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AFFARE DI FAMIGLIA

INSIDE A1 - DI FRANCESCO VELLUZZI

USE ROSA EMPOLI È UNA DELLE PIÙ BELLE REALTÀ DEL NOSTRO CAMPIONATO:UNA SQUADRA IN CONTINUA CRESCITA, CAPACE DI PRENDERSI SCALPI IMPORTANTI E DI CENTRARE LA QUALIFICAZIONE ALLA FINAL EIGHT DI COPPA ITALIA. CON UNA PREROGATIVA FONDAMENTALE: UNA FAMIGLIA FORTE ALLE SPALLE

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È una famiglia. Basta questo per spiegare la crescita di Empoli, per la precisione Use Scotti Rosa. L’ultima perla è stata il successo, tirato, di un punto arrivato contro la Virtus Segafredo Bologna. Se rapportiamo il divario tra la super potenza bolognese di Basket City e la piccola società mandata avanti con buon senso, giudizio, passione, testa da Piero Benassai e Luca Sesoldi non ci sono paragoni, ma il “cuore grande può far molto, come nella partita che abbiamo vinto contro di loro, tenerle a 60 punti non era facile”, racconta la lituana Gabriele Narviciute, giunta al quinto anno a Empoli dove gioca da italiana. L’Use ha anche una squadra maschile in B, insomma, fatte le debite proporzioni, è un po’ come la Virtus.

Con l’indispensabile ausilio di coach Alessio Cioni e di Guia Sesoldi, figlia di Luca che ha accettato non senza lacrime di smettere di sudare sul parquet e di mettersi dietro la scrivania a studiare strategia, marketing, comunicazione per la creatura di famiglia, una squadra che si è guadagnata con pieno merito le Final Eight di Coppa Italia di Bologna e si è stabilizzata al sesto posto in classifica con la possibilità di scalare, a sorpresa qualche altra posizione. “Perché anche il Geas lo abbiamo battuto e quella è stata un’altra splendida vittoria che ci rimarrà dentro in questa stagione bellissima”, spiega ancora Narviciute, 190 centimetri, esperienza e sostanza quando entra da cambio delle lunghe. Lei che è diventata italiana per il basket avendo fatto 6-7 anni di formazione a Parma, arrivando dal piccolo Alytus, paesino non lontano dalla capitale Vilnius.

Il miracolo Empoli è al terzo anno di A1. Il primo anno si è salvata, come sperava, poi ha continuato a crescere. Senza mai fare il passo più lungo della gamba, come si conviene a chi deve far quadrare ogni giorno i conti. Per fortuna un sostegno c’è: Computer Gross è il main sponsor dell’intero club che ha chiamato il suo impianto PalaSammontana, ovviamente in nome dell’azienda empolese di gelati della famiglia Bagnoli che non ha mai negato un contributo a chi fa sport in loco. Poi si è aggiunta Beyfin che ha dato una grossa mano per resistere in un momento delicato come questo. “Se devo dire come arrivano i successi della nostra squadra femminile posso solo confermare che qui ti senti come a casa”, spiega Guia Sesoldi, entrata pure in Lega come consigliere.

“Le ragazze si trovano bene da noi, vivono quasi tutte in due in un appartamento. Se vedete un loro allenamento pensate che a ogni azione possa scoppiare una rissa, tale è l’agonismo e la voglia di vincere. C’è davvero tanta intensità. Ma le ragazze in campo, in partita, lottano una per tutte, tutte per una. Noi, come società, cerchiamo di non far mancare nulla alle nostre ragazze. L’orgoglio è averne tre empolesi, Lucchesini, Ruffini e Manetti, in prima squadra che recitano un ruolo e non sono semplici comparse. Accanto alla squadra c’è Francesca Papini che è mamma di una bimba, Lucrezia Malquori (2001) che è nelle 12 del roster.

In cui sicuramente la dirigenza e il tecnico sono stati bravi ad azzeccare le straniere”. Che sono tre, più tre, e qui c’è un altro piccolo segreto dell’Use. Al talento Smalls, macchina da punti, all’esperta Premasunac, formatasi in Italia a Broni, e al centro Mathias, si aggiungono Narviciute, lituana, Chagas, argentina prestata da Schio e Ravelli che è italiana, ma ha formazione americana.

Dieci anni - Ma soprattutto ad assemblarle tutte nel migliore dei modi c’è lui, il tecnico, Alessio Cioni, 42 anni, che arriva dalla vicina Castel Fiorentino. Dieci anni a guidare questa squadra che cresce ogni giorno con lui. “Avevo cominciato con la maschile, pensavo di fare uno o due anni con le ragazze, sono arrivato a 10. Sto a 15 chilometri da Empoli, faccio ancora avanti e indietro”. Perché oggi Cioni ha una bimba di 6 anni, avuta da Giulia Lucchesi, la compagna che ha allenato e che non faceva giocare: “Sì, è vero, Ma è stato solo un anno. Certo che l’approccio non è stato semplice, non le stavo così simpatico. Si partiva dall’odio. Ci siamo messi insieme due anni dopo che l’allenavo. Oggi lei gioca ancora, si diverte in Promozione, anche da mamma. E Noemi non ha altro in testa che il basket, vuole far quello sport, non ne contempla altri”.

