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CUORE MONCALIERI
from PINK BASKET N.04
by Pink Basket
PRIMO PIANO di Luci Montanari
ANASTASIA CONTE È LA RAPPRESENTAZIONE PERFETTA DELLA SORPRESA DI A2AKRONOS MONCALIERI: GIOVANE, VELOCE E TALENTUOSA, COME IL GRUPPOCHE DALLA SERIE C PIEMONTESE STA AVENDO UN RUOLO DA PROTAGONISTANEL GIRONE NORD DELL’A2 E PUNTA DRITTO AI PLAYOFF
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Anastasia Conte è la talentuosissima play/guardia classe 2000 che, insieme alle sue compagne, sta guidando la neopromossa Akronos Moncalieri, dalla Serie C al quarto posto nel girone nord di A2. Annata di soprese, quindi, sia a livello di squadra, in quanto nessuno si sarebbe mai aspettato un inizio così brillante, ma anche a livello personale, in quanto Anastasia ha fatto registrare cifre importanti in questa prima parte della stagione: 11.1 punti, 5.2 rimbalzi, 2.5 palle recuperate, 1.5 assist e 10,1 di valutazione di media. Cifre notevoli, insomma, per la giovanissima giocatrice alla sua prima esperienza nella seconda serie nazionale.
Una storia che inizia da lontano quella tra “Nasti”, questo il suo soprannome, e l’Akronos Moncalieri, precisamente nel 2010, anno in cui la giocatrice ha cominciato tutta la trafila delle giovanili con la squadra piemontese che nell’ultimo anno l’hanno portata a giocare sia le finali U20 di Macherio sia quelle U18 a Battipaglia. La ciliegina sulla torta di questo bel percorso insieme però, è arrivata la scorsa stagione con una bellissima ed emozionantissima promozione dalla Serie C del Piemonte all’A2. Dopo una regular season impeccabile (20 vittorie su altrettante gare), Moncalieri prima elimina agilmente ai playoff Livorno, poi nella finale promozione si trova davanti Muggia: all’andata la sfida si fa difficile con l’Akronos che perde di 21 punti e inizia a veder sfumare la possibilità di salire. Al ritorno però una gara perfetta permette a Moncalieri di ribaltare il pesante svantaggio iniziale e di conquistare una quasi insperata promozione in A2.
L’inizio della stagione in A2 è storia recente, ma non per questo meno sorprendente: nessun addetto ai lavori e, come ci dirà Anastasia, neanche la squadra stessa, avrebbe mai creduto in una partenza simile. Invece vediamo questo gruppo di giovanissime lottare per un posto da protagoniste in un campionato che sta diventando sempre più competitivo. L’anno d’oro di Anastasia però non finisce qui, perché a coronamento di una grande stagione, in estate è arrivata anche la prima chiamata in azzurro, nella nazionale U18, con la quale ha partecipato agli europei di Udine che le azzurre hanno chiuso al decimo posto.
Partiamo dall’inizio della tua storia... Quando e come è iniziata la tua passione per la pallacanestro?
Da piccola andavo sempre a vedere le partite di basket di mio fratello perché la pallacanestro come sport mi affascinava. In quel periodo io giocavo a tennis, finché un giorno, all’età di 8 anni, ho deciso di provare e mamma mi ha accontentata. Quel giorno è stato l’inizio del mio percorso col basket dal quale non mi sono più staccata.
Un ricordo bello e recente, quello della promozione in A2 dalla Serie C. Raccontaci le emozioni della passata stagione, in particolar modo della finale contro Muggia che vi ha permesso di salire in A2...
Penso che la promozione in A2 sia stata il risultato di un anno di sacrifici fatti. Tutto l’anno abbiamo cercato di dare il 100% in ogni singola partita perché volevamo ottenere un ottimo risultato a fine stagione. La partita decisiva contro Muggia l’abbiamo giocata al massimo, consapevoli che sarebbe stata quasi un’impresa impossibile. Abbiamo fatto la partita perfetta, ci abbiamo creduto fin dal primo minuto di gioco e non abbiamo mai mollato. A fine partita nell’abbraccio con le compagne di squadra e lo staff è esplosa una gioia incredibile e penso che questo ricordo rimarrà nel cuore a noi e alla società.

Ora parliamo di presente: da neopromosse a quarte in classifica in un’A2 assolutamente competitiva. Ve lo aspettavate?
Forse non ce lo aspettavamo, ma dopo la prima partita è stato un susseguirsi di conferme. Abbiamo scoperto di essere una squadra unita, composta da ragazze sempre pronte a sacrificarsi l’una per l’altra e tutte in grande sintonia. Queste penso siano le chiavi che ci hanno portato alle diverse vittorie in campionato. Sappiamo di avere un girone competitivo ma cercheremo sempre, con determinazione e tenacia, di dimostrare quanto possiamo fare bene.
