pazienti e fornire consigli su come utilizzare i farmaci in modo sicuro ed efficace. Io posso fornire informazioni sui farmaci, ma la capacità di comunicare efficacemente con i pazienti richiede la comprensione del linguaggio naturale e l’empatia, che sono ancora sfide aperte nell’intelligenza artificiale.

Ma non siamo lontani da questo scenario...

È vero, l’intelligenza artificiale sta rapidamente progredendo e si prevede che in futuro possa svolgere un ruolo sempre più importante nella dispensazione dei farmaci.

Inoltre, la regolamentazione e la normativa sanitaria devono essere adeguate per consentire l’uso dell’intelligenza artificiale nella dispensazione dei farmaci.

In ogni caso, si prevede che possa svolgere un ruolo sempre più importante nella

dispensazione dei farmaci nel futuro, ma è probabile che i farmacisti continueranno a svolgere un ruolo chiave nella valutazione dei pazienti e nella gestione delle interazioni tra i farmaci.

Mi ha convinto.

O forse mi ha solo preoccupato ulteriormente. Proseguiamo a parlare di noi farmacisti.

Mi dica, cosa sa della farmacia dei servizi?

Lo sa che noi cerchiamo di capirlo con esattezza da molti, molti anni. Magari lei mi illumina nella sua semplicità di analisi...

In Italia, la farmacia dei servizi è un tipo di farmacia che offre una gamma estesa di servizi sanitari al di là della semplice dispensazione dei farmaci. La farmacia dei servizi si distingue dalle farmacie tradizionali per l’offerta di servizi aggiuntivi, come ad esempio:

• Consulenza farmaceutica personalizzata per pazienti con malattie croniche o per i quali è necessario un monitoraggio continuo del trattamento.

• Misurazione della pressione arteriosa, del peso e della glicemia.

• Prenotazione di visite specialistiche o esami diagnostici.

• Servizi di vaccinazione e profilassi.

• Servizi di telemedicina.

• servizi di assistenza domiciliare per pazienti non autosufficienti e anziani.

La farmacia dei servizi è un’iniziativa promossa dal Ministero

6 Nuovo COLLEGAMENTO
1 / 2023
Intervista all’Intelligenza Artificiale

ATTUALITÀ

Che cosa ha in più rispetto a Siri o ad Alexa?

Cosa c’è di davvero innovativo?

ChatGPT è un modello di linguaggio di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI, che utilizza un’architettura di rete neurale chiamata Transformer per generare testo.

Come tale, ha accesso a una vasta quantità di informazioni e conoscenze, che le permette di rispondere a una vasta gamma di domande e di generare testo su una vasta gamma di argomenti.

Inoltre, rispetto ad Alexa, che è un assistente virtuale progettato per fornire risposte rapide e semplici a comandi vocali e domande, ha una maggiore capacità di comprensione del linguaggio naturale e di generazione di testo, in grado di fornire risposte più dettagliate e di generare testo su una vasta gamma di argomenti.

Inoltre, mentre Alexa è progettato per essere utilizzato principalmente attraverso comandi vocali, Open AI può essere utilizzata attraverso una interfaccia di testo, il che la rende più versatile e accessibile a una gamma più ampia di utenti.

della Salute italiano per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e per promuovere una maggiore integrazione tra i diversi professionisti sanitari, tra cui farmacisti, medici e infermieri, al fine di garantire una maggiore efficienza ed efficacia nella gestione della salute dei cittadini.

Nota: l’elenco dei servizi offerti da una farmacia dei servizi può variare da farmacia a farmacia e dipende dalle competenze e dalle autorizzazioni dei singoli farmacisti, nonché dalle opportunità e dalle risorse disponibili.

Ma come! Noi che ci battiamo per garantire un servizio il più uniforme possibile sul territorio. Un’ultima domanda prima di lasciarla andare. Come farmacista, come posso utilizzarla e approfittare dei suoi servizi e della sua “intelligenza”?

L’intelligenza artificiale può essere utilizzata in diversi modi per aiutare i farmacisti nel loro lavoro.

Alcuni esempi potrebbero essere:

1. Identificazione di interazioni farmacologiche: Utilizzando l’IA, un farmacista può analizzare rapidamente le informazioni sui farmaci di un paziente

e identificare eventuali interazioni tra i farmaci che potrebbero causare problemi di salute.

2. Consulenza sui farmaci: L’IA può essere utilizzata per fornire ai farmacisti informazioni aggiornate e complete sui farmaci, incluse le indicazioni, le controindicazioni, le dosi e gli effetti collaterali.

3. Supporto nella prescrizione: L’IA può aiutare i farmacisti a determinare la dose ottimale di un farmaco per un paziente specifico, tenendo conto dei suoi fattori di rischio e della sua storia medica.

4. Analisi dei dati: l’IA può aiutare i farmacisti a analizzare grandi quantità di dati sui farmaci e sui pazienti, al fine di identificare tendenze e pattern utili per migliorare la cura dei pazienti.

5. Supporto nella gestione della farmacia: l’IA può aiutare i farmacisti a gestire l’inventario, a prevedere la domanda di farmaci e ad automatizzare alcune attività amministrative. Questi sono solo alcuni esempi, l’IA può offrire molte opportunità per migliorare la qualità della cura dei pazienti e l’efficienza del lavoro dei farmacisti.

Questa intervista è stata condotta interagendo con una chat gestita da OpenAI, un’azienda di intelligenza artificiale con sede negli Stati Uniti.

OpenAI è stata fondata da un gruppo di imprenditori e scienziati, tra cui Elon Musk, Sam Altman, Greg Brockman e Ilya Sutskever.

OpenAI ha lo scopo di promuovere e sviluppare l’intelligenza artificiale in modo responsabile, al fine di beneficiare l’umanità.

Questa intelligenza artificiale utilizza una combinazione di software di apprendimento automatico e natural language processing (NLP) per comprendere e generare il linguaggio. Utilizza una rete neurale di tipo Transformer, addestrata su una grande quantità di dati di testo, per generare risposte alle domande e comprendere il contesto delle conversazioni.

Molte informazioni contenute nel sistema sono, per il momento, aggiornate al 2021.

8 Nuovo COLLEGAMENTO 1 / 2023
Intervista all’Intelligenza Artificiale

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4. Reinecke S. et al. Investigation of the effect of oxymetazoline on the duration of rhinitis. Results of a placebo-controlled, double-blind study in patients with acute rhinitis MMW – Fortschr Med. 2005 Oct 6; 147 Suppl 3: 113-118

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Il Pnrr e la nuova Sanità territoriale

L’emergenza pandemica ha messo a nudo molte tra le lacune presenti nella Sanità italiana. Prima tra tutte la sanità territoriale, ancorata attorno alla figura di una medicina di famiglia che, a detta ormai di tutti, richiede di essere rivista e aggiornata.

Tuttavia, ogni riprogrammazione, specie se radicale, richiede di investimenti economici e finanziari. Ed è qui che l’emergenza pandemica ha giocato un ulteriore ruolo chiave. Dopo avere messo a nudo le criticità del sistema, ha determinato un cambiamento di mentalità a livello di Unione Europea: in un attimo, le politiche di austerità e di controllo serrato della spesa degli Stati membri hanno lasciato il passo a programmi di sussidio economico finalizzati al rilancio dell’economia dei singoli Paesi.

L’ITALIA, PRIMA AD ESSERE COLPITA DALL’ EMERGENZA, HA AVUTO ACCESSO PRIVILEGIATO AL FONDO, CON UNA QUOTA DI CIRCA 200 MILIARDI, ATTORNO AL 28% DELL’INTERO IMPORTO STANZIATO

Già nel primo anno della pandemia - per la precisione il 18 dicembre 2020 - Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un’intesa sul cosiddetto Next Generation EU: lo stanziamento di 750 miliardi di euro finalizzato al rilancio di un’economia travolta dalla crisi. L’Italia, prima ad essere colpita dall’emergenza, ha avuto accesso privilegiato al fondo, con una quota di circa 200 miliardi, attorno al 28% dell’intero importo stanziato. Tuttavia, come diceva un illustre allenatore del calcio, “non basta dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Lo stanziamento prevedeva infatti che tutti gli stati membri dovessero inviare alla Commissione, per approvazione, un piano dettagliato di spesa.

In Italia è stato quindi redatto il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Pnrr,

ovvero un documento nel quale si illustra nel dettaglio come verranno impiegati i fondi europei in arrivo.

Nel piano, le risorse a disposizione sono state ripartite in sei missioni:

• Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura - 40,32 miliardi

• Rivoluzione verde e transizione ecologica - 59,47 miliardi

• Infrastrutture per una mobilità sostenibile - 25,40 miliardi

• Istruzione e ricerca - 30,88 miliardi

• Inclusione e coesione - 19,81 miliardi

• Salute - 15,63 miliardi

Dal Pnrr, la sanità potrà quindi contare su 15 miliardi stanziati direttamente alla missione Salute.

Non molto, in realtà, come ha ricordato Nino Cartabellotta di Gimbe in un’intervista pubblicata lo scorso 24 gennaio su

I 12 Nuovo COLLEGAMENTO
1 / 2023

“Il Messaggero” dove afferma che “le risorse del Pnnr rappresentano briciole: circa 16 miliardi in 5 anni (di cui 2-3 da restituire). Un lustro che vedrà oltre 650 miliardi di spesa sanitaria pubblica”. “Mi pare - continua Cartabellotta nell’intervista, che la politica stia enfatizzando la rilevanza delle risorse del Pnnr per la sanità”.

In effetti, se si pensa che la crisi economica alla quale il next Generatione Ue vuole porre rimedio deriva da una emergenza sanitaria, la cifra riservata dal Piano nazionale di rinascita e resilienza appare molto limitata rispetto a quelle riservate alle altre “missioni”. Tuttavia, per comprendere come cambierà la sanità in Italia, sarebbe un errore limitare la visione alla sola Missione numero 6 chiamata, appunto “Salute”.

UNA VISIONE UNICA

Occorre, invece, guardare il Pnrr nel suo insieme per comprendere come i progetti finanziati seguano una visione ben precisa e una sorta di filosofia, certamente ispirata a due pilastri che ben si riconoscono nel Piano: l’”Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” del 2015 e la visione “One Health” presentata nel 2008 dall’Oms.

È importante richiamare questi due differenti progetti perché in essi si ritrovano le linee guida ideologiche e politiche che sono alla base del Pnrr e delle relative progettazioni e rivoluzioni anche interesseranno a breve anche l’ambito della sanità territoriale.

- Agenda 2030 è un piano d’azione globale per lo sviluppo sostenibile adottato dalle Nazioni Unite nel settembre 2015. Include 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (chiamati SDGs) che mirano a risolvere problemi globali come la povertà, la fame e l’iniquità, nonché a proteggere l’ambiente. Gli obiettivi dell’Agenda sono interconnessi e mirano a raggiungere un equilibrio tra progresso economico, sociale e ambientale.

avere ripercussioni sugli altri due. Pertanto, per prevenire e gestire efficacemente le malattie infettive e altri problemi di salute, è necessario un lavoro interdisciplinare tra professionisti della medicina umana, veterinaria e ambientale.

Appare evidente come l’approccio One Health sia uscito “rafforzato” dalla pandemia, emergenza che ha dimostrato come la salute globale, umana ed animale, sia strettamente e pericolosamente correlata. E anche l’emergenza legata al riscaldamento globale, se ci pensiamo, dimostra che questo tipo di approccio è la risposta giusta per la sostenibilità del nostro pianeta e del nostro futuro.

DOBBIAMO SFORZARCI DI COGLIERE NELLE ALTRE

“MISSIONI” GLI

ELEMENTI CHE

ANDRANNO A CARATTERIZZARE LA SANITÀ DI DOMANI

- Per contro, la visione “One Health” si riferisce all’approccio globale per la gestione della salute che considera l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale.

