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Intervento di Bignardi Interventi di De Marsico
intervento di aCerbo*
(Gran Consiglio del 25 luglio 1943)
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L’on. Giacomo Acerbo, Ministro delle finanze ricorda come la situazione finanziaria, nei suoi complessi componenti, sia stata tenuta finora abbastanza ferma, con estremo rigore. Rinunziando1 al circuito monetario chiuso, oramai inefficiente ed ingombrante dopo tre anni di uso, e ridando una certa mobilità al mercato dei valori mobiliari ed immobiliari, egli ha cercato di imprimere2 una nuova sensibile vivacità al movimento degli affari, divenuto eccessivamente depresso. Ma le sue più assillanti cure quotidiane, attraverso un’azione improba e tetragona ad ogni genere di pressioni provenienti dagli ambienti parlamentari, sindacali e del partito (particolarmente per gli aumenti delle indennità varie e la creazione di nuove gestioni autonome), sono state3 rivolte a ridurre il più che possibile il conto passivo del Tesoro ed a contenere la circolazione dei biglietti di banca, allo scopo principale d’impedire l’ulteriore aumento del costo della vita. E in effetti, per quanto riguarda le urgenti disponibilità del Tesoro, hanno4 molto giovato la riuscita manovra del marzo precedente nel mercato dei buoni ordinari, e poscia l’operazione della nuova emissione di buoni novennali congegnata con un nuovo sistema finanziario, la quale, nonostante che la sottoscrizione fosse stata effettuata nei giorni dell’occupazione di Pantelleria, ha5 raggiunto un gettito effettivo di circa 14 miliardi. La circolazione della Banca d’Italia, al momento in cui egli parla, supera di poco i 90 miliardi di lire, ivi compresa una scorta di biglietti per tre miliardi
* Testo dattiloscritto in inchiostro blu di pp. 2 non numerate, entrambe scritte su una sola facciata e con numerose correzioni di Federzoni. 1 Il testo si apre con le seguenti righe cancellate: «Nella sua relazione, poco ordinata, il Duce aveva ad un certo momento fatto un cenno sommario alla situazione finanziaria che non sarebbe dovuta giudicarsi proprio allarmante; e rivolgendosi, come per avere conferma, all’on. Giacomo Acerbo Ministro delle finanze (allora finanze, tesoro e bilancio, meno i servizi finanziari con l’estero, attribuiti al Ministero degli scambi e valute). Durante la discussione, animata e talvolta drammatica, che ne seguì, l’on. Acerbo, dopo la lunga replica, ampiamente politica, dell’on. Federzoni, tenne a precisare quanto appresso. Effettivamente, la situazione finanziaria, nei suoi complessi componenti, era stata fino allora abbastanza ferma, con estremo rigore. Da che egli era stato da cinque mesi assunto al Dicastero delle finanze rinunziando».
Effettivamente] 2 Nel testo dattiloscritto: «aveva impresso» 3 Nel testo dattiloscritto: «erano» 4 Nel testo dattiloscritto: «avevano» 5 Nel testo dattiloscritto: «aveva»
Trascrizioni – Intervento di Acerbo 187
[pagina dattiloscritta non numerata]
stampati6 ma non posti in circolazione, essendo accantonati nelle casse della Tesoreria come riserva per eventuali emergenze. Tutto questo dopo tre anni di guerra e quasi cinque di affrettato riarmo. Tuttavia, conclude l’on. Acerbo, dopo lo sbarco nemico in Sicilia e l’intensificarsi dei bombardamenti aerei nelle zone industriali del Paese, questa situazione, tenuta così faticosamente in piedi, presenta già numerosi sintomi di disgregazione7. Afferma che il sostegno delle basi finanziarie dello Stato rappresenta un fattore di suprema importanza ai fini della nostra resistenza. (1)
(1) Le cifre esposte dal Ministro Acerbo rispondevano a realtà. Infatti nel conto riassuntivo del Tesoro al 30 giugno 1943 (documento ufficiale) la circolazione dei biglietti della Banca d’Italia è segnata per l’ammontare di 91,40 miliardi.
Secondo la relazione Badoglio al 5 agosto successivo essa sarebbe ammontata a 96,541 miliardi, comprendendovi però la circolazione fiduciaria dello Stato.
Si tenga presente, ad ogni buon fine, che alla fine del primo semestre 1947 (circa tre anni dopo l’armistizio e due anni dopo la fine della guerra nel nostro territorio) la circolazione era già balzata a 600 miliardi. Al 31 dicembre 1955 essa superava i 1.671 miliardi.
6 Nel testo dattiloscritto: «stanziati» 7 Nel testo dattiloscritto seguono righe cancellate: «Assicurava però che, fin quando sarebbe rimasto a quell’ufficio, egli non sarebbe venuto in alcun modo meno ai principi della sua rigida politica, beninteso adattata alla nuova situazione di grande emergenza pienamente convinto».