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CHI FERMERÀ VENEZIA
from PINK BASKET N.04
by Pink Basket
INSIDE A1 di Bibi Velluzzi
L’UMANA DOMINA IMBATTUTA, SCHIO INSEGUE A QUATTRO LUNGHEZZE. REGGE RAGUSA. SORPRESA BRONI. BENE VIGARANO. IN CODA LOTTANO IN TRE, MA EMPOLI DOVRÀ INVERTIRE LA ROTTA
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Chi fermerà Venezia? È davvero l’anno buono? La squadra del sindaco Luigi Brugnaro è davvero la più forte? Tutto questo lo sapremo a maggio quando l’edizione numero 88 del campionato di A1 femminile emetterà il verdetto finale, ma finora l’Umana Reyer Venezia non ha avuto rivali.
VENEZIA - Undici partite, 11 vittorie. Una cavalcata nel girone d’andata. La musica del Taliercio è una sinfonia. E la squadra affidata ancora ad Andrea Liberalotto, che lo scorso anno perse in semifinale e andò in fondo in Europe Cup, sembra davvero un’orchestra che funziona a meraviglia. Luigi Brugnaro non perde una partita di uomini e donne e dice sempre l’ultima parola, ma il giocattolo granata è nelle mani di Roberto De Zotti, dirigente illuminato, sempre accanto al presidente di Lega Massimo Protani che ha davvero un enorme potenziale tra le mani, considerato anche che le sue giovani migliori sono in America (Penna, Pan, Cubaj) tra Georgia Tech e Wake Forest e, se vorranno, ultimati i brillanti studi, potranno ripassare “da casa”. Venezia è cresciuta, perché è cresciuto il gruppo. Detto addio alla lunga Ruzickova (sostituita con Gulich), chiusa l’era delle capricciose soliste, Venezia ha puntato sulla classe e l’esperienza della lettone Anete Steinberga, 28 anni, una tuttofare con grande esperienza in Europa che ha dato qualità al roster di Liberalotto. Da Schio è arrivata con amore Jolene Anderson, una che nel nostro campionato è sempre stata una garanzia. Segna meno che a Schio, ma è utile e concreta e affidabile all’interno di uno spogliatoio dove le italiane hanno, comunque, un buon livello. Dall’eterna promessa Valeria De Pretto che ha cinque mesi per sperare di guadagnarsi un posto all’Europeo con il decisionista Crespi, a Kacerik, un’altra eterna promessa ai playmaker Gorini (che in azzurro per ora c’è) e Carangelo (che continua a sperare). Bestagno è un’ottima alternativa sotto alle straniere con tanti punti nelle mani dentro l’area. Crudo vive una nuova bella avventura e Madera è il futuro.
SCHIO - Detta così, sembra difficile fermare la marcia dell’Umana, ma dietro le oro granata c’è sempre l’inaffondabile Famila Schio, nove scudetti conquistati e una stella da cucire prima dell’addio a Raffaella Masciadri, la capitana, il simbolo del nostro basket che a novembre ha dato visibilità al movimento per il brusco addio alla maglia azzurra. Quella che doveva essere una festa si è trasformata in un calvario per il difficile rapporto mai nato con Crespi. Masciadri è ancora a Schio (4 tiri da tre sul altrettanti tentativi prima di Natale con l’Allianz Geas, ma era da buttare?) dove a maggio vuol chiudere in bellezza. La squadra di Pierre Vincent finora ha deluso, soprattutto in Europa dove deve mettersi a correre da gennaio per acchiappare un ingresso dalla porta di servizio in Europe Cup. La rivoluzione totale si è sentita, i guai di Dotto pure, e l’ingaggio di Gemelos, percepita come una stella, non ha fruttato. Gruda e Lavender hanno finora fatto fatica a carburare, ma a un certo punto è arrivata Quigley e la sensazione è che ai primi di marzo (finali di coppa Italia spostate a San Martino di Lupari, a Campobasso ci sarà la A2 a fine mese) se il motorino girerà alla perfezione sarà ancora Schio la squadra con cui fare obbligatoriamente i conti. Le italiane, però, devono dare qualcosa in più. Micovic può andar via, le giovani Fassina e, soprattutto André crescono, Crippa in difesa è una garanzia da sempre per chiunque l’abbia, ma dalle altre è lecito aspettarsi molto di più. Chiaro che Filippi (regina del tre contro tre) e Battisodo non avevano esperienza di Eurolega, un’altra dimensione rispetto al campionato. Due sconfitte in campionato pesano, ma mai dare per morta Schio. Cercherà di vincere, come ha sempre fatto finora.
RAGUSA - Dietro Schio c’è la Passalacqua Ragusa, una conferma che cerca sempre di piazzare la botta vincente. Gianni Recupido ha un roster eccellente nel quale ha inserito quella che da sempre è la giocatrice più influente del torneo: Jillian Harmon, 28 punti anche nell’ultima di andata. Anche se chi segna a raffica in squadra è la solita Hamby, 200 punti in 11 gare. Soli e Consolini sono una garanzia, come Sabrina Cinili, in pianta stabile in azzurro, che Vincent avrebbe tanto voluto a Schio. Ragusa è solida, concreta, dirà la sua nella battaglia finale.

