ioArch
Anno 15 | Novembre 2021 euro 9,00 ISSN 2531-9779 FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - DCB Milano
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RUOLO IDENTITÀ FUNZIONI
COME CAMBIA LO SPAZIO PUBBLICO IN UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ ETEROGENEA
SUPERSALONE - MILANO DESIGN WEEK
GOOD VIBRATIONS IL RITORNO DEL DESIGN TRA ESTETICA AMBIENTE E INVENZIONE
NADER TEHRANI - NADAAA | ICO MIGLIORE MARA SERVETTO | C+S CAPPAI SEGANTINI MANIJEH VERGHESE MADELEINE KESSLER - UNSCENE | LAMBERTO ROSSI ASSOCIATI SUSANNA NOBILI | BUZZO SPINELLI | KIM NIELSEN - 3XN | DONTSTOP ARCHITETTURA
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Ottolungo, di Oscar&Gabriele Buratti. Esaltazione artistica di un radiatore, che diventa colonna architettonica, protagonista dello spazio.
54 SOMMARIO ioArch 96
DESIGNCAFÈ 10 Logistica e arte urbana | PROLOGIS PARK 12 Progetti per il Paese | URBANPROMO 2021
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14 Libri 16 Le Storie di LPP | LA DECORAZIONE TRA SULLIVAN E WRIGHT
OPEN SOURCE 18 SOU, la prima scuola di architettura per bambini GIOVANNI BARTOLOZZI
20 Chi vende i progetti? | ALDO NORSA
WORK IN PROGRESS 30 Milano | STEFANO BOERI, BOSCONAVIGLI 32 Milano | IL PRISMA, SAN VIGILIO 1
FOCUS
34 Milano Bicocca | BALANCE ARCHITETTURA
24 Il caso della scuola di Rimini | XELLA
36 Ventimiglia | ONE WORKS, MASTERPLAN
26 La leggerezza del Dekton | COSENTINO
38 Roma Tuscolana | CAMPO URBANO
28 Una riconversione funzionale | FAKRO
40 Roma | MICHELE ARCARESE, POLIAMBULATORIO CRISTO RE
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42 Losanna | 3XN E ITTEN+BRECHBÜHL, TILIA TOWER 44 Salonicco | IL MASTERPLAN DELLA NUOVA FIERA 46 Helsinki | JKMM, MUSEO NAZIONALE DI FINLANDIA 48 Mumbay | OMA, LE LIBERTY TOWERS 50 Sidney | 3XN, MERCATO DEL PESCE
LUOGHI COMUNI a cura di Carlo Ezechieli
54 Panopticon Society 54 Asserragliamenti automatizzati | NADER TEHRANI 60 Pubbliche delizie | MANIJEH VERGHESE, MADELEINE KESSLER 62 Stratificazioni verticali | BUZZO SPINELLI
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SOMMARIO
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SPAZI PUBBLICI 68 Onda ecologica | 3XN 72 Un white carpet di quartiere | CAPPAI E SEGANTINI 76 Tappeti urbani | MIGLIORE+SERVETTO
Milano Design Week_2021
LPP - ARCHITETTI ITALIANI a cura di Luigi Prestinenza Puglisi
80 Susanna Nobili
ARCHIWORKS 88 Contrasti armonici | LAMBERTO ROSSI ASSOCIATI 92 La flessibilità del plan libre | DONTSTOP
MILANO DESIGN WEEK 2021 98 Superstudio SI FA (ANCHE) MAXI 100 MDW | SUPERSALONE 110 Architettura 6.0 TRA PROGETTO E FUTURO
110 Waterfront Door / Into the Ocean, Busan. Migliore + Servetto Architects with Art SoHyang Gallery, detail (ph. ©Junlee Photos).
Direttore editoriale Antonio Morlacchi
Contributi Giovanni Bartolozzi, Luisa Castiglioni, Roberto Malfatti, Aldo Norsa Luigi Prestinenza Puglisi, Elena Riolo
Direttore responsabile Sonia Politi
Grafica e impaginazione Alice Ceccherini
Comitato di redazione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli Antonio Morlacchi, Sonia Politi
Marketing e Pubblicità Elena Riolo elenariolo@ioarch.it
Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano T. 02 2847274 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Fotolito e stampa Errestampa
Prezzo di copertina euro 9,00 arretrati euro 18,00 Abbonamenti (6 numeri) Italia euro 54,00 - Europa 98,00 Resto del mondo euro 164,00 abbonamenti@ioarch.it Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico a Font Srl - Unicredit Banca IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386
© Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi non verranno restituiti.
Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Periodico iscritto al ROC-Registro degli Operatori della Comunicazione. Spedizione in abbonamento postale 45% D.L. 353/2003 (convertito in legge 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 - DCB Milano ISSN 2531-9779
› DESIGNCAFÈ
PROLOGIS PARK, LODI
LOGISTICA E ARTE URBANA Con dimensioni analoghe a quelle di una piccola città, i parchi logistici tuttavia della città non hanno niente: non la scala dell’isolato, non i luoghi di aggregazione, non le dimensioni di strade e piazzali, progettate per le manovre degli autotreni. Per questo Prologis Inc, che con investimenti e progetti di sviluppo per un volume stimato di circa 92 milioni di metri quadrati in 19 Paesi è uno dei principali operatori del mercato immobiliare logistico, ha dato vita a Parklife, un progetto pilota che, concentrandosi sulle esigenze dei lavoratori, mira a rendere esteticamente più belli e attraenti i parchi logistici e a introdurre nuovi servizi orientati al benessere dei dipendenti. In Italia il progetto è stato avviato nel parco logistico Prologis di Lodi dove, insieme al tenant Ceva Logistics, Prologis ha commissionato a otto autori di arte urbana altrettante opere di street art, trasformando 400mila metri quadrati di facciate di capannoni e serbatoi in una galleria d’arte a cielo aperto. In scala proporzionata alle dimensioni degli edifici e ben visibili anche da lontano, le opere e il parco saranno aperte al pubblico con visite guidate: gli ultimi itinerari sono in programma il 23 e il 30 novembre. [ 10 ]
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Otto artisti, otto tag per firmare le opere, otto stili differenti. Completata a settembre, la galleria a cielo aperto di Lodi comprende anche la tridimensionalità con l’installazione, all’interno delle opere di #Etnik e #Vesod, di autentici giardini verticali che costruiscono un dialogo con il verde della campagna circostante. Coordinati dall’art director Enrico ‘Hemo’ Sironi hanno preso parte al progetto di Prologis Park #Etnik, #Font, #Hitnes, #Made, #Macs, #Sea Creative, #Joys e #Vesod
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Dall’alto, la natura è protagonista del grande murale realizzato da Hitnes; Sea Creative trasforma un anonimo serbatoio in un’opera d’arte urbana.
SIMONSWERK / si – mons – werk /: 1. I nostri prodotti permettono alle porte di aprirsi dal 1889 2. La nostra sfida, rendere il buono sempre migliore 3. Innovazione ed elevati standard qualitativi sono i pilastri del nostro successo 4. La nostra forza sta’ nella cura per i dettagli 5. La parola “Cerniera” è troppo semplice per descrivere i nostri sistemi. 6. In un mondo in costante trasformazione siamo precursori nel cambiamento 7. Semplicemente, SIMONSWERK
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› DESIGNCAFÈ PROGETTI PER IL PAESE ESG NEL SETTORE IMMOBILIARE, SOCIAL HOUSING E BIG DATA AL CENTRO DEI LAVORI DI URBANPROMO 2021
Dal 16 al 19 novembre al centro di cultura digitale Meet di Milano promotori pubblici e privati, progettisti e gestori di patrimoni immobiliari presentano a Urbanpromo progetti e iniziative di carattere innovativo. Molteplici i temi nei quali sono declinati i contenuti della manifestazione: il programma nazionale per la qualità dell’abitare; le forme di partenariato pubblico-privato; il ruolo delle aree sportive, culturali e commerciali nella rigenerazione urbana; la dimensione del verde come motore e strumento di realizzazione di una maggiore qualità di vita. Le prime due giornate dell’evento sono dedicate al tema dell’abitare sociale, con approfondimenti che riguardano la rigenerazione urbana e la formazione di comunità; le costruzioni di partenariato pubblico e privato sociale; il finanziamento del social housing e della rigenerazione urbana e i servizi digitali per l’abitare sociale. Il digitale è inoltre al centro della prima edizione di Urbanpromo Digital, che allarga il campo d’indagine prettamente urbanistico e ambientale alle esperienze che si avvalgono dell’intelligenza artificiale per pianificare le città di fronte al cambiamento climatico e nella valutazione del rischio nelle stime immobiliari. Urbanpromo 2021 è organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit e promossa con Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Sviluppo e Crescita Crt. Partecipano alla sua realizzazione Cdp Immobiliare Sgr e Fondazione Housing Sociale.
GAMEC, BERGAMO
NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE Fino al 13 febbraio è aperta al Gamec di Bergamo la mostra Nulla è perduto. Arte e Materia in Trasformazione. A cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, rappresenta il secondo capitolo del progetto espositivo Trilogia della Materia avviato nell’ottobre 2018. Dal principio di Lavoisier (nulla si crea e nulla si distrugge) sono scaturite idee chiave per la modernità che avrebbero portato alla consapevolezza dell’equivalenza tra materia e energia e alla definizione della teoria della relatività. Organizzata nelle quattro sezioni Fuoco, Terra, Acqua e Aria, un’ampia selezione di opere compone un quadro che mette in luce il forte legame che da sempre lega gli artisti alla chimica degli elementi e alle trasformazioni della materia. Un campo di indagine che oggi implica anche una riflessione sull’impatto dell’azione dell’uomo sugli equilibri naturali. L’esposizione, che
LET’S BREAK IT UP!
DEMINERALIZZIAMO LE CITTÀ IL PROGETTO DI PAESAGGIO DI LAND DI FRONTE AL PALAZZO DELL’ARTE DI MILANO
Sedici querce rompono l’asfalto di fronte al Palazzo dell’Arte. Pensato per la design week milanese, quest’anno eccezionalmente in veste autunnale, il progetto di paesaggio dello studio di Andreas Kipar realizzato da Hw Style interpreta esplicitamente il tema della forestazione urbana in cima alle agende delle grandi metropoli in quanto strumento più efficace – come ribadisce il presidente di Triennale Milano Stefano Boeri – economico e coinvolgente per rallentare il riscaldamento globale, ridurre i consumi e pulire l’aria che respiriamo. Un processo che coinvolge anche Milano, che con Forestami intende piantare tre milioni di nuovi alberi entro [ 12 ]
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il 2030 e si candida a diventare una delle città protagoniste di una grande campagna per invertire il cambiamento climatico nel mondo. Let’s break it up! è stata sostenuta da Ceetrus-Nhood, promotore e capofila di LOC, il progetto vincitore del concorso C40 Reinventing Cities per la trasformazione di Piazzale Loreto in uno spazio verde e commerciale, con la piantumazione di 500 alberi. Il team di progettazione di LOC comprende Arcadis Italia, Land Srl, MIC-Mobility in Chain, Metrogramma, Andrea Caputo, Starching, Temporiuso, Squadrati, Futureberry, con Matteo Gatto e Renovatio Design.
per alcune parti si avvale anche della collaborazione di BergamoScienza, raccoglie opere di periodi diversi, dalle creazioni dada e surrealiste – Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray, Leonora Carrington – fino alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga o Erika Verzutti. Nel quadro dell’esposizione, l’artista svedese Nina Canell presenta una nuova installazione ambientale volta a indagare il territorio di confine tra le dimensioni dell’organico e dell’inorganico, tra materia vivente e materia inerte.
Foto sopra, Leandro Erlich Champignon Collection de Nuages, 2018 Vetro chiaro, stampa digitale con inchiostro ceramico (courtesy l’artista e Galleria Continua, foto Sara De Santis).
IL SISTEMA DI CERNIERE A SCOMPARSA PER PORTE CON RIVESTIMENTI
ANSELMI AN 172 3D L’architettura moderna richiede spesso la possibilità di rivestire porte e pareti con diversi materiali estetici per ottenere un design d’interni sempre più omogeneo e minimale. La cerniera a scomparsa AN 172 3D di Anselmi rende possibile tutto questo: regolabile sui 3 assi, con una portata fino a 60 kg con sole due cerniere e disponibile in ben 13 finiture di pregio questa cerniera permette di rivestire pareti ed ante con materiali estetici in grado di far scomparire la porta all’interno della parete. www.anselmisrl.it
› DESIGNCAFÈ IL FUTURO COMINCIA A SCUOLA
L’ARCHITETTURA È CORPO SENSUALE, DIALOGANTE E SPIRITUALE
Dopo anni di costruzioni modeste è tempo di pensare all’importanza dell’architettura negli spazi educativi, dall’asilo all’università, scrive Mario Cucinella introducendo il primo volume dei suoi ‘Quaderni’ dedicato all’architettura scolastica in Italia. Il volume contiene numerosi contributi di esperti sui diversi aspetti del percorso educativo, esperienze progettuali sviluppate sul tema delle scuole innovative da MC A, progetti virtuosi realizzati in anni recenti nel nostro Paese e indicatori di qualità ambientale, spaziale e sociale degli edifici scolastici. «Con un’architettura dell’educazione bella e di qualità stiamo dicendo ai ragazzi che ci stiamo prendendo cura di loro», scrive Mario Cucinella, e un’architettura capace di accogliere diventa anch’essa strumento educativo.
Tra le citazioni che sono altrettanti spunti e motivo di ispirazione che introducono i diversi capitoli di questo manifesto una in particolare, di Albert Camus, ci ha colpito: “la bellezza senza dubbio non fa le rivoluzioni, ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei”. All’idea calvinista di architettura come macchina che ha animato il Movimento Moderno Gianluca Peluffo contrappone una visione dell’architettura come corpo, sensuale, dialogante e spirituale, ricercandone la genealogia con una lettura libera e originale di autori italiani, da Edoardo Persico a Giovanni Michelucci, a conferma della natura ‘aduale’ – la compresenza di opposti – di una tradizione mediterranea che trovò massima espressione nel Rinascimento italiano, con la sua compresenza di corpo e spirito, matematica e materia, architettura e paesaggio. L’invito che Gianluca rivolge oggi ai colleghi è quello di affermare davanti a Pan, la divinità delle selve e della natura e dunque l’invisibile spirito della terra, che gli scopi dell’Architettura sono la Felicità e il Piacere sensuale e sentimentale degli esseri umani. Un “giuramento estetico per la fratellanza e la libertà” giacché, citando Persico, fondativa e significante il progetto di architettura è la “collaborazione alla coscienza collettiva”. E come tale, l’architettura è sempre politica.
Elena Dorato (a cura di) Architettura dell’educazione Mario Cucinella Architects Maggioli Editore, 2021 200 pp, 22 euro ISBN 978-88-916-5122-8
Gianluca Peluffo Il giuramento di Pan Marsilio, Venezia, 2021 158 pp, 12,50 euro ISBN 978-88-297-0649-5
MODERNITÀ E TRADIZIONE Se nella civiltà di Instagram i manifesti su carta possono apparire obsoleti, dall’altra parte emerge con maggiore forza il loro valore come opere di grafica e espressioni culturali di un’epoca. Sfumati anche in Occidente, in Giappone del resto i confini tra design grafico e pubblicità non sono mai esistiti. Forse perché anche la calligrafia è un’arte e gli ideogrammi, ma anche gli altri due alfabeti sillabici utilizzati, hiragana e katakana, sono segni grafici con una forte valenza estetica. O perché quella del manifesto è una tradizione almeno dal Seicento. Tradizione che si è poi evoluta nella xilografia, tecnica di cui in Giappone sono stati maestri, e infine nella stampa offset. Viva è anche la tradizione del ‘manifesto d’artista’, ad esempio quelli che cinque grandi maestri produssero per l’omonima mostra a Palazzo Ducale di Genova del 2005. La vasta selezione di artisti e opere raccolta in questo volume, curato dal massimo esperto italiano Gian Carlo Calza, copre quasi settant’anni di storia del manifesto giapponese. Molti dei manifesti assumono oggi un valore di lettura e trasmissione culturale analogo a quello delle opere d’arte del passato, e come quelle anche i manifesti, vincolati per forza di cose ai dettami del cliente, presentano visioni estetiche che sono altrettante, preziose testimonianze della cultura del Paese. [ 14 ]
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Gian Carlo Calza L’arte del manifesto giapponese Skira, Milano, 2021 520 pp, 860 ill, 55 euro ISBN 978-88-572-4577-5
Sopra, un manifesto di Kamekura Iusaku (1915-1977). Laureato in Architettura e Arti industriali, Iusaku è considerato la figura che più contribui alla diffusione della grafica giapponese nel dopoguerra.
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› DESIGNCAFÈ
Il tema della decorazione tra Sullivan e Wright di Luigi Prestinenza Puglisi
le storie di lpp
illustrazione di Roberto Malfatti
Louis Sullivan (1856-1924), come tutti gli architetti della sua generazione non si rassegna all’idea di un’architettura funzionale e nuda. Nello stesso tempo si rende conto che è fi nita l’epoca dell’artigiano, della produzione di pezzi unici raffi nati e costosi. Da qui una formidabile invenzione: la decorazione realizzata attraverso formelle di produzione industriale che si sovrappongono alla struttura dell’edificio, rafforzandone le linee. Se un buon grattacielo è come un albero, saranno le decorazioni a dare corpo alla metafora sino al punto in cui l’inorganico tenderà a mostrarsi come organico. Se un edificio è giocato sulle orizzontali e sulle verticali, sarà sempre la decorazione a sottolinearne la logica. L’esterno, insomma, come rivelatore dell’interno. Osservando attraverso quest’ottica gli edifici di Sullivan, vi accorgerete di una continua elaborazione che avviene nel tempo. Nel Wainwright Building a St. Louis le formelle ricoprono interamente l’edificio, realizzando un cornicione che all’angolo allude alle fronde di un albero. Nel Carson, Pirie, Scott and Company Building è un basamento in bronzo che sottolinea il rapporto tra l’edificio e la strada. Ma è nelle banche rurali, e cioè nelle ultime opere, che il lavoro diventa sempre più sublime e raffinato. Due parole usate da Sullivan ci ricordano
lo sforzo teso a esaltare oltre ogni limite le superfici dell’edificio: tapestry brics e jewel boxes. Tappezzeria di mattoni: non sono più le formelle a involucrare l’edificio, determinando una dualità tra struttura e sovrastruttura, ma i colori e le diverse cotture dei mattoni stessi, insieme ornamento e struttura. Il risultato è, appunto, una scatola preziosa, una jewel box. Non è difficile notare, a questo punto, come Frank Lloyd Wright abbia attinto a piene mani dal Maestro, molto oltre quanto ci abbia voluto far credere. Basti pensare alla logica costruttiva dell’ l’Imperial Hotel e delle case a Los Angeles in blocchetti di calcestruzzo. Ma anche al successivo sistema di montaggio delle Usonian, le numerose abitazioni progettate nella maturità. Wright farà sempre di tutto per cancellare le tracce del suo debito. Riconoscerà genericamente Sullivan come l’amato Maestro, il Lieber Meister, ma non dirà mai sino a che punto gli avesse rubato il metodo ponendolo a fondamento del proprio modo di progettare
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Louis Sullivan e Frank Lloyd Wright. L’eredità del primo nelle opere del secondo è maggiore di quanto non venga in genere riconosciuto.
› OPEN SOURCE
LA PRIMA SCUOLA DI ARCHITETTURA PER BAMBINI SOU, NATA ALL’INTERNO DI FARM CULTURAL PARK DIVENTA UN NETWORK NAZIONALE DI LABORATORI DIDATTICI GUIDATI DA PROFESSIONISTI E ARTIGIANI di Giovanni Bartolozzi
Giovanni Bartolozzi Architetto, co-fondatore dello studio Fabbricanove di Firenze con cui ha recentemente realizzato la sede del Milano Luiss HUb, Bartolozzi è docente alla Facoltà di Architettura di Firenze, al Design Campus di Calenzano e all’Accademia Cappiello di Firenze. Ha curato la mostra Leonardo Ricci: il tavolo dell’architetto al Museo Novecento di Firenze e gli allestimenti di Source Self Made a Firenze e Milano. Ha pubblicato il volume Verso il progetto (Didapress, Firenze 2019). Nel 2013 aveva pubblicato Leonardo Ricci Nuovi modelli urbani (Quodlibet). www.fabbricanove.com/studio [ 18 ]
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Nelle ultime settimane migliaia di studenti di ogni età sono tornati a scuola. Un ritorno in presenza atteso da tempo, dopo l’improvvisa sospensione adottata per fronteggiare la diffusione del Covid-19. Un avvio difficile, segnato da complicazioni legate a un ripensamento degli spazi e delle modalità di ingresso e aggregazione, che hanno per certi aspetti snaturato la dimensione pubblica della scuola e relegato in secondo piano ogni sforzo teso al miglioramento della didattica e delle attività formative, a favore di un dispiegamento degli impegni completamente volto all’adeguamento al rigido quadro normativo. In un clima in cui il rischio di allontanamento sociale sembra diventare sempre più una realtà, è motivo di entusiasmo la notizia della capillare diffusione di SOU, la prima scuola di architettura per bambini, sul territorio nazionale. Nonostante le restrizioni SOU continua a raccogliere adesioni, ramificandosi da sud a nord con peculiarità e declinazioni di grande interesse. SOU nasce all’interno del Farm Cultural Park di Favara nel 2016 da un’idea di Andrea e Florinda Bartoli e si rivolge ai bambini tra i 7 e
i 12 anni con un’offerta didattica innovativa e multidisciplinare che mira a insegnare attraverso laboratori ed esperienze ludiche originali tenute da professionisti provenienti da diversi settori. Guidati dal fil rouge dell’architettura, che fa da sfondo a ogni lezione, i bambini hanno la possibilità di assorbire gli stimoli per diventare piccoli progettisti di domani, e al contempo di sperimentare modi alternativi di vedere e percepire la propria città, sviluppando nuove sensibilità per interfacciarsi in modo sano e costruttivo con la natura e con le persone che la abitano. «Ai bambini è dedicata l’attività educativa di cui andiamo più fieri e che nel lungo periodo produrrà gli impatti più significativi – scrive Bartoli – Proviamo a trasmettere loro il valore della creatività e quello del metodo, l’importanza di progettare per sé stessi ma anche per chi ti sta vicino, nel condominio, nel quartiere, nella città». Su desiderio dei fondatori, il nome SOU rende omaggio al grande architetto giapponese Sou Fujimoto. Una scelta semplice e forte, animata dalla leggerezza dell’architettura di Fujimoto e dall’immediatezza del suo metodo progettuale
› OPEN SOURCE
“non potendo cambiare gli adulti, ho scelto di lavorare sui bambini perché ne crescano di migliori” Bruno Munari
sempre pulito e diretto, privo di quei passaggi intermedi che spesso, alle nostre latitudini, alterano i progetti dalla fase ideativa a quella di effettiva realizzazione. Dopo il successo delle edizioni precedenti, quest’anno la scuola continuerà ad essere attiva alla Farm Cultural Park di Favara e a Ostuni presso le Officine Tamborrino e verrà inaugurata per la prima volta anche a Bari e Firenze. Nella formula ‘a domicilio’, leggermente diversa dalla scuola nel format, si avvieranno le SOU di Bergamo e dei comuni di San Lariano, Novafeltria, Piombino, Sansalvo e Bitonto. Il grande tema a scala nazionale su cui i bambini lavoreranno quest’anno è Architettura e natura in chiave di diversità, che verrà articolato e declinato in autonomia in ogni sede, coerentemente alle caratteristiche del territorio e alla composizione della classe e del team. In un mondo sempre più eterogeneo, il tema dell’inclusione proposto da SOU assume valenze formative uniche che possono essere tradotte, attraverso i laboratori didattici, in esperienze di cooperazione, confronto e pensiero critico.
Per la SOUxFirenze si è scelta una sede d’eccezione, tra le più simboliche e rappresentative dell’architettura contemporanea a Firenze: il teatro del Maggio Musicale Fiorentino, che ha contribuito al progetto mettendo a disposizione i suoi spazi, con l’auspicio di sensibilizzare e avvicinare bambini e famiglie alla musica e al teatro. Il calendario di SOUxFirenze è ricco e variegato. Prevede di far sporcare le mani a numerosi studi di architettura, artigiani e professionisti locali, sui tavoli del teatro e al fianco dei bambini. Una realtà che sembra impossibile ripensando ai lockdown dei mesi passati ma che oggi, grazie alla collaborazione delle istituzioni e alla fiducia delle famiglie, inizia finalmente a prendere forma. Bruno Munari, il pioniere dei laboratori per bambini, ripeteva spesso “non potendo cambiare gli adulti, ho scelto di lavorare sui bambini perché ne crescano di migliori”. Con lo stesso spirito, non potendo cambiare le nostre scuole di architettura abbiamo scelto di lavorare sulla scuola di architettura per bambini, affinché ne crescano di migliori
In alto, l’ncontro dei bambini della SOU di Favara con Sou Fujimoto in occasione della gita a Parigi organizzata dal Farm Cultural Park nel 2018. Sotto, la locandina della nuova sede SOU di Firenze. Nelle altre foto i giovani allievi della SOU di Favara con Mario Cucinella e gli altri tutor del corso del 2017.
