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ORIZZONTE MONDIALE

EDITORIALE - DI ALICE PEDRAZZI

Da Cagliari, novembre 2019, a Istanbul, febbraio 2021, un cammino alla ricerca della Qualificazione ad EuroBasket 2021 e di una nuova identità.

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Centrate. Entrambe.

Una cinquina, si dirà: il pass conquistato dalle Azzurre di Lino Lardo dà accesso alla quinta partecipazione consecutiva a quella competizione che, con un po’ di fascino nostalgico, chiamiamo come una volta, il Campionato Europeo.

Allora cosa celebriamo?

Forse la conquista della qualificazione come miglior seconda assoluta, fra tutti i nove gironi. Probabilmente l’aver strappato il pass europeo con una squadra capace di costruirsi nuove gerarchie in pochi mesi. Il fatto di essere stati capaci di imporsi con carattere e determinazione e, soprattutto, con un gioco che non dipende dalle prestazioni della stella di turno, nella fattispecie Zandalasini, ma che – piuttosto – la fa (ri)splendere grazie ad una costruzione collettiva (Cecilia per le azzurre è stata, con 16.2 punti di media, la miglior realizzatrice, ma non l’accentratrice).

Quasi certamente celebriamo la scoperta di volti nuovi, come Pan, Attura e Romeo, giocatrici di belle speranze ma con un presente già luminoso, e la riscoperta di atlete capaci di costruire una versione 2.0 di se stesse, con un ruolo di maggior rilevanza negli equilibri-squadra (Carangelo, Bestagno).

Ci auguriamo, soprattutto, di poter (presto, prestissimo) considerare questo EuroBasket 2021 in modo che, come dice Erri De Luca, “la cima non sia traguardo, ma sbarramento”. Uno sbarramento da superare, questa volta, a differenza di quanto avvenuto nelle ultime quattro partecipazioni continentali, per proiettarci nuovamente sulla scena mondiale. Questo Europeo, infatti, qualificherà le prime sei classificate al pre-Mondiale, anticamera per la competizione iridata che si svolgerà in Australia nel 2022. Corsi e ricorsi storici. Le Azzurre mancano da un Mondiale da Australia 1994. 27 lunghissimi anni di una assenza silenziosa ma dolorosa.

Coraggio, dunque, che la cima (dell’Europeo) non sia davvero traguardo, questa volta, ma l’ultima barriera che ci separa da una competizione iridata. Che manca, tantissimo, da troppo.

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