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RIVISTA MEDI CA

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DI OTTALllOMETI\lA

DI OTTALllOMETI\lA

D e lla at azlone aut talloni nel mtopattot. - P . RICHER e H. MEtOE. - (Jott rna l de médedne el chi r urgie, Vol. LXV, N o 14).

Nei s ogge tti miopaLi ci, le fibre muscolari man mano che si att·ofizzano so n o sostituite da tessuto fibros o . Qu esta modificazione si osserva specialmente nei muscoli del polpaccio, le c ui fibre musco lari sono corte ed a mmucchiate e ne risultano molto rapidamente retl•azioni fibrose molto pronun· ciat.,. Ora malgrado questa trasrorm azione, la stazione in piedi ò possibile, perché il muscolo gastrocnemio un po' diminuito nella suo lunghezzu agisce come un vero legamento; la sua al(ione puramente passi va s i) limita ad impedtre le 11 essio ni in avanti della ga mba s ul piede, per a mantenere l'equilibrio nella s tessa guisa dei legamenti dell'anca e del ginocchio.

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E facil e del r esto consta ta r e il ra cco rciamento, percht:l si può nota r e che il tallone non r iposa sul suolo cosi per fettame nte co me nei sogget ti normali e si possono anc he fa r s civolare al disotto di ec;so regoli più o meno spessi.

Ma se In s tazion e in piedi è fa cile mal grado le re t r azioni fibrose, 'l u este arrecano un ostacolo assoluto alla r ealt ua.zione della sui calloni.

S e si in vita un miopatico ad eseguire questo movimento cosi facil e a r ealizzare per l'u omo normale, s i vede c he ,, as::;olutam ente :ropossibi le al malato di distaccare da l s u olo la punta dei piedi; le di la sole sono leggerm ente sollevatA. Per quan t i s forzi faccia, egli non può giunge r e a posars1 unicamente sui talloni. Questo sogno ha una reale imporlanze, pet•chò, anche quando 1' at t·,•fia non si rivela po r

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alcuna modificazione appt•ezza bile delle ft> rm e esteriori, esso permette di affdrmare con certez za l'm vasiooe Obrosa delle masse muscolari, e quindi di la dia g nosi di miopatia

L'incapacità funzionale di sJllevare la punta del pieJe n o n dovuta alla d ebolezza d ei muscoli d ella r egio ne anleroeslerna d ella gamba, pe1·cuè si prov tl. una Nsis t enza invincibile quand o si cer.::a con la ma no di flettere il piede s ulla gamba. Ap pena si può nei casi meno pronun•!iati arl'ivare Ono all'an golo r e tto me n tre che ne 1 soggetti not·mali si gi u nge fa cilmente fino all'angolo acuto. Ciò che im ped1sce la realizzazione di questo m ovimento è la resisteot.a considet•evole t•i :;u lla dalla trasform a zione librosa det muscoli della regi one posteriore d e lla gamba.

Un'altt·a con s eguen1.a dl questo accoz·ciament o dei muscoli gastt·ocnemii consiste nel fatto che i malati, quando camminan o. non ap poggiano il loro tall one sul s u olo cosl co mpletam ente com'l lo frtnno gli individui sani; a lcu ni commin a no sulla punta del piede.

È loz•o ugualme nte impossibile di accosc iars i, necess itando <JUestomov imento anche la flessione iu a vu o ti della g amba sul piede.

Per la med esima ra gione, un oggetto fJUalsiasi interposto t ra ti suolo e la punta de l piede, una pietr a, un pezzo di per esempio, qualunfJue siasi il lor o spessore, obbligher anno questo mala to a fermarsi nella sua mat·cia.

T utti questi segni sono importanti ' luanlunq ue i malati rieb iamino raramente d i per se sless1 l'atten.done su questo argomento ; ma tra essi 1 u;npossibil!tti di te n ersi sui talloni coslituis e un segno rivel a to r e di pt·imo o rdin e, perche esso può essere il pt•imo in lizio dell"esisLenza d1 una fl bro::>a prodot ta da ll'mizi a nte miopalia.

-Q PePtN - La. oonta.gtoalU. dell' a.mtgdaltte aouta . (Journ.al de m édeei n.e et de chirurgie, Vol. LX\", 1 i).

Numerose pubblicazioni hanno dimostra lo che alcune ton13illili acute e rano evidentemente contagiose. li dott. Pepin ha questo modo di vedere, in una sua tes1, apportand ovi pe 1·sonali. In una famiglia di cinque pers one, egh l•a v1sto venire successivamente colti da tonsilli te la madre e due fanciulli, mentre che il padre eJ un fanciullo soventi fuori di sfuggirono al contagio.

In una scuola frequentata ordina riamente da 175 a 180 allievi, si ebbero simultaneamente iO a 50 assenze, quasi t utte dovute n tonsilliti, di forma benigna però e c·he guari rono tutte.

Pepin cita ancora vari falli dello stesso genel'e, os:<ervati in campagna nelle case isolate ove l'influenza del con ta g io è per conseguenza piu fa c il e ad essere dimostrata, e queste osservazioni provano semp1·e più la necessità di curare la tonsi llite più attentamente di ciò che si fa gene r almente e di adop9rare misure profìlatliche.

È necessario c urare le lesioni croniche della tonsilla causo al contagio: ciò diviene in dispensabile n•' i soggelli che sono già s tati affetti da tonsillite e c he sono più espos ti degli altl'i al

Quando si constata un ca s o di amigdalite, s i dovrà, se é possibile, isolare il malato ; essendo l'affezione di breve durata, ciò non p resenta gra ndi òifficollà. Nei casi in cui ciò sarà s i allontaneran no i fanciulli e le per sone le cui tonsille sono slate malate p recauz ioni semb r ino esagerate, pure fa d 110po non dunen tt care che per he.njgna che e s sa sia d'ordinario, la tonsillite acuta può determinare g r avi complicacazio ni locali (otitiJ o a distanza, e che in tutti i catoi essa deprime si n golarmente le forze e u é segu ita da una convamolto lunga.

Si racco mand e r à ai maiali di s putare sempre in un vaso contenente un liquido antiseltico e si sor veglierli la dislllfezione de lla biancheria e degli oggetti che loro av1·anno servito. Inutile aggiungere ch e la 11tess a pr ecauzione !"arìl presa dal medico pet· i suoi str umenti (abba ssa-lin gua).

I nfine si polr·anno prescrivere p r eventivamente lavature della bocca e gargarismi coll'acqua s e.licilata t per 1000, con l"acqua fe nicala l per 100, e borica 3 per JOO.

RtcOCB0:-1 - D eform&zlonl congenite nelle f&mlglle ohe hanno c o munemente tuberoolotlol . - (Journal de médecine etdechi r u rgie, Vol. LXV, N•14).

Il dollor Ricochon di ce che la predisposizione alla tubercolos i si manife:;;ta in cert e famiglie con stim ate morbose, con l'tali patologici, con defo rmazio ni congenite, la cui coslan za, la cui rip etizione non possono essere ritenute e che sono per lui come dei specifici del terreno organico naturalm e nte tub e1·colizzab ile. Cosi su 4!l famiglie in ciascuna delle quali egli a Vt! Va consta lato dei tubel'colotici, egli riscontrò in altri memb r 1 di quelle famiglie 38 cosi di lussazione conge nita delranca. Questa singolare deformità, per la sua fr equenza, per la sua faci le constatazione, rich ia ma subito l'attenzione; ma ve ne sono all1·e chP, per esser meno visibili, non offrono pe1·6 min o re in teresse. Ba sta essern e avvertiLi e volerle cerl!a re per trovarle. Ricoch o n ha così notato l'asimmetria d ell a faccia, le orecchie con margine irt·egolat·e, le inegua g lianze n ell"allezza delle sop r acciglia, le d efo r milà della volta na sale, della volla palalina, l'atr ofia del labbro superiore, denti male impiantati, la fìmosi, l'inclu sione testicolare, le e1·nie ecc.

Tu tte queste lesioni sono il r isultato di un' imperfezione vital e e dimost1•ano che ne lle famiglie in cui s1 ri scontrano, la vi lalità è p r ofondamente intaccata, che la lotta per la vita vi di venlr. mollo diflì,\ile; la tubercolosi p e rciò ha probabil ita di compar•it•vi. Così, tutte le volle che il me(lico Achiomato a vi!'ita re un membro di quell e un po'sospetto di tubercolosi, anche che sia vi so llanto il dubbio, egli deve sempre conside rare la malattia co me co nfermata ed applicare rimedi energici. P e 1· stabilire la diagnosi, si dr-·•ra semo re ri cercare s e n on sianvi nellu famiglia, l1'a tu tt i gli altri vizi, dei membri affetli da lussazi one cong mila dell'anca. È necessario agg iun gere che pa1·e che i memb1' i di una famiglil'l affetti manifesta mente da deformazione con!?enila sieno precisamente qu elli che sono meno esposti alla tubercolo s i. Si d1rebbe che il fatlo dell'esistenza della defor mazione ha esaou·ito in e!':si la predisposizione morbosa che diviene cosi una condiz 1one a quelli cile ne sono sfuggiti. lllanifeatas foni boooaU della n e uraatenia. - MENDEL.(Journal de el de chiru rgie, Vol. LXV , N• 13).

Amlgd&Ute cronica coU - baoWare. - LER)rovez, HeL:>.1E & BAR BIE R. - (Journal de médecine et de chiru rrJier Vol. ta).

Gli auto ri hanno oss1 rvalo in un gio,·ane di 17 anni una tons ll lite di una forma del Lutto speciale: essa era Ct1ratterizzata da un·ungina che dura'a da vari mesi e resisteva a tul'e le curo, con un essudato costituito da puuti biauca-.tri mollo analoJ:l'i a qu<'lli della faringo-micosi leptotrica. Non si ottennP la guarigione che con lo sminu zzamento delle tonsille susseguito da cautelizzazioni iodo-iodurate forti: l'e!'ame battE>riologico d fece scoprire il batteJ•i o coli-cornunoI"JUasi allo slsto di purezza.

Clinicamente, questo lon !i' illil e i> caratterizzata dalla l;.Ua evoluzione cronica, dalla lenacilà estrema, dalla mancanza eli fenomeni dolo r Mi o funzionali, òa un riverb era notevole sullo stato genE> rale, non proporzionato con la lesione locale, dalla mancanza di riveJ·bero ga n g l:onare o nelle vici· nanze. Infi ne l'aspetto è caratter-istico: l'ess uda to è di consistenza se mi-moll E', di colorazione bianco sporca. forma piccoli amma!'si puutifo r•mi che spor gono fuori delle cavità amigdaliane; vari punti confluire e simula r e una falsa m embr ana spessa, resistente, non dissociabile nell'acqua, ma poco aderente: la sua esportazione non fa Mnguinare la muco i;.a cbP. al disotto d i essa, non presenta lesioni.

Ques t'affezione t\ probabilmente più fr equente di quanto si c r eda ed, a pa r ere degli autori, ba dovuto essere conrusa con la faringomicosi.

;\ l en d e l ha c italo vat·i l'atti tendenti a dimos tr a re che la neurastenia può presentare manifestazioni spedali da parte llEOlCA della bocca ; anzi le localizzazioni boccali di qu esto stato gene r ale sembrano multiple, dall'a umento della sen.,ibilit(l tatWe dei deuti, dall' ipe restesia della dentina e d ella . boccale fino lai dis t urbi trotìci più profondi modiflcanll 1 te;;suti nella loro vita elementare e cagionanti disordini considerevoli.

11 quadr o clinico seguente, che Vian ha descritto rife r endolo all a periodontite cronica è un esempio dt ùislu•·bi tr oflci. La lesione io discorso è caratter izzata nel peri odo di s ta to dalla mobilità molto grande e dalla scomparsa quasi completa delle pareti alveolari e dall'a ssenza della suppuraz ione. La malattia non interessa cho un solo ed unico dente e le lesioni che essa p1·oduce sono nellamenle limitate alla r egione corrispondente "al dente colpilo. l denti vicini non presentano a lcun disturbo da parte dell'alveolo e legamento e sono al contrario molto solidamente fissali al mascellare .

Quantunque la carie dentaria si a frequente nella bocca in cui questa malattia si osserva, pare che essa non abbia alcuna r elazione con quest'ultima. L'evoluzione dei feno tueni morbosi non è p1·eveduta :rla alcun periodo infiammatoriO a cuto da alcun sintomo subiettivo. Il proces!'o é indolente, , lentam ente progressi vo.

La gengivtt non presentn che modiflcazioni poco bili. Essa è leggermente ispessita, iperlrofie&, scollata intorno al dente malato, che si muove com e in un sacco. Il margine li ber o della gengiva conserva però il suo livello normole e ropre il collalto dell'organo interessato. N PII' ullimo periodo, la mobi lit.à è estrema, la gengiva è più congestionala, il riassorb imento alveolare è completo. Il dente non è tenuto che da qualche flbra e dall'estremità della radice. l malati hann o a ccusalo lievi fitte profonde, !'Op1·a ggiunte spontaneamente, senza causa apparente. Man canza di suppuraziooe. Non pr opagazione ai denti vicini.

Me ndel che ha citato va r i fatti del medesimo (.tenere, del ' . tutto paragonahili a ciò rho si osl"erv a nelln regross10ne senile, nou e s ita ad attribuirli alla neut·aslPnia, principalm ente, pel' escludere l'ipotesi di una semp lice pe- ri otlontite, sul faLLo che nei ca si in discorso si lralla sopt'attutto di una degenerazione del tessuto dentario, alveolar·e e ge ngivale, e che, nonostante questo ter r eno cosi ben prepa rato per ricevere i nticro-organismi, non avviene mai suppuraziooe.

D ue nuo vi ugnt della febbre tifo idea . - OaRASTZOFF.(Gazette des Hopitaux, 103, Anno LXVfl ).

Il pror. Obrastzoff ha ri chiamato l'attenzione s ul valore diagoostico e pronostico della palpazione dall'ileo e dei s uoi ganglii mesenter·ici nella febbre tifoidea.

Si palpa soprattutto la ponionc terminale d··ll'ileo, nella fossa iliaca destra; s i St!nle un d 'intestino del diamelt•o di un traverso di dito, sensibile alla pressi one e che da un gorglio tino; questo segmento dell'intestino di 6, 8 cer.timetri di lunghezza, s i estende ' obliquamente di basso in nlto e di dentro in fuMi, perdendosi la sua estr emità superi ore su l la to interno del cieco, l'inferiore all 'ingr esso del bacino, in vicinanza del margtne esterno del retto d ell'uddome de! lato destro. Questo t>e g m onlo potrebbe anche essere sentito in al cuni malati affetti da febb r e r ico rr ente, reumatismo articolare, mening ite ecc.

Sopra 23 casi di febbre tifoid e a, ba potuto palpare quest'ansa intestinal e 14 volLe. J casi in cui si con statava quesotto forma Ji un cordone di U!l travPrso di diln :li erano favor•evoli. Due ca si in cui l'autore ha trovato quest'ansa dilatata ineguale e rlolo r o?a, terminar·ono con una p eritonite per perforazione ed astenia car·d1aca ron fenomeni tifosi mollo pronuncia ti.

La tecnica della palpazione di quel segmento dell'intestino è lt\ seguente: si palpa con le quattro ultime dita d e lla mano destra in una direzione perpendicolare al legamento di Fai· lopio, a 7 centimetri al disopr·a della spina iliaca anterio r e superiore dest ra, invitando il malato a far·e profonde inspirazioni e deprimendo lentamente e JWOgressivaOJente le par eti a ddomin ali fino a ra ggiunge1·e la fossa iliaca rn ter na.

La palpazione dei m esen lerici si fa nella parte media dell'addome, tra il margine del muscolo retto ed il colore a scendente. Nei casi leggieri i ganglii mesenler ici non sono sentiti; nei ca!:'i essi sono piit o meno iper lrofici.

P er· sentire questi gan glii, s i a pplicano le qua ttro ullime dita immediatamente infuori dal margine ester no del retto dell'addom e del lato destro, il medio all'altezza dell'ombelico; a ciascuna inspirazio ne del malato !:li affondano le di ta di più in più pr ofondamente di rigend osi verso la parte laterale destra del rachide.

Allonta na ndosi un poco in basso ed in Cuori, si cade J'an golo ottuso formato dall'i!eo e dal g r osso intestino ove !;i trovano dci gangli i ipe r trofici. Fa d'uopo procedere r.on la massima dolcezza.

Secondo l'autore, questi due sintomi devono essere aoriOvera li fra i segni fondament.ali della febb r e tifoidea. La loro p1·esenza ha perm esso all'autore di distinguere una tubercolosi m1lit1re da una febbre tifoidea durante la vita, d iagnosi che fu confermata all'autopsia. Questi segn i avrebber·o qui ndi un ''alore diagnostiCO e pronosUco notevole.

Una •trana. epidemia.. - M ULLER.- (Mun.ch. med. W och.) .

Il Mùller dà conto d' un' epidemia d ' un esantema limitata u corti lu oghi situati sulle r·ive d ell' OJer e suoi affluen ti. Essa si manife stò quando l'Oder st rarip ò in giovani persone addeLte ai lavori campestri. La comparsa dell'esantema e ra subitanea con br·ivid1: seguivano forti cefalee e dolori al collo, ai lombi e alle membra. Il dolore all'epigastrio et•a coEtante e qualche volta accompagnato da vomito. Gli ammalati er·ano immet·si nello stupor e come nell'ileotifo: le congiUntive P.ra no intettate : la gola e ra ricoperta da pseutlo membt·ane e le glandole cervica li erano quasi costantemente lum efa tle. L'urina nel pil& dei casi non conteneva sostanze anormali : qualche volta occo r se di trovare al bumina, cilindri e globuli sanguigni bian chi e rossi. La temperatura du r ante la 1' setti ma na si mante n eva a 39" C. ma spesso saliva ancora. Un'e r uzione cu tan ea simile al morbillo compariva Tet·so il 1• e 5° gi or·no sulle regi oni clavicol ari e di lù si estendeva poi al tronco: essa e ra ce rte volle pr eceduta da un fuggevole eritema s ul torace : la fa ccia ne era spesso risparmiata: l'e ruzione era alc une volte emorragica e scompariva in 3-5 g iorni. L'erpete e ra frequ ente monte notato. I u quasi tutti i cas i la temperatura s'abbassa va, qualche volta per crisi, col manifestar si de ll'eruzione. li polso durante l'acme della ma lattia batteva da no a 120 ed anc,he 11-0 volle al minuto. La lingua er·a fo rtemente impaniata durante i primi giorni e sp esso arida. Qual che volta si notava una l'ebbre secondaria. Gli ammalali e r ano pr·ostr·ati durante la malattia e la convalescenza era lenta. In poch i casi s i notava un a defurfurazione della superficie cutanea.

G. G.

La perimenlnglte acuta. .- MesLtER.- (Jou r nal de M édecine et de Chi ru,.gie - Gennaio J 8!ì5) .

La perimeningite acuta è prod otta dall' irif1ammazi onP- del tessuto cell ulo-adiposo che avvolge la dura madre. È una a ffezi one molto rara. La sua diagnosi il più spesso difficilissima, ha mollo inter esse; perchè essa potrebbe in certi casi per·mettcre un inter vento chirurgico per aprire una raccolta purulenla peri - meningea.

Si può ammettere che esistano due classi di perimening iti a cu te: le spontanee che compaiono senza causa apprezzabile, non essendovi stata qualsiasi tl'accia d' infezione anterio r e o essendo essa scompa r sa senza lasciare ric ordi o segn i ; le secondarie che sono consecutive all e infiammaziqni del tt>ssuto cell ula r e o dei muscoli vicìni de lla colonna vertebra le.

1 sintomi d i questa affezione o ffrono mollo spesso una grande aualogia con quelli dell'infiammazione degli involucr i del la midolla; è p e rò interessante la loro distinzione.

Il modo d' inizio della per i·menin g ite presenta tre tipi differenti; un tipo acutissimo, segnalato dai brividi, dalla cefalalg ia, d ai viol e nti ma li di r e ni; un Lipv acuto con lassezza, mal esser e, insonnia, dolori , crampi e febbr e; un tipo lento che può mettere vari a !'\volgersi.

I n una manierH generale, ciò che si osserva il più spesso sono i dolori negli a rti inferiori, dolo ri vivi, presentanti alternative di rem issione e di esace rb azione; questi dolori possono risiede r e lungo la colonna verteb ral e ed essere accompa gnali da ri gidezza della nuca e degli arti. La l'eazione febbril e é intensa e la cos tipazione è abituale. l o certi casi i fenomeni me ningilici passano inavvertiti. In ogni caso è da no tarsi che uno dei fenomeni più importanti è il dolore vi olento esteso agli a rti infe ri ori ed alle parti inferiori ci el tron co e del basso ventre. Più tat•di, quando la s uppurazione penel!'a r.el canale rachidiano, sop r aggiunge la paralisi; ma ciò n on è la regola generale . Ad ogni moùo la ma· lallia a ssume in generale un carattere infettivo ed r1 malato muore in uno stato comatoso.

Cosi costituila, l'affdzione può sim ulare l'osteomielite, la fe bbre ti foidea, il r eumatismo ecc. Ma le Yere diagnosi, dif· firili a stabilire, sono quelle con le n1en in gi ti e le mielili.

L'assenza del trepiede meniogitico, d'aiLerazioni cerebrali, ùi complicazioni da par-te degli occhi, la curva della tempe · t'stura fanno sub ito escluder e le meningiti ce rebr·ali.

La men iogite cerebro-spinale, per il suo ca ratte re epidemi co, pe r la sna asso ciazione frequente con la polmonite, con l'endo-pel'icardile, per le sue parti colarità cliniche, è facile ad essere riconosciuta.

P er la meningi te spinale le diagnosi è più difficile; però le paralisi cbe sono precoci· in questo ultimo caso sono al contrario tardive nella per imeningite.

Dla turbl respb'atorl nel!a.menlngite tubercolare. - J ULES S!MON.- (Journal cle Méclecine et d e l diversi sintomi c he può presentare la mening-ile tubercolare sono talmente irregolari che fa d'uopo conoscere bene fJltelli che si p r esentano in una maniera quasi CO!'tanle. A quesLo t•igua r do, Ju les Simoo insis te sop ra un segno mollo util e, d'una analis i sf'or•Lunatamente un po' delicata, ma che è costante e consis te in certi disturbi della respi razione.

