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ISSN: 2038-0895
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
N. 87 I Anno XV I OTTOBRE 2020 I Bimestrale
SPECIALE RILANCIO
PER UN’ITALIA PIÙ SICURA E PIÙ BELLA
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
DOMOTICA Superbonus 110% per case sempre più intelligenti Organo ufficiale
CASE HISTORY Efficienza energetica nel clima siberiano
DENTRO L’OBIETTIVO Redesign in stile minimale
NORMATIVA Classificazione energetica degli edifici e SRI
WORK IN PROGRESS Sotto il vestito… altro che niente
Serve meno energia quando tutto è in equilibrio. Collettori premontati DB con bilanciamento dinamico integrato. I collettori premontati Serie DB integrano la tecnologia brevettata di Giacomini per il bilanciamento dinamico della portata permettendo di ottenere il massimo delle prestazioni negli impianti di riscaldamento o raffrescamento. L’efficienza è superiore a quella offerta dai normali collettori, la temperatura sempre ideale in tutti gli ambienti, l’affidabilità impareggiabile senza impurità e senza blocchi di servizio, e il comfort ancora più garantito data la totale assenza di vibrazioni.
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IN QUESTO NUMERO OTTOBRE 2020
BIMESTRALE Organo ufficiale di:
Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)
21 5 EDITORIALE 8 NOVITÀ PRODOTTI 14 TECH SPECIALE RILANCIO
21 Per un’Italia più sicura e più bella di FINCO
EFFICIENZA ENERGETICA
32 Il parco immobiliare italiano è ancora troppo inefficiente
di Sebastian Bendinelli
INTERVISTA
36 Il primo condominio
a beneficiare del Superbonus è a Prato a cura di Sebastian Bendinelli
DENTRO L’OBIETTIVO
38 Serra bioclimatica con vista
a cura della redazione
42 Redesign
in stile minimale a cura della redazione
WORK IN PROGRESS
48 Riqualificazione
e risanamento di un edificio anni ’50: sotto il vestito… altro che niente di Davide Gigli
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56 CASE HISTORY
52 Efficienza energetica
IN COPERTINA
nel clima siberiano
Fondata da Andrea Notarbartolo
a cura di Fondazione Promozione Acciaio
Direttore responsabile Marco Zani Redazione Silvia Martellosio, Sebastian Bendinelli redazione.casaeclima@quine.it
NORMATIVA
Grafica e Impaginazione Emanuela Contieri
56 La classificazione
energetica degli edifici e lo “Smart Readiness Indicator” di Patrizia Ricci
Hanno collaborato a questo numero Assocaaf, Assoverde, Fondazione Promozione Acciaio, Davide Gigli, Patrizia Ricci
SERVIZIO A PAGINA
SPECIALE DOMOTICA
Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it
per case sempre più intelligenti di Patrizia Ricci
Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30
CONSULENZA FISCALE
72 Il Superbonus
110% previsto dal Decreto Rilancio
Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191
a cura di Assocaaf
INCENTIVI FISCALI
Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.
76 Accordo tra FINCO
e Intesa Sanpaolo per cessione del credito e finanziamenti
a cura di FINCO
STRATEGIE GREEN A MILANO
diventa più verde
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Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 - dircom@quine.it
Presidente Giorgio Albonetti
65 Superbonus 110%
77 Porta Genova
Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)
Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)
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a cura di ASSOVERDE
SEGUICI SU INSTAGRAM! @casaeclima_
© Quine srl - Milano
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EDITORIALE
Suggerimenti pratici per la ripresa
GABRIELLA GHERARDI, Vicepresidente Finco
Alcune idee per riattivare il circolo virtuoso della crescita, abbattere la barriera tra patrimonio e debito pubblico e contrastare i grandi rischi naturali
I
l circolo virtuoso fra investimenti, filiere produttive e mercati era già compromesso nell’Italia pre-Covid, che non cresceva da più di vent’anni. Tuttavia, l’incertezza del momento ha ulteriormente paralizzato gli investimenti privati. Per questo, ora più che mai, è necessario individuare strumenti pratici volti a incentivare gli investimenti, stimolare la produttività delle filiere e sostenere la ripresa dei vecchi circuiti. Finco suggerisce tre semplici strategie: un investimento pubblico a doppio bersaglio, progetti a più uscite per le filiere e le imprese maggiormente colpite dagli effetti negativi della pandemia e la promozione dei mercati più floridi attraverso una specifica leva fiscale. L’intervento pubblico dovrà svilupparsi attraverso strumenti di promozione industriale mirati e suddivisi in una percentuale liquida e una in Buoni del Tesoro a medio-lunga remissione. Tale divisione sarebbe vantaggiosa sia per lo Stato promotore che per l’impresa promossa. Infatti, sia qualora la provvista europea risultasse insufficiente, sia per poter trasformare parte del debito pubblico internazionale in debito domestico, un polmone di provvista finanziaria suppletiva consentirebbe allo Stato di completare i propri piani per la ripresa con maggior respiro. D’altra parte, le imprese promosse disporrebbero di una quota di investimento pubblico da destinare a patrimonio. Tali finanziamenti pubblici dovranno essere destinati solo a imprese, filiere e categorie produttive gravemente danneggiate dagli effetti della pandemia e, ove possibile, assegnati sulla base dei progetti di riconversione industriale presentati dalle stesse imprese e filiere. La promozione pubblica dovrebbe partire dall’individuazione dei settori dell’economia maggiormente performanti per
incentivarli ulteriormente attraverso una leva fiscale. Un valido esempio lo fornisce la mobilità su strada, che complessivamente assicura allo Stato un gettito fiscale di oltre 80 miliardi all’anno, dei quali tuttavia poco o nulla viene destinato al settore d’imposizione. Se almeno un 10% di tali proventi fosse destinato all’ammodernamento e alla gestione del settore, in particolare per quanto attiene le strutture stradali, queste ultime potrebbero giovarsi dell’andamento positivo del mercato di riferimento. Sarà inoltre necessario investire in mercati ancora poco sviluppati, ma con un alto potenziale di crescita, come i mercati green, l’economia del riciclo, l’innovazione tecnologica delle imprese tradizionali e la promozione di imprese specialistiche. Anche in questo caso, potrebbe essere utile giovarsi di imposte per destinazione ritagliando, settore per settore, almeno un 10% del gettito fiscale.
CONSIGLI PER ABBATTERE LA BARRIERA TRA PATRIMONIO E DEBITO PUBBLICO Il debito pubblico italiano è fra i più alti d’Europa e a causa degli effetti della pandemia arriverà a sfiorare – e forse superare – il 150%. Tuttavia, sia il patrimonio pubblico sia quello privato degli italiani sopravanzano di multipli il debito. Per abbattere questa barriera tra patrimonio e debito è necessario concentrarsi su due elementi.
Costituzione di Patrimonio S.p.A. Una società di proprietà del Tesoro in cui far confluire tutto il patrimonio pubblico, sia disponibile che indisponibile, sia immobiliare che mobiliare, comprese le infrastrutture di proprietà dello Stato. Questa iniziativa non è mai stata adottata sia per carenza di catasti e inventari sia per mancanza di estimi, criticità che potrebbe essere ovviata attraverso la ricostruzione
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EDITORIALE
deduttiva di valori standard. Allo stesso tempo, lo scopo di Patrimonio S.p.A. dovrebbe essere quello di destinare parte degli utili alla riduzione del debito pubblico e raccogliere risparmio tramite l’emissione di obbligazioni pubbliche per investimenti prioritari in misura non superiore a un terzo dell’intero patrimonio. Attraverso queste operazioni si potrebbe sgravare larga parte del debito pubblico a venire. Infine, in Patrimonio S.p.A. dovrebbero confluire anche i finanziamenti pubblici non spesi nell’anno in cui sono stati disposti, fino a quando non verranno impiegati.
Lotta all’evasione Secondo le stime del Tesoro, in Italia l’evasione fiscale ammonta a circa 100 miliardi annui. Ciò significa che la ricchezza prodotta al nero si aggira intorno ai 300 miliardi all’anno. In aggiunta, sappiamo che il debito di cassa è assai inferiore al debito di esercizio. Non è noto a quanto ammonti precisamente tale divario, ma considerando che solo il MIT presenta un saldo di mancato impiego dei fondi destinati negli anni a lavori pubblici di circa 150 miliardi, possiamo ipotizzare che si tratti di una somma pari a circa il doppio. Questo aggiungerebbe altri 300 miliardi nella disponibilità dello Stato, seppur virtuali dal momento che le spese di investimento si finanziano con le aste periodiche di Buoni del Tesoro. Di conseguenza, se aggiungessimo 300 miliardi al PIL e togliessimo 300 miliardi al debito, arriveremmo a un rapporto debito/PIL di poco inferiore al 100%. Contabilmente si tratta di due operazioni improponibili, a meno che non si adottino alcuni espedienti contabili. Il primo è che il Tesoro, in attesa che il finanziamento venga speso, attribuisca l’equivalente a una struttura finanziaria pubblica (quale CDP o, appunto, Patrimonio S.p.A) e ne riceva in cambio titoli per eguale importo che abbattano il debito dello Stato nel periodo di “giacenza”. In questo modo, i debiti di esercizio coinciderebbero con quelli di cassa, pronti a far risorgere il debito dello Stato al momento dell’utilizzo dello stanziamento con un’operazione tra Tesoro e struttura depositaria. Più difficile la seconda ipotesi, ossia caricare sul PIL le attività in nero, operazione che denuncerebbe l’incapacità dello Stato italiano di far pagare le imposte ai cittadini. Nondimeno, il tessuto economico italiano ha una caratteristica peculiare, ossia un tessuto di lavoratori autonomi di oltre il 30% (media europea 10%) e un corpo industriale composto per oltre il 95% di PMI, settori nei quali risulta difficile riscuotere tasse in qualsiasi Paese. Apprezzare contabilmente tale aspetto porterebbe l’Italia, se la sospensione del Patto di Stabilità dovesse cessare, a presentarsi in Europa con un PIL incrementato proporzionalmente alla ricchezza in surplus effettivamente prodotta, ma non tracciabile tramite il sistema fiscale. Non considerare ai fini del PIL
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la ricchezza prodotta in nero significa punire due volte lo Stato, sotto il profilo di mancati introiti fiscali e sotto quello di una consistente perdita del PIL. In ultima analisi, spetta al Tesoro trovare gli strumenti contabiliamministrativi idonei a rapportare il debito reale con il PIL reale, cosicché il rapporto debito/PIL possa scendere a livelli più accettabili. Di tutto questo non troviamo traccia nel cosiddetto Decreto Agosto (D.L. 104/20). Anzi, troviamo qualcosa che va in senso contrario: all’art. 70, difatti, si concede una proroga di un anno per effettuare gli inventari pubblici richiesti dalla legge, nonostante catasti immobiliari, inventari mobiliari e relativi estimi siano necessari e urgenti per poter valorizzare il patrimonio pubblico con le finalità sopra descritte.
IL CONTRASTO AI GRANDI RISCHI NATURALI DI MASSA Negli anni lo Stato ha adottato due linee: investire attraverso i Comuni; assegnare bonus ai privati tramite la concessione di un credito d’imposta proporzionale ai lavori effettuati. Poiché nessuna di queste strategie ha realmente funzionato, e tenuto conto che oltre 1/5 della popolazione viene periodicamente investito da una catastrofe di questo tipo, è necessario trovare nuove soluzioni. Finco propone i seguenti suggerimenti (si veda anche lo speciale contenuto in questo numero dedicato al piano Per un’Italia più sicura e più bella, a pag. 21).
Aiuti agli enti locali Ad oggi questo canale ha ottenuto scarsi risultati e solo una piccola parte degli investimenti pubblici è stata spesa. Il motivo risiede nei difetti dei progetti elaborati dagli Enti Locali e nella lentezza del dialogo tra Stato centrale e periferia, oltre al timore degli amministratori locali nell’assumere decisioni di spesa, per paura di essere inquisiti per abuso d’ufficio. Tali difficoltà si aggravano ulteriormente quando ad assumere le decisioni sono piccoli Comuni che non hanno le capacità per far fronte alla complessità di progetti e procedure. Finco propone un netto cambio di direzione: lasciare il pagamento delle ricostruzioni post-catastrofe alle assicurazioni mercé una polizza obbligatoria per tutti i proprietari di immobili e dedicare le risorse pubbliche alla prevenzione e al contrasto dei rischi. Per capire i vantaggi di tale proposta basti pensare a cosa succederebbe se lo Stato fosse costretto a pagare ogni anno circa 30 miliardi di sinistri stradali. Al contrario, ogni cittadino paga pro-quota un premio assicurativo ed esiste un fondo “Vittime della strada” consortile fra imprese di assicurazione per far fronte ai sinistri stradali i cui responsabili siano ignoti. Se un sistema simile fosse esteso anche ai rischi sismico e idrogeologico, ogni danneggiato potrebbe disporre in tempi più celeri dei mezzi economici per la
ricostruzione, seguendo un piano regolatore definito dai singoli Comuni. Si otterrebbe un duplice risultato: la velocizzazione della ricostruzione e uno sgravio economico per lo Stato. In contropartita, tutti i proprietari di casa dovrebbero obbligatoriamente assicurare i loro fabbricati contro il rischio sismico e idrogeologico oltre che contro l’incendio, con un premio tuttavia ridotto sia per effetto dell’obbligatorietà sia per un eventuale accordo fra Stato e Ania nella ricerca di una soluzione più conveniente. Tale premio dovrebbe poter essere portato in detrazione fiscale.
Sovvenzioni pubbliche tramite bonus dello Stato Dal momento che l’Idrobonus non è ancora decollato, pur essendo stato richiesto a gran voce da Aises/Finco, questa seconda linea riguarda solo il Sismabonus. Anche quest’ultimo non ha avuto molto successo finora: pochi privati sono inclini a impegnare liquidità in anticipo per un evento futuro e incerto. Tuttavia, la modifica contenuta nel D.L. Rilancio che dà la possibilità di cedere il bonus sotto forma di credito d’imposta alle banche fino al 110% del costo dei lavori lascia sperare che questa difficoltà possa essere superata.
Per dare maggiore slancio alla politica dei bonus, una soluzione potrebbe essere l’estensione della durata della provvidenza pubblica. Sovviene a ciò la dichiarazione di Patuanelli, titolare del MiSE, circa l’intenzione di rendere “strutturale” la politica dei bonus. Per quanto concerne la progettualità, questa difetta sia nel pubblico sia nel privato, mentre per le ristrutturazioni di interni e risparmio energetico essa è matura, sicché i bonus hanno avuto uno sviluppo eccezionale, migliorando la vivibilità dei fabbricati e tenendo in attività tante piccole imprese e relativi lavoratori nel territorio. Allo stesso tempo, sarà necessario creare una connessione fra interventi per la prevenzione dei grandi rischi naturali, assicurazione obbligatoria privata per i singoli proprietari e bonus ai privati per la bonifica dei rischi. Tale connessione dovrebbe produrre valore aggiunto sui premi assicurativi, che diminuirebbero in proporzione agli interventi di prevenzione effettuati da Comuni e privati dietro incentivo dei bonus. In conclusione, è necessario attivare un circuito virtuoso, che eviti sprechi di denaro pubblico e privato e crei valore aggiunto attraverso la prevenzione e il costo dei premi assicurativi. Ricerca e documentazione a cura di Maria Rosaria Giuzio
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Unità aria-acqua con refrigerante R454B Galletti presenta VLE, la nuova gamma di unità aria-acqua con refrigerante R454B, un refrigerante A2L con un GWP pari a 467. La gamma comprende 11 modelli con potenze in raffrescamento che vanno da 150 a 570 kW, in versione solo freddo o pompa di calore reversibile. Al fine di aumentare l’efficienza ai carichi parziali tutti i modelli VLE sono equipaggiati di soluzioni tandem o trio (2 o 3 compressori su un unico circuito) e corredati di valvola d’espansione elettronica. L’utilizzo di componentistica di qualità nelle parti frigorifere, idrauliche ed elettriche consente la produzione di acqua da -10°C a 55°C e il funzionamento a pieno carico con aria esterna da -15°C a 46°C. Le unità sono tutte equipaggiate con sensori di rilevamento fughe sia all’interno del quadro elettrico, sia in prossimità del circuito frigorifero. In caso di fughe del refrigerante, il microprocessore, che gestisce le procedure di messa in sicurezza e spegnimento dell’unità, è programmato per deviare l’alimentazione della centralina di raccolta delle informazioni dei sensori di fuga su una linea di emergenza in bassa tensione. Questa funzionalità permette il completo sezionamento dell’alimentazione della macchina durante le fasi di manutenzione lasciando abilitati tutti i sistemi di sicurezza.
www.galletti.com
Pompe di calore monoblocco attente all’ambiente Viessmann arricchisce la propria proposta in ambito commerciale e industriale con la nuova gamma di pompe di calore e refrigeratori aria-acqua Vitocal serie Pro. I dispositivi possono essere impiegati sia nella creazione di nuovi impianti sia nella progettazione di riqualificazioni energetiche, raggiungendo la classe di efficienza energetica Eurovent massima sia in raffrescamento sia in riscaldamento. Sono dotati di scambiatore a piastre e di compressore Scroll, gestito da un inverter che modula elettronicamente la velocità del compressore in base al carico richiesto in quel dato momento. Le soluzioni della gamma Vitocal serie Pro sono suddivise in due sottogruppi: la famiglia 200 (con tecnologia inverter) e la 100 (con tecnologia multi-scroll on/off). Entrambe sono composte da pompe di calore reversibili (A PRO) oppure refrigeratori solo freddo aria/acqua (CA PRO). Una delle caratteristiche peculiari della serie è l’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente: la gran parte dei dispositivi appartenenti a Vitocal serie Pro è stata ideata per l’utilizzo di refrigeranti ecologici affidabili in termini di efficienza e di livello di sicurezza e con un livello molto basso di incidenza sul riscaldamento globale. I fluidi utilizzati, come l’R452B e l’R513A, hanno valori di GWP inferiori del 50% o del 65% rispetto ai fluidi frigorigeni tradizionali.
www.viessmann.it
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TECH
La parete raffrescante stampata in 3D Dai ricercatori dell’ORNL una parete smart dotata di un sistema di accumulo termico che consente di raffrescare l’ambiente in caso di necessità
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L’isolamento attivo che circonda il sistema di accumulo termico può variare la conducibilità termica su richiesta. Trasferisce il freddo immagazzinato dall’interno della parete allo spazio occupato quando necessario
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DIANA HUN, ricercatrice ORNL
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ricercatori dell’ORNL, Oak Ridge National Laboratory, hanno presentato un prototipo di parete “smart”, stampata in 3D, che può fungere da sistema ausiliario al raffrescamento locale. La parete, chiamata EMPOWER, può essere impiegata come un normale tramezzo interno, pur essendo un concentrato di elettronica e ingegneria avanzata. L’innovazione è infatti dettata dalla presenza, all’interno della parete, di un sistema di accumulo termico. L’accumulo termico viene eseguito “caricando” la parete attraverso un sistema di tubazioni, racchiuse all’interno dell’involucro isolante, che vengono temporaneamente collegate a un chiller che pompa acqua refrigerata con
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una pompa a inverter. L’inverter alimenta il refrigeratore collegato alla parete e le pompe che trasferiscono la temperatura fredda immagazzinata nel calcestruzzo sulla superficie della parete. Inoltre, l’inverter è collegato a una batteria che memorizza l’energia proveniente dalla rete elettrica principale dell’edificio durante i bassi tempi di richiesta di energia elettrica e consente la disponibilità di energia quando necessario durante i tempi di picco della domanda. Ad accumulo terminato, la parete è completamente amovibile e può essere trasportata nei locali dove vi è un maggiore richiesta di raffreddamento. La stampa in 3D della parete è avvenuta utilizzando il sistema di manifattura additiva
SkyBAAM, che non necessita di un sistema a portale e quindi può essere allestito in cantiere in poche ore e “con una preparazione minima”, ha spiegato Brian Post, ricercatore di produzione ORNL. La parete misura circa 1,5 x 2,4 metri e, grazie alla sua capacità di “isolamento attivo”, promette di ridurre la necessità di impianti per il riscaldamento e il raffrescamento. Il prototipo è stato presentato lo scorso agosto durante l’evento virtuale Energy Exchange, organizzato dal Federal Energy Management Program (FEMP) del Dipartimento dell’Energia statunitense. Gli esperimenti continueranno con la costruzione di altre due pareti per ottenere ulteriori dati sul loro funzionamento.
TECH
Un dispositivo al plasma freddo per ridurre il rischio di contagio Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna sta sviluppando VIKI, un dispositivo per la sanificazione dell’aria all’interno di ambienti come scuole e uffici pubblici
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COME FUNZIONA Il dispositivo agisce aspirando l’aria dell’ambiente in cui si trova e trattandola attraverso scariche di plasma freddo. Questo viene prodotto applicando un campo elettrico a un flusso di aria e bioaersol contaminato, generando così una serie di specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto in grado di distruggere i microrganismi, tra cui i virus. Le prime prove con virus vitale sono state svolte presso l’Ausl Romagna, a Pievesestina, a fine settembre. L’obiettivo è raggiungere una capacità di sanificazione superiore al 99,9% per poi passare alla fase di scale-up del prototipo per adeguarlo a una futura industrializzazione come prodotto.