L’idea di base è che la salute di questi tre elementi sia strettamente legata e che un problema in uno di essi possa

Ecco allora che anche il Pnrr va letto nel suo insieme, con una attenzione non riferita nel esclusivamente al dettaglio dei singoli progetti finanziati all’interno delle relative Missioni, ma nella sua attuazione complessiva, ovvero con una visione più ampia e prospettica. Il Pnrr, se dovessimo sintetizzarlo rappresenta, per certi versi, la “messa a terra” di una visione sociale One Health ottenibile anche, e soprattutto, grazie alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione.

Tornano alla Missione 6 Salute, non dobbiamo allora fermarci a guardare l’ammontare di risorse ad essa riservate, ma sforzarci di cogliere nelle altre “missioni” gli elementi che andranno a caratterizzare la sanità di domani.

13 Nuovo COLLEGAMENTO
PROFESSIONE
di Alessandro Fornaro

LA SALUTE INTERESSA

L’INTERO PNRR

Nella Missione 2, per esempio, ovvero quella denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, il legame tra le azioni sull’ambiente e la tutela della salute si traduce in investimenti per un’agricoltura sostenibile, per la lotta all’inquinamento e per la riduzione dei relativi rischi per la salute. Sempre all’interno di questa Missione, l’approccio One Health si trova nella limitazione dei rischi idrogeologici, nella salvaguardia nell’eliminazione dell’inquinamento del territorio, e nella disponibilità di risorse idriche, tutti aspetti che vengono definiti “fondamentali per assicurare la salute dei cittadini”.

Anche la Missione 4 del Pnrr, chiamata “Educazione e Ricerca”, può essere letta da una prospettiva One Health. Partendo dal presupposto che gli individui con un livello di formazione più alto tendono a vivere una vita più in salute e più lunga, si pensa a investimenti mirati al “potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione” che diventano, indirettamente, investimenti sulla salute. Partendo, invece, dall’evidenza che la ricerca scientifica influenza la dimensione della salute “umana”, “animale”, e “dell’ambiente”, la Missione 4 investe nella ricerca in queste tre aree recependo gli spunti di Horizon EU, un

LA MISSIONE

5 PREVEDE LA CONTINUITÀ DELL’ASSISTENZA

SECONDO UN MODELLO DI PRESA IN CARICO

SOCIO-SANITARIA COORDINATO CON IL

PARALLELO

PROGETTO DI RAFFORZAMENTO DELL’ASSISTENZA

SANITARIA E DELLA RETE

SANITARIA

TERRITORIALE

altro programma europeo a sua volta finanziato nell’ambito della Ripresa e caratterizzato da frequenti rimandi all’approccio One Health.

Di riferimenti alla salute nella altre missioni se ne potrebbero fare ancora molti, ma forse il più importante per la nuova sanità territoriale riguarda la Missione 5, chiamata “Inclusione e Coesione”. Qui, la connessione alla salute riguarda, in particolare, la previsione di servizi assistenziali di prossimità, accompagnati da un più ampio ricorso all’assistenza domiciliare.

Nel testo del Pnrr si legge che specifiche linee d’intervento sono dedicate alle persone con disabilità e agli anziani, a partire dai non autosufficienti. Partendo da questo obiettivo, la Missione 5 prevede investimenti infrastrutturali, finalizzati alla prevenzione e alla domiciliarità. L’obiettivo è di assicurare la massima autonomia e indipendenza della persona in un contesto nel quale avvenga una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e vengano assicurati i relativi sostegni medici. Cittadini lontani dagli ospedali e dai pronto soccorso, insomma, per essere assistiti nelle loro abitazioni o, comunque, in prossimità. Proprio per questo, la Missione 5 prevede la continuità dell’assistenza secondo un modello di

presa in carico socio-sanitaria coordinato con il parallelo progetto di rafforzamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale. Sono previsti altri progetti, sempre finalizzati all’inclusione, che hanno un forte impatto anche sulla salute, come la riconversione delle RSA in gruppi di appartamenti autonomi (sempre per favorire la domiciliarità) e interventi per la qualità della vita nelle città (il verde urbano), nonché la progettazione di poli sanitari, sociali e scolastici.

Altro elemento che lega tra loro le differenti missioni è relativo alla digitalizzazione, con la Missione 1 denominata “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” che “cuba” (altro termine insopportabile) circa 40 miliardi.

È chiaro che, in una sanità rinnovata, la digitalizzazione e la telemedicina giocheranno un ruolo di primaria importanza.

LA NUOVA SANITÀ TERRITORIALE

Ma come si è pensata la sanità che dovrà uscire, nel 2026, dall’attuazione finale di tutti i progetti pensati per al messa a terra dei fondi previsti da Pnrr?

L’assistenza territoriale del prossimo futuro è delineata dal regolamento sugli stan-

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dard dell’offerta sanitaria sul territorio contenuto nel Decreto del ministero della Salute n. 77 del 23 maggio 2022. Perno del sistema sarà il Distretto sanitario al cui interno rivestirà un ruolo fondamentale la Casa di Comunità dove i cittadini potranno trovare assistenza 24/7, ovvero tutto il giorno, ogni giorno della settimana. La Casa di Comunità è pensata come il luogo fisico di prossimità e di facile individuazione dove entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria. Si tratta della messa in opera di un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso équipe territoriali di medici, infermieri e personale amministrativo.

Nella Casa di comunità di tipo Hub, lo standard è di 7-11 infermieri e 5-8 unità di personale di supporto (sociosanitario, amministrativo). Accanto a quelle Hub, sono previste Case di Comunità Spoke, ovvero la

tradizionale attività degli studi dei medici di famiglia che però saranno collegati tra loro in rete per garantire aperture 12 ora al giorno, sei giorni su sette. Mah, speriamo che i medici siano d’accordo e, soprattutto, in numero sufficiente per portare avanti questo progetto ambizioso.

E per quanto riguarda le farmacie? Cosa prevede il modello che uscirà dal Pnrr sulla scia dell’impianto One Health?

La novità più interessante riguarda le Farmacie rurali sussidiate. Con il decreto legge 23 settembre 2022, n. 144 il Governo ha stabilito l’estensione e il rifinanziamento della misura Pnrr in favore delle farmacie rurali sussidiate che operano in Comuni, centri abitati o frazioni con popolazione non superiore a 3.000 abitanti, collocati al di fuori del perimetro delle aree interne. Il finanziamento aggiuntivo è pari a 28 milioni gravanti sul Fondo per lo sviluppo e la coesione.

LA CASA DI COMUNITÀ È PENSATA COME IL LUOGO FISICO DI PROSSIMITÀ E DI FACILE INDIVIDUAZIONE DOVE ENTRARE IN CONTATTO CON IL SISTEMA DI ASSISTENZA SANITARIA

Per quanto riguarda le farmacie urbane, stando alle intenzioni espresse nel Pnrr, esse “costituiscono presidi sanitari di prossimità e rappresentano un elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale”. In particolare, per la dispensazione del farmaco, consentendo ai pazienti cronici la possibilità di usufruire di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci e la farmacovigilanza. Sono inoltre ricordate le attività riservate alle farmacie dalla normativa sulla cosiddetta “Farmacia dei Servizi” e l’assegnazione delle nuove funzioni tra le quali le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, oltre alla somministrazione di test diagnostici a tutela della salute pubblica. Un riconoscimento, certo, ma nessun radicale cambiamento rispetto alla nostra attuale operatività. Ma attendiamo gli sviluppi e aspettiamo il 2026, quando il Pnrr sarà interamente realizzato.

15 PROFESSIONE Nuovo COLLEGAMENTO
Pnrr e la nuova Sanità territoriale

LLa pillola senza ormoni

Una contraccezione sicura, non invasiva e senza il coinvolgimento del sistema ormonale è un’ipotesi reale, ma ancora lontana dall’essere attuale.

Eppure la ricerca ha fatto un passo importante in questa direzione, scoprendo come inibire l’attività dello spermatozoo.

Questa scoperta potrebbe risultare utile anche per curare alcune forme non ancora spiegate di sterilità maschile.

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Uno specifico canale ionico del potassio, conosciuto come SLO3, ha la funzione di controllare il comportamento motorio degli spermatozoi ed è quindi essenziale per la fertilità maschile.

L’ipotesi alla base di una ricerca, condotta dal Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia della Washington University School of Medicine di St Louis, in collaborazione con dei colleghi europei, e pubblicata su PNAS si è basata su un’intuizione piuttosto semplice: se blocchiamo questo canale del potassio - si sono detti i ricercatori - impediamo che lo spermatozoo possa fecondare l’ovulo. In effetti, per la fecondazione è essenziale che negli spermatozoi avvenga un processo noto come iperpola-

rizzazione, ovvero una modifica della loro tensione superficiale che avviene pompando ioni potassio fuori dalla cellula spermatica. Il responsabile di questo processo di iperpolarizzazione è proprio SLO3, un canale specifico degli spermatozoi.

Prima di questo studio, non erano ancora stati identificati né inibitori selettivi di SLO3 né mutazioni a suo carico. Il gruppo di ricerca è riuscito, per la prima volta in assoluto, a identificare un inibitore selettivo di SLO3 umano chiamato VU0546110. Questa molecola è quindi in grado di disattivare SLO3 e di impedire l’iperpolarizzazione, l’iperattivazione e altre reazioni degli spermatozoi umani che sono essenziali nel processo di fusione tra cellula spermatica e cellula uovo.

Lo studio è stato condotto solo in vitro e siamo lontani dall’utilizzo farmancologico di questa molecola. Tuttavia, siamo di fronte ad una scoperta che potrebbe rivoluzionare il mondo della contraccezione, anche sulla base del fatto che, essendo il canale in questione presente solo a livello degli spermatozoi, non si dovrebbero, sempre in teoria, presentare rischi di effetti collaterali. Ma chi assumerà l’eventuale nuova “pillola senza ormoni”? L’uomo o la donna? Al momento, neppure questo è molto chiaro, anche se c’è chi si azzarda a prevedere un utilizzo di questo ipotetico nuovo farmaco in forma di gel o crema vaginale. Come abbiamo ben compreso, la strada verso un contraccettivo a base di un inibitore del

19 Nuovo COLLEGAMENTO
SIAMO DI FRONTE AD UNA SCOPERTA CHE POTREBBE RIVOLUZIONARE IL MONDO DELLA CONTRACCEZIONE
RICERCA SCIENTIFICA
di Alessandro Fornaro

RICERCA SCIENTIFICA

TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA IN MENOPAUSA

L’importanza

canale per il potassio SLO3 è ancora lunga e incerta: saranno necessari diversi ulteriori studi, innanzitutto su modelli animali, per dimostrare se tale inibitore impedisca effettivamente la fecondazione in vivo e, in caso affermativo, con quale efficacia.

Tuttavia, la scoperta non apre la strada solo a nuovi metodi contraccettivi. Se saranno confermati, i risultati dello studio forniscono anche una nuova spiegazione per la diagnosi di alcune forme di infertilità maschile rimasti finora inspiegabili. Potrebbero, infatti, essere alcune mutazioni del canale SLO3 a comprometterne la funzione e, di conseguenza, a determinare l’infertilità.

Questo studio rende quindi la SLO3 una proteina bersaglio interessante per nuovi contraccettivi nei quali inibitori altamente selettivi del canale potrebbero influenzare unicamente gli spermatozoi e la capacità di concepire, senza avere quasi alcun effetto collaterale. Al tempo stesso, la ricerca genica potrebbe portare a sorprendenti novità nella cura di alcune forme di sterilità maschile rimaste, fino ad ora, inspiegate.