QuesLi distu r bi, elle variano secondo il della malattia che si ossen·a, assumon o una grande impo r tanza, sopratlullo quando essi sono a ssocia li ad all r i segni più o meno sospelli.

Nel prim o pe riodo, il ritmo è ineguale e vi sono anche nell 'am piezza della respirazione, e, se si esa· mina il tor ace con grande attenzione, si consta ta ch e vi ha una specie di dissociazione tra la r·espirazione superior·e e la respirazione inferior e; la r espirazione addo m ìna!P. che e ordinariamente p r edominante, sì n rr esta mom entaneamente e per siste solo la respirazione superiore; sovent1 anche, pare che questi du e modi di r espi razi one non concordino più, come deve velitìcarsi allo stato Tuili que!=<ll disturbi, è vet·o, e s igono, per esser·e r·iconoscìuli, molla pazienza e molta minuzia, ma non ne ltanno men o d'im portanza, quando si è g-i unt i a constatar·!i. 1n questo momento, infallì, i segni dedotti dal polso e clalla temperatur·a possono mancare. e quelli che può fo r nire la r espir·aziooe sono alll•ettanto più preziosi per la diagnosi.

Nel secondo perrodo, i distu r bi r•espirator·r si os,.en ano aucnro, ma quasi se mpr·c associati all'irregolarità ed al rallentamento del pl)lso, all'a bbassamento della temperatura ed a dive r si allri s-egni cb e hanno resr> In di a gnosi piu fttcde. S1 osservano, io questo momento, irr egolarita dello r espir azione consistenti soprattullo in sospe nsionr più o meno compl ete susseguite da grandi sospi r i. Si consta tan o an clw movimenti mollo ampi ai quali tengono dietro piccole espiraziom successive: questa specie di sospi r osa si fa con una granJe ir•regolarita.

Nell'ullimo per·iodo, indipendenterneuto da un gr11n nr;rnero di sintomi mollo var1abili, se ne osserva no sernpre tre che vanno per cosi dire d1 pari: essi sono l' tl Cceleru mento d el polt<o, l'elevazione d e lla temper·atur·a ed i disturbi r·espiratorì.

Il polso si accelera e diviene fllil'o r me; la ternp Pra.tura, che si e r a abbassata, può ris111ire a 40• ed ollrepassarli , di modo che questo abbasl>amento della metà della malattia tra l'aumento dell'inizio e l'elevazione della fine coslilursce un l sogno abbastanza lnfin P, la respi r azioni' pre · senta anche un disturbo particolare : a questo momento, é vero, la diagnosi è ce rta , ma la respirazione può fornire una mdrcazione utile dal p u n to di vista clelia progn osi. Se si compie esdusivamente colla parte superi ore dell a gabbia lo racica , se essa è a scosse e r apida, si può essere sicuri che la m o rt e é pr ossima. l segni tratti dalla respi razion e banno qu ind i un g rand issimo interesSCl dur a n t e tutLo il decorso della malattia; nell' inizio c.. durante il periodo di stato, dal punto d i vista della prognosi.

A . G. AuLO. - Le oap•ale •urrenalt e la patogenul del morb o 41 Addilon . - (Brit. M ed. Journ .).

Da gli studi fatti su questo argomento, l'Auld le seguenti osser•vazioni, fùn d andosi anch e esperimenti di Stillin g b di Tizzoni, dei quali il prtmo osservò che l'a,.,por'tazione d'nna capsula e r a seguita dalripertr•ofla compe nsatri ce dell'aHra e dnll'ipe rtrofla delle capsule acce ssorie situate in vicinanza dei gangli del s impatico e il secondo che l'aspo rtaz ione di esse app o r tava una morbosa alterazione del sangue, la quale é la base delle cachessie, le pigm en lazioni bronzine della cute de i con igli e gravi alterazioni vasali nel ststema nervoso centrale, cost it uile da iniez ione ed emorragia sulla sostanza g ri gia del mid ollo spinale ed essudazion e n ei muscol i cerebrali. Co me la glandola tiroide é una appendice dell'apparecchio r espiratorio, poiché la s ua fun7io ne principa le consrste essen zialmente nel per•mettere lo scambio gassoso tra il san g ue e i tessuti, come la g landola pituitari a é un'ap pend ice d el sistema nervosù centrale, alla quale incom be la funzione di portare al cervello una secr ezione r icca d'ossigeno e la c ui dist r uzione gene r a ipotrofla dei centri ner vosi, eosi le capsule su rren ali posso n o con!licome un'appendice del sis te ma vaso-renale, però in •nlima co n nessione con parli del sistema nervoso. La lo ro funzione è : t•ra dis truzi one di pr odolli inutili del metab olismo che sono della natura delle ptomaine; e 2o l'elabo razione d i una sec rez ione, la quale é a ssolutamente necessar·ia a l sangue. La d1struzione delle capsule é seguita da un'autointossicazione e da una profonda alterazione nella <'himica del sangue, la quale ca giona, t ra le alt r e cose, disturbi nutr itiv i e dege n e r ativi sul s istema ne r voso e modificazioni nel metabolismo cromogenico.

ÙLIVE R - Cambiamenti ottalmo1ooploi neU'eplle11la e nella paral lll generale 4egl1 alhnati. - (Brit Med. Jou r n.).

Oliver riferisce i risultati d'una serie d'osservazioni t'atte su quest'argomento, basate su ci rca duecento casi e controllate dopo la mo rte coll'esame microscopico ddla r etina e della papilla. Nell'epilessia questi cambiamenti con<>istono io una relinite cronica e in una cronica infiammaz ione pet•i vasco! are associata ad incipiente degenerazion e dd nervo ottico. Queste alte r azioni sono lievi e spesso non definite. D'a ltra pat·te, i cambiamenti della pa ralisi generale sono cosi positivi e persistenli nei lo r o aspetti ca rette- ' ristici e cosi distintamente in correlazione coll'intensità della malallia da t>sser considerati come decisivi. Le lesi oni principali dell'ollico e della retina sono moltissimo accentuate nel secondo e t erzo stadio dell'affezione e vanuo di pari passo colle lesioni encefaliche. Ec;so consistono iu dilatazione dei vasi con ispessimenlo delle pa r eti: all'entrata dei v asi nel centro della papilla o alla loro uscita i vasi sono distesi e coperti da leucociti in ogni stotlio di diapedesi. Ana· loghi cambiamenti notansi nelle cellule ne r vose, le quali, unitamente ai loro pr olungamenti, diventano granulose e degenerano: le cellule di De iters Anche le fibre n ervose cadono in degene r azione e l'autore fa nota r e non so lo il valore di questi ca n giamenti nell'occhio, che s i J'ivelano all'ottalmoscopio, ma la ragione pe r cui essi corrtspon· dono a lle alterazioni corticali: ciò dipende dal fallo che, secondo le ri cerch e di Halschek, la r•elina dei vertebrati é una produzione diretta del cervello embrionale e quindi soggetta alle identiche Jesi0ni.

Delle orlai g&ltrlohe nella nefroptOil. - M ARCEL. BARATOU. - (Jo u r nal de Médeci.ne et de Chi r u rgie).

11 dott or Mathieu fu il primo che desc r isse nei soggetti nfTetLi da rene mobile le c r isi gastriche, fo rma pat•llcolare della dispepsia cosi frequente, sotto aspeUi differenti in questi mala ti. Uno dei suoi allievi, il dottor Baralou, ha studiato questo acciclen te che é soventi confuso con le crisi della tabe o con le crisi di vomiti che si possono osservare nei nevro palici o negli ister ici.

Ecco ciò che si osserva abitualmente. In questi malati, che so no ordmariamente donne, le cause della crisi sono il più so venli, il ritor•no dei mestrui, il surmenage e le emozioni v1ve, alle quali si potrebbe aggiungere in alcuni casi, il Lr aumalism o (caduta da un luogo elevato).

L' ini zio di queste crisi gastriche si fa in due modi: bruscame nte o insidiosamente, per cui si potr ebbero quasi descrivere due forme cliniche: a) fo r ma con inizio brusco eli evoluzione a cuta; b) forma insidiOsa. l vomiti si ri petono più o meno spesso, mallina e s era , nell'inizio o n e ll'intervalJo dei parossismi. crisi gast r iche sono co me un elemento seulo, pa· r ossrstrco e pr•edominanle su l fondo comune de lla dispepsia n.e r vo-motric e. La cos ti pazione è la regola; essa soven t1 ò rr belle.

La for ma acuta é evidentemente la più rara. Questa rapidità degli acc identi è talvolta tale, essi sopraggiungono di primo acch1to con una si g r ande mlensila, che il medico può cre de r e ad un avve lenamento.

Ma n ella grande maggioranza dei casi, i vomiti compaiono da ppt·ima con intervalli di vari Etiorni poscia unR o due volte al g io r no, specialmente al mathno ed alla sera, ed in segmto più frerruentemente. Po co a poco compare l'intoller anza gast r ica, che diventa assoluta; e ciascuna ingestione alimel'l.are é rapidamente seguita da r igetto delle sostanze deglut ite.

Il più spesso vi hanno contempo r aneamente dolori gastrici in tensi, che precedono i vomiti. Ad ogni modo, questi do lori non mancano mai, qua ndo le crisi sono nel loro parossismo,quando i vomiti compaionoisei a dieci volte al Le ct·isi gastriche della nefroplosi si compongono quindi di du e eleme nti: ùoloro e vomiti.

Il dolore può acquistare una grande intensita, ed è soltanto in que!!lo ·caso che esso merita di essere descr•itto; lalvolla i malati si ri vollano letteralmente per il letto. Si n o ta m olto spesso un r i verbero dolo r oso nella regione do rsale, ed allora si può essere indo tti a c red ere all'esistenza dr un'ulcera r otonda.

Qua s i sempr e la palpazione risvegli a il dolore nel cavo e pi g a strico, e $Opratt utto un po' al d isotto ed a destra dell'estr emita libe ra dell'appendice xifoide.

I vomiti sono ra pidi o tardivi. Quasi sempre sono rapidi e si producono circa un quarto d"ora od uua mezz'ora dopo l'ingeslione degli alimen ti. I n un caso di Ma lbieu, si notava una grande dilatazione de l venlricolo con s tas i per manente, e, dopo u n peri odo di calma d i q ualche gio rno si aveva una esp ul sione in ma!'lsa di una quanlila considerev ole di materi e li rtu ide e solido accumu lale nello stomaco; si potevano allo ra. ri co noscere le sostanze introdo tte nel giorno precedente o due g io t•ni prima. Qu esto caso particolare è molto rar o, percbò n ella d ispepsia della n e froptosi, come pure nella dispepsia n e rvosa , di c ui essa , tutto sommato, non è elle un caso speciale , queste g r an<li dilatazioni constasi per ma · n ente relativamente poco frequenti.

Frequentemente i vomiti so n o al ime ntari; talvolta i malati rigettano in grandissima quantità un liquid o acquoso, più o men o filante, perché è più o meno mescolato col muco. E un a m escol anza in proporziqni va r iabili di particelld alimentari e dr liquido mucoso. I vomiti sono talvolta biliosi, e ciò si ve r ifica sop rattutto in due ci rcostanze differenti: in seguito a sfo rzi e a d e$pu ls ion i ri petute del contenuto gastrico, facen do la brle i rru zione a traverso il p iloro, od anche al mattino n ei malati che han no una penetrazione continua di b ile in conseguenza di uno stato piu o me no consider évole d'insufficienza pilori ca.

Infine questi vo miti possono esse r e sangui gni: questo è un ratto rar o, ma no n può essere messo in dubbi o . In questo caso l'ematem es i é poco considerevole, ma si comprende a quale e n·or e diagnostico essa può dar luogo, perché quasi inevit&bilm ente s i è condotti a c red ere all'esis tenza di una nlcera. r o tonda.

I n certi casi l'intoll eranza g astrica è tale che i vomiti si producono dopo qualsiasi tentativo d 'ingestione dr solidi e di Jiquidr.

Infine, nei casi piu g ra vi an cora, essi si pr oducono an c h e senza esser e provocati dall'ingestione di alimeuli: essi s i pro•lucono fino a 10 e 15 volle per gio r no.

Questi vomitr non sono preceduti da nausee, :\Iollo soventi essi mellono fine ad un eccesso di gastralgia più 0 men; intl•n«o.

Si che questo sintomo tutta la sua rnte ns rta, esso rntluisce sullo stato generale e condu ce all'inanizione.

. Il l.a dispepsia abituale, le c ri si di gast r·alg ia , dr vomrtr c ontrrbu1scooo a dar·e all'insiem d m orboso d e ....r an d r l " l . r specia li. I m alati sono dimagriti, pall idi, Nel momento delle c r isi ess i diventano piu rl lor o nervosismo esagera . ogni s im ile, la ricerca della mo brlilà anormale rler reni s'impone.

Le crisi g a striche nella nefr optosi presentarsi acl piu o meno lunghi. Una malata ebbe vomiti r ipetutr verso g li otto ed i dieci eoni; essi son o compar·si di nuovo, e con una grandissima intensita, solo a ll'eta di trenlacruque anni, in seguito a surm.enage e ad e moziooi. i malata ebbe una crisi p r olu ngata di vomiti verso drcrano ve anni, qualche tempo d opo la compa rsa della mes truazion e, una seconda volta a trentanove anni, ed u na terza a quarantadue anni.

Quanto alla cura, essa consiste d!!pprim a nel r iposo asaoloto, n el decubito dorsale, nei calma nti gas trici, come: cloroformi ca, cloridrato di cocaina, ed estratto grasso dr cannab is indica.

594 RIVJSTA lfED IC A

In seguito si fanno portare ai rr.alaLi delle cinture, come le consiglia Mat hieu, vale a di re in lan a a maglie, costituile da tre fascia della larghezza di una mano, embriciate in avant1 sull'ad dome, d!rettamente sovra pposLe indi etro. Queste tt'e fascia possono restare indipendenti ed essere fissate da spille da nutri ce, od e ssere unite a ltng uette munite d1 fibbie. Quando il rene è molLo spostato, s1 può aggiungere un cuscino in forma di cono, la cui parte più spessa f> diretta in basso.

Hi Vi Sta Cbih Uhgica

ANNANOALE, BRIDE, CRtENE e BRAMWELL. - L a chirurgi& bltraorauloa . - (Cent r alblatt fii r Cll. ir. , N. 3, 1895).

Gli studi dei medici scozzesi sopranominati s i a).!girano tutti sullo stesso tema e diedero opporlnnilà ari una larga d iscussione in seno alla Mcietà medico-chirurgica di Etlim · burgo sopra la chirur gia intracranica. Quell a discussione ha messo in luce tut te le ar-ditezze d i questa specia lo chirurgia, face ndo \'ede,·e non esser\·i quasi più a lcuna mulaltia cerebra le che non si sia prestata ad operazioni, seguite pero da risultati diversi. Ormai si tende a r iguardare la !rapanazione qu al r un allo operati vo per sé innocente e da esegui r si anche o scopo d1agnoslico. Ma d'altra parte non si p uò dis conoscere q uanto r es ti da fare a ncora su questo te rr eno e qu a nte lacune ''i sieno anco ra da riempire prima di giungere a stabili r e s u lla di diagnosi esalla, le p1·eci"e indicazioni oper atorie dei singoli casi.

Annandale s tabilisce setta d1verse indicazioni per intraprendel·e a lli oper atori sul cervello e sopra i s:uot in\'Olucri.

Egli tr atta dapprima de lle operazioni a scopo eù opina che queste sieno giustificate nei casi di dubbi a origine, i quali ma 11ifest.ano sintomi di compressione cerebrale gen e- rah zzata, o dolori violenti P pertinaci e che nCin abbiano accenn a to ad alcu n miglioramento dopo sottoposti ad altra cUt·a . L'infiammazione e la suppu razio ne iul racrani ca può a vere origine traumati ca opp ure e>'sere irliopallca, oppure, com e avviene spessù, avere il suo punto di pa rtenza da u na affezione dell'orecchio medio. Per i casi tra umatici, nota Annanclal e, che il focolaio di supp urazione può ave r sede talvolto al lato opposto a qul'llo su cui ho agito il trauma, e per la ri cerca dell'ascesso egli cre de si debba andare ad esaminare tanto il cerYello che il cer velletto mediante m olteplici trapa nazioni ; eventu al mente s i deb ba anche p ra tica r e un a conlroapertura .

Nelle emorr·agie cerebrali , l'operazione ò indicata anche se non è possibile Ili diagnosi s ulla scaturtgtne dell' emorragia ; la men o mata p1·es:;ioue cerebrale per il solo fallo della lr apanazione può eser citar·e una benefica influenza anch e nel le fratture hasilo1'i con emorragia.

Il luogo consiglialo dall'autore per le trapauazione in questi cas i d ubbi s arebbe una porzione della volta cranica dove è possibile p raticare un'ampia apertura senza pericolo di lede1·e u o seno od 1.1n vaso endocranico.

Se io una operazion e intrapre<>a per l'epilessia si scop r ono delle cis ti , queste devono esRere trallate lun game nte col dre· n a ggio o ciò per prevenir·e il r 1to rno degli ascet'lsi i quali si r ipeterebber o facilmente e spesso senza quella p r ecauziOne.

Se la causa dell'epilessia sta in una infe:tion e silìlilica si dovrà ope rare :soltanto quando siano consla tati ct> r li di Ol'ga niche allerazi on i conl t·o le quali sia t•imoslo infrultu o!IO un con g1·uo trattam Pnto. Alt,·a indicazione della trapanazion t' vien dala da tumo ri intracranici.

Br•ide, tratta quest'argomento limitatamente alle affezioui cerebrali prodotte dai pr oce!."si suppu r alivi de lle orecchie, e d a ccenna in special modo alle g i'alldi difficoltà che si incontrano a diffo>renziar·e la llebite dei seni, la m eningite e lo a!'cesso, e a ccertato quesl'ulli mo stabilirne la sede. Diffici1i s!."i ma poi diventa la diagnosi se havvi complicanza di più. affezioni. I sintom i più importanti per riconoscere un a scesso cerebrale localizzato la temperatura ed il polso subnormali in modo perm anente. L'ascesso cool"ecuti\'O a flebite dei seni si forma ordinariamente nel cervello e non nel cervelletto. L'autore poi ricb iuma l'attenzione sul fatto più volle da lui constatalo che lalune affezioni suppu1·ative di Ol'ecchio in seguito ad influenza lermmano felicemente senza operazione anche se acco mpagnale da fenomeni cerebrali.

Chiane si é occupato specialmente della cura ùell'epilessia; egli assE-risce di avere o llenulo buoni risullati dall'oper·azione soltanto nei ca si in cui l'affezione era di origine traumatica e precisamente quando il trauma aveva agito sui centri motori io vicinanza del solco rolan dico.

Bramwell , basandosi su proprie osservazioni cliniche e necroscopiclte, stabilisce i rlifl'crenti gradi di operaLilita di tumori cerebrali, concbiudendo poi ch e ben pochi, per n on dire rarissimi, sono i tumori cerebrali che oll'rano lusinga di gua ri gione pet• mezzo di atti operativi.

Egli raccomanda in determinati casi di estirpare le g ross e gomme cd anche in caso di tumori inoperabili egli non ricusa l'operazione allo scopo di combattere alm eno ce1·li g1·avi fenomeni. Egli si ripromelle sper ialmenle un esito fav o revole dall'operazione se fatta allo !i'Copo di rimuovere la neurile ottica, e vuole che non si lasc1 intentata trapanaz ioue an c he nei gravi casi di intossicazione saturnina.

BRUNNt-.R. - Ferita. d 'a.rme da. fuoco prodotta. dal nuo v o tuoUe svizzero . - (Corresponden:zblact e Cene. J ii r Cl!i r . N. 3, 1895).

L'arma che aveva prodotta la ferila era il uuovo Cucile a piccolo calibi'O, modello 11!89. Il colpo fu sparato a 20 mell·i di distanza. Il pr oiettile perforò e lacerò dapprima il coperch io che s tava fortemente infisso nella bocca dell'arma e quindi colpi trapassando il cappotto, la la camicia producendo s u rruesli oggetti di vestiario un foro rotondo come tagliato collo sta m po, penetrò nel corpo a tre centimetri solto la c lavico la sinistra nella eli Mo hren· bei m, ne uscì al di solto d ella spina dell a scapola e produsse sulla parte doraale del vestito una fessura lacera a stella

CHlRU!lGICA

con tre raggi. La fe r ila d'entrata era rotonda, a stampo, de l diame tro del p1·oieltile; la fei'ila d' uscita circolare a margini col tliameti'O di IO millimetri e con le pa-:r eti circo!ìlanti gonfie, per soUostanle travaso di s angue; 1l polmone r estò illeso. Il canale della ferita decorse rasentando l'apice del processo coracoideo immediatamente sopra il fa scio nerveo-vascolttre dirigendosi verso l' omoplata e pe 1·fo1·ando quest'asse a due ceutimelri o mezzo solto la spiua. Decorso ed e sito favo1·evole, benché non del tutto as aWco · nes;;;una emorrag1a seconda r ia.

11 ùimostra in m odo veramente tipico l' azione dei pro iettili a piccolo calibro. Ben chè il proiettile incontrando e perforan do dapprima il coperchio avesse perduto alquanto d dla sua energia, fu tuttavia capace di p r odurre co1·po uno stretto canale senza cagionare lesioni collaterali, senza leder e vasi e 11 ervi che t'!\SO aveva quasi sfiorato n el suo passagf(iO e senza scheggia re l' omoplata.

BECK - n valore della IOluzlone eterea nel tratta mento delle emorroidi.

Chir., l , 189:>) .

di j odoformlo (Centrali.J. l o ollo casi di emorroidi Beck ha impi ...galo le iniezioni d1 iodo ro1•mio ed ete re (!;ol uzione concentrala) c ne ha ottenuto ottimi ri s ultati. 11 metodo di questa cura 1> assai sempli ce . Dop o una conveniente lavatul'a de_ll'inteslino m ezz'ora pl'ima dell'operazione, si apphca un supp_osl.torio di morfina e cocaina, e quindi, nel cM!I nou SI s1a ottenuto una ,ufficiente anestesia, si pratica ancora una in· iezione di cocaina. Al di 11ieL1'0 dei no tli emorroidali s' intt·oduce un tampone iodoforrnizzalo e subito dopo conneUivo che circonda i si n goli nodi si iniettata 111 punt1 diversi la soluzione e terea tli iodoformio, a poche gocc1e per volla. Si induce con ciò nel tessuto connettivale un za menlo che finis ce coll' atrona dei nodi Soltanto quando l nodi sono slraordtnariam e nte voluminosi è n ecess ario ripetere l'iniezione. La cu ra successiva con8isle in sommini-

CHIIlUI\GLCA

Rivista

strazione di oppio per tr e giOJ'ni : poscia si dù olio di ricino ed olio d'oliva per cliste r e. Non è affatlo indispensabile che l' inferm o s tia a letto.