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Vogliamo realizzare un dispositivo in grado di ridurre sensibilmente la probabilità di trasmissione del coronavirus in ambienti indoor destinati ad attività lavorative o di servizio. I risultati di questo progetto renderanno possibile lo sviluppo su scala industriale di una gamma di prodotti da utilizzare in scuole, uffici pubblici, ospedali, studi dentistici e attività commerciali
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i chiamerà VIKI (VIrus KIller) e lo sta realizzando un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna. Il punto di partenza è un prototipo già sviluppato in grado di inattivare il 99,9% dei batteri contenuti nel bioaerosol in appena 0,3 secondi. Grazie alla tecnologia del plasma freddo il dispositivo è in grado di ridurre la probabilità di trasmissione del contagio da coronavirus in un ambiente chiuso, inattivando le goccioline sospese nell’aria e contaminate da SARS-CoV-2. Un primo studio – che i ricercatori hanno pubblicato sullo “Special Issue on Advanced Applications of Plasmas in Life Sciences” della rivista Plasma Processes and Polymers – evidenzia che risultati di inattivazione totale si hanno anche per bioaerosol con RNA purificato di SARS-CoV-2. Si tratta dei primi riscontri finora ottenuti su questo tema a livello internazionale.
VITTORIO COLOMBO, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università degli Studi di Bologna
I FINANZIATORI DEL PROGETTO Il progetto, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con il contributo dell’Unione Europea, è guidato dal CIRI-MAM (il Centro Interdipartimentale per la Ricerca Industriale dell’Università di Bologna che opera nei settori della Meccanica Avanzata e dei Materiali) attraverso il Gruppo di Ricerca per le Applicazioni Industriali dei Plasmi, coordinato dal professor Vittorio Colombo, che collabora con il gruppo del professor Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia dell’Ausl Romagna e membro del Dipartimento di Medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell’Università di Bologna. Accanto agli studiosi dell’Alma Mater sono al lavoro diverse realtà aziendali (Alintel, AlmaPlasma, GLIP, RubensLuciano, Iso Engineering), con l’obiettivo di arrivare ad una prima produzione pilota di VIKI entro la prima metà del 2021.
HVAC
INFORMAZIONE DALLE AZIENDE
Il Sistema intelligente che coniuga comfort e risparmio energetico Sistema Casa di Aermec è una soluzione completa per la climatizzazione e il riscaldamento
Aermec presenta Sistema Casa, una soluzione completa per la climatizzazione e il riscaldamento degli ambienti residenziali. Grazie al pannello touch screen del sistema di Controllo e Gestione VMF è possibile gestire l’intero l’impianto stanza per stanza e anche in maniera centralizzata, garantendo risparmio energetico e comfort tutto l’anno. Il cuore del Sistema Casa è Aermec BHP, la pompa di calore con refrigerante ecologico R32, progettata per produrre acqua calda fino a 60 °C con un range di funzionamento garantito con temperature esterne da -25 °C a +48 °C, soluzione ideale anche per la produzione di acqua calda sanitaria. La pompa di calore è costituita da due unità, interna ed esterna. La versatilità di installazione e il rispetto dell’integrazione architettonica sono assicurati dalla possibilità di scelta tra più tipologie di unità interna: a parete; a basamento, dotata di accumulo da 185 litri; serbatoio di accumulo da 300 litri, con o senza serpentino integrativo (per il solare, il termocamino etc). La silenziosità di BHP è garantita dal compressore inverter a ridotta emissione sonora e dal particolare disegno delle pale del ventilatore, dotato del motore DC Brushless, anch’esso a inverter. BHP utilizza il fluido refrigerante ecologico R32 e ha un’elevata efficienza energetica, +15% in riscaldamento rispetto alle analoghe serie a R410A. Dal pannello di controllo multilingue touch screen è possibile accedere a tutte le funzioni della macchina: funzionamento di emergenza (può attivare una fonte di calore sostitutiva); funzione più rapido riscaldamento dell’acqua calda sanitaria (Quick Hot Water); funzione Weather Dependent Mode (regolazione climatica
per il risparmio energetico). Il sistema è inoltre dotato di serie del modulo Wi-Fi: tramite app per iOS e Android è possibile controllarlo direttamente dal proprio smartphone o tablet. Sistema Casa di Aermec si completa con i fancoil della serie OMNIA SLIM, silenziosi e prestazionali. La profondità di soli 129 mm rende la serie particolarmente adatta all’inserimento nei diversi ambienti della casa. VMF Aermec, vero cervello dell’impianto, permette l’interazione dei diversi elementi: pompa di calore; ventilconvettori ed eventuali sistemi di integrazione termica. Ogni elemento è parte di una rete: da un unico pannello di controllo si possono impostare tutte le funzioni. Particolarmente interessante nel Sistema VMF è la Modalità Economy, che permette di modulare i flussi di refrigerante, dell’acqua e dell’aria in modo da ottimizzare comfort e risparmio energetico. Dati sperimentali hanno dimostrato che la modalità Economy di VMF permette di ottenere risparmi energetici fino al 20% sia per il riscaldamento invernale, sia per la climatizzazione estiva, rispetto al funzionamento in modalità standard. Sistema Casa di Aermec è quindi pronto a cogliere tutte le nuove sfide: coniugare integrazione architettonica, comfort e risparmio energetico. Aermec S.p.A. Via Roma, 996 37040 – Bevilacqua (VR) www.aermec.com
TECH
Cemento, sale e acqua: un nuovo materiale di accumulo a basso costo
Celle fotovoltaiche superefficienti
Il prodotto composito sviluppato dal Politecnico di Torino e dal CNR permette di sfruttare il calore del sole accumulato in estate durante l’inverno
Il progetto AMPERE vuole dar vita a una linea di produzione italiano/europea di pannelli solari ad alta efficienza, recuperando la competitività nel settore
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ostituire strati di ossidi conduttivi ai tradizionali strati di silicio amorfo per innalzare di 1 punto percentuale l’efficienza delle celle solari fotovoltaiche: è questa l’innovazione realizzata da ENEA nell’ambito del progetto AMPERE, finanziato con 14 milioni di euro da Horizon 2020. All’interno del progetto è stata sviluppata a livello di linea di produzione una cella con efficienza del 23,5%, che potrà essere portata al 24,5% grazie alla tecnologia sviluppata nei laboratori ENEA. Le celle fotovoltaiche ad alta efficienza attualmente in commercio hanno un’efficienza massima intorno al 22%, e ad ogni punto percentuale di efficienza in più corrisponde una riduzione del 6% dei costi di produzione. A livello operativo, l’obiettivo è di produrre moduli fotovoltaici bifacciali: in una prima fase sarà realizzata una linea di produzione con una capacità produttiva di 200 MW/anno, che entro il 2022 sarà ampliata fino ad arrivare a un impianto da 1 GW/anno. Il progetto coinvolge anche Enel Green Power, come capofila, CNR, Rise Technology e alcuni dei maggiori attori della filiera fotovoltaica europea, quali CEA, Fraunhofer-ISE, Meyer Burger, NorSun e si propone di dar vita a una linea di produzione italiano/europea di pannelli solari ad alta efficienza, recuperando la competitività nel settore.
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Nel settore fotovoltaico la sfida prioritaria è riuscire ad aumentare l’efficienza energetica, rendendo le strutture in grado di sfruttare al meglio l’energia del sole e di ridurre il più possibile la dispersione. Punto di forza degli ossidi conduttivi è la maggiore trasparenza che consente di ‘catturare’ più luce e massimizzare i parametri di conversione fotovoltaica della cella ad eterogiunzione
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MASSIMO IZZI, Laboratorio Tecnologie Fotovoltaiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA
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viluppare calore idratando il sale inserito nei pori del cemento: è questa l’idea alla base di una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports da un gruppo di studiosi dei dipartimenti di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT) e di Energetica (DENERG) del Politecnico di Torino e dell’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del CNR (CNR-ITAE). L’obiettivo è quello di sviluppare un nuovo materiale per l’accumulo di energia termochimica a basso costo. Alla base dello studio c’è una reazione nota da tempo e verificabile molto facilmente in maniera sperimentale: se proviamo a sciogliere in un bicchiere di acqua un buon quantitativo di sale, notiamo è che il bicchiere con alcuni tipi di sale si scalda e con altri si raffredda. Al posto di acqua allo stato liquido, i ricercatori hanno utilizzato vapore acqueo senza sciogliere il sale: il vapore acqueo interagisce con il sale sviluppando calore e, una volta completamente idratato, il sale potrà ritornare alla situazione di partenza eliminando l’acqua che interagisce con il sale semplicemente essiccando il materiale. Utilizzare il cemento come matrice per ospitare il sale è possibile ridurre notevolmente il costo dei materiali: il costo energetico, misurato in €/kWh accumulato, è migliore rispetto alla maggior parte dei materiali attualmente disponibili, come la zeolite. Il nuovo materiale mostra inoltre una straordinaria stabilità anche dopo centinaia di cicli. Questo lavoro può rappresentare il primo passo verso la creazione di una nuova classe di materiali compositi per l’accumulo di energia termochimica.
Il caschetto da cantiere con gli occhiali per la Realtà Mista Trimble XR10 con HoloLens2 è un elmetto protettivo dotato di un visore senza cavi per la mixed reality
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roposta dalla statunitense Trimble Inc. e disponibile in Italia attraverso il rivenditore Harpaceas, Trimble XR10 con HoloLens 2 è un’applicazione avanzata di Mixed Reality per il settore delle costruzioni: un dispositivo costituito da un elmetto protettivo che rispetta gli standard di sicurezza per l’uso in ambienti controllati, a cui è annesso il visore a realtà mista senza cavi firmato Microsoft (HoloLens 2). Completamente autonomo grazie al sistema operativo Windows 10, è utile soprattutto in contesti industriali e a rischio sicurezza.
L’operatore sarà in grado di effettuare le proprie attività (pre-montaggio di impianti, verifica di installato e avanzamento, visibilità per attività di assemblaggio / manutenzione, ispezioni e Audit qualità) nel pieno utilizzo di entrambe le mani, accedendo a dati e informazioni a cui difficilmente avrebbe accesso senza questa tecnologia. È disponibile anche un’estensione, Trimble Connect for HoloLens, che permette di visualizzare modelli BIM, annotare rapidamente idee e commenti direttamente sul modello, collaborare con gli altri (sia sul posto sia da remoto)
mentre sono immersi nel modello. I modelli virtuali sono sovrapposti al mondo reale; questo permette di rilevare le interferenze, visualizzare i cambiamenti, utilizzare nel mondo reale i modelli BIM come “manuale di istruzioni” per la produzione effettiva. L’obiettivo è quello di utilizzare la realtà mista per aumentare la produttività del cantiere, fornendo un allineamento preciso dei dati olografici sul sito di lavoro e consentendo agli operatori di rivedere i propri modelli sovrapposti nel contesto dell’ambiente fisico.
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SISTEMI DI PURIFICAZIONE DELL’ARIA
PROGETTIAMO SOLUZIONI PER AMBIENTI PIÙ SANI
Dispositivo addizionale Cold Plasma Generator
Aermec presenta la soluzione per l’igiene dell’aria negli ambienti chiusi. La nuova linea di ventilconvettori FCZ_H/FCZI_H, grazie all’utilizzo di una speciale lampada a raggi UV, unisce all’efficienza e al comfort la particolare azione purificatrice del sistema fotocatalitico. Grazie al dispositivo Cold Plasma Generator, è possibile ottenere un ottimo livello di inattivazione degli agenti patogeni anche su macchinari esisitenti e già installati.
Serie FCZ_H/FCZI_H con dispositivo fotocatalitico integrato
Azione della lampada fotocatalitica
Aermec S.p.A. via Roma, 996 - 37040 Bevilacqua (VR) T. +39 0442 633111 www.aermec.com
SPECIALE
Rilancio Per un’Italia più bella e più sicura
Lavori di ricostruzione post-sisma nel centro dell’Aquila. © Angelo D’Amico / Shutterstock
Contrasto al rischio sismico e idrogeologico, messa in sicurezza delle infrastrutture viarie, green economy e valorizzazione delle imprese specialistiche: un progetto ambizioso per la ripartenza del Paese
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SPECIALE FINCO AGLI STATI GENERALI DELL’ECONOMIA
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Nella giornata di mercoledì 17 giugno FINCO, insieme a Confindustria, ANCE, ANFIA, Confapi, Confimi, Unimpresa, Confimpreseitalia Confedilizia, Confetra, Confservizi, Conflavoro PMI, UCID, ha partecipato agli Stati generali dell’economia organizzati dal Governo nella cornice romana di Villa Pamphilj, sotto il titolo di “Progettiamo il Rilancio”. Modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione sociale, territoriale e di genere: queste le “linee strategiche” delineate dal premier Giuseppe Conte per una settimana di incontri con tutte le parti sociali, con l’obiettivo di delineare un piano condiviso per il rilancio dell’economia italiana dopo la crisi dovuta alla pandemia. FINCO ha portato a Villa Pamphilj una proposta basata sul progetto “Per un’Italia più bella e sicura”, di cui in queste pagine pubblichiamo un estratto. Focalizzato sull’importanza del ruolo della manutenzione, della diagnostica e della salvaguardia del costruito, il progetto si articola su quattro linee generali di azione: 1. Contrastare i grandi rischi di massa del Paese (rischio sismico, idrogeologico, ambientale e relativa messa in sicurezza del territorio). 2. Mettere in sicurezza le infrastrutture viarie. 3. Accelerare il processo di transizione verso la green economy e investire nello sviluppo e consolidamento delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, quali driver di sviluppo anche locale. 4. Valorizzare il motore di ripresa che nasce dalle imprese Specialistiche e Superspecialistiche di tutti i settori. Il tema della manutenzione interseca tre filoni decisivi per lo sviluppo e il rilancio economico: quello energetico-ambientale, quello storico-artistico e quello infrastrutturale, a partire dalla prevenzione antisismica e idrogeologica. FINCO ha evidenziato la necessità di resistere a parole d’ordine che suonano come “slogan a effetto” lontani dalla realtà dei cantieri. “La semplificazione e la sburocratizzazione di cui abbiamo bisogno”, ha spiegato la Presidente Carla Tomasi (nella foto, insieme al Presidente del Consiglio Conte), “devono riguardare le procedure, specie quelle che precedono le fasi di aggiudicazione, i permessi, i tempi delle autorizzazioni, un più ampio e deciso uso delle conferenze di servizi e degli istituti del silenzio/assenso (con eccezione per i BBCC), con relativa qualificazione delle stazioni appaltanti”. Eppure, come il calabrone della celebre metafora, l’Italia è stata capace di volare, nonostante tutto. “E se l’ha fatto – conclude Carla Tomasi – il merito va soprattutto alle piccole industrie”.
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er un’Italia più bella e più sicura è un progetto che scaturisce da un percorso culturale profondo, che affonda le sue radici nel pensiero dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo da diversi millenni. Noi italiani abbiamo ereditato dai greci il pensare aristotelico e dai romani il pragmatismo degli uomini di azione: siamo, dunque, gente che sa e vuole mettere insieme sensazioni e logica, integrate nel percorso della conoscenza e mai scindibili. Ma in realtà il nostro non è stato un viaggio culturale, ma del tutto pratico: la bellezza nasce unita agli oggetti di utilità, ai vasi, alle suppellettili e via via su per il cammino della storia. Non possiamo scindere la bellezza dall’utile: ricordiamo il grande architetto Vitruvio, che nel suo trattato sull’architettura raccomandava che le costruzioni rispondessero a criteri di “stabilità, utilità, bellezza”. Che cosa significa questo progetto per Finco? La risposta è tracciata sommariamente nelle pagine che seguono. Ma se la domanda fosse “che cosa potrebbe significare questa visione per l’intero Paese?”, la risposta sarebbe un’altra. Non certo a fare salti all’indietro, ma guardare al futuro portando con noi una grande eredità culturale, da impiegare sempre e su tutto quello che progettiamo di fare. “Per un’Italia più bella e più sicura” è una sorta di marchio distintivo per diverse iniziative, anche connesse ai mercati esteri: il legame fra arte e industria specialistica, non certo visibile ad occhio nudo, al microscopio rivela che le particelle che ne comprendono il tessuto sono omologhe e su questo si deve continuare a lavorare per un futuro migliore.
INTERVENIRE SUL COSTRUITO L’apporto che le infrastrutture possono dare al rilancio dell’economia del Paese è stato ampiamente riconosciuto, analizzato e normato. Assai meno approfonditi risultano invece gli aspetti legati alla manutenzione e alla diagnostica del nostro territorio e di ciò che su di esso è costruito. Questi, pur meno “appariscenti” se non purtroppo in occasione dei ricorrenti eventi calamitosi, possono garantire quei mille piccoli cantieri – in diverse aree e settori economici – non meno importanti ai fini del suddetto rilancio. Tale aspetto della manutenzione permea e sostanzia i filoni che, a nostro avviso, sono decisivi: quello energetico-ambientale, quello storico-artistico e quello infrastrutturale, con particolare riferimento agli aspetti idrogeologici e sismici. Per quanto riguarda quest’ultimo, vale prendere nota che in Italia sono presenti sul territorio 14,5 milioni di edifici, dei quali 12 milioni ad uso residenziale. Di quest’ultimi, oltre il 40% (poco meno di 5 milioni) si trova nelle zone italiane a più alto rischio sismico (1 e 2). Si stima che solo il 14% sia stato costruito con criteri antisismici (quasi tutti con tecniche tradizionali). Questo implica che, in Italia, circa 4 milioni di edifici residenziali, costruiti in zona sismica prima del 1974, sono ad alto rischio di collasso, in caso di terremoto senza considerare le costruzioni in zone “improprie” come: golenali, alvei di fiumi e torrenti. Tale elevato numero non include peraltro scuole, ospedali e altri manufatti aventi funzioni strategiche e pubbliche che spesso sono localizzati/e in costruzioni storiche o semplicemente
Rilancio
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Se la bellezza è una delle chiavi per il rilancio del nostro Paese, allora per la bellezza dobbiamo prodigarci e in essa dobbiamo credere, ma solo a patto di sapere e volere usare tutte le tecnologie e il miglior know-how CARLA TOMASI, Presidente FINCO
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vecchie; né edifici che a fronte dell’evento sismico dovrebbero conservare la propria integrità strutturale e funzionale per poter garantire comunque i servizi essenziali, né i numerosi luoghi di culto, che molto spesso possiedono un elevato valore artistico. L’unico modo per proteggere la popolazione e il patrimonio edilizio dai terremoti resta quello di realizzare interventi sistematici di prevenzione sugli edifici ascrivibili alla categoria di “vecchi”, cioè costruiti anteriormente all’emissione della normativa che determina la classificazione sismica del tessuto edilizio italiano, in modo da rafforzarne la struttura e impedirne il collasso in caso di terremoto. Tutte le analisi tecnico-economiche del settore indicano che, intervenendo in via preventiva, si possa realizzare un risparmio stimabile del 40-50% rispetto ai costi necessari per la ricostruzione successiva, senza tener conto del dato sicuramente più rilevante, ovvero il calo in termini di vittime, feriti e sfollati. In secondo luogo, gli interventi di prevenzione sismica sono investimenti produttivi, capaci di rilanciare e sostenere economicamente il settore delle costruzioni, capillarmente diffuso anche nelle zone meno economicamente sviluppate del Paese, che corrispondono spesso a quelle più esposte a rischio sismico. Alcune tipologie di intervento permettono di raggiungere elevati gradi di protezione sismica tali per cui si possono evitare danni non solo alle strutture portanti dei fabbricati ma anche al loro contenuto. Si possono infatti limitare, o addirittura annullare, danneggiamenti a tamponature e finiture, garantendo l’operatività anche in seguito a eventi sismici di discreta intensità. Per quanto riguarda in particolare il mercato privato, è decisiva la normativa che permette di realizzare interventi di adeguamento o miglioramento sismico degli edifici finanziandone i lavori con la possibilità di accesso da parte dei contribuenti a detrazioni fiscali potenziate (cd. Sismabonus). Allo stato attuale, uno degli scogli principali per questo “approccio integrato” è rappresentato dalla difficoltà nel persuadere il cittadino circa l’opportunità di assicurare la propria abitazione.
LE PRIORITÀ E LE PROPOSTE Dal punto di vista della implementazione dell’attuale quadro normativo, fermo quanto disposto in materia di finanziamento di Lavori pubblici e privati attraverso le diverse disposizioni succedutesi nel tempo, occorre enfatizzare gli aspetti che possono costituire volano per la ripresa economica del Paese. Per quanto riguarda il demanio pubblico, devono rivestire connotati di urgenza i parametri riguardanti i profili della sicurezza e della funzionalità nonché, anche, della godibilità e spendibilità estetico-artistica. I controlli e i risultati non possono
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SPECIALE
Il viadotto del Cerrano a Pineto, lungo l’autostrada A14. © Sara Sette / Shutterstock
essere scissi dalla realizzazione, rigorosamente “tempizzata” e sottoposta a monitoraggio da parte degli appositi Nuclei di Valutazione, pena la perdita dei finanziamenti maturati da parte dell’Ente richiedente, oltre alla restituzione dei finanziamenti già inutilmente ricevuti per le opere incompiute. Occorre che tale impostazione sia accompagnata da un programma di finanziamenti non solo pubblici ma anche privati – in ipotesi sotto forma di detrazioni o credito di imposta – che facciano aggio sul valore dei beni sui quali si opera e che siano assistiti, in taluni casi, da garanzia dello Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Le risorse mirate dovranno provenire anche da una ragionata ma reale e rapida dismissione di proprietà, nonché di partecipazioni mobiliari ed immobiliari, da parte dello Stato e degli enti locali. Una bozza del provvedimento auspicato dovrebbe essere indirizzata: ■ alla difesa attiva (prevenzione, protezione) e alla difesa passiva (assicurazione) contro i grandi rischi civili di massa (sismico, idrogeologico e da circolazione stradale) nell’ambito dei beni demaniali attraverso la obbligatoria manutenzione programmata, secondo le metodiche del risk management; ■ alla manutenzione dei Beni Pubblici;
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alla realizzazione delle grandi e medie opere rimaste incompiute, come individuate attraverso l’elenco-anagrafe delle opere pubbliche incompiute (L. 214/2011); ■ ai piani già varati, o da varare, riguardanti il patrimonio immobiliare, come il Piano Casa e il Piano Città, il riassetto del patrimonio dell’edilizia sociale, il risparmio energetico nelle costruzioni attraverso un sistema di incentivi. Ciò premesso, in particolare, Finco propone di: ■ mappare “porta a porta” il territorio e il tessuto costruito. Una vera e propria due diligence sismica, energetica e idrogeologica da affidare, tramite incarichi professionali, a giovani tecnici under 35. Il costo di tale operazione risulterebbe ben inferiore a quanto sin qui sostenuto dallo Stato per far fronte ai disastri naturali negli ultimi 30 anni; ■ prevedere un’ipotesi di assicurazione obbligatoria (o semi-obbligatoria), in determinate zone a rischio e per gli immobili antecedenti al 1974, riguardante la copertura per i privati sul bene edificato. Il costo di questa assicurazione dovrebbe poter essere portato in detrazione fiscale, onde non appesantire le già rilevanti imposte sulla casa. ■
I TEMI DECISIVI Occorre una gestione programmata delle opere pubbliche, fondata sul risk management, la cui necessità si ricava dalla rischiosità intrinseca che presenta il territorio, dall’incompletezza di lavori e progetti che creano disfunzioni e sprechi di risorse, dallo stato di abbandono del patrimonio artistico e naturale, il cui degrado umilia le nostre tradizioni e non stimola il turismo, mettendo a repentaglio opere la cui rovina comporta costi ben più consistenti della relativa manutenzione nel tempo.