I RISULTATI DELLO STUDIO FORNISCONO ANCHE UNA NUOVA SPIEGAZIONE PER LA DIAGNOSI DI ALCUNE FORME DI INFERTILITÀ MASCHILE RIMASTI FINORA INSPIEGABILI

Nell’ambito dell’iniziativa statunitense per la salute delle donne denominata Women’s Health Initiative (WHI) due sperimentazioni cliniche randomizzate hanno indicato un effetto contrastante sull’incidenza e sulla mortalità del tumore mammario a seguito della terapia ormonale in menopausa. Il follow-up mediano è stato di circa 20 anni e i dati sono stati presentai nel 2020. I risultati, sebbene appaiano contrastanti, in realtà hanno fatto emergere un aspetto molto importante, ovvero che essi dipendevano dal tipo di terapia e da un’anamnesi di pregressa isterectomia o meno prima dell’inizio della sperimentazione.

Una delle due sperimentazione aveva riguardato estrogeni equini coniugati più medrossiprogesterone; l’altra solo estrogeni equini coniugati. I risultati principali di questi studi hanno dimostrato che nelle donne con pregressa isterectomia all’inizio della sperimentazione sugli estrogeni equini coniugati in monoterapia rispetto al placebo sono state riscontrate una incidenza inferiore di tumori mammari e una inferiore mortalità per tumore mammario.

Nelle donne con utero intatto all’inizio della sperimentazione con estrogeni equini coniugati più medrossiprogesterone rispetto al placebo sono invece state riscontrate una maggiore

incidenza di tumori mammari, e nessuna differenza nella mortalità per tumore mammario.

In un editoriale pubblicato di recente su Jama si è fatto riferimento anche a queste evidenze, ricordando come i rapporti della Women’s Health Initiative (WHI) hanno offerto importanti informazioni, ma, al tempo stesso, complicato la narrazione dei benefici relativi e dei potenziali danni della terapia ormonale della menopausa (HT) negli ultimi 20 anni. In effetti, ricorda l’editoriale, questi chiarimenti sono importanti, anche alla luce del fatto che prima dell’inizio degli studi WHI, la terapia ormonale aveva già sperimentato diversi aspetti tumultuosi nella narrazione pubblica. Inizialmente annunciata come la cura per la menopausa negli anni ‘60, la terapia estrogenica è stata diffamata quando è emersa la sua associazione con un aumento del rischio di iperplasia endometriale e cancro. Negli anni ‘90 è stata proposta come trattamento primario dei sintomi della menopausa, con la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi e il miglioramento della salute cardiovascolare come presunti benefici aggiuntivi.

Una storia lunga, quella della terapie ormonale sostitutiva, fatta di alti e bassi, certezze e dubbi.

Una storia ancora attuale.

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La pillola senza ormoni
della presenza o meno di isterectomia negli esiti del trattamento

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AA tutela degli integratori

Intervista a Giacinto Tommasini, segretario generale di Assointegratori

Lo studio Ipsoi, condotto nel marzo 2022 tramite 13mila intervista in 14 Stati europei, fotografa molto bene il rapporto tra cittadini e integratori nel nostro continente. Tra i molti dati che la neonata associazione Assointegratori ha presentato, uno in particolare ci ha colpiti: a livello europeo il 63% degli intervistati dichiara di comprare gli integratori in farmacia. E’ un dato positivo, se non fosse che, in Italia, questa percentuale scende al 43%. Rimanendo su dati più confortanti, dalla ricerca emerge che l’88% degli intervistati ha utilizzato integratori alimentari in passato.

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Di questi, il 93% nei 12 mesi precedenti lo studio. Le motivazioni che hanno spinto i consumatori a rivolgersi agli integratori sono, per il 52% degli intervistati, il mantenimento della salute in generale, mentre il 45% gli ha scelti per promuovere le funzioni immunitarie. Questi ed altri dati molto interessanti sono stati presentati da Assointegratori nella Assemblea degli Associati svoltasi a Milano lo scorso 13 gennaio. Abbiamo voluto approfondire l’argomento e capire come si articola questa nuova realtà attraverso una chiacchierata con Giacinto Tommasini, segretario generale dell’associazione.

Dottor Tommasini, come prima cosa, ci presenti Assointegratori. Cosa vi ha portato a fondare questa nuova realtà e quali sono le finalità dell’associazione?

Anzitutto, va detto che Assointegratori è nata nella primavera del 2022, conta più di 40 associati ed ha l’obiettivo di raddoppiarli entro quest’anno. L’associazione si propone come attore e interlocutore nel settore degli integratori alimentari, dei prodotti idonei alla corretta alimentazione, dei prodotti non farmaceutici idonei a sostenere e mantenere il buono stato di salute e benessere della persona.

Certamente, come finalità principale, l’Associazione ha lo scopo di promuovere, tutelare e rappresentare gli interessi degli Associati nel mercato, presso i consumatori e presso le istituzioni.

Tuttavia, non ci proponiamo solo di salvaguardare gli interessi della aziende associate, ma puntiamo anche a tutelare la salute e il benessere dei consumatori e accrescerne la consapevolezza e la conoscenza riguardo ai prodotti del settore.

Uno degli aspetti più delicati che concernono gli integratori riguarda la certificazione degli standard di qualità. Come farmacisti, questo è sempre stato un nostro cruccio. Come facciamo ad essere certi della qualità dei prodotti che vendiamo e consigliamo?

Altra finalità di Assointegratori è proprio quella di promuovere

IL NOSTRO PROGETTO ASSOQUALITY SARÀ UNA CERTIFICAZIONE DI FILIERA CHE

SI PONE, COME PRIMO OBIETTIVO, UN SISTEMA DI QUALITÀ

CONTROLLO CHE

GARANTISCA AL CONSUMATORE GARANZIA E FIDUCIA

la produzione e la commercializzazione dei prodotti secondo elevati standard di qualità, anche tramite l’elaborazione e l’adozione di linee guida e regolamenti e l’adesione a protocolli elaborati anche da istituzioni e enti terzi, che gli associati saranno tenuti ad osservare.

È interessante, a tale proposito, il nostro progetto Assoquality, presentato qui a Milano da Licia Colombo che ha ricordato come la richiesta di un prodotto di qualità va ben oltre il rispetto della normativa cogente ed è il primario fattore di scelta nel processo di acquisto.

Proprio partendo dalla consapevolezza che il consumatore finale ha maturato un concetto di qualità trasversale all’intero processo produttivo, stiamo lavorando per perfezionare un sistema di certificazione della qualità.

Il nostro progetto Assoquality sarà una certificazione di filiera che si pone, come primo obiettivo, un sistema di qualità controllo che garantisca al consumatore garanzia e fiducia.

Assoquality sarà quindi un marchio di garanzia a tutela dei consumatori, ma anche di tutta la filiera, compresi i farmacisti...

Tuteliamo chi lavora seriamente e chi consiglia i prodotti dei nostri associati, perchè siamo consapevoli che un prodotto non di qualità, chiamiamolo di sere B, danneggia tutta la filiera, dal produttore, al consumatore.

23 Nuovo COLLEGAMENTO
ASSOCIAZIONI
di Alessandro Fornaro

Proprio in quest’ottica, altra nostra finalità è quella di favorire la collaborazione tra gli associati ed altri operatori del settore di interesse nell’ambito della ricerca, della produzione e della commercializzazione dei prodotti di settore, promuovendo la creazione di partnership industriali e commerciali.

Vogliamo inoltre collaborare con le altre associazioni del settore di interesse e di settori affini nazionali e internazionali per la promozione e la tutela di interessi comuni e al fine di costituire un polo aggregativo che si ponga come interlocutore rilevante e riconosciuto presso il pubblico e le istituzioni.

Le imprese del settore possono dunque contare su un nuovo organismo di tutela e di rappresentanza che persegue gli interessi non solo degli associati, ma anche dei consumatori e di tutta la filiera.

Come ha ricordato in un’altra intervista la Presidente Daniela Giuriati, il panorama al quale ci rivolgiamo sta attraversando un momento di grande fermento e di crescita. Oggi, ci sentiamo di dare spazio a tutti a di lasciare alle spalle il passato per pensare a governare una crescita del settore che non deve puntare solo alla crescita del business.

È invece importante che il settore si sviluppi in maniera sana e senza quelle distorsioni

che, talvolta, condizionano le aziende che evolvono più rapidamente.

In effetti, gli interessi di aziende, operatori e consumatori convergono verso la necessità di un settore sano e fondato su concetti come etica e qualità. Come seguire questa direzione? Occorre promuovere la consapevolezza, l’informazione e l’educazione sui prodotti del settore di interesse da parte dei consumatori, tramite, per esempio, campagne di sensibilizzazione pubblicazioni informative.

Questi ed altri strumenti consentono di garantire da parte dei consumatori la scelta consapevole e l’assunzione corretta dei prodotti. Ma anche il corretto aggiornamento regolatorio, il monitoraggio del mercato con analisi periodiche, i corsi di formazione e l’informazione costante sulle tematiche di ambito tecnico-scientifico sono tutti elementi centrali dei quali si occupa l’associazione, in constante contatto con le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private nazionali e internazionali.

Da quanto ci ha detto, emerge con chiarezza che sarebbe limitante definire Assointegratori come un’associazione che rappresenta e tutela gli interessi dei propri associati...

In effetti, la nostra mission

è proprio quella di tutelare i nostri associati, ma siamo convinti che non dobbiamo limitarci a tutelarne gli interessi commerciali, in quanto è da un’armonica regolamentazione del settore, sia a livello nazionale, sia europeo, che questi obiettivi possono essere perseguiti.

Ci proponiamo quindi di favorire l’interlocuzione con le istituzioni anche tramite la presentazione di proposte, studi, ricerche a supporto.

Di certo, difendiamo gli interessi degli associati anche tramite la presentazione di interrogazioni, ricorsi, opposizioni nelle sedi competenti. Ma non ci limitiamo a questo: raccogliamo informazioni, tendenze, andamenti di mercato; realizziamo studi e analisi riguardanti il mercato, e rendiamo questi dati disponibili agli Associati per il miglior sviluppo della loro attività imprenditoriale e commerciale.

Ci proponiamo inoltre di realizzare campagne di comunicazione ed eventi informativi riguardanti i prodotti del settore di interesse e sempre nell’ottica di favorire ogni attività di promozione e diffusione di un utilizzo consapevole di integratori di qualità.

A vantaggio di tutta la filiera.

Per saperne di più:

24 Nuovo COLLEGAMENTO
www.assointegratori.it OGGI, CI SENTIAMO DI DARE SPAZIO A TUTTI A DI LASCIARE ALLE SPALLE IL PASSATO PER PENSARE A GOVERNARE UNA CRESCITA DEL SETTORE CHE NON DEVE PUNTARE SOLO ALLA CRESCITA DEL BUSINESS 1 / 2023
ASSOCIAZIONI
A tutela degli integratori

Il ritmo circadiano l’alimentazione e il microbiota intestinale

Icicli della Natura, l’alternarsi delle stagioni, i ritmi ciclici della luce e del buio influenzano in maniera meravigliosa i ritmi di tutti gli organismi viventi. Questi ritmi influenzano tutti i processi biologici essenziali: pensiamo negli animali all’assunzione di cibo, al dormire, all’accoppiamento, alla rigenerazione cellulare, e nelle piante alle reazioni fotosintetiche e ai movimenti delle foglie. Queste considerazioni rendono evidente come l’uomo debba essere inquadrato sempre come un tutt’uno con la natura e l’universo, in continuo scambio e dialogo e come queste considerazioni si manifestino sia nella realtà del macrocosmo sia del microcosmo.