Sn.rNER. - Sulla anatolllla ohtrargtoa dell 'arteria menlngea media . -(Cenùalblattjur Chirurr;., N. 51,

Siccome 1 metodi già r iconosciuti ed adollati per la ricerca dell'a r teria meningea media, molle volte non rieicono ad oto ciò per eRsere l'a1'leria troppo co 1·ta 0 per che SI rannfica iu modo ab:lot·male, di mod" che non i> possibile determmare un punto fisso per la sua a llacciatura Steiner ha pl'aticate accurate sopra 100 crani ed

Alla . superfìcie dei medesimi i solchi va scolari prodo tti dallarterta e dalle sue ramificazioni. Questo condusse l'aulor.:J a slabi11 r e le seguenti regole.

Per l'icercare il ramo anteriore dell'arteria si tira una liuea dal mezzo della glabella all'apice dell'apofìsi mastoi - e sul mezzo di questa lmea si fa cader e una per·pendtcola r e . Dove questa perpendicolare taglia' una lin ea condotta orizzontalmente intorno al cranio e pas!'ante pPt' la gl a bella sta l'angolo anteriore inferio r e e parietale. Secondo queslo metodo, sperimentato 100 crani il rflmo anlel·iore si è trovato costantemt>11te. Questo metodo secondo Ste:ner, un vantaggio sopra quello di Kr l'lnlein e che il punto d'inct·ociame oto giace più in alto, quir;rli cornc1de col canal e nel quale assai spe!'SO l'a1·teria e rinchiusa; inoltre con questo metodo si è tenuto conto specialmente .della anormale della m e ningea oftolmrca e dr tutte le altre varietà anotomo-lopograflche.

In quanto a l secondo punto di L1·apanazione in cui si trova 90 volte su 100 il ramo dell'arteria meninaea media, si é deltSrminato il p unto d'incrociamento che dall ' inconll'o della linea o rizz o11ta lc> più ri co rdata con una verticale che asrende immediatamente al dinanzi processo masloideo Pe1· poter tirare quest'ultima linea bisogna che il padiglione nell'o r ecchio venga spostato rn avanti. Questo metodo fa evi tar·e l'incontro del se no venoso.

Per apr ire il cranio in tutti i casi in cui ciò s.ia possibile · formato u n lembo osteo-cutaneo secondo ti processo sara l' 1 stabilito dall'autore. Questo sem pre dov r ebbe avere a tazza e la lunghe zza dt sei centime tr i e parimenti b_is ogna_ che la linea d'allez za ab bia a pa rt ir e dal processo z1gomatteo del tem porale e che la lunghezza sia misurata un pollice diii ma rgine o rbitale in dietro verso il luogo del padiglione Delle oare da prestarsi al feriti nelle grandi otttà . F . TERRlER.. - (P ro(Jrés Medical, N. 46).

L'autore intende esaminare la questione dell'assistenza e delle prim e cu r e da prestare ai reriti nelle grandi come Pa 1·igi, che ne hanno bisogno nello stesso modo cerca di eser citare i mediri militari ed an che quell i rivi li alla pr atica dell'assistenza dei ferili in tempo di guerra.

Nella ch irurgia di g uerra queste cure sono spesso difficili e in complete per le molle circostanze contrarie, i molti ostacoli che vi si oppongono da ogni parte e malgrado 1 molli e minuti regolamenti. Non è cosi nella chirurgia civile la tui pratica si appoggia su considerazioni scienlin c he assolute, molto st!rnplici a formularsi, ma che ciò non. ostante l'a uto r e ritiene non facile potersi tradurre menLe ad una soluzione delle questioni che vi sono ineren ti. Ma egli non si fa rllu!;ioni in proposito e dice chiara mente che le amministrazioni, le prerogative, le abiludint, la rot'ti n e, tanto influenti in ogni tempo sono p r onte a ogni velleità di indipendenza o di abbandono delle anh che traditi on1 troppo re gol amentarizzate, i cui effetti sono POn perta nto drsasll'OSi.

Cercando di sludiare da prestarsi ai feriti p r ima del loro t r asporto a domicilio o all'ospedale col descr1vere quanto succede ora a Parigi ; mancanza d t mezzi di trasporto, ignoranza da parte di lutti eli ciò che èo urgente di fare: il ferito è semp r e trasportato nella bottega di u n farmacista, che non !'8 neppure lui ciò che convenga f are , non essendogli ciò insegnato nella scuola di fa rm ac1a, e

CHIRURf,lCA 601

che inoltre, per legge, non é autorizzato a prestare qualsiasi ma a vendere medi cinali. - Di notte poi, chiUse le farmac1e, è al posto di che ven,:rono traspor tati i ferili, dove per material e di m e dicazione si ba una vecchia baite de secours senza neppure del cotone idrofilo che è sostituito, secondo l'asserzione ingenua di un agente: da una spugna del posto per la pulizi11 del ferito, e dove un'i struzione ufficiale della prefettura, slamp11ta e appesa al muro dice che, in caso di em orragia, bisogna .fermare gue co.l app.licato direttamente sul punto che sanguin a, e sosttlutrlo pot con dell'amido o delle fllaccie imbtbite di cloruro di ferro. Se purn più tardi si tr-ova tlll medico nulla può tentare con simili 1 isorse. Il trasporto succcss,ivo. al do micilio o all'ospedale si effettua alla fine o una coe sucida vettura di piazza o con una barella più suctda ancora. Estste ora a Pari gi anche un certo numero mollo limitato_ in vero, di oetture d'ambulanza , le rruali però per malati acuti e crouici, per colptll da malattie contagiose e pei feriti.

. si domanda che cosa occor r e crea re percile i steno pronlamPnle, in modo utile e non per zeolo8o, e d1chwra che un e ccellente set·vizio ruda lui visto funzionare egregiamente già da parecchi anni in varie città americane, e per al cun i qu artie ri a Londra pel Londott Hospifal. '

Colà iu ogni ospedale si lt•ova una vettu ra d'ambuh111za esclusivam ente d es tin ata al trasporto dei feriti, 8 empre pronta, col cavallo bardato, che viene attaccalo a utomati camente come si usa per le pompe da incPnd io e n e lla vettura , in caso d'accidente, parte un gw,vine chii'Urgo, che abbia però espe ri enza sufficiente per trarre il migiJ or dal limitato malc,riale che essa con tiene e che é speCialmente addetto a qu es to se rv izio di chi rur .,ia accidenti. ,.., ""

Resta a stabilire quale sa r ebbe il miglior tipo della vettura d'ambulanza, co me pu re a determinare con cura i matel'iali di wedicaziooe, gli appal'ecchi, i medici nali di cui quella deve e"-ser fn1·nita: l'autore non lo slabtltsce; aV\'erte solallle nte che il matet·iale deve essere piutLoslo antisettico che a settico, come si usa nella chirurgia di guerra, e considerazione che trattandosi di ferili, dacchè sono !est tegumenti, il ferito deve esset·e considerato come contaminalo.

P er la mobilizzazione di tali ambulanze, Pari gi dovrebbe yenire di viso in un certo numero di circoscr izioni corr1spon · denti ciascuna ad un determinato os pedale, disponendo un posto di soccorso in ognuno di essi, e metteodolo in comunica zione telefonica o telegraO ca coi vari punti della sua circoscrizione, coi posti di po!Jzia e colle principali

Più il soccors o è pt•onto, e più crescono le probabthta favorevoli pel feri t o, quindi I' ambulanza deve a ccor1·ere. al luogo dell'accidente il più pron ta mente possibile; in Amertca tutti i tramways e le ve tture s'arrestano o si spostano per lasciar il passo all'ambulanza co mE' alle pompe. -Tutto un sistema di av,•isatori elettt·ici 1• di vetture d'ambulanza era ins tallato all'esposizione di Chicago dove rese importasti "ervizi. L'autore si augura che ciò s ia pure attuato per la prossima espos iz ione del 1900, m a non osa quasi sperarlo.

M edicato il ferilo, I'JUe!lto e ccezionalmente sarà lanza tr asp ortato al proprio domicilio; di t·egola do vra IOvece condur si all'ospedale.

Quali wred eoe r ic<•oere il.ferito è la seconda questione che l'autore svolge con larghezza di particolari e dopo aver vtva menle desc ri tto i gravi inconv enien ti del SIstema seguito al presente, e biasimalo la negligenza, la l.rascu r atezza scie ntifica e prati ca, Ammllli slrativa e dtr e lt•va a cui il medes imo è imp r ontato, Onisce col dichiarare che il posto d'ambulan.;a per i (t: riti della città deve e ssere composto di: .

1• una sala destinata a ric e vere i ferili, disiofeltarh cambiarli di abiti a farvi il bagno, se possibile, e n el la quale ridotte le lus sazioni semplici, e immobilizzale le fratture ;

2· una sala successiva per la cloroformizzazione se ne-

3• un anOleRt r o pr ovveduto di lullo quanto occorre per fbre le operazioni le piu d e lirati'. e col metodo ptù opportuno, anlisepsi, asepsi, o misto.

Dopo l'operazione , il ma lato é tr aspot·tato nel r iparto chi· r u r g ico dell'ospedale, nel quale l'aulot·e vo rr ebbe ci fo ssero delle pei malati asettici, allre p Pt' quelli settici, ed altre ancora dt osset·vazrone per quelli aucot'a dubbi.

. ancor·a che il personale addetto a questo ser· e notte fosse sufficiente e per numero e per abilttà vorTebbe un chirurgo di guardia capace di pr attcare tutte le grandi oper azioni d'urgenza, e che abiti nell'ospedale, un chi r urgo residente cioè, poiché un ospedale che ne sia sprovvisto gli sembra una concezione strana ulnosl.ra c colle nostre concezioni scientifiche: ai pr l'cecleve;:t ancora un certo numBrO dt allievi interni od esterni addetti esclusivamente al posto di sorcorso, tre, uno per l'a nestesia quando occorre, e du e qu ali atutt del chirurgo, e che siano pct·ri6 essi stessi assolutam ente chirut'ghi, cioè al corrente delle precauzioni necessarie, pri ma, durante, e dopo l'operazi one.

Esaminali i numer·osi di rtna simile orcranizzatermina il suo lavoro dichiarando questa det ferili civili, chirurgia d'urgen za, ana!oga alla chtr urgt':l ùr guerra dovrebbe esser·e seguita dalla mAsstma parte degli stùdenti, che rendenclo più solida e più pratica la lo r o istruz ione si preparerebbero cosi per il momento rn cui la Fran c in avrebbe della lo ro OJ•Ora, per i suoi fer•iti.

Una palla nella larlllge - SPKOLOWSKt. - (Journal tlP. m édecine et de chirurgie, febbr·aio 1895).

L 'autore ha pubblicato un caso di traumatismo della laringo mollo interes!<ante per la beni gni tà che Ira presentato. Si tratta di un indh•id uo che t·ice,·ette uu colpo d'arma da fuoco a brevissima distanza. Egli risenti un vi\'O dolore nel collo e la voce si \'elo completamente, ma nella sera sLesM il fu collo dtt un violento acc"'sso di tosse, nel quale omtse un a J•alla eli r e vo! ve r lunga uu centimetr o e nrezzo

CBlRIJRr.ICA 603 e di un d iam etr o di cinque millimatri. Subito dopo, egli s i senlt solle va to, la deglutizione di venne mollo più fa cile, sol· tanto la v oc e r im ase mol to velata.

L'esame la ringoscopico, p r aticato un po' più ta1•di, fu molto interes sante, pe r cbè permise di fare la diagnosi retrospettiva la palla ha toccato obbliquamente la m età sinistra dello crt•lilal!ine tiroide ed ha perforato la parte cPnlrale dt questa metà ; essa è scivolata in seguito solto la corda e l'ha lesa in una terza parte della sua superficie inferiore e laterale; poi, verosimilmente, il proiettile andò lld im piantarsi nella pArete posteriore della laringf', d'onde l'in fi ammazione c la tumefazione della mu'!osa e probabilmente ao rhe del (periconJrite acuta l'ha nno espulso. La ùi piccolo calibro, aveva dovuto percorr er·e una gt·andissima dil"tanza e non penetrò pr·ofondam en te; essa non aveva avuto la forza eli altraversat·e l'ultima ca t·tilagine e d'llndare a ne ll a colouna vet Le· bra!e, come si osserva nella maggi ot· parte dei casi di fet·ila dell a la r inge per al'ma da fuoco. Essa si era arr·estala, al rontr·ar io, nei tes,.uti lassi, perchC alcune ore dopo il lrauessa ha potuto essere espu lsa in un accesso di tos!"e. Il m alatn g uAr'i con moltA facilitA.

Della dlato ralone medlo-taraea ln generale e nell'eaerolto ln particolare: patogeneal e cura. - ANDI\K :M ARTIN, medico uell'eserctlo fran cese.- (Archioes médicales 1-elyes, gennaio, 1895).

L'au lor·e constata che l'eneralmente non si attribuisce elia una teggiera impo r tanza clinica ulla distorsione m eJìo-tarsea . T utt.avia se l'articolazion e di CboparL cornpr enJe legame nt i poco estensibili, e se quattro ossa che la compon· go n o non offrono tra loro che mo,•i men ti ristretti, non è m en ve r o che essa abbia un'aztone capitale nPi movimenti a normali del piede. Si può ammettere che la medio·ta r sea produca quando si eseguiscono movrment1 di torsione della parte anteriore sulla parte poslet·iore del pi ede, second o gli a«si antero·posteriot·e o trasvf'rsale. Ora si realizza molto frequentement e nell'eser'Cllo (specialmente nelle cadute da cavallo, nell'occasione di un passo durante il sallo, ecc)_.

. I sm cb e si osservano sono pochissimi. No n SI va di e la tumefazione è poco pronunma_ta,_ locahzzandost m corrispondenza delle inserzioni postertort del pedidio, alcune fibre de l quale sono lacerate

Il dolore mollo nettamente nell' ioterlinea dJmmutsce dopo l'accidente. Esso si manifesta però m segUJto, appena cl Je la punta del pi ede viene a iÌ suolo. '

Di più i forzali, nell'uno o nell'altr·o sens o, della parte posteriore del piede, lo riproducono certamente. lu tto c10, congiunto alla mancanza di imfunzionale r eal e dell'arto, disti n gue nettam e nte la dlstorswne rnedio- ta,·sea dall H tibio- tal'Sea.

In generale, la. è più g rave e la più che nella thsto r swne libio-tarsea, sopraltullo quando, 10 dell'assenza di impotenza, jJ malato non si condanna Immed iata men te al ri poso.

. del dot to r Mal'lin, cbe si riferisce a 141 cas i clt dtslO!'SJone, nello spazio dJ. se· . . b . , 1 annJ, tn un attaghone di fanteria, dà le cifre seguenti:

DislOI'sioni tibio-tar•»ee: 114

Id. medio -tarsee: 27

: r iticando _i diversi metodi di cura proposti per le d1storswn1, accetta Ii metodo di Recfus pe1· la forma tihiotarse_a (mas!:'aggio, bagnature e compressione con la fllscia elastJca). E g li lo l'igella, al contr-ario, per la varieta mediotars ea in cui l'assenz a di tumefazione e di echirnosi notevoli rende inutili.' se non nocive, le diverse p1·atiche di c ui qu.esto metodo st compone. L'immobilizzazione ed il riposo cos tituiscon o il solo scopo da ottenere. La di si limita quindi a d una larga pennellazione d_1 d1 1odo sull' ttrticolazione lesa, poscia all' appticad t un apparecchio al esteso dalla radice delle d1ta fino al disopra dr i rnalleoli.

11 dolore verrebbe rap idamente soppresso, e la g uarì gione comple ta sopra ggiungerebbe, i o capo a 10 gio r ni, io media, per i casi r ecenti, e d a 20 a 25 giorni per i casi anti chi e cronici.

B.

Della oondottiL del chirurgo nel oaal di ferita penetrante nel petto per arma blanoa. - HuouET e Pi::R AIRE. - (Archioes médieales Belges, gennaio 1895).

In uno studio pubblicato nella Re oue de Chirurgie, Huguet e P èraire racco mandan o come condizione la piu indispensabile per il successo nella cura delle ferite penetranti del petto per arma bianca, l'immobilità la più assoluta del ferito ; essi protestano contro qualsiasi pratica, la quale, soUo prete!'ìlo di medicazione e di loeletLa del ferito, abbia per risultato di imprime1·e al malato scosse più o meno vive od anche semplt ce menle d ei movimenti inutili.

Tu tti i chit·urgi sono d'altronde di questo pa1·ere: Tillau, raccomanùa l'im mobilità completa come uno dei migliori mezzi di cura delle ferile in disco rso. Oelorme consiglia di applicare u n bendaggio del corpo ben str etto, immobiliz.zanle il torace, e di impo r re al ferito il riposo più assoluto .

Ma g li auto r i sono più esigenti, ed, allo scopo di r ea lizzare l' imm obilità completa del ferito, p r oscrivono assolutamente il trasporto del feri lo.

Senza dubbio, quesla pt•esct·izione non può mettersi in pratica per le ferite di guerra: gli autori vogliono riferirsi soltanto alle ferile di petto che si osservano in tempo d i pace, per esempio in seguito ad un duello, a d un tentativo criminoso, o. come non è ra ro d i osserva r lo, in seguito ad un acciden te durante un assalto d'a rmi.

Se l'accidente ha luogo io un sito riparato (sa la d'armi ecc), il ferilo essendo caduto a terra o in procinto di cadere, si. deve sostenel'lo, poi farlo con tutte le cure possibili sopra un materasso immediatamente situato a lerra ; fa d'uopo impedire a chicchessia di svestirlo, di ascolla rlo, infine , d'imprimergli un movimento q ualsiasi; le vestimen ta sarann o tagliate per scopl'ir e la ferita ; questa messa a nudo, se si é faLla una emo rl'agia all'esterno, sarà facile arres tarla con un tampone di ovatta sterilizzata imbevuta di una soluzione di sul>limato, la ferita sarà suturata, quindi ollurttla c<'n collodioo ioùofo rmizzato.

N ei casi di emorragia della sottoclavicolare, della mammaria interna o dt una intercostale, sarà necessario dapprimA. di andat•e alla ricerca dei due capi di queste at·ter•ie e fat·ne la legatura.

Si devono a qualunr1ue costo evitare movimenti al malato· fa d ' uopo impedirgli di parla r e, di gesticolar(', ed anche , èt possibile, di tossire, di sputare e di deglutire: in questo intento, non gli si somrn inistt·erà che qualche cucchiaiata da caffè di una bevanda cot roborante alcune ore dopo l'accidente; se ti ret·ito soffre od é agitato gli si fara un'miezione di morflna; al contrario, se la depressione é a ccentuata, se l'emorragia interna od este.rna e considerevole, si dovranno praticare iniezioni soltocutanee di siero artificiale steri li zza.to alte rnativamente con iniezioni di caffeina; ed i lavori di Bouilly, Cbavane, 1\Ioly. Nélaton, Nimier, ecc. 15 op 1·a questa questione, egli viene nella conclu::.ione che nelle contusioni gravi dell'addome, la laparolomia coce è indicata P e r Micbaux, la laparotomia esploratrice è sempre indicata; essa, per essere utile, deve esser e

Ciò ch e costituisce il principale per icol0 delle fet·ite di petto, il pericolo immediato per lo meno è l'emorragia; al!o scopo ùi ridurre questo pericolo al suo minimo, di favorire la produzione di coaguli e sopra tullo di evitare che questi cedano e permettano all'emorragia di rip r odursi , é necessario a qualunque CO$LO ottenere l'immobilizzazione assoluta ed immediata d e l ferito.

Questo p1•ecetto h:: tale impo)rlanza per gli autori che essi non e si tano a consiglia re, nel caso in cu• la ferita fosse il risu ltato di un duello, d1 piantare una tenda sul te r reno, se non vi esiste abitszion e ,·icina al luogo in cui ha avuto luogo il duello. B.

!!:gli ba riferito 12 casi cosi divisi solto il punto d1 v1<>la della causa: 3 accidenti di fe rrovia, 2 calci di cavallo, !l cadute da un luogo elevalo, quattro schiacciamenti. In lutti i casi il traumatismo era stato intenso.

Anatomicamente, queste 12 osservaziont si riferic:cono tre volle a lace razioni più o meno complete rlel fegato. una volts ad una rotlut·a delle vie biliat·i, tre volte a lacerazioni del mesente rio, una volla ad una lacerazione probabile del rene una volla ad una doppia perl'orazione della vescica ' .. per rrallura del pube, ed infine. in un caso, le lestom erano leggiere e consistevano in semplici ecltimost clell'epip loon e dell'in lesti no.

Queste lesioni, pa•·ticolarmenle le lacerazioni mesenlet·iche eran o accompagnale da vasti versamenti san,::tu ig ni, la cu i quantità variava da 2 litri a :.l, 4 o 500 gram mi. .

Clinicamente, Michaux ha notato quasi sempre un periodo di choch traumatico, p r olunganlesi raramente al d1 la di quattro o cinque ore, ed un pPriodo di reazione, cara tte rizzalo sopraltutlo dai segni loca li, relrazione del ventt·e, dolore, subollusità nella r egione ll'&umatica, infine, sov_enti verso la 15' ora, un'elevazione della temperatura a 38° cn•ca . Riassu mendo, le lesioni dci visce•·• non sono sempre pt·oporzionali all' inteosità del lraumatismo che le ha prodotte ec.l in secondo luogo, non vi ha alcun cerlo che di affermare l'esistenza di una lesione viscPrale gt·ave. . . ,.

Contu1lonl gravi d ell'addome . - MICDAUX.d es N. 38 1891:1).

