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MINORS AL VIA
from PINK BASKET N.25
by Pink Basket
BUZZER BEATER - DI SILVIA GOTTARDI
Il 6 marzo riparte la Serie B femminile.
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Se io fossi ancora una giocatrice, non avrei mai avuto alcun dubbio: giocare, giocare, giocare sarebbe stato il mio unico pensiero fisso, un po’ tipo Matley con la medaglia. So però di essere troppo istintiva e malata di basket, sono perciò sono andata a fare qualche domanda ad ex compagne, avversarie e addetti ai lavori della B milanese per capire come la stanno vivendo loro, a più di un anno dall’ultima partita.
Prima di tutto inquadriamo la situazione delle Minors con Chiara Mariani, vice allenatrice di Milano Basket Stars: “In Lombardia le Società del femminile sono state interpellate solo 20 giorni fa ed è stato un peccato, perché avremmo potuto cominciare prima. 13 Società su 16 infatti hanno deciso di riprendere. Solo Lodi, Villasanta e Valmadrera hanno deciso di ritirarsi. È un anno che non giochiamo, abbiamo tutti voglia di ricominciare... E non dimentichiamoci anche che per tanti di noi è un lavoro a tempo pieno, e non percepiamo uno stipendio da tantissimo tempo!”
Silvia Bassani, da poco passata a Giussano, mi ha detto: “Ero a Valmadrera, alcune giocatrici non le sentivano di riprendere e così non abbiamo raggiunto il numero necessario per l’iscrizione. La Società ha giustamente lasciato libere quelle che come me invece volevano giocare. Dopo un anno ferma non aspettavo altro che il momento della ripresa, forse più si invecchia più si ha voglia di giocare?” Ride. “Per via del mio lavoro ho recentemente fatto il vaccino, è stata quindi anche una scelta facile.”
“In Lombardia – continua Mariani - ci hanno divisi in 2 gironi, al termine dei quali ci sarà una fase ad orologio e poi i playoff. La formula non è ancora chiara - al momento non si sa né se ci saranno retrocessioni o il numero di promozioni, nemmeno se ripartirà la C – ma comunque il numero minimo di partite da disputare è 14. Sarà quindi un campionato complesso perché ci saranno tanti turni infrasettimanali che non sono facili da gestire quando si hanno giocatrici che studiano o lavorano. Abbiamo alcune ragazze che vengono da fuori e devono farsi un’ora di macchina alle 23.00 per tornare a casa senza nemmeno la possibilità di farsi la doccia... Sarà difficile, ma l’entusiasmo è tanto. Siamo stra-carichi e non vediamo l’ora di ricominciare! ”
Sulla stessa lunghezza d’onda Chiara Odescalchi (Sant’Ambrogio): “Io sono felicissima di poter giocare. Chiaro, seguiremo i protocolli e faremo i tamponi, ma non vedo l’ora di poter riprendere. Ho zero paura, mi basta avere la palla in mano per essere felice!”
Ma la situazione tamponi com’è? “In B c’è il tampone obbligatorio ogni settimana, che fa abbastanza sorridere visto che in A2 è quindicinale” – ci spiega Paolo Fassina, coach del San Gabriele. “Facendo parte del mondo Sanga e gravitando attorno alla A2 noi ci siamo subito adeguati ai protocolli già da dicembre, anche perché abbiamo 2 giocatrici in doppio tesseramento che fanno parte del roster della A2 e altre che si allenano con loro. A novembre alcune ragazze hanno contratto il virus, ma ne sono uscite senza problemi.
Siamo sereni, abbiamo imparato a conviverci. Siamo contenti e non vediamo l’ora di ripartire, ma vogliamo fare le cose cum grano salis per garantire prima di tutto la sicurezza, sia alle giocatrici che allo staff. Certo sarà un campionato molto particolare con tante difformità, perché c’è chi ha iniziato settimana scorsa, chi come noi si allena da febbraio e chi ha giocatrici che si sono praticamente allenate sempre, come Costa.”
Ma c’è anche chi la vive in maniera un po’ diversa, ad esempio Alice Ranzini (BFM): “Ho tanta voglia di giocare, ma questo virus non riguarda solo noi. A settembre onestamente avevo più ansia che altro ad andare in palestra. C’erano pochissimi controlli, la settimana dopo che ci hanno fermate due compagne si sono rivelate positive. Se non ci avessero fermate ci saremmo contagiate tutte... Ora è tutto più sicuro e monitorato, ma in squadra restiamo dubbiose: da una parte abbiamo una voglia pazza di tornare in palestra e giocare, dall’altra viviamo quasi tutte in casa con i genitori. Siamo consapevoli di esporci comunque ad un rischio, e va bene fino a che riguarda solo noi, ma non vorremmo mettere in pericolo le nostre famiglie. È un misto di gioia e ansia.”
Questa ripartenza delle Minors è un misto di “gioia e ansia”, con poche certezze ma tanta voglia di tornare a fare quello che tutti noi amiamo così tanto: giocare a pallacanestro. Come dice Chiara Mariani: “Un po’ è voglia di giocare, un po’ è che abbiamo tutti voglia di normalità. Riprendere in qualche modo ci da l’impressione che il peggio sia passato e che il mondo sia più normale”.