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DELLE MALATTlE VENEREE E DELLA PELLE

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VARIETÀ

VARIETÀ

nosi ed i tessuti di cattiva natura, finché si arriva su di un tessuto di apparenza sana. Si abradono, quindi, i labbri dell'ulcerazione con le forbici o col bisturi, avendo cura di escidere per una certa estensione la pelle accartocciata ed assottigliata, in guisa da ottenere una soluzione di continuo od ovalare, il cui diametro sia perpendicolare o· parallelo all'asse dell"arto e le cui due superficie sanguinanti possano essere facilmente affrontate.

Ciò fatto, si tocca la cavilil ganglionare con acqua fenicata al 5 "lo o con soluzione di cloruro di zinco al 10 ·;., avendo cura di far penetrare il liquido in lt!Ue le anfrattuosità dell'ulcera. Quando, per effetto di questa applicazione, i tessuti hanno preso una tinta biancastra caratteristica, -si lava la cavità e poi si procede alla sutura, per la quale si adopera del crine di Firenze, a punti distanti fra loro 8 a 10 millimetri, e che si passano nei due la.bbri cutanei, cercando di afferrare iu pari tempo, nella profondità della ferita, un punto so·Jido intermedio, appartenente sia alla zona infiammatoria o sclerotica periganglionare, sia nell'aponevrosi d'involucro dell'arto inferiore. Il comprendere nell'ansa càel filo di riunione un punto profondo contribuisce notevo lmente all'obliterazioDA della ferita cavitaria.

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Terminata l'operazione, si applica una medicatura alla. garza jodoformica, occlusi va e lievemente compressiva. L'infermo rimane a letto per qu alche giorno, tenendo l'arto inferiore in e;;;tensione. Il quinto o sesto giorno si tolgono i fili e si applica una nuova medicatura compressiva.

A questo modo si ottiene una riunione immediata del bubbone ulceralo nello spazio di otto giorni in media. La cica· trice che ne risulta, invece di essere deforme e retraltile come nei bubboni guariti spontaneamente, è lineare e regolare; cosa non priva d'importanza, massime nelle donne.

Rivista Di Terapeutica

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-11 all onolo nelle paortast . - (Brit. Meri. jou rn. , BAYET. - g i6 dic. il-93 e 20 gennaio

Bayet ha eseguito una serie di col nel trllltamento delle psoriasi. Il gallonolo, ti quale e stato raccomanddlO la prima volta da Cazeneuve e Rollet (Lyon med. 9 aprile 1893) è ranilide del!' acido gallico ed ha la segu3nle for·mola:

C H \ Co . A1 H. C' H 5 (OH}' , 6 li ) 2 JI'l o

Essi impiegarono il gallonolo sotto forma di mista a talco e sotto quella di pomata alla vaselma (l :30; 1: 10; in parecchi casi di psoriasi, "di e_cc. . e constatarono che esso ha tutti i vantaggt dell actdo femco e del pirogallolo senza averne i difetti. Cazeneuve. Rollet e (Lyon. 5 novembre 1893) hanno dimostrato che il gallonolo possiede proprietA microbicide. Bayet ha troYato che esso produce realmente buoni eftètti nelle psoriasi diminuendo il rossore e l'infiltrazione delle placche e determinan'do delle guarigioni lA ove altri mezzi erano rimasti inefHcaci. Questo medicamento non ha gli svantaggi dell'acido cl'isofanico; non macchia la biancheria; può applicarsi alla testa e alla faccia e non lascia dietro il suo alcuna colorazione della cute. L'azione del gallonolo è più debole di quella dell'acido crisofanico, perciò esso si racco· manda in :quei casi in cui l'acido crisofanico, può riuscire troppo irritante. Il gallooolo é un medicam ento riduttivo più efficace del nallol (3. Joannes Gonnon ha usato il gallonolo in 20 casi di psoe di eczema. Tutti i casi di quest" ultimo migliorarono

RIVISTA in un tempo relativamente breve. Il primo effetto del trattamento fu quello di calmare o diminuire il prurito e poi quello di far cessare o diminuire l'essudazione. Alcune volt& si produsse una leggiera irritazione, ma questa, secondo Gonnon è da r itenersi un vantaggio come quello che !era la cura Nell'eczema preferisce l'uso del medicamento. solto forma di pomatA (•,5(}: 1; ed anche 1/ , gr.: 30 di vaselina). psor iasi il gallo nolo é molti«simo efficace nei casi di media gravità . Esso è specialmente utile quando la dermatosi ha s ede al cuoio capelluto, alla faccia, al collo. Il miglior modo di usa rlo è sotto forma di pomata 1 o 1,50 gr : 30 vaselina oppure incorporato alla traumaticina. Kei casi antichi molto ostinati, il gallonolo è meno rapidamente cace della crisarobina, ma va esente dagli inconvenienti derivanti dall'uso di quest'ultimo.