L'autore Ila fallo una comunicazione alla Societa di Clurut•gi a di Parigi sull'intervento chirur gico nelle contusioni gravi de ll'addome. Doto rammentat.o le osservazioni

In lJUesle condiziom, la laparolomta s tmpone <'Ome una necessità, perchf> essa sola perm ette una diagnosi sicu r a e di tralla1·e efficacemente le lestom v•scerali prodotte nella contusione addominale Ma essa dia buoni risultati, è necessario: 1° cile essa sta precoce, val e a dire pr aticata nelle pt•ime quindici o ore; 2o che essa s ia e seguita il più rapidamente posstbtle senza omettere alcuna delle precauz ioni antisettiche nè r icerche necessa1·ie.

Mi chaux non ba perduto che due malati, nei quali è inte r venuto troppo ta r divamente.

Hen uERT SNow. - Le ooncllzlolli 4l oura del oanoro. (The Lan.cet, 12 gennaio 1895).

L'autor e ritienP che le malattie cancerigoe producano quasi sempre la morte per le qualità infettive degli elementi cellulari, e per la loro meccanica trasmissione ti distanza; quindi dis cute gli ostacoli che alla c ura chirurgica oppongono le d iverse specie di cancro nella ascendente della loro complessita , incominciando dall'ulcera rodente, che secondo lui è men o cancerigna degli altri cancri.

Essa è la men o procllve alle metastasi, è quella che ha minor tendenza pr·ogressiva, è rappresentata da un' aberrante riproduzione della str uttura de' folli coli d B' sollili peli delle palpeb re special m ente, non é sog-ge Ua a riproduzioni secondarie, e si può prontamente est ir pare co l ca ustico o col coltello dentro i primi 18 o due anni dalla sua p rima apparizi one. In un o stadio piu avanzalo l'asportazione è impedila dalla infiltrazione d el periostio che cuopre le ossa viciue.

La seconda specie fatta dall' epilelioma, cioè dal cancr'o delle cellule epiteliali della pelle e delle mucose, è cl inicamente diversa dal carcinoma, o canc r·o delle glandole sece rnenti, per l'impo rt ante ragione che le particelle metastatiche son trallenule nel primo caso dall e glandole linfatiche adiacent i, e solo raram ente raggiungono il tor' rente circolatorio. L'estirpazione radicale dev'esse1'e perciò effettuata asportando tutte le pericolose glandole contemporaneamente al tumore, e l'operazione va p1·ima che il tumor e sia molto ingrandito.

A tal u opo bisogna pr aticamente riconosce r d tre stadii di sviluppo ne' ganglii linfatici seconda riamente infillr ali : 1" quello d'insidiosa infiltrazione non ric on oscibile per al c un sintomo; 2° quello di sensibili La alla pressione senza aume nti di volume; 3• quello della tumefazione. Ciascuno di stadii dura '15 giorni c piu, quindi il cammino dell'mfez10oe lungo il sistema linfalico è sempre definito, e sucocellibile di a ccu 1·ato pr ogn ostico; oncl' è , che a voler' attendere per l'operazi one fino alla tumefa zione 1-(landulare, è un voler crificar la vita del puzienle, perchè allo ra anche lo ntani, per la via de' linfaLici sono giunti al pt'imo l"ladio d'infezione.

Cosi n e ll'epitelioma del labbro, il cam mino dell'infezione è quello ' delle (.(lan dole sottomascellari situate al l' anteriore della glandola loo livare, e con appross• mazrooe s• può ritene re che in meno di sei mesi :ar anno intìllrale, quindi non s arà permessa l e st1rpazr one d un co nero dal labbro senza la contem poranea dissezione de' gan· glii liofalici sollomal'lcell ar• , s ieoo essi o no.

11 cancro della lin g ua si diffonde r apidamente, sempre dentro le sei settimane, e le glandole so«petle sono le submascella1·i nel canCI'O dei ùue terzi anteriori, le cervicali in quello del terzo posteriore, e p r opriamente quelle situate dietro l'ancrolo della mascella ioferrore.

Nel 0 nell'utero la chirurgia operativa è attuabile solo p er le Jésioni prima r ie. Il cilindroma del retto si sviluppa lentamente, e di rado infetta le otl il fegato prima di duo mesi dal suo lOJZiamenlo, dentro questo termine f> necessaria l' escisr:-ioue. Il _ca r crnoma dell'utero dev'essere operato dentro le otto !"etltmane , altrimenti la rip e ltzione avt'à luogo per la via linfalico nella soUomucosa vag inale. Il metodo prù razionale è 11 uello delrampulaz.ione so praveginale: r iserv_ando la isterectomia ai casi nei quali t> afretta la ule.rma.

Nei sa r comi caraU.erizzati da sviluppo raptdo dt tessuto connettivo non s'incontra l'infezione dei ganglii per la dei liofalic i, e se 11 ualche glandola a distaoz.a dal tumore st trova ingrossata, la diffusione dev'esse r e. la . g . ' na ed è associala a meLaslasr ne• vtscerr. La vta san m..: , rimozione d eve quindi aver luogo r•·ima che le cellule comatose sieno passate nella corrente del sangue. l s a:com t ùelle O!>c:a lunghe devono ess ere lt'altali con la drsarl•cola-

Cl:l i i\URGICA 611

zione, a causa della loro intima associazio n e con la circolazio ne.

mammella occorrono, come in altre sedi, tumori connettivali, o cistici od incapsulati, quindi poco proclivi alle infezioni sanguigne.

Il cancro melanotico della cute è un prodotto embrionale dell'epi telio pigmentato di Malpighi ; e perciò é necessar·1a l'estirpazione delle glandole vicine come nell'epitelioma.

Il carcinoma della mammella è quello che offre i maggiort ostacoh alla asportazione, per l' msrdiosa infezione delle ossa sottoslantr. La malattia comincra sempre in una piccola area di tessuto, in un singolo acino mammari o, forse in una singola cellula, e tien dietro all'azio n e spesso detlnibile di una causa eccitante, che nell' 11 p. 100 è una violenza meccanica, e nel restante dei casi o un'aberrazione della normale evoluzione dell'organo. l.a mammella si sviluppa fra i H ed i 25 anni, per altri dieci anni avvengono temporanee evoluzioni ed involuzioni relative alla gravidauza; l' mvoluzi ona finale o degener·azione permanente comincia al 31>0 anno, ed è questa !"età pìu ·pr opizia per lo inizio dei carcinomi. L'infezione dei linfatrci dell'ascella avviene precocemente. dentro le prime ollo settimane, a meno che non si tr•atti della fo rm a scirrosa che avviene nel denso tessuto del capezzolo, d'un cancro atrofico in una mammella avvizzita, d'un ca r cino ma dell'orlo sternale che tenti prima d'infettare il Limo pe r mezzo dei liol'atici che perforano le pareti costali.

Quando avviene l'ingrossamento dei linfatici del l'ascella, la corrente linfatica non si compie più not•malmente, ed avvengono ri gu r giti in di rezioni abnormi. Allora le particelle del cancro nell' omero, nel timo residua le, e sì ha quel complesso di sin tomi detti sleroali, elle si avverano nei cancri della mammella <!he datano da 8 a 12 mesi, che possono esser presi da atrofia, e rimaner co mpatibili con la in rare ci rco stanze per annr ed anni. Rsr rssa una mammella dopo 12 settimane dalla comparsa del carcinoma , si veritlcano i sintomi sLernali ciopo alcuni anni. Per aspo1•tar quindi un carcinoma dalla mammella speranza di successo, bi- sogna operare fra le 6 aUe 12 settimane dali ' inizio, prima del dei gangli linfatici, e prima deUa pf)ssibile inl ezione ossea. E non solo Li:;ogna rimuovere abbondantem ente il tessuto mamma1'iO, ma bisogna vuotare il cavo a scellare prima c he i linfatici si sieno ingorgati. L'antica o perazion e di metodo che nel comprendere fra due incisioni ovali il tumore Eltl asportarlo, è necessar iam ente dalla ripi'Oduzione nella cicat ri ce fra poche settim ane o mesi .

L'autor e reca in appoggio di queste sue vedute quattro par ticolareggiate rdazioni di cancro della lingua, uno della ma!;Cella , e sedici della mammella, nei quali casi ebbe guari gione completa, potuta ve r rficare pa r ecchi anni dopo l'oper azione.

Nei casi sospetti d'iniziata infezione oo.sea, Pgli ha instit uito una lunga cura d'oppio subito dopo la convalescenza, ciò che secondo lui ha contribuilo a tener lontana ogni riproduzione.

K a oG IUS (d' He lsingfo rs). - Nuovo metodo dl anute.t.a locale con l a oooalDa . - (Ga;ette des Hapitau:r;, numei'O 2 :3.

L'autore, pur r endendo al metodo dr Reclu s, di anes tesia locale con la cocotna, prefer isce, in ce rti casi, il procedimento che egh ha ideato ed aJoperato in questi limi tempi nella pol iclinica di H elsingfort>. Questo procetlrmen\Q è basalo l'lUI fatto che un'iniezione di cocaina spinta, non già nello spessore del derma, ma nel tessuto cellulare sotwcutaneo, nelle vicinanze di un tronco ner\•oso, produce dopo un cerlo tempo, un'analgesia n ella zon a di distribuz ione tl i queslo nervo, per un' PStensio ne talvolta n otevole. I n a lc un i c asi si ottengono risultati più sicuri, se si fa l'miezione non in un sol punto, ma conficcando i't'lgo perpendicolarm ente al gr·ande asse del memb ro e !>pi ngt'.ndo l'inie:r.ione per tutta la durala dell'inlroduzione e ..dell'ago. 1n tal modo, si ra ggiungono più 1 -voluti eJ una sola iniezione basta per var1 l'ami

Cosi, n elle operazioni sopra un dito, si fa un'in iezione Ji. nea r e aJla radice di q uesto dito, alla faccia palmar e o nella metà dello spazio che separa i quall r o nen·i collaterali. L'iniezione d1 i od 1,5 ceulimetro c u bo di un a sol uzione di cocaina produce, dopo 10 minuti, un'analgesia comple ta di lutto il diLo, analgesia che non anleressa soltanto la pelli', ma anche i tèssuti profondi fino al periostio inclusivawenle. Per l' apertut·a di un patereccio non occorre tnietlare nel silo della lesione, ma nei tessuti s ani circonvicini. Coo una debolissir.oa dose di cocaina, si ottiene un·analgesia completa che perm ette l'inte rvento rauicale.

. indica in s eguito diffet·enli punti di r epere per le an teziOni nelle diffe r enti re gioni e conclude che n el suo metotlo di analgesia pe r iferica: l o l'iniezione non deve essElt'e fatta necessariamente sul punto leso, ma in un punto più vicino al centro dt innervazi one ;

2• con dosi minime d i cocaina si ottiene un'analgesia estesa;

3' in certe rt<gioni, l'analgesia produce l'insensibilita non solo nella pelle, ma anche nei tessuti profondi.

Della rltenztone d 'orina po1t-traumatlo&. - FH.AUDf:Au.(Jo u r nal de M édeci11.e et de Cltiruryie, aprile 1895).

Le osser vazioni ù i rite nzione d'orina sopragg iu nta òopo le operazioni sono m ollo numerose, e, in una maniera generale, si può ammette r e che qualsiasi operazione, qualunque siasi la sua impo r tanza, la sua sede o la sua natura, può dar luogo alla r itenzione d'orina. Questa, mollo abituale nell'uomo adullo in seg uito alle ope t•azioni che si praticano sull'addome e sugli arti inferiori, di venta sempr•e più r ora a m isu ra che ci Allontaniamo ·da queste r egioni. Essa solo eccezionalmente si osserva dopo le operazioni pratica te sulla faccia e sugli arli super iori.

1:1 generale, la t•itenzio ne d'orina post-Lrau ma tica s'mizia immediatamente dopo il traum atismo o dopo t'operazione. Secondo Nicaise, Bour sier, ·Luca ::-Championniére essa po- trebbe inizia r si soltanto due, tre e•l anche sei gio rn i do po l'o perazione Lucas-Championniére ha notato a pr o:posito che piil l'inizio è lento e tat·divo, più la rttenziOne daventa per·icolosA e lunga.

Una volla costituita, la r itenzione d'o ri na può pr<!senla r e àue forme totalmente diiTeren ti : una fo rm a indolente ed. una for ma dolorosa.

La prima si p resen ta generalmente negli individui rhe ba nno antecedent i orinari e scompare molto presto : e la form a più co mune. La seconda che sopraggiunge sop_ratutto nerrli o ri nari ed è da vivi dolOI'I con lmtotale di orinare, é soventi consecutiva alla ed i dolor i possono esser e dipendenti dal fatto che le rilenzione è rimasta sconosciuta t1·oppo tempo o che è stata vuotata tro ppo bruscamente la ve!:lcica od anche che esiste un vero spasmo uretrale.

La durala della ritenzione d'orina è mollo vorJaùlie. Sove nti essa cede dopo un solo cateterismo e scompa r e senza lasciare traccia. Più ordinariamente dura ventiquattro a tren· tasei o r e. essa ceJe o ritorno a vicenda, presenta ndo vere inter mi!Lenze, senza che sia ancora trova 1·e la vera causa di queste osc11lazioni; checche\ ne Sia , essa let•mina gene ral mente con la guarigione: . . ..

Cionondimeno, è importante curare questa pres to possibile e , per ciò, pensare a ll a possib thta di questa compl icazione. . . .

A !cune ore dopo il traumAtiflmo, o SI chtederà se il m alato ha orina to; "6 no, lo s1 Inviiet•é a farlo spontaneament e. Si faciliteré la mizione spontanea facendo cambiar e la posizione del mAlato, modificando un poco, possibile, lA medicatura, generalmente allentandola alquanto. . 1 se que!tli mezzi n on bastano, S I darè al . malato un picco o -clistere, il quale saré. seguiti) da una scari ca sovent1 accompagnata da una mizione na turalt>.

Se le voglie di ori nare fos.,ero frt>quenti ed accompagnate <la violenti dolori, sare bbe bene far segui r e al cliste r e un suppositorio c almante.

Clilllu tlGICA l n vi sta de i brJ!Janti ri sultati o ttenuti dal pro f. Vi e tor Horsley coll' avet• nel 18 6 inlr'odotto ques to metodo Mila cerebra le, il prof. Chiane , dell'univt> r si tà di Edimburgo, l'ha e steso fin dal 1802 a tutte le operazioni chir-urgiche sistemat icamen te e ne è lauto contento che non trova parole per ra ccomandarl o ab bastanza ai medici. I van taggi sono che la ferila delle parli profonde l• a una certa di:;>lanza dalla c ute , la cute sulle ferile p ro fonde n o n è slil'&la , sostiene i tessuti pr·ofundi ello s on o slali divisi e la guarigione avviene rapidamente. Il pe ri colo che la cute infeLli le parli profond& è ridotlo al minimo. L'asepsi delle mani e de g li isli'Umeo\i è rolativllmenle agevole: fJuella invecP de ll n cute del pazi()nle è drfficile, pE' r non dire impossibile come stimano alcuni chirur• ghi Di qui oasct> il g ra n valore di questo meto do. lllemb() è costituilo dalla culo e dal tessuto solloculaoeo; di norma esso deve a ver la forma di luna c rescente e non quella a ferr o di cavallo. L'in cis ione deve cadere il piu lontano pc•ssibile dai siti infeLli il sangue deve 1rroPa re il lembo dalla sua ba!"e. Ciò, pertanto, è d i secondaria importanza p0icbè la principale pt·eoccupazione del chi rurgo deve essere quella di tener lontana l'incisione dalle so rg ent i di !'eltica

In lutti i casi sì dev ono p r oscr·ivere, come nocive, le pressioni violente sull'ipogaslrw, la strrcnioa e la segala cornuta.

In fine, in ullimo luogo, si ricorrerà al cateteri s mo, che si fara con le più grandi precauzi oni ; e si usera per ci ò la. sonda m oll e di caucciù ross o, e si lascier·à scolare l'o rina lentamente senza cer·care di vuota re completamente la ' '6scica.

CH JENe. - Il me todo &lembi nelle oper&zlonl ohlrurglohe . - (Brit. M ed. Journ).

Uno dei primi casi in c ui il Cbl ene ope rò a ques to mod() fu nell'o ttobre 1892 per r·imuover·e dal ginocc hio una cartilagine se m ilunare lussata. cura radicale de ll ' ernie ques to metodo coslilutsce un deci:>o miglioramento . Do po la operazione dell'e rnia puossi appli ca re un cinto mollo per tempo . ernia crurale il lembo é rivolto al- d. a Nell' ernia inftuinale il n rnea me ran . l' indeott·o, ma a l ù H'in terno mettendo allo scoperto lP.mbo è rivo lto rn basso e a . b l'cale se la cute che la · 1 Nell' ern1a om e 1 • il canale rngmna e. 'l l mbo è rivolto in basso. copr e è abbastanza spessa, 11 . e l'a ice del lembo ameri or e Nella res ezione del lp Ua tuberosiiA ante r iore . d livello 1nferror e t e . è laghato a un . b ò esc.ere rivolto rn sopra. . . N 1 omito rl lem o pu.. della t1bra. e g . da tubercolo"'' rl dottor . d' l ndole rnvaseNell'aspo rtazr o n e t g s l mb Il valore di esso nella Sl iles, ha adope rato il il pericolo d' inè molto grande l<'. e orf(anismi cutanei. Ogni fetta re l'area coll Imi miste in questi casi. . e il perr co o 1 e e " clururg o conosc l lo ne l torcicollo, o un l lo s terno c er• se un museo o, come . · è eciso con . Ilo di Achille nel prede equrn o , r tendrn e, come . , t ndine non acquistando adequesto metodo, rl muscolo o J e . vono \iber am Pnte. r enze colla cute S I mu o l r eni nella g a stro· Nell'esplo razi o n e <Iella CJSllfellea, ( el • l mbo é molto valevole. stomia il metodfl a. e . f d ' l Cb iene usa sutu re pel'- d Ile parli p ro on e ' , Nella sutura e fil d' gen to Adoperando l &r- la catrr ut o o ar · . dule latte con se ' e- 1 .. Kocher parecclue gu· . · ome raccomam a Il • , g ento s1 ustno, c 1 d' filo ctpesso· v ha ' . . l l he una so a ' . . gliale di fì\o sotl tle prul os o c . .- •enz a Nella sutura . . . . 1 rd altrettanta resr . • · · . cost ptu . v \lo. Dall'anno scor so il Chiane della cute s r usr ti e rma di ca a . . fi e i punli. bb d ato l nodr per ssar ha gradatamente a an on aLtro o cinque volle Il mo è semplicemente passato tre, qu Il dott J ohnston . d'un nodo comu ne. · come nel prtmo tempo . be può sopt>orlare cosi · e la lensrone c . ha v oluto d e lerro\Oar d un crine dJ cavallo do ppio, un filo Pd ho trovo.lo ch e usan o. d' 35 o nce tre quella . . tano una tensroue 1 • ctualtr·o soppor '/ d'oncia Quanto più la r g a e di 2\, du e qu ella ùi 12 e uno . ' . . unti d'eme r genza . lo ma"criot·e è la l.irs lanza tra' p 1ansa, quan ,.,o · d bb 0 ectsere 1 gl1'1. tanto più numeroctr .e on :ll facenùo vo li che il metodo l\ Chiene termJJ1a il suo scrr o . . . . · ga to 111 r h1rurgra. a le mbo venga estesa mente rmp re

F EJOLER. - F erite d el fegato .- (Brit. Med. Journnl).

Il dott. Feidler· osserva che la diagnosi delle le>-10ni del fegato non •' facile. Alcuni sintomi, come p. o. dolore locale e raggiante, rllerizia, aumento del volume epatico ecc. si manifestano lar·di, e frattanto il pericolo nella magf{iC\r parte dPi casi e nelle prime 24 ore del traumatismo. 1 mezzi esterni locali non arrestano l'emorragia. Benché non sia possibil e diagnoc;ticare le lesioni del fega to, la laparatomia è qui indicala come nelle les10n i d'ogni viscer·e. Se esiste gia una ferila òelle pareti addomiuali é mollo piu determinare se il fegAto é stato interessato. L'autore r·ift>risce tre casi di ferite del fegato di tre individui, dell'età rispeUivame nle di 18, 16 e 2 anni; nel t• !"i tr·allava di rollura del viscere !'enza ferita esterna. In questo es istevano sintomi <.li shock e d'irl'ila· zione periloneale: nel 2• gravi sintomi di emorr agia interna e nel 3o non si notava alcun fenomeno spiccato. Nei pr·iroi due casi mollo sangue fu estratto nella cavita addominale. poca quantita se ne rinvPnne nel te r zo. L'emor·ragia epatica fu arrestala collo zalfn in un caso e col termocauterio dr Paqu e lin negli altri due. T utti e Ire gu arir·ono bene . È sorprendente rl fatto cbo nel fegato anche piccole ferile po:;sono determinare forti emorragie. La tendenza all'emostasi o:;ponlnnea è moUIJ piccola: i mozzi migli ori sono lo zaflamento la ' sutura e il lermocauLerio. Quest'ullimo non ries ce ad arrestare l'emorregia dei vasi nelle ferile profonùe : meglio è ri corr e r e alla sutu ra . Poicht• la pressione sanquigna nei vasi epatrci è basstt. il tamponamenlo può sicuramente nrrestar'e l' emorragia . Coll'uso dello zaffo la fe rita epatica ... meglio conh·ollata dal chirur·go.

Rivista Di Oculistica

Our& d ella oongi1Ultlvlte granalo•a oon la elettroU•l.Dott. MALGAL - (Recueil d'ophtalmologte, n. 2, 1895).

All'ultimo congresso d' ottalmologia tenuto a nell'agosto il doU. : Malgal lesse una comu nicazione sulla cura della congiuntivite granulosa per mezzo òella elet-trolisi, e rife rl 18 casi di guarigione perfetta su 18 curati. Ora egli riporta altre 12 nuove osser vazioni di gran ulose guarite pienamente in poche sedute di elettrolisi, da 7 a t 7.

Il metodo è semplicissimo. Il dott. Malgal si serve di una pi c<!Oia rnacrhina ùi Gailfe a corrente continua munita d i u n collettore rettilin eo . Applica la piastra con cui termina il fil o corris ponden te al polo positivo su di un bl'accio o fra le due man i dPl malato. ed un porla-at:hi munito di un sottile a go di a cciaio mettE\ in comunicazione col polo nel!alivo pe 1• mezzo di un filo conduttore. La macchina di Gailfe che us a il dott. Malgal ha la forza di lO millampere ci r ca quando s i aù opran o le 7 coppie. Ma per la elettroli si delle granulazioni palpebrali non occo rrono che o 5 coppie al più.