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› OPEN SOURCE
CHI VENDE I PROGETTI? Nuove figure professionali di Aldo Norsa
Lo sviluppo del fatturato è un tema centrale per qualsiasi attività d’impresa. Si tratta di una responsabilità in genere affi data al business development manager, che più prosaicamente in italiano chiamiamo direttore commerciale, fi gura professionale consolidata nella maggior parte delle aziende di altri settori (industriali in primis) ma quasi del tutto nuova per gli studi e le società di architettura. Dopo aver studiato le biografi e, le competenze e le attività di coloro che ricoprono formalmente questa carica nelle principali società italiane di architettura, abbiamo scelto cinque casi in cui la fi gura del business development manager ha una propria effettiva dignità professionale, oltre che una sua indipendenza dalla proprietà. Le cinque società scelte, in ordine decrescente di fatturato, sono Lombardini22, ATIproject, MC A, One Works e Starching, rispettivamente prima, terza, quarta, sesta e ottava nella nuova classifi ca 2021. Sono molto diverse tra loro sia per il fatto che alcune sono decisamente autoriali, sia per la ben diversa proiezione internazionale, e anche per il ben diverso peso che
Aldo Norsa Già professore ordinario di tecnologia dell’architettura all’Università Iuav di Venezia, associato al Politecnico di Milano, incaricato all’Università di Firenze, a contratto all’Università di Chieti, ricercatore all’Université de Montréal. Già membro del collegio dei docenti del dottorato di Estimo all’Università di Padova, fondatore del master in gestione del progetto presso Ance Treviso, membro del collegio dei docenti del master in project management delle Università di Trieste e Udine. Direttore scientifico della società di ricerca e consulenza Guamari di Milano, anima (dal 2010) l’annuale conferenza internazionale Tall Buildings, cura annualmente (dal 2011) il Report on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry e (dal 2019) il Rapporto Classifiche - le Prime 50 Imprese dell’Edilizia Privata. www.guamari.it [ 20 ]
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l’ingegneria ricopre in alcune rispetto alla progettazione architettonica. Le altre cinque società ai vertici della classifi ca di fatturato – nell’ordine, ACPV (Antonio Citterio Patricia Viel), Progetto CMR, RPBW Architects (Renzo Piano Building Workshop), Archea Associati e General Planning – hanno invece fi gure commerciali non altrettanto autonome, qualifi cate e organicamente inserite in azienda quanto quelle dei casi studio. In
Simone Borace MC A Mario Cucinella Architects È un caso abbastanza unico che una società autoriale come MC A, fondata da un architetto della fama di Mario Cucinella nel 1992, allora proveniente dalla fucina di Renzo Piano, abbia ingaggiato un personaggio di provenienza imprenditoriale come Simone Borace e gli abbia organizzato una vera e propria struttura gerarchica per raggiungere gli scopi assegnatigli. Che sono sostanzialmente quelli di presidiare il posizionamento nel mercato e monitorare la filiera produttiva nonché determinare, elaborare e sottoporre alla proprietà le proposte di strategie di vendita e i piani commerciali. I risultati sono evidenti: già nel 2019 MC A aveva conseguito una crescita del fatturato del 13,4% ma il vero boom è targato 2020 – peraltro annus horribilis per molti operatori economici – con un balzo addirittura del 32,5%, grazie anche a una proiezione all’estero che incide per più della metà. Ora lo studio è salito dalla settima alla quarta posizione nella classifica di Guamari delle società di architettura italiane al vertice per fatturato e con invidiabili risultati economico-finanziari. L’obiettivo che Borace si è dato quest’anno è far crescere il fatturato della società di un ulteriore 20% grazie anche allo spostamento del baricentro da Bologna a Milano, città che sta dando le maggiori soddisfazioni alla qualità dei progetti firmati da Cucinella. Per questa crescita la società ha portato i collaboratori nella nuova sede milanese da dieci a quaranta, sui cento totali, e non smette di assumere.
particolare, quando i titolari degli studi sono architetti così celebri da promuoversi con il loro solo nome è piuttosto la fi gura del proposal manager a svolgere i compiti di scelta delle gare a cui partecipare e dei clienti a cui proporsi, lasciando ai partner la promozione vera e propria del brand. Mentre anche nei due casi meno autoriali (Progetto CMR e General Planning) la formalizzazione di questo ruolo professionale autonomo è per ora meno evidente.
Simone Borace (1970), bergamasco, laureato in economia, entra a far parte del team MC A alla fine del 2018, come direttore commerciale alle dirette dipendenze dell’amministratore unico: a lui riportano l’ufficio gare, il direttore marketing e la segreteria commerciale. Ha maturato esperienze a livello internazionale in Africa, Cina e Sudamerica avendo iniziato nel 2002 a operare come manager real estate per la società Miro Radici Finance, poi dal 2012 manager development di Real Casa e dal 2015 responsabile sviluppo commerciale di Impresa Percassi.
Nuove figure si inseriscono nei grandi studi di architettura per occuparsi delle relazioni con la committenza nazionale e internazionale e sviluppare accordi commerciali
“LA FORMAZIONE DELL’ARCHITETTO NON BASTA PER COMPRENDERE LE REALTÀ CHE ATTRAGGONO I MIGLIORI TALENTI E DIPENDONO DA MERCATI GLOBALI LE CUI STRATEGIE RISPECCHIANO TEORIE GESTIONALI CONSOLIDATE” Giulia Carravieri
Giulia Carravieri ATIproject
Francesca Bencini Lombardini22
Durante la prima esperienza lavorativa presso RPBW le appare chiaro che la formazione dell’architetto non basta per comprendere le realtà che attraggono i migliori talenti e dipendono da mercati globali le cui strategie rispecchiano teorie gestionali consolidate. Scopre allora che esiste una professionalità interessante come il business development e che una buona leadership può creare un ambiente creativo, sano e psicologicamente protetto in cui i membri della squadra possono coltivare le proprie diversità e dare il meglio. L’esperienza di un master nel Regno Unito, dove è l’unico architetto, le dimostra che anche le maggiori società di progettazione internazionali faticano a trovare professionisti con conoscenze combinate di gestione e design. Da qui nasce la decisione di trasferirsi in Olanda presso UNStudio dove, in stretta collaborazione con i direttori, pianifica e traduce in azione concreta la strategia di sviluppo all’estero della società. Ma, dopo quattro anni, il desiderio di tornare in Italia ad applicare quanto appreso all’estero la fa approdare in ATIproject con l’incarico di sviluppare l’attività internazionale. La giovane società di architettura e ingegneria in forte espansione ha sedi in cinque Paesi europei e conta quasi trecento professionisti. Come tutte le realtà in fase di crescita, la società pisana combina un solido curriculum nei settori delle università, delle scuole e degli ospedali con un forte potenziale di sviluppo nei progetti ad alta innovazione e tecnologia. Una bella sfida per un rimpatrio che sembra definitivo.
La forte crescita di Lombardini22, che ha oltre 300 collaboratori tra architetti, ingegneri e designer, richiede un’organizzazione manageriale: la proiezione verso azioni mirate di business development sia interne sia esterne include anche, dopo la cooptazione in gennaio di un direttore generale, il successivo inserimento di Francesca Bencini. Lo sviluppo del business – finalmente con un focus anche sull’estero – e la ricerca proattiva di nuove opportunità sono basati su relazioni di fiducia che nascono e si radicano grazie all’esperienza maturata negli anni. La condivisione di questa esperienza con la figura del business developer è quindi fondamentale per un’efficace presentazione della società al mercato. In questi primi mesi Francesca Bencini ha integrato i contatti già presenti nella sua banca dati personale con quella, estremamente ricca e composita, di Lombardini22, ma soprattutto si è familiarizzata con le tante sfaccettature di una grande società di progettazione articolata in molteplici business unit. Per Lombardini22 il bd è un tema di cultura aziendale: ogni collaboratore è, almeno potenzialmente, uno sviluppatore e il bd manager è chiamato ad accompagnare questo processo di diffusione con grande sensibilità nei confronti delle reti relazionali e delle procedure esistenti. La forza del Gruppo sta nella sua poliedricità, nella capacità di mettersi al servizio del cliente con un approccio ‘eclettico’ (che dà anche il nome a una delle business unit). Che sarà ulteriormente valorizzato con una maggiore capitalizzazione del patrimonio di buone relazioni con i clienti, passati e futuri.
Giulia Carravieri (1980), genovese, si laurea in architettura nella sua città nel 2006 dopo aver fruito di una borsa di studio Erasmus all’Ecole d’Architecture Paris Belleville. È subito assunta da Renzo Piano (RPBW) presso la filiale francese e poi l’italiana e successivamente da Massimiliano Fuksas. Poi vince una borsa di studio per un MBA alla scozzese Robert Gordon University, conseguito il quale entra nel dipartimento business development di UNStudio ad Amsterdam: nel settembre 2021 è chiamata a dirigere analogo dipartimento presso ATIproject.
Francesca Bencini (1972), genovese, laureata in architettura, nel 1998 entra in Italdesign Giugiaro contribuendo alla costituzione di Giugiaro Architettura prima come progettista e project manager poi come business developer. Nel 2013 passa a Bertone Design, spin-off dell’omonima società, dove cura gestione organizzativa e sviluppo del business, e nel 2014 è sales executive in Pininfarina Extra, focalizzata sul design non automotive e sui mercati internazionali. Approda a Lombardini22 nel maggio 2021.
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› OPEN SOURCE Quando i titolari degli studi sono architetti famosi la promozione del brand è affidata ai partner, mentre il proposal manager sceglie le gare a cui partecipare e i clienti a cui proporsi
“IN QUESTO MESTIERE SERVE PASSIONE NELL’ALLENARE ALCUNE DOTI: COGLIERE LE OPPORTUNITÀ E LE COMPLESSITÀ
Paolo Colombo Starching
Giuseppe Muscolino One Works
ESSERE EMPATICI
Starching è una società versata sia nell’architettura sia nella progettazione integrata. La decisione di strutturarsi in forma sempre più organizzata e formalizzata, dopo un inizio tipico da studio professionale fondato da un architetto e un ingegnere nel 1992, nasce dalla volontà di diventare interlocutore dei nuovi operatori finanziari immobiliari sempre più di provenienza estera, con i quali i rapporti di fiducia necessari all’attività professionale vanno rilanciati con costanza anche per i frequenti cambiamenti nei loro organigrammi. Scegliendo Paolo Colombo quindi Starching si è dotata di un sales manager, con precise competenze anche tecniche, che supporta il board nella definizione degli obiettivi di sviluppo e nell’implementazione delle strategie commerciali. Non solo: ha deciso anche di affiancargli una struttura dedicata, che ha il compito primo di monitorare sistematicamente sia i clienti da fidelizzare sia i concorrenti con i quali eventualmente tessere alleanze. Scelta significativa di Starching, che spiega anche la dimensione raggiunta di maggior società di architettura-ingegneria, seguita da General Planning, è quella di operare, dal 2000, con un importante ufficio a Roma, autonomo rispetto alla sede centrale, per l’attività di rapporti istituzionali e direzione lavori, che gestisce il mercato a sud di Firenze ed è caratterizzato da un certo grado di autonomia commerciale, riportando sempre al business development manager.
Giuseppe Muscolino ama ricordare che nel suo mestiere serve passione nell’allenare alcune doti: la capacità di vedere le opportunità e le complessità, l’empatia con le persone, la curiosità verso le culture diverse e la capacità di semplificare. Ha avuto la fortuna di vedere One Works crescere diventando più manageriale e acquisire visibilità internazionale grazie ai progetti nel Golfo e più recentemente in Europa. One Works ha il suo core business nel mondo delle infrastrutture, con specifico focus sugli aeroporti, e del real estate: il primo è stato profondamente colpito dalla pandemia mentre il secondo ha parzialmente modificato gli obiettivi per rivedere il modo di concepire e organizzare gli spazi, privati e pubblici, e il loro utilizzo. Tra i settori in maggiore evoluzione figurano sicuramente le nuove frontiere della mobilità urbana di persone e merci, come la rivoluzionaria urban air mobility, delle life science e del residenziale sempre più visto come servizio. Dal punto di vista geografico Europa, Medio Oriente e Sudest asiatico sono i mercati che vengono ritenuti più strategici per il business, nonché quelli dove la società è già presente con sei sedi e dove negli ultimi anni sono stati stretti accordi e gestito progetti di ampio respiro che hanno contribuito ad accrescere e consolidare la reputazione internazionale di One Works.
E CURIOSI
Paolo Colombo (1970), milanese, laureato in ingegneria ambientale al Politecnico, inizia a operare nella consulenza in relazione con l’ambito accademico per collaborare, dal 2000, con Fastweb come facility manager e responsabile del controllo di gestione dell’area immobiliare. Nel 2001 partecipa alla costituzione di Inarcheck, società di validazione e controllo tecnico. Nel 2006 entra in Starching per sviluppare il mercato della progettazione, in particolare per il real estate, diventandone partner nel 2008.
Giuseppe Muscolino (1978), messinese, laureato in ingegneria civile dei trasporti all’Università di Padova nel 2004, ha all’attivo vent’anni di esperienza nello sviluppo del business globale e nella direzione e gestione tecnicooperativa di progetti complessi in Italia e all’estero. Dopo aver lavorato nella società di progettazione trevigiana Anteris, entra in One Works nel 2005 in qualità di senior associate e project manager, nel 2017 diventa chief operating officer e nel 2018 assume il ruolo di business development director.
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CON LE PERSONE
VERSO LE ALTRE CULTURE, SAPER SEMPLIFICARE” Giuseppe Muscolino
C.A.M.
COMPLIANT
Sopra solo cielo. Sotto solo Isotec. ISOTEC consente di realizzare coperture isolate e ventilate, con tutti i tipi di struttura portante ed è compatibile con qualsiasi rivestimento, dalle tradizionali tegole alle più moderne soluzioni continue in metallo. Il tutto con la massima efficienza energetica ed un’eccezionale rapidità di posa. Anche nella soluzione Isotec Parete per facciate isolate e ventilate. isotec.brianzaplastica.it
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Di particolare efficacia per il miglioramento delle prestazioni energetiche l’isolamento interno dei solai di copertura (in alto e a destra), eseguita con pannelli Multipor di Xella, le cui caratteristiche di reazione al fuoco (euroclasse A1) e leggerezza rispondono anche a indispensabili requisiti di sicurezza.
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XELLA MULTIPOR PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
Il caso della scuola primaria Rodari di Rimini Sono più di 7.700, ovvero quasi il 20 percento degli oltre 42mila esistenti in Italia, gli edifici scolastici che richiederebbero interventi urgenti di adeguamento e ristrutturazione. Oltre ai benefici in termini di sicurezza e comfort, ne deriverebbe un significativo risparmio nei consumi energetici, come nel caso della scuola primaria Rodari di Rimini, passata da un consumo di 288 kWh/mq anno a 114,35 (stato di progetto), con un risparmio del 60 percento anche in termini di emissioni di CO2 . Costruiti nel 1977 con una struttura di tipo prefabbricato in cemento armato e tamponamenti in lastre di cemento alleggerito con argilla espansa, i due corpi – uno che ospita le aule e l’altro la palestra – erano già stati oggetto nel 2015 di un intervento di messa in sicurezza con contrafforti esterni in acciaio per migliorarne il comportamento sismico. Tuttavia, lo stato di conservazione delle pareti di tamponamento era tuttora precario, con distacchi di copriferro, spigoli perimetrali e giunti in più parti mancanti o distaccati. Un’indagine termografica evidenziava inoltre i numerosi ponti termici causa di dispersioni e di formazioni di condensa e muffe. Il progetto di riqualificazione energetica, sviluppato dall’ingegnere Sergio Pesaresi, titolare dello studio di progettazione architettonica logicagotica, si è basato sulla realizzazione di un involucro molto performante, con l’utilizzo di pannelli Multipor in idrati di silicato di calcio dello spessore di cm 24 per la coibentazione in intradosso delle aule e della palestra. La scelta dei pannelli isolanti e traspiranti
Multipor ha permesso di affrontare e risolvere le principali criticità del progetto, in particolare per quanto riguarda l’isolamento termico da realizzare sulla faccia interna dei solai di copertura delle aule e della palestra: poiché l’edificio si trova in zona sismica, la bassa massa volumetrica lorda del Multipor (100-115 kg/mc) ha consentito di ottenere un valore di trasmittanza particolarmente ridotto limitando al contempo il peso del pacchetto isolante. Oltre alla bassa conduttività termica (0,042 W/ mq), Multipor è in euroclasse A1, requisito indispensabile per adempiere alla normativa antincendio relativa agli edifici scolastici, ed è innocuo sotto il profilo microbiologico. Inoltre, date le elevate proprietà igroscopiche e un’alta porosità (> 95%) del materiale non sono necessarie barriere al vapore (tra l’altro non esistono in commercio freni al vapore non infiammabili). L’intervento di Rimini ha previsto inoltre la coibentazione con lastre di polistirene espanso sinterizzato Eps ignifugo delle pareti verticali opache, la sostituzione dei serramenti con infissi in alluminio a taglio termico e vetro-camera, l’installazione di una caldaia a condensazione, di pompe elettroniche a velocità variabile e di un piccolo impianto fotovoltaico. Con una spesa limitata, contenuta all’interno dell’importo previsto dal quadro economico redatto in sede di progetto preliminare, l’intervento ha permesso di portare il complesso scolastico Rodari di Rimini dalla classe energetica F alla classe B. www.ytong.it
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› FOCUS
BERGAMO, VIA PALEOCAPA
La leggerezza del Dekton e la bellezza del marmo
La riqualificazione dell’edificio ha riguardato la sostituzione della pietra naturale, che aveva un peso eccessivo. Nel corso del restauro, la soluzione è stata trovata utilizzando lastre Dekton Entzo, concepite sia per la ristrutturazione di rivestimenti esistenti sia per nuovi progetti. Le lastre per facciate ventilate sono leggere, disponibili in grande formato, dall’aspetto naturale e dalle elevate prestazioni statiche e architettoniche, e possono essere installate in tempi rapidi.
Realizzata 15 anni fa, la facciata ventilata di un edificio pluripiano in via Paleocapa a Bergamo richiedeva un intervento urgente di ristrutturazione. Una depressione nelle lastre di rivestimento, aventi una ‘freccia statica’ di circa 5 cm rilevata al piano terra – progettato come un portico sorretto da pilastri – e diffusa su più dell’80 percento del rivestimento segnalava inequivocabilmente l’eccesso di peso delle lastre di pietra naturale utilizzate in origine. Un esame più approfondito, condotto dalla società specializzata Duesse Coperture – che ha poi condotto l’intervento – rivelava inoltre un errore di progettazione del sistema di ancoraggio, in termini di capacità statica del cuscinetto di carico. La scelta è stata quella di sostituire le lastre in pietra di rivestimento della facciata (dello spessore di 3 cm e peso medio di 140 Kg) con lastre Dekton by Cosentino da 12 mm, il cui peso – circa 50 kg per unità – è significativamente inferiore a quello della pietra naturale. Tra l’ampia gamma di colori Dekton, la finitura Entzo, che riproduce colori e venature del marmo Calacatta, è parsa la più vicina al rivestimento originario e adeguata alle richieste delle autorità comunali e provinciali per le aree – come via Paleocapa – di interesse paesaggistico-ambientale. Il grande formato, la leggerezza della pietra sinterizzata, lo sviluppo di sistemi di sottostruttura per facciate ventilate progettati da Cosentino come da normativa UNI EN 11018, ha consentito di svolgere l’intero intervento – nuovo disegno, installazione della sottostruttura, dello strato isolante e del rivestimento – agevolmente e in breve tempo, con un team di tre persone in solo due settimane di lavoro. www.cosentino.com
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› FOCUS
Una riconversione funzionale che punta sulla luce A Ede, nei Paesi Bassi, è stata recuperata e riconvertita a uso abitativo la caserma Arthur Kool. La ristrutturazione delle ex guarnigioni, costruite con solidi muri in mattoni a pasta scura e ampi tetti a doppia falda, ha interessato due volumi principali e numerosi depositi in linea. Il progetto dei nuovi loft pluripiano ha mantenuto l’austera immagine esterna dei manufatti, modificando radicalmente gli spazi interni. Le ampie aperture presenti lungo le facciate sono state valorizzate per garantire una ideale illuminazione naturale degli ambienti domestici. Per le camere, gli studi e gli spazi connettivi interni è stato invece previsto il massiccio impiego di finestre da tetto. Lungo le falde sono stati infatti distribuiti 132 serramenti FTW-V Fakro, di cui 25 equipaggiati con il sistema Z-Wave a comando elettrico per agevolarne la movimentazione. Le finestre da tetto FTW-V installate presso il complesso residenziale sono tutte del tipo a bili[ 28 ]
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co, con cerniere poste in posizione mediana per agevolare la movimentazione a 180° e il bloccaggio dell’anta in tutta sicurezza, caratteristica che ne facilita anche la pulizia. Realizzato in legno di pino impregnato sottovuoto, il serramento è rifinito con due mani di vernice acrilica di colore bianco. Il modello FTW-V si contraddistingue inoltre per la presenza di tecnologie che ne migliorano le performance: la ventilazione V40P, per un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa; il sistema topSafe, utile a rafforzare la costruzione del serramento per una maggiore resistenza contro l’eff razione; e la tecnologia costruttiva thermoPro, che migliora l’efficienza energetica della finestra, aumenta la sua impermeabilità all’aria e garantisce un migliore scarico della condensa. www.fakro.it
Tutte le finestre da tetto FTW-V Fakro della ex caserma Arthur Kool sono del tipo a bilico, con cerniere poste in posizione mediana per agevolare la movimentazione a 180° e il bloccaggio dell’anta in tutta sicurezza. Sono state dotate anche di tende avvolgibili esterne AMZ Solar che sono in grado di aprirsi e chiudersi automaticamente grazie a un sensore di intensità della luce che ne regola automaticamente la movimentazione a seconda del grado di irraggiamento solare.
Forme d’Acqua Venice Fountains ha curato la riqualificazione tecnologica, apportando importanti migliorie per rendere la fontana ancor più dinamica e performante rispetto il progetto originale. Con l’app My Fountain di Forme d’Acqua è possibile gestire la fontana da smartphone, tablet o pc in tutte le sue funzioni, dal colore dell’illuminazione alla scelta degli show di acqua e luci, dal monitoraggio dei valori di acido e cloro alla gestione dell’anemometro.
concept FavrinDesign foto Gianluca Simonella
Dopo molti anni Jesolo ha visto risplendere la fontana di piazza Brescia.
www.formedacqua.com
la fontana dinamica “Il nostro Territorio è per noi principalmente fonte d’ispirazione e ci spinge a trovare soluzioni sempre innovative e all’avanguardia: la bellezza di una fontana è autentica solo quando al valore estetico si affiancano funzionalità e sostenibilità.” Gianluca Orazio, CEO di Forme d’Acqua Venice Fountains
Sostenibilità risparmio energetico e idrico
MEP Design
Tailor-made
Controllo da remoto
Impianto di filtrazione
› WORK IN PROGRESS
MILANO BOSCONAVIGLI, L’EDIFICIO-SOGLIA DI STEFANO BOERI Uno sviluppo residenziale che anziché sottrarre verde alla città lo conserva e ne aggiunge, per confondersi con il paesaggio dell’area di 8.000 metri quadrati da riqualificare, tra il Naviglio Grande e l’antico borgo di San Cristoforo dove sorgerà. Là dove i confini della città sfumano nella campagna, Bosconavigli – progetto di Stefano Boeri Architetti e Arassociati con la progettazione paesaggistica di AG&P greenscape – si presenta come un corpo unitario, racchiuso a corte e sviluppato tramite grandi gradonate che ospiteranno terrazze private e giardini pensili, dal fronte cittadino a nord verso sud, digradando progressivamente verso San Cristoforo per preservarne la visibilità e la bellezza. I fronti dell’edificio hanno un’altezza massima di 11 piani, che digradano fino a 3 piani. Le facciate e le coperture sono caratterizzate da un verde rigoglioso che le ricoprirà totalmente. Come già accade con il ‘Bosco Verticale’, il sistema vegetativo di Bosconavigli filtrerà le microparticelle di polveri sottili, riducendo al contempo il consumo energetico grazie all’inerzia termica della vegetazione. [ 30 ]
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Le migliaia di piante e arbusti che ricopriranno Bosconavigli saranno anche un baluardo della biodiversità e modificheranno colori e profili dell’edificio al mutare delle stagioni. Altre soluzioni tecnologiche e costruttive contribuiranno a ridurre l’impatto ambientale del complesso: fotovoltaico integrato con l’architettura; raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione; geotermia. Il disegno delle logge, inoltre, migliora la compenetrazione fra interno ed esterno, favorendo lo scambio di calore e l’ingresso di luce naturale. Il progetto prevede un’ampia area di verde pubblico che si sviluppa in particolare sul lato est dell’edificio, con la conservazione delle alberature già esistenti e la piantumazione di un filare di peri da fiore che si stenderà ai lati di un percorso ciclopedonale. Infine, via San Cristoforo verrà riqualificata con l’aggiunta di un nuovo percorso ciclabile in continuità con quello del Naviglio Grande. «Bosconavigli nasce in una zona che sta cambiando profondamente il suo volto, cerniera fra il tessuto urbano ad alta densità e una zona verde caratterizzata dal Naviglio e porta verso il sistema dei
parchi. Siamo convinti che il progetto potrà fare da guida per un ridisegno positivo dell’intera cornice urbana», ha commentato Marco Nolli di Milano 5.0, società promotrice dell’intervento.
Località Milano san Cristoforo Committente Milano 5.0 Commercializzazione Oneshot Real Estate Solutions Progetto architettonico Stefano Boeri Architetti e Arassociati Interni parti comuni e proposte di arredo Stefano Boeri Interiors e Arassociati Progetto del paesaggio AG&P greenscape Impianti ESA Engineering Strutture SCE Project Antincendio GAE Engineering Pratiche Geotermia Studio Idrogeotecnico Cost Control GAD Studio Area di progetto 8.000 mq Aree verdi a terra 3.000 mq Aree verdi in quota 1.000 mq Unità abitative 90 circa
Rivestimento Alu-Skin
Elegante, resistente, ecologico.
