SICULI

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mento di sangue dei nemici, dei ladri e dei correi avrebbe giovato una ritrovata unità tra i discordi poteri, forse cresciuti di numero nelle varie regioni, dello stato. Dopo l'Anno Mille avanti Cristo La Sicilia multietnica e non ancora grecizzata lungo le coste da nobiltà in fuga continua per altri secoli la sua vita di commerci di prodotti agricoli e minerari con il mondo conosciuto; la gente vive di agricoltura e pastorizia e, considerando la ricchezza offerta dalle doti naturali del suolo siciliano, la assenza di notizie di guerre a lungo decorso, la popolazione dovette accrescersi e prosperare. Un altro periodo sul quale le fonti nulla riportano viene citato grazie alle indicazioni degli archeologi: sul Monte Iato, in odierna triste zona, sorge in tempi remoti la città di Iaitas, ma altre notizie e dati è lecito attendersi dalla ricerca archeologica estesa anche in terreni non siciliani. I ricchi commerci di cui si ha traccia almeno dal secolo XVII consentono ai prìncipi dei vari centri sicani e siculi di sostenere – come visto – le produzioni artistiche di cui si ha pallido riscontro nei prodotti culturali detti di Thapsos e Milazzo. Li precedono le culture di Castelluccio, di Rodì-Tindari-Vallelunga, di Capo Graziano, Lipari, e Capo Milazzese alle Eolie. Quest'ultima eredità di Panarea subisce come visto la forte influenza culturale o conquista militare da parte di Sicani non 140


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