P e r fare la oper·azione l'li rov escia la palpebra supe ri ore, l'occhio essendo stelo precedentemente sottoposto all'azione del clorid ra to di cocaina, e si applica successivamente per t1kun i secondi la punta rlell'ago !'U ciascuna granulazione. Si fa la stessa operazione sulla palpebra inferiore. Ad ogni seduta di elettrolisi bisogna distruggere quanto più si può di j::ranulazioni senza stancare il malato. Del resto l'occhio essendo sot to l'azione della cocaiua, il dolore provato dai maIal i é quasi nullo. . .

Il dott. Malgal usa sottoporre i suoi maiali alla ele.ll:ohsr due volle la settimana, ma crede che si possano ravvrcrnare le sedute senza inco'lvenienli. L 'occhio dopo ciascuna se-

Di Oculistica 619

duta si a1·rossa e si congestiona fortemente, ma per· poco tempo ; dopo un quarto d'ora o una mezz'ora al più tullo ritorna allo stato normale. Come era a le alter azioni corn eali nel tempo stesso e parallelamente alle granulazioni.

L'elettrolisi ha il sugli altri metodi di non essere dolorosa, di esse1•e d'una g r ande semplic1til e pet• conseguenza di pote r si usare facilmente da tutti i medicr, di non lasciare al c una cicatrice congiunti vale e di rrstiluire alle palpebre la loro normale integrità.

Il dott. MAl gal fa questa osservazione: Le gt•anulszioni congiunti vali invadono tutta la superficie delle congiuntive e specialmente le pi eghe oculo ·palpebrali, a cui é •mpossibrle arrh·are anche rovesciando le palpebre con ltt. semphce lu ..sazione della cartilagine. E intAnto fìnchè vi sono granulazioni in questa regione, la congiUntivite gran ulosa e le alterazioni cor·neali non sr modificano Vi sono due rno li per r•imediarvi: o arrotolare bene la palpebra super iore intorno una apposita pinzetta in ogni seduta di eleUrolisi, il che pe rm etLe dt scoprire la piPga oculo- palpeb rsle, ovvero escidere queo;ta piega secondo il processo .li Gale.lowc;ki.

E. R.

Condizioni p er l 'ammissione alle diverse aouole mtUtarl dell'eaerolto tranoeae rlapetto alla aouttà vtsiv& e alla mlopla. - (Recueil d'op!ttalmològi'!, N. 2, 1895).

Con .dete rminazione in data lo ottobre 189i, il .Ministro della gue r ra della repubblica francese ha dec1so che le <'ondizioni d'idoneità per l'ammissione alle d•veJ'SP scuole mtlilari pe1· quanto r·iguarda l'acuilà e la miopia sieno le seguenti:

Scuol a speciale milital'e sezione di cavalleria (Saint Cyr), scuoladi Saumur.- Minimum d ell a acutezza visiva eguale ad l tn un occhio, e eguale o super iore u •;, nell'allro. Massimo della m iopia !l diottrie.

Scuola speciale d• fanteria (Saint-Cyr), scuola militAre di fante r ia (Saint<\faixenl), scuola del set·vizio di sanilà militare di Lione, doLtori tn medicina ammessi di rettamente ol Valde Gr ace, velct·inari pt·aticanti (Slagiail'es) milit a r·i - Mi- uimo della aculeua visiva, eguale a 1 i n un occhio eguale o superiot·e a ' 1 , nell'altro. Massimo della miopia diottrie. A llievi della scuola poli tecnica aspiranti a lle armi d'artiglie ri a e genio, scuola pei sotlufliciali d'artiglie r ia e genio ( Versailles), Scuola di amministrazione militare (Vi n cennes), farma cisti di L• cl a sse am m essi direttamente alla scuo la di applicazioue del sanitario, allievi di farmacia del servizio samtat•io. - :\lin•rnum di a c utezza visiva eguale o superiore a 1/ 1 in un occhio, eguale o superiore a 1/ 10 neJ.. l' allt·o. Maximum della miopia 6 diotll'ie.

E. n.

A ffezioni del graude angolo dell' ocohto simulanti una mala. &tla delle vie la.ortmall - PEYROUx. - (Journal de J.Jét/ eein c et de Cht r urgie, 1895).

Queste afTt>zioni sono m ollo spesso l'occasione di gravi errori di diagnosi e non è raro vedere delle sedicenti fistole lac r imali cli o sono cul'a te per mollo tempo col cttteterismo e con altri usuti in simili circos tanze e che non migliorano perché tratta di tutt'altra malaltiti che della fistola. Il doll. Peyroux cita molli falli nei quali que!'tO e•·r ore ha duralo per mollo tempo In uno di questi casi per esempio, un sifll•lico peggior ò mollo perr.hè l'ulcera sitilitica dell' augolo dell'o•·chio e ra slala pt'Pl>a per unn lìstota llel sacco lacrimtlle da un chirurgo il f!Hale affon•lò unn sonda atlnwerso l' ulcet·a. In un alll·o caso, pratico per m ollo tempo il cateterismo per una ùacriocislile, mentre !>Ì trattava di un cancro delle palpebre.

L e affezioni simulatrici sono ti più l'infiammazione della pelle e del tessuto cellulat·e dell'angolo interno, l'ascesso, la fistola consecutiva; il foruncolo, la ris 1pola, la gomma e l'ulcer·oziorte sifililiche; il cancroide, le cisti prelac"rimali, sebacoe e de rmoidee, l'osteo-perioslite della branca ascendeute del m a scella,·e, la fistola den ta1·ia, l' c mpiema del seno frontale, ef!c.

Quasi sempre é facile fare la diagnosi esalla e basta fa t' a tlenzione per non cadere nell'errore. V i s on o però casi l t.liffìcrli ed a questo ri gua rdo l'autore cita un' osservazione

Rivista Di Ocu Li Stica

mollo islrulliva pubblicatA Ila Parina ud. In questo caso la lesione t> ra stata conl'iderata da vari medici come una fistola la crimate: era stata p r odotta da una flussione dentaria susseguita dn un ascel'so òel 811 • goto dell'occhio e si apriva un po' al disotto del punto lacrimale inferior('.

L' espello era m ollo analogo a quello di una fistola lacrimalc. T ullavin una inrezione praticata per i punti lacrìmali ritornava intieramPnle per il naso, mescolata ad un po' di pus, rnt1 per nulla dalrorificio fistoloso Spinta dall' orifìcio fistoloso l'iniezione rito rn a va egualmente per il naso, ma con una g r ande IJU&ntità di pus Jn fine, l'esplorazione della bocca faceva rilevare un picco lo orific10 fistol oso della aengiva ed una iniezione spinta da qu('sta fistola alveolar: ritornava in parte per l'or·ifìcio cutaneo situato in corrispondenza del s acco lncrimale, ìn parte per le rosse na!'ali. La comunicazione coll' in termedjario de l seno mascel la r e delle tre aperture cutanea, no sale eù a lveolai'P, J' integrità d e lle vie Jacrimali e l'or·igine dPutaria degli accidenti sr trovavano cosl perfetlamcnle La cura ha consis tito oltre all'avulsione del d e nto malato, io in iezioni fr equenti una soluzione alcoolica o fenicata e si ottenne b en presto la guari gione.

Rivista Delle Malatiie Vener Ee Edella Pelle

SUlUde della parotide e della glandola aottollnguale . -

I. NWMANN - (Arch. fii r Dermat. und Sgph. e Centralb. jur die medie. Wissensch., N. H, 1895)

Jl ;:>;eumann rift>risce 5 casi, io cui e,gli, nel periodo prill'_litivo dello sifili de, 2-L 2 mesi dopo la infezione, osservò inl"teme a degli esantemi e papu losi untt malattia della pa r oliùe, che le ntamente tornò indietro col tr attamento anlisi ftlilico. Questa malattia era C<'slituita ùa un tu more duro piano e roton do, a s uperficie irregolare chiaramente distinto dalle gl and ole preauriculari luruefalle gli stu vano sopra . l malati soffrivano di disturbi della maslicazione e della deglutizione e di a bbondante salivazione. In un sesto caso s i trat tava dj una atrez10ne gommoso- ulcerosa della glandola sotlolinguale in un mala to infetta to da anni. disposizione che consiste nel divide r e in due parti su tutta la sua lunghezza, la tela della barella e di rifarne, in pochi minuti, una tela unica con un mezzo di congiunzione m olto scmF iice e solido, perm ette, quando un malato affello, sia da scollature estese, sia da fratture gravi, é sopra un letto ove deve soggiornarvi, di fare IStantaneamente il co r done centrale di zt•me tela che si allontana; questa disposizione perdt sollevare la barella senza la minima sofferenza per ti fertlo, e sopprtme cosi gli spostamenti pericolost ed i dolori vivi occasionati dal trasporto di un ferilo, dalla sua barella sul letto, come si era obbligati di farè fino ad ora.

Nel della caruncola sotlolioguale A della base del fre nulo della lingua esisteva un'ulcera grossa quanto una fava , a margini in fillraLi mal determinali, da cui fluiva continuamente un liquido chiaro (saliva). Sul pavimento della bocca si sentiva attraverso i tessuti un tumo1·e della gross ezza di una nocci0la, duro, alqua nto dolente, che corrispondev a alla glandola soltolinguale. La secr ezione della saliva, aumentala st,·aordinariamenle, era con molla probabilità da ri ferir si in parte o questa g landola , benché non s i potesse e sattamente determ iua 1·e la parte che vi pr endeva la g landolu sotto mascellare; poi ehè i coudolli escrolO ri di ambedue le glandole era no dislrulli dall'ulcera. Si trovava pure in questo caso una malallia gommosa non ancora sta ta descritta della glandola di Bland-Nahn n ella punta della lingua; questa era grossa quasi qu a nto una nocciola e il suo condotto dilatato era accessibile ad una sonda sottile. Le iniezioni di aspa r agina to di mercurio e l'iodu r o di po tassio per uso interno pr odusse ro in breve tempo la cessazion e dei sintomi descrrtli.

A ppareoohlo di trasporto del ferltl.- D ESP REZ (de SaintQuentin). - (A r chioes médicales belges, febbraio 1895).

Il dottor Oesp r ez b a p r esenta to all'a ccademia di medi c ina una bl:lrella per trasportare i feriti, che è una trasfo r mazione molLo impe rlante della barella ordina r ia.

. Questa. lrasformaztone della barella renderà grandi serVIZI neglt o.spedali, che ricevono sovenli malati gravemente affetti.

Questa barella è s tuta presentata sospesa sopra quattr·o compensativi (sis te ma Desprez), che sono mollo apprezzo.ti nell'esercito francese.

La combinazione di questa barella per fezionata con una sospensione che nulla lascia a desiderare ne fa un insiPme di apparecchi di gt•ande a vvenire per il tr·asporto di malati o di ferili dalla ca m paftna alla citta e dalla citlà alla campagna; essa permette di r accogliere un ferito in un cantiere o nei camp1, dt collocarlo io una Rrossa vettura ove non avt•à. a alcun dolore durante il suo trasporto, per che sta, fino al letto che gli si é destinalo e sul quale egh sarà srtuato senza la minima sofferenza.

Corpo nnlta.do tn g l ue. - (B r ii. Med. Journ.'.

11 corpo sanitario inglese (Army medicai Statr; é formato di medici i quali vi sono ammessi in seguito a concor so a del E ssi non hanno nell' eserciLo grado ma r·ecentemente é stato loro concesso di usare posti eh? hanno la parvenza di effettivi tà di grado: s t dicon o c hrrurgo luogo ten ente (Surgeon lieutenant), ch 1rurgo capitano (Surgeo n. captai n.) , chir urgo maggiore

E SERVIZIO MEDICO MIU'f ARE 6?3 (Surgeon major), chiru r go luogotenente colonnello (Su r geon lieut Pnant eolonel), chiru r go colon nello (Su r geon eo l on. el), e c h iru rgo maggiore generale (Su rgeon major gene ra l) Si sper a che il co rpo venga innalzato alla dignità di cor po rea le. l candidati a l concorso non possono aver meno di 2 1, né più di 28 nrmi: debbono aver sana costituzione fisrca e v ista perfetta. È tollera to un modico grado di miopia il quale c!ev'esserb tale da non l 'individuo a far uso di occiHalt du ran te le operazioni. Gli esami di concorso si fanno ordmariamenle due volte l'anno, in febbraio ed in le materie l!i esc: e sono obbligato ri e (anatomia, chir urgia, medicina. le malattie delle donne e dei bambin i, chimica, far·macia e conoscenza dei medtcinali) e faroltalive (francese e tedesco, scienze natut·ali). l candidati approvAli sono, col nome di chir·urghi in (Surgeons on probation) riuniti per un certo tempo alla scuola di medicina mi lilare a Netley, dove seguono cot•si di igiene, c linica medica, clinica chit·urgica, patologia delle malottie e de ll e lesion i int>reoti al ser vizio mi litare. Durante lo lot·o permanenza cola ricevono un'indennità di 8 scellini al giorno. Finiti i cor si sono sottoposti a nucJvo il cui t•isullato stabilisce la posizione definitiva dt ciascuno ed en tran o nell'esercito col ,:(rado di ch irurgo luogotenente e con uno stipendio di 200 sterline all'anno. In seguito sono nominati chir urghi capitani e dopo cinque anni di ser·vizio hanno lo stipendio di 2">1 stet•lioe l'anno. Dopo 12 anni di serv JZio a tutto stipendio, il capitano può esser promosso chi ru rgo egli però deve assoggettarsi dopo il settimo anno di servizio ad un esame sulla medicina, igiene, sui do' eri degli ufficiali medici, sull'organamenlo degli os pedali, sulle leggi militari e sull'amministrazione del corpo sanita rio.

Tutti gli ufficiali medici di g ra do inferiore al chiru r go colonnello debbono r itirarsi all'età di 55 anni; e I)Uelli di grado superiore a 60. Un ufficiale con un servizi o di IO nnni a tut to stipendio pui'J ritirarsi e ri ceve un'indennità di 1250 ste rline: dopo 15 anni ne riceve una di 1800 e dopo 18 onni una di 2500. Mar ina. - Le n orme di ammissione nella roar ina sono le stesse di quelle dell'eserci t o. I candidati approvati ri cevono il grado di chi r urgo e vanno a fa r e un corso d' istruzione d' ig e ne, ecr ., all'ospedale d1 H asia r.

Lo s tipendio del chi rurgo è di sterline 209,17 s. 6 d. l'anno: dopo 4 anni qu esto viene portato a 267,7 s. 6 d., e dopo 8 anni a 282,17 s. 6 d. Un ch irurgo, può dopo 12 anni di s"'rvizio, esset• promosso al gra•lo di maggiore c hirurgo (Sta.!f-surgeon) purcbè sia r isult.ato nel prescritto e same. A questo g 1•ado è annesso uuo stipendio di sterline s. il (1uale dopo 8 anni di servizio div iene di 438. Anche nella rnari11a l'età r ili1·o obbl igatorio è a 55 e 60 anni

Il ritiro fa colt.alivo è determinato da condizioni speciali.

La progressione dei grad1 ne lla marina è la seguente: (Sur!Jeon); maggiore chirur go (Sta.f!-s u r geon); chirurgo di iloLla (Fleel su r geon); ispettor e generale delegalo (Deputy-inspector·{Jeneral) ed ispettore gene rale (lnspeetor gene r a[).

41 attendam en t o •ulla n e v e. - (Rioisia militare italiana, del 1° a prile 1895).

Nello sco t·so inve!'no sono stati falli in Aust1·ia alcuni esperitn enti di allendarnento sulla neve ai quali presero parte truppe di fanteria e dei pioni e ri.

Uno di questi esperimenti fu e seguito con una lt1 mperatura di - 7° Reaumur, col suolo cope1•to da mezzo metro di n eve e mentre tirava vento impetuoso. L'accampamento venne posto alle ore 4,30 pom. e tolto alle 8 del matt1no successivo. Nelle tend e per due ( l ) la tempe ratura si mantenne co1ne l'esterna, cioè a- 1o, e si lasciarono perciò vuote.

In una tenda per sei la temperatura sali fino a- 2•, verso l'una ant. e fino a o• in seguito. Gli uomini avevano doppia copertu r a di lana, e poterono dormire.

(l) Il lelo da tenda dell'esercìto austro-ungarico ha forma di rom bo e per· mette la formnione d ' oua tenda anche con due soli te li: in tal caso la tenda assume forma di p1ramìde a bas e quadrata. Si possono poi costrurre tend e per un numero pari qualunque d'indil'idul.

K SERVIZIO MEDICO MILIL\RE 625

Una tenda per sei, senza uomini dentro, fu bagnala con acqua che ooe16 immedìat.amente e la cr·osta di ghiaccio t'OI'man (ì tas1, salire nell'mterno la temperatura wo a -:.. verso l'una ant., e piu lardt fino a+ t •.

Però tale sistema deteriorò la stoffa della tenda in modo da renderne impos:.>ibile un ulleeiore us o.

Un'all ra tenda pe1· sei fu coperta cou pa gli a e quindi si versò dell'acqua sopra. La truppa poli' do rmirv1 e la temperaturA inten1a variò da Qo A + 3•. Cor1 questo il tessuto della tenda l'imase poco o qua!>i uiente delt•riOrato dal Si coslt' U"!=<eeo in oltre una tenda per sei uom 1111 ed una per 12 con uua. piccola stufa ·di matton1 al centro 'u cui camino e1·a formalo con scatole di conserva vuote. La sali nell'interno tos to a+ 2 e quiudi a+ s•; però, dop o 3 01·e, la truppa dovelle abbandonare le tende, pel fumo prodottosi ncll'mlerno. . .

Si disposP.ro anche tend e per qu a llro e per due 10 semicircolo colle ape rtur e t•ivolle ver·so l'inle1·no e si accese s l cenlt·o fuoco; questo sistema però presentò ch e 11 vento mutando direzione, molest.a va la truppa gtacente sotto le te nde col fumo e col fa1' variare rapidamen te le temperature. v 1 era inoltre un co ntinuo pe ri colo .

Mig lio re fra tuLte si dimostrò una tenda per v1cmo alla quale e sotto vento. si e ra scavato un fosso dt r1scaldameulo (1). La temperatura <>alì nell'inte1·no fino a 12° e rima se costan t e. La truppa dormì senza mantello.

Si esperimentò anche il r iscald amento con acqua calda e con ma ttoni arro ventati, me l'elevazione di temperatura prodotta dura va troppo poco tempo.

ln un'altra gio rnale una accampò, òopo una marcia di 32 km., rra le 5 e le 7 dì sera e rimase allendata fino alle 8 del mall1no successtvo. Im perversava una burr uscu di neve e la temperatura era scesa fino a - 12o Heaumur.

(l ) non si è ancllra potuto couo,cere il mOllo col costruita. ques ta ro ss11, ne come viene effettuato Il riscaldamento.

. Altri esperim enti faLli ricoprendo le tende con tet•ra e neve buoni risultati. Si confermò però anche in tale che il miglio re s istem a è quello della tenda per dodtct con annesso fosso di ris caldamento U n tale accampacol terreno profondamente gelalo di quella gio rnata , rt cluese due ot·e e mezzo di la voro.

RIVISTA D'I GIENE

Relazione aul valore di aloUDI alerl anUdlfterlct . - Prof. ScLAVo. - (Labo r alorii della direzione di sanité).

Per incarico avuto dal pro f. Pa gliani, direttore della s antlé. il prof. Sciavo ha esaminato il valore di al_stet•t r erentemenle pr·eparati in Italia e di allri roventenlt dall'estero. P

Le prime indagini vennero falle col metodo segu 1to all'istituto Pasteut·, e la sua di esecuzione, e per ché esso,_ de termt nandosi la r esistenza acquistata dall'orgamsrno contro il bacillo vivo de l la dine r ite anziché contro rl clifterico, si r ealizzano nell'esperi mento delle condrzronr molt" simili u quelle ch e il clinico trova nella di rterite dell'uomo. •

Ma tra lot•o, dopo qualche tempo, i risultati ottenuLJ l A. sr convinse che tr•oppo grandi sono le cause di errore all'esecuzione di questo metodo perché ess0 adotlarst per giudirare del valore di un siero.

. Gh mconveoienti de l metodo dipP.ndono certamente dalla di _pote r iniettare quantita anche presso a poco eguah dt ba tteru alle di verse ca vie.

Non egualmente ri goglioso infl)tti è lo sviluppo dei bacilli

RIVISTA o'IGlE'ìE

della difterite n ei d ive rsi b r odi; avendo poi taluni ba cteri len.denz.a a rlig g rupparsi in piccoli gra nuli no n ei 1·iesce a di-staccare gli uni dagli altri sempre rn egual g ra do, per quanto -si a g ili la provellii di collura.

P uò s u cced ere pure che alcuni an im ali ricevano un li quido m eno r icco di germi per ché le masse granulari possono avere avuto il tempo di depositarsi nelle parli declivi della si ringa.

P e r quanto conto si tenga di cauee di t> r rore e per .qua nta cura si adoperi per evitarle, nou é possrbile otte>oer e un a misurazi one suffici entemente esatta della quautilé di coltur a con cui si saggia la diversa resistenza che le cavie contra ggono per mezzo del siero.

Venne quindi dala la preferenza al processo di Eh r ltch che consi ste nel mescolare in vil ro diveree quantitA di siero con il decuplo della dose minima mortale di tossina; il volume d ella miscela si porta a 4 cm. c. medinnte aggiunta di soluzione fisiolo,qica di cloruro soùico e si ini etta il tutto solto cute a cavie (senza distinzione di sesso) peso di g r . 200-300 circa.

S econdo Ehr lich dicesi siero semplice no rm ale quello di cui occorr ono cm. c. 0.1 per neutralizza re co m pleta mente il d ecuplo della dose minima mortale di tossina, e 1 cm. c. di ta l s iero possiede una unità immuniuante (U. I. per abbreviazione).

S e per· la neutralizzazione del virus occorrono qu a ntrlà minori di sie r o, c r esce il numero delle unitù immunizzan ti, e 86 pet· esempio acco rressero cm. c. 0,00 1 il nume r o delle U. l. contenuto in l cm. c. di 'lueslo siero si elever ebbe a 100 (0 , t : 0,001 = 100 ..

l r isullalr ottenuti nelle numerose falle dimostrarono la grande superio rità del metodo di Ehrli ch su ll' a ltro seguito da Roux e da i suoi collabora tori.