Cioni è l’architetto del miracolo Empoli: “La squadra la allestisco in estate con Luca Sesoldi, sempre con un occhio attento al budget che è modesto. Non possiamo permetterci di sbagliare. Abbiamo scelto le straniere. Con Premasunac siamo andati sul sicuro, abbiamo pescato Smalls e abbiamo avuto fortuna, grazie ai buoni uffici del procuratore Luigini. Lei aveva finito con Indiana. Poi Baldelli e Ravelli si sono rivelate innesti di qualità. Hanno esperienza in campionato, Baldelli era già venuta fuori molto bene a Costa Masnaga”.

Poi il totem Famila Schio ha deciso che il talento argentino (2001) Florencia Chagas dovesse bocciare proprio a Empoli dove con le piccole si lavora bene con pazienza e passione. “Chagas è un talento puro, fortissima in attacco. Deve disciplinarsi, imparare a difendere meglio e lavorare sempre con impegno e costanza. Flo ha tutti i mezzi per diventare una giocatrice di alto livello”. Play o guardia, Flo dà il meglio quando deve attaccare il canestro. Poi ci sono le tre ragazze di casa che piano piano conquistano spazi e minutaggio. E quindi Narviciute, ormai una di famiglia. Empoli difende sempre forte, aggressiva senza dar mai respiro alle avversarie.

“Il concetto base è quella della difesa a uomo a tutto campo, ma ovviamente alterniamo a seconda delle situazioni. Mi rendo contro che facciamo sempre un piccolo passo in avanti. Essere arrivati ancora e da sesti alle finali di Coppa Italia (quarti di finale contro Ragusa) è motivo di grande soddisfazione. Fa parte del nostro processo di crescita. Che è continua. Lo vedo dagli allenamenti. E non posso che confermare quel che diceva Guia: il livello degli allenamenti è sempre molto alto, si sfiora la rissa, l’intensità è forte, perché nessuna delle ragazze vuole mai perdere”.

In famiglia - “Neppure a carte, quando giochiamo nelle lunghe trasferte”, afferma Narviciute. Che conferma che lo spirito dell’Use è la vera forza di un gruppo che non si accontenta mai. “Ho girato tanto. Sono cresciuta a Parma, ero una bambina, avevo 15 anni. Poi le esperienze a Spezia, Ariano Irpino, Napoli. Quindi sono arrivata a Empoli. Sono al quinto anno e sto benissimo. Se a Parma ero diventata pazza di torta fritta e salumi, qui ho imparato ad apprezzare non soltanto la bontà della mitica fiorentina e della carne in generale, ma anche gli ottimi vini toscani. Oggi so riconoscere un buon vino. E in questa società ho trovato una famiglia. Ero una vagabonda. Spesso quando giochi a basket e giri ogni anno da una città all’altra quel che cerchi è l’affetto, il calore.

A Empoli l’ho trovato. E vorrei continuare a giocare. Sono arrivata a 30 anni, ma non mollo. Mi piace ancora moltissimo andare in palestra ad allenarmi e sostenere le battaglie con le mie compagne. In questi anni italiani se devo assegnare due Oscar li do ad Antibe tra le straniere e a Francesca Zara tra le italiane. Io vivo in casa con Baldelli che ha anche il cane (un Labrador). Stiamo bene, ognuna cucina per conto proprio, perché ha le proprie abitudini, ma quando facciamo le serate siamo insieme”.

Oggi si esce poco o nulla. Ma le ragazze di Empoli è più facile incontrarle al Vinegar che al Cristallo, il bar più famoso frequentato da tutti i calciatori. Potere della semplicità delle ragazze del basket. Narviciute dovrebbe giocare con la Nazionale lituana. “Ma dopo alcuni anni fatti con le rappresentative giovanili, qualcosa è andato storto e non ho mai giocato in quella maggiore. Però la Lituania la sto riscoprendo. È successo con la pandemia perché la scorsa estate sono stata due mesi e mezzo a casa, una lunga sosta, una lunga vacanza. Ho rivisto tanto la famiglia e la nostalgia un po’ mi è venuta. Fino a giugno scorso avrei detto che probabilmente sarei rimasta per sempre in Italia, ora devo riflettere e la scelta è molto delicata. Sento spesso i miei genitori, mia mamma lavora, papà no. Io non ho mai pensato seriamente di legarmi sentimentalmente perché non è una cosa semplice”.

L’Use continua a salire gradino dopo gradino in questo modo. Con la forza della famiglia Sesoldi, di Piero Benassai (giornalista), delle mamme e di tutti coloro che ogni giornata hanno il piacere di passarla al PalaSammontana vedendo crescere “le bimbe”.

Si è innamorata di Empoli che veleggia nelle prime posizioni della classifica, appena sotto le big. “Puntiamo su una difesa forte, lottiamo sempre, vogliamo vincere, nelle nostre partite si evidenzia ogni volta tanta grinta”. L’Use continua a salire gradino dopo gradino in questo modo. Con la forza della famiglia Sesoldi, di Piero Benassai (giornalista), delle mamme e di tutti coloro che hanno il piacere di passare ogni giornata al PalaSammontana vedendo crescere “le bimbe”, come le chiamano loro, alla toscana.

L’unico peccato è non poter avere questa gente innamorata dello sport pulito sulle tribune dell’impianto. Empoli andrà a Bologna senza tifosi, ma con la passione e l’intensità che le 12 ragazze di Cioni mettono ogni giorno sul parquet. E nei playoff fate tutti attenzione, perché Smalls è davvero difficile da contenere quando è in giornata e la solidità del gruppo ora è nota. Empoli non ha più paura di nulla e di nessuno. In tre anni squadra e società hanno fatto il salto di qualità senza spendere e spandere, solo con la passione di una famiglia che vive per il basket.

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