Clllndrurla e al buminuria nella cura mercuriale. - E.

WELANDER. - (A r ch. (ilr D e r mat . und Syphil e Cen. tralb. jii.r die med. Wissenseh., N. 30. 1894:)

Il ·welander trovò nei sifilitici sottoposti alla cura met"curiale, mollo ft•equentemenle una cilìnd ruria, la cui dipen, denza dal trattamento mercuriale è provata da ciò che essa aument11 co:-r ispondentemente al progredire di quello fino alla fine e dura anche un ce rto tem po dopo . Se la comparsa. dei cilind ri nella orina stesse io rapporto e tiologico con la sifilide, dovremmo naturalmente aspettarci che non a lla fine ma al principio della cura fosse più chiaramente manifesta e che nel corso del trattamento diminuisse di pari passo col miglioramento degli a ltri fenomen i sifilitici. Tra 100 sifilitici esattamente esaminati 83 non aveva no avanti il pri ncipio della cura me rcuri ale alcun cilindro, 16 ne avevano akuni, 1 pochi; alla fine della cura solo 3 non presentavano neJ, l'urina nessun cilindro, 17 ne avevano alcuni, 30 pochi, 17 molti, e 3:3 mollissimi. Io quei malati che poterono anche successivamente essere osservati, con la graduale eliminazione del mer curio, anche i cilindri andavano scomparendo,

DI TERAPJWTlCA

. ompa rsi dalla or ina anche prima del me re questi erano sdc conclude da questi fatti che la elimina. n Welan e r . 1 cur10. . r 1 - reni mollo spesso e fo rse d1 rego a . d 1 mercuriO pe ' . z10ne e . . . e di quHsto oraano c he SI rende ma. una JrrltazlOn , o . . . cagiOna .0 0 meno intenli'a cthnd r ur ta. Sulla sua '[! «ta con una pl . 01 e- . d . tensità influiscono certe circostanze, come e tà del paziente, IR gravezza della sifilide, l costttuzJOne, e · d' · t d · a forme terziarie, la mamera 1 10 r o _le o:embra come la stomatite mel·curlale, del mercurto, ma , . . . . 'd l . ecialmente dalla disposlZlone mdJVI ua f'. cilindruria, il Welander anche . . che si manifestava nel de.la cura e una albummuna . . . )che tem po dopo anche questa da riferlrs t senza durava qua ' · · E •l' dubbio alla eliminazione del a ttraverso vide 18 di questi casi i quali tultt avevano questo d• colare che l'orina, in confronto della moUoptc· la della albuminuria, conteneva molti Clhndrl, co . ·r on 't dopo che rr1à uras1 perchè l' albuminuria eras1 mam ... a . '"' , _ sviluppata una rilevante cilindrurJa mercurtale.

men te poterono esser e dimostrati .. ('d _cptteliali ma per lo più erano solo cilindri Jahr•J. La renal; provocata dal mercurio sembra m maiali di durevoli danni; tuttavia il ·welandei troH'l m un l 10 sellimane dopo il termine del trattamento, Ilicaso anc 1e . · d bbe buminuria e r ilevante cilind ruria. Corounqu.e st . . so di ener.,.ica cura roercuriale m vigilare co::-1 ac- ln ogm ca n la te l'orina come le gengive e il canale cura men

1 1· · t mente quando si manifestano cilind r i ept le ra 1 essere e specta . " r l cauti nelle ulteriori dosi del medicamento. Ptu tco attenzione naturalmente deve essere data ai maiali che gtà soffrono di nefrite cronica .