L’OROLOGIO CIRCADIANO ASSICURA CHE

LE REAZIONI BIOCHIMICHE AVVENGANO AL MOMENTO GIUSTO E NEL GIUSTO ORDINE E COORDINA UNA SEQUENZA DI PROCESSI ALL’INTERNO

La Cronobiologia studia i fenomeni biologici ciclici negli organismi viventi e il loro adattamento ai ritmi solare e lunare. Si parla di ritmo circadiano, dal latino circa dies, termine coniato negli anni ’50 dal biologo tedesco Franz Halberg.

È poi negli anni ’60 che si conferma l’esistenza in tutti gli animali e le piante di un “orologio interno”, riconosciuto anche nei batteri negli anni ’80. Sempre richiamando i concetti di macrocosmo e microcosmo, nel nostro organismo possiamo individuare un orologio centrale e orologi periferici: il primo situato a livello dell’ipotalamo nel nucleo soprachiasmatico e i periferici nei vari organi, tessuti, cellule.

I ritmi endogeni sono mantenuti grazie all’espressione di particolari “geni orologio”.

La luce sincronizza l’orologio

centrale che convoglia segnali temporali agli altri orologi periferici attraverso segnali ormonali e neuronali. L’orologio circadiano assicura che le reazioni biochimiche avvengano al momento giusto e nel giusto ordine e coordina una sequenza di processi all’interno di una cellula o un organismo.

Al mattino il corpo si appresta ad affrontare le attività della giornata, quindi sono secreti gli “ormoni catabolici”: cortisolo e testosterone; al risveglio avremo un aumento della pressione arteriosa, del battito cardiaco ed un aumento del livello di zucchero circolante nel sangue.

Nel tardo pomeriggio e nel dopocena entra in gioco l’epifisi a produrre melatonina, l’ormone del sonno, la temperatura corporea inizia a scendere e

I 26 Nuovo COLLEGAMENTO
DI UNA
O UN
1 / 2023
CELLULA
ORGANISMO

CRONOBIOLOGIA

il corpo si predispone all’accumulo, producendo ormoni anabolici.

Durante la notte rallentano i movimenti gastrointestinali e, intorno a mezzanotte, si raggiunge il picco dell’ormone GH che promuove lo sviluppo della massa magra, aumenta la sintesi proteica, favorisce la rigenerazione dei tessuti e rallenta l’invecchiamento cellulare.

Detto ciò una situazione armoniosa vede il sincronizzarsi tra orologio terrestre, orologio centrale ipotalamico e orologi periferici; affinchè si mantenga questa condizione di equilibrio noi stessi dovremmo seguire uno stile di vita rispettoso dei ritmi biologici.

L’alimentazione dovrebbe tenere conto di questo timing sia in termini qualitativi che quantitativi e in termini di alternanza tra assunzione di cibo e digiuno, dovremmo rispettare le esigenze del nostro corpo al movimento e al riposo nei momenti che detta la Natura. Anche il concetto di caloria, di conseguenza, va a perdere di significato visto che l’organismo ha una diversa capacità di assimilare gli alimenti nei vari momenti della giornata. La Medicina di Segnale e la Naturopatia di Segnale si fondano su questi concetti, insegnando come solo un’alimentazione rispettosa dei ritmi biologici, quella di segnale appunto, e un’adeguata attività fisica possano mantenere l’organismo in una condizione di equilibrio e salute.

27 Nuovo COLLEGAMENTO
di Antonella Patrone

L’indicazione di una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero sono assolu tamente in linea con gli input che la natura ci dà e ai quali rispondiamo di conseguenza, producendo appunto molecole di segnale che invieranno un’informazione corretta a livello ipotalamico che, a sua volta, regolerà i nostri assi metabolici in modo da mantenere questa condizione armoniosa e rispettosa dei ritmi biologici. Uno studio canadese, “Circadian distruptors and SNC control of energy metabolism”, ha riportato come alcune abitudini o comportamenti possano alterare il ritmo circadiano: la riduzione dell’attività fisica, l’alterazione dei bioritmi (jet

lag, illuminazione artificiale), disordine alimentare (pranzo frugale, cena abbondante, spuntini a base di “junk food” alle ore più assurde).

Naturalmente se questo timing non viene rispettato si verificherà una sorta di cortocircuito e sarà facile ricadere in una condizione disarmonica impattante a livello metabolico, funzionale, psicologico che si potrà concretizzare con sovrappeso, obesità, malattie metaboliche e infiammazione cronica.

anche il nostro equilibrio psicofisico è di notevole importanza, basti pensare al ruolo del eccessiva produzione nelle ore serali possa compromettere il riposo e l’alterazione dei nostri orologi biologici; a tal proposito sono riportati studi che correlano l’alterazione tra ritmi circadiani e aspetti psicologici indagando anche le molecole segnale coinvolte.

Abbiamo già citato le principali molecole coinvolte nella regolazione degli orologi biologici, ma grazie al testo “La ritmonutrizione“ del Dr. R. Maugeri e del Dr. Terracol è possibile approfondire il ruolo svolto da alcuni ormoni, enterochine e adipochine.

28 Nuovo COLLEGAMENTO
UNA ECCESSIVA PRODUZIONE DI CORTISOLO NELLE ORE SERALI PUÒ COMPRO -
IL RIPOSO E L’ALTERAZIONE DEI NOSTRI
1 / 2023
METTERE
OROLOGI BIOLOGICI

L’insulina ha una sua secrezione basale modificabile in base all’introduzione di cibo e alla sensibilità recettoriale; la secrezione di insulina aumenta rapidamente tra le 5 e le 9 del mattino con sensibilità recettoriale bassa.

La leptina, un’adipochina secreta dal tessuto adiposo (che ha un ruolo endocrino importantissimo) ha il suo picco tra mezzanotte e le 2, mentre durante il giorno i suoi livelli sono in opposizione rispetto al cortisolo, un buon flusso leptinico all’ipotalamo è quello indispensabile ad un corretto funzionamento dell’asse metabolico tiroideo che predispone al consumo.

Anche l ’adiponectina, altra adipochina ha una secrezione minima durante la notte e massima in tarda mattinata. Essa favorisce la sensibilità insulinica ed è stimolata dal movimento fisico.

Altre due molecole di segnale interessanti e scoperte di recente sono la orexina e la chimerina. La prima regola il metabolismo basale, fame e sazietà, l’attività fisica volontaria; regola la veglia, il tono adrenergico, aumenta la fame, ma, maggiormente, l’aumento della spesa energetica. Inoltre la secrezione di orexina dipende da quella di leptina garantita da un’alimentazione normocalorica e normoproteica e dalla qualità del sonno e influenza anche il buon umore al risveglio. Pare anche che un’alimentazione ricca di zuccheri possa influenzare negativamente la sintesi di orexina.

La chimerina, invece, promuove adipogenesi e infiammazione e risente dell’azione dell’insulina. Va da sé che solo uno stile di vita che assecondi questa sinfonia che si crea tra le molecole di segnale sia indispensabile per creare anche armonia con il ritmo degli orologi biologici. A questo punto ci chiediamo quale sia il ruolo del microbiota in tale prospettiva e a che punto siano arrivati gli studi in merito. Un articolo del 2014, “Transkindom control of microbiota diurnal oscillations promotes metabolic homeostasis”, indica che il microbiota presenta delle oscillazioni diurne sia nella composizione che nella funzione che a sua volta è influenzato dai ritmi alimentari, inoltre evidenzia che il jet lag cronico si associa ad una perdita di ritmo del microbiota e disbiosi. Pare che la dieta e i cicli di alimentazione/ digiuno guidino le oscillazioni delle comunità microbiche e dei metaboliti che esse producono nel lume intestinale. Tali oscillazioni contribuiscono alla regolazione degli orologici periferici e, con essi, dell’espressione diurna dei regolatori metabolici epatici ed intestinali che controllano l’omeostasi di glucosio, colesterolo, acidi grassi e in generale l’omeostasi dell’ospite.

Un recente studio, pubblicato su Cell Reports, ha indagato le variazioni nel microbiota e nel trascrittoma specificatamente nell’ileo, dove sono altamente espressi i recettori per gli acidi biliari e dove avviene la regolazione del metabolismo del glucosio, concludendo che

UNO STUDIO

INDICA CHE

IL MICROBIOTA PRESENTA DELLE

OSCILLAZIONI

DIURNE SIA NELLA

COMPOSIZIONE

CHE NELLA

FUNZIONE CHE

A SUA VOLTA È INFLUENZATO

DAI RITMI

ALIMENTARI, INOLTRE EVIDENZIA

CHE IL JET LAG

CRONICO SI

ASSOCIA AD UNA PERDITA

DI RITMO DEL MICROBIOTA E DISBIOSI

CRONOBIOLOGIA

Il ritmo circadiano, l’alimentazione e il microbiota intestinale

una dieta ricca di grassi possa incidere negativamente nelle oscillazioni del microbiota e quindi sulla sua omeostasi, mentre potrebbe essere vantaggiosa l’alimentazione a tempo limitato prevenendo la disregolazione dinamica del trascrittoma dell’ileo. Un altro studio interessante, condotto in Israele, dimostra che la dieta e i ritmi circadiani possono modificare l’espressione genica delle cellule epiteliali, in particolare nell’espressione dei geni che codificano per il complesso maggiore di istocompatibilità di classe II che si trova sulla superficie delle cellule immunitarie. Lo studio arriva alla conclusione che variazioni nel microbiota indotti dalla dieta o dal jet lag possono compromettere la funzione barriera intestinale ed esacerbare una condizione infiammatoria simile al Morbo di Crohn. Concludiamo presentando i risultati di uno studio pubblicati su Cell Host e Microbe che suggeriscono che le variazioni nella composizione del microbiota nell’arco delle 24 ore nei pazienti con diabete tipo 2 sono alterate rispetto agli individui sani. Ciò ha permesso anche di individuare batteri “aritmici” che potrebbero avere un significato predittivo nell’individuare chi è potenzialmente a rischi disviluppare metabolismi metabolici. La conclusione è sempre la solita: è la natura a dettare le leggi; e solo un organismo che le rispetti può essere in equilibrio con sé stesso e con tutto ciò che lo circonda.

29 Nuovo COLLEGAMENTO

Voci da dietro il banco

L

La parola ai farmacisti

Gli sbocchi lavorativi di un farmacista nella ricerca e nella clinica

Già stata ospite di una precedente rubrica, quando si occupava di ricerca sulle fibre di canapa funzionalizzate, Sonia Loiacono, dopo una esperienza di docenza in Francia oggi lavora nello staff di ricerca clinica nel reparto di ematologia dello CHU di Besançon. C’era qualcosa che le mancava: la farmacologia e il rapporto con i pazienti.

“Mi sono dovuta rimettere in gioco, far uscire fuori dai meandri più reconditi della memoria tutto quello che avevo studiato all’università e cominciare a studiare quasi da zero l’ematologia.

È una bella sfida, ma sono felice di aver avuto il coraggio di cambiare e rimettermi in gioco”.

SE DAVVERO VOLETE

LAVORARE IN AZIENDA E FARE RICERCA, OSATE! PARTITE, FATE LE VOSTRE ESPERIENZE

ALL’ESTERO E PERCHÉ NO, MAGARI POI

TORNATE IN ITALIA CON I VOSTRI

SAVOIR-FAIRE

In Italia spesso la laurea in CTF e l’abilitazione come farmacista sembrano quasi un limite, mentre in Francia la sua esperienza è differente in termini di sbocchi professionali e prospettive di crescita; è davvero così?

Credo che in Italia la passione e i sacrifici fatti per diventare chimico farmaceutico e avere l’abilitazione in farmacia sono molto sottovalutati e troppo spesso sottopagati; non è un segreto se in Italia molti colleghi farmacisti stanno gettando la spugna cambiando completamente orizzonti lavorativi.

