9 minute read

I CADUTI, IL LUTTO E LA SUA ELABORAZIONE

Next Article
N OVE LLO GIACOMO

N OVE LLO GIACOMO

Quando la "ge neraz ione del 1914,, affrontò il fuoco, scoprì a sue spese che anc he il nemico sparava e uccideva un grande numero di commilitoni. Infatti, mentre nei precedenti conflitti si erano viste decine di migliaia di morti , ne ssuno negli eserciti di massa del 19 l 4 era preparato a confrontarsi con i mil io ni di morti di quella che venne anche chiamata "guerra europea" 1 •

Quasi nessuno ne aveva previ sto la durata, ufficiali e so ldati preferivano illudersi che avrebbero festeggiato il Natale a casa, mentre la letalità delle nuove armi era stata ampiamente sottovalutata; nelle precedenti guerre i morti non av evano avuto dei cimiteri a loro dedicati e spesso ven ivano sepolti in fosse comuni o addirittura restavano insepolti. Pochi anche i monumenti , e il nuovo fenomeno della morte di massa in vestì le società europee che unirono il mito del giovane vo lontario in guerra a quello dei caduti da onorare2 •

Advertisement

Non era facile infatti accettare tanti lutti che co lpi rono la popolazione fin dai primi scontri con violenza inaspettata : in primo luogo è psico logicamente difficile per i genitori accettare la morte, anche se in guerra , dei propri giovani figl i, e questa era la norma in quel 19 153 L'accettazione della morte di ve nne una necessità piscologica di massa e con essa si affermarono riti e comportamenti largam e nte influe n z ati dalla cultura cristiana dell 'Europa, come il portare il lutto, una pratica che si andò attenuando nella Lon dra di quegl i anni, tanto era frequente la perdita di giovani vite4 • La morte in battaglia implicava spesso che ai parenti fosse negato il rito della sepoltura e una tomba da visitare ; memoria persona le e memoria pubblica così finirono per intrecciarsi finché la secon da non subì l'intervento esterno e interessato dei govern i, in particolare in Italia dove il nuovo regime mussoliniano ritenne che "non è [più] tempo di sto ria, ma di miti" 5 •

Si mise mano allora alla "memoria di bron zo e di ma1mo" che dilagò in tutta la penisola, beninteso anche per rispondere alla necessità di "placa re l ' angoscia dei superstiti" ma anche per costruire il mito della " nuova Ita li a". Del resto il proliferare di monumenti e luoghi del ric o rdo si ri sco ntra in tutta E uropa , ad esempio in Francia furono 30.000 i monumenti eretti alla memoria dei soldati cadu ti , ma questo avvenne i n maniera analoga negli altri paesi che avevano combattuto, spesso elencando pubblicamente in ordine alfabetico i caduti i ndipendentemente dal grado , rendendo così omaggio al semplice fante che aveva perso la vita in quel massacro e urop eo di massa .

Tcaduti italiani ne l complesso furono il 3,5% della popolazione e il 12,7% dell'esercito mobilitato operante, e s u queste cifre Piero Del Negro calcola che gli ufficiali di complemento caduti siano stati il 15 ,9% , una percentuale supe riore a quella de i caduti complessivi rispetto ai militari operat ivi 6

Qu est i caduti , in genere a bbastanza giovani e spesso alla testa dei propri sol d ati nei combattimenti , furono anche quelli che divennero fin da subito oggetto de l lutto dei fam iliari e degli amici, ch e spesso dedicarono loro pubblicazioni private , opu sc oli che Janz ha scovato n e lle bibliote che e negli archi v i e ch e riguardano una frazione relativamente picco la dei caduti , cioè 1.450 so ldati. Queste pubb li cazioni costituiscono una te st imonian z a rilevante di come la popolazione ita liana abbia affrontato già ne l corso della guerra il problema di acce ttare la morte di un giovane congiunto senza avere avuto la possibilità né di comprenderne le ca u se , né di essere prese nte alle esequie, rituali che costituiscono una parte non trascurabile della liturgia ch e l 'E uropa utili zza nel processo psicologico legato al culto del caduto.