Azione della podofillotossina. - SPINDLER.- (Gazette des H 6pitaua:, N. 57 ,

Spindler ha studiato sull'uomo e sugli a nimali .l'azione della podofilotossina, estratta dal p 1·of. dalla podofillina. Le esperienze sugli animali hanno d1mostr a to che è el iminala, senza alcuna modificazione, per le fe.cJ, non aumenta il peristallismo intestinale eJ apparttene al gruppo dei purganti energici che congestionano la intestinale. Amministrata a piccole dosi, la podo · tìllotossma non alcun fenomeno inquietante. A graude dose, essa cag iona nei cani vomiti un'ora e mezzo o due ore dopo l'amministrazione; ma mezz'ora dopo evacuazioni dappl'ima normali, poi diarro iche. ben presto mescolate a sangue, quindi di sangue puro ; compare una grande deboparesi delle estremità, un tremore di tutto il corpo ed Infine sopraggiunge la morte.

Coll'autopsia, si constatano emorragie multiple all' intestino, gracile e nefrite parenchimatosa, ma nulla allo stomaco. La podotìllotossina non discioglie le emazie, ma ha un potere considerevole di trasformare l'ossienoglobina in metemoglobina.

Negli affettti di stitichezza, 2 a 3 centigrammi di podotllJina in pillole (contenen ti 20 a 30 per 100 di podofillotossina) presi alla sera, oppure la soluzione alcoolica all' 1 per 100 di podotlllotossina alla dose di 20 a 30 goccie ( l milligrammo) producono scariche normali per otto giorni, e raramente fa d'uopo ripetere la gose. È quindi un buon lassativo, dolce, che non cagiona costipazione ulteriore, ma che non può es· sere adoperato come purgante energico.

Assorbimento per la via rettale d e i medicamenti in s o.: luzion e conce ntrata - CO:-IDAMJ=-<.- (Journal de Médecine et d.e C hiruruie, giugno 1894).

Il dottor Condamin ha recentemente proposto- di soslituire in certe circostanze alla via i[lodermica o gastrica, per ramminislr6zione di medicamenti, la via reltale, e •ciò per tutti gli agenti medicamentosi solubili nell'acqua ed aventi una solubilità sufficiente perchè la dose attivtt possa esset·e sciolta in alcuni centimetri cubici .di liquido.

La proprietà del metodo è infatti di non iniettare che una quanti la minima di liquido che il malato può . sempre facil-

Di Terapeutica

te traltenere e che non necessita l'amministrazione pre- men . 1 di un clistere evacuante. Il dottor sv1 up· pato i vantaggi di questo .metodo sono prmc1palmente 1 ra idità mollo grande d1 assorhrmento; la tolleranza perf att Per il retto, nei casi d'impossibilita materiale di far e a p · d. · ndere per la bocca il medrcamento, net 1 lperepre · d" d. · d l stesia dolorosa della mucosa 1. o di ripugnanza del malato per cerh odorr o cert1 sapor1 ; persistenza della propt•ietà del retto per. t u.tto tempo che si vuole, cio che non SI può ottenere cor ch.sterl medicamentosi e ciò che permette di intraprendere e dr serruir e un trattamento lungo ed energico; la persistenza degli o efl"etti terapeutici; con un'intensità minore forse che co n l'iniezione ipodermica, ma per un tempo più lnn go; la facilità più grande del modo di amministrare la morfina, l'antipirina od altri medicamenti, permettenti ai malati di farsi essi stessi le loro iniezioni ed in presenza della difficoltà di inietlat'e nel tessuto cellulare delle dosr elevate Le osservazioni di Gasco n rifl e ttono l'uso della morfì na. dell'ant1pirina, del salicilato sodico, del liquore di Van Swieten e del liquido testicolare.

La tecnica del processo è mollo semplice; si può far uso ·della siringa Pravaz e di.. una semplice sonda di gomma. Ma è preferibile usare una cannula quasi filoform e che Ct)ndamin ha fatto costruire e che non lascia sfuggirè alcuna del liquido.

La sua imboccatura si adatta alla siringa di Pravaz ed alle altre piJi grandi destinate alle iniezioni ipodermiche. Essa è terminata da una estremità olivare che impedisce di ledere la mucosa rettale nel momento della sua introduzione.

Per la morfina, la quanlltà di sostanza attiva deve essere circa il doppio di ciò che essa sar ebbe per un'iniezione i podermica. Quanto al •eicolo, esso non deve oltrepassare i 4 o 5 centimetr i cubici, perché si sarebbe esposti allor a ad avere un assorbimento più lento del

GILBERT - L'eurofene - (Brit . .\led. Journal, 13 1894).