Il rivestimento in alluminio Alu-Skin coniuga i vantaggi di un materiale progetresistente ed elegante alla versatilità che da sempre desidera il proget tista. Moderno, dai colori, posa e dimensioni variabili, consente infinite soluzioni per la personalizzazione delle facciate. L’alluminio pesa un terzo rispetto all’acciaio, resiste al tempo, alla corrosione, ed è 100% riciclabile. Per questo con Alu-Skin dai più valore al tuo immobile.
www.alubel.com
› WORK IN PROGRESS
MILANO SAN VIGILIO UNO, GIO PONTI RIQUALIFICATO DA IL PRISMA Con il progetto di riqualificazione messo in campo dalla società di architettura Il Prisma tornerà a nuova vita l’ultimo progetto realizzato da Gio Ponti, il Palazzo per le Assicurazioni e Riassicurazioni Savoia oggi di proprietà del fondo Drive gestito da DeA Capital Real Estate Sgr. In aggiunta all’ovvia necessità di adeguamento tecnologico degli ambienti e all’urgenza di dare forma a spazi adatti a un’organizzazione dell’economia e del lavoro del tutto diversa da quella delle Committente Fondo Drive (DeA Capital Real Estate e Agire) Progetto architettonico Il Prisma Superficie 12.000 mq Investimento 15 milioni di euro Consegna prevista 2022
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grandi compagnie di assicurazioni del passato, lo studio di architettura si è confrontato con l’ingombrante eredità di Ponti valorizzandone da un lato gli elementi caratteristici come il rivestimento a tessere ceramiche tridimensionali, rimesse in produzione per il restauro delle facciate, o il disegno delle finestrature in alluminio e, dall’altro, traendone spunto per introdurre elementi innovativi, il più evidente dei quali sarà un volume vetrato con una parete ‘cinetica’. Alta 35 metri, questa sorta di ‘capsula del tempo’ rilegge le tessere ceramiche di Ponti trasformandole in elementi che si muovono in base agli agenti atmosferici, rendendo ‘viva’ l’architettura. Altri elementi di novità saranno all’ingresso, con la welcome area del complesso riposizionata in senso baricentrico rispetto
ai corpi di fabbrica e protagonista già dalla strada, oltre all’aggiunta di un ulteriore piano panoramico a uffici in copertura (un coronamento che Ponti aveva ipotizzato in alcuni schemi di studio ma che nella realtà si era trasformato in semplici spazi tecnici dedicati alle centrali impiantistiche). Allo stesso modo, il corpo di fabbrica lungo via San Vigilio si trasformerà da blocco con ambienti secondari di servizio a ‘vetrina’, con una nuova destinazione multifunzionale, in linea con le esigenze dei nuovi spazi del lavoro ubiquo. Il progetto si pone come obiettivo la certificazione Leed Platinum. In alto, render della trasformazione di San Vigilio Uno, lato viale Famagosta (courtesy Il Prisma).
› WORK IN PROGRESS
MILANO BICOCCA RISTRUTTURAZIONE INTEGRALE DI BALANCE ARCHITETTURA Prosegue la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio immobiliare eredità della Milano delle fabbriche del Novecento. Parliamo in particolare della profonda trasformazione del quartiere Bicocca, ai confini nord della città, che prese il via con il masterplan di Gregotti ed è proseguita con grandi e piccoli episodi di trasformazione che, in maniera meno evidente degli interventi in aree più centrali, stanno modificando profondamente la natura della città e adeguando gli spazi alle domande di un tessuto economico in formazione, affatto diverso dalle grandi industrie del secolo scorso. Si tratta di trasformazioni che, come in altre grandi città europee, rendono il termine ‘periferia’ obsoleto. L’intervento in oggetto riguarda un fabbricato di 100 metri lineari di lunghezza
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in passato occupato dagli uffici della Breda siderurgica che, conservato nell’ossatura, nel progetto di Balance Architettura viene riqualificato profondamente secondo parametri Leed per renderlo competitivo sul mercato internazionale degli uffici. La logica dell’intervento è quella di rendere visibili ma non sostitutivi i nuovi inserimenti, conservando l’esile ed efficiente struttura in ferro e cemento preesistente. Il risultato estetico più evidente sarà il nuovo curtain wall in colori tenui che distingue e caratterizza ciascuno dei tre livelli, sperimentando tra l’altro un nuovo sistema costruttivo di facciata sviluppato in collaborazione con un pool di facciatisti e produttori – in attesa di brevetto – che prevede l’impiego di gomma e policarbonato.
Committente Masini 011 Slp 6.500 mq su 3 livelli Progetto e DL architettonica Balance Architettura Team Alberto Lessan, Jacopo Bracco, Davide Minervini, Giorgio Salza, Alejandra Mora, Alp Ard, Alessandro Stante, Nicolò Acquadro, Sofia Zuccato, Matteo Dossetto, Estefania Mujica, Eugenia Macchia, Francesca Rava. Project Management Corradino e Petitti Architetti Consulente Leed Amit Anafi Progetto strutturale Alessandro Ferro Progetto energetico Alessandro Manzone Progetto antincendio Massimiliano Colucci Progetto idraulico Ivan Pavanello Impresa esecutrice Quadrifoglio In alto, prospetto su viale Sarca, angolo ovest e una vista dello spazio interno. Sotto, il prospetto sud (render courtesy Balance).
mitsubishielectric.it
DIAMO AI PROGETTI L’ECCELLENZA CHE MERITANO
Mitsubishi Electric è sempre più coinvolta in prestigiosi e avveniristici progetti, grazie alla qualità delle sue soluzioni tecnologiche e ad un’ampia gamma di servizi dedicati pre e post vendita. Oggi è il partner ideale perché ha a cuore non solo il rispetto ambientale, ma anche il risparmio energetico che si traduce in una significativa riduzione dei consumi. Store Rinascente (Roma) ha scelto Mitsubishi Electric per la realizzazione di sistemi per il riscaldamento e raffrescamento d’aria.
Per un clima ideale, ogni giorno di più.
› WORK IN PROGRESS
Eperbi paredes senimihilia occiis ia suliam deliqui dellacerspe volest rescimp eritae nis qui reiunt,Ibus re modi conecae peria quiatio nsecessi blabo. Os expellum ad quatus
VENTIMIGLIA ONE WORKS DISEGNA IL MASTERPLAN DELLA MARINA Affidato a One Works il progetto – del valore di 200 milioni di euro – di una nuova destinazione turistico/ricettiva sul lungomare della città della riviera ligure di Ponente. Marina di Ventimiglia si svilupperà su una superficie totale di 57mila metri quadrati e comprende più interventi: il principale, Borgo del Forte, interesserà l’area di Marina San Giuseppe, dove sorgeranno un hotel 5 stelle di 20 camere/suite, palestra, spa e ristorante, 60 appartamenti gestiti dallo stesso hotel e 70 appartamenti a mercato libero. Prevista inoltre la realizzazione del ristorante La Rocca, a ovest del complesso residenziale-alberghiero, e di Club Italia, con la trasformazione della palazzina exACI in un polo food&beverage. Inoltre in area Campasso (30.000 metri quadrati), alle spalle dell’area naturalistica che sorge sulla foce del fiume Nervia, sarà realizzato Borgo del Forte Campus: un campus internazionale con parco a verde pubblico, sei campi da tennis, una piscina olimpionica, palestra, una scuola internazionale con annessi alloggi per docenti, studenti e atleti, e uno spazio eventi. One Works è stata scelta dal promotore [ 36 ]
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Marina Development Corporation in una rosa di cinque importanti studi sulla base della consolidata esperienza in progetti di architettura e design urbano. A guidare il gruppo di architetti sarà Leonardo Cavalli, esperto di progettazione urbana e architettonica, che avrà come consulenti anche Paisà e AI studio, in qualità di esperti di paesaggio e sostenibilità. Gli ultimi progetti di One Works realizzati e in corso includono la rigenerazione e trasformazione di due isolati nel centro storico di Ferrara, il nuovo boulevard pedonale a La Mecca e il Polo del Lusso inaugurato di recente a San Marino.
Sviluppo Marina Development Corporation Investitore Fondo BDF, gestito da Namira Sgr Progetto urbanistico e architettonico One Works Lead architect Leonardo Cavalli Consulenti Paisà, AI Studio (paesaggio e sostenibilità) Area di sviluppo 57.000 mq (+ 30.000 mq area Campasso) Investimento 200 milioni di euro
In alto, il waterfront di Borgo del Forte. Sopra, due render di Borgo del Forte Campus, con una scuola internazionale e dotazioni sportive (courtesy One Works).
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ROMA TUSCOLANA IL PROGETTO VINCITORE DI C40 REINVENTING CITIES Campo Urbano è il progetto di trasformazione dei sedimi ferroviari in disuso dell’area Tuscolana per dare vita al primo quartiere ‘carbon-negative’ della capitale migliorando la mobilità sociale e la connettività dell’area. Il progetto, che ha vinto il concorso internazionale di idee C40 Reinventing Cities lanciato da Roma Capitale e da FS Sistemi Urbani, è promosso dallo sviluppatore Fresia RE Spa con un gruppo di progettisti che comprende, con lo studio londinese Arney Fender Katsalidis, gli studi
Orizzontale, Laura Gatti per il paesaggio e Mobility in Chain per il progetto di mobilità. Il masterplan prevede, su una superficie di 24mila metri quadrati, funzioni residenziali, uffici, retail, uno studentato, laboratori per artigiani e start-up e un centro di produzione di energia da biomasse, dando vita a un modello di ‘città a 15 minuti’. Il progetto pone particolare attenzione al livello della strada: senza auto, con soluzioni progettuali e costruttive che offrano un alto grado di fluidità tra spazi privati e pubblici e una molteplicità di usi
in grado di favorire la vivibilità a tutte le ore del giorno e della sera, migliorando così anche la sicurezza. Il quartiere sarà attraversato da un parco alberato lineare, un’infrastruttura verde che migliorerà la biodiversità e, insieme alla produzione di energia da fonti rinnovabili, contribuirà alla riduzione di CO2 nell’atmosfera. L’operazione prevede ovunque possibile interventi di retrofitting e hard retrofitting delle strutture edilizie già esistenti, minimizzando l’impatto dei cantieri. Il progetto Campo Urbano nel fotoinserimento e, sotto, un render dello sviluppo nell’area Tuscolana (courtesy Arney Fender Katsalidis).
Gruppo di progettazione Fresia (capogruppo), CX, Arney Fender Katsalidis (masterplan), studio Orizzontale (progetto partecipativo), Labins (innovazione sociale), Mobility in Chain (mobilità), Studio Laura Gatti (paesaggio), Habitech, Elementa (sostenibilità), Robert Bird Group (ingegneria strutturale e costruttiva), Studio Giuseppini (impianti), Bioedil (pianificazione), Reset (produzione di energia da biomassa) Area di sviluppo 24.000 mq (il 53% dell’intera area ferroviaria in disuso)
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T H E wate r-lou nge con cept
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ROMA IL NUOVO POLIAMBULATORIO DELL’OSPEDALE CRISTO RE Il progetto di Michele Arcarese e Gianfranco Brocchetti per l’ospedale Cristo Re, nel quartiere romano di Primavalle, rappresenta la prima fase di un processo di rinnovamento e ampliamento che interesserà progressivamente l’intera struttura ospedaliera e affronta anche la questione dell’accessibilità (l’ospedale è attualmente privo di un parcheggio). Progettato secondo i principi dell’architettura bioclimatica, il nuovo edificio è dotato di una serra esposta verso sud, così da sfruttare appieno l’irraggiamento solare sia durante il periodo estivo che invernale. Uno specchio d’acqua artificiale di fronte al giardino interno della serra contribuisce inoltre al [ 40 ]
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sistema di raffrescamento estivo, mentre un sistema automatizzato di apertura degli infissi sulla corte interna favorisce la ventilazione naturale negli ambienti. Nella corte è previsto inoltre un secondo giardino interno, fruibile dalle zone d’attesa. Il piano terra, in continuità con la circolazione pedonale dell’ospedale e completamente vetrato, ospita le funzioni pubbliche di accoglienza, prenotazione e ristorazione, con i servizi e i collegamenti verticali racchiusi in forme curvilinee che rappresentano altrettanti core strutturali che reggono e stabilizzano il piano superiore, con i poliambulatori e i laboratori di analisi disposti intorno a un anello centrale che affaccia sulla doppia altezza
del giardino interno. Il lastrico di copertura ospita una terrazza fruibile; una porzione è occupata da pannelli solari e fotovoltaici la cui presenza è mitigata da un sistema di schermatura a verde verticale che si estende alla facciata, con maggiore densità sui lati sud-ovest più esposti al sole. Completamente ‘stamponati’ e ricoperti da griglie ossidate i sottostanti cinque piani dell’autorimessa, con oltre 360 posti auto per risolvere la questione dell’accessibilità al complesso ospedaliero.
Dall’alto, fotoinserimento e render del nuovo padiglione dell’ospedale Cristo Re.
A better world needs better buildings Soluzioni invisibili per un benessere che si sente
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Il ritmo della facciate della Tilia Tower e, sotto, render della nuova piazza e il ristorante previsto al piano terra (courtesy 3XN).
LOSANNA UNA TORRE IN LEGNO ALTA 85 METRI PROGETTO DI 3XN E ITTEN+BRECHBÜHL Spesso i progetti di edilizia ‘sostenibile’, puntando tutto su risparmio energetico, tecnologia costruttiva e l’indiscutibile valore ambientale di materiali come il legno, faticano a trasformarsi in architettura, ovvero il senso dello spazio, il rapporto con la luce e l’intorno, l’impatto sul territorio e la qualità abitativa che fanno la reale differenza tra architettura e edilizia. Risulta dunque ancor più felice questo progetto dello studio danese 3XN e di Itten+Brechbühl per uno sviluppo urbano, nei pressi di Losanna, che per la sua costruzione prevede un intenso uso del legno. Alta 85 metri, la Tilia Tower, nome protetto [ 42 ]
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da copyright, comprenderà appartamenti, un hotel, spazi uffici e retail ai piani bassi. Gli appartamenti sono strutturati in elementi singoli, disposti uno sopra l’altro e reciprocamente sporgenti. Il risultato è un edificio complesso, con una forte identità, che trasmette un senso di apertura e con un’impronta attenta all’ambiente. La profondità delle finestre e delle terrazze esprime trasparenza, combinando l’impiego mirato della luce solare e un adeguato ombreggiamento, e permeabilità visiva tra l’interno e lo spazio urbano, conferendo alla Tilia Tower un aspetto originale e vivace. Oltre al nuovo edificio a sviluppo verticale, l’intervento sull’area comprende anche
la riqualificazione di due vicini edifici esistenti, un volume destinato a uso ufficio e un campo coperto di badminton, per i quali si procederà al rifacimento delle facciate, e la creazione di una nuova piazza. Obiettivo dell’intero sviluppo l’ottenimento della certificazione energetica/ambientale svizzera Minergie-P.
Committente Insula AG, gruppo Realstone Progetto architettonico 3XN e Itten+Brechbühl Slp 37.000 mq Render 3XN
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SALONICCO IL MASTERPLAN E GLI EDIFICI DELLA NUOVA FIERA Il team formato dagli studi Sauerbruch Hutton, Stavropoulou Architects e Gustafson Porter + Bowman per il progetto di paesaggio ha vinto il concorso internazionale indetto da TIF-Helexpo per l’ambizioso progetto del ConfExPark, con cui Salonicco intende diventare la più importante destinazione turistica della regione. Il masterplan darà nuova forma a un’area urbana esterna alle mura storiche dove sorgono già alcuni dei principali edifici della città, come i tre musei archeologico, bizantino e di arte contemporanea MMCA. Come spesso accade, le connessioni rappresentano la chiave intorno alla quale si sviluppa l’intero progetto: il pedonale “percorso della cultura” attraverserà [ 44 ]
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diagonalmente l’area e collegherà la futura stazione Egnatia della metropolitana ai nuovi padiglioni fieristici passando per i musei e il centro congressi; una “via della montagna” riaprirà invece l’attuale asse nord-sud mettendo il sito in relazione con la montagna, il mare, le vicine università e la città nel suo insieme. I percorsi a loro volta dividono i 175mila metri quadrati dell’area in tre parti con destinazioni pubbliche diverse, perlopiù all’aperto e con il settore meridionale – adiacente a Leoforus Stratou e al nuovo centro congressi – trasformato in un grande anfiteatro per eventi pubblici e performance. Qui verranno conservate anche alcune delle costruzioni che più identificano l’attuale Fiera di Salonicco:
il padiglione ‘Esso Pappas’, la torre della compagnia telefonica Ote, l’arco YMCA. Con una scala analoga a quella degli edifici esistenti, gli edifici dei nuovi padiglioni fieristici e del centro congressi si rendono immediatamente riconoscibili per le grandi coperture ovali sporgenti rette da esili pilastri che riprendono il ritmo delle paraste che caratterizzano le facciate curve e in gran parte trasparenti. Oltre ai collegamenti all’aperto, corridoi a ponte connetteranno al primo livello tutti i padiglioni espositivi. Nelle immagini, fotoinserimento, masterplan e render della nuova fiera di Salonicco (©Artefactory e Gustafson Porter + Bowman).
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HELSINKI JKMM AMPLIA IL MUSEO NAZIONALE DI FINLANDIA Una copertura circolare di cemento di 1.320 metri quadrati rivestita di ceramica bianca e uno sviluppo prevalentemente ipogeo. Avviata la costruzione di Atlas, il progetto di JKMM per l’ampliamento del Museo Nazionale di Finlandia vincitore nel 2019 di un concorso internazionale di progettazione a cui avevano partecipato 185 proposte. Il nuovo edificio si confronta – rimanendone distaccato – con quello storico, disegnato nel 1902 in stile Romantico nazionale da Herman Gesellius, Armas Lindgren, Eliel Saarinen e completato nel 1916, l’anno precedente l’indipendenza della Finlandia, fin lì Granducato di Russia. Chiara dunque la rilevanza nazionale del museo, centrale nella città e fronteggiato dalla Finlandia Hall di Alvar Aalto (1965) a cui la nuova costruzione risponde con il bianco della copertura. [ 46 ]
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Nel giardino storico, progettato da Lindgren, la copertura del nuovo edificio sembra galleggiare, con la sua geometria primaria, sopra le pareti di vetro strutturale curvo che consentono alla luce di inondare il ristorante previsto al piano terra e raggiungere i livelli inferiori, dove una generosa scalinata accoglie i visitatori e li conduce alle nuove sale espositive e agli altri spazi previsti dal programma. L’uso del colore bianco, oltre a mettere in luce la materialità e la tridimensionalità degli spazi architettonici, nei bui inverni finlandesi rende più luminosa anche la vista dalla strada grazie a un nuovo ingresso ad arco, ricavato creando un varco nella recinzione murata del giardino. Un giardino segreto già oggetto di leggende che, sbirciando dalla strada, la geometria della nuova estensione potrebbe almeno in parte confermare.
Committente Museo Nazionale di Finlandia Progetto architettonico JKMM Architects Lead architect Samuli Miettinen Team Asmo Jaaksi, Teemu Kurkela Juha Mäki-Jyllilä Progetto strutture, Mep e geologia Ramboll Finland Oy Architettura del paesaggio Loci Maisema-arkkitehdit Superficie ampliamento 4.975 mq Spazi espositivi 1.200 mq Superficie complessiva giardino 10.400 mq
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Le soluzioni costruttive e isolanti Ytong e Multipor in calcestruzzo aerato autoclavato sono realizzate con materie prime naturali e grazie all’aria contenuta all’interno della struttura cellulare, sono al tempo stesso leggere ed estremamente solide. La struttura porosa massimizza le proprietà isolanti e la traspirabilità del materiale, mentre la natura minerale conferisce una elevata resistenza al fuoco e durabilità nel tempo. Ytong e Multipor, insieme alla gamma di malte e intonaci minerali, costituiscono un sistema costruttivo completo, naturale, sostenibile e conforme ai requisiti CAM.
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MUMBAY AVVIATA LA COSTRUZIONE DELLE LIBERTY TOWERS DI OMA Primo progetto di OMA in India, nel quartiere in rapida trasformazione nel cuore di Mumbai dove in epoca coloniale sorgevano le tessiture, è iniziata da poco la costruzione delle Prestige Liberty Towers, con una Slp di 270.000 metri quadrati complessivi il più grande complesso per uffici della città. Solo due i materiali utilizzati, in netto contrasto con il variopinto panorama cittadino: vetro e basalto nero indiano. Ciascun piano rettangolare delle due torri – che si elevano per 200 e 290 metri di altezza rispettivamente – presenta fino a 1.770 mq di superficie completamente libera da colonne e ricca di luce naturale che raggiunge gli spazi interni attraverso le celle vetrate curve di facciata a tutt’altezza. Pannelli di alluminio microforato e il controllo delle vibrazioni assicurano condizioni acustiche adeguate al comfort lavorativo. Comune alle due torri e sollevato dal livello stradale per consentirne l’attraversamento veicolare nonché l’accesso al parking sotterraneo, un podio di cinque piani di altezza ospiterà, insieme alle lobby di ingresso agli uffici, un mall commerciale, una food court e spazi per l’entertainment di 36.000 metri quadrati, estendendo in questo modo lungo l’arco della giornata la vita del complesso. Al di sopra del podio, tra le due torri, un giardino pensile sarà un’estensione all’aperto degli spazi comuni a disposizione degli impiegati e del pubblico. [ 48 ]
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Le Prestige Liberty Towers, il più grande complesso per uffici di Mumbai, poggiano su un podio di 5 piani di altezza con destinazione commerciale, entertainment e retail, così da far vivere la struttura anche oltre l’orario lavorativo (render © OMA).
Committente Prestige Office Ventures Progetto architettonico OMA, partner in charge Iyad Alsaka Concept design phase project director Juliet Moore, Wael Sleiman Concept design phase team Agnieszka Dabek, Fabio Esposito, Mike Fritsch, Tianyi Huang, Ran Huo, Igor Jablan, Alexandra Paritzky, Antonia Rubic, Iason Stathatos, Natasha Trice Local architect Mandviwala Qutub Associates Ingegneria BuroHappold Ingegnerizzazione delle facciate Meinhardt Facades Permessi Spaceage Consulente mobilità Ttec Collegamenti verticali Lerch Bates Real Estate Consultant Jones Lang LaSalle / Arch Realty
› WORK IN PROGRESS
SIDNEY IL PROGETTO DI 3XN PER IL MERCATO DEL PESCE Da sempre i mercati sono luoghi di socialità che animano il quartiere e la città. Su questa premessa si fonda il progetto dello studio danese 3XN, con il local architect BVN, GXN Innovation e Aspect Studios per il paesaggio, di riqualificazione e ampliamento del mercato del pesce di Sidney nell’area di Blackwattle Bay recentemente approvato dal governo regionale. Con una superficie coperta di 65mila metri quadrati, l’edificio principale ospiterà sia le tipiche funzioni commerciali sia, al livello superiore, spazi di incontro e ambienti di ristorazione. Caratteristica peculiare dell’intervento la valorizzazione delle attività proprie del mercato all’ingrosso, generalmente precluse ai non addetti ai lavori: stalli degli operatori, sala delle aste del pesce, la movimentazione delle merci, collocate al livello inferiore e estese ad anfiteatro attorno ai moli di attracco rimangono visibili al pubblico conservando le necessarie misure di sicurezza. In questo modo il progetto ridisegna anche il waterfront, che a partire dalle gradonate ad anfiteatro si sviluppa in un percorso pubblico lungo il bordo dell’acqua raggiungendo il Central Business District e la più lontana zona di Woolloomooloo. Oltre che landmark del luogo, la copertura ondulata e leggera del complesso è un elemento importante della strategia ambientale del progetto: con una forma studiata per sfruttare i venti prevalenti per estrarre aria calda e al contempo proteggere l’interno dai freddi venti meridionali, ripara dal sole gli stalli e raccoglie le acque meteoriche poi riutilizzate nelle attività del mercato. Il progetto include inoltre il riciclo delle acque grigie, processi di fitodepurazione, filtrazione meccanica e sterilizzazione e sistemi per la riduzione e il riuso dei rifiuti. [ 50 ]
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La grande tettoia si estende allo spazio aperto e crea un ambiente in cui le attività commerciali tipiche del mercato all’ingrosso diventano un’attrazione turistica (render courtesy 3XN).
Committente Sydney Fish Market Pty Ltd Progetto architettonico 3XN: Kim Herforth Nielsen, Audun Opdal, Fred Holt Local architect BVN Strategie ambientali GXN Progetto del paesaggio Aspect Studios Slp coperta 65.000 mq Visitatori annui attesi 6.000.000 Completamento previsto 2024
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LUOGHI COMUNI CAMBIANO SCHEMI E CARATTERISTICHE DELLO SPAZIO PUBBLICO, NON SOLO IN TERMINI FUNZIONALI, MA ANCHE DI IDENTITÀ, STORIA E RAPPRESENTAZIONE. UN’EVOLUZIONE CHE SI RIFLETTE SUL PROGETTO DI ARCHITETTURA
a cura di Carlo Ezechieli
Zhulang Huagai, installazione nella piazza del villaggio di Shenzhen Nantou. NADAAA con The Cooper Union, ph. courtesy Yan Meng, Urbanus
› LUOGHI COMUNI
Panopticon Society
Nader Tehrani è preside della scuola di architettura dell’università Cooper Union di New York. In precedenza professore e capo del dipartimento di Architettura del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Ma) è il fondatore e direttore di Nadaaa, studio di architettura il cui lavoro è orientato verso l’innovazione nel progetto, la collaborazione interdisciplinare e il dialogo con l’industria delle costruzioni.
LA RICONQUISTA DI SPAZI SOTTRATTI AL TRAFFICO, IL RAPPORTO CON I LUOGHI SIMBOLO, UNA VITA SOCIALE SEMPRE PIÙ MEDIATA DA INTERNET: COME EVOLVE IN QUESTO CONTESTO LA STRUTTURA E IL RUOLO DEGLI SPAZI PUBBLICI?
Ci sono almeno tre ordini di cambiamento che stanno avendo conseguenze sul modo in cui frequentiamo, ci identifichiamo e progettiamo gli spazi pubblici. Il primo è la consapevolezza, almeno nelle città europee, di aver raggiunto e superato il limite di coesistenza pacifica tra automobili e abitanti. Barcellona ha avviato anni fa l’interessante esperimento delle Superillas che, accorpando i vecchi isolati di Cerdá, li trasformano in isole pedonali. Parigi sta sviluppando un progetto, tanto ambizioso quanto eccezionale, di pedonalizzazione degli Champs Élyéees: uno spazio che negli ultimi 80 anni era stato sostanzialmente divorato dal traffico. Anche Milano si ritrova oggi con circa 200mila auto in meno di 20 anni fa, il che corrisponde a un’estensione di spazio aperto pubblico sul quale potenzialmente intervenire pari ad almeno sei volte i 38 ettari del Parco Sempione. Il secondo fattore è rappresentato dalla struttura della società, tardo-liberale e culturalmente sempre più eterogenea. Questa condizione rende complesso il ruolo degli spazi storici e identitari e variegato il repertorio dei luoghi di relazione che, tra luci e ombre, si estende a un ampio sistema di spazi privati. Il terzo ordine di cambiamento, il più moderno, è riferibile al sistema di sorveglianza digitale totale, un vero e proprio Panopticon, nel quale viviamo oggi spensieratamente immersi. Se da un lato è ormai evidente che gli spazi pubblici non verranno mai sostituiti dall’internet, il loro ruolo potrà anzi esserne paradossalmente rafforzato. Dall’altro la combinazione tra internet, social media e intelligenza artificiale sta innescando cicli di feedback micidiali, capaci di influenzare e amplificare – con ricadute sul ruolo degli spazi pubblici – comportamenti, decisioni e perfino orientamenti politici. Tre aspetti, tre questioni progettuali. Le più evidenti di un quadro inedito rispetto al quale gli architetti hanno un ruolo più che mai fondamentale. C.E.