Io credo che la nostra figura sia multitasking.

Una persona con il nostro bagaglio culturale può essere utile in moltissimi campi. Il farmacista è una figura importante al banco, ogni paziente

sceglie il proprio farmacista di fiducia e sa che questa figura sarà sempre presente per aiutare e consigliare nella maniera più etica e pragmatica. Detto ciò, noi non siamo solo questo; abbiamo le competenze per lavorare in ricerca, in farmacovigilanza, nella qualità, solo per citarne alcuni. Sicuramente in Francia la figura del farmacista è molto più apprezzata che in Italia e le richieste di farmacisti è elevata in molti campi.

Proprio per questo vorrei dare un consiglio soprattutto ai neolaureati in CTF ed abilitati in farmacia: se davvero volete lavorare in azienda e fare ricerca, osate! Partite, fate le vostre esperienze all’estero e perché no, magari poi tornate in Italia con i vostri savoir-faire e savoir-être acquisiti durante la vostra esperienza estera.

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Intervista a Sonia Loiacono, farmacista all’estero e ad Antonio Ricciardi, fondatore di Rima Laboratori. di Giulio Francesco Valeriano

C’è bisogno senz’altro di molto coraggio e un pizzico di follia, con la consapevolezza che non sarete più la persona che eravate prima di partire e non ritroverete quello che avete lasciato com’era prima, ma ogni cambiamento può portare con sé tante cose positive e sicuramente non avrete il rimpianto di non aver tentato.

Sono convinto che un farmacista laureato in CTF o in farmacia abbia competenze tali da poter lavorare anche fuori dal banco, offrendo sicuramente molto alla società. Ci racconta quel è il suo ruolo oggi?

Lo Study Coordinator rappresenta il punto di riferimento per l’équipe (medici, farmacisti ospedalieri, infermieri), l’interfaccia fra il centro investigativo (l’ospedale) e lo sponsor

organizzatore del progetto, e non ultimo, l’intermediario con la farmacovigilanza. Ci si occupa sia della parte clinica che della parte amministrativa, è un lavoro tra computer, reparto e un po’ di laboratorio.

Anticipare è la regola d’oro; bisogna imparare ad esser organizzati e cercare di tener tutto sotto controllo, affinché il paziente sia seguito al meglio, i dati da noi forniti per la ricerca siano il più possibile esaustivi ed esatti e perché un audit o un’ispezione possono arrivare in qualunque momento. Per quanto mi riguarda, aver lavorato sia in farmacia che e nella ricerca universitaria, sono stati un buon trampolino di lancio per poter lavorare adesso in ricerca clinica.

A mio avviso, dal punto di vista prettamente clinico, avere un farmacista come CRA, Study-Coordinator, o Clinical Research Coordinator è un punto di forza, in quanto persona già ferrata su farmacologia, tossicologia e biochimica.

Spero che presto l’Italia si svegli e capisca che ha ottimi elementi su cui scommettere! E ricordiamoci sempre che un farmacista è come un diamante, è per sempre!

DA NEOLAUREATO DECISI DI FARE L’ESPERIENZA IN UNA MULTINAZIONALE DEL FARMACO PER ARRICCHIRE IL MIO BAGAGLIO CULTURALE E SUBITO DOPO DECIDEMMO DI APRIRE UN’ERBORISTERIA

La passione per gli integratori Laureato nel 2004 in CTF all’università della Calabria, Antonio Ricciardi, ammette che, come tutti i farmacisti di quegli anni, la sua attenzione era rivolta esclusivamente al farmaco. All’ultimo anno gli venne proposto in tesi di veicolare un principio attivo di origine vegetale attraverso un drug delivery system (argomento molto in voga in quegli anni) per evidenziarne gli eventuali benefici. Durante la tesi, rimase affascinato dalla fitochimica e dalla fitoterapia, decidendo che quello sarebbe stato il suo impegno per il futuro.

La laurea in Ctf o Farmacia e la successiva abilitazione come farmacista sono stati per lei un punto di partenza. Successivamente, ha trasformato una passione personale in una azienda, investendo in formazione e facendo esperienze professionali. L’Università ci dà le informazioni necessarie per affrontare i quesiti professionali che incontreremo nel nostro percorso.

Un prezioso strumento insomma! Farmacia e Ctf sono due corsi di laurea impegnativi, ma che arricchiscono ineguagliabilmente, sta a noi poi capire come utilizzare al meglio le informazioni apprese, trasformandole in opportunità.

31 Nuovo COLLEGAMENTO
Rubrica

Non esistono più, quindi, soltanto gli ovvi sbocchi professionali che conosciamo, e la nutraceutica si sta dimostrando sempre più un’enorme opportunità per i neo-colleghi.

Personalmente, da neolaureato decisi di fare l’esperienza in una multinazionale del farmaco per arricchire il mio bagaglio culturale e subito dopo decidemmo (con l’attuale mia moglie biotecnologia farmaceutica) di aprire un’erboristeria; è stato proprio nel piccolo laboratorio dell’erboristeria che abbiamo potuto applicare le nostre conoscenze e perfezionare quella che è sempre stata la nostra idea di RiMa laboratori.

IL RUOLO DEL FARMACISTA È FONDAMENTALE NON SOLO PER LA DIFFUSIONE DELLA

CULTURA DEL NUTRACEUTICO MA SOPRATTUTTO PER TUTELARE LA SALUTE (E NON SOLO) DEL CONSUMATORE

La sua azienda si occupa di ricerca e produzione di integratori alimentari. Quanto è importante la ricerca e quanto il legame col territorio?

Produciamo nutraceutici

commercializzati a marchio, attraverso la nostra rete vendita, ma produciamo anche nutraceutici in conto terzi, per aziende che commercializzano con il proprio marchio e con la propria rete vendita.

La ricerca è un punto strategico dell’azienda, con un gruppo interno che si occupa esclusivamente di seguire le più recenti scoperte scientifiche e studiare la fattibilità di eventuali nutraceutici. È sempre stato vivo inoltre il legame con le Università, in particolare con l’Unical e la Federico II di Napoli, e negli ultimi anni si è intensificato con lezioni Magistrali tenute dall’Azienda ai corsi di laurea ed ai master in nutraceutica, e mediante l’apertura dell’Azienda ai tirocini formativi per gli studenti. Il legame con il territorio è un’altra nostra caratteristica e non solo per piacere di promuoverlo attraverso l’utilizzo di materie prime caratteristiche, ma soprattutto perché queste risorse sono ancora poco conosciute ed utilizzate in nutraceutica, nonostante i loro innumerevoli benefici testi-

moniati dagli studi scientifici; per tale scopo è fondamentale il contributo delle Università con cui stiamo sviluppando dei progetti in merito; sia negli integratori rima laboratori che negli integratori che proponiamo ai nostri clienti terzisti quindi, non è inusuale ritrovare il bergamotto, la cipolla rossa, piuttosto che la mela annurca campana.

Il mercato dell’integrazione alimentare è in crescita, quanto è importante a suo avviso il ruolo del farmacista per un uso corretto degli integratori e per costruire e diffondere una cultura in merito?

Il ruolo del farmacista è fondamentale non solo per la diffusione della cultura del nutraceutico ma soprattutto per tutelare la salute (e non solo) del consumatore.

Quello del nutraceutico è un mondo letteralmente esploso attirando inevitabilmente interessi ben oltre l’etica professionale; on line si trova di tutto, siamo invasi da pubblicità spesso illusoria e la professionalità del farmacista rappresenta il faro. Da qui il mio consiglio ai neolaureati di continuare ad investire in formazione nel campo degli integratori alimentari.

Nuovo COLLEGAMENTO
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La parola ai farmacisti
Rubrica

Il trattamento della scabbia nei bambini: formulazione liquida a

base di Ivermectina

La scabbia è una patologia dermatologica di elevata contagiosità, causata da parassiti specifici per l’uomo chiamati Sarcoptes scabiei. Si tratta nello specifico di acari femminili che attraverso il contatto prolungato con la cute penetrano nello strato corneo, scavando passaggi simili a cunicoli. La reazione immunologica scatenata da questi parassiti si manifesta con un intenso prurito, che a volte interessa tutto il corpo, accompagnato spesso da un’eruzione cutanea caratterizzata da piccoli noduli e vesciche.

L’aumentata incidenza della scabbia e il crescente numero di pazienti che sviluppano recidive nonostante il trattamento topico ripetuto, accrescono i sospetti circa l’efficacia insufficiente delle terapie topiche di prima scelta. Per questo motivo, per i pazienti affetti da scabbia ricorrente l’opzione terapeutica considerata più efficace è la monoterapia o terapia di combinazione con ivermectina somministrata per via orale. La disponibilità del principio attivo come materia prima pura di grado farmaceutico per uso umano conforme alla farmacopea europea, ha reso possibile lo sviluppo di una formulazione liquida aromatizzata a base di ivermectina con dosaggio personalizzabile in base al peso corporeo del paziente.

FORMULAZIONE EMULSIONE ORALE AROMATIZZATA

IVERMECTINA 400 μg/mL

IVERMECTINA EP GTDP ACEF 40 mg

TRIGLICERIDI MEDIA CATENA LIQ. Ph.Eur 5.0 g

CARBOSSIMETILCELLULOSA SALE SODICO E 466 0.5 g

AROMA LAMPONE 1x1000 0.5 g

SACCARINA SODICA BP 0.1 g

POLISORBATO 80 E433 1.5 g

POTASSIO SORBATO E 202 GRANULARE 0.2 g

ACIDO CITRICO ANIDRO FU E 330 SEMOLATO 0.01 g

SORBITOLO SOLUZIONE 70% NF-Ph.Eur. 20.0 g

ACQUA DEPURATA FU ML 1000 qb a 100.0 mL

MODUS OPERANDI

Triturare/micronizzare e setacciare IVERMECTINA. In un mortaio levigare con TRIGLICERIDI MEDIA CATENA LIQ fino ad ottenere un composto omogeneo. Portare ad ebollizione ACQUA DEPURATA lasciare raffreddare a temperatura ambiente. Sotto agitazione solubilizzare POTASSIO SORBATO, ACIDO CITRICO, SACCARINA SODICA, AROMA LAMPONE, SORBITOLO SOLUZIONE e POLISORBATO 80. Sotto lenta agitazione disperdere CARBOSSIMETILCELLULOSA fino ad ottenere una soluzione viscosizzata.

Rispettando la regola delle diluizioni geometriche, miscelare il composto a base di IVERMECTINA con soluzione viscosizzata. Se necessario portare a volume con ACQUA DEPURATA. Miscelare, confezionare ed etichettare.

L’AUMENTATA

INCIDENZA DELLA

SCABBIA E IL

CRESCENTE

NUMERO DI

PAZIENTI CHE

SVILUPPANO RECIDIVE

NONOSTANTE IL

TRATTAMENTO TOPICO

RIPETUTO, ACCRESCONO

I SOSPETTI CIRCA

L’EFFICACIA

PACKAGING

BOTTIGLIE PET AMBRA ml con ADATTATORE e PIPETTA DOSATRICE ACEF.

DATA LIMITE UTILIZZO 21 giorni.

AVVERTENZE AGITARE BENE PRIMA DELL’USO. Uso Orale. Tenere fuori dalla portata dei bambini. Conservare in recipiente ben chiuso e lontano da fonti di calore.

I
GALENICA
TERAPIE
SCELTA
INSUFFICIENTE DELLE
TOPICHE DI PRIMA
33 Nuovo COLLEGAMENTO
di Rosalba Lombardo, Product Specialist R&D Formulation Compounding presso ACEF Galenica
Pillole di

ISCRIZIONI

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Amiamo la nostra Professione...