Il Gilbert si decise, da scettico, a fare esperimenti coll'eurofene tanto lodato per sostituire il iodoformio. L'usò sotto forma di pomata daL' 1 al 5 •;o io casi di ulcere varicose e altro. in scrofolodermi, in una grave scottatura e in ferite con perdite di sostanza. Le ulcere varicose erano in uno stadio molto inoltrato e mediante l'uso alternato dell'eurorene in polvere ed in pomata al 2% furono guarite in circà tre settimane. Nello scrofoloderm-e, numerose ulcere profonde si notavano al collo e a gli angoli della mascella inferiore; trattate nello stesso modo guarirono in poche settimane mentre erano state ribelli al iodoformio, al nitrato di argento ecc. Il Gilbert conchiude raccomandando caldamente di proseguire gli esperimenti coll'eurofene, il quale sembra non uvere proprietà tossiche e consigliando di usarlo sotto forma di polvere e di pomata a vece alterna.

LEO LEISTIKOW :.._ D joduro dl rubldlo - (Brit. M edical: Journal, 13 gennaio 189i).

Il L. descrive la sua esperienza fatta, sul joduro di rubidio il quale molto si accosta al joduro di potassio per essere facilmente solubile, senza odore, di sapor•e amaro salino e mollo stabile. Lo usò in soluzione acquosa al 5 °/0 a lla dose di tre cucchiai da tavola al giorno in oUo ammalati, sei dei quali erano affetti da varie les10ni sifilitiche terziarie. S u uno di essi il trattamento fu sospeso per l'insorgenza d'una congiuntivite. I rimanenti casi erano a) una poliat•trile blenorragica e b) una gomma alla lingua: in quest'ultimo la corizza prodotta dall'uso del joduro polassico scomparve col trattamento. Tutti i casi tranne uno solo, guarirono, almeno apparentemente, dopo una cura di due o quattro settimane . Non si notò alcun disturbo gastrico e il nuovo medicamento fu ben tollerato da un ammalato affetto di cardiopatia.

Di Terapeutica H31

DEHIO - Iniezio ne tntravenosa eU soluzione eU s&le nel colera a slatloo - (Brit. _'\1ed. Journal, 13 gennaio 1894).

Il Dehio sperimentò gli effetti dell'iniezione inlravenosa di sale nel colera asiatico. Egli ronsidera questa iniezione preferìbile alripodermoclisi di Samuel e Cantani. Ha praticato trenta iniezioni in ottanta colerosi con varia fortuna e classifica i suoi risultati sotto quattro capi. Solto il primo, egli fa menzione di cinque pazienti i quali furono ammessi all'ospedaie senza polsi, in istato di collasso, comatosi. Ciò nonpertanto l'iniezione fece salire la pressione del sangue e fece ritornare in sè alcun poco gli ammalati. Ma questo lieve miglioramento non durò più di tre o sei ore e gli ammala ti ricaddero nel coma, dal quaie non poterono essere tralli con una seconda iniezione. Miglior i risultati st ottenne ro nel secondo gruppo di ammalati i quali presentavano anche collasso . Dopo l'iniezion e della soluz ione il cuore cominciò a battere più fo r temente e la temper atura delle estremita si elevò: ma a nche questo miglioramento f u di br eve durata: poiché dopo 10 o i2 ore il polso ridh·enne impercettibile e il colla sso e la cianosi. Una nuova iniezione fece nuovamente migliorare gli ammalali ma la morte non tardò a venire. ' l n, lutti questi casi l'anemia fu persistente. Il 3o gruppo è costituito da cinque ammalati i quali furono tenuti in vita durante il periodo algido, secondo Dehio, evidentemente dall'iniezione intra,·enosa: essi però morirono per i postumi del colera.

In questi i sintomi del periodo algido non ricomparvero e la guarigione sarebbe stata definitiva se le condizioni dei r eni e degl'intestini l'avessero permesso. Finalmente egli riferisce tre casi in cui la guarigione fu completa. In uno ful'ono iniettati 800 cm' della soluzione fisiologica nel 2" 1200cm• e nel 3• 950. Secondo Dehio la morte nei primi tre gruppi fu causata àalle tossine che venivano continuamente riassorbite dagl'intestini. La soluzione di sale non ha azione su queste tossine perchè nè le neutralizza nè aiuta l'or ganismo

RlV!STA a liberarsene. La soluzione di sale può sah·are la Yita solo in quei casi in cui l'avvelenamento non è molto grave e la debolezza cardiaca non molto accentuata.