Rilancio I ponti
Il verde e il suo supporto al benessere
Il crollo del ponte Morandi a Genova e la sua recente ricostruzione sono due accadimenti che hanno rianimato il dibattito sulle condizioni delle infrastrutture in Italia. In primis si è preso atto dello stato di degrado in cui versano numerosi ponti e viadotti sul territorio nazionale e della vetustà di questi. Il numero di ponti in Italia è di circa 250.000 (fonte: Fondazione Promozione Acciaio) e l’80% di questi sono stati costruiti entro il secondo Dopoguerra. Il 50% dei ponti italiani sono in calcestruzzo con uno stato di deterioramento piuttosto consistente dovuto a cause che possono essere di natura ambientale, di non idonea esecuzione e di insufficiente manutenzione. Demolire interamente i viadotti esistenti e sostituirli con strutture nuove, come nel caso del Ponte di Genova, pur talvolta necessario, si tradurrebbe nella maggior parte dei casi in operazioni onerose e di grande impatto ambientale: diviene pertanto fondamentale valutare altre opzioni per la messa in sicurezza dei ponti esistenti con soluzioni che contemplino anche il miglioramento sismico dell’infrastruttura nel suo complesso. La sostituzione di opere esistenti in calcestruzzo o calcestruzzo armato precompresso (c.a.p.) può avvenire con nuovi elementi in carpenteria metallica, che con la leggerezza propria dell’acciaio e l’importante riduzione dei carichi rafforza la soluzione progettuale di mantenere e ripristinare le pile e le spalle esistenti e procedere con la sola sostituzione degli impalcati con quelli nuovi in carpenteria metallica, conferendo così anche un migliore comportamento del ponte o viadotto di fronte alle azioni sismiche.
Oggi più che mai, in risposta alle esigenze di riorganizzazione degli spazi per le misure anti-Covid, le opere a verde possono fornire risposte veloci e di immediata realizzazione, per gestire le misure di contingentamento, ridurre la domanda di mobilità e di spostamento, attrezzare le scuole, rispondere alle esigenze (di svago, educative e didattiche) dei bambini e degli adolescenti, riconfigurare le nostre città in una prospettiva sempre più green. La realizzazione di giardini pensili, tetti verdi, terrazze attrezzate rientra, inoltre, a pieno titolo tra gli interventi volti al risparmio energetico. In questa direzione, sono stati presentati emendamenti per il rafforzamento del “Bonus Verde” al D.L. Rilancio (artt.119121) e la previsione di incentivi che possano costituire un “volano” per la velocizzazione dei processi sopra rappresentati. Per una maggiore incisività sarebbe opportuno: ■ equiparare gli interventi di opere a verde agli altri interventi per cui è stata prevista detrazione delle spese al 110%; ■ portare a 30.000 euro il massimale di spesa ammissibile per unità immobiliare; ■ ridurre a 5 anni i tempi di ammortamento di tali spese e prevedere la possibilità di cessione del credito di imposta; ■ ridurre l’aliquota Iva dal 22% al 10% per gli interventi di realizzazione, cura e manutenzione delle opere a verde per contrastare il lavoro nero.
La rete idrica Le costruzioni di dighe, bacini e grandi opere sono interventi importanti ma che avverranno tra 5-10 anni. Un intervento immediatamente realizzabile, invece, è quello di sostituzione della rete di distribuzione idrica (tubi) particolarmente vecchia e che presenta perdite di oltre il 40%. Sarebbe un intervento imponente, immediatamente cantierabile e con alto valore aggiunto per il Sistema Paese. Il secondo passo sarebbe quello di guardare alla depurazione e riuso delle acque, mettendo in funzione e potenziando quel che c’è già e pianificando quello che non c’è ancora. Con l’occasione, all’operazione di sostituzione potrebbe essere abbinata quella di aggiunta di canalette vuote e predisposte per il passaggio della fibra. Sempre in tema di “efficienza idrica” va rilevato che tra i vari interventi ammessi al godimento dei bonus a mezzo credito di imposta ai proprietari privati non viene contemplato il piccolo drenaggio delle acque meteoriche su terreni di appartenenza. Si propone di colmare questa lacuna, che dimentica appunto “il pronto soccorso” del contrasto al rischio idrogeologico.
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SPECIALE Le rinnovabili, quelle meno considerate Il comparto idroelettrico italiano versa oggi in condizioni assai difficili dovute in primo luogo al forte calo del prezzo dell’energia e alle disomogenee leggi regionali, già approvate o in fase di promulgazione, inerenti l’assegnazione delle grandi derivazioni. Al fine di rilanciare il settore si propone l’emanazione di una norma unica avente efficacia sull’intero territorio nazionale, promossa direttamente dal Governo, in grado di regolare l’assegnazione delle grandi derivazioni con trasparenza e modalità tali da evitare “fastidiosi” conflitti di interesse, introducendo tutele per i piccoli impianti – quasi sempre a conduzione familiare – e calmierando il sistema dei canoni e sovracanoni. Per raggiungere gli obiettivi di riduzione del 30% delle emissioni climalteranti, l’Italia deve ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili, in particolare dal gas. È fondamentale nel processo di riconversione verso l’economia circolare e green puntare sulle filiere di approvvigionamento e della componentistica già presenti sul territorio e non delocalizzabili. L’energia da fonti rinnovabili, in particolare il comparto bioenergie, rappresenta un driver di sviluppo locale e quindi occupazionale delle aree definite “interne”.
La decarbonizzazione dei (nei) condomini Per rendere immediatamente attuabili gli scopi che il Governo si prefigge garantendo le agevolazioni fiscali previste dal Decreto Rilancio, registriamo con favore che le delibere concernenti interventi volti al miglioramento sismico e all’efficientamento energetico si possono ora adottare con un quorum agevolato (1/3 dei presenti e 1/3 dei millesimi), come richiesto da FINCO e ANACI. Dal punto di vista delle imprese occorre poi soprattutto: ■ potenziare l’Ecobonus relativo agli interventi “singoli” per aiutare l’economia nei prossimi momenti difficili, riportandolo per i serramenti e le schermature solari dal 50 al 65-70% anche nei casi di interventi non “trainati”; ■ diminuire l’orizzonte temporale entro cui le detrazioni fiscali per la sostituzione di serramenti e schermature solari possano essere recuperate dal privato a cinque anni contro gli attuali dieci; ■ eliminare la ritenuta d’acconto dell’8% sui bonifici per la ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica o, perlomeno, ripristinare il previgente 4%; ■ verificare l’atteggiamento degli istituti bancari con particolare riferimento alla speditezza delle procedure relative al credito 110%.
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Rilancio Il Bonus facciate 90% e la rottamazione dei ponteggi tradizionali e prefabbricati Per espletare al meglio le operazioni di riqualificazione urbana e sismica – ai fini della sicurezza nonché per una rendicontazione più trasparente delle spese ammissibili al Bonus facciate del 90% – appare opportuno il ricambio delle attrezzature provvisionali obsolete (ponteggi), definendone la tipologia, l’età, la condizione di resistenza strutturale, la presenza e l’uso di tutti i componenti, la frequenza di impiego (montaggi/smontaggi all’anno). La loro condizione oggettiva dovrebbe essere individuata da un tecnico abilitato (perito edile, geometra, ingegnere, architetto), iscritto a un Ordine Professionale, che tramite un’asseverazione definisca lo stato delle attrezzature da “rottamare” e quello della struttura da acquistare in sostituzione; ne dichiari la rispondenza alle norme attualmente in vigore, garantisca la presenza di un documento di omologa. Si otterrebbe in questo modo: ■ un miglioramento del livello di sicurezza; ■ lo “svecchiamento” del parco ponteggi con riduzione di necessità di ispezioni; ■ l’emersione dell’eventuale sommerso. Esistono diversi modi con cui si potrebbe intervenire per facilitare l’operazione di sostituzione dei ponteggi: sotto forma di sgravio fiscale, di incentivo su quota interessi in caso di accensione di mutuo per acquisto, di contributo a fondo perduto sul capitale investito fornito pro-quota da Inail, che rientrerebbe della cifra con minori esborsi in virtù dei minori infortuni.
La Cappella della Sacra Sindone a Torino, recentemente restaurata. © Claudio Divizia / Shutterstock
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SPECIALE Valorizzare le imprese specialistiche e superspecialistiche L’attuale sistema di qualificazione andrebbe ulteriormente rafforzato attraverso una rivisitazione dei criteri di attribuzione delle qualifiche SOA, con la consapevolezza che solo il possesso di propri mezzi, l’assunzione a tempo indeterminato di maestranze e la diretta esecuzione di lavori analoghi costituiscono elementi oggettivi di qualificazione; la riduzione o quantomeno il mantenimento dei limiti attuali per i lavori subappaltabili; la previsione di un contratto tipo per il subappalto che garantisca il trasferimento dall’impresa appaltante al subappaltatore degli oneri contrattuali “giusti”; la garanzia di pagamento diretto dell’Amministrazione al subappaltatore e agli altri soggetti della Filiera che partecipano al cantiere anche nel caso di insolvenza legate a procedure concordatarie e/o fallimentari dell’appaltatore lasciando all’Ente appaltante l’onere di inserirsi nella procedura fallimentare.
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In cantiere i contratti giusti
Internazionalizzazione e Made in Italy
In cantiere non è applicabile il solo contratto edile. L’applicazione del CCNL è e deve sempre rimanere definita dall’attività prevalente svolta dall’azienda o dall’impresa (art. 2070 del Codice Civile). Il CCNL dell’Edilizia si applica dunque alle imprese che svolgono attività edile, mentre le opere specialistiche non edili applicano i contratti che loro competono. Dalle attività metalmeccaniche dell’impiantistica, dalle costruzioni metalliche a quelle del restauro e della prefabbricazione (acciaio, cemento, legno): è vasto il panorama delle attività che sono parte delle costruzioni ma non sono edilizia. Su questo il Ministero del Lavoro dovrebbero finalmente dire una parola chiara che metta la parola “fine” a quest’annosa vicenda e dia a ogni settore il giusto riconoscimento.
Da alcuni anni FINCO è impegnata nell’internazionalizzazione dei prodotti italiani e nell’apertura dei mercati per i settori rappresentati, promuovendo e valorizzando le eccellenze italiane dell’involucro edilizio attraverso il progetto “CaseItaly”, con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e di ICE. Ma è stato avviato anche un iter più ampio con il Progetto “CoreItaly”. L’idea alla base del Progetto, con focus sempre sull’internazionalizzazione, è quella di creare una piattaforma tecnologica per le piccole e le medie imprese italiane (PMI), per affermare sui mercati e promuovere le qualità e le eccellenze che rappresentano il cuore del sistema FINCO e, più in generale, della PMI manifatturiera del nostro Paese. Ci si riferisce, in particolare, a un vasto settore di imprese Specialistiche e Superspecialistiche delle costruzioni, campo assai poco valorizzato sotto il profilo del brand e consistente, talvolta, in settori di eccellenza industriale sinora poco raggiunti da promozioni e visibilità di vario ordine e grado. Un aspetto fondamentale, collegato e conseguente, è volto a riportare in Italia la centralità fieristica di alcuni settori che oggi scambiano su piazze estere.
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Rilancio Il turismo redistribuito e la tutela dei beni culturali Il lavoro e le imprese Nel mondo del lavoro e nelle relazioni industriali occorre ingegnarsi per introdurre innovative misure di sistema che possano far recuperare un minimo di unità di intenti volti alla riuscita delle imprese e della nostra economia. Sarebbe opportuno, sotto questo profilo, pensare all’azionariato dei lavoratori (operai, impiegati, quadri e dirigenti) in forma ovviamente volontaria (ad esempio piani di acquisto scontati, stock options per quadri e dirigenti, o addirittura leveraged buyout dei dipendenti in taluni casi, con il supporto dei sistema bancario pubblico) e sostitutiva di parte delle retribuzioni di risultato, ma con prospettive di crescita delle medesime più allettanti. I poteri connessi all’azionariato dei lavoratori si dovrebbero limitare però alle decisioni più importanti, quelle per le quali occorre l’Assemblea straordinaria, evitando che questo strumento possa essere usato per trasferire la conflittualità sindacale nelle Assemblee ordinarie. Su questo azionariato, riservato ai lavoratori in forza dell’azienda, dovrebbe vigilare il Ministero dello Sviluppo Economico. In un quadro organico delle misure volte al miglioramento del patrimonio edilizio del nostro Paese, non può mancare l’attenzione ai servizi di supporto ai fini della sicurezza per i lavoratori. In tal senso preme evidenziare la mancanza di riferimenti, nella normativa del Superbonus 110%, ai sistemi atti a prevenire le cadute dall’alto. Tali sistemi di fatto sono organici a ogni intervento strutturale realizzato per l’adeguamento sismico ed energetico. la Federazione sollecita la possibilità di inserire una forma di credito d’imposta per chi decide di installare sistemi fissi e permanenti, non solo per gli interventi già previsti nel D.L. 34/2020 (Ecobonus e ristrutturazioni), ma anche in generale su edifici e postazioni fisse. Tali dispositivi oggi vengono prevalentemente prodotti nel nostro Paese, e questo costituirebbe un doppio importante volano per l’economia interna.
Occorre una redistribuzione dei flussi turistici sul territorio italiano attraverso una nuova modalità di fruizione dei siti e delle aree monumentali italiane al fine di diminuire il sovraffollamento dei luoghi più noti, ripensata anche sulla base del miglioramento della comunicazione e dell’implementazione di nuove risorse economiche dedicate alla manutenzione, alla conservazione e al restauro. Il fine sarà quello di indirizzare i flussi turistici verso i siti meno conosciuti, ma non per questo meno importanti, presenti su tutto il territorio nazionale. Sarebbe opportuno prevedere anche finanziamenti alla ricerca nel settore della conservazione e restauro e della valorizzazione del territorio da erogare sulla base della sostenibilità e delle conoscenze sulle biotecnologie, finalizzate al miglioramento della sicurezza degli operatori e alla diminuzione dell’impatto ambientale. Occorrerebbe poi un’autonomia di tale settore rispetto al Codice degli Appalti: le attività relative ai beni culturali devono oggi confrontarsi con un sistema di regole, a livello di appalti, fortemente calibrato sul settore delle costruzioni in genere, che, nonostante alcune significative differenze, mal si adattano a intervenire sui beni tutelati.
La sburocratizzazione La premessa prioritaria è che venga acquisito il fatto che la Pubblica Amministrazione, centrale e periferica, non debba richiedere in alcun caso, senza deroga alcuna, documenti e dati che siano già in suo possesso. Tale semplificazione deve riguardare anche le modalità di pagamento: per una medesima pratica il cittadino deve poter pagare una sola volta e non su tre o più conti correnti diversi. La sburocratizzazione, reale e seria, è un punto inaggirabile. Sotto questo profilo, le Camere di Commercio non svolgono il ruolo veramente utile che potrebbero avere e cioè quello di essere un organismo unico di facilitazione burocratica per le imprese. Tuttavia, nel settore delle costruzioni si deve andare verso la semplificazione ma non verso il semplicismo nel percorso di progettazione e attuazione dei lavori, in particolare degli appalti pubblici.
La formazione Al fine di stimolare una continua crescita professionale di varie figure oggi relegate in una condizione lavorativa indefinita, è di primaria importanza prevedere un sistema che “riconosca” tutte le figure professionali che hanno seguito uno specifico e strutturato percorso formativo anche di natura “privata”, ma supportato da norme tecniche o protocolli istituzionali, come per esempio la figura del posatore di serramenti o quella del manutentore antincendio. A questo proposito sarebbe molto importante anche modificare le regole che presiedono all’aggiornamento dell’Atlante del lavoro, quale punto di raccolta di tutte le figure che si possono ritenere “professionali” alla luce del percorso formativo sopra menzionato.
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SPECIALE
La mobilità sostenibile e la sicurezza stradale La sostenibilità deve essere non solo esterna ma anche interna al materiale rotabile. Uno dei motivi che frena la ripresa delle attività che riguardano il trasporto di passeggeri, e quindi il rilancio del Paese, è il forte senso di sfiducia che i potenziali clienti hanno maturato sulla capacità dei gestori di effettuare interventi efficaci di disinfezione dei mezzi, siano essi aerei, treni, autobus o taxi. Per questo è necessario adottare efficienti sistemi di disinfezione che utilizzino anche le moderne tecnologie che in altri Paesi sono già routine. Una soluzione studiata per i pullman, per esempio, utilizza la tecnologia della luce ultravioletta per disinfettare gli impianti di condizionamento e le superfici interne in tempi rapidissimi. Altrettanto importante è il tema della sicurezza stradale: il decremento di incidentalità sulle strade nazionali, pur verificatosi, rimane inferiore al resto d’Europa e non è, comunque, all’altezza delle aspettative sociali del Paese. Per andare in direzione di una soluzione più strutturale a tale emergenza bisogna pensare alla strada come patrimonio, e quindi agli interventi ad essa destinati come un investimento e una valorizzazione di un importante asset comune, e non più solo come una fonte di spesa. La sicurezza sulle strade è infatti un nodo strategico non solo sotto il profilo del rischio e delle criticità, ma anche sotto quello delle opportunità. Oltre a quelli del classico trinomio uomo-veicolo-strada, bisognerebbe considerare anche un quarto aspetto della rete viaria: il valore. Per dare valore è necessario censire, investire in manutenzione, certificare l’efficacia degli investimenti e della gestione, infine studiare le possibilità di realizzare valore aggiunto. È un percorso complesso che non può non partire dalla centralità strategica della manutenzione e che deve approdare a una convinta patrimonializzazione del bene strada. Tra le cause di incidentalità bisogna infatti considerare anche la vetustà dei manufatti stradali, l’insufficiente o scarsa manutenzione e l’inadeguatezza delle infrastrutture, in particolare
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rispetto all’aumento del traffico nel tempo. Riportare le dotazioni di sicurezza e la manutenzione al centro delle politiche infrastrutturali del Paese vuol dire valorizzare un importante asset, in gran parte denegato, come il patrimonio stradale. In questo contesto, il tema della valorizzazione e della “monetizzazione” del patrimonio stradale riveste un particolare rilievo. Infatti, attraverso appositi strumenti, procedure e tecniche economico-finanziarie che consentono l’emersione del valore degli asset “latenti” (le strade nel nostro caso), che attualmente non trovano collocazione nel bilancio dello Stato, nonché la valorizzazione e la monetizzazione degli stessi, si potranno reperire adeguate risorse finanziarie volte alla manutenzione delle strade e ad una – almeno parziale – attenuazione del debito pubblico. Rendere disponibile una nuova mobilità attraverso la costruzione di nuove strade è un fatto positivo; riteniamo, però, che mantenerle efficienti, sicure, adeguate ai crescenti flussi veicolari sia altrettanto importante se non più importante: una cattiva manutenzione, oltre a rendere insicuro il transito veicolare, depaupera infatti il valore del nostro patrimonio stradale. Completare il Catasto delle Strade consentirà di procedere al calcolo e all’incidenza su base annua della messa a norma e della manutenzione programmata delle tratte gestite. Ma per un’efficace programmazione degli interventi di manutenzione, per trasformare la natura degli interventi manutentivi da riparatori a preventivi, è necessario avere anche certezza e continuità delle risorse economiche. Occorre quindi che veda concreta attuazione quanto già disposto dall’articolo 208 del Codice della Strada, così come rivisto dalla L. 120/2010, che prevede che il 50% delle contravvenzioni elevate dai vari organi di vigilanza venga destinato alla sicurezza stradale. Solo attraverso risorse certe sarà infatti possibile passare a un modello di interventi eseguiti non in regime di emergenza ma “a regime”, in base al consolidato modello operativo del Risk and Crisis Management.