A ss istiamo oggi a una ripresa di in teresse nei confronti de i propri car i , parenti lonta ni mo11i nel conflitto, p e r cercare di farsene un a ragione anc h e se di loro è rimasto un ricordo tramandato, oppure di concittadini caduti sul campo di battag l ia per i quali si sente la nece ss ità di dare un se nso alla perdita , in general e con una condi v isione pubblica d e l lu tto e un senso di riconoscenza per il sac rificio Sì , perch é "o ltre a ricordare, ci si chie d e se sia o meno giustificata " 7, una domanda non da poco che nell ' Ttalia del primo dopoguerra a v rebbe potuto pro v ocare conseguenz e politiche per chi la guerra ! 'aveva vo luta .

Durante il confl itto e s ubito dopo, vi fu la rice rca di uno scopo che rendes se sopportabile il dolore , sicché non furono rari i casi di personagg i famosi che in preda al tormento affidarono la propria inquietudine alla costruzione di una statua o di un monumento, come nel caso di qu e llo d e dicato al figlio Roberto di Margherita Sarfatti, volontario neppure diciottenne caduto sul Col d'Echele a fine gennaio 19188

La diffusione dei monumenti, delle lapidi, d e i nomi, il meccanismo del Milite lgnoto 9 soccorrono questa necessità pubblica, dando allo stesso tempo alla politica l'occasione per sfruttare a proprio vantaggio i profondi sentimenti legati alla elaborazione de l lutto.

Ma resta poi la dimensione più privata della pubblicazione commemorativa, che ha una sua dignità e un suo significato in un ambito particolare , in un microcosmo sociale come può essere una università o un istituto superiore di riconosciuta fama, specchio di una parte della società che ha dato s p esso in maniera volontaristica (intendiamo il termine nel senso di Adolfo Omodeo) il proprio contributo alla vittoria del regno d'Italia nel. 19 I 8. Pubblicaz ioni che offrivano l'opportunità di contatti con altre famiglie che avevano subìto simili perdite e che contribuivano a dare un sostegno psicologico ai sopravvissuti nel difficile processo della metabolizza z ione del sacrificio.

Sacrifici di non poco conto, carriere spese altrov e p i uttosto che nello sviluppo di una società, dato che "se si considera che dall ' origin e al 1917 l'I - st i tuto aveva licenziato con diploma 855 alunni , e che gli ex-allievi caduti furono 90, si conclude che la guerra distrusse il I 0,5% di que ll a forza intellettuale e morale" 10 .

Contributo di sang ue non isolato n el sistema scolastico udinese , come mostra un'altra pubblicazione, gli studenti svolsero un ruolo importante nel combattere la guerra contro l 'Austria-Ungheria 11 • Si tratta , come ha notato Janz, di pubb li ca z ioni "primariamente a l servizio del lutto e non della propaganda e de ll a pedagogia patriottica", che non rispecchiano necessariamente la composizione na z ionale dell'esercito e d e i caduti, essendo fortemente concentrate nella part e se ttentrion ale de l paese, e che riguardano in buona percentuale ufficiali o aspiranti che, come abbiamo scritto, sono stati particolarmente presenti nella tragica statistica dei caduti di guerra.

Il Libro d'oro in onore degli alunni del R. Is tituto Tecnico di Udine caduti per la patria 1915-1918 ripubblicato in questo vo lum e s i in se risc e a pieno titolo nelle forme di commemorazioni a carattere dignitosamente privato , in questo caso di una piccola ma importante comunità culturale nella "cap itale della guerra". A sco rrere il Libro d 'oro notiamo che si tratta di un gruppo molto particolare di sol dati , p erlo più giovan i che sono stati chiamati alle anni,