Qual è stata la chiave del vostro inizio così positivo?
Altro motivo di questi ottimi risultati sono state le scelte fatte dalla società per i nuovi inserimenti. Tutte ragazze fortissime, con grande esperienza e che hanno saputo integrarsi immediatamente nello spirito di squadra.
Quali sono gli obiettivi per questa stagione, sia a livello di squadra che individuale?
Dati i risultati ottenuti, a questo punto anche la squadra ha alzato l’asticella e l’obbiettivo quest’anno sono i play off. Sappiamo che è un traguardo molto difficile da raggiungere perché le squadre sono davvero forti, ma più puntiamo in alto più diamo il massimo per ottenere ciò che desideriamo. Per quanto riguarda gli obbiettivi individuali vorrei sicuramente crescere da un punto di vista tecnico e, pur rimanendo con i piedi per terra, la mia aspirazione è quella di arrivare a giocare nella massima serie.
Siete un gruppo molto giovane: quali sono i punti di forza e di debolezza di questa caratteristica?
Essendo una squadra molto giovane l’energia è a mille, c’è tanto entusiasmo e voglia di crescere. I nostri punti di forza sono da una parte le piccole, dotate di caratteristiche importanti come piedi rapidi e molto veloci, e dall’altra le lunghe che con la loro esperienza e fisicità danno sicurezza alla squadra. La difesa è la chiave dei nostri risultati. Nelle situazioni di difficoltà, ciò che ci manca è talvolta la continuità e l’esperienza di alcune di noi che sono ancora alle prime armi.
Le giovanili, la promozione, l’A2, tutto con la maglia di Moncalieri. Ti senti un po’ il “simbolo” di questa società? Che cosa significa per te tutto questo?
Questa società mi ha cresciuta sotto tutti i punti di vista e la vivo come una seconda famiglia. Non credo di esserne il “simbolo”, ma spero di essere uno dei punti di riferimento per le più piccole che iniziano questa nuova avventura. Non penso di dover spendere altre parole, ma ciò che mi preme dire è che questa società mi ha dato tanto ogni anno perché è composta da persone molto attente alle esigenze degli atleti e forse in un contesto diverso non avrei avuto tante soddisfazioni.
In estate è arrivata anche la prima esperienza azzurra: che cos’hai provato in quel momento?
All’inizio della scorsa stagione il mio coach mi disse che dovevo puntare alla nazionale e i sacrifici fatti durante l’anno hanno reso possibile questo sogno. Indossare la maglia azzurra per la prima volta mi ha regalato forti emozioni, tra cui un po’ di agitazione ma anche tanta felicità, che spero di poter rivivere di nuovo in futuro.

Sei giovanissima e frequenti ancora le scuole superiori: come riesci a conciliare la pallacanestro ad alto livello e lo studio?
Questo problema sono riuscita ad affrontarlo quando ho iniziato le giovanili e ancora oggi sto cercando di gestirlo. Grazie all’organizzazione e alla determinazione riesco a conciliare le due cose; quest’anno è ancora più impegnativo perché ho la maturità, ma spero di cavarmela come gli altri anni. Per fortuna ho anche trovato in alcuni professori una particolare sensibilità e attenzione nei miei confronti.
Hai un rito pre partita? Qual è?
I miei riti pre partita sono davvero tantissimi. Cerco di fare sempre le stesse identiche cose: prendo un cappuccino al bar con mia mamma prima della partita, metto prima la calza sinistra e poi quella destra, ascolto sempre la stessa sequenza di canzoni e indosso la solita felpa due ore prima della partita.
Chi è il tuo idolo cestistico?
Non ho un vero e proprio idolo cestistico, ma ammiro molto e seguo alcune giocatrici della serie A1. Le giocatrici che stimo di più sono Francesca Dotto, perché mi piace molto il suo modo di giocare e come svolge il ruolo da playmaker: si butta sempre su tutti i palloni e ha un’ottima difesa aggressiva. Poi, Raffaella Masciadri per la sua grinta e voglia di dare sempre il 100% nelle partite.
Che squadra tifi?
Di squadre non me ne intendo molto, ma quella che preferisco sono i Los Angeles Lakers.
Quando non sei impegnata con la pallacanestro e lo studio, cosa ti piace fare nel tempo libero?
Nel tempo libero amo ascoltare la musica: mi immergo completamente in un altro mondo e mi fa passare del tempo senza pensieri. Mi piace anche scrivere, andare a ballare la sera con gli amici e fare le cene post allenamento con le mie compagne di squadra.