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una pace possibile
di Francesca Sacchi Lodispoto
In questo maggio 2023 siamo al termine del nostro lavoro di Rinascita Cristiana: un anno fatto di cambiamenti positivi, in particolare la fine della pandemia e il ritorno per tanti ad una normalità di vita, ma segnato anche da tanti episodi negativi.
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La guerra in Ucraina che ormai dura da più di un anno con indicibili orrori e sofferenze; i cambiamenti climatici sempre più aggressivi anche nel nostro paese (come dimostra l’ultimo terribile episodio di inondazione in Emilia Romagna); la tragedia dell’immigrazione di cui la recente strage di Cutro è solo l’ultimo segnale, tanto da diventare un discutibile decreto; il diffondersi delle guerre nel mondo divenuto un fenomeno strutturale; una politica in affanno che stenta a dare risposte ad un paese sempre più lontano da una reale giustizia sociale; un paese malinconico a rischio di depressione, soprattutto nei più giovani, come ha già sottolineato il Rapporto Censis pubblicato nel numero 1/2023 di Rinascere. In definitiva un paese invecchiato in cui l’assenza di nuove nascite è la cartina di tornasole della mancanza di speranza e di prospettive nel futuro.
L’anno passato abbiamo lavorato su “una fraternità possibile” e sui passi per realizzarla e ci siamo chiesti: “ma siamo ancora capaci di costruire il futuro?”. Ma costruire il futuro non significa “galleggiare”, secondo una bella riflessione di P. Licio Prati, bensì “navigare”, avere un senso di marcia, un orizzonte, un cielo stellato che ci indica il nord per governare la nave. Abbiamo quindi bisogno dell’intelligenza per cogliere la verità delle cose, del pensiero critico e della scienza ma anche della sapienza del cuore per dare unità alla nostra persona e attuare i nostri progetti.
Ed eccoci ancora all’oggi con l’inchiesta dell’attuale Piano di Lavoro “Preparare percorsi di pace”. Le grandi emergenze non sono ancora terminate, anzi si sono aggravate, le tocchiamo con mano. In questo senso il nostro piano di Lavoro dal titolo PACE ci ricorda che la pace oggi non è solo assenza di guerra, ma significa essere sempre più attenti alla situazione climatica, al consumo di acqua e all’accesso all’acqua, al consumo di suolo anche a causa delle energie rinnovabili, all’aumento delle disuguaglianze e infine al protrarsi della terza guerra mondiale a pezzi di cui l’Ucraina con il Sudan restano i fenomeni più vistosi.
Il 27 maggio abbiano celebrato un secolo dalla nascita di don Lorenzo Milani, uno dei grandi sognatori del secolo passato. Un prete scomodo che ha scritto un libro straordinario “Lettera ad una professoressa” con il quale ha costretto la scuola italiana a riflettere sulle sue mancanze, la società italiana sulle sue ingiustizie, la chiesa sulle sue complicità e che per primo ha indicato il valore dell’obiezione di coscienza. In questi mesi abbiamo sentito invocare il merito come pilastro della scuola, tanto da aggiungerlo al nome del Ministero della Pubblica Istruzione; ma in Italia l’abbandono scolastico è tra i più alti di Europa e le differenze tra le nostre scuole sono abissali secondo le aree geografiche. Don Milani ci ricorda che “non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali”. Cosa direbbe allora oggi il Priore della scuola di Barbiana riguardo all’abbandono scolastico, all’inserimento difficile di immigrati nel sistema scolastico, alla desolazione di molte carceri minorili (non bastano per il riscatto le serie TV!) alla mancanza di lavoro di tanti giovani, uomini e donne, senza prospettive?
A questi e a tanti altri interrogativi hanno cercato di rispondere i nostri gruppi perché non c’è pace senza giustizia, nella stessa nazione, tra forze politiche, nell’Europa, nel creato e nel mondo.
Per questo abbiamo ritenuto come redazione di realizzare un numero doppio di Rinascere in vista dell’estate, un numero corposo che può accompagnare la nostra riflessione e, soprattutto nella sua prima parte, darci il senso attraverso la rubrica Piano di Lavoro, di quello che è stato l’approfondimento dei nostri gruppi nelle varie città italiane.
Siamo convinti che oggi più che mai c’è bisogno di una riflessione etica da parte di tutti e di un grande impegno educativo a tutte le età per fare quei passi che ci permettano un reale cambiamento.
Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium suggerisce che il tempo è superiore allo spazio e che i cambiamenti reali richiedono molto tempo e tutto ciò richiama la speranza, una speranza attenta e generativa in grado di modificare gli stili di vita di tutti e in tutti i campi.