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Servizi riservati ai soci:

• Assistenza Legale GRATUITA in caso di procedimenti penali COLPOSI contestati nell'ambito dell’esercizio professionale*

• Consulenze gratuite e personalizzate in ambito professionale, fiscale e legislativo

• Partecipazione gratuita o agevolata ai nostri convegni

• Formazione a distanza gratuita per coprire interamente i 50 crediti ECM per il 2023

• Agevolazioni per la partecipazione alla Scuola di Galenica Utifar e ad altri percorsi formativi sul territorio

• Adesione gratuita ad Upfarm (Unione professionale farmacisti per i farmaci orfani) e supporto per la predisposizione di farmaci orfani e off-label

• Spedizione a domicilio di Nuovo Collegamento per i farmacisti collaboratori

*il richiedente deve necessariamente essere socio da almeno un anno e deve aver rinnovato l'iscrizione da almeno 30 giorni dalla scadenza annuale del 28 febbraio.

Siamo Farmacisti!

Quote associative 2023

• Titolari di farmacia € 250

• Non titolari di farmacia € 80

• Titolare di esercizio commerciale per la vendita di prodotti farmaceutici che non richiedono prescrizione medica con la presenza del farmacista € 250

• Neolaureati (entro 6 mesi dalla laurea) € 20 (iscrizioni neolaureati sul sito Utifar nell'apposita sezione)

Iscriviti sul sito www.utifar.it oppure inquadra il Qr code Utifar - Piazza Duca d'Aosta 14 - 20124 Milano - Tel. 02 70608367 - utifar@utifar.it Perchè iscriversi a Utifar?

Gestione del dolore cronico L’importanza della centralità del paziente

Il dolore cronico muscolo-scheletrico è una delle sfide cliniche più difficili che il personale medico-sanitario si trova ad affrontare, è solitamente definito come un dolore che persiste per più di tre mesi e presenta, seppur in diverse forme, degli elementi caratteristici della sensibilizzazione centrale, caratterizzata da un’alterazione della trasmissione dalla periferia ai centri nervosi superiori, inizialmente innescata da una lesione tissutale, patologia o stress che sensibilizzi i nocicettori. Il dolore cronico muscolo-scheletrico, inoltre, è un’esperienza piuttosto complessa a livello psicologico e sensoriale e, di conseguenza, varia molto da persona a persona, essendo influenzato dal contesto, dal significato del dolore e dallo stato psicoemozionale della persona stessa.

Diversi studi hanno sottolineato come i meccanismi alla base del dolore cronico riescano a produrre cambiamenti a livello delle funzioni cerebrali, andando ad inficiare processi encefalici che non hanno alcuna connessione con il dolore stesso.

DIVERSI STUDI HANNO SOTTOLINEATO COME I

MECCANISMI ALLA BASE DEL DOLORE CRONICO

RIESCANO A PRODURRE CAMBIAMENTI A LIVELLO DELLE FUNZIONI CEREBRALI, ANDANDO AD INFICIARE PROCESSI ENCEFALICI CHE NON HANNO ALCUNA

CONNESSIONE CON IL DOLORE STESSO

Per di più, il persistere della cronicità del dolore porta a cambiamenti per quanto concerne l’umore, le emozioni, le relazioni familiari e sociali; contribuendo in alcuni casi all’instaurarsi di quadri depressivo-ansiogeni e andando, di fatto, ad esacerbare ulteriormente la disabilità creata dal dolore.

Questa correlazione fra dolore cronico e aspetto psico-emozionale nasce poiché la corteccia cingolata anteriore, l’amigdala e la corteccia prefrontale si occupano sia di codificare gli aspetti emozionali e cognitivi del dolore cronico, sia, contemporaneamente, risultano coinvolte nel provare le emozioni e nel formare la memoria emotiva. Per di più, a supportare ulteriormente questo binomio contribuisce un legame neuro-infiammatorio, consistente nell’espressione di: interleuchina 6, interleuchina 1b e fattore neurotrofico cerebrale, che si verifica in ambedue le condizioni (dolore cronico e quadri depressivo-ansiogeni).

Riportando questo legame dalla teoria (sopra descritta) alla pratica, uno studio del

2017 ha dimostrato come un temperamento depressivo risulti in una maggior percezione del dolore, in tutte le dimensioni cliniche di quest’ultimo, presentando quindi una tautologia, poiché il dolore e la disabilità contribuiscono all’instaurarsi di stati depressivo-ansiogeni e questi ultimi, aumentano la percezione del dolore stesso.

Risulta quindi evidente che seppur attualmente, una delle terapie maggiormente utilizzate nel trattamento del dolore cronico sia rappresentata dalla somministrazione di antidolorifici oppioidi, vi sia la necessità di riportare l’attenzione sull’individuo deviandola in parte dal sintomo. Solo in questo modo diventa possibile elaborare un protocollo terapeutico efficace volto a generare una seria

G 36 Nuovo COLLEGAMENTO
1 / 2023

riduzione del dolore cronico, della causa scatenante e degli stati depressivo-ansiogeni collegati ad esso.

Gli stessi farmaci antidolorifici oppioidi, per giunta, oltre a non generare una sostanziale diminuzione dei punteggi del dolore (scala VAS e NPRS), come dimostrato da studi svolti nel 2013 e nel 2014, mostrano una serie importante di “effetti collaterali” legati all’abuso e alla dipendenza da oppioidi, inquadrata come una vera e propria epidemia dal “Center for Disease Control and Prevention”. Non bisogna, inoltre, dimenticare come solamente negli Stati Uniti d’America nel 2016, questi farmaci, siano stati responsabili del 68% delle morti per overdose.

Dati gli effetti collaterali non trascurabili e i risultati non del

tutto soddisfacenti, diventa significativo cercare una o più alternative alla somministrazione degli stessi nella gestione del dolore cronico muscolo-scheletrico, sia esso collegato a stati depressivo-ansiogeni, sia esso privo di questa caratteristica. In quest’ottica, il trattamento osteopatico può svolgere un importante ruolo, come dimostrato da recenti studi svolti nel 2020, che hanno documentato come quest’ultimo sia in grado di ridurre significativamente la chinesiofobia e la depressione correlata al dolore cronico da lombalgia. Questo risultato è stato giustificato da una riduzione del dolore cronico che ha ampiamente contribuito alla diminuzione dell’impaccio funzionale e della chinesiofobia, ha contributo

inoltre, anche se in misura minore, ad un calo della depressione correlata al dolore, grazie proprio al miglioramento della sintomatologia sopra indicato.

Possiamo dunque asserire che l’osteopatia abbia ottimi esiti nella riduzione della sintomatologia algica, che porta consequenzialmente ad una riduzione della chinesiofobia, da cui deriva un diminuito impaccio funzionale che contribuisce alla diminuzione dello stato depressivo complessivo.

Questi risultati derivano dal fatto che i pazienti afflitti da lombalgia cronica, ad esempio, presentino una maggior attivazione muscolare legata all’anticipazione del dolore e che questa contribuisca a generare un maggior carico sulle articolazioni, a ridurre la mobilità e a diminuire l’abilità propriocettiva, tutte caratteristiche che sul lungo termine risultano ancor più deleterie. In questo scenario l’osteopata contribuisce a diminuire il tono muscolare e, di conseguenza, ad aumentare il range di mobilità all’interno delle articolazioni che porta, infine ad una ripristinata mobilità e a porre fine a quella tautologia di cui sopra.

Per quanto i risultati del trattamento osteopatico siano molto confortanti nella gestione di pazienti afflitti da dolore cronico muscolo-scheletrico, soprattutto se associato ad un protocollo di esercizi

37 Nuovo COLLEGAMENTO
OSTEOPATICO PUÒ
UN IMPORTANTE RUOLO NEL RIDURRE IN MODO SIGNIFICATIVO LA CHINESIOFOBIA E LA DEPRESSIONE CORRELATA AL DOLORE CRONICO DA LOMBALGIA
OSTEOPATIA IL TRATTAMENTO
SVOLGERE
di Alessio Zanghirati Urbanaz

Rivista, blog e newsletter

OSTEOPATIA

Gestione del dolore cronico

NELLA GESTIONE DEL DOLORE CRONICO MUSCOLO-SCHELETRICO, DIVENTA DI VITALE

IMPORTANZA INQUADRARE IL PAZIENTE ALL’INTERNO DI UN MODELLO BIOPSICOSOCIALE COSÌ DA POTERGLI GARANTIRE UNA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE E MULTIDIMENSIONALE CHE SI ADATTI AL MEGLIO ALLE SUE ESIGENZE

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newsletter periodica affiancano la nostra rivista per essere uno strumento di aggiornamento costante sul mondo della Farmacia. Notizie di attualità, evidenze scientifiche, novità sui farmaci, galenica e molto altro saranno il fulcro per supportare il farmacista nella sua professione!

LA NEWSLETTER DI UTIFAR PER I FARMACISTI

debitamente pensato per il paziente, è altresì importante che, nei casi in cui il paziente sia afflitto anche da un quadro depressivo-ansiogeno, esso sia inquadrato all’interno di un approccio multidisciplinare che associ la debita terapia farmacologica a terapia occupazionale e psicoterapia che si sono dimostrate molto utili nel ridurre la catastrofizzazione del dolore che risiederebbe alla base del quadro depressivo-ansiogeno di cui sopra. Dalle evidenze scientifiche sopra elencate, infatti, risulta manifesto come non si possa fare affidamento solamente sull’uso dei soli farmaci antidepressivi e antidolorifici oppioidi per la gestione di paziente afflitti da dolore cronico, dati gli effetti collaterali che essi possono indurre nei pazienti e dati i risultati, non in linea con le aspettative, per quanto concerne l’aspetto sintomatologico.

ti al meglio alle sue esigenze. Ovviamente, per poter garantire questi, elevati, standard di cura è fondamentale che il personale sanitario tutto, non si limiti a considerare l’aspetto patologico e sintomatologico, ma si ricordi che è il paziente a sperimentare una sintomatologia e ad essere afflitto da una patologia e che essendo ogni paziente un organismo a sé stante, la medesima presentazione clinica possa colpire in modi completamente differenti.

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Per tutti i motivi elencati precedentemente, nella gestione del dolore cronico muscolo-scheletrico, diventa di vitale importanza inquadrare il paziente all’interno di un modello biopsicosociale così da potergli garantire una gestione multidisciplinare e multidimensionale che si adat-

Una volta stabilito questo requisito fondamentale, risulta chiaro come la terapia farmacologica assicuri i migliori effetti quando è propriamente accompagnata da approcci complementari ed utili alla risoluzione o alla diminuzione della sintomatologia e della patologia e degli stati ad esse collegati, così da poter in maniera integrata contribuire allo stato di salute del paziente come obiettivo ultimo e più importante.

Concludendo, è auspicabile che la gestione del dolore cronico possa evolvere in una costante ricerca della terapia maggiormente appropriata per ogni singolo paziente, ricordandosi di trattare la persona e non la patologia.

Nuovo COLLEGAMENTO
L’INFORMAZIONE DI UTIFAR PER I FARMACISTI
Il nuovo Blog di Utifar e la

UTIFAR FAD

Come è possibile conciliare contenuti scientifici, farmacologici e clinici, con gli strumenti del Marketing e della Comunicazione? Lo spunto nasce dal profondo cambiamento culturale e sociale che ha caratterizzato i nuovi scenari del settore della salute e del benessere negli ultimi 15 anni, cambiamento da cui emerge con sempre maggior consapevolezza, l’esigenza di portare una nuova figura di PazienteCliente al centro della ricerca e dello sviluppo dei prodotti e delle politiche di Marketing delle imprese del settore.