- La reaorblna, nuovo eoolplente - (Brit. Med. Journal, 10 marzo 1894).

Il Ledermaon dà i seguenti detu.gli su d'un nuovo eccipiente da lui introdotto in terapia a cui ha dato il nome di resorbina; la quale è stata anche esposta all'Esposizione internazionale d'igiene in del Congresso medico. La resorbina risulta di purissimo olio di mandorle emulsionato, con speciale apparecchio, in acqua distillata, con aggiunta di piccole quantità di cera gialla, gelatina e sapone. La sua consistenza finale é data da un poco di lanolina. Essendo in uno stat o di finissima suddivisione, essa è perfettamente adatta a penetrare nella cute mediante una forte strofi nazione e ne basta una lievissima perchè ne penetri nella cu te una gran quantità e con essa le sostanze medicamentose ineorporatevi . EssS; è indicata: 1) in Lulle quelle forme di dermatosi in cui si desidera che una gran quantità di grasso penetri attraverso l'epidermide come nella psoriasi, nelle varie forme di piti riasi, nell'ittiosi, nell'eczema seborroico, nelle sclerodermie, e nelle dermatosi artificiali specialmente quelle dovute al cambiamento di temperatura con tendenza a!redema, all'ulcerazione e formazione di ragadi; 2) come eccipiente è indicata nel trattamento delle psoriasi col pirogallolo e colla crisarobina, in quello del lichene rosso colla crisarobina, in quello dell'eczema cronico col catrame, clelia prurigine col naft{)lo e specialmente in quello della scabbia col naftolo e balsamo del Perù; 3) come mezzo d'introdurre nell'organismo dei medi<:ameoti e specialmente del urercurio col metodo endermico. Adoperalo come un'emulsione mercur iale al 33 1 / 1 oJ., il mercu rio è rapidamente assorbito sol che si facciano lievi strofinazioni e per breve tempo sulle parti spalmate. È privo dello sp;acevole odor e delle altre pre -

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parazioni mercuriali, ma dev'essere adoperato con riguarJo stante l'estrema rapidità io cui avviene l'assorbimento del mercurio.

Bt.ANC - V&lerlanato di amlle - (Brit. Med. Journal, 10 marzo t89t e Reo . de Tilér. Méd. Chir., dicembre 1893).

11 Blanc descrive il valerianato d'amile che è il principio aroma tico delle mele. Il sidro che si ottiene dalla · fermentazione delle mele è stato ritenuto come abbastanza efficace contro i calcoli epatici e ciò sembra dipendere dal fatto che realmente il valerianato di amile possiede una certa azione sulla colesterima. Esso é un lil'juido inodoro, di piacevole sapore preso in piccola quantità. Si può ottenere artificialmente facendo agire l'M. valeriani co sull'alcool amilico. 1 gr. di coesterino é sciolto da 4 11, gr. di valeria nato di mile alla temperatura c!i 37• C. e di 3 gr. di esso alla temperatur'a di 40o C. La sua azione fisiologica rassomiglia a quello dell'etere, ma più di questo esso ha un'azione eccitante e seda tiva nei casi di c.olica epatica. Esso non solo ne interrC'mpe gli accessi ma anche ne previene le recidive. Se lo stomaco é irritabile bisogna pr ima prescrivere l'etere e (1uindi due o tre capsule di 15 ctgr. l'una di valerianato coll'inte r vallo di mezz'ora finchè la crisi non sia passata. giorni successivi se ne continu erà l'uso, ma a più ln ogh i intervalli. Nelle coliche nefritiche, questo medicamento agisce solo come antispasmodi co ed eccitante diffusivo, non possedendo alcuna speciale azione contro i calcoli renali. dismenorree è mollo Yantaggioso: nel reumatismo muscolare spesso produce buoni effetti.

La sua azione sedativa é molto efficace nelle zioni isteriche. Poiché le sue proprietà tossiche sono molto miti, esso può prescriversi al 'a doso di 5 o 6 capsule al giorno: ma è da star premuniti contro i disturbi gastrici.

Influenza del bagni oa l dl sull'eltmlnasl one dell'azoto n e ll'uomo. - - (Ga3ette des Hòpitau:J:, N. 1>7, 189i).

Questo studio sperimentale sull'influenza dei bagni di vapore caldi sull'eliminazione dell'urea e dell'acido urico non è, secondo Forma.nek, ancora completamente dilucidato, e le opinioni degli autori su questo argomento sono mollo controverse.