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ASSERRAGLIAMENTI AUTOMATIZZATI IL PROGETTO DELLO SPAZIO PUBBLICO IN UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ ETEROGENEA. UNA CONVERSAZIONE CON NADER TEHRANI
di Carlo Ezechieli
Come intendiamo oggi gli spazi pubblici? Che ruolo ha l’architettura nella loro identificazione e nella rappresentazione di riferimenti? Naturalmente la situazione varia in base al contesto geografico e culturale ma, in una società globale come quella odierna, esistono denominatori comuni che rendono queste domande estremamente attuali. Nader Tehrani, fondatore dello studio NADAAA, dal 2010 al 2014 Head of Department della Scuola di Architettura e Pianificazione del Mit di Boston, è una delle poche figure capaci di uno sguardo di ampiezza adeguata su queste tematiche, senza mai perdere di vista l’architettura. La società sta cambiando e con essa la città. Credi si stia verificando anche una mutazione nel modo in cui usiamo e ci identifichiamo con lo spazio pubblico?
Questa è una questione importante, come credo sia importante inserirla nel suo contesto storico e nel contesto culturale e politico specifico. Parlando della tendenza alla privatizzazione che si sta verificando oggi negli Stati Uniti, è necessario fare ri-
ferimento al periodo post-bellico, e in particolare a circa 40 anni fa, quando Ronald Reagan venne eletto presidente e cominciò ad affrontare sistematicamente il programma di investimenti pubblici – infrastrutture, spazi pubblici, istruzione, salute – sulla cui base le città erano state costruite fino ad allora. A partire dal New Deal c’era un contratto sociale sul quale le persone potevano contare e che rappresentava una sorta di estensione della classe media. Reagan lo smembrò sistematicamente. Bisogna comunque ricordare che in seguito anche i democratici, da Bill Clinton ai suoi successori, non fecero nulla per invertire questa tendenza. Fondamentalmente l’idea della privatizzazione di ogni ambito di responsabilità pubblica negli Stati Uniti è diventata una norma de facto, diffondendosi al resto del mondo. Non si basa infatti semplicemente su un’ideologia ma sulle strutture finanziarie. Per concludere, è molto difficile immaginare lo spazio pubblico oggi se non come un contratto tra pubblico e privato. Rispetto a questo stato delle cose quali ritieni siano i cambiamenti recenti più evidenti?
› LUOGHI COMUNI
È molto interessante notare come la pandemia abbia indotto una rivitalizzazione degli spazi pubblici in un modo che non credo di aver mai visto negli ultimi trent’anni. Che mi trovassi al Central Park a New York o sulla Esplanade di Boston, la voglia di godere di una boccata d’aria veniva vista come un diritto comune: all’aria pulita, alla frequentazione di spazi non sorvegliati, alla possibilità di socializzare dopo un lungo periodo di isolamento. Tutto questo ha portato a luoghi paradossalmente affollati, producendo un effetto che andava ben oltre la politica manifestando un bisogno di reale interazione tra le persone che il mondo virtuale non potrà mai sostituire. Pensi che tutto questo sia solo una reazione all’isolamento sociale o una tendenza vera e propria?
Credo ci siano due interpretazioni. Da un lato, esiste la necessità di sentirsi parte di un corpo sociale. Ciò di cui mi sono reso conto è che le persone non si radunavano in base a distinzioni di classe, razza, appartenenza culturale e così via. Erano semplicemente persone che desideravano stare in mezzo alla gente. Dall’altra parte è interessante notare l’esplosione, lo scorso anno, di una quantità di pro-
teste e di manifestazioni mai vista almeno dal 1968, e questo in una società dove per più di quarant’anni nessuno ha opposto resistenza al declino dell’investimento pubblico. L’assassinio di George Floyd, ad esempio, ha portato a una mobilitazione di coscienza pubblica che è andata ben oltre le questioni razziali.
Pensi che i social media funzionino anche come una piattaforma che favorisce l’incontro fisico o al contrario ne sono un surrogato?
Senza dubbio la comunicazione virtuale per quanto riguarda le interazioni da persona a persona, come per le lezioni a distanza, è diventata fondamentale. L’aspetto positivo è che la distanza culturale tra zone, lingue, scuole e pensiero si è ridotta. D’altro canto è meglio non sottovalutare il ruolo dell’intelligenza artificiale nella scomposizione della società in una serie di asserragliamenti automatizzati. L’eccessiva e ormai diffusa fiducia nei confronti di informazioni, non importa se vere o false, viene rafforzata e amplificata scavalcando il normale processo di stratificazione storica. Non sono sicuro se e come questo possa avere una relazione diretta con lo spazio fisico, ma certamente ha un impatto significativo sui si-
Per la Biennale di Architettura di Shenzhen del 2017, Nadaaa e The Cooper Union hanno realizzato Zhulang Huagai, un’installazione di 110 mq nella piazza principale del villaggio di Nantou.
stemi ideologici e sulla politica. Il processo al quale abbiamo assistito negli ultimi decenni, di divisione delle città in compartimenti senza senso, appartiene direttamente al retaggio, molto presente negli Stati Uniti, che cerca di ribaltare il consenso in una direzione o nell’altra. E questo dà origine a un legame tra la costruzione di un sistema di relazioni sociali e il modo con cui questa viene tradotta in spazi fisici. Qual è e quale potrebbe essere il ruolo dell’architettura in questo processo? Abbiamo ancora la possibilità di produrre architetture che abbiano un ruolo di identificazione e rappresentazione, se non addirittura di appartenenza?
Il punto è che potremmo senz’altro desiderare di accedere a un luogo particolare anche se non vi apparteniamo. E il tema dell’appartenenza, in un’era in cui molti sono immigrati e i temi della diversità non sono ancora ben definiti, diventa alquanto scivoloso. Ma af-
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› LUOGHI COMUNI
Originariamente concepita come un’impalcatura, l’installazione Zhulang Huagai è stata poi realizzata nella piazza principale del villaggio di Nantou in estrusioni standard di acciaio tubolare (il che ironicamente l’ha resa permanente), rivestite da una pelle traforata (ph. courtesy Jeremy Son).
frontiamo la questione principale. Le città erano tradizionalmente la misura dello spazio civico dove la piazza, la strada e certi edifici diventavano punti di riferimento. Ora, in una situazione dove l’uomo ha ormai occupato il 95% del pianeta, diventa difficile identificare lo spazio pubblico senza pensare a un territorio molto più ampio. L’aria che respiro viene dall’inquinamento del Midwest, il fallout nucleare capitato in Russia decenni fa ha tuttora un impatto su molte regioni europee. Non credo sia più possibile pensare a uno spazio pubblico senza tenere in considerazione una più ampia connessione ambientale. D’accordo, ma fin qui non hai nominato l’architettura.
Di solito si pensa all’architettura come impegno nella costruzione di un edificio. Sono tuttavia del parere che qualsiasi edificio abbia un’impronta molto più ampia. Se proget[ 56 ]
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to un edificio a Boston c’è un’alta probabilità che, per via delle forze economiche in gioco, i materiali impiegati provengano dalla Cina e non dal Vermont. Dovremmo considerare il rapporto con le risorse naturali, da dove provengono i materiali, il lavoro impiegato, l’impatto complessivo e la sua predisposizione al riutilizzo, al ri-allestimento, in sostanza al suo destino dopo la dismissione. E qui la questione fondamentale non è semplicemente tenere conto di tutti questi elementi a livello tecnico-progettuale, ma di trovare il modo di esprimerli architettonicamente. Tenendo conto delle ovvie differenze, come vedi il ruolo degli spazi comuni nelle città odierne?
Considera che le città più belle che abbiamo studiato e visitato, in Europa o nella parte del mondo a me familiare, Kashan, Isfahan, Kerman – città magnifiche – sono tutte il risultato di un contratto sociale che ha prodotto una certa forma di omogeneità. Tuttavia, oggi il principio di eterogeneità e di diversità, che è centrale nella definizione degli Stati Uniti, sta diventando comune anche in Europa. Quest’ultima si sta confrontando solo di recente con la difficoltà di assorbire al proprio interno nuove culture e genti, e con loro le istituzioni che rendono le forme delle città fonda-
mentalmente differenti. La periferia di Parigi, ad esempio, è una città molto più ampia del centro, ma è anche il risultato di una politica negligente di marginalizzazione. Ogni società viene mantenuta coesa da ideologie che spesso trovano espressione in architettura, in particolare nei monumenti, che inevitabilmente diventano luoghi di riferimento comune. Come pensi si stia evolvendo questo quadro oggi?
Questa è una domanda interessante. Non c’è dubbio che una chiesa o una moschea, come molti altri monumenti, siano una forma di espressione di un’ideologia e in quanto tali identifichino dei gruppi di persone. Se però consideriamo gli Stati Uniti, esiste un altro principio fondativo, che è un’idea di democrazia. E la questione interessante è che in questo caso il luogo di appartenenza non è definito dall’identità, ma dalla differenza. Il presupposto è: siamo in un luogo pubblico dato che non abbiamo privilegi uno sull’altro e godiamo degli stessi diritti. Naturalmente questa non è la realtà, è l’aspirazione. Ma rafforzare questi principi, che stanno alla base dei nostri diritti civili e delle infrastrutture ad essi correlate, è di importanza cruciale per dare forma agli spazi che abitiamo. E tutto questo non è questione di oggetti, ma di un sistema
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› LUOGHI COMUNI
Il Tanderrum Bridge di Melbourne, un progetto di spazio pubblico e di paesaggio sviluppato da Nader Tehrani con John Wardle Architects
Rami sospesi Anticipato da un percorso in ascesa, il nuovo Tanderrum Pedestrian Bridge connette Birrarung Marr con il complesso sportivo del Melbourne Park, creando il nuovo ingresso pedonale principale al complesso sportivo che ospita gli Australian Open di tennis. Il progetto di John Wardle Architects e Nadaaa definisce una nuova e importante connessione tra il paesaggio storico dello Speakers’ Corner e i campi da tennis all’aperto di Melbourne Park. Entrambi i luoghi sono manifestazione dei principi di uguaglianza e democrazia che rappresentano lo spirito stesso della città, il primo caratterizzato dalla storia di cittadini qualunque, liberi di esprimersi su qualsiasi soggetto, e l’altro con giocatori di qualsiasi estrazione sociale che hanno la possibilità di prendere una racchetta da tennis per giocare in una delle grandi arene dedicate a questo sport. Il disegno del ponte è slanciato: una trave di acciaio piano che si assottiglia ai bordi per ottenere una campata sufficiente per superare la strada. L’intradosso del ponte segue la discesa e il paesaggio esistente eliminando in tal modo spazi di altezza contenuta e dialogando con il paesaggio. La leggera filigrana della struttura in acciaio forma un telaio per un percorso che si dirama verso la Middle Terrace aprendo lo sguardo a viste verso il fiume Yarra, Birrarung Marr e la città
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Località Melbourne Committente Major Projects Victoria Progetto architettonico John Wardle Architects & Nadaaa Team JWA John Wardle, Stefan Mee, Mathew van Kooy Adam Kolsrud, James Loder, Paul Bickell, Stuart Mann Ruairi Molloy, Sharon Crabb Team Nadaaa Nader Tehrani Arthur Chang, Parke MacDowell Thomas Tait, Nick Safley
Progetto del paesaggio Oculus Lighting Design Electrolight Ingegneria strutturale e civile Ghd Cronologia 2014 - 2016 Superficie 5.950 mq Lunghezza 390 metri
Il percorso connettivo del Tanderrum Bridge definisce un nuovo ingresso al Melbourne Park, il complesso sportivo dove ogni anno si svolgono gli Australian Open di tennis. Il ponte è uno spazio pubblico dove il fine intreccio della struttura in metallo si fonde efficacemente con il paesaggio. Nella foto in alto l’intradosso del ponte, visto dal Parco (ph. ©Erieta Attali).
con campate fino a 44 metri
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› LUOGHI COMUNI
› LUOGHI COMUNI
Sopra, vista del Tanderrum Bridge in direzione di downtown. Il percorso si sviluppa all’altezza delle chiome degli alberi (ph. ©Erieta Attali). A sinistra Il ruolo connettivo del Tanderrum Bridge nel quadro urbano della città di Melbourne.
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› LUOGHI COMUNI
Manijeh Verghese e Madeleine Kessler nel 2019 hanno fondato Unscene Architecture, studio che opera su più scale in modo multidisciplinare e dando voce alle comunità locali in merito all’uso e all’occupazione degli spazi pubblici. Negli ultimi nove anni Verghese ha diretto corsi universitari e postlaurea sia all’Architectural Association che alla Oxford Brookes University. Architetto e ingegnere strutturale, Madeleine Kessler insegna alla London School of Architecture e all’Architectural Association. Nel 2020 è stata inserita tra i 40 under 40 dall’Architects’ Journal e le è stato assegnato il RIBA Rising Stars Award 2019.
PUBBLICHE DELIZIE UN’INTERVISTA SUL TEMA DEGLI SPAZI COMUNI A MANIJEH VERGHESE E MADELEINE KESSLER, FONDATRICI DI UNSCENE ARCHITECTURE E CURATRICI DI THE GARDEN OF PRIVATISED DELIGHTS, IL TEMA DEL PADIGLIONE DELLA GRAN BRETAGNA ALLA BIENNALE ARCHITETTURA DI VENEZIA DI QUEST’ANNO
di Carlo Ezechieli
Tra le installazioni presenti alla Biennale di Architettura di quest’anno quella all’interno del Padiglione della Gran Bretagna era non solo una delle più acclamate, ma anche quella di cui più si apprezzava il sense of humour tipicamente britannico, capace di parlare di cose serie evitando di prendersi troppo sul serio. Le città sono cambiate, stanno cambiando, l’accelerazione di questa trasformazione a livello economico, sociale e tecnologico è enorme, come lo sono le ricadute sul modo di progettare e costruire gli spazi della città. Il termometro di tutto questo sono gli spazi comuni. Ne abbiamo parlato con le Manijeh Verghese e Madeleine Kessler curatrici di The Garden of Privatised Delights, il Giardino delle Delizie Privatizzate allestito all’interno del Padiglione e ispirato al celebre trittico di Hieronymus Bosch. Stiamo assistendo a una privatizzazione crescente di spazi pubblici e al trasferimento nell’internet, accentuato dalla pandemia, di una parte consistente di vita sociale. Cosa sta capitando ai ‘luoghi comuni’, agli spazi, generalmente pubblici, dove la gente soleva incontrarsi, festeggiare o protestare?
Lo spazio pubblico è il palcoscenico dove si [ 60 ]
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svolge la vita delle città. La pandemia e le relative chiusure hanno dato origine allo spostamento online di molte delle nostre attività. Gli spazi aperti pubblici sono diventati luoghi importanti per incontrarsi in sicurezza in piccoli gruppi e per mantenere la nostra salute fisica e mentale. L’importanza della libertà di accesso a spazi pubblici emerge del resto anche storicamente, come quanto questo possa riflettere le diseguaglianze all’interno della nostra società. I temi che abbiamo esplorato nel nostro Garden of Privatised Delights, lavoro commissionato dal British Council per la Biennale di Architettura di quest’anno, dopo la pandemia sono diventati ancora più attuali. Tra questi: la fine della high street (il corso principale N.d.R.) britannica con la chiusura di attività e lo spostamento online del commercio; le tecnologie di riconoscimento facciale, che aprono questioni sul tema della privacy; la chiusura dei pub, intesi come spazi rilevanti sia dal punto di vista sociale che culturale; l’accesso e la libertà di frequentare e utilizzare gli spazi verdi; il declino di spazi sociali dedicati ai teenager. Al fine di ripensare questi spazi e il modo in cui li frequentiamo e ce ne appropriamo, gli architetti devono lavorare sia con il settore pubblico che con quello privato,
allo scopo di sviluppare schemi per un repertorio, il più possibile diversificato, di attività e di utenti. Quali sono a vostro avviso i motivi principali di questi cambiamenti?
Nel Regno Unito c’è una grande nostalgia per il tempo in cui il settore pubblico metteva a disposizione spazi per il pubblico. Questi vengono oggi messi a disposizione dai privati, come parte di interventi di sviluppo immobiliare. Troppo spesso, quando pensiamo a spazi privati accessibili al pubblico, pensiamo a piazze lastricate nell’ambito di nuovi insediamenti, a spazi controllati, facili da manutenere e da sorvegliare. Questo ha portato a un sistema binario e problematico, con il pubblico sempre visto come buono e il privato come cattivo. Ciò che invece riteniamo più interessante è una gamma più ampia di spazi privati accessibili al pubblico, come il pub, ad esempio: in origine un soggiorno privato aperto al pubblico, e che nel tempo è diventato di tutto: dalla sala da pranzo, fino al bagno pubblico odierno. O anche lo spazio ad alta intensità di relazioni della high street, che rappresenta la spina dorsale della maggior parte delle città del Regno Unito. Questi spazi caratteristici e fondamentali sono oggi minacciati. Dobbiamo recuperarne il valore, ripensare al modo in cui possono essere utilizzati per renderli più resilienti e reattivi ai cambiamenti del XXI secolo. Pensate che questi cambiamenti rappresentino solo una fase, o si tratta di un cambiamento strutturale della società che avrà un impatto sulle caratteristiche fisiche e formali dell’architettura?
Gli eventi dell’ultimo anno ci hanno proiettato in un futuro caratterizzato dallo spostamento online di moltissime attività, ma ci hanno anche reso consapevoli di tendenze problematiche nella nostra società, come la mancanza di investimenti e di accessibilità allo spazio pubblico. Le grandi disuguaglianze nella società in termini di accessibilità, di utilizzo, di appropriazione sono molto più evidenti che in precedenza, ma sembra esserci un rinnovato impegno da parte dei settori pubblici e privati nello sviluppo di strategie volte a risolvere questi problemi, sia nel breve che nel lungo periodo. Speriamo che la fase iniziale di questo cambiamento, innegabilmente strutturale, della società non sia guidato solamente dal profitto, ma sia invece possibile pensare a nuovi parametri di misu-
A destra, l’allestimento di Unscene tratta il tema della privatizzazione crescente con particolare humour (ph. Cristiano Conte, ©British Council).
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Sopra, il trittico di Hieronymus Bosch ‘Il Giardino delle Delizie Terrene’ riletto da Unscene nell’installazione del padiglione della Gran Bretagna.
razione dal valore, di definizione dei criteri secondo i quali le città e gli spazi abbiano successo. Tutto questo è emerso come tendenza negli anni recenti con città che sviluppano indici di felicità, o sviluppatori che guardano a orizzonti di lungo termine, allontanandosi da logiche legate unicamente al profitto. Mi è piaciuto molto il padiglione che avete curato per la Biennale, è brillante e ironico. L’ironia appartiene all’architettura?
L’ironia è stato uno strumento utile per confrontarci in modo allegro con un tema serio, e al contempo coinvolgere un pubblico più ampio e permettere a più persone di entrare nel dibattito. Il padiglione prende ispirazione dal Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch. Questo dipinto utilizza lo schema del trittico per mostrare l’utopia del Giardino dell’Eden o Paradiso Terrestre, la distopia dell’Inferno, e il territorio intermedio della Terra, posizionato nel mezzo del trittico. Nella nostra interpretazione, The Garden of Privatised Delights traduce i tre pannelli nell’utopia dei commons, le terre di proprietà comune, prima dell’Enclosures Act del XVIII secolo (con i quali venne stabilito il diritto di appropriazione privata sui commons N.d.R.), la distopia della provatizzazione totale, e il territorio intermedio che identifica il tema dello spazio privato di interesse pubblico quale
opportunità urgente per la creazione di luoghi comuni. I paesaggi surreali e le architetture scultoree di Bosch hanno ispirato i colori e le forme delle installazioni delle stanze del padiglione. Ma, più importante, ciò che volevamo sollecitare nell’esperienza di visita è lo spirito del dipinto nell’identificare l’umorismo, e un’attitudine giocosa e gioiosa. Come vi piacerebbe vedere il futuro dell’architettura per le nostre città e per i nostri luoghi comuni?
Vorremmo che le nostre città e gli spazi pubblici del futuro diventassero luoghi che ognuno può utilizzare e di cui ognuno può godere: dove vari gruppi di persone, delle più diverse provenienze, possano incontrarsi e partecipare a una gamma di attività; dove possano svilupparsi conversazioni e dibattiti tali da rompere il rigido involucro del pensiero binario; e dove il possesso di risorse tangibili come la terra e intangibili come i dati, sia più trasparente e abbia il potenziale di essere utilizzato per il benessere collettivo. È importante che ogni utente e abitante della città sviluppi un senso di appartenenza e di azione circa ciò che succede nell’ambito del proprio spazio. Il nostro scopo è che il padiglione della Gran Bretagna metta a disposizione strumenti e strategie per i visitatori che possano essere riprese e applicate ai propri spazi pubblici allo scopo di aprirli, di utilizzarli secondo modalità molteplici, trasformandoli in spazi dove ognuno desideri trascorrere più tempo possibile. Per concludere, la domanda che pone il padiglione della Gran Bretagna del 2021 è: perché non rendere ogni spazio pubblico un Giardino delle Delizie?
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› LUOGHI COMUNI Fondato nel 2014 da Isabelle Buzzo e Jean-Philippe Spinelli, entrambi laureati in Architettura all’università di Marsiglia, lo studio Buzzo Spinelli, premiato nel 2020 con il D’A 10+1 Price per il progetto Mantinum, lavora tra Parigi e Bastia occupandosi di architettura, urbanistica e paesaggio.
STRATIFICAZIONI VERTICALI IL PROGETTO DI UN SISTEMA DI SPAZI PUBBLICI PER LA CITTÀ DI BASTIA DI BUZZO SPINELLI ARCHITECTURE E ANTOINE DUFOUR ARCHITECTES
di Carlo Ezechieli
Il progetto di Buzzo Spinelli si sviluppa seguendo tre obiettivi fondamentali: il primo è la realizzazione di un collegamento piacevole tra il porto e la cittadella di Bastia, il secondo è il disegno di un teatro e il terzo, di particolare importanza, è il restauro del giardino Romieu. In breve, la creazione di un insieme di spazi pubblici che, connessi tra loro, formano un sistema di grande coerenza ed eleganza. Innestandosi in un dirupo che è anche un confine, l’intervento stabilisce un contatto con l’acqua secondo una sequenza di spazi aperti pubblici – belvedere, rampe, scalinate, piazze – alternando passaggi a vedute, le mura alla vegetazione. L’architettura è lo strumento per realizzare tutto questo. La lama del corpo ascensore, letteralmente incastrata nella roccia, è il dispositivo unificante di un sistema di spazi orizzontale, ricco e misurato. Una porzione di paesaggio geometrizzata, dove i materiali, cemento combinato con aggregati estratti dalla [ 62 ]
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stessa roccia presente in loco, giocano un ruolo fondamentale. Al posto di un convenzionale, industriale e sostanzialmente asettico cemento faccia a vista, il materiale diventa in questo caso una vera e propria opera di artigianato messa in evidenza dalle stratificazioni che formano il getto, la cui composizione è di particolare interesse. Composto unicamente con aggregati specifici del sito (marmo Cipollino e scisti levigati) il cemento è stato realizzato, con tecniche semi-manuali, secondo strati di compattazione di 16 centimetri all’interno di casseforme alte 48 centimetri. La moltitudine di asperità e di impronte della superficie trova diretta corrispondenza con le caratteristiche della roccia in cui si incunea. Si tratta di progetto che riscopre in ogni suo aspetto, dall’articolazione degli spazi alle tecniche di costruzione, attraverso l’identificazione con il luogo, anche un senso di identità per un nuovo e più ricco sistema di spazi pubblici per la città.
Località Bastia (Corsica) Committente Municipalità di Bastia Progetto di architettura Buzzo Spinelli Architecture
Conservazione Antoine Dufour Architectes
Paesaggio Atelier GAMA ingegneria strutturale Batiserf Mobilità e reti Betem Impresa di costruzioni Brando BTP + Contact Construction
Carpenteria metallica Socofer Ascensori Schindler Reti e illuminazione pubblica Technicalarm
Realizzazione aree verdi Corse Paysage Area 7.089 mq Costo 2.400.000 Euro Completamento marzo 2020 Fotografia © Celia Uhalde
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La cittadella di Bastia e le opere realizzate visti dal mare (ph. ©Celia Uhalde). A sinistra il masterplan.
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Sezione della scalinata che conduce alla città e al termine della quale, a quota +27,55 la piazza si trasforma in palcoscenico all’aperto (foto in alto). A destra, livello intermedio della scala che sale dal porto. Alle pagine precedenti una vista generale dell’intervento e la planimetria.
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Accanto, sezione del volume dell’ascensore. Sotto, la terrazza-belvedere. Nella vista dal mare l’intero intervento, con la lama verticale dell’ascensore. Una moltitudine di asperità e di impronte sulla superficie del cemento, realizzato solo con inerti specifici del sito, trova diretta corrispondenza con le caratteristiche della roccia in cui si incunea.
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Un tratto della promenade vista dall’alto. Sotto, la trincea che la collega alla cittadella.
Camminare su un basamento LA PROMENADE DELL’ALDILONDA È UN NUOVO LUOGO PUBBLICO E ALLO STESSO TEMPO UN DISPOSITIVO DI RICONNESSIONE DELLA CITTÀ STORICA AL MARE. PROGETTO DI BUZZO SPINELLI ARCHITECTURE E DIETMAR FEICHTINGER
La promenade dell’Aldilonda si sviluppa attorno alla fortezza di Bastia e consiste in un camminamento ciclopedonale adatto a persone disabili. Si tratta di un balcone sospeso che, riconnettendo le parti nord e sud della città, rafforza e recupera la sua connessione profonda con il mare che, dopo la costruzione un tunnel di collegamento nel ventesimo secolo, era andata perdendosi. Il percorso segue, adattandosi, il profilo della costa, seguendone i contorni e mettendo chi lo percorre a contatto diretto con la scogliera, e anziché imporsi come un nuovo luogo, non fa altro che rendere accessibili quelli già esistenti, mettendoli in risalto. Il percorso si conclude con un breve tunnel, illuminato da un pozzo di luce, che permette di raggiungere la Cittadella. La promenade è un nastro sospeso sulle rocce, una sorta di basamento, un nuovo luogo di riferimento per ogni attività ricreativa e un percorso che unisce il molo del Dragone a Nord con lo sperone della Ficaghjola a Sud, valorizzando la rocca sulla quale si eleva la Cittadella storica di Bastia
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Accanto, il fronte marittimo della promenade nel tratto sud. Sotto, prospetto del fronte marittimo e la sezione che evidenzia uno dei sistemi adottati per fissare la passeggiata alla scogliera.