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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
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N. 64 ¡ Anno XI ¡ dicembre 2016
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20 luglio 1969. Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui Neil Armstrong aprĂŹ il portellone dell’Apollo 11 e scese i gradini della scaletta piĂš famosa della storia. Quel viaggio è rimasto impresso nella memoria insieme alle altre missioni Apollo, i lanci dei satelliti russi Sputnik, il cane-astronauta Laika e la Guerra Fredda. Erano gli anni della sfida alla conquista dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli anni degli ideali, della comunitĂ , dell’uguaglianza. Della speranza per una societĂ piĂš giusta. Gli anni delle utopie. Erano anche anni di ricerca e di grandi sfide. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare in orbita. VentitrĂŠ giorni dopo, l’astronauta Alan Shepard affrontò un volo suborbitale; e ancora, il 20 maggio John Kennedy annunciò al congresso di voler portare l’uomo sulla luna con il programma Apollo “non perchĂŠ è facile, ma perchĂŠ è difficileâ€?. Nel 1968, precisamente la notte della Vigilia di Natale, William Anders, uno dei membri della missione Apollo 8, scatta, forse inconsapevolmente, una semplice fotografia passata alla storia con il nome di “Earthriseâ€?, l’Alba della Terra. Il nostro pianeta, visto dall’oblò dell’Apollo 8 in orbita attorno alla luna, è un puntino blu nell’oscuritĂ .
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Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività . Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]
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Novembre/Dicembre 2016
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Editoriale
PROGE T TA ZIONE
50 anni di torni
Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
– Anno 72 - n. 9
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Al centro della fabbrica intelligente
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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fareâ€? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SIâ€? o con un “NOâ€?. Ăˆ stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “siâ€? e “noâ€? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dell’individuo e l’incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n
LA MIA SCOPERTA DEL PLC: CORREVANO GLI ANNI ‘80
EVENTI
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TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilitĂ diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono
di MATTEO PALO
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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
a pag. 15
Nr.01 – VENERDÏ 13 GENNAIO 2017
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
→ pag.37
GOVERNO IN CRISI
→ pag.37
a pag. 7
INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI
“Il museo del futuro è il mondo interoâ€?
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â€? / alle pagg. 18Â19
Eucentre per ricostruire la sicurezza A Pavia il Centro Europeo di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica
a pag. 9
a pag. 10
Professionisti al passo coi tempi... Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.
segue a pag. 2
GOVERNO IN CRISI
LA TRIVELLA
CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ
a pag. 7
INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI
“Il museo del futuro è il mondo interoâ€?
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â€? / alle pagg. 18Â19
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Pulire 2017: insieme per vincere le sfide del futuro
di Maurizio Pedrini
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ccoci arrivati a Pulire 2017, il grande appuntamento internazionale del professional cleaning, che torna a Veronafiere per la sua ventitreesima edizione. Sono trascorsi 32 anni da quando la manifestazione, allora itinerante, approdò per la prima volta in riva all’Adige per poi tornarvi stabilmente nel 1991. Da allora Pulire ha percorso un ininterrotto cammino di crescita, rafforzando progressivamente la sua vocazione internazionale, di pari passo con l’affermazione del Made in Italy in Europa e nel mondo. Nel 2001 la manifestazione ha avviato, grazie al Progetto “Oltre Pulireâ€?, una solida partnership con Veronafiere, che ha l’ambizioso obiettivo di creare una fiera di sistema capace di rappresentare non solo l’industria del cleaning professionale ma anche l’intera gamma di attivitĂ comprendenti il facility management, la gestione dei servizi integrati e quella eco-sostenibile del territorio. Un impegno stimolante, che ci auguriamo possa essere portato avanti con il sostegno della nuova presidenza di Veronafiere. Da alcuni anni, del resto,
MISURA
Un ponte tra passato e futuro
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
LAMIERA
40 anni di storia e successi www.meccanica-automazione.com nella robotica industriale Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività : una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo
L’utensile “intelligenteâ€? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
PANORAMA La formazione salesiana professionale
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati
Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo
[pag. 18]
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo
MACCHINE UTENSILI
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CAD/CAM unico per il settore Lamiera
SPECIALE Robotica Sempre piĂš al centro dello sviluppo
[pag. 18]
DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron
11/12/17 18:00
alla faticosa professione dell’igiene professionale. Ci accingiamo a vivere Pulire 2017 con la stessa intensità di sempre, pronti al frenetico incalzare di momenti da condividere e ricordare nel tempo, con la curiosità di svelare le novità proposte per la prima volta dalle aziende su questo straordinario sipario. Il ricco programma di convegni svilupperà i grandi filoni avviati dal Forum Pulire svoltosi a Milano nel settembre scorso. A Pulire Outdoor, in particolare, si parlerà di economia circolare ma non mancheranno convegni, i talk show, per approfondire tanti altri temi. Ci auguriamo che la fiera riesca ad attrarre gli utilizzatori finali, catalizzando l’interesse dei Paesi emergenti e delle economie che rappresentano, ormai, l’immediato futuro. Siamo fiduciosi che Pulire 2017 saprà calarsi sempre piÚ in un contesto della comunicazione interattiva e digitale, per superare gli stessi confini produttivi del settore affermando non solo l’importanza di questo settore economico, ma anche quella della pulizia a 360 gradi nella dimensione economica, sociale e civile del nostro Paese. 
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I RISULTATI DELL’INDAGINE EFSA Quali sono le preoccupazioni maggiori del consumatore italiano in tema di sicurezza alimentare?
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nella robotica industriale tra passato e futuro Internationales WĂśrterbuch der Mechatronik Il 2016 è un anno molto importante per Mechatronics dictionary Tiesseinternational Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga Dizionario internazionale di Meccatronica di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in Dictionnaire international de mĂŠcatronique [pag. 6] ambito industriale. Diccionario internacionale de procesamiento de mecatrĂłnica ĐœĐľĐśĐ´ŃƒĐ˝Đ°Ń€ĐžĐ´Đ˝Ń‹ĐšUTENSILI Ń ĐťĐžĐ˛Đ°Ń€ŃŒ ПохатрОники
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TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo
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In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano.
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Le imprese italiane piÚ puntano sempre su un’offerta green
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Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
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Imparare a gestire rifiuti plastici
#4maggio 2016 mensile
FINANZIAMENTI PMI
TAVOLA ROTONDA
Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
AUTOMAZIONE
FOOD INDUSTRY
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nario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
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RIVISTE CARTACEE
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SostenibilitĂ ambientale e detergenza profumata
50 anni di torni
Novembre/Dicembre 2016
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Italia scossa
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ISSN 2499-362X
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Innovazione La Meccatronica e cambiamento nell’era 4.0
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EFFICIENZA ENERGETICA
Il parco immobiliare italiano è ancora troppo inefficiente Il Rapporto Annuale 2020 sulla Certificazione Energetica degli Edifici, elaborato da ENEA e CTI, fotografa una situazione in lento miglioramento, ma la maggior parte degli edifici in Italia si trova nelle classi energetiche più basse SEBASTIAN BENDINELLI 32
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l potenziamento delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica promette di dare un nuovo impulso al settore edilizio nel nostro Paese, accelerando allo stesso tempo il processo di ammodernamento del parco immobiliare, così da raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione della domanda di energia previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2030. Il Superbonus al 110% è soltanto l’ultimo tassello di un percorso iniziato già nel 1976, quando l’Italia ha introdotto – per prima nell’Unione Europea – i criteri per le prestazioni energetiche degli edifici di nuova costruzione, e proseguito nel 2007, da quando è operativo il meccanismo delle detrazioni fiscali del cosiddetto Ecobonus. Ma quali sono i risultati ottenuti finora? Per capirlo, il modo migliore è analizzare gli Attestati di Prestazione Energetica a livello aggregato, in modo da avere un quadro complessivo dello stato di efficienza energetica del patrimonio immobiliare, monitorando nel tempo la sua evoluzione.
Il Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, elaborato da ENEA e CTI, si basa su circa 4,5 milioni di APE emessi nel quadriennio 2016-2019. Un numero che, però, si riduce aumentando il livello di dettaglio dell’analisi, a causa della mancata disponibilità di alcune informazioni presenti nei catasti regionali e provinciali. I dati presenti nel SIAPE (vedi Box 1) provengono infatti da 7 Regioni e 2 Province Autonome e costituiscono circa il 9% del totale, mentre per acquisire direttamente dagli Enti Locali le informazioni non presenti nel SIAPE sono state inviate delle apposite schede di raccolta dati. Per rendere ancora più attendibile l’analisi, gli attestati sono stati sottoposti a un sistema di verifica che ha permesso di scartare i dati poco attendibili: in questo modo, circa il 6% degli APE raccolti è stato escluso dal campione. Per la maggior parte (circa il 98%) i dati si riferiscono a edifici privati. A livello territoriale, la Lombardia è la regione con più attestati emessi (16,3%), seguita da Veneto (9,9%) e Sicilia (9,3%).
IL SIAPE
BOX 1
Con il recepimento della Direttiva EPBD 2010/31/UE, l’APE rappresenta di fatto l’etichetta energetica dell’edificio. Tra il 2016 e il 2019 è stato messo a regime il sistema rinnovato di certificazione energetica degli edifici, che rende anche più semplice la raccolta e il confronto delle informazioni contenute nel singolo APE, che vengono gestite tramite il formato di scambio dati XML e confluiscono nel SIAPE (Sistema Informativo degli APE), un catasto nazionale istituito con il D.M. 26 giugno 2015 (il cosiddetto Decreto Requisiti Minimi), realizzato e gestito da ENEA. Le Regioni e le Province Autonome inoltrano al SIAPE gli attestati contenuti nei rispettivi catasti e, contestualmente, i risultati annuali derivanti dell’applicazione dei sistemi controllo degli APE di loro competenza. Sono ancora soltanto 11, però, le Regioni e Province Autonome presenti sul SIAPE; altre 7 hanno chiesto le credenziali ma non hanno ancora inserito i propri dati nel database; infine 3 – Toscana, Campania e Sicilia – non hanno ancora richiesto, ad aprile 2020, le credenziali di accesso. Quando il database sarà connesso direttamente con tutti i catasti regionali e provinciali, sarà attivata anche un’interfaccia pubblica da cui sarà possibile consultare i dati in forma aggregata.
I RISULTATI
FIGURA 1. Numerosità degli APE per classe energetica nel periodo 2016-2019. Elaborazioni ENEA su dati da SIAPE e da Regioni e Province Autonome
Quasi il 60% del parco immobiliare nazionale risulta avere prestazioni energetiche carenti, nelle due classi energetiche F-G. Si tratta per la maggior parte di immobili costruiti tra il 1945 e il 1972 (39,9%), con una quota consistente (20,2%) di edifici anteriori al 1945. Tuttavia, grazie www.casaeclima.com n.87
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EFFICIENZA ENERGETICA
soprattutto al contributo di ristrutturazioni importanti e nuove costruzioni, nel periodo 2016-2019 gli edifici ad elevate prestazioni energetiche in Italia sono passati da circa il 7% al 10% del totale (Figura 1). Le nuove costruzioni rappresentano solo il 3,4% degli APE e di questi più del 90% sono ad elevate prestazioni energetiche (A4-B). Il settore non residenziale, che pesa per il 15% sul totale degli APE, ricade per oltre il 50% degli attestati nelle classi energetiche intermedie (C-D-E) e per più del 10% in quelle più efficienti (A4-B). Guardando alle zone climatiche, il picco di immobili inefficienti si trova nella zona climatica F – che comprende l’arco alpino e alcune zone appenniniche – dove solo la classe energetica G ricopre poco più del 40%. Allo stesso tempo, però, la zona F presenta anche la percentuale più elevata di casi nelle classi energetiche migliori (Figura 2). Una percentuale così alta di edifici “inefficienti” si spiega facilmente considerando le motivazioni alla base della redazione dell’APE: per la maggior parte si tratta di passaggi di proprietà e locazione, che non comportano interventi di miglioramento della prestazione energetica. Mentre le nuove costruzioni e le ristrutturazioni importanti permettono di raggiungere facilmente le classi più alte di efficienza, le riqualificazioni energetiche presentano dati non del tutto soddisfacenti: le classi energetiche E-G coprono circa la metà dei casi, mentre quelle A4-B non arrivano a coprire il 20% (Figura 3). Si nota però un aumento di casi nelle classi energetiche superiori dal 2016 al 2019, e uno spostamento del picco dalla classe F nel 2016 alla classe E nel 2016: un lento miglioramento, insomma, motivato probabilmente dal progressivo consolidamento dei requisiti minimi del D.M. 26 giugno 2015. Con i vincoli ancora più stringenti del Superbonus – a cui si può accedere solo con il conseguimento di un “salto” di due classi energetiche, o con il raggiungimento della classe energetica più alta – dobbiamo aspettarci un miglioramento ancora più deciso nei prossimi anni.
FIGURA 2. Distribuzione degli APE per zona climatica nel periodo 2016-2019. Elaborazioni ENEA su dati da SIAPE e da Regioni
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PIÙ EDIFICI INEFFICIENTI NEL SETTORE RESIDENZIALE Il settore residenziale copre circa l’85% del campione degli APE analizzati (in linea con la ripartizione nazionale tra edifici residenziali e non residenziali, rispettivamente 89% e 11%, in base al censimento ISTAT 2011). Osservando la distribuzione per classe energetica (Figura 4) si nota una netta prevalenza delle classi energetiche F e G nel settore residenziale (circa il 70%) mentre nel non residenziale prevalgono le classi C e D. Se ne può dedurre una più elevata propensione di quest’ultimo settore a intraprendere azioni più incisive indirizzate alla riduzione dei consumi energetici. I limiti più stringenti previsti dal Decreto Requisiti Minimi spiegano, comunque, il miglioramento dell’efficienza nel tempo che si riscontra anche nel settore residenziale, dove i casi nelle classi energetiche A4-B sono passati dal 6,7% del 2016 al 7,8% del 2019. Nel non residenziale l’aumento è ancora più consistente – dal 9% all’11,2% – affiancato da una diminuzione della percentuale di immobili nelle classi intermedie C-E e nella classe F. Aumenta invece la classe energetica G, che in entrambi i settori registra un’inversione di tendenza nel 2018 e nel 2019, dopo due anni di decremento. Si notano però differenze notevoli a seconda della destinazione d’uso: la più alta percentuale di casi nelle classi energetiche più inefficienti si trova infatti nella destinazione d’uso E.8, che comprende per la maggior parte capannoni industriali e magazzini, seguita dalle attività commerciali (E.5) e dagli uffici (E.2). Le stesse destinazioni d’uso mostrano anche le percentuali più basse nelle classi energetiche A4-B, dal 5% al 12%. Il dato è tanto più significativo se si considera che queste tre categorie, nel loro complesso, rappresentano
quasi il 90% dei casi con destinazione d’uso non residenziale. Meglio gli immobili destinati ad attività sportive (in maggioranza palestre, E.6) e le scuole (E.7), che mostrano una diminuzione della percentuale di casi nelle classi energetiche peggiori (sotto il 30%) e una crescita di quelle migliori fino al 20%. Le migliori prestazioni si registrano però nelle categorie E.1(3) (alberghi e pensioni), E.3 (ospedali, cliniche e case di cura) e E.4 (attività ricreative, associative o di culto), che risultano in oltre il 20% dei casi nelle classi energetiche A4-B.
FIGURA 3. Distribuzione degli APE nel periodo 2016-2019 nei casi di ristrutturazione importante (a) e riqualificazione energetica (b). Elaborazioni ENEA su dati da SIAPE e da Regioni
FIGURA 4. Distribuzione percentuale degli APE per classe energetica per i settori residenziale (a) e non residenziale (b) Elaborazioni ENEA su dati da SIAPE e da Regioni
BOX 2 OLTRE 395 MILA INTERVENTI DI EFFICIENZA ENERGETICA NEL 2019 Più di 42 miliardi di investimenti per interventi di riqualificazione energetica, di cui 3,5 miliardi solo nel 2019, con un risparmio complessivo di circa 17.700 GWh/anno, di cui poco più di 1.250 GWh/anno nel 2019. È questo in estrema sintesi il bilancio di 13 anni di Ecobonus, come emerge dai dati contenuti nel IX Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica e nell’XI Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti, elaborati dall’ENEA e presentati nel corso di un webinar lo scorso 15 ottobre 2020. I due rapporti evidenziano risultati molto positivi nel 2019 anche per altre tipologie di incentivo: il Conto Termico, destinato principalmente a iniziative per l’efficienza e per le rinnovabili nella PA, ha registrato un balzo in avanti del 68% rispetto al periodo 2013-2018, con 114 mila richieste totali e un incremento del 29% rispetto al 2018 delle incentivazioni ottenute con un totale pari a 433 milioni di euro; i certificati bianchi, volti a incentivare l’efficienza nelle imprese, hanno consentito di risparmiare oltre 3,1 Mtep/anno dal 2011. Al 2019 l’obiettivo di risparmio energetico, indicato dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale, è stato centrato al 77,2%: a livello settoriale, il residenziale ha già superato il target indicato, l’industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%), i trasporti hanno superato la metà dell’obiettivo (50,4%), mentre il terziario, PA compresa, è a meno di un terzo dal target (29,4%).
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INTERVISTA
Il primo condominio a beneficiare del Superbonus è a Prato Un condominio degli anni ‘60, in classe energetica G, sarà riqualificato con cappotto termico, sostituzione della centrale termica e sostituzione di tutti gli infissi. Ne parliamo con l’amministratore Roberto Asaro a cura di SEBASTIAN BENDINELLI
A
Prato, in via Baracca 65, si trova uno dei primi condomini italiani che beneficeranno del Superbonus al 110% sui lavori di riqualificazione energetica. L’inaugurazione del cantiere è avvenuta lo scorso 13 ottobre, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, che ha lodato l’amministrazione comunale, Anaci e tutti i professionisti coinvolti: “Un grande gioco di squadra. Oggi siamo qui a dimostrare concretamente che quello che avevamo promesso è una misura possibile, reale”. Ma come è stato possibile arrivare a questo risultato così rapidamente, soltanto pochi giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei due decreti sui requisiti minimi e sulle asseverazioni? Ne abbiamo parlato con Roberto Asaro, amministratore del condominio di via Baracca e Presidente provinciale Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari).
C&C.: Innanzitutto, qual è la situazione attuale del condominio e quali lavori saranno svolti? R.A.: Si tratta di un condominio di fine anni ’60, in classe energetica G, con una vecchia caldaia a gasolio che è già stata smantellata. I lavori che il condominio ha deliberato sono: la trasformazione dell’impianto di riscaldamento da gasolio a metano; la sostituzione completa della caldaia con nuove caldaie a condensazione modulari; il rifacimento completo del cappotto di tutta la facciata. Insieme a questi, che sono i lavori trainanti, sono stati deliberati anche i lavori di sostituzione completa di tutti gli infissi e di tutte le tapparelle. Il tutto con cessione totale del 36
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ROBERTO ASARO, Presidente Provinciale Anaci Prato e Pistoia
credito: i lavori avranno un importo totale di circa 900 mila euro, spendendo zero, dato che si rientra negli importi consentiti di cessione. L’accordo è stato raggiunto con Duferco Energia, mentre le imprese e i tecnici sono tutti locali, scelti dal condominio.
Il cantiere è già partito? Sì, è già stato montato il ponteggio e sono già iniziati i lavori sulla caldaia, con l’adeguamento alle normative antincendio. Abbiamo iniziato quando c’è stata l’inaugurazione a metà ottobre, prima non è stato possibile, dato che le prime pubblicazioni da parte dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate sono dell’8
agosto. Ci siamo mossi prima con tutte le richieste tecniche e con la documentazione, in modo da essere pronti. In tutto, i lavori dureranno circa 6 mesi.
Come si è svolto il processo decisionale? Pensa che il Superbonus finirà per beneficiare più le abitazioni mono o bifamiliari, rispetto ai condomini? No, non condivido questa interpretazione. Trattandosi di una riqualificazione energetica in cui i condomini valorizzano le proprie unità immobiliari prospettando dei risparmi importanti – parliamo di una riduzione dei costi dal 40 al 50% per quanto riguarda i consumi – non c’è difficoltà a ottenere le delibere, tanto più che sono stati abbassati i quorum a un terzo. Di solito c’è una volontà unanime, legata alla riqualificazione e al fatto che questi lavori possano essere fatti con cessione totale del credito.
L’assemblea condominiale com’è stata svolta? Purtroppo tuttora non possiamo svolgere assemblee a distanza, perché la normativa prevede l’autorizzazione unanime del condominio, il che significa che per assurdo bisognerebbe fare un’assemblea in presenza per autorizzare quelle online. Quindi la nostra è stata fatta in presenza, addirittura all’aperto, sfruttando il piazzale del condominio, con tutte le distanze regolamentari. In tutto sono state necessarie due delibere. Ora diventa più difficile, e per questo servirebbe maggiore chiarezza rispetto al nuovo DPCM [quello del 18 ottobre, ndr]. In più, speriamo tutti in una proroga di questa norma, perché non è possibile entro il 31 dicembre del prossimo anno fare questi interventi su tutti i condomini che lo richiedono.
È stato deliberato anche il fondo spese straordinarie? No, perché contestualmente al contratto d’appalto è stata firmata la cessione del credito all’azienda. Quindi ovviamente non è stato necessario creare nessun fondo, perché non c’è nessun esborso da parte del condominio, e quindi nessun rischio che un condomino non paghi.
La cessione del credito dei singoli condòmini come viene gestita? Tutte le parti che si possono fare come lavori trainanti si deliberano in assemblea a maggioranza. Nella stessa assemblea, ogni condomino deve dare l’autorizzazione per quei lavori “trainati” che sono singoli, come la sostituzione dell’infisso o dell’avvolgibile. Contestualmente, in questa riunione, abbiamo fatto la delibera per le parti comuni, e tutti i condòmini hanno aderito alla sostituzione degli infissi personali. La ripartizione del credito viene fatta come se i singoli condòmini dovessero pagare: in quote millesimali per le parti comuni, e poi le spese singole. La sommatoria dell’importo è quello che l’azienda prende in carico e ogni condomino cede. Quindi anche le quote personali rientrano ovviamente nella cessione del credito.