Barthels, Nauge, Kostinrin, e molli altri ammettono l'aumento dell'urea eliminata: Koup e Senator non trovano alcun cambiamento; Koch, Simanowsky, Makoviecky banno constatato una diminuzione del t'urea sotto l'influenza dei bagni di vapore, Richter ha trovato, nel cane, un aumento note vole.

Formanek ha fallo ricerche sopra sè stesso e sopra studenti di mediciua, ed ha determinato in modo preciso la quanlita d'azoto dell'alimentazione d'una parte, ed ha analizzato. per altra parte, le orine molli giorni prima e dopo il bagno caldo. L'autor e insiste sopratutto sulla lunga durala e sulla temperatura elevata del bagno . La temperatura del corpo si elevava soventi a 39<> e 40•. Formanek è arrivato alla conclusione che, in queste condizioni, vi ha aumento notevole della quantità d'azoto eliminato . Le contradizion i dei citati autori sarebbero dovute ai metodi insufficienti di r icerche, alla breve durata del bagno, alle differenze costituzionali degli individui sottoposti alle esperienze. Nelle sue ricerche concomitanti sul sangue, Formanek ha potuto constbta1'e un aumento del numero dei leucocili dopo il bagno. Prima del bagno essi erano nel rapporto colle emazie come 1 a 1000; immediatamente dopo il bagno come t a 700.

STEPP. - Trattamento d ell' uloera dello atomaoo.(Brit J.fed. journ., 27 gennaio 1894)

Slepp descrive un metodo che egli ha seguito con successo negli ultimi quattro anni, il cui sco po è di preYe nird l s fermentazioni nello stomaco e di esercitare un'azione tonica sull'alterata sna superficie. Egli ha ottenuto quanto desiderava mediante il frequente uso d'una soluzione acquosa al '/, p. 100 di c loroformio addizionato di magisterodi bismuto quantunque l'azione di quesr ultimo sia da ritenersi di secondaria importanza. La soluzione è somministrata alla dose di due o tre bottiglie al giorno.

Stepp dice che il cloroformio preso internamente non ha proprieta anodine o narcotiche ma piuttosto tonicha astringenti ed antisettiche. Egli riferisce pochi casi nei quali sono mostr ati i benefici di questo trattamento. Se esistevomito ed ematemesi, il cloroformio fa cessare l'uno e l'altra. Una sensazione di bruciore accompagna o principia r uso del cloroformio, probabilmente causata dall'azione di esso sull'ulcer a, ma questa sensazione scompare dopo olto o dieci giorni. si notarono spiacevoli conseguenze; anzi la lingua si pulì e l'appetito aumentò. Alla fine della 2• settiman:l l'amministrazione del beeftea divenne possibil e, nel111 3' si poter ono aggiungere le uova e più tardi cibi alla primitiva alimentazione.

MERING - Due nuovi anttplretlcl. - (Bril. Med. Journ., 20 ge nnaio 1894).

T. v. descrive due sostanze le quali posse...,aooo Or> marcate proprieta antipiretiche e antinevralgiche. Una di é chiamata empiricamente neurodina e chimicamente acetil-p-ossifeniluretano e risponde alla formola:

C OC OCH, H, NHCOOC H " !

RIViSTA

Questa sostanza è sotto forma di cristalli, incolori, insapor i e molto solubili, i quali non producono alcun effetto quando sono somministrati al coniglio alla dose di 2, 25 g r. Dopo altri esper imeuti negli animali esso fu amministrato come antipiretico in 24 casi e come antinevralgico in 30. Nei pr imi la dose fu di circa 40 centigr. e la temperatu ra si abbassò sempre di 2°,5 a 3• C. spesso gradatamente ed eccezionalmente rapidamente con profuso sudore. La temperatura si elevò in seguito nuovamente alcune volte con brividi. Sono ri portati alcuni casi di nevralgia in cui furono dati 75 centigr. la prima e tutt'al più la seconda dose s i mostrò efficace. La sciatica e i dolori dovuti a tu mori cerebrali non subirono alcuna modificazione. Non si ebbero a deplorare effetti spiace,•oli. Alcune volte la neurodina si mostrò più efficace della fenacesina e può altern arsi con questa e darsi contemporaneamente.