In nessun caso infalli si ebba a verificat·e che una cavia m ostrasse assenza di infìllrtlzione locale o reazionr poco a ccentuala, quando alt ra caviA, cui fu inietLala quantità di sier·o, reagì alla Lossina eccedente con un imponente teaomeno local e.

P a r imenti quando la medesima prova ru eseguiLa su due

RI\"ISTA cavie di peso quasi eguale, ambedue le cavie si comportarono presso a poco n ella stessa g uisa.

Si e riscontrato sem pr e al 2° g io rn o dell'i11 iezione una certa proporzione Ll'a il fenomeno locale e la quant ità di toxina eccedente, che il siero della miscel a non aveva neutra lizzato.

R isul tereb be dunque che mentre gli effetti gene ra li di egu .. li quant i tà di veleno d•flerico si fanno sentire in modo ass11i dive1·M sopra cavie d i eg uale sviluppo, minori inve ce sono fra questi an i ma li le d ill'erenze indiviJuali circa 11 modo di r ea gire localmente alla tossina, ne i pr imi giorni di esper im en to .

Acquic:ta cosi l'('élfmenle gra nde importanza pratica, per em ellet·e un giud izio sollecito s ul valore di un sie r o, la propos ta di Ehrlich di tene r e co nto dei fatti locali, che in seco nda giornata si 1·iscontran o al luogo dell'iniezione, mentre non devesi a cco ••da 1·e lo s tesso valore a lle variazioni èlel peso deg li animali l'i scon t•·ate al s e condo gio rno di e spe1·imento, pnlendo queste dip e ndere da lla varia quan tità di cibo presa pri m a dello dete rmi na zi on i dei pesi.

S econdo Rehring i s ieri an tidifte r ici di uso terapeulico non dovrebbero un valore inferi o r e alle 100 U L e sar ebbe appunto intenzione d el governo ge rma nico di po rtare a tali 100 U. L il lim1te di tolleranza per i sieri da m etter s i in com m e r cio.

Ma nessuno dei l'ie ri provenienti da H ochst e dall'islilulo di Pa sleur l'piega r ono !:lugli animali un 'efficacia corrisponden te alle 100 U. L per cm. c.

I sieri de i dottori e Be{(anti spiegarono un valo re superiore alle 60 U. J. ma ch e uon a rr iva a lle 100 U. L

Per cortesia del dollor Beffanti fu esaminalo anche un campione di s1ero pre parato da Aronson, ma le 1•icerche fatte mic:ero fuori cl ubbi o che esso non possiede neppure 3:l U . L p.. r c m. c.

Alli'i due s i e ri fabbricali in Ha lia , dal professore e dal dottore vennero pure esaminali. Per essi si sono adop t> r ali c m. c. 0,08 di toss ina com e dose minima mortale, qu a nlita ques ta d i veleno, da l'iguaC'dar:;i come certamente

D'IGI ENE

t r oppo d 13bole; ad onta di ciò i due sieri non in dl !'Oslenere la prova delle 60 unità; però le cav1e che rt ce· vcttero 11 siero preparato da l professo1·e Brazzola, presen· ta r ono fenomeni reallivi locali meno accentuati e sopravvissero più 8 l un go all' azione dt-lla lossina non che n on q u elle trattate con il siero del dollo r R1sso. re nder conto d i questi esperimenti di contr ollo, l' A. sente tulla rimportanza che avr eb be un procedimento il pe rm ettesse a quant1 p re pa ra no il sier o antid1nerico in di 1st itu ire, nelle medesime condizion i, le s tesse controllo che s i eseguiscono nei labot·atorl della d1 sanità . .Ma sopratuUo s i oppone a tale Jesicleralo lu propr1età che ha ia tossina di attenuarsi g ra datamente.

L'A. ha cred uto per intanto conveniente ùt istituire dell e prove di conser vazion e della tossina difterica !'Otto.' ' loluolo e sotto altri li quidi, e preannun z ia che se ne potrà lare ev entualm e nte distr ibuzion e ai div e r si laboratori ìlaliani di prepat·azione etei sie r o, n el caso in cui dalle esperi e n ze ris ulti che il potere tossico di essa s i mantengn per lun go tempo inalterato.

G.

VI NCENT. - Dlslnfezlone delle materie f e cali. - (Ga.:ette des H6pitau:r., N. 32, t f(95).

Vi nce n t ha fatto su questo argomento u n' comu nicazione all'Accademia delle Scienze di P a1' igi, che può essere cosi r iassu nta.

11 migliore a ge n te di disinf.-zione delle mate1·ie contenuto dei cessi è il solfa to ,li 1·am e . In 2 1- o r e, SI una disinfezione eccell ente, con una propor1.ione di 7 a 8,5 gram m i di solfato di r ame pe r un decimetro cubo ma terie, ossia chilogr am mi 7 a 8,500 per un met r o cubo d1 mate ri e.

Lu disinfezione degli escremen ti dei tifoidei si ottiene s t esso tempo con 6 g ra mmi di solfato d i r ame pPI' decl.metro cubo di dei e zioni. Quella delle de iezioni colertclle nchiede soltanto 4 grammi di s al e . Il bacillo-v irgola scompare dopo l:! ore di azione.

Esiste un certo numeru di cause suscettibili di alter·ar& gli effetti della disinfezione e di cui é necessario tenerne il più gran conto nella pr·atica: tlui !ila più o meno grand& delle materie di votamento, stato recente od antico di queste, Ferado più o meno eiHvAto di loro alcalinila, origine n orma!& o pa tologica degli escr emen ti , te m peratura, ambien te, ecc. Di questi diversi fallori, a lcuni meritano sopmltuLto di essere segnalati: r• Gli e s,.remen ti che sono, iu gene ra le. mollofluidi e contengono mic r o - organi s mi patogeni meno resis tenti dei sap1·oflti, sono più fttcil mente disiufetlati delle materie fecali normali, la cui consistenza e compcsizione microbinna presentano una grande resistenza all'azione degli antis ettici ;

2• LR sterilizzazione delle materie fecali è nettamt>nte influe nzata dnlla te mpe t·aturu ambiente; a condizioni tutte eguali, essa é più t•api.Ja ed esige una. proporzione min o t·edi HnLiseLtici in estate elle in inv e r·no; ln questo caso, le materie fecali essendo acidificale mediante una fluantité di acido eguale a 10 per 1000: t• P e r gli IIOrmali, putrefatti o non, mescolati all'orina ed alla temperatura di 16 gradi in media, la disinfezione è ottenuta in 2i ore, quando si a dopera una proporzion e di di t'ame eguale a 6 g r ammi per LHl de cimetr o cubo o G cllilogrammi per metro cubo;

:1• Il grado di alcalinità de lle Immondizie influisce egualmente mollo sugl1 e ffe tti de i di!';infettanli, in particolare d el solfato di rame o del cloruro di calce. Quand o il liquido delle immondizie é anti co e putrefallo, esso contiene forti proporzioni di ammoniaca, che dt.'compongono il solfato di ram& eJ in gran parte, i suoi effetti.

Queste t'llgion i hanno rondotlo Vince nt a studifwe i r isultati forniti dall' aziont> simult.ar.ea del solfato di rame & di una debole quantila di a cido minerale, des tinato a neutralizzare l'alcal ini la delle m aterie. L'esperimento ha effettivamente dimol"tra.to che si in tal modo singolarment& l'attrvil8 del solfato di rame, permettendo al s uo potere antisettico di ese r citat•si tutto intiero.

2' P er la disinfezione degli escr ementi tifoidei e la . del bacillo di Eberth la proporzione del solfato dt struz10ne ' . . 1 . p·u· nelle stesse conùiziflnt dt temperatura, c le rame non e 1 , . . . , ùi 5 grammi per un decimetro cubo <> di 5 chtlogremml per m etro cubo di escrementi i mnll . 3 5 dello stesso disinfettante per 3o Ba!'ltano gra ' . il neutralizzar·e un decimetro cubo di materie contenenti bacillo del colera. 1') due ultimi casi, la disinfezione é. ottenuta dopo -ore di contatl.o dell'antisettico con le materie.

RlVISi A DI STATlSiiCA MEDICA

1 d eU& alftllde tn It&Ua. - Nota del profes sor I d.l&gr&mm S Letta all'Istituto lombardo di scienze, GIUSEPPE ORMANI. lettere ed arti. Milano 1895.

Pi tt che colle parole, colle cifre, e meglio ancora ch.e colle d grafici l'eg t•egio p rofessore dt Pavia c1f 1•e con carte e qua rt • . . 1 . , . .b.lmente come il movimento dtscenstona e, meccept l·•-nte 'della mortalil8 per sifilide in tutto il un 1rorm e e concomt.a , . a e della morbosilà per ma.laLtie veneree tll genere e per re.,no . ·t · b uscamenle cessalo l"ifil ide in specie nel regio esercl o, e . • reci"amente a cominciare dall'epoca m cut, colla fu cambiato tl siste ma dt profilassi per le ' . l' ca si ebbe un brusco r t- veneree· e ch e dopo di ques epo . , . , . ' ·o t ' l ha cominciato a modlhcarsl coli al- tomo 111 pegg1 , ' • 6 • luazione del r t>golame nlo per lo stato attuale peggiore assai di qu ello anlerto r e alla g.,

Cric:pi. rtalità per Una carta g eoa rafica a colori dimoslt•a la mo . o · · 11 prtmalo sifilide su 100,000 abitanti dis tinta per , . . 1 R Napoh e Catanzaro è lenulo dull' Italia mertd1ona e o ma, sono le provincie che hanno la mortalità massima; Cuneo, Portomaurizio, Alessand ria, Pavitl, ond rio, Vicenza, Belluno, Modena e Rovig o, quelle a mortalità minore . Un ultimo diagramma schemalicamenle non solo il peggioramento avvenuto, rna anch e il mancato miglir.ram e nlo, che naturalmente raddoppia la g1·avilà del peggior amento. raccomandazioni avevano per iscopo di far dimi n uire il nu· mero degli individui che, alloro giunge r e sotto le armi, vengo no sottoposti a rassegna speciale e riconoscit.;ti inabili. e di evitar e cosi inutili disagi 11gli inscri tti stessi, spese alrera rio e danni al servizio. Che ta le mlento sia stato raggi u n to Io dimostra anche il diminuito numet·o dei sottoposti a ra sseg na speciale.

Dell& leva sul gtovant nati nell '&nno 1873 e delle vloen4e del R . eaero ito d&l 1 o lugllo 1893 al 30 g iugno 1894 . R elazione a S. E. il Ministro della guerrA, del direllore generale delle le,·e e truppe, colonnello M ORENO. - Roma, 18!)5.

Questa annuale relazione si p r esenta quest'anno al,ruanto aumentala nel Lesto ed arricchita di bt>lle tavole g rafl rhe.

Diamo ai nos1t·i lettori un ri assunto dei dati piu importanti in essa contenuti, specialmente di the direttamcntt> e indirettam ente riguardano lo s tAtCl sanitario dei cosc1'illi vi· sitati e dell'esercito.

Il totale degli uomiui visitati fu d i :l31, i35. Di questi furono riformati:

4.'3,691 ossiA il 1:3.18 per 100 per imperfezioni e 17 , 125 ossia il 5,1ì per 100 pet• d1fetto d i statura.

Nella leva precedente si t>ra avuto il 12,85 per 100 di t'iformati per imperfezion i e d G,:ll di ril'ormati per difetto dì statura.

La deficienza d i statura, essendo di facile constatazione, non può dAr luogo a dubbi a dillerenli né ad e nonei giuJi zi i e quindi, la d1mi11uzione nel numero rifo rme per tale causa non può attribuirsi che al giot·e sviluppo fi"ico dei giovani n ati nel 1 73

L'aumento invece nel numero dei rifo rmati per malattie ed imperfe1.ioni, aumento che si r• scontra anche nel numero degl1 inscritti dichiarati rived1bili, si col fallo che, in seguito alle raccomandazioni fatte in proposito dal Min is te r o, vennero seguiti dai consigli di le va r rite ri più ri go rosi per dic11iarnre gli in"crilli ido n ei a l servizio milita1·e. Siffalle

Le imp e rfc1i oni o infermila che furono causa di maggior nu mero di riforme furono le seguenti:

Defi cienza di svil uppo Lo racico .

Debolezza d i . . .

Ernie viscerali

Congiuntiviti croniche, manifestamente ollre il per iodo della t•ivedibllila . . . . . .

2,00 su 100 vis. 1,U »

Gozzi • 0,61

AltPrazi on i organiche e malattie insanabili t..ll•ll'occllio . . .

Oligoemia ed altre cachessie

At r ofia degli arti . . . . .

Vizii di <'o nformazione del torace . e deviamenti dellR colonna vet·tebrale . . . .

EccP.ssiva convergenza dei ginocchi .

Una bella carta geog r afica rappr esenta a colpo d'occhio la varia pl'oporzione dei rifo rmati in genere in ciascuna provincia e ci r cond ario. Un altro rtuadro grafico senta poi, colla varia al tezza di al treltanle colonne verhcali, la var1a pro po rzi one d elle cau se principali di rifo rma s i ngole provincie. E spri miamo il voto che nelle pubb hcaz ioni successive anche i dati rapprese ntati in questo quadro g r afico s iano r esi manifesti solto la fot•ma assai piu efficace di carte geop;t·a fiche, come si è fallo per il totale dei •·iformali e per quello dei riveùibili. l maudali rivedibili furono in numero di 76,577 cioè: inabili all'estero . . . . .

Il numero dei riformati, in proporz1one al lolale dei vi!:'ilati lo ebbet·o i circondari oi Ber gamo (3::!,80 p. 100) Lanu ei t33,35), Oristano (28,82), Sondrio (2R33), Chia r i (28,13), Aos ta (26,09), Clusone (2?!,60). Crema 2:l,5ti), L ecco (25,51). Pa,·ia (25, IO). Come si vede, i circonda ri compresi in questa lista o appartengono a regioni notevolmente dall'endemia gozzigena, opput·e sono popolati da r azze di bassa statura (OI'istano e Lanusei).

Per debole costituzione o per· infermità pr esunte sanabili. . . . . . . . . . . . .

Per deficiente statura . . . . . . . . . .

Perch é impedili di presentarsi per legali motivi 2,860

Il totale degli ar t·uolaLi ùefìnilivamenle nell a 1\ 2• e 3• ca· tegot·ia fu Ji t91,12L. Di quesl i sapevano leg!:ter e e sc r·ivere H2,4 't8c io é il58.8 p. U)(). Riguardo alle prol'ession ,,96,530 e r ano contadiui e•l affini, cavallant1, 12,228 mur atori, mina · tori e simili, 6538 ope rai in legno, H 3'i marinai e pescaLol'i 7159 calzolai e:i operai in pelli; esercenti professioni libe r e e studenti 7509, esercenti medicina e fa rmac.ia 190.

Gli inscriLli di cui fu mrsuralala statu r a asceser·o a 32-i,til 2. Di qut!sli ve ue furono H che non r aggiuusero la statura di 1,25. Quattro e ran o al di solto di un metro, ed erano rispettivamente nati nei circondAri di Piazza Arm erina, Livorno, Messina, Sondrio e Ligure. La statura piu elevala fu osservata al consiglto di leva di T r evigl io e fu di 2,0t Le provirwie che ebber o il maggior numero d'inscritli inferiori alla statura di 1,s:J, minimo per la idoneit.a, furono Ca gliari, Regg io di Calabria, Potenza , Girgenli, Calan· zaro , Sondr1o. Sassari, A velli no e Foggia, la prima col per cento, l' ulltnta coll' 11,55.

Quelle che ebbe r o il maggior numero di di alla sta t ura, cioè di 1,75 e più, fu r ono invece le seguenti: Udine, Lucca, Tteviso, Vrcenza, Pad ova, Verona, Venezia , Belluno, R eggio Emilia, Livo rn o; la p rima coll' 11 ,72 per 100, l'ultima

DI STATISTiCA MEDICA

col 7,G5. Anche in questa leva. come nelle precedenti, 111 !ila· tur·a m edia genel'ale risultò di c trca 1,63, mentre quella di colot•o che ra ggiunsero o superarono la mi"ura legale fu di circa l ,6i: .

Una tabella nume r ica ed un bel quadro g rafi co dimostrano con Lulli i per c iascuno dei compa r timenti del r egno la seriazione delle stature, ossia il nu mero degli inscr·illi che "oprà 10,001.1 misurati non r aggiungevano ogni singola sl.olura.

parte che riguarda le vicende del regio eserci to si trovan o anzi tullo dali molto inleressanti relat1vi agli ufficiali. Tra '(Uesli sono affalto nuovi quelli relativi all'etA degli uflìciali (al t• gennaio 189i), considerela nelle vat·ie arm1 e corpi secondo i varii g ra di. Dalle cif,·e r elative al cor po sanitari o e da quelle del totale generale deg li ufficiali ùi ognt ar ma e corpo abbiamo calcolalo, per uso dci nostri letto r i, le segut!nti m edie:

Et/l

Grodr Corpo sauilarlo UCIIciall In genor!l

Ma g::10ri l) .i!),t 48,5

Capitani lO,O :l9,1

Tenenti Jj 32,5 3 1,3

Sollolenenti Il 27,0 25,3

In lutti i g radi il corpo sanitario ha un'età madia superi ore A quella ddl a classe degli ufficiali. Se poi la sla· lisli ca avesse poLulo darci separ alamen te l'età degli urtìciali dt•lle varie armi a seconda della loro provenienzn. d11lla scul)la e dalla a ccademia ovvero dai sollufficiali, la sfavorevolt> condizione degli ufficiali medici risp::tlo, non solo a quelli delle armi cosidetle dotte, ma anche a tutte le oltre a ppa r irebbe, quale efft>llivamenle è, anche maggiore.

T acciamo delle morli e delle riforme degli uomini di tru ppa, rimandand o il lettore alla r ela:done statistica annuale pubblica ta dall' Ispetto r ato di s a oiLa. Riportiamo eolo i seguenti dati r elativi ai s u icidii. Essi furono in tutto 7'J. In

Vajhkt 637

proporzione alla forza media si ebbe: 0,35 per 100 ntlla fanteria, nei distrelli milita r i, 0,12 negli alpini , O, 15 nei bersaglieri, O,H nella cavalleria, 0,28 nell'a rti gl ie ri a, 0,90 nei carabin ieri, 0,83 nelle scu ole e r·ipaa·ti d'islruzionP., 0,45 negli stabilimenti di pena.

Secondo i mesi in cui avvennero. se ne ebbero 10 in luglio 1893, 11 in agosto, 7 in setlembre, :! i n ollobre, 4 in novembre, 6 in dicembre. 7 in gennaio 189-i , 2 in ft>bbraio, 7 in marzo, 4 in aprile, lJ in maggio e 6 i'n giugno. Quanto al mezzo adope ra lo: 6:1 con arma da ruoco, 3 coll'impiccagione, 5 col precipitarsi dall'alto, 3 coll'annegamento ed l coll'avvelen a mento.

Varteta

Glapponeal e ohtnell .

I medici militari giapponesi, anche nel tempP.stoso periodo della guerra, non sembl'ano in non cale gli stuòii au tropometrici; anzi hanno collo l'occasione della presenza di soldati chines:i nel loro suolo, come prigionie r i di guerra, per fare degl i studii comparativi tra la costituzione fisica del sold ato giapponese e del chinese . Ecco qui sotto sommariamente r·iassunti i r isultati di questi studii. Queste poche cifre dimostrano come anche dal Ialo fisico i giapponesi super ano di assai i lo r o vicini di terraferma.

Giapponesi r.hioesi

Età 21 anni e 5 m. 29 anni 10 m .

Statura. m. 1,sr)s m. 1,676

P eso del corpo. kg. 60,!l 5i,75

Cir conferenza toracica cm. cm 90,2

E spansione del torare cm. 7.1 cm. 6,7

Capa c ità polmonare . eme. :163 1 eme. :H29

Dinamometria kg. 4-1 kg. 31.

Se la statura e la peri metria to r acica dei giapponesi sono al di solto, questi s u perano però i chinasi nel peso del corpo, nella capacita e nella forza muscolare.

Questi dati sono estratti da un rapporto del capo dell'esercito f!iapponese, dottor Tshiguro, inserito nel Sei-1K wai meclical Jou r n.al di T okio.

Notizie

La oremazlone aul campo eU battaglia.

Pl!r ordine dell' Im peratore, come leggiamo nel militaire dell' 11 maggio, si sono iniziaLi in Germania degli studi relativi all'incinorazioue dei sul campo di battaglia

L'incinerazione dei cadave ri dopo una battagl ia non è certv cosa nuo,·a nella storia rlella guerra. N el 1814 i tedeschi a cceser o degli immen si ro ghi per consumare in una quindicina di gioa·ni circa r1uattrom il a soldati morti sollo Parigi. Nel 1870, solto Sédan, fu pure praticata una specie di cremazione, spargendo sulle masse dei ca daveri già ammonticchiali nelle fosse uno strato d i cloru ro di calce e poi una g ra n quantità dt catrame, che fu incendiato con paglia imbevuta di petrolio. L o stesso press'a poco sa fe<'e nel 1871 per i morti durante le lotte della Comune. Ma l'incinerazione regolamentare. o a lmeno regolamentarmente ammessa non esiste presso nessuna nazione. È a questa che mirano gli sfo rzi di molli igienisti, che ne prnpugnano la superio rità sopra quolun'lue altr·o mezzo di disinfezione del teatro di una battaglia. Ricordiamo ..-he un importan te articolo su questo argomen to fu già pubblicato in questo giornale dal rapilen o medico dolt. Aprosio (anno 1892, pag. 6 10).

Nel corpo aanltarto mUltare tralloele .