“Ci siamo mossi con tanto entusiasmo ma ovviamente anche con un po’ di timore, essendo i primi o quasi a livello nazionale” Nel corso della fase tecnica e preparatoria ci sono state delle difficoltà, anche per quanto riguarda l’interpretazione della normativa? Devo dire che è andato tutto liscio. Ci siamo mossi con tanto entusiasmo ma ovviamente anche con un po’ di timore, essendo i primi o quasi a livello nazionale. Abbiamo trovato massima collaborazione da parte dell’ente pubblico, del Comune e degli assessori preposti a questa tipologia di intervento. Quindi anche quelli che potevano sembrare ostacoli o tempi particolarmente lunghi per la documentazione, si sono poi sbrigati in maniera abbastanza lineare. Certo, c’è stata un po’ di diffidenza iniziale, essendo i primi. Ci auguriamo che nei prossimi interventi anche i tempi tecnici si possano accorciare, ma comunque l’onere tecnico resta importante in questa fase.
Ha già avuto molte richieste oltre a quella di via Baracca? Al momento ho già circa 35 delibere già assunte, ma complessivamente i condomini che vorranno accedere a questa tipologia di intervento supereranno i 150. Un numero importante, per cui è chiaro che, qualora la norma non venisse prorogata, potremmo incontrare notevoli difficoltà anche nella parte esecutiva. Per tutto l’iter tecnico, dal momento dell’incarico, ci vogliono circa due mesi: l’APE, la verifica urbanistica, il capitolato, computo metrico, congruità dei costi etc. La parte operativa dipende ovviamente dalla natura dei lavori, ma per un condominio di circa 20 unità immobiliari, come il nostro, ci vogliono circa sei mesi di lavoro. In un convegno online che abbiamo fatto recentemente con l’ENEA e l’ufficio delle Entrate siamo stati abbastanza rassicurati, però ancora non c’è l’ufficialità di questa proroga. www.casaeclima.com n.87
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DENTRO L’OBIETTIVO
Serra bioclimatica con vista Il portico di una villa in Valtellina è stato sostituito con una serra bioclimatica che unisce con uno spazio comune due unità immobiliari a cura della REDAZIONE 38
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L’
intervento, su una villa situata in Valtellina, provincia di Sondrio, si caratterizza per la prerogativa di unire con uno spazio comune due unità immobiliari. I due edifici esistenti sono molto semplici, costituiti da due quadrati con tetto a capanna leggermente disassati, uniti da un portico con tetto a padiglione.
DAL PORTICO ALLA SERRA BIOCLIMATICA Sentite le richieste dei proprietari si è scelto di rimuovere l’attuale portico e sostituirlo con una nuova serra bioclimatica, con tetto piano, per meglio legare i due corpi di fabbrica esistenti. Il progetto ha quindi adeguato il portico nell’ottica di trasformarlo in una serra bioclimatica.
Pianta dell’intervento
La struttura è stata realizzata in legno di abete di colore bianco con risparmi e incassi per l’alloggiamento dei serramenti scorrevoli e delle schermature esterne. La copertura piana è stata realizzata in legno di abete di colore bianco con coibentazione continua e finitura superiore in ghiaietto lavato di colore grigio. La caratteristica della serra è la grande trasparenza verso l’esterno rivolto a sud, ottenuta estrudendo il nuovo elemento trasparente e sovrapponendolo in parte sulla porzione esistente con una facciata di vetro di sette metri di larghezza: questo ha permesso di mettere in relazione lo spazio interno con lo spazio esterno, il verde del giardino, il fondovalle e lo skyline delle montagne. www.casaeclima.com n.87
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DENTRO L’OBIETTIVO
Il giardino
L’ascensore panoramico 40
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SCHERMATURE SOLARI Il trascorrere delle stagioni permette di sfruttare al massimo il sole e le schermature solari: durante l’inverno per il riscaldamento passivo (schermature alzate e sole basso), mentre in estate la radiazione è regolata con le schermature in modo da impedire il surriscaldamento (schermature abbassate e orizzontali e sole alto). Questa configurazione permette sempre la vista verso l’esterno, la regolazione e il controllo della luce, oltre che lo sfruttamento passivo dell’infrarosso. Il controllo della radiazione solare è inoltre ottimizzato dalle piante a foglia caduca poste di fronte, che intervengono a regolare anche l’umidità e creano un benessere aggiuntivo conferito dalla parte verde con il suo microclima naturale.
LA SISTEMAZIONE DEL GIARDINO Il progetto ha inoltre previsto la sistemazione a verde dell’intero giardino con formazione di una serie di scogliere a secco, l’inserimento di specie agresti e selvatiche. Interessante la vista dall’interno della serra verso il giardino roccioso e le aromatiche a nord in contrapposizione alla vista sulla valle. In più, sono stati riorganizzati gli spazi esterni di ingresso carraio e pedonale, sostituiti i cancelli in Corten, realizzata una parete verde mista con parte sempreverde e una con fioritura stagionale ( Jasminum, Passiflora), fioriere con cuscinetti di trifoglio e ascensore panoramico.
SERRE BIOCLIMATICHE E DETRAZIONI FISCALI L’installazione di una serra solare o bioclimatica è agevolabile con le detrazioni fiscali del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie (il cosiddetto Bonus casa, ai sensi dell’art. 16 bis, lettera h del D.P.R. 917/1986), ma non con l’Ecobonus: come ha chiarito infatti l’ENEA in un recente parere, gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente validi per l’Ecobonus al 65% (previsto dalla Legge 296/2006) sono soltanto quelli che riguardano gli elementi strutturali dell’involucro edilizio che racchiude gli ambienti riscaldati, ad eccezione delle schermature solari. Le serre bioclimatiche, delimitando un ambiente non riscaldato, non rientrano in questa categoria.
SCHEDA DI PROGETTO PROGETTO: Studio Bioprogettazione di Tarca Davide www. bioprogettazionetarca.it F.LY di Ferola Liliana REALIZZAZIONE: Tarca costruzioni, Mello (SO) www.tarcacostruzioni.it
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DENTRO L’OBIETTIVO
Redesign in stile minimale
Grazie a un progetto curato nei minimi dettagli, un appartamento a Rimini rinasce guadagnando spazio e luce naturale a cura della REDAZIONE
C
omfort e benessere sono le parole d’ordine per ridisegnare un appartamento, conferendogli un nuovo stile e personalità. La mission dell’architetto è proprio quella di aiutare il cliente a godersi al meglio gli spazi della propria abitazione, permettendogli di “sentirsi bene” in casa propria. E nei mesi di lockdown, a marzo e aprile, è emersa come non mai l’esigenza di avere un proprio ambiente di comfort, in cui star bene con se stessi e con gli altri. Questo periodo storico ci ha mostrato in maniera eclatante quanto sia fondamentale lo spazio interno alla casa, ma anche – per esempio – avere grandi finestre aperte sul mondo, il terrazzo o il giardino, che permettono di uscire dai confini della propria abitazione e spesso si trasformano in veri e propri spazi sociali.
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In queste pagine vediamo un esempio di abitazione completamente rivisitata con uno stile minimal, grazie all’aiuto dell’architetto Pietro Marsciani, collaboratore di Polistudio A.E.S. “Il benessere che ognuno ricerca all’interno della propria abitazione è senza dubbio uno degli obiettivi che l’architetto si deve porre quando affronta una ristrutturazione, che sia questa un appartamento o una casa indipendente. Il tutto deve partire da una forte riflessione con il cliente sulla sua idea di comfort, su come abitare lo spazio”, spiega Marsciani. “Ad esempio, è importante tener conto della disponibilità della luce naturale, della distribuzione uniforme della luce nell’ambiente, della giusta combinazione di luce artificiale e naturale, della vista verso l’esterno, nonché dell’orientamento
delle finestre. Inoltre, la progettazione dello spazio e la scelta dei materiali ricoprono un ruolo decisivo nell’ottenere un buon risultato di comfort, dall’arredamento agli apparecchi illuminanti”. Nel caso di questo appartamento, situato a Rimini, i clienti avevano le idee molto chiare su quali elementi, quali materiali, quali colori rispondessero alla loro necessità di comfort. “Il mio compito è stato quello di mettere in pratica queste loro riflessioni, attraverso il disegno dello spazio”, continua Marsciani.
IL PUNTO DI PARTENZA La casa risultava buia, con poca luce naturale, a causa di una loggia condonata e quindi resa abitabile, che ostacolava il passaggio della luce. La cucina aveva una piccola porta finestra esposta a nord che non dava un supporto in termini di illuminazione. L’appartamento disponeva di un solo bagno, e si aveva la necessità di averne un altro in zona giorno, per gli ospiti. Non mancavano però anche alcuni punti a favore, a partire dalla particolare pianta allungata, “a cannocchiale” – che indicava fin da subito la dire-
PRIMO PIANO. Vista dall’ingresso
zione principale del progetto, il suo concept – e i metri quadri degli ambienti, che erano piuttosto generosi, tanto da poter stringere una camera a vantaggio dell’ingresso.
LE SCELTE PROGETTUALI Fin da subito, per donare spazio, luce naturale e respiro all’appartamento, si è pensato di ottenere un unico grande ambiente in zona giorno, unendo cucina e sala, e di realizzare una grande vetrata affacciata sui tetti di Rimini. Questo è bastato per cambiare radicalmente il carattere dell’appartamento. Un altro elemento molto importante che ha inciso sulla progettazione è stata la piacevole abitudine dei clienti di ospitare amici e di cucinare spesso per loro. Questo ha reso l’elemento cucina protagonista dello spazio e il fulcro della casa, il suo biglietto da visita. Prima delle demolizioni, la zona living era suddivisa nettamente tra angolo cucina e angolo soggiorno. Per rendere più confortevole l’ambiente abbiamo sono state rimosse le pareti divisorie, creando un unico ambiente più spazioso e luminoso. Il gioco dei volumi del controsoffitto e l’accostamento dei materiali del pavimento accompagnano naturalmente verso la cucina oppure verso l’area relax. Anche in cucina la scelta di colori chiari e riflettenti rende l’ambiente altamente luminoso. In particolare, grazie alla buona esposizione della vetrata (a sud-ovest), in cucina e in sala si diffonde molta luce. La cucina, con un’isola per la colazione e l’aperitivo, è stata realizzata per offrire la mas-
Pianta generale e sezione
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DENTRO L’OBIETTIVO
Pianta degli interventi
“La progettazione dello spazio e la scelta dei materiali ricoprono un ruolo decisivo nell’ottenere un buon risultato di comfort”
PRIMO PIANO. Vista dalla cucina
sima funzionalità. Il tavolo accanto all’isola è stato ideato, progettato ad hoc, realizzato su misura per soddisfare i tre requisiti fondamentali per questo habitat: una dimensione di 210×90 cm idonea per almeno 8 commensali; robustezza e materiale in legno naturale; design minimale.
I MATERIALI E GLI ARREDI
SALA DA PRANZO. Prima e dopo l’intervento
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I materiali sono stati selezionati con cura, in modo che non prendessero la scena, ma che facessero risaltare lo spazio e la luce. Il bianco, il rovere naturale, il pavimento grigio chiaro fanno da sfondo alla vita quotidiana, fatta di colore, di libri, di fiori, di bicchieri di vino, di pasta fatta in casa e di momenti passati in compagnia. Uno degli aspetti caratterizzanti del nuovo layout è la presenza di elementi contenitivi a filo parete che si perdono nell’ambiente. Rispetto alla soluzione tradizionale, permettono di ottenere un effetto estetico pulito e minimale, di continuità con la parete, evitando la sensazione di riempimento che spesso genera il volume dell’armadio a parete. Dal punto di vista della funzionalità, sono molto contenitivi e sfruttano tutta l’altezza della parete.
ILLUMINAZIONE Sono oltre 15 i punti luce presenti, che comprendono faretti a LED a incasso e altri orientabili. Per questo, anche l’impianto di illuminazione ha richiesto un accurato progetto illuminotecnico. La posizione di ogni singolo punto luce è stata studiata dopo aver definito l’arredamento.
I BAGNI
CUCINA. Prima e dopo l’intervento
BAGNO. Prima e dopo l’intervento
“Per sfruttare al meglio la luce e gli spazi abbiamo deciso insieme al cliente di spostare i sanitari, posizionandoli al posto del lavandino”, conclude l’arch. Marsciani. “In questo modo abbiamo ricavato più spazio per la doccia e dato maggiore respiro al bagno. Abbiamo optato per un lavandino a bacinella, con erogatore a cascata applicato a muro. Il piatto doccia, invece, è lo stesso gres, con la giusta pendenza. Per rendere più caldo l’ambiente, al grigio e al bianco abbiamo aggiunto il color legno del mobile sotto al lavandino”. Un piccolo sgabuzzino è stato trasformato in un bagno per gli ospiti: essenziale, ma accogliente e funzionale.
PRIMO PIANO. Il tavolo da pranzo in rovere www.casaeclima.com n.87
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CASE HISTORY
La versatilità della muratura armata in laterizio Il sistema brevettato radiale Taurus garantisce un deciso incremento di resistenza meccanica rispetto ai valori di normativa
FIGURA 1. Pareti curve e serramenti privi di interruzione Il Centro Ricerche Brahma S.p.a. di Legnago (VR), da poco completato, racchiude in sé tutti i “limiti” che avrebbero dato per scontato (un tempo) l’uso della soluzione più ovvia, il sistema sismo-resistente in calcestruzzo armato. Un’opzione dettata dall’estrema libertà distributiva e architettonica, richiesta per un complesso a destinazione direzionale, con spazi ampi e luminosi, dati anche da importanti e irregolari aperture che ne definiscono le straordinarie particolarità. Unite a queste, la presenza di pareti curve, l’assenza di elementi d’angolo e le elevate luci del solaio (oltre ad altezze interpiano oltre i 5 metri) hanno contraddistinto un’opera che è un fulgido esempio di architettura contemporanea.
FIGURA 2. In cantiere
INFORMAZIONE DALLE AZIENDE
FIGURA 3. Il blocco Alveolater Bio Taurus 30
L’iniziale progettazione era sì orientata sullo scheletro portante/setti in calcestruzzo armato, ma poi, vista la possibilità di adottare un sistema che si avvalesse di una maggiore area resistente e che garantisse un’eccellente risposta isotropa, oltre a una continuità materica (inibendo, tra l’altro, i ponti termici di discontinuità), la scelta è ricaduta sul sistema Muratura Armata Taurus. Una variazione scaturita anche grazie alla ricerca condotta presso il dipartimento I.C.E.A. (Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale) dell’Università degli Studi di Padova, che è riuscita a dimostrare il valore intrinseco del sistema brevettato radiale Taurus, che annovera tra i vari plus un deciso incremento di resistenza meccanica, rispetto ai valori desunti dalle tabelle di normativa (NTC18 §11.10.3.1.2). Il sistema Taurus ha permesso di realizzare le complesse pareti curve della reception, i pilastri interposti nelle finestre a nastro e i setti di muratura che, derogando dal limite della regola dell’angolo (min. 1 metro per le murature ordinarie portanti), hanno permesso la realizzazione di serramenti privi di interruzioni creando un distintivo effetto di continuità (Figura 1). Un utilizzo così disinvolto e creativo del laterizio ha mostrato, concretamente, le vere potenzialità di un materiale/sistema che non si pone più limiti, sia in termini di libertà progettuale sia in termini di esecutività (Figura 2). Si è dimostrato come la muratura portante armata Taurus possa passare con estrema facilità da “semplici” edifici residenziali alle più complesse strutture, dove l’eccezionalità progettuale è ormai normalità. Questo a dimostrazione che le capacità portanti del laterizio sono una certezza anche alla luce delle nuove norme e rispetto agli altri sistemi costruttivi hanno un valore aggiunto che trova nel tempo il miglior testimone, la durabilità.
Il blocco scelto è stato l’Alveolater Bio Taurus 30 che, grazie alla sua geometria radiale brevettata, capace di ripartire uniformemente le tensioni trasmesse dalle armature, e alla sua ricercata modularità (sp./lungh - 1/1.5), ha permesso di giocare con le forme operando con estrema facilità nella formazione dei setti. A questo si unisce la possibilità di utilizzare l’ampio foro centrale, che può accogliere fino a due barre di diametro 16 mm, per il passaggio degli impianti (dove non presenti i ferri) a garanzia di una sensibile riduzione delle assistenze murarie ottenendo così un paramento portante privo di scanalature (Figura 3).
SCHEDA DI PROGETTO TIPOLOGIA: Centro Ricerche - Brahma S.p.a. LOCALIZZAZIONE: Legnago (VR) PROGETTO ARCHITETTONICO: Arch. Annachiara Zarattini PROGETTO STRUTTURALE: Ing. Stefano Debiasi
Stabila S.r.l. Via Capiterlina, 141 36033 – Isola Vicentina (VI) www.stabila.it | info@stabila.it
WORK IN PROGRESS
VISTA D’INSIEME dopo la rimozione del mobilio e degli arredi fissi
Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: sotto il vestito… altro che niente Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica di un edificio costruito negli anni ’50. Nel corso del 2020 sulla rivista verranno pubblicati diversi articoli che ne racconteranno l’evoluzione. In questa quinta parte affrontiamo lo stato di fatto dell’alloggio dopo lo svuotamento DAVIDE GIGLI 48
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I
l cantiere è timidamente iniziato, con la rimozione del mobilio e degli arredi fissi. Lo svuotamento dell’alloggio offre la possibilità di riflettere sulle reali condizioni in cui spesso ci si può trovare inconsapevolmente a vivere, e sul reale significato della parola “ristrutturazione”. Spesso ho sentito affermare con malcelata superiorità che la ristrutturazione deve costare il meno possibile e massimizzare il profitto. Solo così sarà possibile soddisfare l’obiettivo del cliente, e al tempo stesso garantire la redditività del mestiere. Ma questo castello si basa su fondamenta molto fragili perché, quando tale assunto non si traduce in operazioni pragmatiche, concise e prive di fronzoli, è alto il rischio di realizzare opere di bassa qualità, mascherate dallo scintillio delle finiture, solo esteticamente gradevoli, ma per le quali il tempo poi presenterà il conto. In questo caso, sotto il vestito… altro che niente, tanto per fare una piccola citazione cinematografica. Sotto il vestito abbiamo trovato una situazione veramente molto grave in termini di salubrità. Il degrado da muffa è un “mostro” quasi invisibile che si sviluppa in silenzio, negli spazi e negli anfratti in cui il nostro sguardo non può arrivare. Se da un lato nelle camere “basterebbe” spostare gli armadi per rendersi conto della situazione (Figura 1), dall’altro lato in cucina, dietro pensili che erano parte integrante di una struttura di boiserie, non sarebbe stato possibile comunque portare alla luce e porre rimedio a tale degrado. Occhio non vede, cuore non duole? Non proprio. Gli effetti sulla salute, a lungo termine, non si annullano solo perché la muffa non si vede. E il fenomeno si radica, come in questo caso, andando ad aggredire anche le schiene dei mobili, i vestiti o gli oggetti in essi contenuti, e gli intonaci, in maniera sempre più radicata.
Il degrado da muffa è un “mostro” quasi invisibile, che si sviluppa negli spazi in cui il nostro sguardo non può arrivare
RIMOZIONE DELL’INTONACO E ISOLAMENTO L’intonaco delle camere da letto dovrà essere integralmente rimosso e ripristinato. Non sussiste infatti margine di recupero: il radicamento della muffa è profondo alcuni millimetri nello spessore dell’intonaco e non è conveniente effettuare un semplice trattamento su cui posare nuovi materiali. Tutta la superficie interno di muro e soffitto sarà riportata al grezzo del mattone; anche la pavimentazione, compreso il sottofondo, sarà rimossa. A contatto con il mattone sarà realizzato un nuovo intonaco, a base di argilla e cellulosa, su cui verrà posato un isolamento interno in fibra di legno finito con rasante e intonachino nuovamente a base di argilla (Figura 2). Sarà posta cura nel risvoltare l’isolante a soffitto – come già fatto in un progetto di una decina di anni fa con ottimi risultati – per ridurre il ponte termico e spostare il punto di temperatura critica in zone più interne della costruzione. Anche nel raccordo con la pavimentazione sarà necessario prestare attenzione alla continuità dell’isolamento, per eliminare o almeno ridurre il ponte termico. La pavimentazione verrà completamente rimossa e sarà sostituita da una stratigrafia che, in uno spessore ridotto, separerà termicamente questo appartamento da quello sottostante. Sono state valutate alcune soluzioni alternative al pavimento
FIGURA 1. La camera da letto
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WORK IN PROGRESS
radiante, ma la complessità impiantistica richiesta non si concilia con la disponibilità di spazio per le canalizzazioni richieste. Pertanto si opterà per una soluzione più tradizionale ma con minori incognite. Dato lo spazio (incognito) a disposizione in termini di spessore del solaio esistente, quasi certamente sopra la sezione portante del solaio verrà posato uno strato di pannelli di PU di basso spessore (6-8 cm), in modo da massimizzare la prestazione termica. L’altezza interna esistente (pari a 286 cm) consente di consumare qualche centimetro rispetto alla quota originale per realizzare alcune operazioni di risanamento. Sopraelevare di alcuni centimetri la quota di pavimento consente anche di intervenire sull’estradosso dei balconi e migliorarne il ponte termico anche in assenza di un cappotto esterno.