L'altro antipiretico è la termodina cioè il p. etossifeniluretano colla fo rmola chimica:

Esso si mostrò efficace come antipiretico ma non come antinevralgico. Come la neurodina la termodina è costituita da cristalli incolori e quasi insapori W centigr ne vennero dati in 50 casi di malattie febbrili e produsse un abbassamento di temperatura di 2· a 2•,5 C. che avvenne gradatamente e senza sintomi spiace voli. Le piccol e dosi sono raccomandate nelle tisi.

GUINARD. - D dlaftolo .- (Brit. Med.journ., 27 gennaio1894. e Luon Méd. 7 gennaio 1894).

Guinard fece una comunicazione su questa sostanza nelle sedute di dicembre della Società delle scienze m ediche di Lione. Essa è chiamata da Merck cltinaseptolo e il suo vero nome è acido ortochinalinmetasoifonico: il nome diajtolo é stato proposto per la sua analogia coll'ossichinaseptolo che

DI IER,\PEI.:TICA 1137

l e ll·anerina Descrive i suoi carulleri e le reaè dello anc 1 ' · . .

.

• 1 · ·cl e che val crono a fat·Jo riconoscere. L azwne bat- ziOni C umi l <>

. . d l diaftolo non è grande ma essa aum enta quando teriClda e . f d · · ·

. · r in soluzioni alcaline tJ·as orman os1 cos1 m un lo SI sciOg Ie . . . d . l. "d _, .

1 t Una .,.0 Juzione di d1aftolato d1 so a e 1mp1 a e ui co- d•afto a o. . . .

· 11 . dopo un contatto di t1·entacmque o clllquanla ml- lo re gla o. 1 a

.

1 b 'Ilo pioa-ene fetido e collo stafi,ococco pw..,ene nut• co acl e · · · · r 1 ·i ues• 1 · U ua dduzwne di ,ha lo o essa uccH e lf ' "' . 100 attenua la coHura del bac11lo del carbona 0,05 gr . P· . 1 .. ma nuella al 0,10 gr. p. 100 lo distrugge. c 110, . . . d' J•: k" lopo Gli effetti tossici ne sono 1Iev1: un cane 1 v .e· 1 1.. · · 006 .Ji. 3 «r non all1'i disturbi che un lieve ab - ,n,ezl " ,... · bassamento della tem peratura. L'orina conteneva gran del medicamento: aveva color gia!lo e r eazione non :-i mantenne pa recchi giorni senza e neanche andò soo-o·etta alla fermentazione ammon1acale anche bO • quando essa fu mescolata al micrococco della fermentaziOne ammoniacale. La dose letale per un coniglio fu di ·i-50 cc. d'una soluzione al 2 p. 100 iniettata nelle vene, Il che è eguale a 10,80 co·. del medicamento e a 3,10 gr.. per kg. di coniglio . 11 fegato del coniglio rosi avvelenalo mantenne quattro 0 cinque gior ni sen7.a decomporsi anche se tenuto in una stufa a 35 C. 11 diaftolo è facilmente tollerato dallo stomaco e dall'intestino ed é. perciò forse destinato a rendere importanti servigi nell'antisepsi gastro- enterica ed in quella dell'apparecchio gen•to-u rina ri o, poiché è cvsi poco tossico, pos:'iede sufficienti proprietà antifermentative ed è eliminato m massa e senza decompor si dall"orina.

FRASER. - D midollo delle 018& nell'anemia pernlctosa. - (Brit. Nfed. Journ., 2 giugno 189}).

11 prof. Fraser riferisce un caso d"ttnemia pe r niciosa guarita mediante l'uso del midollo delle ossa di ma nzo e di vitello. Quantunque esso sia unico pat•e s e ne possono r1cava r e utili insegnamenti.

11 paziente, un giardiniere dell'età d'anili 60, entrò nelrini2

Dl Terapeutica

fermeria reale il 30 sett. 1803. I sintomi cl1e presentava erano: ''omit0, diarrea, edema ai piedi, modica ed ircegolare ambliopia, emorragia retinica, anoressia, dispnea, ed infine completa prostrazione di forze. La malaltia data,·a di circa 4 mesi. Benchè il prof. Fraser• desiderasse d 'incomiociar·e subito il trattamento col midollo delle ossa, pure lo stato dell'ammalato era cosi p-ra'e e i risulla!i fin qu i ottenuti da questo metodo erano cosi contraddittori, che egli credette opportuno d'usar prima ! soliti rimedi consigliat1 contro l'anemia perniciosa. Dopo aver pr6vato la loro inefficacia, si sperimenta il midollo. L'intero trattamento fu diviso n ei seguenti o tto periodi :

Primo perio,fo. Due settimane, nessun trattamento medicamentoso. 1 globuli rossi oscillavano tra 1,800000 e 1,460000 per mc• e l'emoglobina tra 28 e 30 p. 100 il peso specifico del era 1038. I globuli erano deformati e non pile. Emorragia retinica ad ambo gli occhi.

