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Transizione ecologica
e abbassamento dell’umidità relativa poi influenzano l’evapotraspirazione di invasi e fiumi, favorendo la siccità e la salinizzazione delle falde.
Il Rapporto IPCC2 - CLIMATE CHANGE 2022 identifica quattro categorie di rischi-chiave per l’Europa qualificabili a livello grave se il l’innalzamento delle temperature raggiungesse i 2°C: rischi da ondate di calore su popolazioni e ecosistemi, rischi per le produzioni agricole, per la scarsità di risorse idriche e per maggiore frequenza e intensità di inondazioni3. E nonostante questi dati allarmanti il Cop 27, la conferenza sul clima di Sharm el-Sheikh, si è chiusa a novembre con un sostanziale nulla di fatto sui nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni.
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2 Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è il principale organo intergovernativo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici aperto a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e della WMO.
3 Fonte https://ipccitalia.cmcc.it/il-rapporto-ipcc-spiegato-dagli-esperti-italiani-con-i-contenuti-principali-su-europa-mediterraneo-e-italia
PER APPROFONDIRE: https://www.isprambiente.gov.it/it
Ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministro della Transizione Ecologica (Mite) https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/cambiamenti-climatici https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/pubblicazioni-di-pregio/ passeggiando-nellambiente https://www.isac.cnr.it/it
Promuove e sviluppa una comprensione scientifica integrata dell’atmosfera, dell’oceano e dei loro processi, tramite un approccio multidisciplinare https://climate.copernicus.eu/ La missione del C3S (Copernicus Climate Chenge Service) è sostenere le politiche di adattamento e mitigazione dell’Unione Europea fornendo informazioni coerenti e autorevoli sui cambiamenti climatici https://ipccitalia.cmcc.it/ Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC, la più aggiornata e completa valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi e sulla biodiversità, a livello globale e locale, e delle conseguenze per il benessere delle persone e per il pianeta https://www.ecmwf.int/
ECMWF è il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine
Italia territorio fragile
di Tiziana Pinna
Tragedie come quella verificatasi a Ischia lo scorso autunno (12 le vittime dell’alluvione di Casamicciola, 230 sfollati e 30 abitazioni distrutte) lasciano il paese, impreparato e atterrito, ad interrogarsi sul perché di questi disastri e a chi imputarne le responsabilità.
Ma che il territorio Italiano sia fragile e soggetto a rischio frane e allagamenti è noto da tempo.
Nel 1877 la legge 3917, prima legge forestale del Regno, abrogò il vincolo forestale, di cui precedentemente godevano i boschi in molte regioni, dal livello del mare fino al limite superiore della zona del castagno. Furono previste eccezioni solo per i boschi «che, per la loro specie e situazione, possono, disboscandosi o dissodandosi, dar luogo a scoscendimenti, smottamenti, interramenti, frane, valanghe e, con danno pubblico, disordinare il corso delle acque, o alterare la consistenza del suolo, oppure danneggiare le condizioni igieniche locali.» Per effetto della legge del 1877 si avviò un’incontrollata deforestazione che portò alla scomparsa di gran parte dei boschi dalla pianura, dai fondovalle e dalle parti basali delle montagne.
Nel 1910 venne pertanto promulgata la prima legge organica in materia di gestione forestale, definita Legge Luzzatti, che oltre agli aspetti repressivi, incoraggiava una gestione oculata del patrimonio forestale, migliorandone le condizioni e prevedendo rimboschimenti nei terreni abbandonati.
Ma fu nel 1923, con la “Legge Forestale” n. 3267, che vennero sancite le più importanti norme di tutela delle foreste sottoponendo a vincolo per scopi idrogeologici tutti i terreni che “con danno pubblico, possono subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque”. Inoltre prevede un particolare regime di utilizzazione nei “boschi, che per la loro specifica ubicazione difendono terreni o fabbricati dalla caduta di valanghe, dal rotolamento di sassi, ecc.”. La legislazione moderna, pur mantenendo intatto l’ormai centenario vincolo della Legge Forestale, incide direttamente sulla pianificazione territoriale con l’introduzione dei Piani di bacino, nati con la Legge n.183 del 1989, ora abrogata e sostituita dalla parte terza del Testo Unico Ambientale del 2006 (preceduta nel 1998 e nel 2000 da interventi legislativi d’emergenza, adottati a seguito delle disastrose alluvioni di Sarno in Campania e Soverato in Calabria), che ha introdotto i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), strumenti di pianificazione territoriale, che individuano e perimetrano le aree a rischio idrogeologico molto elevato per frane e alluvioni, a tutela dell’incolumità delle persone e la sicurezza delle infrastrutture.