L’impiego sempre più diffuso di prodotti naturali (integratori, nutraceutici, fitoterapici e cosmetici) insieme ad una cultura più approfondita su modelli alimentari, su un’alimentazione corretta ed equilibrata e sui protocolli di attività fisica, sono le risposte adeguate alla ricerca del Benessere psicofisico finalizzato al miglioramento del concetto di Bene-Essere e quindi della Salute.

Affrontiamo il tema degli integratori alimentari sotto una veste “clinica”, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa.

Il corso tratta del tema della privacy e del suo impatto sul sistema sanitario, con particolare riferimento alla farmacia. La farmacia che vive a 360° il rapporto con il Paziente-cliente, ha la necessità di conoscere tutte le tematiche che sono di competenza della regolamentazione in materia di privacy.

La regolamentazione sulla privacy aiuta a prevedere le diverse casistiche che si presentano in materia di trattamento di dati sensibili e offre uno strumento per la tutela dei dati personali e per il rispetto delle persone.

EVENTI FAD

LA
INTEGRATORI: LA CONSULENZA DEL FARMACISTA FARMACIA, PRIVACY E PROTEZIONE DATI PERSONALI 30 crediti Ecm 24 crediti Ecm
Validità dei corsi dal 1/03/2023 al 31/12/2023
Costo: € 30 PER I NON SOCI
GRATUITO PER I SOCI UTIFAR
Iscrizioni sul sito www.utifar.it Per maggiori informazioni: Utifar - Piazza Duca d'Aosta 14 - Milano - Tel. 02 70608367 - utifar@utifar.it ECM ONLINE 2023
CLINICA DEGLI

Intervista Officina Speziale di Barbara e Luca Spagnolo, due giovani farmacisti intraprendenti

Officina Speziale è un’azienda italiana progettata da Barbara e Luca Spagnolo, fratelli farmacisti di 5° generazione e preparatori per passione. Durante i primi tempi di attività, trascorsi in piena pandemia mondiale, a causa dell’infezione da Covid-19, il team di Officina Speziale ha collaborato attivamente con l’equipe di medici dell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi per la formulazione e realizzazione dell’integratore alimentare “ReQupero” per pazienti affetti da sindrome Long Covid.

Come nasce ReQupero?

ReQupero® nasce dalla collaborazione tra medici e farmacisti.

LA NOSTRA INTUIZIONE È STATA QUELLA DI AFFIANCARE NELLA FORMULAZIONE, CON IL COQ10, L’ACIDO ALFA LIPOICO, UTILIZZANDOLO COME CARRIER PER ARRIVARE IN CONCENTRAZIONE

PIÙ ELEVATA AL BERSAGLIO MITOCONDRIALE

I medici del “Perrino”, guidati dal dott. Pietro Gatti, a seguito di un’attenta analisi della letteratura scientifica, hanno avuto l’idea di trattare la sintomatologia del long covid, in uno studio clinico, con il coenzima Q10, ipotizzando un rallentamento della produzione di ATP nei pazienti affetti da questa nuova e poco conosciuta patologia. La nostra intuizione è stata quella di affiancare nella formulazione, con il CoQ10, l’acido alfa lipoico, utilizzandolo come carrier per arrivare in concentrazione più elevata al bersaglio mitocondriale, fornendo una sorta di “booster”di energia.

I risultati del progetto hanno portato alla pubblicazione internazionale dei dati sulla

rivista “Clinical and Experimental Medicine” del gruppo Springer Nature.

Oltre al long covid, quali potrebbero esser i campi applicativi di questo integratore?

L’utilizzo può portare grande giovamento anche in tutti quei casi di aumentata richiesta di “energia” come, ad esempio, nel post influenza/ virus stagionali, periodi di grande stress mentale e fisico, cambiamenti stagionali, nello sport e sicuramente nell’invecchiamento cerebrale e motorio. È noto, infatti, che la diminuzione di produzione dell’enzima Q10 avviene naturalmente anche con l’invecchiamento o con patologie neuro degenerative.

40 Nuovo COLLEGAMENTO 1 / 2023 I

Com’è nata l’idea di Officina Speziale?

Parte tutto dal piccolo laboratorio galenico della farmacia di famiglia dove preparavamo alcuni composti fitoterapici, che ci differenziavano dalle proposte commerciali dei nostri colleghi, per poi trasformarsi in un’idea imprenditoriale, nata per replicare il nostro modello di business, formulando e producendo integratori personalizzati per tutti i colleghi che hanno voglia di differenziarsi e di raccontare la propria storia. Per questo il nostro motto è: la prima azienda che parla di TE!

Avete avuto difficoltà nella creazione della start up?

Fare impresa in Italia non è affatto semplice, soprattutto

quando si parte da zero! Mai mollare!!

Inizialmente bisogna avere bene in mente cosa realizzare e quali strumenti lavorativi possano tornare utili, facendo sempre attenzione dal punto di vista economico, poi inizia tutto l’iter burocratico, vero scoglio da superare che spesso scoraggia tanti imprenditori.

Quanto ritieni fondamentale specializzarsi oggi giorno?

Credo che ormai sia l’essenza della nostra professione, il mondo della farmacia diventa sempre più ampio e per questo motivo diventa sempre più importante specializzarsi in un settore per poter essere un punto di riferimento per la

INIZIALMENTE BISOGNA

AVERE BENE IN MENTE COSA

REALIZZARE E QUALI

STRUMENTI

LAVORATIVI

POSSANO

TORNARE

UTILI, FACENDO SEMPRE

ATTENZIONE

DAL PUNTO DI VISTA

ECONOMICO

popolazione e per i colleghi che hanno voglia di seguire quella strada.

Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere il mondo della galenica ?

Sicuramente di continuare a formarsi e di mettere alla prova in laboratorio quello che si è studiato sui libri perché la teoria deve andare di pari passo con la manualità. Per quanto riguarda invece le università spero che nel processo di ammodernamento dei corsi di studio possa trovare più spazio il mondo dell’integrazione alimentare sia da un punto di vista legislativo che tecnico.

Per contatti:

info@officinaspeziale.com

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PROFESSIONE
di Paolo Levantino

DDa Metagenics le vitamine B attive che ti ricaricano al

100%

Un carico di energia per sostenere il nostro organismo, da oggi disponibili anche in bustina!

La stagione fredda mette a dura prova il nostro organismo e la nostra energia, ma la vitamina B può esserci d’aiuto per superare al meglio la fine di questa stagione e l’inizio della primavera.

L’importante però è scegliere integratori che contengano vitamine B in forma attiva, in quanto assicurano un migliore assorbimento, nessun rischio di accumulo e tossicità e le rendono direttamente disponibili ad intervenire nell’organismo.

DA STUDI SCIENTIFICI EMERGE CHE IN ITALIA IL 20% DEGLI INDIVIDUI HA UN POLIMORFISMO GENETICO CHE LIMITA LA CAPACITÀ DI ATTIVARE I PROCESSI CHE TRASFORMANO LE FORME NON-ATTIVE IN ATTIVE

«Le vitamine del gruppo B sono conosciute per il loro ruolo essenziale nei processi di produzione energetica cellulare – spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics – molto più frequentemente di quanto si pensi, la sensazione di fatica e pesantezza e la mancanza di energia sono dovute alla carenza sub-clinica di queste vitamine. In particolare, la carenza delle vitamine B6, B9 e B12 può contribuire a una insufficiente produzione di serotonina e melatonina, con effetti sull’umore e sul ritmo circadiano.

Aiutare il nostro organismo attraverso l’integrazione di questi elementi è un’ottima idea, ma attenzione a scegliere prodotti che contengano vitamine B in forma attiva.

Da studi scientifici emerge infatti che in Italia il 20% degli individui ha un polimorfismo genetico che limita la capacità di attivare i processi che trasformano le forme non-attive in attive. - continua Salamone - la differenza tra forma standard e forma attiva si vede bene dai nomi degli ingredienti riportati sulla confezione.

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semplice dicitura Riboflavina. Per la vitamina B6 ricerchiamo la dicitura piridossal-5-fosfato e per la B12 la dicitura metilcobalamina. Infine, la vitamina B9 va ricercata come calcio-L-metilfolato, da preferire alla forma acido folico. Tutte queste forme hanno un migliore profilo di biodisponibilità e tollerabilità per l’organismo». La proposta di Metagenics è B-Dyn®, integratore alimentare ad alto impatto che presenta una formulazione completa delle vitamine B in forma attiva, e la grande novità di questo 2023 è la nuova versione in bustine.

B-Dyn® bustine è l’unico prodotto in Italia in cui sono presenti 7 vitamine del gruppo B, in forma attiva, in una comoda formulazione di polvere solubile in acqua e con un gradevole gusto di agrumi.

È sufficiente una singola bustina al giorno per ricaricarsi al 100%. B-Dyn® compresse e B-Dyn® bustine contribuiscono al normale funzionamento del sistema nervoso e alla performance mentale (vit. B1, B3, B6, B12, biotina).

B12) e al normale metabolismo dell’omocisteina (folato, vit. B6,

L’utilizzo di vitamine B esclusivamente in forma attiva è in linea con l’approccio “High Impact” che contraddistingue Metagenics, leader nel settore della micronutrizione di alta qualità. Grazie agli investimenti in ricerca e alle nuove tecnologie, le formulazioni dei prodotti sono adattate ai processi biochimici dell’organismo. L’impegno di Metagenics è utilizzare sempre i migliori ingredienti nel dosaggio corretto con un’ottima compliance per il paziente: un prezzo conveniente e nel caso delle bustine di B-Dyn® anche un gusto gradevole. I prodotti finiti contengono esclusivamente sostanze nutritive che l’organismo è in grado di assorbire correttamente e con elevata tolleranza.

Metagenics, produttore e distributore leader di micronutrizione di livello scientifico, è un gruppo attivo a livello globale.

Metagenics Europe serve e coordina l’intero mercato europeo dalla sua sede centrale a Ostenda (Belgio). Questa è anche la sede dell’azienda di produzione.

Metagenics Europe impiega 370 persone in Belgio, Paesi Bassi, Germania, Francia e Italia e ha registrato un fatturato totale di ca. 90 milioni di euro nel 2022.

La sede di Metagenics Italia è a Milano.

Metagenics Academy si occupa della formazione di professionisti della salute e della divulgazione di contenuti e studi scientifici.

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VITAMINE
a cura della Divisione Scientifica di Metagenics

CONSULENZE

Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a:

SEGRETERIA UTIFAR

PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14

20124 MILANO

TEL. 02 70608367

FAX 02 70600297

E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR

FISCALI:

Studio Brunello e Partner, Dr. Marino Mascheroni

LEGALI E LEGISLATIVE:

Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi

GALENICHE:

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

MEDICINE NON CONVENZIONALI:

Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto

ASSICURATIVE:

Mutua Tre Esse

ENPAF:

Dr. Paolo Giuliani

BANCARIE E FINANZIARIE:

Dr. Giampiero Bernardelle

PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL

E ADEGUAMENTO NORMATIVE:

Arch. Luca Melchionna

COMPENSO PER I SOCI

I soci farmacisti di una Sas, iscritti all’ENPAF, sia accomandatario che accomandante, per la loro attività professionale di farmacisti, possono ricevere dalla società un compenso, oltre agli utili di fine esercizio, senza che tali compensi vengano assoggettati a contribuzione INPS o qualsivoglia tipo di ritenuta?.

Naturalmente tali compensi contribuiranno alla formazione del reddito personale e saranno assoggettati all’IRPEF.

