SICULI

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Un altro canto in fausta lode delle gesta faraoniche recita: "Io ho distrutto i Danai (o Danuna) delle isole, i Siculi e i Peleset sono annientati così come gli Shakalasha e gli Uashasha che giunsero dal mare: essi sono tutti eliminati, resi prigionieri e condotti nel Kemet numerosi come i granelli di sabbia sulla riva". Il termine qui ripetuto di Sekles e Shakalasha come di due etnie diverse ci ricorda delle attuali difficoltà che presentano le traduzioni e la localizzazione di tutti i popoli facenti parte dell'alleanza contro lo strapotere egizio ittita. Anche la traduzione risente della lingua madre degli egittologi: ciò che per gli americani è Peleset per i francesi è Poulasti, ad esempio, per l'uso o meno locale dei dittonghi, per aggiungere quelle vocali non in uso nella lingua dei faraoni. I documenti Dobbiamo positivamente stupirci di come gli Egizi amano, al tempo che è loro abbellito con fama, scrivere e descrivere così prolissamente ogni avvenimento che riguardi i loro culti e la loro storia; come pochi popoli, ama affastellare un universo divino creatore di una realtà virtuale ispirata ed alimentata dall'inalienabile tendenza all'immortalità che ogni individuo ha. Esistenza umana assurda, sempre tratteggiata da situazioni paradossali ed inspiegabili (nascita, passioni, morte) che si ricalca 109


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