Con dect·eto presidenziale del 18 aprile 1895, il dolt. Léon Colin, med1co ispettor e generale e capo del cor po sanitario francese, fu collocalo nella ris e rva, in a pplicazione della legge per i limiti d'eta. e contempo raneamen1 e nominato grand'ufficiale della Legio n d'onore. L'illustre Colin é un o di quei medici mililat•i che, lasciand o il servizio, possono, gu ardando indietro nella loro Junga carriera, compiacersi dell'opera lot·o e come scienziati e come milit.ari. Lungo enumerare tutti i me r1 ti scientifici dell'insigne uomo, ricordere m o soltanto come e coll'insegnamento tenuto (Jer molti anni alla scuola del Val - de-Grùce, c colle sue opere, talune delle quali di lunga lena, sulle malattie epidemiche e contagiose egli abbia portato uno dei più for1i contributi allo studio della patologia milit.are, e quindi al miglioramento igienico del soldato. Citeremo fr a i tanti lavori: il Traité dea maladies épidémiques, o r igine, éoolution, prophyla.r:ie, Paris, 1879; il Traltè des jlèores intermittentes, Paris, 1870; gli Études cliniques de médecine militaire (186i); De la jlèore igphoule dans l'armée (18;8 e 1882) . Co me militare Il Coiln conta 47 anni di servizio eiTeltivo. Nella campagna del 1870-71 era medico principale di 2• classe. Era ispettore genera le dal 20 settembre 1888. Quanti medici militari, sì italiani che esteri, ebbero campo nell'occasione de l congresso dello sco r so anno di apprezzare di presenza, la gentilezza dei modi, l'eleganza del parlat·e, e la somma alfabilita di questo illustre veterano saranno ce rtamente concordi con noi in un sentimento ùi viva simpatia.

A succedere al Colin fu, collo decreto, chiamato il medico ispetto r e Dujardin Beaumetz, giA capo dell'ufficio s anitario al ministero della gue rr a.

Necrologi A

Dott . 8 e1tWo Beb audl, medico di 2• cla sse della R. marin a .

Annunziamo la m o rt e avvenuta il 3 maggio a Venezia del medi co di 2• classe della r egia marina, dott. Sl•slilio Reb audi, addetto a quello marittimo.

é morto i n causa di infezione setticoemica cont ratta per una fe r ita ri portala praltcando un' aulop!>ia nella sala anatomica dello speciale, nuovo olocausto volontariamente immolatosi alla scienza, nuovo ammaestt•amenlo come (co!'a che i! vo lgo volentieri dimentica) l'arte cbe 1·irlona la vita altr ui, insidia di continuo quella di chi la Giovane sludi0siS!>imo e ZF•Iante, il Rebau di era uno dei più distinti uCClciali medici della regia marina. DPdicatosi con vivo Lt·asporto agli sludii islologici e batteriologi vi si distingueva a da t>sse r prescello lra i comandali al corso di perfezionamento nell' igiene pubblica, e poi da nomina to direllore dPI laboratorio batteriologico ed tologico dello spedale di Venezia. Il modo Mila sua morte , i meriti suoi scientifici, le doti dell'animo fanno della sua diparma un ve1·o lutto pe t• il cot·po sa nilat•io della marina, al quale noi ci associamo con lutto il c uor e.

Pubb Licazion I In Don O

l st r u:ione per l'aggiustamento di ca r ri paesani per il tra· spo r to dei fer ili, del doll. l. ELLBOGEN. - l glau, 1895.

Die neueren Fortsch r ilie der .\lilitii.r- Saniiiils - Statistik in Oesterreich-Ungarn, von docl. MYRDACZ. - \Vien, 189i>.

In torno alle sosian.:e azotate del latte e ad un nuovo preparato dietetico del latte (la cioccolata al latte). Nota di G. BtLLtTz. (Ec;tratto d al Bollettino chimico farmaceutico)

Due casi di oailwlu scollisi rofl' eoolu;ione delle pustole da innesto vaccinico, del capitano medico C. CARR .\TU .,Modena, !895.

Sinossi mrdica, per cura nel dott. G. ANGELI. -Copparo, 189:>.

Casuistisclte Beilriige zur Paramelritis pu r ulenta, von doctor A. C. van MooR.SEL. - Jena, 189:>.

Rapporto {ra le distanze uditioe pe r l'orologio e pe r la ooce afona quale criterio diagnostico nelle malattie dell'orecchio , per il prof. G. GRADENIOO. - Torino, 1895.

Il cole r a negli alienati, per il dott. VeNTRA . -N ocera inferior e, t895.

Dizionario enciclopedico d i medicina e chi r urgia per uso dei medic i pratici, redallo dal prof. dott. A. E uLENBURG, fascicoli 190 e 191. - Napoli, 1895.

Statistische Beiiriige zttr ierliiiren Von pro f. doct. A. NEISSER in Breslau. - Vienna, 1895 .

Ueber Vitìligo mit lichenuider Eruption. - Von prof. doct. A. NF:ISSER in Bt·eslau - Vienna, 1895.

Ein Fall oon sogenanntem Hc;ema jollicula. r e. - Von pror. dolt . A. NEJsseR in Breslau. - Vienna, 1895.

Schlusswo rt zu Beitrag zw· Casuistilc des Liclwn ruber.Von prof A. XEISSER in Breslau. - Yienna, 18.%.

Ueber de n gegenwiirtiyen Slantl der Licllenfrage. - Von pro f. A . Nerssen in Bres!au.- Vienna, 1894.

Zur Stellttn.J der Pit!Jriasis r ubra pilaris und cles Liclten. ruber acuminalus.- Von pr of. dolt. A. NEISSER in B•·eslau. - Vienno, 1895.

Uebe r Molluscum contagiosum. - V on prof. doll.A. Nr:.:•s sr.m in Breslau. - Vienna, '!895.

Tr e cas t di glossite gommosa sifilitica guarici median.te le iniezi('lni in.LNtmuscola r i di calomelano, per il prof. A. ScAl\ENZlO. - Mtlano , i8!H .

Trattato di p atologia speciale medica e terapia, del dottor T. vol. 1•, fase. 8°. - Ferrara, 1895.

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A datar·e dal fascicolo di luglio p. v. cesserà la compar·tecipazione del Ministero ùella marina alla compilazione e pubblicazione del nostro giornale, il quale, ridivenendo esclusivamente l'o rgano scientifico del co r po san ilo rio dell' esercito, prenderà il titolo di Giornale medico del R. esercito.

DoLt. STEFANO REGIS maggior generale medico ispettore. llCollaboratoro perla R. • Marina

0. • TEOOORICO ROSA'rt di 1• claue

FEoF:RJco, Gerente.

Il Redattore

0.• RIDOLFO LIV I Capit(lfl0 mwica.

Come è noto a i nostri lettori, i lavori scientifici degli uniciali medici della R. marina trovano o r a conYeniente e degno posto nel nuovo giomale Annali di medicina naua!e, o cui spetta di pien dit·itto non solo il presentare al pubblico i risultati dell'operosità s c ientifica del corpo sanital'io marillimo, m a anche la trattazione di quelli argomenti o questioni iu particolar modo inte1·essanti la medicina naYale, con quella la•·ghezza che soltanto un pe•·iodico affatto speciale può consentire. Divisa cosl tra due giornali la mis:;i ono di raccogliere una lar·go, anzi la più la r ga parte del movimento scientilìco medico-milital'e, è chiaro che l'istruzione e il decoro dei due corpi fratelli non potranno che avYantaggiarsene.

A vanti che cessi definitivamente questa unione, dut·ata 10 anni con reciproco costa nte accot·do e benevolenza, c i facciamo un b en g r adito dove 1·e di ringt·aziare tutti i co lleghi della m arina i quali colla loro dotta coll aborazio ne contribu irono al buon nome ed al c r escente sviluppo del nostro giornale.

La cessazione della compartecipazione del stero della m arina porta an che seco la dimin u zione dei due fogli di sta m pa che erano stati aggiunti al giornale, appunto all'epoca in cui esso ca mb iò il suo antico nome di Giornate di medicina militare i n quello di Giornale medico del R. esercito e della R . marina. L A DIREZIONE.

Fossa Cubitale

Del dott G i ovanni B Andone, t enente co lonnello medico direttore dell'os pedale miùtare di Milano

Oggidi non vi ha piu discuss ione cit·cn l'obbligo che ha i l chirurgo , dava nti alla sezione di un nervo, di tentarne al pi ù presto In sutura per allivare . il ritorn o della sua fu nzione, tanto che si dice che la sutu t·a dei nervi va insegnata con altrettanta dilige nza quanto la legatura delle arterie.

Invece, anche al gior no d'oggi, è sempro vivo il dissenso sul modo con cui si ri stabili sce, per effetto della sutura, l' interrolla continuità fisiologica del nervo, specialmente perchè il fa tto clini co rimane spesso in contradi zione coi da ti della patologia sperimental e.

Quindi è, che qualsiasi caso bene accertato di sut ur a di un nervo, seguita dal ripris tinamento della sen-, ibilitil e della moLilità, ha una reale impo rt anza tan to da l lato terapeulico che dal fisiologi co.

Un capita no di un o dei re ggimenti del presidio di Milano, la mattin a del 9 gennaio dell'a nno in co rso veniva all'ospedale militare di questa citlà, per ferita da ta?lto all'avambraccio destro, riportata in uno scontro all" sc1abola.

La fe1·ita misurava in lungh ezza circa 12 centimetri e diretta obliquamente dal basso all'alto e dall'esterno terno, si estendeva dal margine radiale , 3° superiore delal interno dell'articolazione del gomito, poco al d1sotto del! mterlinea articolare. Era a tutto spesmolli, e quindi con recisione completa dt tutt1 1 muscol1 della regione , dell'arteria cubitale e del nervo mediano, tan to che nel suo fondo si scoraevano d' _ • l!) l stmtamente le due ossa col legamento interosseo in basso e la arti colare nella fo sse tta cubitale. '

Inutile accennare, clté erano co mpletamente aboliti ; movimenti di nessione delle dila e quelli di abduzione & di opponenza del pollice, nonchò la sensibilità in tutti t distretti del mediano.

L' arteria cubi tale era stata legata sul luogo dello scontro; quindi, provvedutosi alla emostasia definitiva dei rami muscolari ed articolari, si fece la sutura dei museo!; pronator rotondo , grande palmare, flessori su perfici ale & delle dita e llessor proprio deLpolli ce, cercaod() dt raffrontare esallamen te le rispettive superficie di sezione_

. Per la su tura del nervo, siccome era stato reciso nd punto in cui s i intromelle fra i due fasci di inserzione del pronator rotondo , ed i monconi si erano ritratti in mezz() alle masse muscolari , si procedette nel seguente mod o: llesso il gomito e fissati i due monconi del nervo venn& ciascuno di essi altraversato, a tutto spessore ad un centim. e mezzo dalle sez ioni, da un doppio filo di seta i di cui capi si allacciarono, con doppio nodo, ai due lati del mon cone. - Tagliato quindi uno de; fili a livello del n odo, l'altro fu fatto sporgere dalla ferita, in modo che ne risultarono quattro capi liberi, due per ogni moncone , tirando i quali le loro sezioni venivano a portarsi a mutuo contatLo. Fu necessario ricorrere ad un simile ripiego, perchè non era po ssi bile ravvicinare sufficientemente i due monconi del nervo senza tenere flesso il go mito, e in (Juesta posizione non si potevano più distinguere bene i -capi tra loro corr ispondenti dei muscoli recisi; mentre , se si completava prima la sutura muscolare, non si riesciva più a trovare i due monconi del nervo. Invece, fi ssati a questi i fili che dovevano servire per la sutura del nervo e rimesso il gomtto in media estensione, si poterono isofa re e sutura re con tutla esattezza i muscoli , e, giunti a del nervo mediano , allacciare a due a due i quattro fili che lo attraver savano. Terminata poscia la sutura dei muscoli, si fece, a sopragitto. quella dell 'apon eurosi antibracciale, sepa ratamente dalla pelle, e si applicò la medi· mantenendo il gomito fl esso con uu adatto benda ggio. mento di quel po' d' infillra zione edematosa rimasta ; e infine a qualche applicazione di corrente indotta, per agir& sulla nutrizio ne dei muscoli, ecci tandon e artificialmente le contrazion i.

Il genere di sutura prati cato per il nervo fu quindi la .sutura dù·etta o nervosa propriamente detta del Nélaton, compr ende sostanza nervea e nevril emma.

Il decorso della ferita fu com pletamen te asettico, e dopo 8 giorni essa era riunita per prima in tutta la sua estensione.

Sino dal 3° gior no si era potuto constatare, ch e le estremità di tutte le dita aveva no riacquistata la normale sensibilità, al 5° l'ufficiale già le moveva , e quando si tolse definitivamente la fasciatura, si trovò che i movimenti, bencb è ancora poco energici, si compievano in ogni senso.

Si ri cor se allora al massaggio per attivare più prontamente la circolazio ne venosa dell'arto e favorire l'assorbi ...

11 capi tano abbandonava dopo 40 giorni l'ospedale nello stato segue nte: non vi è alt ro segn o della fe r ita dell'avambraccio che una cicatrice lineare, in corri spondenza e direzio ne della quale, e al disotto della pelle norma lment& sco rr evole, si avverte un sottile cordone più resistente , dovuto al ripiegamento dei bordi dei capi muscola r i re cisi, fallo allo scopo di dare la sufficiente resistenza ai ponti di sutura. La sensibili tà è normale in t11tto l'arto; i movimenti mano so no completi e cosi delle dita, compresi quelli d1 fle ssio ne, di abduz ione e di opponenza del pollice.Le co ntrar-ion i mu scolari si mostrano valide ed energiche , tanto che l'ufficiale stesso assicura di non nota re alcuna differenza nella forz a della mano destra dalla sinis tra. Egli è in grado di serv irsene per affer rare e maneggiare la sciabola.

Tale è la es posizio ne del fatto, ch e nessuno può co ntraddire, perché constatalo dalla maggior parte dei medi ci dell'os pedale. - Ciò che dà luogo a controversia ne è, co me ho accennato, la spiegazio ne.

I fi siol ogi sostengono, cbe è assolutamente impossibile la riu ni one primitiva. immed iata delle estremità affrontate dei monco ni di un nervo reciso, sia che il ravvici namento la sutura venga operato subito dopo la lesione , o 10 secondo tempo, po iché nell' un caso e nell'allro l'estr·emo p er iferico del nervo degenera fa talmente. D'a ltra parte, dice Chénu, l' afTro nt amento esatto dei Lobi dei cordoni nervosi è un opera in medicina operatoria imp oss ibile, ed anche ammettendola, la riunione dei cilindri assi tagliati sare bbe

DI S UTURA DEL NERVO RCC. 647 contraria ai dati più sicuri della fi siologia generale. Invece è anatomicamente dimostrata la riunione secondaria dei nervi sezionati per proliferazione dei ci lindri del moncone centrale, che mandano le loro propaggi ni auraverso al moncone periferico, sino alla estremità del nervo: il moncone centrale cioè, che è ancora in rapporto con l'asse nervoso , prolifera e granuleggia, e dà origine a. dei. tubi nen·.osi qu ali attraversano lo spazio in tercalare, tmptegando ne cast più favo revoli (vo n Lair) circa 4.0 giorni. Questo il primo stadio del processo di rigenerazione, della prol iforazione iniziale; ne seguirebbero due alt r t, ctoè traversata dello spazio intercalare e prolungamento nel moneone periferico, la cui durata varierebbe secondo . la .distanza dei monconi e la lunghezza del segmento pet•tfen co. Si può dire però, che per di ·1 le nuove fibre progrediscono nello spazto tntercalare m ragio ne di 2,5 dieci mill. per giorno; per un di 2 cent. la velocità aument a sens ibil mente: e dumnmsce invece per un allontanamento maggiore, presso a poco in racrio ne diretta della lunghezza dell'intervallo ( l ) . c per oltenere una rista11raziooe istolo gica nervo è necessario che questa sia favorita dalle co ndJzt ont mecca,ni cbe, per le quali i due monconi del nerv o restino a sufficiente distanza, affinch è le giova ni propaggini del cilindro asse possano arrivare al tronco perifer ico, ciò che è appu nto lo scopo della sutura.

In ta l modo è spiegata la rige nerazione dei nervi secondo il co nc13 lto della fisiologia sper imentale, e quindi il ripristinamento della lor o fu nzione.

.M a nel caso presente, il ritorno della sensibi lità e della motilità e stato simultaneo, e si è verificato in un lasso di tempo in cu i era impossibile che la rigenerazione del nervo, come sopra è stata descritta, potesse aver luogo, per quanto fosse piccola la distanza che separava i due mon coni. Bisogna quindi ricorrere all'ipotesi della riunione immediata dei due segmenti nervosi o meglio dei loro cilindri assi, age nti essenziali della co nducibilità, senza della quale non si sarebbe ripri stinata, in così breve tempo, la funzione del nervo. Qui è il fallo clinico che parla, certo e indisc utibile, io contraddizione bensì al fallo fisiologico ma per questo non men vero.

Son però possibili varie obbiezion(, alle quali è facile la risposta , Prima di tullo, il rito·rno immediato della sensibili tà in seguito alla sutura nervosa può essere dovuta (Bro\\ nSt:·quard, Le Den tu , La Horde ) all'azione dinamogeoetica dell'operazione su lle fibre ricorrenti od anastomotiche che il nervo cubitale manda al mediano. Questa sensib il ità, per così dire ri corrente , non si può negare. poich è si vedono scomparire, dopo un certo tempo, zone di anestes ia co nsecutive alla ferita di un nervo anche senza alcun intervento del chirurgo: la sutura accelererebbe l'azione dinamogenetica, probabilmente per l' irritazione da essa prodoLta sull e fibre nervose. Si può quiodj concedere , che nel caso attuale , il pronto ritorno della sensibilità non sia un argomento suflicienle, per dover ammettere la riunione immediata del nervo per effetto della sutura, quantunque si possa invocare la circostanza che è stato presso a poco simultaneo al ritorno della mo tilità.

I ha un valore incontrastabile il r·itorno alla loro fisiologica funzione di tuui i muscoli innervati dalle diramazioni del mediano, in modo cosi rapido e completo che nessuna altra spiegazione potrebbe trova rsi del f'lUo: ed è facile provarlo coll'appoggio dei dati anatomici. Infatti , ammettendo pure che il nervo mediano, nel punto in cui fu reciso, avesse già dato il ramo collateral e su periore del muscolo pronator rotondo , per cui nessun elfetto abbia potuto avere su di esso la sutura, lo stesso non si può dire per i rami muscolari anteriori e po!'teriori , ch e per tutta la metà superiore dell'avambraccio si distribui scono al gran palmare, al piccolo palmnre , al flessor proprio del pollice, alllessor sublime e ai fasci esterni del flessor profondo delle dita.

E ciò è tanto più eviden te per i muscoli della eminenza tenare, corto abduttore, opponente e corto flessore del polli ce innervati dalla branca terminale del mediano. Tutti questi muscoli, senza il ristabilimento della co ntinuità e qu indi della cond ucibilità del nervo mediano, sarebbero stati per lun go tempo paralizzati e i loro movimenti sospesi, specie quelli di opponenza del pollice. mancano esempi per dimostrare, che appunto nelle lesioni del nervo mediano i fatti di parali si più gravi e più diffi cili a scom parire son o quelli dei muscoli a cui restano affidati i movimenti de l pollice. Basti citare il caso di Chretien di Nancy rip ortato nel Trait é de Th frap eu tiqu e chirurgicale di La· [argue e Réc lus.

Un giovane di 18 anni si taglia il mediano con un frammento di J,o ttiglia, ed ha tosto l' insensi bilità della faccia palmare delle dita con l'abolizione dei movimenti dei muscoli dell'eminenza tenare. Si prati ca la sutura, e solo dopo due mesi e mezzo il malato può eseguire qualche movimento, fìnchè dopo 18 mesi tutti i movimenti, compreso quello di opponenza del pollice, si compiono correttamente. Del resto, se la letteratura medi ca è ric c:t di osservazioni , in wi il ristabilimento della funzione di un nervo reciso, dopo la sutura, non è so pravvenuto che lungo tempo dopo, d'accordo in ciò con gli esperimenti fisiologici sulla rigenerazione dei nervi; non mancano casi nei quali la sensibili tà e la moliliHt sono riapparse in con di zioni di rapidità tali, che si sarebbe quasi tentati di negarli , se non fosse per la quantità delle osservazioni e la qualità degli osservatori .

Boegehold (1) . Sutura in un ragazzo di due anni il nervo radiale sezionato e 8 giorni dopo constata il ritorno alla normale della sensibilità e della molilità.

Hoeter (2). Cuce il nervo cubitale ferito in una resezione del gomito, e vede la sensibilità e la motilità riapparire al s· gio rno.

Krausso ld (3). Dopo la sezione bilaterale del mediano, del cubitale e del radiale constata la riunione immediata dei sei nervi ricondurre la sensibilità dopo due giorni, e ri stabilirsi i movimenti normali in capo a tre settimane.

Nicaise (4). Sutura il mediano 6 settimane dopo che era stato ferito, ed al 1 o• giorno la paziente può tenere in mano un ago, ciò che le era impossibile prima dell'operazione.

Kolliker (5) in un uomo in cui erano stati tagliati il mediano ed il cubitale, constala, dopo '14 -giorni dalla sutura, il ristabilimento completo della cond ucibilità nel dominio del mediano.

Nel caso di sutura secondaria del nervo radiale pubblicato dal compianto maggiore medico cav. Di Fede (6) e pre-

DI S UTURA DEL NERVO MEDIANO, ECC. 65f sentato ali" Accademia Medica di Roma, la motilità tarda a manifestarsi è vero, ma è già abbastanza evidente dopo un mese dall'operazione.

Tutti questi fatti urtano di fronte alle attuali cognizion i sopra la rigenerazione dei nervi, ma se non si vuole ammettere la possibilità della loro riunione immediata per mezzo di una dirella saldatura dei cilindri assi, essi restano senza spiegazione.

E più paradossali paiono ancora i casi di ristabilimento immediato o rapidi ssi mo della funzione di un nervo in seguito alla sutura secondaria dei due monconi già cicatrizzati isolatamente. Se, eome dicono i fisiologi, al 4° giorno l'estremo periferi co d1 un nervo sezionato è morto qua le agente nervoso , poichè il suo cilindro asse, l'unico elemento conduttore , è frammentato e distrullo, come mai questo cordone fibroso a cui il capo periferico del nervo è r idotto, ravvivato e unito al cilindro asse del moncone centrale, diventa lotto ad un tralto co nd uttore centripe to dei fenomeni sensi ti vi e conduttore centrifugo della motilità?

Le spiegazioni sono molte e contradditorie, appoggiate ad esperimenti che a loro volta si di stroggono l' un l'altro. Forse l'ipotesi che sembra più probabile, è che l'estremo periferico di un nervo reciso non è fatalmente votato alla degenerazione, e il r istabilimento della corrente nervosa si fa prima che le lesioni Walleriane siano divenute irrimediabilì. Infalli, negli animali che più si avvicinano all' uomo occorrerebbero quattro giorni per raggiungere quel grado.