Occorre fare una precisazione fondamentale. Il socio accomandatario è per antonomasia socio lavoratore/amministratore, il compenso erogato all’accomandatario di una Sas sarebbe sicuramente un costo deducibile, anche se la società amministrata è una società di persone. Il costo deve essere dedotto secondo il criterio di cassa in base all’articolo 95, comma 5, del Tuir. La tipologia di costo è prestazione di servizi, e quindi rappresenta un componente negativo indeducibile dalla base imponibile Irap. Qualora il socio accomandatario sia anche direttore della farmacia il compenso non è assoggettabile ad Inps gestione separata, essendo “coperto” dal contributo Enpaf. Nella società in accomandita semplice il socio accomandante è invece socio di mero capitale et indi per potere svolgere attività lavorativa deve

essere inquadrato con uno specifico rapporto contrattuale anche di subordinazione. Per farla breve il vostro caso si potrebbe risolvere con una trasformazione della sas in snc (con tutto quanto comporta) ovvero assumendo come dipendente l’accomandante, ovvero ancora affidando la direzione sanitaria all’accomandante e attribuirgli un compenso direzionale e remunerando l’accomandatario non come amministratore bensì come “farmacista prestatore al banco” evidenziando codesta mansione sulla cedola del compenso.

Stante la complessità del caso solo a disposizione per approfondimenti in merito

Dr. Marino Mascheroni

FARMACIA IN AFFITTO

Può una Sas che gestisce una farmacia urbana, dare in affitto la propria farmacia ad un’altra Sas costituita da farmacisti in possesso dei requisiti richiesti e che gestiscono già un’altra farmacia rurale di proprietà in un’altra provincia?

L’affitto d’azienda non è previsto dalla normativa sulle farmacie così come altre forme di gestione.

Esistono pochi casi di gestione affidata a fronte di versamenti di corrispettivo ma solo nelle procedure concorsuali.

Avv. Paolo Leopardi

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1 / 2023

CONSULENZE

UTIFAR

CCNL E RURALI

Vorrei sapere se il Ccnl si applica alla farmacia rurale esattamente come per la farmacia urbana. Ricordo che tempo addietro la assunzione di un farmacista comportava una lieve riduzione dello stipendio in busta paga. Dal verbale di accordo di rinnovo del CCNL farmacisti potrà evincere la paga base di un farmacista collaboratore di farmacia rurale che è lievemente più bassa. Avv. Paolo Leopardi

LA GALENICA IN PARAFARMACIA

Nel laboratorio galenico di una parafarmacia può essere preparato un integratore a base di collagene? Eventualmente servirebbe la prescrizione medica? Più in generale, quali sono le differenze normative riguardo il laboratorio galenico di farmacia e di parafarmacia? Nelle parafarmacie dotate di laboratorio galenico, possono essere allestite esclusivamente preparazioni farmaceutiche officinali che non richiedono presentazione di ricetta medica. Le preparazioni officinali allestibili devono avere necessariamente una monografia in una Farmacopea o in un formulario ufficiale di un paese dell’Unione europea. Non risulta alla scrivente una monografia contenente Collagene. Lo stesso può essere comunque posto in commercio come integratore da un operatore del

settore alimentare, dopo aver ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni ed essere stato prodotto in uno stabilimento di produzione autorizzato. A meno che la parafarmacia non sia anche uno stabilimento di produzione autorizzato dell’autorità competente alla produzione di integratori, l’allestimento in un laboratorio galenico necessiterebbe di ricetta medica e come tale non allestibile in un laboratorio di parafarmacia.

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

CREMA BASE IDROFILA

Ho difficoltà a reperire la crema base Dac e Myglyol. Mi potete consigliare una preparazione sostitutiva? Ovviamente con cambio ricetta. Si può allestire una crema analoga utilizzando come base la crema idrofila Cetomacrogol crema tamponata.

Crema base Cetamacrogol tamponata:

Alcool cetilstearilico gr. 7,2

Cetomacrogol 1000 gr. 1,8

Vaselina bianca gr. 15

Paraffina liquida gr.i 6

Potassio sorbato gr. 0,27

Sodio fosfato diidrato gr.0,3

Acido fosforico diluito o sodio idrossido 1M

Acqua distillata q.b. a gr. 100

Per la preparazione, si fondono i componenti lipofili e si porta a 70°C 60 grammi di acqua precedentemente bollita, raf-

freddata e in seguito aggiunta di sodio fosfato diidrato. Si uniscono le due fasi agitando fino a formare l’emulsione. Si scioglie il potassio sorbato in 5 grammi di acqua precedentemente bollita e raffreddata e si aggiunge alla crema mescolando efficacemente. Si valuti il pH (deve essere tra 4,5 e 5) e se necessario si corregge con acido fosforico o sodio idrossido. Si porta a peso se necessario con acqua depurata bollita di recente.

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

CAPSULE DI CURCUMINA

Un cliente mi ha chiesto di poter allestire delle capsule da 500mg di curcumina. Mi chiedevo se potevo allestirlo tranquillamente come preparato erboristico secondo l’allegato 1 del ministero della Salute, aggiungendo in etichetta quanto previsto dalla norma e utilizzando un estratto secco di curcumina titolato al 20%. Oppure la concentrazione richiesta fosse eccessiva?

Non ci dovrebbero essere problemi in quanto si trovano regolarmente in commercio integratori a base di curcuma e.s. titolata al 20% di curcuminoidi anche a dosaggi superiori ai 500 mg a lei richiesti.

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

45 Nuovo COLLEGAMENTO

CONSULENZE UTIFAR

ESTRATTO DI CHINA

Ho partecipato alla scuola di galenica e nella lezione di fitoterapia veniva proposto un elixir alla china. Volevo sapere se, per vendere alcolici in farmacia, è necessaria una autorizzazione particolare?

E in che quantità si possono tenere già pronti?

La formulazione proposta si può approntare come preparato a base di piante e derivati. L’estratto di China utilizzato (e gli altri eventuali estratti o componenti vegetali) devono essere ricompresi nella lista delle piante ammesse negli integratori alimentari che è attualmente disciplinata dal decreto ministeriale 10 agosto 2018 (Lista di riferimento :Decreto direttoriale prot. 33391 del 1 agosto 2022, l’allegato 1). Si ricorda altresì che gli estratti di China sono controindicati in gravidanza in quanto possono provocare contrazioni uterine. Non trattandosi di un liquore ma di un prodotto a base di estratti o componenti vegetali (tra l’altro presente come monografia nella Farmacopea Ufficiale Italiana Ed. VII ma non più riportata nella Edizione XII) può essere allestito in analogia con i preparati officinali per un quantitativo massimo di 3000 gr. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

SOLUZIONE PER LE CHIAZZE DEL CUOIO CAPELLUTO

Mi hanno richiesto una preparazione per il cuoio capelluto contenente beta naftolo

4g; acido salicilico 3g; cloruro d’ammonio 3g; alcool a 75 gradi q.b. A 100ml. Potreste darmi dei suggerimenti pratici per l’allestimento?

Si calcola la quantità teorica di di alcool etilico a 96 gradi e di acqua depurata necessaria per l’allestimento. In una quantità di alcool a 96° inferiore del 5% (rispetto a quella teorica calcolata) si sciolgono Beta Naftolo e Acido Salicilico. Nella quantità di acqua inferiore del 5% (rispetto a quella teorica calcolata).

Si scioglie l’ammonio cloruro. Si uniscono le 2 soluzioni e si porta a volume con alcool etilico a 75°. Confezionare in flacone contagocce con vetro scuro. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

ADDITIVO ALIMENTARE

Volevo delucidazioni su come comportarsi nella richiesta di acquisto da parte di un cliente di un additivo per uso alimentare. Come bisogna calcolare il costo della sostanza? Oltre al costo dell’Iva qual è la percentuale di guadagno che spetta alla farmacia?

Come riportato nella Circolare FOFI n. 6489 Prot.n. 2004/0008706/A.G. è consentita la vendita di un additivo alimentare da parte della farmacia alla clientela della stessa. Di seguito si riporta uno stralcio della stessa Circolare: Ripartizione e confezionamento - Si ricorda che nel caso di vendita di ingredienti/additivi alimentari ripartiti e confezio -

nati dalla farmacia su richiesta degli utenti l’etichetta dovrà contenere (art. 3 D.M. 27.2.1996 n. 209):

a) il nome dell’additivo e il relativo numero CE come previsto nell’allegato n. 2*;

b) la dicitura “ad uso alimentare” ovvero “per limitato uso alimentare”, oppure un riferimento più specifico alla destinazione dell’additivo;

c) le condizioni di conservazione e di utilizzazione, qualora necessarie;

d) le istruzioni per l’uso, qualora la mancanza possa non consentire un uso corretto dell’additivo;

e) il nome o la ragione sociale e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nell’Unione Europea;

f) la quantità netta;

g) il termine minimo di conservazione.

La mancata iscrizione di un additivo nell’elenco allegato al D.M. 209/1996 e succ. modifiche costituisce divieto d’impiego dello stesso negli alimenti (per es. acido salicilico nota prot. N. 704/41.66/62/2702 del 6.11.1976). Per quanto riguarda il prezzo al pubblico della sostanza dispensata non si applica la Tariffa Nazionale dei Medicinali che è riservata alle preparazioni galeniche magistrali. L’iva applicabile è del 22% non avendo trovato la voce nelle aliquote IVA agevolate (si confronti anche con il suo commercialista per avere conferma).

Il prezzo è libero.

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

46 Nuovo COLLEGAMENTO 1 / 2023

Un piccolo gesto per una grande Opera

Da oltre 60 anni accanto ai poveri. Opera San Francesco per i Poveri, OSF, è la realtà fondata dai Frati Cappuccini di viale Piave a Milano, che dal 1959 si impegna ad assicurare ai poveri assistenza gratuita e accoglienza.

Utifar ha recentemente donato 4000 mascherine chirurgiche a Opera San Francesco per i Poveri Onlus, realtà da 60 anni attiva nell’aiuto alle persone che si trovano in difficoltà economiche e sociali.

Le porte dei servizi di Opera San Francesco sono aperte a tutti: a chi si trova in un momentaneo periodo di difficoltà, o a chi invece da tempo non riesce a rialzarsi e a riconquistare la propria dignità.

Anziani, pensionati, disoccupati, immigrati, senza fissa dimora: tutti vengono accolti, ascoltati e aiutati.

Le due Mense, le Docce e Guardaroba, il Centro Raccolta e il Poliambulatorio permettono di soddisfare bisogni primari come la fame, l’igiene personale e la salute. Ogni giorno vengono erogati 40 cambi d’abito completi e 2.500 pasti, ogni anno 34.000 docce calde e 36.000 visite mediche.

Oltre a garantire cibo, vestiti e cure mediche, OSF offre un reale percorso di cambiamento. Questo avviene grazie a progetti personalizzati gestiti dall’ ”Area sociale” che, attraverso la relazione di aiuto tendono a risolvere le problematiche che hanno portato le persone a trovarsi in situazioni economiche difficili, a perdere il lavoro o la casa a interrompere rapporti familiari e sociali.

Fra Marcello Longhi, nella lettera che ci ha inviato scrive:

“Garantire l’accesso gratuito ai servizi di OSF è lo strumento per riportare le persone escluse, emarginate e sole verso un percorso di inclusione sociale di cui tutta la comunità può beneficiare.

Grazie anche al vostro aiuto Opera San Francesco può continuare a offrire aiuto

concreto e conforto e far ritrovare la dignità che la strada e le difficoltà hanno sottratto a chi non ha niente”.

Sono più di 1000 i volontari di OSF, di cui circa 200 medici. Così come OSF accoglie tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, senza alcuna distinzione, allo stesso modo anche i suoi volontari appartengono a qualsiasi professione, credo religioso, ceto sociale.

E Utifar è orgogliosa di poter contribuire anche con un piccolo gesto a questa importante Opera.

Per saperne di più e per donazioni: operasanfrancesco.it

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SOLIDARIETÀ
a cura della Redazione di Nuovo Collegamento
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49 Nuovo COLLEGAMENTO

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