Secondo periodo. Due settimane e mezzo, cloruro ft:!rrico 6 a 12 grani al giorno. l globuli si abbassarono a 900000 per mca e l'emoglobina al 20 °/0 • Peso specifico del sangue 1036.

Terzo .periodo. Otto giorei, il liquore arsenicale (15 e goccie al di) fu aggiunto ai 12 grani di cloruro ferrico. Il numero delle emazie si abbassò a 843000 e l'emoglobina al 18 p. 100. Il peso specifico del sangue si mantenne a 1036. Quarto periodo. Tre seltimane. fu continuato fuso delrar·l"enico e del ferro ,.i aggiunse il midollo delle di manzo, crudo, alla dose di 3 once al giorno.

Un immediato miglioramento fu notato alla fine di periodo; e il numero degli emociti si elevò a 1800000, l'emoglobina al :l;> p. 100 e il peso specifir.o a '1012. H paziente cominciò a riacquistare le forze: potè rimanere molte- ore fuori del letto e l'appetito fu mollo migliorato.

Quinto periodo. 26 gior·ni, midollo d'ossa di bue, arsenico, salolo (15 a 30 grani 1:11 giorno). Il miglioramento fu continuo. si aumentarono a 2470000, l'emoglobina al 55 p. 100 e il peso specifico a 1047. Il p a ziente si sAntiva mollo più forte, la sua carna;..rione divenne rosea avendo l. - ario colorito aiallastro. Si notò anche aumento perduto ortgtn o di peso. . d Midollo d'ussa di bue e di Yitello e salolo Sesto perw o. . · · ·11 · _ · 1 giorno). Il numero de1 globuh ross1 osc1 o (l"> a 30 gram a . . . . fN\1\j\n l' - · d1 · U30000 ed un mmw.o d1 3'1VVV'JV: tra un masstmo · ·fi · 10"8 . - - 70 p 100 e il peso specr co ;') . globma tra 1a e · c 0 più re"'olari nd la loro forma, e ormavano Le emas1e eran " . . . 1 il Il ·ente pote,·a eseguire ptccoh lavor1 nelle sa e belle p e. paZl · • · d · t're c:taochezza: erano scomparsi l edema, 1 o- r1sen 1. · Jc<c1 · la cefalea e i soffi venos1 al collo. lor• nevra ,1 , , · b d' · Settimo periodo. Un mese, midollo d dt e l tello e cloruro ferrico (6 a 12 grani al giorno). Gh 1 rimasero, salYo piccole oscillazioni, a 3400000, l'emoglobma .a 70·75 p. 100 e il p eso specifico del sangue a 1059. Il paziente lavor i più gravi com e p. es. trasportar e carbone su per lungh e sca le : rimaneva tutto il giorno fuo.rl del letto e non pr esentava p iù alcuna tt·accia di emorrag1a retinica.

Ottavo periodo Non ultima to quando questa zione fu fatta all'XI congresso medico; midollo d'ossa dr bue, fer r o e salolo. 11 miglior amento fu costante: i globuli rossi a 1-000000, l'emoglobina a11'85 p. 100 e il peso specifico a 1060.

L'ammala to abbandonò l'infermeria il 19 1894 in condizioni tali da far dire a lui stesso che senticasi rifatto. Le emazie erano 3900000 per mc•, l'emoglobina si eleva,·a al 78 p. 100 e il peso specifico a 1058. I globuli r ossi aYevano un aspetto normale, solo alcuni d i ess1 presenta,·ano co,le: mancaYano i megalociti : non vi era eccesso di leucociti o di piastrine del sanguP. È da notare che qneste erano <:ompletamente mancanti anche quando l'ammalalo prendeYa grandi dosi di ferro e arsenico mentre che appena d0po l'inizio del trattamento col miòollo delle ossa cominciarono ad osserYa rsi prima in eccesso e poi man mano si ridussero .ad un numero moderato quando il sangue acquistò una con<lizione quasi normale

Quantunque unico, il ca s o surriferito è molto istr uttivo e

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