Anno d i nascita, grado e c orpo di appartenenza dei 90 allievi del Regio

Istituto Tecnico ;,A . Zanon" caduti in guerra (r ielabo raz ione sulla base de l libro d'oro) assumendo, come era d'uso per i diplomati , un grado di ufficiale o sottufficiale che li esponeva maggiormente , nel dare l'esempio a i propri so ldati, alle offese avve rsar ie, confem1ando il dato citato fornito da Piero D el Negro. 61 studenti su 90 (il 67,7%) appartenevano alle class i comprese tra il 1892 e il 1897; vanno inoltre segnalati i dieci volontari ( molti in un gruppo di 90), tra i quali assume un va lore emblematico Ermanno Magrini , sottotenen te e medag l ia d ' argento, e il numero notevo le di morti per malattia (16 , pari a l 17 ,7% ) . Si tratta, in quest'ultimo caso , di un dato tota lm en te ignorato nelle statistiche ufficia l i (e rimandiamo a questo propo sito anche alle pagine pubblicate in questo volume di Comisso su ll a diffusione del colera tra i soldati). li professor Roviglio, nell'introdurre il vo l ume commemorativo , fugò ogni dubb io: "son motti per la patria", rivo lgendosi specialmente ai giovan i, "c he siete la spera nza e la forza viva dell ' Italia futura"; a l di là delle rituali formule retoriche - che fanno parte del lessico coevo - la presenza di dieci volontari sugger isce quanto in questo mic rocosmo udinese che si era autodefinito "avamposto a l fronte orientale" la guerra fosse sen tita. Non solo, ma il Libro d'oro dà anche conto di una grande quantità di decorazioni: una medaglia d'oro , 34 d ' argento, cinque di bronzo e cinque croci al merito, oltre a 11 encom i, 56 riconoscimenti dunque, conferiti al 62 ,2% degli allievi. Si delinea così un gruppo molto motivato e deciso a combattere, che comprendeva anche sei aviatori, appa r tenenti alla nuova a1ma dotta e futuribile. Ad alc uni di queste le famiglie avevano già dedicato una pubblicazione i n memoria ed essi sono tuttora ric o rdati , come nel caso del tenente Rodolfo Rossetti , al quale è stato dedicato il volume Rodo(fo Rossetti dalle Tofane alla Bainsizza. A leggere le brevi biografie degli studenti caduti si ripercorrono così tutte le tappe più famose della Grande g uerra , dal Podgora all'Ortigara.

NOTE:

1 George Mos se, Fallen Soldie rs Reshaping the Memory of the World rVars , Ne w York, Oxford, l 990 , p. 50.

2 G Mosse , Fallen Soldiers , cit. p 44.

3 Ol iver Ja nz, 191 4 - 191 8. La prima gu erra mondiale, Tori no, Ein aud i , 20 14, p 353 e sg e Id. , Cordoglio e luito per una morte di massa , in Dizionario storico della prima gu erra mondiale, diretto da Nicola La banca , Roma-Bari , Laterza, 20 14.

4 Stép hane Audoin - Rouzca u e Annelle Becker, La violenza , la croc iata e il lutto. La Grande guerra e la storia d e l Novecento, Torino, Einaud i, 2002 , pp. 158 e sg.

5 Rivolto ad Angelo Gatti , c it a to da Giorgio Rochat , Mar io ls nenghi , La Grande guerra 1914 - 1918, M ilano , Sansoni, 2004. p 400.

6 Piero d e l Negro, l'es ercito italiano, i volontari e i giovani nella Grande guerra, in Volontari italiani nella Grande guerra, a c ura di Fa bri zio Rase r a e Carn i Ilo Za dra, Rovereto , Museo s torico italiano d ella g u erra, 2008, pp. 25 e 43.

7 Rei nh art Kosel leck , I monumenti ai caduti come elementi fondatori dell'identità per i sopravvissuti, in Ce nt ro internazionale di st udi di arch itettura And r ea Palladio. In cima. Giuseppe Terragni per Margh erita Sarjatti. Architelfure della memoria nel '900, a cu ra di Jeffrey T. Schnapp, Venez ia , Marsilio , 200 4 , p p. 25 - 35.

8 ldem .

9 Em ilio Franzina, Storia (quasi vera) del milite ignot o , Roma, Donzell i , 2014

1°Così nel volume , promosso d all ' Assoc iazione Zanon Am ico, Mario Blaso n i, G ianfranco Ellero (a c ura di), Zanon dal 1866. Anni di storia e cronac a, 2010 (s econda e di zione) , p . 77.

11 Sui giovan i mort i in guerra dell'altra gra nd e scuo la di Udine rimandiamo a: Il R. Liceo e Ginnasio "Jacopo Stell ini " di Udine a ricordo de'suo i insegnanti e studenti c aduti in guerra (I 915 - 1918)(s. l. , s.e , [ I 920]), che ri corda due docenti (F rancesco D use, doce nte di d iscip l ine le tterarie, e Pasqua le Pomarici , docente di e du cazione fis ica) e 25 studen ti . De g l i s t uden ti caduti si in ter essò a p iù ripresa la stampa, e a ltre pu bb l icazioni furono s p ec ificame nte loro d esti nate.

This article is from: