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lL PUS BLRNORRACJCO E L'IEQUIIHTY

servi molte volte della sindectomia ed ebbe a constatarne i favorevoli risultati: però consi gliò di asten ersi dalle cauterizzazioni col nitrato d'argento , poiché egli ebbe a deplorarne varie gravi conseguenze; e cioè: lLDa volta un 'escara ùellu sclerotico, un'alt1·a una grave iridite suppurativa, una terza un asc esso della corneR ed un a quana voìta un'infiammazione intensa della cornea e della sclerotica.

l mig liori ri su ltati egli li olleune contro il panno co rneale, per la cura del quale mostrasi anche fautore della inoculazione del pus lil en •HTagi co. Chè anzi esperimen tò pure l'associazione dei due mezzi cu rativi in ocula udo in alcuni casi il pus subito dopo p1·aticata la si ndectomia , ed in altri eseguendo la tonsura a diversi peri odi dell'oftalmia purulenta provocata dall' inoculazione: i risultat i furono meno sodd isfacenti nel primo caso che nel secondo, in cui rileY ò pure che la suppurazione fu assai più iu tensa.

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Il Lawson, dopo ripetuti esperimenti, renne alla conclusione che l'inoculazi one del pus blenorragico è preferibi le nei panni corneali molto spessi i quali interes,.;ano tulla la cornea, mentre la peritomia trova miglioro appl icazione nelle che1·atiti meno vasco lari zzate, contro le quali l' inoculazione può presentare dei da o n i ser ii. Asseri sce p nre cbe qnanòo la non è mollo intensa l' op erazione pr el iminare della siodectomia può se rvir e n preparare l'occhio all'inocu lazione del pus, otL&ncndosene un risult ato pitl completo mentre i diminnerohhero. Infatti quando l'occhio è del tutto gua1·ito dell<l peritomia , l'azione liel pus sarit molto mitigatn, perché essendo la Ilogasi purulenta proporzionale alla gnperficie di CXlngiuntiva oculo-palpebmle, dopo l'a sporlaziont> di essa, la sua estensioue non so lo è diminuita , ma per di più al suo posto formasi un<l int6rno nlla co rnea , cica tri ce che in

NELI,A TERAPEUTICA OCULARE

eerlo modo serve di barriera al progredire del processo sn ppura ti vo congionLivale .

Il Warlomonl, dopo esperienze praticate nel decennio 18i l -1 88 1, raccomandò vivamente la sindectomia nelle affezioni panui formi della cornea, dichiarandola un mezzo veramente eroico , la cui azione è più eflicace se è associata alla cauterizzazione della sclero tica mercè il nitrato d'a r gento, 1Ì1a non suole essere pronta, bensì lenta e sieu ra nel termine da 3 a G mes i.

Qu esta operazione. egli dice. ha detmnizznto il metodo dell'ino culazione del pus blenorragico, che dev'e$sòre ri ser· valo esclusivamente ai casi di cher at iti tolaii asso cia te a granulazioni palpebrali voluminose, quali si co ncenu·a l'azion e I'ISOiutiva del processO GogosliCO provocato dal pus. t)ua.ndo il ponno non è es te so a tuua la superficie cornea:e e quando la co rn ea presenta delle ukerazio ni , l'inocu lazione è contro ind icata; e cosl pure se il panno è unilaterale, giacchè, nonostante og ui precauzione, si potrebbe contagiare l' occhio sano.

18i9 il Brì òre riferì elle, su 19 cas i di panno corneale colla sindectomia, 4> rimasero immutati, 1'2 guari1·ouo completamente e gli altri midiorarono; dill'et·enze di ri sullati r. Ile eg li att ribui all'incompleta asportazione vasale.

Ri guardo all'uso che deve farsi della sindectomin e dell'in ccnlazi one del pus blenorragico eg li si dichiarò della stes:.a opinione ùel WarlomonL, e consig li ò di di pus dell'ottalmia purulenla dei neonati o del pus dì uomo nou s irilitico, d1e abb ia con tralto la blenorragia con donna all eLLa da leu correa . Se non che postet·io1·mente egli fece accurati esperim enti col pus blenorragieo per accreditarne l'uso, gi acchè il metodo tlell 'inocu lazìone, a causa degli in success i. era stato di chiarato temerari o e lìn anco imm o· ral e, ma lini co l dare la preferenza alln sind ectom ia.

TI Critcl1 ett , pure ammellendo che l' inocnl az io ne del pu s gi ov i nei Ca.Qi di panuo tota le, la ritenne tnllavi:J per icolosa quando questo si a parzial e , e deplo rò che la peritomia fosse caduta in un ohlio immeritato.

L' Abadìa, quantunque fuut ore dell ' inoculazione del pus. con s :gliò non dimeno di ri co rrere alla pe ritom ia qunndo vi è pan no sen za granulazioni o con grannl azio ni le quali si presume possano guarire co i mezzi ordi narii: quando inv ece e:;se so no voluminose e resislono all e al tre cure, allora de vesi ri co rr ere all'iniezione del pus, gia cc hè l'az io ne della hlenorragi a provocata s'esercit a co n grande pred ilezione sulle veget azioni palpebrali a vant11gg io della comea, sulla qual e delta azi one r es ta qna;;i se mpre mite e limitata alla superfi cie.

Nel · 1886 il P rouf, a l congresso del la societ à francese d'otta lmo logia, sostenne l'efficacia del la peritomill parzial e praticata in vi cinanza d<>gli ascess i ed nl ce ri gravi periferi ci della cornea. Si soll eva un piccolo lembo di congi untiva e si nsporta in modo che oltrepassi d'u n mill imetro circa da crasc un lato il settore della cornen che è sede dell'in fìamm aziooe. Favo•·evoli r isultati con qu es to metodo erano ottenuti gia prima del Prouf da Armaignac.

Il Poucet con f<> rm ò a nch'egli che la peri tomi a parzi ale dia risultat1 ma, pei molti filamenti! tagliati avreube vis to sorgere delle nevra lg ie persisten ti; però questa compi ica zio ne non è stata nola la da altri operator i, e pllò ritenersi quindi nn nccidente molto problematico.

Chibret o molti a ltri co mm e ndarono l'u so della si ndèctomia nella cura fl ella chera tite pustolosa , se re- eidiva ; il ris ul ta to fa,' orevole in questi casi s uoi essere pro nto e sicuro.

Conlro le macchie corneali rece nti , sostenute da vascolarizzazi one più. o meno no te vole, la sindec tomia è stata ricono.>c iuta ut ili ssi mn, giacc hè pr(lvocando l'atroH a dei vasi si inizia il ri sc hiaram eoto della co rn ea, il f!uale poi si cerca vi eppiu di favorire co n altri a1latti mezzi terapeuti ci, qu ali il calome lan o, le pomate dì precipi ta to rosso e giall o, le ::o luzioui di iod ur o po tassico ecc.

Il De fautore a nch 'egli della sin dectomia in · vari e alfezi oni, pu r riconoscendo che l' in oc ulaz io ne del pus per la cura delle grnnulazioni inveterate e ueJ !JUOUO corneale r·ibelle ave va preso un posto importan te nell a terapeuti ca oculare, tutt avia confessò d'essere stato sempr e ripu gna nte dal ricorrere ad uu tale mezzo, sia perchè non so rr ideva l'idea. di r.o mb allere una malattia co ntag iosa con nn 'altra non meno grave. sia perchè non semb ravagli pu nto conveniente tali es perim en ti in clini ca. Persuaso nondimeno che un'infiammazion e pur olenta sp ieg hi un 'azion e laoto più favor evo le sull 'occh io affetto da cherato-congiuntivite granul os a quanto più acu ta è la flogosi stessa, fe ce rip etuti tentativi all o scopo di cercare di sostituire lo stato di purulenza che provoca l'inoculazi one del pus mercè l'uso prolungato di compresse !.agnate in infusioni aroma tiche ca lde; ma dovè rinun cia re a queste pr uove, giacc hè la purulenza sviluppava si molto lentam ente e non aveva nè l' intens ità nè la dtu·ata sufficient e per produrre un potente elretto elimin atore sul le gr·anulazioni e sul panno.

Nel ·1882 invece egli per prim o in Eunlpa e bhe a sperimentare razione dell ' infuso dei semi di ieq uirity (A bnts Prtcat ot• itts), che da tempo r emotiss imo era ad opera lo nel

Brasi le come rimedio popola r e nella cura delle aiTezion i oculari.

Gilr prùcedenll•me nte la l'iuomata casa di prorlolli ch imici R iwllld e Bnsart di Pari;.:i aveva pregato il professor·c Dc Wecker eli sperimentare sugli occhi nn alcaloide estrailo dai H'mi di ie1111irity ma questi non ne otte nne alcu n en·euo.

Poco tempo dopo un ;mtico cliente dello stesso profes· sore. trovandosi nel 13ra:>ile. ebbe a patire una recidiYa di cherato-congiurllivite granulosa che lo ridusse truasi cieco, e di cui guarì mercè l'infuso dei semi di ieqnirity. Perciò credè opportuno in' iare al De Wecker a Parigi i semi de l rimedio da cui aveva otten uto tanto giovamenlO, indica nùog li i l modo :come soleva adoperarsi io America. l i De Wecker· infatti istituì nna serie di esperiment i coi qual i venne a ll e seguenti conclusioni.

11° Che l'infuso eli ieq uiri ty è un mezzo sicuro pe r provocat·e un'oftalmia purulenta o meglio crupale, la cni intcnsitit cresce se tnvect> d'adoperare l'infuso per semplici lozioni, si tengono per qualche minuto sulle palpebre rovesriate Jelle comp resse hag nate io esso. La congiuntiva per lo più dhenta turgida r si ricopre d'n na memhnna crnpale;

L'applicazione è poco doloro.-:a e proYOca, al pari del pu<: blenorragico , una pronta purulenla, col vantaggio però che non adoperasi una materia presa da tocliriduo, sulla cui costituzione non si è mai abbastanza sicuri;

3• \ l oclerondo piit o meno l'app licazio ne del r imedio mercè l'uso d'un numero maggiore o mi nore di lozioni, o va r·iantlo la concen trazione dell' inf uso, si può assai meglio domi nare il grado di puru lenza che si vuo le otte ner e,

:-m LLA TEIIAPKUTICA OCULARE 79 mentre co ll ' i noc ul azione de l pus, nè la fJua nt ilit, nè la tfu alitit dell a ma teria da inocula re possono fo rn ir·ci una mbura qualsiasi . Così, me n tre l'azio ne incompleta d'uua purn le n t. t provocata da una pt·ima applicazione d'mfuso di ieq uiri ty potrà essere facilmente accresciu ta r.on una srco nda e più ener:..rica applicazio ne del rimedio, è hen di tlic ile far e altreuanto col pus, anche perchè è hen raro trovare infe r mi che si prestino alla ripetizione dell'inoculazion e. l risultati furo no soddisfacenti negli infermi afTelli da granul azioni croni·he torpide. associate o no a lesioni corneali: a nche nei casi in cui esistevano affezioni ulcerose della cornea, J' cQ"etto fu per lo più favoreYole o almeno ese nte da i pericoli inerenti all'inoculazione del t- 0 l. :t co rn ea durante l'evo luzio ne dell'ofta l mia iequir iti ca non co rr e alcun rischio posi tivo: bisog na però avet· cura di non fa re una seconda lozione se prima nou si i• sicuri che l'azione della precedente abbia raggiunto il suo colmo, ciot\ dopo l O o 24 ore. Frrt i numerosi esperimenti esegu iti , in un so lo c:-.s,:,, in cni l'oftalmia iequiriticn fu !li inten !\a da aspetto si produs!\e sulla cornea una desquamazione circoscritta e passeggiera; :)o L'infuso, di cui De Wecker propose deve p repa ra rsi con òieci grammi di semi decorticati e ben pol' er izzat i, che si lasciau o macerat·e per .H ore in GOO grammi di fredda, per poi riltt·arla . Talora egli adoperò senza incnm·eo ien ti l' in fu' o al 3,3 p. cento; ma questo iu generale de'e ritene r si troppo energico. L'infuso fatto a fredd o :; embra pitt efficace di quello ottenuto a caldo. :\ ella magg ioranza dei casi no n furono neces:;arie pit't di !l lozi oni , praticate nello spazio di t re gior·ni; e quanto più la con g iunt iva è alterata ne ll e sue q ualitil li sio log iche e da tess uto cica tri ziale, tanto pit't dilfic il me u te l'i nfuso p rovoca l'i nfi ammazione.

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