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Località Bastia, Corsica Committente Municipalità di Bastia Progetto di architettura Buzzo Spinelli in partnership con Dietmar Feichtinger (capogruppo)
Ingegneria strutturale Sbp Ingegneria meccanica Betem Paesaggio In Situ Ingegneria idrodinamica Oceanide Costo 8.700.000 Euro Area 450 metri lineari Cronologia 2020 Foto © Celia Uhalde
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SPAZI PUBBLICI
L’onda di legno che si incunea nella facciata crea delle sedute pubbliche, diventando un luogo di sosta (ph. ©Adam Mork).
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SPAZI PUBBLICI
Quia nusdae qui ipicaep elestiam cor mi, si nobis eum nim am, qui quatibea veleces de volecti debis ipsam qui te veliciam quatur rat.Lia volor mosa.
KLIMATORIUM, LEMVIG
ONDA ECOLOGICA INAUGURATO IN DANIMARCA IL NUOVO HUB DI RICERCA SUL CLIMA PROGETTATO DA 3XN E SLA CONIUGANDO MATERIALI SEMPLICI E STRATEGIE DI SALVAGUARDIA AMBIENTALE
L’edificio visto dal piccolo molo antistante, parte del progetto di spazio pubblico sviluppato da SLA. In alto, vista d’insieme. Il livello inferiore, quasi interamente vetrato, conferisce leggerezza. La scala è coerente con quella degli edifici vicini (ph. ©Adam Mork).
A Lemvig, importante centro portuale di 18.000 abitanti sulla costa occidentale della Danimarca, Klimatorium è un ambiente espositivo di divulgazione sui temi ambientali e un polo di ricerca dedicato al cambiamento climatico. Il progetto integrato combina l’architettura pragmatica di 3XN con la protezione dalle inondazioni studiata da SLA per lo spazio pubblico che circonda l’edificio, formato da una piazza e da un piccolo molo in legno. Il porto di Lemvig è in fase di ammodernamento per proteggerlo da future inondazioni; seguendo questo stesso principio, i progettisti di SLA hanno così strutturato l’area intorno a Klimatorium per adattarsi a nuove soluzioni difensive. Rettilineo e rigoroso, l’edificio è caratterizzato da una grande onda in legno che ne segna la facciata principale, creando sedute esposte a sud e rivolte alla nuova piazza. Questo motivo è ispirato alle caratteristiche barche da pesca di Lemvig e rappresenta un omaggio alla storia culturale della zona e alle usanze edilizie locali. L’onda è anche un richiamo anche alle gravi sfide che dobbiamo affrontare a causa del cambiamento climatico. Il primo piano è circondato da doghe di legno tinte di nero, che danno all’edificio un aspetto semplice e rustico e lo proteggono dalla luce solare diretta. La facciata di
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SPAZI PUBBLICI
Al centro, lo spazio interno a doppia altezza è occupato da un sorprendente volume espositivo in legno di forma organica. Un’ampia scalinata conduce agli uffici del centro di ricerca sul clima al piano superiore. A sinistra, l’atrio di ingresso (ph. ©Adam Mork).
CREDITI Località Lemvig, Danimarca Committente Lemvig Vand & Spildevand e municipalità di Lemvig
Progetto architettonico 3XN Architettura del paesaggio SLA Consulente tecnico, ingegneria Orbicon Dimensione 1.600 mq [ 70 ]
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SPAZI PUBBLICI
3XN Fondato nel 1986 ad Aarhus, Danimarca, lo studio guidato da Kim Hertforth Nielsen (Aarhus, 1954) con i senior partner Jan Ammundsen, Jeanette Hansen, Kasper Guldager Jensen e Audun Opdal, ha sede a Copenhagen e uffici a New York, Sidney, Londra e Stoccolma. La dichiarazione che si legge in apertura del sito – we believe that architecture shapes behaviour – dice molto dell’approccio al progetto di 3XN, che dedica grande attenzione alla qualità dello spazio, così che la composizione formale ne è la conseguenza. Lo studio traduce per un pubblico globale la tradizione scandinava di chiarezza espressiva e generosità. Tra i progetti realizzati, la Royal Arena e il Blue Planet National Aquarium a Copenhagen, la sala per concerti Muziekgebouw di Amsterdam, la sede del Comitato Olimpico di Losanna (con Itten+Brechbühl), l’edificio per uffici Cube Berlin. In consegna quest’anno sono previsti tra gli altri la SAP Garden Sport Arena che sostituirà il velodromo olimpico a Monaco di Baviera e gli hq di Schüco a Bielefeld, in Germania. Nel 2007 lo studio ha dato vita a GXN, centro di ricerca e di consulenza sulla sostenibilità in architettura e nelle costruzioni. www.3xn.com UNA CONVERSAZIONE CON KIM NIELSEN
La buona architettura migliora il comportamento di Antonio Morlacchi
tro del piano terra lo fa apparire sospeso, conferendo leggerezza all’insieme. “Un elemento chiave del progetto è stato quello di creare un edificio invitante con chiari riferimenti alla sua funzione e alla sua posizione nel porto. L’onda rivestita in legno conferisce all’edificio una forte identità. Sia all’interno sia all’esterno, diventa un punto di ritrovo e un luogo di incontro per i dipendenti e i visitatori del Klimatorium e per gli abitanti di Lemvig” spiega Jan Ammundsen, senior partner di 3XN. L’edificio si sviluppa su due livelli, strutturati per rispondere alle diverse esigenze di esposizione e ricerca. All’interno sono presenti sobri ed essenziali spazi per uffici, sale riunioni, una caffetteria e un’area espositiva, queste ultime aperte al pubblico. Gli spazi esterni sono stati progettati da SLA seguendo le linee isobare di Lemvig, per creare così un Green Climate Corridor, il corridoio climatico fulcro dell’intervento, che in parte è un paesaggio espositivo per gli utenti del Klimatorium e in parte è uno spazio di verde pubblico con specie native resistenti che prosperano in ambienti costieri salati. Gli alberi sono stati piantati in modo da spezzare il vento, ottimizzare il microclima e fornire spazio per una serie di attività come un parco giochi acquatico, il parkour e un campo sportivo. La difesa dalle inondazioni è completamente integrata nello spazio urbano, in modo da non separare il mare dalla città, ma al contrario rafforza la connessione con l’acqua
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Incontriamo Kim Nielsen in un caffè di Corso Magenta. Sono i primi giorni di settembre e come sempre Kim è a Milano per la design week. A un primo sguardo, il Klimatorium ci aveva colpito per quella facciata in legno a onda che diventa spazio pubblico di incontro e per il sorprendente volume interno, ma ci rendiamo conto che c’è molto di più. «Certo. Forse per il nostro studio è un piccolo progetto ma per una cittadina di 18mila abitanti nel nord-ovest dello Jutland è una cosa importante – ci dice Nielsen – è un polo di attrazione vicino al porto, il principale centro economico di Lemvig. Poi non è solo l’edificio in sé, è un intervento urbano sviluppato in collaborazione con SLA, con la creazione di una piazza e del piccolo molo in legno antistante. E la cosa più interessante è che la piazza e le aree di gioco sono nello stesso tempo altrettante forme di resilienza, strumenti per adattarsi agli effetti del cambiamento climatico senza negare la relazione con la natura, in questo caso con il mare. Al contrario, non ci sono dighe o barriere protettive ma semplicemente qualcosa che, come i giunchi, resiste a situazioni avverse e poi torna a essere spazio pubblico». È davvero convinto, come scrivete sul sito, che l’architettura possa dare forma ai comportamenti? «Sì, profondamente. Tutto il nostro lavoro parte da questa convinzione. Una buona architettura rende le persone più aperte, curiose, permette loro di incontrarsi, di avviare conversazioni che potranno trasformarsi in relazioni più profonde. Può favorire l’apprendimento e la guarigione. E migliorando i comportamenti individuali la buona architettura migliora anche la città». Gli edifici che progettate non sono facilmente identificabili come opera di 3XN, sono alquanto diversi l’uno dall’altro. «Ogni progetto deve saper leggere e interpretare i caratteri del luogo, tradurre le richieste del committente in una qualità spaziale che è fatta dei materiali, della luce del posto. Ma soprattutto, la forma esterna è
solo la cornice delle relazioni che le persone svilupperanno all’interno. Ovviamente sono un architetto e quindi mi piace creare forme belle, ma solo se poi assumono un significato. Disegnare una forma per il piacere di lasciare il proprio segno non è il nostro lavoro». Come centro espositivo il Klimatorium dovrebbe aiutare i visitatori a essere più consapevoli sui temi ambientali ed è anche un effettivo centro di ricerca sui cambiamenti climatici. Qual è il vostro approccio alle tematiche ambientali? «Tre anni fa abbiamo consegnato l’edificio più sostenibile del mondo: la nuova sede del Comitato Olimpico di Losanna è il solo edificio con un punteggio Leed di 93 su 100, e il Leed non misura solo il risparmio di risorse e di energia ma il benessere delle persone, l’impatto sui trasporti e sulla città, l’efficacia di strategie bioclimatiche e così via. Intendo dire che la sostenibilità funziona solo se viene intesa come un tutto. Un’architettura deve esser sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico. Inoltre dobbiamo cambiare profondamente il nostro approccio: non è sostenibile demolire e ricostruire, non è sostenibile cambiare lo smartphone ogni anno, ciò che va cambiato davvero è l’approccio, da un’economia lineare, che preleva risorse per trasformarle in qualcos’altro e alla fine questo qualcosa si trasforma in un rifiuto, a un’economia circolare che sia capace di riutilizzare, trasformandoli, anche i rifiuti». È questo ciò che fa GXN? «Sì, le tematiche ambientali richedono un lavoro a tempo pieno. Nel 2007 abbiamo dato vita a GXN, la divisione green dello studio che oltre alla ricerca agisce come consulente ambientale nello sviluppo dei progetti». Avete anche altre divisioni specializzate? «Tre anni fa abbiamo lanciato 3XN Design, che si occupa di interni e di product design. Proprio per ciò che dicevo all’inizio, perché le persone stiano bene all’interno di uno spazio è importante progettare bene anche il fit-out degli interni e gli arredi».
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SPAZI PUBBLICI
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SPAZI PUBBLICI
PIAZZA DEL CINEMA, LIDO DI VENEZIA
UN WHITE CARPET DI QUARTIERE IL TAPPETO ROSSO DELLE STAR DIVENTA BIANCO E PER TUTTI CON IL PROGETTO DELLA PIAZZA DEL CINEMA AL LIDO DI VENEZIA CHE RICUCE GLI ELEMENTI IDENTITARI DELLO SPAZIO URBANO RISISTEMANDO ANCHE LE FACCIATE, LE HALL E ALCUNI IMPIANTI DEL PALAZZO DEL CASINÒ. PROGETTO DI CAPPAI E SEGANTINI
Un tappeto di pietra bianca è stato steso tra gli edifici e il verde e pensato per evidenziare le curve di un terzo edificio mai realizzato che si sarebbe dovuto collocare nello spazio ora occupato dal parco. I materiali utilizzati sono unicamente ottone e pietra bianca di Apricena, che costituiscono un racconto fatto di sfumature, incisioni e ombre.
Il Lido di Venezia è un’isola lunga e sottile che si stende tra la laguna e l’Adriatico. Alla fine dell’Ottocento si affermò come località balneare, una delle più ambite d’Italia, meta di personaggi illustri e aristocratici. Una condizione che ne ha determinato lo sviluppo urbano, con grandi alberghi di lusso e residenze in stile liberty. Lo splendore assunto dalla località le valse il nome di Isola d’Oro. Negli anni Trenta nuove costruzioni, come il Casinò e il Palazzo del Cinema, sede della Mostra del Cinema, ne hanno accresciuto la fama in tutto il mondo. Il progetto realizzato dallo studio C+S Architects riguarda la sistemazione della piazza del Cinema e comprende anche le facciate, le hall interne e alcuni impianti del Palazzo del Casinò. L’inter-
vento è stato compiuto nel rispetto dei materiali e dei disegni originali e si è basato sull’ascolto dei residenti del Lido. La Piazza del Cinema è stata ridisegnata ricucendo tutti quegli elementi che davano e danno identità allo spazio urbano. In questo modo gli edifici e gli spazi pubblici vincolati esistenti – il Palazzo del Cinema, il Casinò e il parco – sono riuniti da un tappeto continuo di pietra bianca di Apricena, usata nello spessore di 6 centimetri con finitura rullata con rullo diamantato e bocciardata. C+S ha intuito che l’obiettivo principale del progetto era di restituire ai cittadini uno spazio pubblico, ben disegnato e adattabile, costituito dalla piazza del Cinema e dal parco. Invece di creare
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SPAZI PUBBLICI
C+S Architects, Carlo Cappai & Maria Alessandra Segantini Lo studio fondato da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini a Venezia nel 1994, con sedi attuali a Treviso e Londra, ha costruito negli anni un ricco portfolio di progetti a scala internazionale sui temi della rigenerazione urbana e dell’architettura scolastica con particolare attenzione alla sostenibilità sociale oltre che ambientale. Lo studio ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui la nomination al Mies van der Rohe Award 2022, il German Design Award 2020, il BigMat Award (Italia) 2017, il Premio Architetto dell’Anno 2017 per l’interior design, il Premio Speciale della Medaglia d’Oro dell’Architettura Italiana 2012 e il Premio In-Opera 2012. Cappai e Segantini hanno tenuto conferenze internazionali al Museo di Arte Moderna di New York, al Mit di Boston, dove sono stati visiting professor, alle Columbia e Syracuse University negli Stati Uniti, a Cambridge e Bath nel Regno Unito, alla Hasselt University in Belgio. Alessandra Segantini è professore ordinario di composizione architettonica e urbana alla University of East London. www.cipiuesse.it
Sotto, il masterplan del progetto della piazza del Cinema al Lido di Venezia.
2.12 1.906
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2.806
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CREDITI
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2.475 2.469 1.951
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2.436
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P04
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Località Venezia Importo lavori 13,5 milioni di euro Superficie totale della piazza
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3.23 3.16
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C+S, Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini
C.M 01
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4.07
4.07 4.05 M
P.M 01
3.110
3.00
M03 C.L 02
P.M 01
E
P.M P.M 01 01 SE
3.222
C.L 02
2.62 M
4.20
E
2.87 3.02
P.M 01
E
3.78
E
2.85
2.99
3.127
3.196
3.141 E
P.M 01
Progetto architettonico e direzione artistica
3.012
vasca irrigazione
3.063
M04
mq 20.100, di cui 12.400 pavimentati
2.44
M
P03
P.M 01
P.M 03
2.40 D01
2.95 P.M 01 P.M 01
P04
2.25
2.933 E
E
C.L 01
D01 C.M 01
C.M 01
2.25
2.779
2.00
E
P.M 01
D01
C.M 01
15
2.12
2.15
C.M 01
2.15
2.40
pendenza 3.3%
2.20
C.M 01
C.M 01
2.334
2.406
2.531
2.484 2.40
P.M 01
2.446
2.473 2.553
2.448
2.358
2.509
E
2.318
2.328
2.525
2.443
3.68
4.70
P05
pendenza 5%
4.93 P.P 01
4.80
E
5.10
P.P 01
M
M
C.L 02 P.M 01
6.90
C.P 01
E E
P.P 01
P.P 01
pendenza 4.2%
5.22
6.90
C.L 02
M01
P.P 01
5.35
P.P 01 P.M 01
SE E
SE
C.L 02
P.M 01
SE
P.P 01
SE
SE
P.M 01
P.P 01
E
P.P 01
M
M
P.P 01
P.P 01
C.L 02
C.L 02
P07
E
P01
E
P07
E
6.05
M
M
P.P 01
P.P 01 P.P 01
pendenza 4.5%
E
E
E
E
P.P 01
E
P.P 01
P.P 01
4.70 4.70
C.L 02
4.48
C.P 01
4.409
M
P.P 01
P.P 01
4.70 E
MC
MC
M
P.P 01
E
P.P 01
4.68
4.58
C.P 01
4.61
P04
4.543
C.P 01
C.P 01
C.P 01
SE
M
M
P.P 01
4.68
C.P 01
C.P 01
C.P 01
4.73
4.68
5.16
S03
P.P 01
P.P 01
S01
P.P 01
C.L 02 E
E
C.P 01
E
SE
M
C.P 01
4.75
P.P 01
M
M
SE
M
P.M 02
4.15
4.30
S02
4.905
4.458
4.42
P.P 01
4.37
4.30 C.M 01
4.45 P.M 01
4.61
C.L 02
M
5.10
M
S03 E
M
5.10
P.P 01
1000
C.P 01
P06
P.P 01
M
P.P 01
C.L 02
P.P 01
4.75
P.M 01
E
5.10
C.P 01
950
5.05
C.P 01
C.P 01
5.11
5.13
P06
5.10
M
C.P 01
5.09
5.04
5.06
4.70
P04
4.80
P.M 01
4.62
5.01
4.69
E
4.88
M
M
M
E
4.77
4.82
G01
G01
4.71
P.P 01
C.P 01
4.98
P.P 01
P.P 01
G01
4.95
C.P 01
C.P 01
4.92
4.89
4.86
4.84
4.65
C.P 01
4.81
4.65
4.78
4.68 C.P 01
4.75
4.72
4.65
P.P 01 P.P 01
4.63
4.64
4.57
4.50
4.68
4.68 4.65
P06
E
P.M 05
D01
C.M 01
4.748
4.76
P06
4.66
D01 P01
4.60
C.P 01
D01
4.60
C.P 01
4.533
4.60 D01 P04
D01
C.M 01
4.63
4.66 4.50
P04
4.62
4.61
4.65
4.72
C.P 01
P01
E
G01
4.94
4.60
4.53 C.M 01
4.73 C.P 01
4.65
P2.7
P.P 01 G02
G01
C.P 01
P04
P.M 01
C.P 01
M
4.65
P.P 01
+4.90
4.73
4.75
4.75
4.75
P.P 01
P2.9
4.60
MC
5.00
S02
900
C.P 01
P.P 01
S01
P.P 01 B01
P2.3
5.14
5.14 M
P04
4.700
C.P 01
E
G01
S01
C.P 01
5.14
4.75 M
C.P 01
C.P 01 P01
S02 P2.5
G01
E
4.72
4.65
P.P 01
G02
+4.90 S01
S01
4.53
E
4.68
P2.8
M
P.P 01
G01
S02
P.M 05
E
C.P 01 C.M 02 S03
C.M 03
P.P 01
P.P 01
4.52
G01
P.P 01
C.P 01
G01
5.16
E
S01
4.55
4.80
G01
+4.90 S01
C.P 01
4.47 4.40
4.80
G01
P01
G01
S02
E
P.P 01
P.P 01
C.P 01
5.14
4.75
P.M 02
C.P 01
4.22
4.27
S01
4.67
S01
C.P 01
S01
P.P 01
C.P 01
E
C.P 01
P.P 01
5.14
4.75
P04
4.78
P.P 01
P.P 01
S02
4.73
4.53
4.148
P.P 01
C.P 01
C.P 01
P2.2
P.P 01
P04
4.52
4.503
P.P 01
G01
P.P 01
M
M
C.P 01
C.P 01
5.23
G01
5.16
P.P 01 P.P 01
M
5.10
5.14 P.P 01
P01
P.P 01
S03
E
P.P 01
P.P 01
P01
SE
P.P 01
P.P 01 G01
M
C.P 01
E
G02
E
P.P P.P 01 01
C.P 01
C.P 01
P.P 01
MC
5.23
P.P 02
G01
M
E
E
5.16
P.M 01
P.M 01
5.27
P.P 02
P.P 01
P.P 01
M
P.P 01
E
M
C.M 02
4.72 C.P 01
M
P.P 01
E
E
E
P.P 01
P2.4
C.P 01
C.P 01
M
SE
P.P 01
P.P 01 P.P 01
M
5.20
4.70
4.429
4.43 4.51
4.303
4.51
4.63
4.397
4.45
4.58 4.64
4.38
4.363
4.374
4.65
4.57
4.54 4.542
4.537
4.64 4.71
4.609
4.614
4.61
4.738
4.653
4.551
4.58
4.502
4.58
4.64
4.69
4.738
4.696
5.65
4.724
4.758
4.748
4.749
IOARCH_96
4.51
4.446 4.45
5.75
4.55 4.47
4.64
4.48
4.38 4.46
[ 74 ]
E
P.P 01
5.20
C.P 01
E
G01 C.M 02
P.P 01
C.P 01
S02
C.L 02
P.P 01 P.P 01 P.P 01
C.P 01
P.P 01
M
P.P 01
C.L 02
M
M
E
E
P01
5.10
C.L 02
P.P 01
P2.6
C.M 01
P.M 05
C.P 01
5.23
S02
P2.1
4.10
P.M 01
4.54
5.29
P.P 01
G01
P01
E
P.P 01 C.P 01
5.15
5.15 4.70
M
C.L 02
4.47
P.P 01
P.P 01
G02
P.P 01
E
E
E
C.P 01
C.P 01
pendenza 2.85%
4.44
P04
P.P 01 P.P 01
5.26
M
E
4.137
3.95 4.97
P.M 01
5.35
P.P 01
M
C.P 01
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C.L 02
P.P 01
4.02
4.07
P.M 01
S01
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C.P 01
P01
5.15
5.23 E
4.438
E
P01 C.L 02
4.47
C.P 01
5.15
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P01
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G02
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5.15
4.39
P.P 01
P.M 05
4.41
E
S02
3.95
4.03
5.125 5.06
P.P 01
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5.15
M
P.P 01
M
3.95
4.00 3.88
E
P01
M
M
P.P 01
5.30 5.30
C.L 02
P.P 01
M02
P.P 01 P.P 01 C.L 02
P01
P.P 01
P.P 01
E
5.35
C.L 02
P07
E
E
5.30
P.P 01
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MC
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C.L 02
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C.L 02
P2.0
P.P 01
M
C.L
5.15 02 M
P.P 01
6.95
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C.L 02
pendenza 8%
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5.30
E
P.P 01 P.P 01 P.P 01
M
4.179
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M02 P.P 01
5.35 P.P 01
C.P 01
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5.15
4.38
P.M 01
S01 P07
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6.95
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E
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C.L 02
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7.10
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5.35
P.P 01
M
C.M 01
4.28
C.P 01
5.19 6.95
P.M 01
5.25
5.15
4.15
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6.90
E
M01
3.906
3.978
5.65
4.57
I.G.M. +4.591 rif.punta della salute
Progetto impianti Steam Progetto strutture Iconia e Saico Impresa costruttrice Sacaim Lastre di pietra Canzian Fratelli Fontana a filo pavimento Cemi Illuminazione Platek Arredo urbano Bellitalia Balaustre Bertoldini Ettore Foto C+S Architects Fine lavori 2019
SPAZI PUBBLICI
una piazza solo per le tre settimane del Festival, la Piazza del Cinema conferma e valorizza il ruolo del parco e dello spazio pubblico come elemento fondamentale e consolidato del luogo, ricco di biodiversità e dimora di diverse specie animali. I confini del parco vengono ripercorsi sulla geometria del non costruito e trasformano il tappeto rosso degli attori in un ‘tappeto bianco’ per i cittadini del Lido. «Siamo orgogliosi di aver contribuito a restituire ai cittadini del Lido un pezzo della loro terra. Crediamo fermamente nelle potenzialità di uno spazio pubblico libero, ben disegnato e capace di essere attivato dalle persone, dai loro ricordi, dai loro sogni e dalle loro esperienze che contribuiranno a creare memorie future» raccontano Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini.
Per migliorarne la fruizione gli architetti hanno alzato la quota della piazza per recuperare la vista verso il mare e hanno conservato tutti gli alberi secolari presenti nel giardino innestandoli nel disegno dello spazio e degli arredi urbani. Dettagli curati come il disegno della matericità dei blocchi di pietra laminati o sabbiati, il sistema di drenaggio dell’acqua, la fontana e le ringhiere in ottone: tutti questi elementi sono pensati come accenti e ombre, che vibrano sotto la luce del Lido e cambiano durante ogni momento della giornata e dell’anno. I lavori, oltre il disegno della piazza hanno compreso anche la risistemazione delle facciate del Casinò, le hall interne e alcuni impianti del Palazzo del Casinò rispettando i materiali e i disegni originali
La piazza è rialzata rispetto al livello originale per consentire la vista sul mare ed è interamente accessibile e progettata per persone disabili e ipovedenti. Particolare attenzione nella lavorazione della pietra è stata prestata ai tagli curvi realizzati con macchinari a controllo numerico per creare le ampie curvature presenti sul lato giardino, i particolari rotondi delle griglie degli alberi, i disegni all’interno della piazza.
■
IOARCH_96
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SPAZI PUBBLICI
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SPAZI PUBBLICI
ARTE, COLORE E DESIGN COME STRUMENTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA: IN COREA IL PROGETTO WATERFRONT DOOR / INTO THE OCEAN DI MIGLIORE+SERVETTO ARCHITECTS IN COLLABORAZIONE CON LA GALLERIA ART SOHYANG
BUSAN, COREA DEL SUD
TAPPETI URBANI Inaugurato a maggio di quest’anno, Waterfront Door / Into the Ocean è un ampio intervento di grafica urbana che comprende la riqualificazione del Millak Waterside Park, un’area di 500 metri lungo la fascia costiera del vivace quartiere di Suyeoung a Busan, in Corea del Sud. Il parco, luogo di incontro per i giovani e meta di passeggiate in riva al mare già prima della pandemia, è stato oggetto di un concorso indetto dal Ministero coreano della cultura, dello sport e del turismo nell’ambito di “Public art project-Our town art”, un progetto nazionale che prevede interventi
artistici realizzati ad opera di maestranze locali per alcune aree urbane, con particolare attenzione alla costruzione di spazi condivisi in grado però di promuovere il distanziamento reso necessario dalla pandemia. Per la Waterfront Door di Suyeoung lo studio Migliore + Servetto Architects ha progettato un fitto e coloratissimo pattern che rimanda al mondo marino, coinvolgendo, in collaborazione con la galleria d’arte Art SoHyang, 40 artisti locali nella realizzazione del tracciato, traducendo sulla macro scala di una porzione di lungomare il disegno di Ico Migliore, una fitta texture che costitui-
sce un’ulteriore espressione di quella ricerca che lo studio milanese porta avanti da alcuni anni sul valore e sul ruolo del pattern nel nostro intorno. A ritmare il percorso e a suggerire un sicuro distanziamento a chi vi sosta è di fatto il disegno stesso che, sviluppandosi dal macro al micro, intreccia un progetto di zone di sosta alla continuità data dal segno ondoso e dagli elementi marini. Il ritmo della narrazione si sviluppa a partire da cinque piccole piazze tematiche di circa 4 metri per 4, caratterizzate ciascuna da un colore e un disegno specifici, dalle quali si diparte una serie di segni
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SPAZI PUBBLICI
Migliore+Servetto Architects Lo studio è stato fondato da Ico Migliore e Mara Servetto, tre volte premio Compasso d’Oro. Dall’architettura d’interni al retail, dai musei all’exhibition e urban design alla visual identity, lo studio sviluppa progetti fondati sul concetto di sostenibilità culturale attraverso l’uso espressivo della luce e delle nuove tecnologie. Hanno progettato, insieme a Italo Lupi, l’allestimento permanente della Collezione del Premio Compasso d’Oro all’interno dell’ADI Design Museum a Milano. A Busan hanno realizzato il Blue Line Park, un parco lineare resiliente nato dal recupero di 5 km di ferrovia in disuso; per Generali stanno lavorando a un ampio progetto di interior design all’ultimo piano delle Procuratie Vecchie a Venezia. Ico Migliore è professore al Politecnico di Milano e chair professor alla Dongseo University di Busan; Mara Servetto è visiting professor alla Joshibi University di Tokyo. www.miglioreservetto.com
Qui e nelle pagine precedenti, il coloratissimo intervento di riqualificazione del Millak Waterside Park a Busan, sviluppato da artisti locali su disegno di Ico Migliore (ph. ©Jumleephotos e Hoyeon Shin).
CREDITI Località Busan, Sud Corea Committente Ministero coreano della cultura e del turismo e municipalità di Busan
Progetto e grafica Migliore + Servetto Architects in collaborazione con Art SoHyang Gallery
Superficie 3.720 mq Lunghezza 480 metri [ 78 ]
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ulteriori, in scale diverse. Innanzitutto aree di sosta più piccole (2 x 2 m) segnate da una colorazione varia e brillante e caratterizzate da una numerazione progressiva, quasi da numero civico, che facilita l’orientamento. Infine segni grafici più piccoli, che rimandando alla popolazione marina, caratterizzano fortemente il pattern perché strettamente legati al luogo: squali, polipi e pesci martello che si aggirano tra le onde di questo oceano grafico. Il pattern nel suo insieme diventa così un percorso ritmato che parla di natura marina e relazione tra persone e un campo di gioco ricco di sorprese per i più piccoli. Se la pandemia richiede sempre più spazi di aggregazione all’aperto, allora disegnare tappeti urbani come quello di Suyeoung può aiutare a pensare la città come una ‘casa collettiva’
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› I PROFILI DI LPP Dopo la laurea in architettura a Roma nel 1976 e corsi di specializzazione a Parigi e Vienna Susanna Nobili avvia una lunga collaborazione con lo studio di Pier Luigi Nervi prima di aprire il suo studio a Roma, in via Salaria. Sviluppa progetti in ambito privato e pubblico, restauro di edifici e ambienti storici e numerosi allestimenti espositivi. Dal 1983 al 1992 è stata consigliere di Triennale Milano. Nel 2000 il progetto – sviluppato insieme a Piero Sartogo e Nathalie Grenon – per la nuova sede della cancelleria dell’Ambasciata Italiana a Washington ha vinto l’Award of Excellence for Extraordinary Achievement in Architecture.
La biblioteca-archivio di Palazzo Baldassini (nella pagina di destra l’ingresso) sede dell’Istituto Luigi Sturzo. Il progetto concilia le esigenze di messa in sicurezza con invenzioni architettoniche che liberano gli spazi adeguandoli al crescente apporto documentale. Sotto, nel taglio visivo murato la scala del Sangallo restaurata.
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› I PROFILI DI LPP
UN FUNZIONALISMO POETICO CARATTERIZZA IL LAVORO DI SUSANNA NOBILI, CHE DALLA COLLABORAZIONE CON PIER LUIGI NERVI HA APPRESO L’IMPORTANZA DI UNA CONCEZIONE STRUTTURALE DELL’ARCHITETTURA. NON SOLO IN TERMINI DI TENUTA STATICA MA NEL SENSO DELLA COERENZA TRA SCELTE FORMALI E COSTRUTTIVE
SUSANNA NOBILI di Luigi Prestinenza Puglisi Occorrerà prima o poi scrivere una storia dell’architettura italiana al femminile. Sia come opera risarcitoria nei confronti di alcune protagoniste i cui lavori sono stati attribuiti in larga misura ai loro partner maschili, come è stato il caso di Franca Helg con Franco Albini o, più recentemente, di Patricia Viel con Antonio Citterio, sia per dare il giusto riconoscimento a figure che hanno lavorato autonomamente con propri studi professionali. Tra queste ultime, due emergono: sono Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Susanna Nobili. Ma mentre, sia pure tardivamente, la prima è stata oggetto di una crescente attenzione critica, per la seconda ancora i riflettori tardano ad accendersi. Eppure le due, che più o meno appartengono alla stessa fascia generazionale (entrambe laureate a Roma: Maria Giuseppina Grasso Cannizzo nel 1974 e Susanna Nobili nel 1976), hanno prodotto lavori di simile intensità poetica, spesso interni domestici o opere alla scala piccola e media, sempre caratterizzati da un rigore estremo e un controllo del dettaglio ossessivo. Se Giuseppina Grasso Cannizzo ha avuto come proprio riferimento Franco Minissi, maestro indiscusso del restauro, Susanna Nobili ha lavorato a lungo nello studio di Pier Luigi Nervi. Dal quale ha appreso l’importanza di una concezione strutturale dell’architettura. Non solo nel senso della tenuta statica, ma soprattutto della coerenza. In un’opera occorre che ci sia unitarietà e che le scelte formali e costruttive, sino alla individuazione dei materiali siano conseguenti, senza concessioni alla retorica e al mimetismo. Lo si vede bene per esempio nell’opera di restauro di Palazzo Baldassini e della sua biblioteca, dove Susanna Nobili, pur rispettando con scrupolo filologico il capolavoro di Antonio da Sangallo, è intervenuta evidenziando i nuovi inserti caratterizzandoli e individuandoli con un color rosso, memore della migliore tradizione del restauro in Italia, a cominciare da quella di Carlo Scarpa e Franco Albini. Altra lezione di restauro è a mio avviso il progetto per il
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› I PROFILI DI LPP
La riapertura dell’arco originario consente di ritrovare la prospettiva storica degli ingressi. Nella pagina di destra, il ballatoio strutturale che connette le diverse quote.
tempio di Iside, nella zona di Piazza del Collegio Romano in Roma. L’intervento si caratterizza più per il levare che per l’aggiungere, nella consapevolezza che per far leggere l’antico occorra fargli spazio anche sul piano concettuale. A caratterizzare il nuovo è l’invenzione di una sottile scala rampante in metallo che non ingombra l’ambiente e garantisce, allo stesso tempo, oltre al collegamento tra le quote, una visone da una nuova prospettiva. Se chiedete a Susanna Nobili chi sono gli architetti che maggiormente ama, vi risponderà Pierre Chareau e Eileen Gray. E non potrebbe essere diversamente. Sia Chareau che Gray sono progettisti che lavorano alla piccola scala, hanno una forte consapevolezza formale e strutturale dei materiali moderni, concepiscono lo spazio come l’ambiente in cui gli oggetti danzano. I mobili sono tali infatti perché possono aprirsi, ruotare, basculare, slittare. Per poter assolvere meglio le loro funzioni e soprattutto per rendere attraenti e coinvolgenti gli ambienti nei quali viviamo. Una visita all’intrigante spazio dello studio romano della Nobili chiarisce questo concetto. Le pareti diventano quinte che si muovono permettendo diverse configurazioni, la sensazione è di trovarsi in uno microcosmo costantemente riconfigurabile in cui protagonista è l’utente. Questo approccio è costantemente messo alla prova negli interni domestici, come per esempio l’intervento di via Manunzio che pubblichiamo in queste pagine, sia nei numerosi progetti di allestimento di mostre. Tutte si caratterizzano per l’attenzione scrupolosa all’esperienza di chi le visita. Il pubblico deve essere aiutato a vedere. Se per esempio i reperti sono troppo piccoli, con la giusta inclinazione del leggio e con lenti di ingrandimento. Oppure aiutato a ricostruire l’oggetto nel suo uso, come per esempio può avvenire con specchi messi in posizione strategica accanto a una collana allo scopo di fargli capire come questa ultima potrebbe stargli al collo. Nell’architettura non si può, sembra dire Susanna Nobili, che essere assolutamente funzionalisti. Ma, se il funzionalismo nasce dalla vibrante lezione di Pierre Chareau e Eileen Gray, non si può che essere assolutamente poetici LPP
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Sezioni dell’intervento di palazzo Baldassini. Nei lavori di restauro anche il recupero e consolidamento di una porzione della scala elicoidale risalente al disegno originario di Antonio da Sangallo.
Committente Palazzo Baldassini e Ecs Srl Progetto Architettonico SNA - Susanna Nobili Architettura, Susanna Nobili, Costanza Nobili
Con Valentina Protti,
Giancarlo Toccaceli, Carlo Maggini, Mauro Farina, Monica Micheli
Progetto strutturale Ecs Engineering
Consulting & Services (Ettore Sacco, Cristiano Cera, A. Leonardi, G. Passaretti)
Direttore dei lavori Massimo Malaspina Realizzazione Castelli Lavori (Claudio Salini, Michele Camarca)
Cronologia 2007 - 2009
Roma, Palazzo Baldassini
La torre dei libri Progettato nel Cinquecento da Antonio da Sangallo il Giovane, Palazzo Baldassini in via delle Coppelle è uno degli edifici storici di maggior pregio della capitale. L’intervento di SNA con Ecs Engineering Consulting & Services, condotto tra il 2007 e il 2009, aveva come principale obiettivo la messa a norma impiantistica e degli ambienti dell’Istituto Luigi Sturzo, che qui ha la propria sede. Dopo gli indispensabili rilievi, il primo intervento ha riguardato il consolidamento dei solai del piano nobile, minacciati dal carico degli archivi e degli oltre 75mila volumi conservati ai piani superiori. Intervento condotto con l’inserimento di profilati metallici trattati con vernici intumescenti – composti da tre doppie porzioni di travi metalliche tra loro assemblate in cantiere mediante piastre e poggiate su piani appositamente ricavati nelle murature – interposte parallelamente alle travi di legno preesistenti. Nell’interspazio tra le sezioni strutturali affiancate corre il filo rosso per la nuova illuminazione. Il progetto si è poi concentrato sul recupero dell’ala nord del fabbricato, con la realizzazione di una ‘torre dei libri’ che, oltre a creare nuovi spazi per l’accrescimento dell’archivio, ha consentito di ripristinare la continuità dei solai del palazzo, compromessa da precedenti interventi. La ‘torre dei libri’ è una struttura portante verticale con montanti in profili cavi e librerie cui si accede attraverso scale e pianerottoli e comprende un montacarichi per i libri che non grava sulle strutture murarie esistenti. Esiste in quest’ala anche una scala elicoidale risalente al disegno originario, che il progetto ha recuperato e consolidato, ripristinando poi la parte mancante mediante gradini in struttura metallica leggera. Infine, a ridosso dell’ala nord, l’intero volume della ‘exchiostrina’, originariamente a cielo aperto, è stato liberato da tutte le superfetazioni impiantistiche occorse nel tempo.
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Committente
Re Midas Srl – I viaggi dell’Elefante
Progetto Architettonico
SNA - Susanna Nobili Architettura Susanna Nobili, Alfonso Rovere con Francesca Castagna
Team Davide Arca, Silvia Struglia Mep Domenico Maggi, Antonio Galbato Muscio Progetto illuminazione Effettoluce Lavorazioni artigianali Bruno Amman (mosaici), Rita Rivelli (pavimentazione in cocciopesto e restauro soffitti lignei)
Cronologia 2018 - in corso
Roma, Iseum
Iside unbound Liberando le mura storiche in blocchi di travertino dalle aggiunte che si sono consolidate nel tempo e l’ambiente interno dai solai e dalle murature recenti, il progetto di restauro architettonico di uno spazio a destinazione multifunzionale in via Piè di Marmo a Roma, attualmente in corso, riporta alla fruizione quel che resta dell’Arco Camilliano, a sua volta testimonianza in situ più rilevante dell’intero Tempio di Iside e Serapide in Campo Marzio. Lo ‘svuotamento’ interno riporta i livelli interrati all’altezza di 11 metri, permettendo di apprezzare già dalla strada la verticalità dei resti dell’Arco. La scala interna in ferro, che con la sezione-scultura ‘a becco d’aquila’ raggiunge una nuova passerella metallica sospesa, diventa il nerbo strutturale della nuova spazialità. Da qui la seconda scala raggiunge il livello inferiore (S2) avvicinandosi sempre di più all’Arco Camilliano. Per gli spazi al piano terra sono previste pavimentazioni in mosaico fatto a mano, con inclusioni di antichi marmi colorati su una base di travertino, e in uno degli ambienti la pavimentazione in vetro calpestabile mostra l’estradosso dell’arco sottostante, mentre al livello interrato S2, in sintonia con la storicità degli ambienti, il pavimento sarà in cocciopesto. A salvaguardia dei resti archeologici tutti gli interventi, dalle nuove pareti in cartongesso all’illuminazione, disposta su binari, agli impianti, sono reversibili.
I blocchi di travertino riconducibili ai resti del tempio di Iside e Serapide e all’Arco Camilliano riportati in luce dall’intervento. A destra, l’esile scala che consente di accedere al livello inferiore, pavimentato in cocciopesto.
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A sinistra, assonometria, pianta e prospetto del leggio in vetro e acciaio progettato per l’esposizione di Trieste. Nella foto l’acciaio lucido della struttura ‘illumina’ il carattere scientifico dei disegni di Canaletto.
Allestimenti espositivi
La sala come uno scriptorium La qualità dello spazio non è indifferente al valore e al significato di una mostra e gli strumenti espositivi che lo occupano devono allo stesso tempo assicurare al pubblico le migliori possibilità di lettura dei materiali esposti. Una duplice esigenza assolta nei numerosi progetti espositivi sviluppati da Susanna Nobili, come quello realizzato per la mostra ‘Uno sguardo su Venezia. Canaletto nelle raccolte triestine’, allestita nel 2009 al castello di Miramare, dove leggii in vetro e acciaio trasformavano la ‘sala della rosa dei venti’ in un moderno scriptorium – quell’aula monastica per centinaia di anni dedicata all’elaborazione del sapere e della cultura. Disegnati e costruiti con un’inclinazione ideale per osservare i preziosi fogli – quasi delle miniature – del pittore e incisore veneziano, le strutture sottolineano, senza alcuna invasività, la stretta cifra scientifica degli elaborati esposti, un passepartout rivelatore della sapienza e del carattere poetico del pittore. La tessitura dell’acciaio, desunta dal linguaggio dei disegni, è fortemente tecnica e metaforicamente lucida per “illuminare” il carattere scientifico dell’elaborazione intellettuale del grande veneziano. La qualità strutturale del progetto e della sua realizzazione ne ha permesso il riutilizzo in altre esposizioni, come quella dedicata, alcuni anni dopo, al capolavoro di Hayez ‘Il Bacio’. Pur impegnative da allestire, le esposizioni culturali impiegano spesso una quantità di materiali che al termine vengono gettati: non così nel caso di Susanna Nobili. Il reticolo espositivo della mostra ‘La biblioteca di Dante’ attualmente in corso a Roma attraversa le sale di Palazzo Corsini allo stesso modo della precedente mostra ‘I lbri che hanno fatto l’Europa’ (2016).
Castello di Miramare, 2009 Progetto Espositivo SNA - Susanna Nobili Architettura con Simona Curti, Elena Mattei, Simon La Cognata
Progetto della mostra Fabrizio Magani,
Rossella Fabiani
Realizzazione allestimento Frames [ 86 ]
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Accanto, la finitura laccata nera della cucina prosegue il colore della boiserie funzionale che dall’ingresso nasconde le armadiature. Nero, in basalto dell’Etna, anche il pavimento. Sotto, il concept del progetto e la pianta, con ‘la stanza che non c’è’, configurabile all’occorrenza mediante pareti mobili.
Roma, attico in via Manuzio
L’esterno come materiale di progetto
Nelle decorazioni dell’ingresso e nelle parti comuni l’edificio Iacp costruito nei primi decenni del ‘900 dove si trova l’appartamento oggetto di questo intervento rivela una buona qualità del costruire assente invece negli interni, banali nella loro spazialità standardizzata. Con il totale ripensamento della pianta, il progetto di ristrutturazione, sfruttando anche il vantaggio della posizione al piano attico, crea un nuovo equilibrio tra spazi interni, intimi e protetti, e l’unicità del panorama urbano esterno, che già dall’ingresso si fa fuoco prospettico di un ambiente fluido e oggi privo di interruzioni visive. Perché la seconda ‘invenzione’ del progetto consiste in una serie di pannellature mobili in grado di dare luogo a una stanza dell’ospite che appare all’occorrenza per poi scomparire. Allo stesso modo l’intera parete dell’ingresso è stata attrezzata con armadiature che liberano da ingombri la superficie, nascoste dietro una boiserie funzionale con finitura laccata nero opaco. I materiali sono desunti e suggeriti da quelli costitutivi la costruzione: e così un unico pavimento in basalto nero dell’Etna intervallato dalla pietra chiara di Comiso ritma gli ambienti senza interrompere la continuità con i due terrazzi esterni. Con questi stessi materiali sono stati realizzate le pareti e i piatti delle docce, i lavandini in pietra e in cocciopesto. Gli arredi, tutti su disegno, sono caratterizzati da finiture lucide che riflettono la luce.
Progetto Architettonico SNA - Susanna Nobili Architettura Con Laura Calcerano, Anna Maria Favorite Realizzazione Ligi Opere di falegnameria Antonio Gloria Opere in ferro Clazzer Cronologia 2006-2008
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STAUFFER CENTER FOR STRINGS, CREMONA INNESTI HIGH-TECH ACUSTICI E REVERSIBILI NEGLI AMBIENTI RESTAURATI DEL NEOCLASSICO PALAZZO STRADIOTTI, ORA STAUFFER, CHE OSPITA IL PRIMO CENTRO MUSICALE INTERNAZIONALE INTERAMENTE DEDICATO AGLI STRUMENTI AD ARCHI. PROGETTO DI LAMBERTO ROSSI ASSOCIATI
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CONTRASTI ARMONICI Costituita nel 1970 a Cremona per volontà dell’imprenditore italo-svizzero Walter Stauffer, la Fondazione Stauffer ha lo scopo di favorire e sostenere l’alta formazione musicale per strumentisti ad arco. Su queste basi nel 1985 è nata l’Accademia Stauffer, che tiene corsi gratuiti di perfezionamento per esecutori di musica da camera e quartetti d’archi e conta tra i suoi docenti i maestri Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Antonio Meneses, Franco Petracchi e il Quartetto di Cremona. L’Accademia, insieme al dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia, ha sede in palazzo Raimondi, contiguo a palazzo Stradiotti, acquisito alcuni anni fa e affidato allo studio milanese Lamberto Rossi Associati per la riconversione in Stauffer Center for Strings.
Come molti edifici del centro storico cittadino, palazzo Stradiotti è un organismo molto stratificato, ma la sua configurazione attuale deriva da un’importante riforma neoclassica – condotta negli anni tra il 1843 e il 1860 – che ampliò e unificò corpi preesistenti dando vita anche al porticato interno e a un giardino realizzato secondo il gusto dell’epoca. Preceduto da un ampio lavoro di ricerca storica, il progetto di restauro di Lamberto Rossi ha riportato il palazzo all’impianto ottocentesco, a partire dalla demolizione dei tramezzi e dei controsoffitti che erano stati realizzati negli anni Sessanta del Novecento per ricavare alloggi per indigenti. I prospetti sono stati ricostruiti come apparivano
› ARCHIWORKS Palazzo Stradiotti dopo il restauro (foto Fondazione Stauffer, ©Matteo Blaschich, Pi-Tre). A sinistra e sotto, le sale sono state dotate di apparati acustici in Mdf fresato color antracite dietro i quali si celano anche gli impianti di climatizzazione (foto Fondazione Stauffer, © Melania Dalle Grave e Piercarlo Quecchia, DSL Studio). In basso, pianta generale della proprietà.
nell’Ottocento, restaurando quanto restava dei numerosi trompe l’oeil – come il finto portone che ristabilisce la mancata simmetria della facciata principale – che lo caratterizzavano. All’interno, la dimensione contenuta delle sale e il carattere ‘domestico’ di residenza borghese, evocano uno dei moventi originari della musica da camera: fare musica insieme, in famiglia, per celebrare il piacere di incontrarsi. L’estrema varietà materica, costruttiva, dimensionale e sonora degli ambienti ha richiesto una progettazione integrata a misura di singolo spazio. Il risultato è una struttura polifunzionale, flessibile, altamente tecnologica, progettata per garantire il massimo
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› ARCHIWORKS
Lamberto Rossi Associati Fondato nel 2008 da Lamberto Rossi e Marco Tarabella lo studio, con sede a Milano, ha maturato una vasta esperienza nella riconversione di grandi complessi monumentali vincolati in campus universitari, come l’ex-ospedale Morgagni di Forlì, riconvertito nel polo didattico dell’Università di Bologna, il campus universitario dell’università del Piemonte Orientale nell’excaserma Perrone di Novara, la riconversione dell’ex-monastero di Santa Monica a Cremona per l’Università Cattolica di Milano e il recupero dell’ex-Teatro Italia come Auditorium Corelli a Fusignano. Lamberto Rossi ha curato la realizzazione del prototipo di ospedale-modello voluto dall’allora ministro alla Sanità Umberto Veronesi e da Renzo Piano (Gubbio-Gualdo Tadino). www.lr-a.eu
Sopra, sezione trasversale di Palazzo Stradiotti e del giardino (foto in alto). A destra, la corte e il portico interno. Foto Fondazione Stauffer © Melania Dalle Grave e Piercarlo Quecchia, DSL Studio.
CREDITI Località Cremona Committente Fondazione Stauffer Progetto architettonico Lamberto Rossi Associati: Lamberto Rossi e Marco tarabella
Direzione lavori Marco Tarabella Strutture Lorenzo Jurina Impianti Consult Engineering Conservazione Stefano Corbari Acustica Alessandro Placci Progetto del paesaggio P. Mainardi Allestimento degli interni Pininfarina Architecture
Nella pagina accanto, il recupero ha riguardato anche il sottotetto, dove sono state conservate le vecchie travi. Il sistema di correzione acustica cela gli impianti e la nuova scala leggera, sostenuta da tiranti in acciaio. Tutti gli interventi interni sono reversibili.
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Impresa di costruzioni Paolo Beltrami Costruzioni
Malte e finiture a base calce Primat Srl Sistema di correzione acustica 3F Srl Illuminazione iGuzzini, Cini&Nils Giardino Idea Verde Maschi Superficie palazzo 1.500 mq Superficie foresteria 270 mq (sala colazioni 5 camere doppie, 4 camere singole)
Superficie giardino e cortili 1.425 mq Cronologia 2016 (incarico) - 2018 (inizio lavori) 2021 (fine lavori)
› ARCHIWORKS
livello di sostenibilità possibile in un edificio storico in tema di risparmio energetico, contenimento delle emissioni, eco-compatibilità dei materiali, comfort ambientale. Al restauro filologico si affianca un intervento minimale, programmaticamente reversibile, un sistema di arredo complesso: una concatenazione di elementi autoportanti che risolve con un unico apparato tecnologico i temi legati a: distribuzione e correzione del suono e isolamento acustico; climatizzazione; illuminazione; multimedialità. Tutto ruota intorno alle quinte di ottimizzazione acustica in Mdf (Medium Density Fiberboard) fresato che consente “l’accordatura” di ciascuna sala. All’Mdf pigmentato in massa color antraci-
te, che identifica gli elementi di correzione acustica, si affianca il color bronzo delle scale. Percorsi orizzontali, nuovi e restaurati, dove le strutture con tiranti, pendini e stralli in acciaio e l’illuminazione su cavo rimandano alle corde degli strumenti ad arco, migliorano l’impianto distributivo rendendolo adatto alla nuova vocazione di ‘Scuola’. Un discorso a parte merita il giardino, cui si accede varcando il colonnato che definisce la corte interna: in appena 1.400 metri quadrati convivono numerose specie, caducifoglie e sempreverdi, distribuite tra una vasta area all’inglese e un’area più ridotta che si rifà ai canoni formali del giardino all’italiana. Il percorso, articolato con curve e dislivelli,
alterna momenti di luce e ombra, con movimenti di terra artificiali, a romantica imitazione della natura, nella voga dell’Ottocento, e due aree opposte, più assolate. La collinetta artificiale ospita una grotta con sedute e nicchie, decorata da pietre calcaree a uso di roccaglia. Sulla sommità, un tempietto ottagonale mantiene tracce di un ricco apparato decorativo a finte architetture. Riportato alle condizioni originarie, il giardino si conclude con una piccola coffee-house quadrangolare, anch’essa decorata. Conclude la proprietà un edificio adibito a foresteria che accoglierà i borsisti ammessi a frequentare – gratuitamente – i corsi di alta formazione musicale
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Complesso residenziale che è anche un intervento di rigenerazione urbana, sull’area di quella che fu la sede del quotidiano ‘Il Giorno’ a Milano, Abitare In Maggiolina, si sviluppa in una torre di 15 piani e un edificio a base rettangolare di 10 (ph. ©Davide Galli).
La progettazione di entrambi gli edifici, sviluppata in Bim, ha tenuto conto delle esigenze dei diversi utenti, con una flessibilità che, estendosi alle logge e alle terrazze, trova espressione direttamente in facciata (ph. ©Davide Galli). A sinistra la planimetria dell’intervento (courtesy Dontstop Architettura).
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ABITARE IN MAGGIOLINA, MILANO
LA FLESSIBILITÀ DEL PLAN LIBRE RIGENERAZIONE URBANA, VOLUMETRIE CONCENTRATE IN ALTEZZA PER CREARE UN AMPIO GIARDINO INTERNO E FACCIATE CHE SI ADATTANO ALLE RICHIESTE DEI CLIENTI SONO LE CARATTERISTICHE DEL PROGETTO DI DONTSTOP ARCHITETTURA
La Maggiolina è il quartiere che i milanesi associano al Villaggio dei Giornalisti e che gli architetti e gli appassionati della disciplina ben conoscono per l’abitazione razionalista su pilotis di Luigi Figini, le case a igloo progettate da Mario Cavallè e il condominio di Luigi Caccia Dominioni in piazza Carbonari. L’intervento di Dontstop Architettura a nord del quartiere, sull’area dove in precedenza sorgevano la redazione, gli uffici e la tipografia del quotidiano Il Giorno aggiunge un nuovo punto d’interesse. L’intervento denominato Abitare in Mag-
giolina ha previsto la realizzazione di circa 9.500 mq di superficie lorda complessiva su un lotto di circa 10.000 mq: 124 appartamenti per un totale previsto di circa 300 abitanti suddivisi in tre edifici (il terzo, di minori dimensioni, verrà costruito in una seconda fase). Sono già realizzati e abitati i Maggiolina Gardens, l’edificio di 10 piani generato dalla sovrapposizione a scacchiera dei volumi, e la Sky Tower: 15 piani residenziali oltre allo spazio a doppia altezza della hall d’ingresso e dei servizi comuni. Ogni appartamento stabilisce una relazione con la città, lo spazio esterno e il verde,
resa possibile dalle ampie logge e terrazze degli edifici, arricchite da piante. L’aspetto finale dell’edificio è il risultato di un’attenta ricerca su colori, materiali e modulazione degli elementi. Grazie alle innovazioni progettuali, tecnologiche e normative degli ultimi anni (progettazione in Bim in tempo reale, tecnologie costruttive a secco, impianti performanti e legislazione urbanistica ed energetica), si sono verificate le condizioni per innovare l’architettura degli edifici e reinterpretare radicalmente in chiave contemporanea alcune tematiche storiche del progetto di re-
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› ARCHIWORKS
Dontstop Architettura
Alcuni degli schemi proposti per la Sky Tower. Il loro mix dà vita alla modularità che ne caratterizza le facciate (courtesy Dontstop Architettura). Sotto, l’atrio a doppia altezza (ph. ©Davide Galli)
Fondato a Milano nel 2011 da Michele Brunello (a sinistra nella foto) e Marco Brega, con un team internazionale di architetti, designer, urbanisti e una rete di collaboratori Dontstop produce contenuti tecnici e culturali legati allo spazio attraverso tre dipartimenti: Architettura, Esposizioni, Ricerca. Dalla scala architettonica a quella urbanistica, attraverso la progettazione in Bim lo studio segue a 360° il processo di ideazione, gestione e realizzazione del progetto. Fra i progetti più significativi interventi sullo stadio di San Siro; tre nuovi edifici per l’FC Internazionale ad Appiano Gentile; il cluster delle spezie e la collaborazione per il padiglione austriaco a Expo Milano 2015; il quartiere Parco dell’Abitare di Lodi; il nuovo piano regolatore del Comune di Pordenone e “Venice Opportunty Lab”, progetto strategico per lo sviluppo del turismo sostenibile a Venezia. Lo studio si dedica anche alla ricerca partecipando a seminari, workshop e dibattiti accademici internazionali tra l’Italia e la Cina. Dontstop è curatore della neonata Hainan Design Week in programma nel novembre 2021. www.dontstopper.it
CREDITI Località Milano Committente Abitare In Maggiolina Progetto architettonico Dontstop Architettura Michele Brunello e Marco Brega con Andrea Angeli
Coordinamento, direzione lavori, progetto esecutivo architettonico e project management Baec (Guido Albertalli, Vittorio Basilico con Andrea Grassi, Antonio Cordella)
Progetto definitivo strutturale e sicurezza Studio PP/8 (Alfonso Corredor)
Progetto esecutivo strutturale e progetto costruttivo B.Cube società di ingegneria (Alessandro Boe con Damiano Borzi, Giulio Riva)
Progetto impiantistico Ai Engineering Progetto illuminazione Marzorati Impresa di costruzioni Percassi Foto Davide Galli Sistemi monoblocco Alpac Infissi e finestre Sciuker Frames Rivestimenti ceramici di facciata Kerlite, Cotto d’Este
Sistema ombreggiamenti terrazze attici KE Arredi parti comuni Borgonovo Rivestimenti interni Margraf, Porcelanosa, Florim Arredobagno e sanitari Ideal Standard Ascensori Schindler Italia [ 94 ]
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› ARCHIWORKS
sidenze, quali la flessibilità e la modularità. Lo spiega bene Michele Brunello, cofondatore con Marco Brega nel 2011 di Donstop Architettura, già partner dello studio Stefano Boeri Architetti: «Abitare In ci aveva contattato nel 2016, chiedendoci un progetto che fino all’ultimo momento concedesse al cliente il massimo grado di libertà nella personalizzazione. In architettura, poter modificare fino alla fine implica sia un colloquio continuo con sviluppatore e cliente e una scelta accurata di tecnologie costruttive e impiantistiche – struttura in acciaio, tecnologia a secco, impianti a soffitto e a pavimento per poter generare un plan libre – sia la progettazione in Bim in tempo reale. Amiamo le sfide, usiamo il metodo Bim, vogliamo innovare e innovarci, quindi ci siamo messi in gioco». L’edificio è nato così dal principio di progettazione su misura che offre un alto gra-
In alto, il panorama della città visto da un attico della Sky Tower. A destra, i tamponamenti ventilati di facciata sono stati posati dopo la posa dei monoblocco Presystem realizzati su misura (ph. ©Davide Galli).
do di personalizzazione degli spazi garantito dalla pianta libera. La personalizzazione volumetrica si esplicita nel disegno differente del perimetro di ogni piano della torre e nella differente profondità della facciata, a ‘fisarmonica’, dell’edificio in linea. Costruire il progetto con questo processo incrementale ha permesso di realizzare un’architettura riconoscibile, inserita e in dialogo con il contesto del quartiere, disegnata dai plateu e dalla griglia, e nello stesso tempo di disegnare e personalizzare ogni singola abitazione, non solo negli spazi interni ma anche nella sagoma esterna, rispondendo alle singole esigenze degli abitanti. Ogni piano è sostenuto da un’ossatura in acciaio e dai solai che creano delle lame sovrapposte e ne caratterizzano l’architettura. Modificare dimensioni e funzioni degli spazi interni, inglobando spesso anche le logge, fa sì che ogni appartamento abbia una sua facciata e che quindi quella della torre derivi dalla sommatoria di porzioni diverse da un piano all’altro e anche all’interno dello stesso piano. Il ritmo dei 16 marcapiano bianchi – plateau a sbalzo senza pilastri d’angolo – trasforma il cambio di sagoma in un valore compositivo ed estetico degli edifici
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Per Abitare in Maggiolina Alpac ha studiato una soluzione autoportante su misura, progettata per rispondere adeguatamente ai carichi dati dall’altezza e dalla spinta del vento. Posati prima dei tamponamenti verticali a secco, i monoblocchi Presystem – dove alloggiano gli avvolgibili – hanno fatto da guida per la posa delle pareti perimetrali. Alpac ha fornito anche il servizio di posa certificata dei 688 monoblocco nei quali sono state successivamente inserite le finestre e le porte-finestra delle residenze. www.alpac.it
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Milano Design Week
2021 a cura di Elena Riolo
Visitatori a Superstudio Più
A SETTEMBRE A MILANO È ANDATO IN SCENA L’OTTIMISMO DELLA VOLONTÀ. LA VOLONTÀ DELLE AZIENDE CHE HANNO SCELTO DI INVESTIRE SCOMMETTENDO SUL SUCCESSO CHE POI SI È VERIFICATO. QUELLA DEI PROGETTISTI CHE AFFRONTANO IL CAMBIO DI PARADIGMA IMPOSTO DALLA CRISI CLIMATICA CON MODELLI IDEE E PROPOSTE CHE VANNO NELLA DIREZIONE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE SENZA PERDERE DI FRESCHEZZA, QUALITÀ ESTETICA, ATTRATTIVITÀ. AL DILEMMA EPOCALE (NE USCIREMO MIGLIORI) NON SAPPIAMO RISPONDERE, MA QUANTO ABBIAMO VISTO A MILANO LASCIA BEN SPERARE.
SUPERSTUDIO
SI FA (ANCHE) MAXI Gisella Borioli
in un ritratto di Giovanni Gastel.
Milano al centro La fondatrice e direttrice creativa di Superstudio traccia un bilancio di questa design week fuori data iniziata tra alcune difficoltà e terminata con soddisfazione di tutti, al contrario delle aspettative di molti. Il grande numero di visitatori in Fiera e in città è stata la migliore risposta alla sfida. Oltre 60mila visitatori al Supersalone della fiera di Rho, 35mila alla Triennale, 30mila a Superstudio Più sono numeri importanti che raccontano più di tante parole. Sono la risposta tutta positiva a chi ha fortissimamente voluto questa edizione extra del Salone e del Fuorisalone per ricordare al mondo intero la forza e l’attrattiva del design italiano e della sua capitale internazionale, Milano. Il poco tempo, la pandemia, il break estivo, l’incertezza delle aziende, annullati dalla passione e dal coraggio degli organizzatori hanno permesso alla città di ripartire. Di reinventare le formule espositive, di vestirsi a festa, di ripensare i tanti showroom, di riempirsi di gente curiosa ed entusiasta, di riportare a tempi migliori hotel, ristoranti, bar, taxi e altri servizi. Supersalone e FuoriSalone 2021 sono dunque serviti alle aziende e alle istituzioni per comunicare che Milano è e intende restare al centro del sistema del design internazionale. Suggellando ancora una volta il percorso compiuto dalla città e dal sistema design orientato sì al business ma anche alla cultura e al coinvolgimento di tutti, come dimostra il caso di Superstudio. Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano che nel 2014 mi consegnò l’Ambrogino d’oro, ne spiega chiaramente il ruolo antesignano: «Con Superstudio è cominciata quella che si potrebbe chiamare la democratizzazione del design, la presa di coscienza da parte di tutti i cittadini della bellezza e del valore dei prodotti dei nostri designer e delle nostre imprese, che ogni anno si esprimono in uno dei più grandi esperimenti di creatività a cielo aperto del mondo, il Fuorisalone».
Gisella Borioli Design Super Show 2000-2020 evoluzione e mise-en-scène del design al Superstudio di Milano editore Superstudio Group 520 pp – euro 45 ISBN 978-8894-595604
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UNA MILANO DESIGN WEEK FUORI DATA INIZIATA TRA LE DIFFICOLTÀ E TERMINATA CON SODDISFAZIONE DI TUTTI. GRAZIE ALLA COESIONE DEL MONDO DEL DESIGN E AL DESIDERIO DI RITORNARE A SCOPRIRE COSE BELLE E VIVERE MEGLIO. IL GRANDE NUMERO DEI VISITATORI IN FIERA E IN CITTÀ È STATA LA MIGLIORE RISPOSTA ALLA SFIDA
Che Fiere e Saloni tematici debbano evolversi verso forme ibride, più coinvolgenti, capaci di tenere alta l’attenzione in risposta alla polverizzazione dei messaggi sul web è convinzione di molti. Per l’edizione 2021 della Design Week milanese, oltre al Salone del Mobile anche Superstudio ha proposto un nuovo format, sia negli spazi storici di Superstudio Più in via Tortona sia con il nuovo Superstudio Maxi, inaugurato per l’occasione nel quartiere della Barona, cintura esterna (ma non troppo) di Milano. Il nuovo concept di Superstudio Più, con l’art direction di Giulio Cappellini, ha accolto le istanze di concretezza, innovazione, leggerezza, sostenibilità, inclusività, interconnessione scaturite nell’anno del dopo pandemia. Più di 30.000 visitatori si sono succeduti in via Tortona, attratti da molte sorprese: dal simbolico elefante che volava sopra le difficoltà, trattenuto da una bambina – la scultura 1:1 di Stefano Bombardieri presentata
SUPERSTUDIO MAXI Al nuovo Superstudio Maxi di via Moncucco, tanti esempi di un altro design: sperimentale, evanescente, divertente, drammatico, diverso e inaspettato. Come i divani Youmellow realizzati da Gugliermetto Experience su disegno di Gianni Arnaudo: sedute e appoggi con cui giocare in composizioni libere e dinamiche (foto Giovanni Cappellini).
Milano Design Week_2021
Due immagini dei recenti allestimenti di Superstudio Più: Cult&Must e, sotto, la mostra D&D – Donne & Design curata da Silvana Annicchiarico (foto Giovanni Cappellini).
dalla galleria Oblong – all’ultima Lamborghini Countach svelata con un gioco di luci da Carlo Ratti a una serie di esposizioni indipendenti ognuna con un proprio curatore/progettista. Le mostre, toccando temi del vivere e dell’abitare come le nuove icone, la creatività al femminile, i materiali dell’economia circolare, gli arredi a doppia funzione, le nuove tecniche produttive, la domotica, il vivere open air, hanno reso lo spazio più simile a una mostra d’arte che a un’esposizione commerciale. Il nuovo Superstudio Maxi di via Moncucco si è popolato di una mostra fatta di installazioni, video, mostre fotografiche, workshop, il tutto collegato da 40 performer che hanno disegnato lo spazio con i corpi e i movimenti. Insieme hanno messo in scena un altro modo di essere del design, in cui la qualità prende il sopravvento sulla quantità. Un auspicio anche per il futuro.
Silvana Annichiarico
Ritratto di Giovanni Gastel
dal 2011 al 2019 direttrice del primo Museo del design di Milano, in seguito al successo della mostra W. Women in Italian Design, da lei curata nel 2016, è stata invitata in Superstudio da Gisella Borioli a curare l’esposizione D&D – Donne & Design.
D&D - Donne & Design Il design è una disciplina viva, vitale, in continuo divenire. Va interrogato prima ancora che monumentalizzato. Sa ascoltare il presente e interpretarlo con soluzioni e suggestioni. E così, la riflessione su grandi temi non può che permeare la produzione culturale del settore. Ne è un esempio la mostra ‘D&D – Donne & Design’ curata da Silvana Annicchiarico per Superstudio più che dà il giusto riconoscimento al valore della creatività femminile. In una esposizione collettiva organizzata in isole individuali le donne sono in primo piano, con le loro storie, le loro carriere, i loro recenti progetti e naturalmente con evidenza delle aziende con cui collaborano. La mostra ha ripreso e aggiornato l’assunto di base della mostra W. Women in Italian Design del 2016, quello cioè di rivelare un continente sommerso. Perché le storie del design italiano, scritte per lo più da maschi, annoverano nel migliore dei casi pochi nomi di designer donne: Anna Castelli Ferrieri, Gae Aulenti, Cini Boeri e poche altre. Invece Silvana Annicchiarico ne aveva all’epoca censite e proposte più di 400. Una riflessione simile è in corso al Vitra Design Museum fino al 6 marzo 2022. La mostra Here We Are! Donne nel design dal 1900 a oggi presenta il design femminile degli ultimi 120 anni e, sullo sfondo della lotta per la parità dei diritti, racconta la storia del design con un approccio a più voci.
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ARPER BARDI’S BOWL CHAIR. Nell’anno in cui la XVII Biennale di Architettura di Venezia conferisce il Leone d’Oro speciale alla memoria a Lina Bo Bardi, anche Arper le rende omaggio dedicandole un’esposizione presso il nuovo spazio pop-up di via Osti adiacente allo showroom di via Pantano. La Bardi’s Bowl Chair, progettata dalla Bardi nel 1951 e realizzata per la prima volta da Arper nel 2012, è rivestita per l’occasione con due nuovi tessuti Rubelli: selezione che arricchisce ulteriormente l’edizione limitata e numerata in 500 pezzi.
A destra, la poltrona Aston Club Low Back disegnata da Jean-Marie Massaud. Caratterizzata da un design senza tempo, ogni sua parte può essere smontata e nuovamente rivestita, per darle nuova vita e ridurre al minimo il suo impatto ambientale.
www.arper.com
PORRO STORAGE. Il sistema di armadi e cabine disegnato da Piero Lissoni + CRS Porro è stato rivoluzionato dal punto di vista costruttivo: il montante tradizionale è sostituito da un profilo sottile per una sensazione di estrema leggerezza. Il nuovo profilo offre maggiore spazio interno e rende possibile la perfetta integrazione tra le diverse tipologie, armadio, armadio aperto e cabina, permettendo la libera alternanza di vani trasparenti in cristallo con altri chiusi o parzialmente chiusi. Grazie al nuovo sistema di illuminazione senza cavi, la corrente elettrica viene trasmessa all’interno della struttura, nascosta alla vista. Sotto, la versione in ciliegio white di ispirazione nordica.
www.porro.com
LACIVIDINA NODE+. La micro-architettura fluida e flessibile disegnata da Ben van Berkel di UNStudio è un sistema multifunzione capace di unire in sé lavoro, privacy, svago, relax e socializzazione. A partire da un elemento imbottito si creano sistemi complessi che rispondono a tutte le funzioni del living e degli spazi della collettività: i pannelli divisori isolano e proteggono; braccioli, schienali e cuscini sono da posizionare liberamente in base alle proprie esigenze; lo scrittoio diventa una postazione di lavoro; i tavolini fungono da supporto aggiuntivo, anche per il laptop.
www.lacividina.com
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Milano Design Week_2021
PANZERI OPUNTIA. Favaretto & Partners ha disegnato una nuova famiglia di prodotti da tavolo e da parete con struttura snodata per il posizionamento ottimale della fonte luminosa. La luce evolve adattandosi agli umori e alle esigenze specifiche. La tecnologia bianco dinamico di Opuntia consente di impostare colorazioni calde o fredde mentre la tecnologia dim-to-warm consente di ridurre l’intensità della luce e contemporaneamente riscaldare gli ambienti, creando atmosfere intime e rilassanti. Tutti i modelli sono disponibili con verniciatura poliacrilica in colore bianco, nero satinato, bronzo, ottone satinato o titanio.
www.panzeri.it
La narrazione di #Pedralitimeless, allestimento curato da Calvi Brambilla per il Supersalone, è focalizzata sulla sostenibilità ambientale.
MOHD BOTANICA COLLETTIVA. La società ha inaugurato il suo nuovo spazio nella capitale del design, Officina Milano, con un allestimento ad alto impatto visivo progettato da Studiopepe: un ecosistema narrativo tra design e natura, tra paesaggio e architettura. L’open space di circa 500 mq rappresenta un nuovo spazio multifunzionale destinato a offrire ai visitatori un’esperienza di progettazione fondata sulla selezione di prodotti dei migliori brand internazionali, un viaggio esperienziale tra il grande design e differenti ispirazioni per progettare un ambiente domestico personale.
www.mohd.it
PEDRALI REMIND - BABILA XL. Da sempre attenta al tema della sostenibilità, Pedrali ha presentato le sue prime collezioni completamente realizzate in plastica riciclata, composta per il 50% da scarto di materiale plastico post consumo e per il 50% da scarto di materiale plastico industriale. Si tratta di due sedute ora disponibili nella speciale versione ‘recycled grey’. Sono Remind, disegnata da Eugeni Quitllet, e Babila XL di Odo Fioravanti. La prima è una monoblocco in polipropilene stampato a iniezione con seduta e schienale caratterizzati da una texture traspirante. La seconda, con scocca stampata in polipropilene, si connota per le dimensioni ampie della seduta e del bracciolo. Le gambe in legno sono certificate FSC C114358 e verniciate con vernici a base acqua composte per lo più da resine di origine vegetale.
www.pedrali.com
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LIVING DIVANI LEMNI. A un anno dalla sua inaugurazione, Living Divani Gallery di corso Monforte si ingrandisce proponendo nuove aree espositive. In questa rinnovata cornice la nuova poltroncina di Marco Lavit, esposta in Cuoietto color rubino, racconta la voglia di liberarsi da pesi superflui. È realizzata con struttura portante in tubolare e tondo d’acciaio verniciata con polveri epossidiche nella finitura nero opaco; lo schienale ha imbottitura in poliuretano espanso, fissato alla struttura tramite viti. Il rivestimento della seduta e del rullo di schienale è disponibile in cuoio, nei colori a collezione, o in Cuoietto.
www.livingdivani.it
ANTRAX IT WAFFLE. È il primo radiatore disegnato da Piero Lissoni per il marchio veneto. Il suo corpo scaldante, realizzato in una fusione di alluminio 100% riciclabile, è proposto in undici verniciature goffrate a polvere, cinque delle quali sono state sviluppate in collaborazione con il designer unicamente per questa collezione. Il nuovo maniglione o il gancio porta accappatoio, in noce e frassino naturale, rendono il radiatore estremamente funzionale. In occasione della Milano Design Week 2021 e dei 25 anni di attività, l’azienda ha inaugurato il proprio spazio monomarca nel distretto Durini/Monforte. L’interior dello showroom porta la firma di Victor Vasilev.
www.antrax.it
foto ©Francesco Caredda
LAPITEC MUSA. Al Fuorisalone a bordo del tram. Michele Perlini ha ridefinito l’interior dello storico tram K35, per presentare aziende e collezioni. La carrozza, ridisegnata per l’occasione, è pensata come un open space dove sono conservati alcuni tratti storici del tram combinati con elementi moderni. Lapitec è stato scelto come materiale di rivestimento del top dei tavoli e della consolle cucina: entrambi sono stati realizzati con la collezione Musa, nella nuance Bianco Vittoria e finitura Satin, frutto di un processo produttivo coperto da 25 brevetti basato su una miscela di minerali 100% naturali e completamente silica-free.
www.lapitec.com
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«La porta non è un oggetto, è un momento, un’azione, l’inizio di una storia. Una porta è sempre straordinaria perché unisce due lati, due mondi. Una porta è un mistero, un dramma, un’opera – afferma Philippe Starck, nella foto con Alberto, Olga e Pierluigi Lualdi – e Welcome risponde a una serie di necessità: riconoscere le persone, riscaldare, inviare messaggi, diventare uno schermo, per accoglierci e proteggerci».
LUALDI WELCOME. Nel nuovo showroom monomarca progettato da Piero Lissoni, è stata presentata la nuova collezione concepita da Philippe Starck pensata per il mondo dell’hôtellerie. L’anima del progetto è il sistema di accessori – la maniglia, il segnapasso e il numero, a cui si aggiunge il tablet – disposti sulla superficie dell’anta cui viene demandata una parte dei servizi dedicati all’ospite dell’albergo, dal check-in alla gestione della domotica della camera. L’anta filomuro si caratterizza invece per un’ampia proposta di finiture, dal legno al laccato opaco, passando per due diverse tipologie di alluminio.
www.lualdi.com
GRITTI THYPA. Il nuovo brand dell’azienda veneziana Sylcom si è presentato in occasione della Milano Design Week 2021 con le creazioni di luce e vetro immaginate da Marc Sadler. Thypa è un bouquet rovesciato formato da un insieme di canne che terminano ognuna con un fiore: la soluzione di legatura messa a punto per raccordare i due elementi, entrambi in vetro soffiato, è inconsueta e innovativa per accentuare il rimando naturalistico della sospensione. La doppia fonte emana la luce in verticale lambendo le canne ambrate e permette ai fiori bianchi di illuminarsi generando un bagliore tutto attorno alla circonferenza.
www.grittidesign.com
BUDRI ARCHITEXTURE. Composta di otto tavoli di altezze e dimensioni diverse, la collezione progettata da Patricia Urquiola si ispira alla tradizione architettonica italiana. La base è costituita da colonne autoportanti in marmo, composte da anelli colorati che si alternano tra loro. I marmi pittorici e venati contrastano con i monocromatici a effetto color-bloc. A fare da sfondo alla nuova collezione è l’ampio artwork della medesima linea in cui cilindri, sfere e parallelepipedi creano l’immaginario ideale dello showroom di Foro Buonaparte. Tre differenti texture – a diamante, a plissé e a scanalatura – producono giochi di profondità. foto ©Gianni Rizzotti
www.budri.com
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La nuova collaborazione con gli architetti Gabriele e Oscar Buratti segna un’ulteriore fase di crescita per Caleido.
CALEIDO 1000 RIGHE 100 RIGHE. I designer sono partiti dal concetto di luce, intesa come materia stessa del progetto architettonico nel momento in cui incontra una superficie, generando riflessi, ombre e disegni inaspettati. Il risultato è una nuova concezione di radiatore dalla forte personalità. La tecnica dello scavo della superficie, nelle due texture, forma scanalature verticali concave. Previsti in diverse misure, sia verticali che orizzontali, possono essere usati singolarmente o mixati tra loro, con ritmi alternati.
www.caleido.it
ABET LAMINATI SUPERSUPERFICI. L’azienda e i suoi design curator Giulio Iacchetti e Matteo Ragni hanno celebrato con un progetto di ricerca collettivo i quarant’anni di Memphis riscoprendo il senso dell’essere radicali oggi. In mostra, in occasione del Fuorisalone, all’ADI Design Museum, i risultati del workshop che ha coinvolto otto designer – Federico Angi, Zanellato Bortotto, Agustina Bottoni, Antonio De Marco, Chiara Moreschi, Martinelli Venezia, Panter & Tourron, Mario Scairato – impegnati a rileggere la radicalità di Memphis in chiave contemporanea.
www.abetlaminati.com
In Italia il Gruppo Xella è presente con i marchi Ytong, Multipor e Siporex, che costituiscono un sistema costruttivo completo, funzionale a tutte le tipologie costruttive sia nuove sia in ristrutturazione. Nel 2011 è stata la prima azienda produttrice di materiali da costruzione a ricevere la certificazione Cradle to Cradle.
XELLA YTONG. L’azienda è stata main sponsor della mostra The Lost Graduation Show, palcoscenico di giovani designer provenienti da tutto il mondo con 170 progetti di laurea, realizzata all’interno del supersalone di FieraMilano e curata da Anniina Koivu. L’allestimento sostenibile e totalmente riutilizzabile si è basato su un unico materiale: il blocco Ytong in calcestruzzo aerato autoclavato, modulare, di provenienza locale, parte di un sistema circolare e riutilizzabile. Presente sul mercato fin dalla metà degli anni Venti del Novecento il calcestruzzo aerato autoclavato è un prodotto che si caratterizza per il basso impatto ambientale e per gli elevati valori di resistenza termica.
www.ytong.it foto ©Max Rommel
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Fabrizio Crisà
Design Director di Elica è laureato in Disegno Industriale alla Sapienza.
Funzioni innovative in una forma intramontabile Una conversazione con Fabrizio Crisà Come i prodotti che hanno vinto più di 170 premi di design, tra cui un Compasso d’Oro, anche Ikona Maxxi Pure è frutto della matita di Fabrizio Crisà. Ma al contrario del mimetismo di prodotti come Nikola Tesla, in questo caso hai pensato un oggetto scultoreo che ricorda le antiche cappe da cucina.
Spesso ho cercato di nascondere l’oggetto, integrandolo nell’architettura della casa. La qualità dell’aria però è qualcosa di impercettibile, e con Ikona Maxxi Pure volevo rendere visibile e presente l’oggetto che si prende cura dell’aria, ma l’ho fatto in modo discreto inserendo il purificatore in una cappa dal design rassicurante, che prende ispirazione dalla forma iconica della tipologia camino, rivisitata e attualizzata. Volevo un oggetto che potesse vivere nell’ambiente arricchendolo, ma senza invaderlo. Una scelta che vuole rendere il purificatore parte integrante dell’arredamento, senza nasconderlo.
Anche qui più funzioni in un solo oggetto, come la cappa che è anche lampada o che si integra nel piano cottura…
Non solo gli oggetti. Ormai si parla di spazi polivalenti, ambienti ibridi, prodotti interconnessi. Un cambiamento che sicuramente è influenzato dal ritrovato ‘vivere la casa’, luogo in cui sentirsi al sicuro e protetti. Ed è proprio in casa che oggi si cerca comfort, funzionalità e la possibilità di poter svolgere ogni tipo di attività, comprese quelle lavorative. In questo nuovo panorama è essenziale che gli oggetti siano in grado di offrire versatilità e funzionalità avanzate. Ikona Maxxi Pure va in questa direzione: è cappa quando si cucina, è purificatore per il resto del giorno, un prodotto nel prodotto che si preoccupa della qualità dell’aria che si respira.
Ikona Maxxi Pure nella versione Isola, con e senza camino d’aspirazione, in finitura nera effetto soft touch e, in alto, acciaio inox.
ELICA IKONA MAXXI PURE di Elica svolge una doppia funzione: rimuove odori e vapori durante la cottura e purifica l’aria lungo l’intero arco della giornata. Il purificatore d’aria, estremamente silenzioso, cattura particelle fino a un micron, riducendo l’inquinamento indoor, è in modalità “Boost” rigenera completamente l’aria di uno spazio abitativo di 30 mq in soli 20 minuti. Ampia 120 cm, Ikona Maxxi Pure è disponibile nelle finiture nero effetto soft touch o acciaio inox. Presenta inoltre numerose modalità d’istallazione: aspirante o filtrante, a parete o sospesa, con o senza camino di aspirazione, posizionabile sia sul lato destro che su quello sinistro.
www.elica.com
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COSENTINO O BY COSENTINO. Esposto durante il Fuorisalone 2021 sul rooftop del B&B Hotel Milano City Center Duomo, il tavolo O da esterno è disegnato da Marian e Gustavo Martini ed è realizzato in Dekton. Il concept prende ispirazione dall’idea di cerchio: il tavolo rotondo è comunitario, esprime un senso di condivisione, ulteriormente enfatizzato dalla scelta di proporre una panca, e non delle sedie, come seduta. La variante colore si ispira alle sfumature argentate del metallo con un mix di tonalità bianche e grigie.
Adatto all’outdoor, Dekton è caratterizzato da un’elevata resistenza meccanica e agli agenti chimici, è resistente ai raggi ultravioletti e alle temperature estreme che non ne modificano il colore né la forma, presenta un ridotto assorbimento dei liquidi e necessita di una manutenzione minima.
ETHEREAL BY SILESTONE. Sono quattro i colori della nuova collezione, che prende ispirazione dal marmo, presentata durante la Milano Design Week presso il Cosentino City Milano: Ethereal Dusk, Ethereal Haze, Ethereal Glow e Ethereal Noctis, tutti caratterizzati da una venatura profonda e delicata su una base bianca. Nell’immagine: Ethereal Haze, che presenta una elegante e dinamica gamma di toni di grigio. Silestone Ethereal è realizzata con la tecnologia HybriQ+, che prevede nuovi processi produttivi e inedite composizioni dei prodotti.
www.cosentino.com
NARDI DOGA. Fresca, leggera ed ergonomica, Doga è la nuova collezione d’arredo per l’outdoor disegnata da Raffaello Galiotto. Ispirata al tema della doga rivisitata in chiave contemporanea, è composta da sedute con e senza braccioli, poltroncina lounge e tavolino monoblocco in resina fiberglass. “Il disegno - ci spiega Galiotto - è basato sulla geometria cilindrica, utilizzata in forma completa per quanto riguarda la struttura e sezionata nel caso delle doghe. Ogni doga è come un semi-cilindro appoggiato al telaio e poi raccordato grazie a un’accurata modellazione software tridimensionale in grado di restituire un gradevole effetto di morbidezza visiva e tattile.” Doga è maneggevole, impilabile, facilmente igienizzabile e completamente riciclabile. Ampia e ricercata la nuova palette di colori.
www.nardioutdoor.com
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CAPPELLINI AXO IN FABULA. Attraverso il linguaggio fantastico e surreale di Elena Salmistraro, il progetto protagonista dello showroom milanese di Santa Cecilia ridà nuova vita ai tessuti delle varie collezioni Cappellini. Ri-assemblati, ri-generati e cuciti dalle collaboratrici della cooperativa Alice, danno vita a Axo, un bambolotto unico, che con semplicità e leggerezza immagina universi fantastici: il mondo del futuro rigenerato da elementi del passato. Axo è quindi una rappresentazione carica di significati, come la voglia di rinascita, di gioco, di leggerezza, di azione, ma anche di concretezza, di passione e di progetto. A destra, Elena Salmistraro con Giulio Cappellini.
www.cappellini.com
GRASSI PIETRE BJHON 2. La collaborazione con Agape, nata dalla comune sensibilità delle aziende per la cura nella selezione dei materiali, ha dato origine alla versione in Pietranova del lavabo a colonna Bjhon disegnato da Angelo Mangiarotti. Materiale ecosostenibile e prodotto nell’ottica di recupero della materia prima naturale, Pietranova è un agglomerato cementizio composto da graniglia di Pietra di Vicenza, cemento Portland bianco e acqua.
www.grassipietre.it
AGAPE DE CASTELLI VIA VENETO. Si ispira agli anni Sessanta la poltroncina dalle proporzioni attentamente studiate da Minelli Fossati. La doppia struttura tubolare simmetrica in acciaio inox verniciato disegna i piedini e i braccioli, che sostengono il sedile imbottito in pelle e il piccolo poggiaschiena in metallo sagomato. Elegante e sofisticata, Via Veneto si accosta con naturalezza al tavolo Roma, firmato dai medesimi progettisti, che interpreta la forma tonda e capiente del braciere, di cui richiama con evidenza i volumi.
LIMÓN. Il corpo cilindrico e la sua sezione circolare diventano maniglia nella rubinetteria progettata da Patricia Urquiola unendo due elementi geometrici in un innesto inatteso. Come già con il lavabo a colonna Lariana e il sistema Rigo, la designer smonta e rimonta geometrie elementari per creare qualcosa di completamente diverso. Limón è disponibile in una grande varietà di finiture, cromata, brunito spazzolata, ottone naturale spazzolato o verniciata in nero opaco.
www.agapedesign.it
www.decastelli.com
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MOROSO SECRET CUBIC SHELVES. Progettato da Olafur Eliasson, il sistema di scaffalature Secret Cubic Shelves è costruito intorno a uno spazio in negativo a forma di romboide, delineato da moduli basati sulla geometria del triangolo aureo. Prodotta come prototipo in multiplex e acciaio nel 2017, la nuova edizione è realizzata interamente in ferro (riciclato e riciclabile), con verniciatura a polvere atossica. Il sistema di scaffalature è stato realizzato in collaborazione con il partner tecnico Fantin.
www.moroso.it foto ©Alessandro Paderni
ITALAMP RUBELLI ELDORADO WALL. Nel nuovo allestimento del proprio showroom di Via Fatebenefratelli, Rubelli ha presentato una nuova poltrona di Matteo Nunziati, la sua prima collezione di pannelli acustici e cinque nuove carte da parati. Tra queste, il rivestimento murale in oro e in rilievo Eldorado Wall, un vinile su tessuto non tessuto goffrato dall’aspetto di un tessuto dalla trama finissima che ricorda un manufatto cesellato. La preziosità dell’oro rende unico l’incontro tra l’arte tessile e l’arte orafa in un rivestimento volutamente ostentato, e decisamente sofisticato.
www.rubelli.com
CEADESIGN HOOK. Disegnato da Parisotto + Formenton e Natalino Malasorti, Hook è un innovativo sistema di rubinetteria realizzato in acciaio inossidabile Aisi 316L ispirato alle tubazioni idriche di un tempo che correvano esterne ai muri. Il suo design permette di svolgere più funzioni di organizzazione dello spazio, grazie a staffe di supporto modulari che fungono da elementi di appoggio. Nato principalmente per l’outdoor, il sistema è adatto anche a bagni e cucina diventando rubinetteria e al tempo stesso accessorio portasalviette.
www.ceadesign.it
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ANTEA. L’azienda ha partecipato alla Milano Design Week con un’esposizione nell’elegante showroom Sahrai, presentando alcune novità tra cui la lampada da lettura Antea disegnata da Ilenia Viscardi formata da una struttura minimale in metallo con finitura canna di fucile con due comodi piani d’appoggio in vetro fumè, e due fonti luminose a Led con doppia accensione. Progettata per accompagnare i momenti dedicati al relax, Antea richiama nella sua struttura la forma stilizzata di una capanna, simbolo primordiale di protezione e riservatezza, trasmettendo una sensazione di intimità, comfort e accoglienza.
www.italamp.com
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All’interno del percorso progettato da Constance Guisset, nella foto accanto, sono stati enfatizzati i colori di Fenix Ntm Bloom, materiale composto il 50% da lignina, materia prima rinnovabile originata dal legno.
RBM MORE PDA SERIES. Il tappetino radiante a bassa tensione in tecnopolimero è regolato da nanotecnologie che lo rendono facilmente modellabile sulle forme delle superfici da rivestire. Applicabile a parete, a pavimento o a soffitto, resta celato alla vista dalla finitura architettonica scelta e viene usato principalmente a integrazione del riscaldamento radiante o in locali non serviti dall’impianto principale. È uno dei sistemi innovativi per la progettazione, l’installazione e la gestione di impianti climatici semplici e razionali, come quelli presenti nello showroom milanese della nuova unità operativa di RBM.
www.rbmmore.com
foto ©Giulio Boem
FENIX MATERIORAMA. Questo il nome del percorso sensoriale studiato da Constance Guisset per lo showroom Fenix Scenario, in occasione della Milano Design Week, costituito da otto esperienze, ovvero altrettante strutture architettoniche e arredi. Nell’occasione è stato presentato il nuovo sistema X-Kin, una superficie flessibile pensata per rivestimenti parietali. Nell’immagine una delle installazioni: A table to share in Fenix e Homapal, brand di superfici metalliche per il design di interni.
www.fenixforinteriors.com
PORCELANOSA SOLIDKER. Un nuovo brand con sette collezioni destinate sia ai grandi progetti pubblici sia alle abitazioni private, per interni e per l’outdoor. In grès porcellanato tecnico a tutta massa, sono lastre più resistenti, versatili e componibili, in conformità con le normative tecniche internazionali. Il marchio Solidker è tra le novità esposte negli oltre 600 mq del nuovo scenografico showroom milanese di Porcelanosa in piazza Castello, 19.
www.porcelanosa.com
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ARCHITETTURA 6.0
TRA PROGETTO E FUTURO
Dal 6 al 24 settembre 2021 presso lo spazio Cosentino City Milano in piazza Fontana 6, la mostra Architettura 6.0 ha presentato visioni futuribili, in corso o già realizzate di sei studi di architettura: Atelier(s) Alfonso Femia, Park Associati, Dontstop Lab Maurizio De Caro e Michele Brunello, MYGG, Vittorio Grassi Architects, Giuseppe Tortato Architetti. I progettisti sono stati invitati da Danilo Premoli, curatore dell’evento, a pensare a un edificio a tipologia libera, ideale e reale insieme, caratterizzato dalla pianta quadrata o doppio rettangolo con altezza uguale, fondamentale per realizzare in 3D un cubo architettonico. I progetti infatti sono stati esposti attraverso tavole A3 e con accurati modelli tridimensionali in resina. Una stampante del partner tecnico Dws è stata in funzione durante la mostra per far comprendere le potenzialità della stampa 3D e l’utilità, sempre attuale, della modellazione delle idee. Architettura 6.0 è stata realizzata con il sostegno e la collaborazione di Cosentino, Alpac, Geze, Dws, ShapeMode e Tork
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Sopra, un momento della mostra realizzata presso Cosentino City Milano e la locandina con i protagonisti di Architettura 6.0: Atelier(s) Alfonso Femia, Dontstop Lab Maurizio De Caro e Michele Brunello, MYGG, Park Associati, Vittorio Grassi Architects, Giuseppe Tortato Architetti. Concept e art direction di Danilo Premoli, ph. ©Marta Carenzi/Filmati Milanesi. ©Marta Carenzi/Filmati Milanesi.
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Alfonso Femia Il tema del territorio in relazione all’uomo, una urbanizzazione che sia sostenibile e la conseguente responsabilità dell’architettura, definiscono pensiero e lavoro di Alfonso Femia, fondatore e presidente di Atelier(s) Alfonso Femia, studio con basi a Milano, Genova e Parigi.
Mygg Lo studio di architettura di Milano, fondato nel 2012 da Yolanda Velasco, Gerardo Sannella (nella foto) e Giovanni Feltrin, progetta un’architettura con un forte senso di identità e strategie urbane e masterplan che valorizzano le comunità.
Un progetto di spazio pubblico leggero e libero, appoggia sul terreno in pochi punti. Monumentale ma discreto, ha un minimo impatto sul territorio.
UNDER THE SKY SOTTO UN CIELO Under the sky sotto un cielo... di Atelier(s) Alfonso Femia rappresenta l’atto di generosità di un progetto per lo spazio pubblico, un progetto non dovuto. ‘Generosità’ è una delle parole chiave della progettualità di Alfonso Femia, con la quale l’architetto intende un ritorno agli spazi collettivi, un approccio aperto alla poesia e libero dalla mera funzionalità. Un sistema arcaico, che riporta all’essenza, come la copertura dal cielo, per definire un perimetro. Si appoggia sul terreno in pochi punti, è monumentale ma discreto e
dal minimo impatto sul territorio. “La struttura puntuale, verticale definisce una area e sorregge un cielo che si interpone con il cielo che ci avvolge. Lo capta per porzioni, lo ingabbia per parti, lo porta a noi attraverso un gioco di specchiature e/o di colori e di materie che si interpongono”. Scandito da grandi vasi trapezoidali come una sequenza di segni che si racconta nel tempo, il progetto non è un volume che tiene chiuso il mondo, ma vive tra i mondi, tra terra e cielo. Presto lo potremo sperimentare in una o più piazze del Mediterraneo.
Manifesto del New Glamping, Casa Blossom è un luogo di studio e villeggiatura. I padiglioni sono inseriti in un contesto naturalistico, separati tra loro da giardini-erbario.
CASA BLOSSOM Il progetto di Mygg è un manifesto dedicato a una nuova idea di glamping botanico, un luogo per contemplare e conoscere la natura senza possederla. Casa Blossom è un padiglione che grazie alla rivoluzionaria stampa 3D può ripetersi fino a generare un insediamento di multipli diffusi in un contesto naturale. Casa Blossom è così un luogo di studio e villeggiatura, una casa semplice come un fiore a stella in cui ogni petalo corrisponde a una funzione della vita. Ogni spazio è diviso da un giardinoerbario dove poter studiare e conoscere la natura con un amore disinteressato.
Come ci ricorda Gerardo Sannella “la natura viene spesso strumentalizzata, mentre andrebbe amata e rispettata per quello che è. Le piante sono spesso ridotte a strumento di consumo. Dietro al nostro progetto c’è la volontà di riportare ordine nel dibattito distorto tra Natura e Architettura. L’Architettura – che è sempre strumento di seduzione e di potere – cerca nella Natura un’alleata e ne fa oggi in modo spregiudicato un oggetto esibizionistico: gli alberi diventano in quest’ottica strumentale i simboli di un concetto edonistico e decorativo della natura che è irrispettoso verso la natura stessa”.
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Un’architettura che esprime libertà ed è capace di accogliere ogni dinamica dell’abitare.
Dontstop Architettura Lo studio Dontstop Architettura fondato a Milano nel 2011 da Michele Brunello (nella foto) e Marco Brega si occupa di architettura, eventi, ricerca. Per Architettura 6.0 ha collaborato con Maurizio De Caro, musicofilo, giornalista, collezionista d’arte contemporanea, teorico dell’architettura e docente di Estetica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Giuseppe Tortato Giuseppe Tortato Architetti svolge attività di ricerca su tematiche legate all’esperienza sensoriale e alla sostenibilità, ponendo l’uomo e la natura come elementi cardine attorno ai quali sviluppare nuove architetture in cui gli elementi naturali divengono essi stessi materiali da costruzione.
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IL SILENZIO (E IL RUMORE) DELL’ARCHITETTURA DENTRO LA NATURA Come scriveva Calvino: “Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!”. Quella di Dontstop Lab Maurizio De Caro e Michele Brunello è un’architettura senza filtri e soglie, una struttura poliformica che guarda la natura e ne è attraversata. Un’architettura per vivere e per giocare, che esprime libertà di attraversamento, di uso e l’eliminazione di ogni definizione funzionale: de-comprimersi, ri-appropriarsi del silenzio, relazionarsi con i materiali della natura ricreati nel progetto che contiene ogni virtualità espressiva, ogni possibilità dell’esistenza.
“Nel mistero delle scelte architettoniche si nasconde la bellezza del nostro pensare, del nostro agire, come architetti e come filosofi, per dare senso compiuto a quello che oggi riusciamo solamente a immaginare: nel silenzio o nel rumore”.
Una piccola torre urbana in legno, ritorta e sostenibile. Come un faro al centro di 800 mq di bosco.
IL FARO NELL’ISOLA IN CITTÀ Il progetto di Giuseppe Tortato contrasta la logica imperante delle lottizzazioni e delle cubature. L’architetto ha scelto di progettare un eremo in città: una piccola torre in legno ritorta biodegradabile al 100 percento come un faro al centro di boschi e orti. Come fuori dal mondo, l’edificio è volutamente indipendente dal contesto secondo un approccio mentale di critica verso l’esistente. Un’architettura ispirata ai tulou della Cina meridionale: abitazioni contadine collettive, costruite a fortezza, in cui è forte il contatto diretto tra le persone.
“La mia è stata una risposta istintiva – spiega Tortato – una visione non meditata: ho trovato divertente sprecare la volumetria. Infatti alla denominazione 6.0 ho reagito con sorpresa, mi ero quasi compiaciuto di essermi perso qualcosa in quest’epoca di accelerazioni e novità senza sosta. Siamo sempre indietro rispetto alle novità, alla cultura artificiale fatta di nulla, in un mondo sempre alla rincorsa, che mi piacerebbe rallentare. Siamo in città, ma immaginiamo l’odore del legno e le scale da percorrere, gli alberi che ci proteggono, il sole che ci illumina”.
Milano Design Week_2021
Un edificio prefabbricato che prende origine da una forma cubica di 9 m di lato e si curva di volta in volta in facce concave o convesse.
Vittorio Grassi Dal 2005 Vittorio Grassi Architects concepisce e realizza edifici altamente complessi e innovativi. I progetti e le realizzazioni spaziano dai musei ai complessi turistici, residenziali, commerciali e sportivi, con particolare interesse allo sviluppo di masterplan a scala urbana.
Park Associati Ascolto, intuizione e sperimentazione caratterizzano la cultura progettuale di Park Associati, studio fondato a Milano nel 2000 da Filippo Pagliani e Michele Rossi (nella foto) che si occupa di progettazione architettonica, urbanistica, interior e product design.
EM3 PLANET EARTH MODULE La proposta di Vittorio Grassi Architects per Architettura 6.0 è un edificio prefabbricato che prende origine da una forma cubica di 9 m di lato e si curva di volta in volta in facce concave o convesse. Le unità abitative, costituite da sezioni ripetute e modulari, sono pensate per essere realizzate in un processo industriale offsite, consegnate in cantiere e installate. Lo studio concepisce l’architettura come un processo industriale sostenibile, basato sulla scalabilità, la modularità e la customizzazione: solo così si può ambire alla qualità, al controllo e rendere più efficienti i processi. EM3 Planet Earth Module è un progetto integrato, in cui
l’utente finale viene coinvolto fin da subito: allo studio attento del design si associa quindi una profonda relazione con la persona. La filosofia della scatola di montaggio, ovvero la possibilità di creare edifici con una selezione prestabilita di elementi, siano essi ambienti aggregabili o parti di edificio, permette di creare linguaggi differenti partendo dallo stesso vocabolario. L’edificio può essere personalizzato e adattato in base alle caratteristiche dei luoghi in cui si trova e la composizione generale può cambiare a seconda del clima e delle necessità, così come i materiali e le finiture. “L’unico vero limite di questa architettura è la nostra immaginazione”.
Il progetto trasforma un edificio cubico monolitico rinchiuso nel proprio volume opaco in un edificio innovativo, permeabile e godibile.
HQ SOLE 24 ORE La mostra dà la possibilità di capire meglio l’importanza del modello per la visualizzazione del progetto e il suo contributo alla realizzazione. Qui in più si comprende la potenzialità della stampa 3D nella creazione del modello stesso. L’intervento di hard retrofitting di Park Associati, realizzato, inizialmente si chiamava Urban Cube e la sua selezione per la mostra è stata quindi naturale. Il progetto trasforma un edificio cubico monolitico rinchiuso nel proprio volume opaco in un edificio innovativo, permeabile e godibile. La ricerca sulla facciata, gli spazi interni lumi-
nosi e adattabili alle esigenze del tenant, il gruppo editoriale Il Sole 24 Ore, e la grande terrazza al decimo piano con vista sulla città e sulle Alpi caratterizzano il progetto. “Abbiamo scelto il progetto del Hq Sole 24 Ore – spiega Michele Rossi – perché rappresenta la realizzazione più recente di una tipologia di progetto su cui Park Associati lavora molto: il recupero del patrimonio architettonico esistente. Il retrofitting, o hard retrofitting come lo chiamiamo: ripensare edifici diventati obsoleti dal punto di vista energetico e di comfort interno in modo creativo”.
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VISIONI IMMOBILIARI 6.0 Talk a cura di Requadro Real Estate e Office Observer con Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, Micaela Musso, direttore generale di Abaco Team, Gruppo Gabetti. Moderatore Danilo Premoli.
La pandemia e il lockdown hanno profondamente cambiato le esigenze legate all’abitare e al lavorare e la domanda di immobiliare, in particolare nel settore degli uffici e in quello residenziale. Progetti realizzati solo un paio di anni fa sono invecchiati nel giro di pochi mesi, ponendosi fuori dall’interesse dei potenziali fruitori. Comprendere dove andrà la domanda immobiliare è quindi essenziale per chi progetta, così come il dialogo e il confronto tra progettisti, promotori immobiliari e analisti del mercato, in modo da potere reagire in tempo quasi reale adeguando le nuove costruzioni ai nuovi bisogni.
Architettura 6.0
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Sopra, un momento del convegno Visioni Immobiliari 6.0 con le relatrici Micaela Musso e Francesca Zirnstein accanto a Danilo Premoli e Roberto Franceschin, country manager di Cosentino per Italia, Svizzera e Slovenia.
Il Gruppo Cosentino è una multinazionale che produce e distribuisce superfici innovative di elevato valore per il mondo dell’architettura e del design. Cosentino immagina e anticipa soluzioni di design che portino ispirazione alla vita delle persone grazie a marchi come Silestone, Dekton e Sensa by Cosentino.
Punto di riferimento di progettisti, imprese e serramentisti, Alpac progetta, realizza su misura e installa soluzioni per il foro finestra caratterizzate da elevati livelli di isolamento termico e acustico e integrate con sistemi di ventilazione per il trattamento dell’aria che assicurano un comfort indoor ottimale.
Geze è leader per i sistemi automatici per porte, finestre e tecnologie di sicurezza. Con 32 filiali, 2 sedi di sviluppo, 4 siti produttivi e circa 3mila dipendenti. Geze Italia è presente nel nostro Paese dal 1998. Con la sede di Vimercate e la filiale di Roma, è in grado di soddisfare le esigenze dei clienti su tutto il territorio.
Il marchio Tork offre prodotti e servizi per l’igiene professionale a clienti in tutti i settori del fuoricasa. I prodotti includono dispenser, asciugamani in carta, saponi, tovaglioli e panni per industrie e cucine. Tork è un marchio globale di Essity, e opera in oltre 110 paesi.
DWS sviluppa stampanti 3D e materiali per la produzione di oggetti di altissima qualità, facilitando la digitalizzazione delle imprese che vogliono innovarsi ed essere più competitive. Dal 2007 ha depositato oltre 250 brevetti per la proprietà industriale, la tecnologia e il design.
ShapeMode, smart company specializzata nelle tecnologie di additive manufacturing, è rivenditore delle stampanti 3D di DWS con tecnologia stereolitografica, un metodo di produzione unico con forte riduzione del time to market dei prodotti.
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EUROAMBIENTE S.R.L. Via Pratese, 527 | 51100 Pistoia Tel. + 39 0573 4451 - Fax + 39 0573 445190 info@euroamb.it
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