LE CONDIZIONI DELLA CUCINA In questo ambiente la situazione è a suo modo ancora più significativa. Non soltanto si è sviluppata muffa nello spazio tra il muro e i pensili, dovuto all’assenza di un’aspirazione e/o ventilazione di quell’ambiente, ma rimuovendo i pannelli dei mobili abbiamo scoperto che in realtà una cappa in precedenza è esistita. La sagoma grigia ad arco corrisponde a un elemento di rame, ora rimosso,
FIGURA 2. Isolamento interno che convogliava i fumi di una precedente cucina verso un buco nel solaio (ad essere più precisi, un foro che attraversa solaio e trave di bordo) che finiva nel sottotetto (Figura 3). Esatto, senza un camino, un estrattore, o un qualsiasi sistema verso l’esterno, ma direttamente verso le travi di legno del tetto! Ora è chiaro che le temperature dei fumi estratti da una cucina non possono essere
FIGURA 3. Le tracce della vecchia cappa in cucina, vista d’insieme e dettaglio 50
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Le ragioni economiche hanno un’importanza fondamentale, ma bisogna considerare gli effetti a lungo termine di soluzioni a basso costo comparate a quelle di una stufa o di una caldaia, ma sicuramente la presenza di vapore, umidità, residui di cottura, olio o altro non è proprio ideale per la salubrità delle strutture. I depositi di tali sostanze sono estremamente appetibili per agenti biologici e per insetti. Anche gli allacciamenti dei tubi presentano delle condizioni veramente deteriorate (Figura 4). Alla luce delle immagini proposte, la riflessione però diventa un’altra. L’adeguamento degli impianti è obbligatorio solo nel momento in cui ci si mette mano, altrimenti possono rimanere nelle condizioni in cui sono. Ma se tali condizioni possono rappresentare un pericolo, qual è il limite tra diritti e doveri, nel senso di obbligo all’adeguamento? In questo caso l’impianto sarà completamente rinnovato e non si troverà nello stesso punto, per cui tutti gli allacci saranno rifatti e nuovi camini e sfiati (dotati di isolamento ignifugo) saranno realizzati. Anche in questo caso sarà necessario rimuovere completamente gli intonaci e le piastrellature esistenti e azzerare le condizioni di partenza per realizzare un isolamento interno in fibra di legno. Come per le camere, la soluzione tecnologica sarà la stessa, mentre per gli ambienti di bagno e cucina la parete internamente sarà completata da una controparete isolata in lastre di fermacell piastrellate.
RISANARE L’AMBIENTE Aggiungiamo ancora alcune informazioni sul sistema: il riscaldamento radiante contribuirà a evitare il degrado attuale, garantendo una temperatura più omogenea in tutto l’appartamento. A tale scopo l’isolamento interno, modificando in meglio i valori di ammettenze termiche delle pareti, contribuirà a distribuire meglio il gradiente verticale di temperatura dato dal sistema a pavimento. Il progetto accurato dei punti di ponte termico geometrico (angoli
FIGURA 4. L’allacciamento dei tubi in cucina di parete, fori, finestre) ridurrà sensibilmente l’occorrenza di condizioni favorevoli alla formazione di muffa, insieme all’utilizzo di materiali igroscopici in grado di gestire gli accumuli di condensa. Infine la ventilazione meccanica ridurrà il carico di umidità interna, che abbiamo visto nei numeri scorsi dare luogo a importanti fenomeni di condensazione superficiale (le finestre, vedi Casa&Clima 83). Mi riallaccio infine al concetto di partenza. Ha senso ristrutturare solo al minor costo possibile? Ha senso continuare a vivere in un ambiente che sembra solo salubre, ma che nasconde (solo ai nostri occhi) condizioni così pregiudicate? O avrebbe un senso più compiuto affrontare e risolvere i problemi, sostituire gli elementi non più funzionali, aggiornare le tecnologie quando se ne presenta l’occasione? Ritengo che le ragioni economiche abbiamo un’importanza fondamentale nelle scelte di intervento, ma nelle ragioni economiche dovrebbe essere anche compreso il costo degli effetti a lungo termine, non direttamente quantificabili, di costruzioni e soluzioni tecnologiche a basso costo perché di bassa qualità. Un rapporto costi/benefici sbilanciato a favore del costo non è un successo: molto probabilmente è il primo mattone di futuri problemi. www.casaeclima.com n.87
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CASE HISTORY
Efficienza energetica nel clima siberiano Una casa-laboratorio realizzata interamente “a secco” e dotata di sensori per analizzare le prestazioni energetiche e di comfort in un ambiente climatico particolarmente estremo
a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO 52
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L’
edificio-laboratorio sperimentale isolMAX si trova in uno dei territori più ostili dal punto di vista climatico: la Siberia, più precisamente a Barnaul, capoluogo del Territorio dell’Altaj. Ogni anno in queste zone si verificano escursioni termiche considerevoli, passando da rigide temperature invernali di -21°C (con punte a -35°C) a temperature estive con medie di 26°C (con punte a +34°): una situazione climatica che definisce le idonee condizioni al contorno per testare le prestazioni del manufatto.
L’EDIFICIO L’abitazione di circa 80 mq è stata costruita in opera in soli nove giorni e si presenta come un unico volume monopiano a base rettangolare. La velocità di montaggio è stata possibile grazie alla scelta di una tecnologia costruttiva stratificata a secco del tipo struttura/rivestimento. Le componenti del sistema portante sono costituite dall’impiego di profili sottili in acciaio formati a freddo (CFS, Cold Formed Steel) che, insieme all’utilizzo di materiali funzionalmente specializzati, garantiscono prestazioni termoigrometriche e acustiche
di involucro altamente efficienti (vedi Figura 1). Le strutture di copertura, assiemate a maglia reticolare, e delle chiusure perimetrali sono state pre-assemblate in officina per poi essere ancorate, nella fase di installazione, alla platea di fondazione realizzata precedentemente.
STRATIGRAFIE A CONFRONTO Il progetto sperimentale prevede l’utilizzo di due differenti stratigrafie di chiusura verticale che consentono il monitoraggio comparativo da remoto (attraverso sensori energetico-ambienta-
“L’obiettivo è quello di trasformare l’edificio prototipo in un modello replicabile in grado di garantire elevate prestazioni a basso impatto ambientale anche in contesti climatici estremi”
FIGURA 1. La struttura in acciaio
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CASE HISTORY
IN CANTIERE. La posa dei serramenti
li-strutturali) delle performance delle due soluzioni. Le due stratigrafie sono composte da una sequenza ottimizzata di layer e accomunate dall’integrazione di struttura portante light steel frame e controllo del ponte termico nel nodo trave pilastro con uno sporto di gronda isolato. In un caso la stratigrafia è caratterizzata da doppia lastra in cartongesso con interposta barriera al vapore, isolamento in lana minerale 70+80 mm, lastra di cartongesso resistente all’acqua, lana di roccia sp. 80 mm e placcaggio esterno di finitura in lastre di fibrocemento; nell’altro la stratigrafia è composta da doppia lastra in cartongesso con interposta barriera al vapore, lana minerale 50+50 mm, lastra di cartongesso resistente all’acqua, lana di roccia sp. 80 mm, barriera all’aria, lastra di fibrocemento e finitura a cappotto in EPS sp. 50 mm. La falda inclinata di copertura, sempre realizzata con sistema light steel frame, ha permesso l’impiego di lamiera grecata coibentata con isolante in lana di roccia dello spessore di 120 mm, pannello in OSB (18 mm) utile al controvento delle travi in estradosso e lana minerale per la costipazione dello spazio tra le travi reticolari (vedi Figura 2). Il progetto di ricerca, attraverso l’impiego simbiotico di strutture metalliche leggere e stratificazione a secco ha l’obiettivo, a lungo termine, di trasformare l’edificio prototipo in un modello replicabile in grado di garantire elevate prestazioni a basso impatto ambientale, anche in contesti climatici estremi. 54
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FIGURA 2. Sezione trasversale, soluzione B
LA RICERCA La ricerca isolMAX, sviluppata da Cogi in collaborazione con l’Università di Trento, la Polzunov Altai State Technical University e la Fondazione Bruno Kessler, è co-finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR 20142020), dal Governo Italiano e dall’Assessorato allo Sviluppo Economico, Ricerca e Lavoro della Provincia Autonoma di Trento. Courtesy of Fondazione Promozione Acciaio.
PONTE TERMICO D’ANGOLO. Analisi tra due pareti
PONTE TERMICO D’ANGOLO. Analisi tra due pareti
GLI IMPIANTI A livello impiantistico l’unità residenziale è dotata di un sistema di riscaldamento a pavimento a bassa temperatura e da un sistema di ventilazione meccanica controllata gestito da sensori di rilevazione di CO2 posti nelle stanze. Attraverso il sistema di monitoraggio in continuo gestibile da remoto, di cui è dotato l’edificio, è possibile visualizzare in tempo reale le prestazioni termiche, impiantistiche e strutturali della costruzione. Lo studio e la ricerca
MONITORAGGIO. Sensore di spostamento strutturale
già in corso andranno avanti in modo tale da poter registrare e analizzare il comportamento dell’edificio per un periodo significativo, che permetterà di acquisire informazioni fondamentali per la stesura di Linee Guida progettuali utili per costruire in maniera innovativa e corretta una casa confortevole, efficiente, sicura e durevole. www.casaeclima.com n.87
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NORMATIVA
La classificazione energetica degli edifici e lo “Smart Readiness Indicator” Con il D.Lgs. 48/2020, l’Italia recepisce l’introduzione a livello europeo di un sistema comune per determinare la predisposizione degli edifici alla “smartness”, la capacità di migliorare l’efficienza energetica e le performance PATRIZIA RICCI 56
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IL WEBINAR CEI-PROSIEL L’articolo trae spunto dal webinar organizzato da CEI e PROSIEL sulla Classificazione energetica degli edifici e SRI, tenutosi lo scorso 22 settembre 2020, al quale sono intervenuti Stefano Tomasina del CEIComitato Elettrotecnico Italiano, Matteo Menoncin di ANIE, Roberto Colombo di IMQ e Carmine Battipaglia di CNA Installazione Impianti.
questa norma viene richiesto agli Stati membri un piano a lungo termine (fino all’anno 2050) per la de-carbonizzazione degli edifici esistenti, in termini di ristrutturazione programmatica mirata all’efficientamento energetico. Si richiede inoltre di supportare l’adozione di sistemi di controllo “smart” dell’edificio per la gestione dell’energia, di predisporre le infrastrutture a supporto della mobilità elettrica e, infine, di valutare l’adozione del sistema europeo per la classificazione del “livello smart” dell’edificio attraverso, appunto, lo SRI. L’Italia ha recepito la Direttiva con il D.Lgs. n. 48 del 10/06/2020.
I CONTENUTI DEL DECRETO DI RECEPIMENTO
C
on la Direttiva Europea n. 2018/844 sulla prestazione energetica degli edifici è stato introdotto un sistema comune facoltativo per gli Stati membri per determinare la predisposizione degli edifici alla “smartness”, cioè la capacità di migliorare l’efficienza energetica e le prestazioni complessive. Questo sistema si fonda su un indicatore, lo Smart Readiness Indicator (SRI), e su una metodologia specifica per calcolarlo. Con
Il D.Lgs. 48/2020 recepisce le direttive 2012/27 sull’efficienza energetica e 2018/844 sulla prestazione energetica nell’edilizia, modificando così il D.Lgs. 192/2005 (sul rendimento energetico degli edifici) e abrogando alcuni obblighi fissati dalla Legge 10/91 (“Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso nazionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”). Nell’art. 2 del D.Lgs. n. 48 vengono definite le finalità del decreto: ■ migliorare le prestazioni energetiche degli edifici nuovi ed esistenti sottoposti a ristrutturazione; ■ definire i criteri per il calcolo della prestazione energetica e per il trasferimento delle informazioni in sede di compravendita e locazione; ■ perseguire la conoscenza dettagliata del parco immobiliare nazionale. Nell’art. 4, che definisce l’ambito di intervento della norma, al comma 2-ter, viene inserita la novità circa l’integrazione negli edifici di impianti tecnici per l’edilizia e di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici e quella relativa alla definizione di una strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati entro il 2050 (definita nell’art. 5). La definizione di una strategia implica che la ristrutturazione in termini di efficientamento energetico debba in qualche modo essere pianificata attraverso una serie di obiettivi intermedi. Viene inoltre indicato che la ristrutturazione deve risultare efficace in termini di costi in base al tipo di edificio e alla zona climatica. L’efficientamento dell’edificio deve anche promuovere le tecnologie intelligenti (HBES/BACS), ivi comprese www.casaeclima.com n.87
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NORMATIVA
IL QUADRO LEGISLATIVO Il D.Lgs. n. 48/2020 modifica la regolamentazione esistente relativa alla prestazione energetica degli edifici: ■
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D.Lgs. n. 192, 19 maggio 2005, recepimento della direttiva 2002/91 D.L. n. 63, 4 giugno 2013, recepimento della direttiva 2010/31 Legge 90, 3 agosto 2013, conversione in legge del D.Lgs. n. 63
Punti di forza del decreto ■
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strategia di ristrutturazione del parco immobiliare; incentivazione all’installazione di sistemi BACS per la gestione delle risorse energetiche; predisposizione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici; strumenti finanziari a supporto di tali operazioni.
Le osservazioni di ANIE ANIE, l’Associazione che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche, ha sollevato alcune criticità al decreto, sottolineando, ad esempio, l’esclusione degli edifici esistenti non sottoposti a ristrutturazione, la mancanza del riferimento esplicito allo SRI, anche se, secondo ANIE, questo potrebbe essere imputabile al fatto che tale indice non fosse stato ancora completamente definito all’uscita del decreto. Da ultimo, viene rilevato anche che i sistemi tecnici di edificio non includono, nell’attuale definizione, i sistemi di accumulo dell’energia, che la strategia nazionale per la ristrutturazione dovrebbe includere anche l’installazione di fonti rinnovabili e che il principio del “tecnicamente ed economicamente fattibile” rimane astratto e soprattutto non viene definito a chi compete l’onere di chiarire come declinarlo.
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quelle che favoriscono l’interconnessione tra edifici (ad esempio, la fibra ottica). Come già detto, la strategia punta al 2050 con obiettivi indicativi periodici per il 2030, il 2040 e il 2050, incluso il raggiungimento di un tasso annuale di ristrutturazione degli edifici, al fine del miglioramento della prestazione energetica, pari almeno al 3%. Nell’art. 6 (“Adozione di criteri generali, di una metodologia di calcolo e requisiti della prestazione energetica”), si tiene conto della fattibilità tecnica, funzionale, ambientale ed economica dei sistemi alternativi ad alta efficienza, se disponibili, e si precisa che la ristrutturazione deve garantire i requisiti di benessere termo-igrometrico degli ambienti interni e della sicurezza in caso di incendi e dei rischi connessi all’attività sismica. Nello stesso articolo si legge anche che “ove tecnicamente ed economicamente fattibile, entro il 1° gennaio 2025 gli edifici non residenziali, dotati di impianti termici con potenza nominale superiore a 290 kW, devono dotarsi di sistemi di automazione e controllo”. Nell’art. 7 vengono previsti degli strumenti finanziari, sotto forma di incentivi da parte dello Stato e/o delle regioni per la promozione dell’efficienza energetica degli edifici. Infine nell’art. 9 si fa presente che nei contratti di compravendita immobiliare deve essere allegata al contratto copia dell’attestato di prestazione energetica (APE), pena una sanzione pecuniaria.
LA DIRETTIVA MID (CEI EN 50470) La Direttiva MID (CEI EN 50470) riguarda la contabilizzazione dell’energia elettrica negli edifici, che sta assumendo un ruolo strategico all’interno dei contesti urbani e industriali, sia per il prezzo crescente dell’energia, sia per l’evoluzione degli standard legislativi e normativi a livello nazionale e internazionale. È una disposizione europea intesa alla standardizzazione delle caratteristiche degli strumenti di misura in Europa. Lo scopo di tale direttiva è di armonizzare le normative presenti nei singoli paesi, andando a garantire le precisioni, gli estremi di impiego e i canoni di qualità necessari alla delicatezza della misura delle differenti grandezze. Lo standard garantisce quindi la misura con precise garanzie sia per il fornitore di un determinato bene, sia per l’utilizzatore. La misura di energia elettrica è classificata come MI-003 con tre classi di precisione, A, B e C. Pertanto si avranno degli strumenti sicuramente più stabili con un comportamento poco influenzabile dalle condizioni ambientali. Per ognuno dei settori merceologici specifici, la Direttiva definisce inoltre: ■ le condizioni termiche/climatiche di impiego (campo di temperatura da -25°C a +55°C); ■ le condizioni di stress meccanico (strumenti utilizzati in condizioni di significative sollecitazioni a vibrazione e urti); ■ le condizioni di stress elettromagnetico in termini di campi irradiati/condotti per le applicazioni domestiche o industriali. Come tutte le direttive europee, per trovare applicazione, si richiede il recepimento da parte dei singoli Stati membri. In Italia la Direttiva MID è stata recepita con il D.Lgs. n. 22 del 2007, che distingue i beni di applicazione in varie categorie, tra cui acqua, gas, misure metriche di volumi, pesi, etc. Il Decreto definisce i requisiti a cui devono conformarsi i dispositivi “per le funzioni di misura giustificate da motivi di interesse pubblico [...] tutela dei consumatori, imposizione di tasse e di diritti e lealtà delle transazioni commerciali” (art. 1, par. 2). È quindi chiaro che i contatori di energia che hanno come destinazione d’uso uno dei casi previsti dal Decreto dovranno essere conformi e certificati secondo tali prescrizioni.
APPLICABILITÀ DEI CONTATORI DI ENERGIA ELETTRICA MID (EN 50470-1/3) La Direttiva si applica ai contatori per la misurazione dell’energia elettrica attiva di nuova fabbricazione, destinati all’uso residenziale, commerciale e nell’industria leggera su reti elettriche di 50 Hz in cui la tensione tra i morsetti non supera i 600 V, in presenza di transazioni commerciali legate alla misura effettiva del consumo e/o produzione di energia. Secondo l’art. 20 del D.Lgs. 22/2007, chi commercializza o mette in servizio strumenti utilizzati per le funzioni previste dalla Direttiva MID privi delle idonee marcature è punibile con sanzioni da 500€ a 1500€ a strumento. Nel caso non si utilizzassero i contatori certificati MID, nella situazione sopra descritta, l’utente potrebbe riservarsi la possibilità di contestare la misura e di conseguenza non pagare quanto richiesto. Questa tipologia di contatori viene utilizzata laddove c’è una tariffazione, quindi una misurazione e fatturazione dell’energia fornita dal distributore, ad es. l’aper-
tura di un contratto di fornitura di energia elettrica, una sub tariffazione, ad esempio nel caso di suddivisione tra due o più utenti facenti capo a un unico contatore del distributore di energia (es. locazione di parti di immobili: piazzole campeggi, ormeggi porti, box, cantine, colonnine di ricarica veicoli elettrici), o una contabilizzazione produzione energia, ad esempio nel caso di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici, da biomassa. La Direttiva stabilisce anche le caratteristiche principali dei contatori MID. L’identificazione del contatore deve avvenire riportando sulla targa, oltre al marchio CE, le indicazioni che riguardano l’anno di produzione, il numero del certificato allegato tipo B e l’ID dell’Ente certificatore. www.casaeclima.com n.87
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NORMATIVA
LO SMART READINESS INDICATOR Lo Smart Readiness Indicator è un indicatore di intelligenza che misura la capacità degli edifici di migliorare la propria operatività e interazione con la rete, adattando il consumo energetico alle esigenze reali degli abitanti. Con questo indicatore l’Unione Europea persegue l’obiettivo di aumentare l’adozione di tecnologie intelligenti 60
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ed efficienti dal punto di vista energetico nel settore dell’edilizia; fornire informazioni affidabili e un vocabolario comune a tutte le parti interessate; fornire un facile e comprensibile metodo di valutazione. I principi che hanno guidato lo sviluppo della metodologia SRI possono essere riassunti nei seguenti punti: ■ la capacità di mantenere le prestazioni di efficienza energetica e il funzionamento dell’edificio attraverso l’adattamento del consumo energetico; ■ la capacità di adattare la propria modalità operativa in risposta alle esigenze dell’occupante, con attenzione alla disponibilità e facilità d’uso, man-
“
L’edificio moderno non può che essere digitale e, come tale, è sempre meno prescindibile dalle tecnologie in esso contenute
“
GIULIANO BUSETTO, Presidente ANIE
■
tenendo condizioni climatiche interne sane e capacità di riferire sul consumo di energia; la flessibilità della domanda di elettricità complessiva di un edificio, compresa la sua capacità di consentire la partecipazione alla risposta della domanda attiva e passiva nonché implicita ed esplicita, in relazione alla rete, ad esempio attraverso la flessibilità e capacità di trasferimento del carico.