{l) Bo&GEHOLD, .Arch ( kl C/1irurg , XXI'/, 1881.

(2) HUBTE R, Deuts. Gesellsch f. Chirurgie, 18i6.

(3) KnA ussoLo, Centralblalt (. Chirurgie, 1882.

(4) Nl CAJSE, Congrès {mnçais de chirurgie, !.875.

(5) KOLLlltER. Cenh·alblatt {ur Chirurgie , i SSi.

(6) 01 Feoe. Gi ornal e di medic ina milita•·t, t 885.

Inoltre Wolberg ( l ) ha credut o di dimostrare, che dopo la sutura la degenerazione si manifesta soltanto col riassor-

652 SOPR A UN CASO DI SUTURA DEL NER VO MEDIANO, ECC bimento della mielioa, ed il cili ndro asse rimane incolume, pronto a continuare la sua parte di conduttore; e Gluck (4) pretende di aver visto nei polli delle sue esperienze, che la degene razione periferica sarebbe impedita dalla sutura immediata, e che sino dal terzo giorno cellule speciali neoformate salderebbero i tubi dei due segmenti.

Se cosi fosse in realtà , chiaramente spiegato il caso· presente, nel quale la sutura è seguita immediatamente alla ferita del nervo mediano. Dopo tutto , però, poco ne importa la interpretazione, il fatto esiste garantito dalla osservazione di molti colleghi, e di esso precipuamente, per non dire esclusivamente, si deve occupare il pratico; poich è vale a dimostrare sempre più; di quanta importanza sia la sutura di un nervo diviso nella sua continuita, per il ristabilimento della funzionalità della parte a cui si distribuisce.

Milano, aprile 1895.

Sopr Aun Casodi Inve Rsionedei Visceri

Lettura fatta nella conferenza scient.iJica del 30 aprile 1895 all'ospedale militare principale di Livorno dal sottotenentc medico di complemento dott. EUore B a rr;e lli ni. Riferisco sopra un caso di traspos1z1one completa dei visceri, che fu presentalo dall'inscritto A.. D. del distrello di Lu cca, classe '1874., che fu qua inviato in osservazione per congiuntivite granulosa.

Dall'interrogatorio di esso risultò che dal lato gentilizio nulla vi era d'importante che stesse in rapporto coll'anomalia da lui presentata; egli ebbe da bambino i comuni esan temi e non soffrì altre malattie; però negl'ultimi anni durante l'esercizio del suo mes tiere, cioè del fabbro. ebbe a lamentarsi di co ngi untiviti molto ribelli alle cure.

Riassumo l'esame somatico che feci di lui il 20 dicembre 18!)4 :

Costituzione scheletrica regola re;

Statura m. 1 ,66; perimetro toracico centim. 0,83; colorito della cute giallo bruno ; masse muscolari mediocreme nte sviluppate, pannicolo adiposo scarso, muccose labiali anemiche, sviluppo gangli&re normale, temperatura norma le; polso piccolo, debole, frequente (85 pulsazioni al minuto), eguale per ritmo e per ampiezza.

Cranio mesa ticefalo, di cui la metà destra è leggermente più sviluppala della sinistra; capelli castagni, vortice ca- pillizio normale, sopracciglia ca sta gne riunite alla glabella, muccose co ngiu ntiv ali iperemiche, ri coperte da fini ssime gr-a nulazi oni piti fìlle verso il cui di sacco coogiuntivale ; tipo facinle prognato, leggiero devi ame nto de l naso a sini stra, bocca ed ore cchie regolari.

Collo el i rorma cilindrica, fosse sopraclavicolari leggermente depr·esse, so llevate da battiti isocroni colla diastole della ra· diate; all'ascoltazio ne dei grossi vasi arteriosi si nota che il prim o tono è impuro: sull e gi ugulari si ode un rum ore dolce, prolunga to, soOìante, ma non il tipi co rum l)r di trottola.

Torace cil indrico, leggermente più ampio nell a meli\ de stra che nella sinistra, spazi intercostal i ampi, tipo respiratorio costoaddomioal e, esc ursioni respiratorie ampie, regolari per forma e freque nza ( 18 al minuto) . Lungo il quinto spaz io inlercostalc destro tra la li nea mammillare e la emiclaveare si nota un battito valido. ritmico, che per i suoi caratteri si riconosce per l'ictus

Alla pal pazione il fremito voca lt' tatt il e si sente normale in Lotto l'ambito respiratorio a sin istra e spento a destra nell a regione ove vedevasi l'impulso cardia co. Passando alla perc ussione, a destra sull a lin ea paras tern ale, suj)no alto , chiaro, non timpaniti co si no al margine inferiore della 3" costa, quindi suono ott uso fino alla 6• cos ta, a cui si succedeva suo no timpanico nei limiti del margine costale; sulla papillare suono ch iaro si no alla costa , quindi ottusità dalla i-" alla 6• e poi suono tim panitico; sull'ascellare anteriore ri sonanza chiara fi no alla 7" costa, nl di sotto della quale suon o timpanico; sull'ascella r e medi a e poster io re risuonanza chiara rispettivamente sino all a s· e o· cos ta e quindi suon o oLLuso timpanico. A. sinistra suono normale sino alla 5" costa sull a linea em iclavear e, sino al margi ne superiore della 6• sulla papillare, sino al 1° spazio intercosta le sull' ascella re anteriore, si no all' s• e 9• costa sulle ascellari media e posteriore; al di so tto sempre ottusità. Dai dati della percussione risultò che l'a rea di ottusi tà assoluta del cuo re si estendev a trasversalmente per cm. 8 , dall a mammillare alla. margi nos te rnale destra, e verticalmente per cm. 7, dalla 3" alla 5" costa . All ' aseo ltazi one polmon are mormorio vescicolare o nrm ale, esistente nei li· miti della ri sonanza chiara, a destra sulla zona di ottusità si ascoltavano i toni cardiac i; sul focolaio della mitrale, ossia in corrispo ndenza dell'ictus si nota che il pr imo tono è im pu ro e pro lungato; il tono dell'orilicio ao rt ico si ascolta nel 2° spazio sinistro, quello della polmonare nel 2° spazio intercostale dest ro, e su questi orifìci arter iosi J'impurittt del primo tono si accentua: In tr icuspide si ascolta in prossi mità dello sterno ve rso des tra e non presenta a lcu nchè di specia le .

All'esame toracico posteriore sono nor·ma li le escursioni respir ato ri e ed il fr emito taLti le ; colla percussione si sco pre il lim ite polmonare si nistro sulla parascapolare alla 9" costa, il destro alla 1 o• ; ascoltando sul lato destro s i sentono trasmessi i toni cardi aci. Per giud icare de lla pos izione dell'esofago reci bevere dell'acqua, mentre posavo I' orecchio sulla r egione interscapolare: nota i il go rgog lio dell'acqua che pa ssava l ungo la parte destra della colonna vertebrale, fra la 3" e la 6" apofisi spinosa dorsale. per cui conclu:>i che l'esofago era diretto nella parte piit hassa da sini stra verso destra. normalm ente la colonna vertebrale ha nell a r egione dorsale u.na leggier a curva co n la concavi tà volta verso si ni stra, nel caso nostro si vede r ivolta verso .destra.

Addo me molle, elastico, depresso ; l'arcata costale destra è leggermente più sollevata della sinistra; su questo lato nell e profonde inspirazioni si percepisce la sensazione di un corpo solido roton deggiante che batte contro le dita applirate leggermente souo l'arcata. Percuotendo nell'ipoccndrio si nistro si scopre una zona di ollusità che sull'ascellare media misura verticalmente cm. 10 '/,e va dalla 7• alla 11'2 " costa; su ll ' ascellare anterior·e si estende per cm. ''O, dalla 7• alla 11" costa ; suHa mammillare per cm . 9 '/1 , dal margine inferiore della 6• all'arcata costale; sulla emiclavea re per cm. 9, dalla 5' costa a 2 cm. solto l'arcata costale; quindi per i dati della palpazio ne accoppiati con quelli della percussione dedussi cbe il fega to era localizzato nell'ipocondrio sini stro. Pas sando destro la ottusità timpan ica rivela la pre senza di un orga no solido che giunge an teriol'mente alla linea ascellare anteriore e misura verti ca lmente 9 cm. dall'S' costa al margina superiore della 11 •; al davanti e al di solto di esso si ha sonor ità al ta, chial'a, tirnpanitica, che nel limite in fe r iol'e costituisce una curva di cui la convessi tà massim a nella linea mediana giu nge a cm. 4 '/, dalla ombelicale trasve r sa, e si estende si no alla emiclaveare si ni stra . Qu esti dati semiolog ici mi fecero concludere per la esistenza a destra di un organo cavo a liquidogassoso, ci oè de ll o stomnco; la ouusità nei limiti delle ascellari e dell'ipocondrio destro mi mostrò la dell a milza.

Nel resto dell'addome il suo no è smorzato timpani co ; nell a fossa iliaca sinistra si ha so nor·ità alta, ch iara, mentl'e nella dest ra il suono si fa ottuso-tirnpan ico per cui dedussi probabile la esistenza del cieco a sinistra e dell'ampolla r ettale a dest ra. Il testicolo des tro è più abbassato de l si nistro: rilles!!i cremasterici sono egual mente vivi da ambo i lati.

La se nsib ilità tattile provata co l co mpasso di We ber ri- sul la normali : normale pure la termica e dolor ifica, il ca mpo della ' 'isione e la percezio ne dei colori .

Passai a misurare il fliametro degli arti superiori ed inferiori rispettivame nte nella parte media del braccio e del· l'avambraccio, della coscia e della gamba , ma i r isultati fur ono quasi per fettamente ide ntici, solo il braccio si ni stro risul tò di '/, cm. piìL grosso del destro. Pet· tale conòizione, unita a quella che In metà destra della scatola cranica era pii1 svi lu ppata della sinistra. ero confortato a ritenere che il nos tro inscriuo fosse mancino spec in lmente seguendo l'opinion e di coloro che auribuiscono il mancinismo alla codell'individuo e non ai ri'lultati dell'abitudine e dell'esempio.

.\Il o sviluppo preva lente di una parte del cranio rispetto all'altra si deLLe mo lta importanza por dedu rn e se un individuo era destro o ma ncino. [l K.u che om eister prese la delle due metà del cra ni o a circa JOO persone e trovò che nell' 83,6 °/, era più sviluppata la parte si ni stra, nel !1.2 "/" più svil uppata la destra, e nel 7,?. ·; ,eguali ambo le parti; epli afl"ermu che nei manrini tutti era più la metà destra. I l BtHt r ick nonostante cita il caso di nn inrlividuo con visceri trasposti e mancino, nel quale la metit sinistra era pilr ampia della destra. L'osserva ndo nostro era ambidestro, ciò che dimostra cho alla forma del cran io ed nllo svil uppo degli arti si deve dare una impo r ta nza relativn; del resto è che il mancinis mo è certo più frequente nelle persone che presentano la trasposizione completa dei visceri che nella ge neralità degli uomini, mn non accompagna costantemente la anomal ia.

Tcasi tli trasposizioue viscerale com pl eta, dei quali una gran parte trovai registrati nella monografia fa lla dal prof. ì\JartinotLi nel Hm8, e il resto furono pubblicati posteriormente a quell'anno, ammontano a ci rca 135; da ciò si comprende la loro rarita e la importanza di rendere nola la osservazione di una tale condizione organica allorcbè ci r.apiti.

Le condizioni speciali anato mich e da cui è accompagnata là inversione merite1·ebbero una descrizione particolareggiata.

Per amore di IJrevitil taccio sull'au mento di volum e e di peso de ll 'emisfero cerebrale e cerebellare destro rispetto al sinistro che ordinariamente è più grosso, come pure sulla maggiore ampiez1.a del seno laterale destro, del corrisponden te forarne lace1·o posteriore e delle arterie cerebrali destre.

Piuuosto mi fermerò più difTusamente sulla disposizione degli orga ni toracici: nonnalmente è più piccolo e IJilobato d polmone si nistro, trilobato il destro; nella inversione visce rale a destra si trova il polmone bilobato, a sinistra il trilobato, a cui giu nge nn bronco più co rto e largo e meno obhliquo del destro. TI sacco pericardico conserva la forma di una piramide, la cui base è più dal lato destro del torace che dal sinistro: il cuore ha il suo a?se diretto obbliqnamenle in basso e verso destra ed è situato per '!/3 circa nella metà destra del torace, per il resto n(llla sinistra.

La punta del cuore .} formala dall'apice del yentrieolo destro ed è in rapporto colla del polmone des tro: l'orecchìetta si nistra è abbracci ala dal polmo ne sìni,.tro.

Invertendosì dì posizione le parti del cuore è pnre totalmente cambiata. la funzione di esse: infatti la orecchieLLa destra, anzichè ricevere le vene ca ve, raccoglie le polmonari; il ventricolo destro di1 all'ao rta , il si nistro alla polmonaro; le vene polmonari s boccano nella orecchieLla sinistra.

Quindi il cuore arterioso non è più il sinistro, ma il destro che è piit robusto e carno.>so; la vah·ola auricolo-

Dl 11\VERSlO'<E DEl VIS CEIU

-ve ntri colare destra è la bicuspide o mitrale, la sini stra è .costituita da tre ossia è tri cuspide.

Degno pure di speciale menzione è l'anormale dPt:ors_o .de i grossi vasi; l'arteria polmonare sorta dal ve ntricolo s1 · ni stro ascende obliquamente verso destra colloca ndosi fra l'auricola si nistra e l'aorta : giunta nella concavità dell'arco aorti r.o si dirige verso l' ilo del corrispondente polmone, ove si divid e in tre rami; il destro più breve entra con due rami nel polmone destro. L'aorta, or1 gi nata dal ventricolo destro, risale e fo rma un arco diretto da destra verso sini stra dinanzi alla parte inferi ore dP.IIa trachea, rt bbracciando il bron co e l'arter ia polmonare di destra , poi si diri ae in basso e veno destra, dando succe ssivamente il lron°co innominato a sinistra, poi la carotide primitiva destra , la succlavia destra, e s i va a collocare al Ialo destro

.della colonna vertebrale, po;izio ne che mantiene in tollo il decorso toracico ed addominale, mentre fornisce i soliti rami, ma in direzione oppo sta, cioè a si ni stra quelli che normalmente si origina no da destra e viceversa.

È inutile che ricordi che an che nelle ' ' ene si ha inversione di posizione e di volume; così, delle due innomioale che formano la cava superiore, la destra è più lun ga del doppi o della sinistra e de co rre obliquamente da destra a sin istra al di sopra della convessità dell'arco aortico al dinan zi di'Ile grosse arterie che nascono da esso; le cave sono situate a sinistra della colonna ver tebrale. Natura l mente anche il diaframma •·isente dell'invertita posizione degli or.gani toracici ed addominali , per cui la metà sinistra risale "Come cupo la nella cavil tL toracicn, la colon na sini stra scende più in basso della destra ed i fori s' inve•·tooo nella loro disposizione. Credo op portuno ricordare che l'esofago normal me nte descrive due curve, delle quali la super iore ba la concavitit diretta verso destra e l'inferiore verso siniqueste curve nella trasposizione viscerale hanno di· rezione opposta, per cni l'esofago è più accessibile nella metit destra del collo, dove è abbastanza superficiale, El non nella si ni stra come nell e condizioni ordinarie.

Tli srua rd o all'addome non trovo nulla di speciale che richiegga di essere citato.

Si è cercato in qualche modo di enunciare una spiegazione di questa strana c complessa deviazione dalle condizioni ordinarie. Winslo". Haller, Cruveilhier la riferiscono ad una primitiva anomala conformazione del germe animale. Ed appu nto qnando la embriologia fu coltivata e prese sviluppo si tentò una soluzi one piìt giusta e precisa dell'arduo problema.

Serres, partendosi dal fatto dell'enorme svi luppo che prende il fegato nella vita fetale ed embrionale, considerò che quello fosse l'organo costituente un centro int orno a cui si disponevauo tutti gli altri: quindi lo spostamento primitivo del fegato avrebbe co nseguentemente determinato anche qnello di tull i i visceri del corpo.

Egli IJasò l'attendibilità della sua ipotesi su quello che si osservava nei mostri doppi, nei quali i due fegati erano fusi insieme; per •:ui quello spo3tato sarebbe stato appunto causa della inversione dei visceri ne' corpo a cui apparteneva; si dichiararono partigiani di questa teoria ! si doro Geoll'ro y-Sai nt- Ili la ire e \'' in ho". Però ben presto so rsero delle critiche alla ipotesi del Serres per le seguenti osservazioni: a) che la inversione del cuore fu no:ata in un peri odo emht·ionnle nel <ruule non si potevano neanche riconosce re i rudimenti del fegato; b) che il fegato poteva essere spostato enza che lo fossero gli altri visceri e vicever:;a ; c) che nei mostri doppi la inversione non em ed infatti non sono infrequenti i casi di semplice destrocardiar e CJUelli, certo pit't rari, in cui i visceri addominali son tutlt invertiti, mentre il cuore occupa la sua posizione D'altra parte, siccome la trasposizione totale si av'·era più facilmente della parziale, a r:1gione s i cercò una stessa causa che, colpendo tutti i visceri o piu raram ente solo alcuni, determinasse l'anomalia, ed e. sendosi notato la frequenza con cui è colpito il cuore invece degli altri organi, :;i fu indotti a. credere che quello risenti sse l' elfello della causa ri ce rc11 ta. Come si vede è una questione molto diffìcile e sulla quale, per quanto le menti degli studio si si siano affaticate e si affatichino tuttora , non si è ancora potuto prontlDciare l'ultima parola.

01 1\\'ERSIO'B DEl VISCERI 661 co5tante come il Serres all'ermava; d) che bisogn:n·a anzit utto spiega re la ragione per cui il fegato cambiava posizione. Pet·ciò tale teoria fu quasi abbandonata.

I l Baor, basandosi su fatti osservati nell'emb rione di galline attribu i la invet·sione al rivolgersi di quello ver5o il torio col Ialo destro anzichè col sini.:;tro; il Forster. per prova della verità d1 questa teoria, citava i mostri doppi nei quali si ha po sizione normale dei vi sceri nel gemello de;;tro perché si volge verso la vescicola ombelicale collianco sinistro, mentre si ha completa inversione nel sinistro che è costretto a voltarv isi col fianco destro; quindi concludeva che la inversio ne s i dovesse proprio ad determinata posizione dell' embrione.

Furono favorevoli a tale teoria il D' .\lton, lo Schnltze. il Ì.eu ckart, il Ben eke: però il Kolliker, il Remai.., il Lombardini notarono molti casi nei qnali la inversione esisteva senza che l'embrione avesse rotato col liancn destro verso il vitello e viceversa. T cultori de lla embriologia inollre osservarono che il rota mento dell'embrione avviene dopo l'incurva mento del tubo cardiaco: quindt si ammise che l'anomalia fosse dovuta piuttosto alla inversione curva cardiaca che forzasse l'embrione a volgersi da nn lato oppo sto all'o rdinario; però consecu tivi, ripetuti e pazienti stndi dimostrarono che il rotamento dell'embrione e l'incurvam ento del cuore erano del tutto indipendenti. Quindi restò solo la ip otesi che In inversione fosse l'e ffetto nella condizione che il tubo ca rd iaco, anziché torcersi formando un'ansa rivolta verso destra. ne facesse una diretta a sinistra, e che il cuore occupa ndo una posizione anormale iniziasse la trasposizione simmetri ca degli altri organi. Resta la osservazione inconfutabile che la inversione di un viscere non implica necessariamente quella dej!li altri.

Yenendo ora alla interpretazione medico-l egale della trasposizione viscerale completa, l'Elenco unico non ci illumina affatto, giacchi' all'articolo 7 1 ci parla della semplice destrocardia. Quind i dobbiamo o no con siderare abile al se rvizi(} militare chi la presenta t

Possiamo giudicare colui che ha vi sceri trasposti a parità di un individuo normale, in cui non si aubiano nè imperfezioni fisiche nò infermililtali da motivarne la

.N ell'osse rvando nostro il pallore delle muccose deponeva per uno stato oligoemico: però i rumori soffianti ascoltati> salle gjuguJari e sugli orifici arteriosi del cuore erano Lropp(} forti per essere prodotti uni camente da quella leggera discrasia. Quindi bisogna ricercarne altrove la ca usa. Dallenotizie importanti che accompagnano l'esposizione dei cas) rac co lti nella monografia del prof. Marti notti, si vede che frequentemente alla trasposizione si accompagnarono anomalie gravi del cuore, come pervietil del setto interventricolare od inte rauricolare. oppu re stenosi aortica o polmollare, per cui fu resa rispeuivamente impossibile o molt(} difficile la vita. D'altra parte alcu ni con visceri trasposti morirono per malattie intercorrenti anche in età pi uttosto inoltrata , e questo starebbe a dimostrare che l'anomalia non predispo ne a contrarre !orme morbose speciali, anzi ta:ora fu t:l.nlo compatibile col pi eno esercizio di tutte le fu nzioni corporali e con una vita reg olare, che negli individui che la presentavano fu rope rta solo per caso, e raramente per gravi di sturbi riferibili a Però ne trovai anche molli che in vita si lil mentarono di fo1·te cardiopalmo e di dispnea; quale ne poteva essere la causa? 11 r.uore è realm ente in condizione da funzionare bene come quando r es ta nella posizione normale ? op pure, per la torsione speciale che subisce l'nrco aortico per la parte destra della colonna verlebrale, incontra resistenze ed è costretto a sistoli piu laborio e per spinS(era il sangue verso la periferia? 11 sa ngue scorre liberamente nei grossi vasi, oppure per deviamenti o bruschi di quelli forma dei vortici che si trasmettono al nostro orecchio co me rumori dolci, soffianti come nel caso nostro '? Nulla può autorizzarci ad affermare ciò, ma del resto. dinanzi ad individui che offrendo l' anomalia accusano anch e di sturbi non molLo gravi per parte dell'apparecch io circolatorio, il solo dubbio che non possano es porsi alle fa.tiche del servizio senza qualche pericolo ci fa concludere che in genere giova esser e molto cauti prima di assumersi la responsabilità di ammetterli nelle file dell'esercito.

Livorn o, 30 aprile 189:j.

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