SORPRESA - Se per tanti anni si è assistito alla storicità di un Geas Sesto San Giovanni che, finalmente, sembra aver risolto i tanti guai economici, riportando alla luce nel migliore dei modi il club storico della nostra pallacanestro, oggi la Lombardia vede sventolare il vessillo di Broni, la città di Cecilia Zandalasini, la stellina emigrata in Turchia al Fenerbahce. Il factotum biancoverde Marco Mezzadra ha messo in piedi una squadra niente male in una piazza malata di basket femminile. Chiusa l’era di Cico Sacchi, il gruppo è stato messo nelle mani di Alessandro Fontana, l’ex vice di Sacchi, approdato a Bolzano. Broni è quarta dietro a Ragusa. La forza delle biancoverdi? Davvero il gruppo. E straniere collaudate che conoscono il nostro campionato. Qui sta la chiave. Nina Premasunac è una garanzia, ma lo è soprattutto Julie Wojta che, vinto uno scudetto a Lucca, si è integrata alla perfezione a Broni. Che ha aggiunto la terza ciliegina Nikolina Milic, la croata che già fece benissimo al Cus Cagliari. Mezzadra l’ha ripescata sapientemente (segna 16.3 punti a partita) e ora questo trio mette paura a chiunque. Quasi più degli irriducibili tifosi di Broni che non smettono mai di cantare e incitare. L’Elcos finora ha resistito pure alla grave perdita del playmaker Giulia Moroni che ha finito la stagione e comincerà sempre lì la prossima. Va sostituita, con un’altra italiana, ma nello spot di play funziona e bene Valentina Bonasia. Il rilancio di Spreafico, unito al recupero di Pavia che ha avuto davvero troppi problemi, possono dare alla squadra di Fontana tanta stabilità. In più ci sono le giovani Togliani e Cristallo che stanno dando parecchie soddisfazioni.
IL RESTO - Detto delle quattro battistrada, è facile indicare nella Dike Basket Napoli la delusione della parte iniziale del campionato. I problemi economici, gli stipendi che non arrivavano, non hanno agevolato il lavoro di Nino Molino che ha realizzato il sogno di allenare Chicca Macchi e che ha avuto pure da Schio Kathrin Ress e Marzia Tagliamento, desiderose l’una di chiudere alla grande una lunga carriera e l’altra di rilanciarsi per provare a vedere se è davvero una giocatrice di primo livello. Marzia ha più spazi e ha ripreso a segnare come prima di arrivare in Veneto, ma Napoli ha perso tanti punti. Il trio straniero, se motivato, può sostenere Napoli nell’assalto al paradiso. Da San Martino di Lupari che si è assunta l’onere di organizzare le finali di Coppa Italia, perché ha l’entusiasmo di un dirigente come Vittorio Giuriati, arrivano sempre buone notizie (infortunio di Caterina Dotto a parte). Sei vittorie su 11 gare sono un bel bottino. Per chi non può fare spese pazze è un grande risultato. Soprattutto se si considera che lì c’è pure una squadra di A2 dello stesso club. Complimenti. E alcune giovani promettenti giocano in doppio tesseramento come ha fatto la brava Keys. Lucca non ha più sogni di gloria, ma tiene e affrontarla è sempre un problema. Con Serventi c’è equilibrio. Orazzo e Ravelli sono gli innesti italiani. Marida sta facendo bene anche fuori dalla culla di Battipaglia.
IN LOTTA - Nella battaglia per la salvezza finora hanno messo la testa fuori l’Allianz Geas Sesto San Giovanni, allenata dall’unica donna, Cinzia Zanotti e la bella sorpresa Vigarano. Sesto ha recuperato finalmente Bibi Barberis, ma ha avuto Loyd fuori per un mese. Verona, Ercoli e Nicolodi sono le scommesse di Zanotti e del club che ha trovato solidità e uno sponsor di prestigio come Allianz. Nel girone di ritorno ci si aspetta qualcosa di più.

Vigarano (brava a centrare le finali di coppa Italia con Sesto San Giovanni che è rimasta fuori) ha trovato in Feyonda Fitzgerald, la scorsa stagione in Polonia, una straordinaria macchina da punti. È lei la capocannoniera del torneo che viaggia a 19.4 di media a partita. È lei il braccio armato della squadra di Andreoli dove Bocchetti, dopo i tormenti interiori generati dall’addio alla sua Napoli, sta trovando una bella dimensione. E in più ci sono le Under 16 d’oro, Gilli (eletta pure Mvp nel torneo continentale), Natali, Nativi. Puntare su di loro non è un azzardo. E presto potranno capire se misurarsi in realtà dove conta giocare anche in Europa.
Battipaglia, grazie alla stupefacente Brown e Torino con la forza della disperazione si sono portate avanti di due punti rispetto alla matricola Empoli alla quale, per ora, non basta il grande entusiasmo per la trionfale promozione di primavera. Una sola vittoria non serve per salvarsi. Occorre qualche altro colpo grosso. Torino, spinta dalla verve e dal dinamismo della piccola grande Ilaria Milazzo e da coach Massimo Riga, dopo aver rischiato di scomparire, prova a resistere. Finora ci sta riuscendo e i complimenti per l’ottimo opening Day vanno fatti anche al club di Garrone. Saranno loro, queste tre squadre, a giocarsi la salvezza in quella A1 dove mirano ad arrivare Campobasso, imbattuta in A2 e con una voglia incredibile di posizionarsi (farà le finali di coppa Italia di A2) e l’ambiziosa Alpo a due passi da Verona, un’altra realtà veneta dove c’è tanto amore per la pallacanestro.