Per sviluppare la metodologia di calcolo dell’SRI, la Commissione Europea ha commissionato a febbraio 2017 una consulenza tecnica a un consorzio di ricerca con competenze nei campi dell’ICT, della fisica dell’edificio, della valutazione economica e ambientale e dell’analisi di mercato. Per determinare il modello concettuale si è passati attraverso l’identificazione dei servizi presenti, la valutazione dei livelli di funzionalità di ogni servizio intelligente presente e il calcolo del grado di intelligenza, attraverso una matrice attraverso la quale sia possibile valutare l’impatto di ciascun servizio su differenti categorie. L’attività tecnica ha prodotto un catalogo costituito da 112 servizi “smart ready”, suddivisi in 9 ambiti o domìni che possono essere presenti in un edificio: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, sistema di ventilazione, illuminazione, copertura dinamica dell’edificio, elettricità, sistemi di ricarica veicoli elettrici e controllo e gestione. I livelli di funzionalità associati ad ogni servizio vanno da 0 a 4. Un livello di funzionalità più alto riflette un’implementazione più intelligente del servizio. Il livello 0 presuppone l’assenza di controllo automatico, il livello 1 il controllo automatico centralizzato, il livello 2 il controllo individuale della stanza, ad esempio, con valvole termostatiche, il 3 rappresenta il controllo individuale della stanza con la comunicazione tra il controller ed eventuali Building Automation Control System (BACS). Il 4 è un controllo individuale della stanza con comunicazione e rilevamento anche dell’occupazione. Per ciascun livello di funzionalità e per ciascuno dei servizi viene valutato l’impatto su sette differenti categorie. I criteri di impatto (Impact Criteria) sono: l’efficienza energetica, la manutenzione e prevenzione, il comfort, la convenienza, salute e benessere, l’accesso alle informazioni e la flessibilità per la rete. Vengono riportati i criteri di impatto per ogni singolo servizio, ognuno con il rispettivo peso. Lo schema finale è una matrice nella quale è possibile valutare l’impatto di ciascun servizio considerando il suo livello di funzionalità sulle sette categorie identificate. Rispetto alle tre funzionalità chiave, ovvero mantenere le prestazioni di efficienza energetica, rispondere alle esigenze dell’occupante e garantire una flessibilità della domanda di elettricità complessiva dell’edificio per ciascuno dei sette criteri di impatto, viene determinato un punteggio per ciascun settore tecnico. I fattori di ponderazione nel dominio sono espressi in percentuale e per ogni criterio la somma dei fattori è pari a 100. Questi fattori si differenziano a seconda che l’edificio sia residenziale o meno. Introdotti i fattori di pesatura, si arriva al risultato finale, cioè un punteggio di predisposizione intelligente totale per un edificio o un’unità immobiliare espresso in percentuale, il cosiddetto Total Smart Readiness Score, e uno per i singoli servizi, lo Smart Readiness Score for Technical Domains. Le procedure di valutazione dell’indice sono tre: ■ A – metodo semplificato; ■ B – valutazione esperta; ■ C – valutazione in-use. www.casaeclima.com n.87
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NORMATIVA
L’introduzione di questo indicatore apre alla stagione della scelta energetica del patrimonio immobiliare dell’Unione Europea, sia esso industriale, residenziale o terziario. Lo SRI promuove infatti una gestione integrata degli edifici come parte di un sistema che coinvolge tutti gli interessati. Va precisato comunque che lo schema è ancora in fase di sviluppo e non è stato ancora adottato. Il Decreto Rilancio (D.L. 34/2020, convertito in legge con la L. 77/2020) rappresenta un’opportunità per la classificazione energetica, in quanto le applicazioni dell’Ecobonus e del Sismabonus, 62
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Lo Smart Readiness Indicator promuove una gestione integrata degli edifici come parte di un sistema che coinvolge tutti gli interessati
garantiscono, oltre al miglioramento delle performance energetiche di edifici e impianti, anche una leva fiscale per il contribuente, offrendo la possibilità di detrarre tutti gli interventi per le attività per il miglioramento della gestione energetica negli edifici.
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Domotica
Superbonus 110% per case sempre più intelligenti L’installazione di sistemi di building automation è compresa tra gli interventi “trainati” agevolabili previsti dal Decreto Rilancio, oltre a beneficiare della detrazione al 65% PATRIZIA RICCI
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SPECIALE
L’
Ecobonus al 110%, o Superbonus, è una delle novità di maggiore rilievo introdotte dal Decreto Rilancio (art. 119 del D.L. 34/2020). Grazie a questo provvedimento, la detrazione fiscale prevista per gli interventi di riqualificazione energetica e di adeguamento antisismico è stata innalzata al 110% e viene offerta la possibilità di cedere il credito d’imposta o chiedere lo sconto direttamente in fattura. Il Decreto prevede una serie di interventi cosiddetti “trainanti” (vedi Box 1 e l’articolo dedicato a pag. 74) a seguito dei quali, secondo il comma 2 dell’art. 119, è possibile applicare la detrazione al 110% anche agli altri interventi di riqualificazione energetica di cui all’articolo 14 del D.L. 63/2013, cosiddetti interventi “trainati”, “nei limiti di spesa per ciascun intervento di efficientamento energetico previsti dalla legislazione vigente e a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi di cui al comma 1”. Tra gli interventi previsti figura anche l’installazione e messa in opera, nelle unità abitative, di dispositivi e sistemi di building automation, secondo quanto definito dall’art. 2, punto f) del Decreto “Requisiti tecnici per la fruizione dell’agevolazione del Superbonus 110%” messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Infrastrutture e Trasporti. Il termine tecnico con cui ci si riferisce alla domotica nel decreto, così come nel vademecum dell’ENEA, è building automation, ovvero “dispositivi che consentano la gestione automatica personalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva, compreso il loro controllo da remoto attraverso canali multimediali” (vedi Box 2 per la differenza tra building automation e “domotica”).
65 O 110%? Normalmente “l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto e la gestione automatica personalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria e la climatizzazione delle unità abitative”, secondo il comma 88 dell’art. 1 della L. 208/2015, sono detraibili al 65%, dal momento che rientrano tra le detrazioni fiscali di cui all’articolo 14 del D.L. 63/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. 90/2013. Quindi gli scenari possibili che si aprono sono due: decidere per un efficientamento totale, secondo le disposizioni dell’art.
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119 del Decreto Rilancio, ed eseguire interventi di building automation a traino di uno degli interventi previsti per l’accesso al Superbonus, usufruendo della detrazione al 110%; oppure, in base all’art. 1 della L. 208/2015, rientrare nelle agevolazioni previste dall’art. 14 del D.L. 63/2013, con detrazione al 65%.
I REQUISITI DEI DISPOSITIVI DI BUILDING AUTOMATION È l’art. 11 dell’allegato A del Decreto MiSE a definire i requisiti di cui devono essere in possesso i dispositivi di building automation per beneficiare del Superbonus 110%. Si legge infatti che “nel caso di sistemi di building automation di cui all’articolo 2, comma l, lettera f), installati nelle unità abitative congiuntamente o indipendentemente dagli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, l’asseverazione, o idonea documentazione prodotta dal fornitore degli apparecchi, specifica che la suddetta tecnologia afferisce almeno alla classe B della norma EN 15232 e consente la gestione automatica per-
Domotica BOX 1
ECOBONUS 110%: INTERVENTI TRAINANTI
Vengono ritenuti interventi trainanti per l’accesso alla detrazione fiscale al 110%: l’isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali o inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda (fino a massimo 60 mila euro); ■ la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, a pompa di calore, o di microgenerazione (tetto massimo 30.000 euro). Viene richiesto il miglioramento di almeno 2 classi energetiche o, se non possibile, il raggiungimento del miglioramento massimo tecnicamente raggiungibile, da attestare tramite certificazione APE; ■ la riduzione del rischio sismico (commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del dl 63/2013). Se vengono eseguiti interventi “trainanti” per il Superbonus, la detrazione al 110% si applica anche agli altri interventi di riqualificazione energetica di cui all’articolo 14 del D.L. 63/2013, quindi anche all’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o climatizzazione (domotica). ■
BOX 2
BUILDING AUTOMATION O DOMOTICA?
sonalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva in maniera idonea a: a) mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici mediante la fornitura periodica dei dati. La misurazione dei consumi può avvenire anche in maniera indiretta anche con la possibilità di utilizzare i dati atri sistemi [sic, verosimilmente si intende “di altri sistemi”, ndr] di misurazione installati nell’impianto purché funzionanti; b) mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti; c) consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto”.
Una domanda che spesso ci si pone è “che cos’è la building automation?”. La building automation è la scienza che si occupa di automatizzare le funzioni di un edificio, normalmente non residenziale e di dimensioni importanti, ad esempio aziende, uffici direzionali, edifici pubblici e commerciali, alberghi, ospedali, mentre la domotica agisce nell’ambito domestico degli edifici. Stesso concetto e tecnologia, riportate a livelli diversi per dimensione, richieste e tipologia di edifici. Un concetto che viene spesso associato alla building automation è quello di “edificio intelligente”, perché questo aggettivo descrive un impianto autonomo, automatizzato e quindi ottimizzato per garantire elevate prestazioni. Lo scopo della building automation non è solo legato al risparmio, energetico e monetario, ma anche all’aumento dei livelli di comfort, di vivibilità e di sicurezza che l’automazione degli impianti consente. Un altro vantaggio pratico della building automation è il controllo che la tecnologia permette di esercitare sugli impianti dell’edificio.
Il punto 11.2, invece, stabilisce che “l’asseverazione per impianti di potenza utile inferiore a l00 kW può essere sostituita da una dichiarazione dell’installatore”. L’articolo 13 definisce i limiti delle agevolazioni per gli interventi di cui all’articolo 119, commi l e 2 del Decreto Rilancio. Al punto 13.2 si legge che “per gli interventi di cui al presente allegato A, per i quali l’asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione del fornitore o dell’installatore, l’ammontare mas-
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SPECIALE simo delle detrazioni fiscali o della spesa massima ammissibile è calcolato sulla base dei massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento di cui all’allegato I al presente decreto”, che, nel caso di building automation, ammontano a 50,00 €/mq, senza tetti di spesa. Diverse sono dunque le applicazioni della domotica, soprattutto in ottica di sostenibilità energetica e risparmio sulle emissioni, praticabili con il controllo da remoto su canali multimediali: si va dal riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria, fino alla climatizzazione estiva.
le spese per le prestazioni professionali, per la direzione dei lavori così come per la produzione dei documenti. Nella guida dell’ENEA – il vademecum per l’uso pubblicato a seguito della L. 208/2015, comma 88, articolo 1, aggiornato al 25/03/2020 – in relazione alla tipologia di intervento si legge che: “È agevolabile l’installazione e messa in opera di sistemi di building automation, che consentano la gestione automatica personalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva, compreso il loro controllo da remoto attraverso canali multimediali.”
SPESE AMMISSIBILI
L’Ecobonus per la domotica, teoricamente, viene concesso senza limiti di importo. Tuttavia, come chiarito dalla Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 13/E/2019, nel caso in cui l’installazione avvenga in concomitanza di altri interventi di riqualificazione energetica, la detrazione va calcolata tenendo conto del limite massimo di spesa ammesso per la tipologia di intervento alla quale è correlata la domotica. Inoltre la detrazione building automation vale per edifici che, alla data d’inizio dei lavori, siano: ■ “esistenti”, ossia accatastati o con richiesta di accatastamento in corso, e in regola con il pagamento di eventuali tributi; ■ “residenziali” (Cfr. art. 1, comma 88, della L. 208/2015); ■ dotati di “impianto termico”, così come definito dalla FAQ dell’ENEA n. 9D sull’Ecobonus.
Le spese ammissibili nella richiesta dell’incentivo sono definite dall’art. 5 del Decreto MiSE. Alla voce d), paragrafo iii, il decreto elenca quelle relative ai sistemi di building automation: “Fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche nonché delle opere elettriche e murarie necessarie per l’installazione e la messa in funzione a regola d’arte, all’interno degli edifici o delle unità abitative, di sistemi di building automation degli impianti termici degli edifici. Non è compreso tra le spese ammissibili l’acquisto di dispositivi che permettono di interagire da remoto con le predette apparecchiature, quali telefoni cellulari, tablet e personal computer o dispositivi similari comunque denominati”. Queste ultime sono a carico del contribuente. Sono detraibili anche le spese per interventi impiantistici concernenti la climatizzazione invernale e/o la produzione di acqua calda (paragrafi i e ii della voce d), ovvero: ■ la fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, le opere idrauliche e murarie necessarie agli impianti solari termici organicamente collegati alle utenze, anche in integrazione con impianti termici; ■ lo smontaggio e dismissione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente, parziale o totale, fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, delle opere idrauliche e murarie, così come le spese per l’adeguamento della rete di distribuzione e diffusione, dei sistemi di accumulo, dei sistemi di trattamento dell’acqua, dei dispositivi di controllo e regolazione nonché dei sistemi di emissione;
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TETTO DI SPESA
DOCUMENTI RICHIESTI Il compito di effettuare controlli a campione sul rispetto dei requisiti per l’accesso alla detrazione fiscale è affidato all’ENEA. Professionisti abilitati tramite l’ente verificheranno, caso per caso, le condizioni di ammissibilità all’agevolazione tramite procedure e modalità standardizzate sui dati delle prestazioni energetiche. Nella guida ENEA si legge che occorre inoltrare all’Ente la “Scheda descrittiva dell’intervento entro 90 giorni dalla data di fine dei lavori o di collaudo delle opere, esclusivamente attraverso l’apposito sito web relativo all’anno in cui essi sono terminati (https://detrazionifiscali.enea.it/)”, mentre viene richiesto di conservare a cura del cliente la seguente documentazione: ■ Di tipo tecnico: ■ stampa originale della “scheda descrittiva dell’intervento”, riportante il codice CPID assegnato dal sito ENEA, firmata dal soggetto beneficiario; ■ asseverazione redatta da un tecnico abilitato, che deve contenere il rispetto dei requisiti tecnici specifici di cui sopra, oppure la certificazione del produttore (o fornitore o importatore) del dispositivo che attesti il rispetto dei medesimi requisiti; ■ schede tecniche dei dispositivi di building automation installati. ■ Di tipo amministrativo: ■ delibera assembleare di approvazione di esecuzione dei lavori nel caso di interventi sulle parti comuni condominiali;
Domotica
fatture relative alle spese sostenute, ovvero documentazione relativa alle spese il cui pagamento non possa essere eseguito con bonifico, e per gli interventi su parti comuni condominiali dichiarazione dell’amministratore del condominio che certifichi l’entità della somma corrisposta dal condomino; ■ ricevute dei bonifici (bancari o postali dedicati ai sensi della L. 296/2006) recanti la causale del versamento, con indicazione degli estremi della norma agevolativa, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero e la data della fattura e il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto destinatario del singolo bonifico; ■ stampa dell’e-mail inviata dall’ENEA contenente il codice CPID che costituisce garanzia che la scheda descrittiva dell’intervento è stata trasmessa. L’invio vale anche oltre il termine di 90 giorni, qualora sussistano le condizioni riportate nella FAQ n. 6E sull’Ecobonus. ■
NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO: UNI EN 15232 E GUIDE CEI La norma tecnica di riferimento per i sistemi di building automation, la UNI EN 15232: Classificazione dei sistemi di automazione degli impianti tecnici negli edifici, identificazione degli schemi funzionali, stima dei contributi di detti sistemi alla riduzione dei consumi energetici, viene espressamente richiamata sia nell’art.
11 dell’allegato A del Decreto MiSE che nell’allegato D, al paragrafo 9. La norma UNI EN 15232, pubblicata nel 2012 e revisionata nel 2017, ha introdotto una classificazione delle funzioni di controllo degli impianti tecnici degli edifici, fornendo una solida base di partenza per la loro implementazione e per garantire una corretta valutazione dell’impatto che hanno questi strumenti sulle prestazioni energetiche. La norma si riferisce al settore della building automation, ovvero l’insieme dei sistemi che permette di controllare e gestire gli impianti integrati di un edificio. La classificazione consente di: ■ identificare la presenza o meno di sistemi di automazione/controllo di efficienza energetica; ■ valutare la qualità, la validità e l’integrazione di questi sistemi. La UNI EN 15232 definisce quattro classi di efficienza per i sistemi di building automation, valide sia per le applicazioni di tipo residenziale sia per quelle di tipo non residenziale, introducendo una classificazione delle funzioni di controllo degli impianti
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SPECIALE
tecnici degli edifici e definendo per ogni funzione diversi livelli di complessità in funzione della classe di efficienza energetica. La norma fornisce indicazioni su come realizzare gli impianti di automazione unitamente a un metodo per la stima dell’impatto dei sistemi di automazione sulle prestazioni energetiche. Si occupa infatti della valutazione del risparmio energetico ottenibile tramite i sistemi di controllo BACS (Building Automation and Controls System) o HBES (Home and Building Electronic Systems). Questa classificazione permette di individuare in modo rapido e chiaro lo standard energetico di un edificio secondo un’elementare tabella valutativa: ■ Classe D “Non energy efficient”: impianti senza automazione, energeticamente inefficienti. ■ Classe C “Standard”: impianti con automazione realizzata con sistemi tradizionali o bus con funzioni base. ■ Classe B “Advanced”: impianti con automazione realizzata con sistemi bus e funzioni di coordinamento centralizzato. ■ Classe A “High Energy Performance”: come classe B, ma con livelli di precisione e completezza del controllo automatico tali da garantire elevate prestazioni energetiche all’impianto. Il riferimento a questa classificazione consente di definire i requisiti minimi dei sistemi e stimare il loro impatto energetico. Nell’attuale panorama normativo, specifiche norme prescrivono i requisiti e gli obblighi dei nuovi edifici, nel dettaglio il D.M. 26 giugno 2015 che stabilisce i requisiti minimi sulla classe di automazione edifici e il D.L. 63/2013, conosciuto come normativa sugli edifici ad energia “quasi zero”. Il Decreto Ministeriale “Requisiti Minimi” del 2015 ha prescritto, limitatamente, per ora, agli edifici di tipologia non residenziale
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di nuova costruzione o che subiscono importanti ristrutturazioni, che il livello minimo di automazione sia corrispondente alla classe B della norma UNI EN 15232, stabilendo l’obbligatorietà dell’utilizzo di sistemi di automazione e controllo avanzati per tutti gli edifici del settore terziario, sia pubblici che privati. Per gli esperti del settore, l’auspicio è che tali disposizioni vengano estese agli edifici ad uso abitativo. L’Unione Europea e i dispositivi normativi di recente emanazione stanno dedicando un crescente interesse alla regolamentazione dei sistemi di automazione negli edifici, siano essi nuove realizzazioni o strutture esistenti, non solo nell’ottica del risparmio energetico, ma anche del conseguimento di adeguati livelli di comfort ambientale, personalizzazione e sicurezza. Dotare l’edificio di intelligenza propria, automatizzare il controllo delle utenze e creare un dialogo tra i diversi sistemi energetici che alimentano la struttura, operazioni che solo i sistemi di building automation consentono, appare ogni giorno di più necessario. Tanto che molto presto diverranno operative norme europee che classificheranno il grado di intelligenza di ogni edificio. Un valido supporto per i progettisti, nella delicata fase della redazione della relazione tecnica con cui asseverano la conformità del progetto ai requisiti di legge, è rappresentato dalla Guida CEI 205-18 (applicativa della Norma UNI EN 15232) emanata dal CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, che classifica le funzioni di automazione degli impianti tecnici degli edifici al fine di identificarne le prestazioni connesse al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni in conformità alla Direttiva Europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) 2010/31/CE e successivi aggiornamenti, alle leggi nazionali che la recepiscono e alla già citata EN 15232. La Guida specifica i requisiti minimi delle funzioni di controllo automatico e gestione degli impianti tecnici degli edifici in base alla loro influenza sulla riduzione dei consumi energetici; identifica i metodi per valutare l’efficienza energetica di dette funzioni dei sistemi di automazione degli edifici, introducendo esempi di schemi a blocchi funzionali con le pertinenti descrizioni di funzionamento; definisce una terminologia tecnica unificata. Nel panorama normativo che definisce il settore della building automation vanno anche ricordate le norme tecniche di riferimento, ovvero le Guide CEI 306-2, CEI 64-100/1, CEI 64- 100/2 e CEI 64-100/3.
Domotica
Cosa offre il mercato La temperatura giusta quando serve Smarther2 with Netamo è la logica evoluzione di Smarther, il termostato connesso di Bticino. Nella versione da incasso presenta tre finiture (bianco, nero e sabbia), che permettono l’integrazione con tutti gli stili abitativi, in particolare con la serie civile Living Now. Smarther2 viene controllato attraverso l’App Home+Control, con cui l’utente può gestire le principali automazioni di casa (luci, tapparelle, consumi energetici, etc.) insieme alla termoregolazione sia da locale che da remoto, anche tramite gli assistenti vocali Google Home, Apple Homekit e Amazon Alexa. Con il nuovo termostato connesso è possibile: ■ impostare dei programmi predefiniti in base alle proprie abitudini; ■ intervenire da remoto, indipendentemente dalla programmazione automatica; ■ attivare la funzione “boost” per attivare riscaldamento e raffrescamento per un tempo definito a prescindere dalla programmazione impostata precedentemente; ■ monitorare i consumi; ■ controllare contemporaneamente più termostati nella stessa abitazione e in abitazioni differenti; ■ integrare il controllo delle valvole termostatiche Netatmo fino a un massimo di 20 valvole. Inoltre con la funzione Auto-Adapt il dispositivo “impara” le caratteristiche dell’impianto e garantisce la giusta temperatura al momento opportuno. Dopo un periodo di apprendimento dell’inerzia termica dell’impianto, Smarther2 è infatti capace, verificando la temperatura esterna tramite il web, di determinare l’accensione in modo che all’orario desiderato si abbia già la temperatura esatta.
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Il controllo totale in un tocco Thermo ICE di GEWISS è un termostato che consente di controllare in modo semplice ed efficiente la temperatura degli ambienti in cui è inserito. È realizzato in due diverse finiture, entrambe caratterizzate da un design raffinato: una con placca in tecnopolimero e finitura lucida, per installazione a parete, e l’altra con placca in vetro, per applicazione da incasso. Entrambe sono disponibili nei colori bianco, nero e titanio, contengono comandi di tipo touch, uno slider circolare touch RGB e un display a retroproiezione a LED bianchi. Thermo ICE KNX è il termostato per impianti domotici che utilizzano il protocollo KNX, lo standard europeo per la trasmissione e la gestione dei dati nell’automazione degli edifici. Questo dispositivo permette di gestire sistemi di riscaldamento/raffrescamento in impianti a 2 o 4 vie, utilizzando algoritmi di controllo a due punti, proporzionale-integrale e fan-coil. La variante in tecnopolimero dispone di sensori di prossimità, temperatura e umidità integrati, di un ingresso per sensore NTC di temperatura esterna, supporta l’implementazione KNX Secure ed è configurabile nella modalità KNX-System. Thermo ICE Wi-Fi coniuga le caratteristiche di Thermo ICE con alcune funzioni avanzate disponibili da remoto, ampliando le sue funzionalità da semplice termostato a cronotermostato. Grazie all’app per smartphone è possibile comandare il termostato e visualizzarne lo stato di funzionamento, programmare i profili settimanali e abilitare la funzione di geolocalizzazione, per influenzare il comportamento del dispositivo in base alla posizione. Thermo ICE Wi-Fi è dotato di placca in tecnopolimero con effetto vetro, è predisposto per l’installazione a parete ed è disponibile nei colori bianco, nero o titanio.
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CONSULENZA FISCALE
Il Superbonus 110% previsto dal Decreto Rilancio Quali sono le tipologie di immobili su cui è possibile far valere la detrazione? Che differenza c’è tra interventi trainanti e trainati? Guida essenziale al nuovo bonus per l’edilizia a cura di ASSOCAAF
L’
art. 119 del D.L. n. 34/2020 disciplina il cosiddetto Superbonus edilizio, che prevede una detrazione d’imposta pari al 110% delle spese sostenute dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021.
TIPOLOGIA DI IMMOBILE OGGETTO DEI LAVORI Le possibili tipologie di immobili che possono usufruire del bonus 110% sono le seguenti:
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parti comuni di edifici residenziali in condominio; edifici residenziali unifamiliari e relative pertinenze; unità immobiliari residenziali funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno, site all’interno di edifici plurifamiliari e relative pertinenze; singole unità immobiliari residenziali e relative pertinenze all’interno di edifici in condominio (solo per gli interventi c.d. trainati); unità immobiliari adibite a spogliatoio (per le associazioni e società sportive dilettantistiche).
Si ricorda che le unità immobiliari in categoria A1, A8 e A9 sono sempre escluse dal bonus, ad eccezione della detrazione per le spese sostenute per interventi realizzati sulle parti comuni dell’edificio in condominio; i possessori o detentori delle unità immobiliari di lusso, pur beneficiando della detrazione sulle parti condominiali, non possono fruire del Superbonus 110% per eventuali interventi “trainati” realizzati sulle proprie unità.
INTERVENTI CHE DANNO DIRITTO AL SUPERBONUS Il Superbonus riguarda specifici interventi “trainanti”, interventi di riqualificazione energetica e adeguamento sismico degli edifici, e specifici interventi “trainati” che beneficiano dell’agevolazione se realizzati congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti.
Interventi trainanti di riqualificazione energetica 1. Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate con incidenza > 25% della superficie dell’edificio. I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici, di cui al Decreto 11/10/2017. 2. Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale su parti comuni con impianti centralizzati ad alta efficienza (per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari a alla classe A, e a pompa di calore). Tra gli impianti ammessi al beneficio vi sono quelli ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, ovvero con impianti di microgenerazione o a collettori solari. 3. Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti su edifici unifamiliari e plurifamiliari (con impianti ad alta efficienza). Sono ammessi al beneficio anche la sostituzione dell’impianto esistente con: caldaie a biomassa con determinate caratteristiche, per i soli immobili siti in aree montane non metanizzate in comuni non interessati dalle procedure europee di infrazione; allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, per gli immobili siti in comuni montani non interessati dalle procedure europee di infrazione. A seguito di tali lavori, gli interventi trainati sono i seguenti: a. interventi di risparmio energetico di cui all’art. 14, D.L. n. 63/2013 (art. 119 comma 2); b. installazione di infrastrutture ricarica veicoli elettrici; c. installazione di impianti solari fotovoltaici e installazione di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari; la detrazione è subordinata alla cessione in favore del gestore dei servizi energetici dell’energia non autoconsumata.
Interventi trainanti antisismici Si tratta di lavori finalizzati alla riduzione del rischio sismico previsti dai commi da 1-bis a 1-septies, art. 16 D.L. n. 63/2013, realizzati su immobili siti in zone sismiche 1, 2 e 3. A seguito di tali lavori, gli interventi trainati sono i seguenti: a. installazione di impianti solari fotovoltaici e installazione di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari; b. realizzazione di sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici. Gli interventi di riqualificazione energetica di cui ai commi 1 e 2 art. 119 D.L. n.34/2020 devono rispettare i requisiti minimi previsti dal D.L. 6 agosto 2020 (decreto efficienza energetica) e assicurare nel loro complesso il miglioramento di almeno 2 classi energetiche dell’edificio o delle unità immobiliari site in edifici plurifamiliari, funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno. Se non è possibile il miglioramento di 2 classi, è richiesto il conseguimento della classe energetica più alta. Il miglioramento deve essere dimostrato mediante l’attestato di prestazione energetica (A.P.E.) prima e dopo l’intervento, rilasciato da un tecnico abilitato (nella forma di dichiarazione asseverata).
TITOLI IDONEI AI FINI DEL RICONOSCIMENTO DELLA DETRAZIONE Possesso in qualità di proprietario, nudo proprietario o titolare di altro diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione, superficie); ■ detenzione dell’immobile sulla base di un contratto di locazione (anche finanziaria) o i comodato, regolarmente registrato; ■ familiare convivente del possessore/detentore; convivente di fatto. La convivenza deve essere presente alla data di inizio lavori o al momento di sostenimento delle spese, se antecedente all’inizio lavori. Inoltre, le spese devono riguardare immobili nei quali può esplicarsi la convivenza. Pertanto, al familiare del possessore o del detentore dell’immobile non spetta la detrazione nel caso di interventi effettuati su immobili che non sono a disposizione (in quanto locati o concessi in comodato); ■ futuro acquirente immesso nel possesso dell’immobile e in presenza di un contratto preliminare di vendita regolarmente registrato; è necessaria la dichiarazione di consenso del proprietario; ■ coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge. La mancanza di un titolo di detenzione dell’immobile risultante da un atto registrato, al momento dell’inizio dei lavori o al momento del sostenimento delle spese se antecedente, preclude il diritto alla detrazione anche se si provvede alla successiva regolarizzazione. Sono ammessi a fruire della detrazione anche i familiari del possessore. ■
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CONSULENZA FISCALE
QUALI SONO I CONTRIBUENTI CHE POSSONO BENEFICIARE DELL’AGEVOLAZIONE? I condomìni, per interventi eseguiti sulle parti comuni; le persone fisiche; gli istituti autonomi case popolari, comunque denominati; le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci; le associazioni del terzo settore; associazioni e società sportive dilettantistiche (per i lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi).
Persone fisiche Nel caso in cui il beneficiario sia una persona fisica, devono verificarsi le seguenti condizioni: ■ gli interventi devono riguardare beni immobili non utilizzati come beni strumentali, beni patrimonio e beni merce nell’ambito dell’attività d’impresa, arte o professione; ■ il soggetto beneficiario deve possedere redditi imponibili all’imposta sul reddito; ■ il soggetto non deve beneficiare del Superbonus (per interventi di riqualificazione energetica di cui all’art. 119, comma 1) per un numero superiore a 2 unità immobiliari, fermo restando il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio; ■ il titolo di proprietà, la detenzione o il possesso dell’immobile deve essere idoneo e deve essere presente al momento dell’avvio dei lavori o al momento di sostenimento delle spese, se antecedente; ■ la data di inizio dei lavori deve risultare dai titoli abilitativi, se previsti, ovvero da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà effettuata nei modi e nei termini previsti dal D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445. La Circolare 24/2020 ribadisce che “al fine di garantire la necessaria certezza ai rapporti tributari, la mancanza di un titolo di detenzione dell’immobile risul74
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tante da un atto registrato, al momento dell’inizio dei lavori o al momento del sostenimento delle spese se antecedente, preclude il diritto alla detrazione anche se si provvede alla successiva regolarizzazione”.
COME PUÒ ESSERE UTILIZZATO IL SUPERBONUS? Utilizzo diretto Detrazione dalle imposte sul reddito, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo e da utilizzare nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa e nei 4 anni successivi. L’agevolazione è ammessa nel limite della capienza d’imposta annua del soggetto; la quota annuale che non dovesse trovare capienza nell’imposta lorda di ciascun anno, non può essere utilizzata nei periodi d’imposta successivi o essere richiesta a rimborso.
Cessione del credito o sconto in fattura Il contribuente deve acquisire le asseverazioni tecniche degli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico; acquisire il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei requisiti richiesti; inviare l’apposito modello di comunicazione dell’opzione, approvato con Provvedimento 8 agosto 2020 n. 283847. I titolari di redditi assoggettati esclusivamente a tassazione separata o imposta sostitutiva (esempio: soggetti in regime forfettario), così come i soggetti percettori di redditi per cui l’imposta lorda è assorbita dalle altre detrazioni o non è dovuta, non possono beneficiare della detrazione d’imposta del 110% con utilizzo diretto, ma possono optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura. I soggetti che non possiedono redditi imponibili non possono beneficiare della detrazione di imposta del 110% con utilizzo diretto, con preclusione anche di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura.
LA CARTA AMA GLI ALBERI 1.500 campi da calcio al giorno. Così tanto crescono le foreste europee. Quelle da cui si ottiene il legno per fare la carta. Questa è una notizia, vera.
Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: FAO, 2005 - 2015 Foreste europee: 28 Paesi dell’Unione europea + Norvegia e Svizzera
INCENTIVI FISCALI
Accordo tra FINCO e Intesa Sanpaolo per cessione del credito e finanziamenti L’obiettivo è sostenere le imprese nella fase di esecuzione lavori e rendere liquidi i crediti di imposta acquisiti tramite lo sconto in fattura a cura di FINCO
I
ntesa Sanpaolo e FINCO hanno sottoscritto un accordo per permettere alle 13.000 imprese associate di usufruire al meglio dell’opportunità offerta dal Superbonus 110% e dagli altri incentivi fiscali introdotti dal Decreto Rilancio. La partnership prevede un pacchetto di soluzioni che rispondono a un duplice bisogno: sostenere le imprese nella fase di esecuzione lavori e rendere liquidi i crediti di imposta acquisiti tramite lo sconto in fattura. Una via aperta alla filiera anche per poter immediatamente disporre della liquidità necessaria per dare il via ai cantieri.
Per dare ulteriore impulso agli investimenti e per agevolare quelli in beni strumentali funzionali agli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica degli edifici, Intesa Sanpaolo ha infine previsto alcune soluzioni abbinabili alle misure del Decreto Liquidità: ■ un finanziamento a medio-lungo termine con durata fino a 72 mesi e preammortamento fino a 36 mesi; ■ prodotti di leasing, di reverse factoring e di confirming per il sostegno ai fornitori.
CHE COSA PREVEDE L’OFFERTA
“Come noto – afferma Angelo Artale, Direttore Generale FINCO – chi riqualificherà un immobile nel periodo fra luglio 2020 e dicembre 2021 (si parla di una proroga che sarebbe opportuna), aumentando l’efficienza energetica e/o sismica, potrà ottenere un credito d’imposta sino a un massimo del 110% della spesa totale, che potrà portare in compensazione in cinque anni o cedere a terzi. Questo credito potrà anche, in alternativa, essere ceduto a chi eseguirà i lavori attraverso il meccanismo dello ‘sconto in fattura’ e potrà a sua volta essere anche ceduto dall’impresa ad altri soggetti, tra cui banche e istituzioni finanziarie”. Per Intesa Sanpaolo, Andrea Lecce, responsabile della Direzione Sales & Marketing Privati e Aziende Retail ha così commentato: “L’accordo, messo a punto in tempi strettissimi, è molto importante per consentire alle aziende associate di usufruire immediatamente di una misura strategica per il rilancio del settore delle costruzioni e delle filiere ad esso connesse, da sempre motore dell’economia italiana, particolarmente penalizzato dalla pandemia. Per supportare al meglio operatori economici, soprattutto piccole e medie imprese, e privati nei progetti di ristrutturazione e riqualificazione energetica e ambientale puntiamo sul finanziamento in anticipo dei lavori, sul servizio di verifica documentale gratuito e sulla possibilità di liquidare entro cinque giorni da quando il credito arriva nel cassetto fiscale del richiedente”.
Finanziamenti nella forma di “anticipo contratti” finalizzati ad accompagnare le imprese nella gestione degli appalti e nell’esecuzione dei lavori fino al loro completamento, anche con il sostegno del Fondo Centrale di Garanzia; acquisto dei crediti d’imposta afferenti agli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio e liquidazione degli stessi con la formula della cessione pro-soluto: ■ nel caso specifico del Superbonus, il credito maturato pari a 110 euro sarà liquidato al valore di 100 euro (90,91% del valore nominale del credito); ■ per gli altri crediti d’imposta, nell’ambito dei bonus edilizi e con compensazione in 5 quote annuali, l’acquisto avverrà a 90,91 euro per 100 euro di credito d’imposta (e cioè sempre al 90.91% del valore nominale del credito); ■ per i crediti d’imposta con compensazione in 10 quote annuali, l’acquisto avverrà a 80 euro per 100 euro di credito d’imposta (80% del valore nominale del credito). Le imprese associate potranno inoltre usufruire di un servizio di assistenza online gratuito mediante una piattaforma gestita da Deloitte, operatore specializzato per la gestione dei passaggi amministrativi e delle certificazioni finali necessarie ai fini del credito d’imposta.
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STRATEGIE GREEN A MILANO
Porta Genova diventa più verde Nel piazzale davanti alla stazione milanese è stata ripristinata la colorazione del manto stradale, oltre al raddoppio delle piante esistenti e la verniciatura dei vasi a cura di ASSOVERDE
N
ell’ambito del progetto “StrategieGreen2020”, promosso da Assoverde – Associazione Italiana Costruttori del Verde, in partenariato con Aiapp – Associazione Italiana Architettura del Paesaggio e Anaci – Associazione Nazionale Amministratori di Condomini, è stato realizzato l’allestimento del Piazzale antistante la Stazione di Porta Genova a Milano, denominato #PortaGenovaMilanoGreen. In risposta alle necessità delle Amministrazioni di riorganizzare gli spazi pubblici e privati delle città per contrastare la diffusione del Covid-19 (riducendo gli assembramenti, inducendo il distanziamento sociale, contingentando i flussi, etc.), il Progetto StrategieGreen2020 coglie l’occasione per ripensare gli spazi urbani, con soluzioni efficaci e di immediata realizzazione – nel breve periodo – e prefigurando, nel medio e lungo periodo, il passaggio a un modello di città sostenibile, con realizzazioni che da “provvisorie” diventino “permanenti”, verso una modifica sia degli assetti fisici della città sia dei comportamenti, individuali e collettivi, nelle modalità di spostamento e nei modi di vivere la città. Il verde diviene così elemento strategico per riqualificare, connettere, costruire, con importanti implicazioni ambientali – contrasto ai cambiamenti climatici, riduzione degli agenti inquinanti, abbassamento delle temperature, qualità degli spazi urbani – e per la salute dei cittadini, oltre alle funzioni estetiche, culturali e educative che il verde svolge. A partire dal Patto di collaborazione siglato con l’Amministrazione, da Assoverde (capofila e referente per il coordinamento dell’intervento), NespoliVivai e ZackGoodman, l’intervento di Porta Genova a Milano ha previsto il ripristino delle colorazioni già presenti sul manto stradale, il raddoppio delle piante esistenti, la verniciatura dei vasi e la manutenzione delle essenze per un periodo di 12 mesi. “Si tratta, nel caso specifico di Porta Genova” – dichiara Antonio Maisto, Presidente di Assoverde – “di un intervento che, oltre alle valenze del cosiddetto ‘urbanismo tattico’ a cui si riferisce, trova ampio valore nell’attivazione di una importante sinergia tra pubblico e privato, coinvolgendo settori e ambiti di competenza diversi, attivati a supporto dell’Amministrazione con il comune obiettivo di riqualificare lo spazio urbano, nella prospettiva di città sempre più green, sostenibili e a misura d’uomo, in linea con gli obiettivi generali del progetto StrategieGreen2020.
HANNO PRESO PARTE ALL’INTERVENTO Per le realizzazioni si sono raccordati soggetti diversi, ciascuno con competenze e attribuzioni specifiche, per la fornitura di materiali, attività e servizi: ■ Con Assoverde, Mapei Spa (per la fornitura delle vernici); ColomboEdilRestauri e la Ditta Angioletto Borri (per la relativa messa in opera); ■ NespoliVivai, per la fornitura delle piante; ■ ZackGoodman opererà, attraverso la cooperativa sociale “Opera in Fiore”, per la manutenzione delle stesse; ■ MM Spa ha aderito al progetto, per garantire il necessario apporto idrico nella fase di manutenzione delle piante; ■ CarreraJeans ha fornito guanti e mascherine agli operatori. I volontari di Retake Milano – associazione che, al fianco dei cittadini, si occupa di decoro urbano attraverso interventi di riqualificazione del bene comune – hanno completato l’intervento, con la verniciatura sia dei nuovi vasi che di quelli preesistenti, tornando dopo un anno a prendersi cura della piazza a strisce bianche e blu.
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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860
SOCI FINCO ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP Associazione Fabbricanti e Distributori di Forniture Tecnologiche per la Pulizia Professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Segretario: Stefania Verrienti AIFIL Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti
ANFUS Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio ANSAG Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidenti: Dario Carniello e Paolo Venturelli APCE Associazione per la Protezione delle corrosioni elettrolitiche Presidente: Giuseppe Landi Segretario Generale: Sabatino Pedata ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Cristina Anghinetti, Claudio Calastri ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Vice Presidente: Franco Faggi Direttore: Marco Masini ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Paolo Pinamonti Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti
FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi
RSF Restauratori Senza Frontiere Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli
AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti
UNICMI Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli
ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Gabriele Cesari
UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini
ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni
ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani ALFA ACCIAI SPA Legale Rappresentante: Amato Stabiumi
FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo
ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini CASEITALY SRL Presidente: Laura Michelini CSI SPA Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco
FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo
GRAVILI SRL Amministratore Delegato: Antonio Gravili INCO INGEGNERIA SPA Amministratore Unico: Aldo Muller
FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno
IN&OUT SPA Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio INTERBAU SRL Presidente: Giuseppe Cersosimo
FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli
ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Presidente: Pietro Lonardo Vice Presidenti: Giovanni Pedrazzo e Luigi Scopesi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini
HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE Presidente: Alessandro Ponti
M3S SPA Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL Amministratore Delegato: Italo Perazzi
PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli
RESIT SRL Presidente: Ugo Vittorio Rocca
Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate
COMITATO DI PRESIDENZA FINCO
Carla Tomasi Presidente Finco
Gabriella Gherardi Francesco Burrelli Vice Presidente Vice Presidente Finco Vicario con delega a Organizzazione e Filiere
Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature
Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo
Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili
Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale
Angelo Artale Direttore Generale
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ISSN: 2038-0895
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
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N. 78 I Anno XIV I MARZO/APRILE 2019 I Bimestrale
CINQUE PIANI NERAZZURRI AD ALTA TECNOLOGIA
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
PROGETTAZIONE Edificio per uffici certificato Passivhaus DENTRO L’OBIETTIVO Dubai: oltre lo Zero Energy
KLIMAHOUSE 2019: VIDEO La sostenibilità è la chiave per vivere bene
BIM2BEM La modellazione energetica nella progettazione integrata
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N. 79 I Anno XIV I MAGGIO/GIUGNO 2019 I Bimestrale
SERRE URBANE IN QUOTA
MADE EXPO 2019 Le novità per la “Qualità dell’abitare” DENTRO L’OBIETTIVO Costruire per le generazioni di domani CASE HISTORY Ristrutturazione senza cappotto
MATERIALI SOSTENIBILI Il valore “verde” del legno
CLIMATIZZAZIONE Edifici storici e monumentali
PER AVERE LA COPIA CARTACEA E LA COPIA DIGITALE IN ANTEPRIMA
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SISTEMI RADIANTI Gli impianti “invisibili”
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N. 81 I Anno XIV I OTTOBRE 2019 I Bimestrale
PASSIVHAUS SULLE ALPI
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
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CANTIERI SMART Il futuro è a “impatto zero”
CASE HISTORY Residenza universitaria di design
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CERTIFICAZIONE Il parquet ecologico deve essere marchiato Ecolabel
INVOLUCRI ATTIVI E ADATTABILI Come l’edificio produce energia
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WATER MANAGEMENT REPORT L’acqua, un bene prezioso ma insufficiente
THERMAL COMFORT Il colore influenza la percezione della temperatura?
DENTRO L’OBIETTIVO Progettazione multidisciplinare tra antico e moderno
la fonte più sicura per l’aggiornamento professionale STORIA E TECNOLOGIA PER L’M9 DI MESTRE
N. 80 I Anno XIV I SETTEMBRE 2019 I Bimestrale
RISCHIO SISMICO Nuovi strumenti e strategie per il progettista EFFICIENZA ENERGETICA Un mercato in crescita, ma non troppo APPALTI PUBBLICI VERDI Cosa sono GPP, PAN e CAM? CRISI ENERGETICA Isole minori alla ricerca di una strategia sostenibile
SMART HOME Abitare il futuro con gli oggetti “intelligenti” di oggi
ISOLAMENTO ACUSTICO Progettazione a norma di legge
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Fascicolo Fascicolo Mese Mese
Fiere Fiera Speciale Argomenti Argomenti
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