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RINGRAZIAMENTI
Nell'apprestarmi alla compilazione di quest ' opera che tratta un periodo di storia non solo italiana , ma direi europea per qu e lle che furono le conseguenze che portarono alla definizione di un nuovo assetto degli stati in Europa, non più basato sugli imperi multinazionali, ma sull ' affermazione delle individualità nazionali, m i sento in dovere di rivolgere un pens iero di gratitudine a tutti coloro che non solo mi hanno incoraggiato nell'affrontare il difficile tema , ma hanno costantemente sostenuto la mia fatica quotidiana.
Un grazie di cuore va a tutti i colleghi ed amici dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito per la preziosa collaborazione fornitami in ogni frangente ed in particolare al Capo Uffic io Col. c. s. SM Riccardo Treppiccione; agli Ufficiali addetti alla I" sezione Cap. a. Michele Tedeschi e Cap. f. (cr.) Filippo Cappella no; al Cap. a. Sa lvatore Orlando ed al Cap. f. Antonio Di Ganci, ali' A. Daniele Prinari ed il D ott. Alessandro Gionfrida tutti della 2" sezione; ali' A. Fernando Battisr.a della Segreteria.
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Un sincero pensiero va a l Dott. Pro f. Antonello Bi agini dell'Università la Sapienza di Roma, all'Ing. Flavio Russo di Napoli, al Col. f. (a lp. ) (aus.) Paolo Riccioni Presidente della Sezione di Rom a dell'Associazione Nazionale Alpini cd all'A. Aldo Caligaris per l 'i ncondiziona to e fattivo aiuto prestatomi in ogni momento della stes ura di quest'opera.
Per ultimo la mia più viva riconoscenza a ll 'amico fraterno Gen. B. (aus.) Gian Piero Sciocchetti di Trento , autore degli spendidi schizzi che impreziosiscono questa mia fatica.
Premessa
La conclusione delle trattative tra i plenipotenziari italiano, tedesco ed austriaco che portarono alla firma, a Vienna il 20 maggio 1882 , ciel trattato del la Triplice Alleanza, apparve, come può se mbrare ancora oggi, agli occhi e al cuore cli molti italiani come la rinuncia al completamento dell'unità nazionale in cambio di un appoggio politico e di una sicurezza in campo internazionale che, per la corona ed il governo, apparivano allora prioritari su ogni altra aspirazione.
Ciò comportò delle scelte cli politica militare che implicavano sia all'interno - basti pensare ai quadri dell 'ese rcito formati culturalmente in una visione antiaustriaca e filofrancese e all'opinione pubblica che nell'unità intravedeva la soluzione dei gravi problemi economici e sociali che l'affliggevano - sia all'esterno dove l'antica amicizia con la Francia, peraltro incrinata dalla presa di Roma , veniva apertamente discono sc iuta dalle deci s ion i politiche talvolta dolorose ed antipopolari.
Ma al di là dei problemi politici interni e d internazionali è qui importante analizzare le scelte della politica mi Iitare cieli' ltalia e dell'Austria-Ungheria dove, pur tenendo fede ai patti so tto sc ritti, le due potenze assunsero atteggiamenti e predisposizioni che rivelavano l'antica ostilità fondata, soprattutto, sulla diversa concezione dello stato.
Quanto sopra detto è valido soprattutto per l' ltalia.
L ' Italia, infatti, per s ua stessa natura concepiva lo stato come espressione delle singole nazionalità e la sua politica ne era, seppur con alcuni tentennamenti, la diretta interpretazione.
L'imp ero asburgico, da parte sua, rappres en tava il concetto opposto: la monarchia quale forza coagulante delle nazionalità: un concetto, ormai s uperato , di stato multina ziona le ed interetnico.
Non s i vuole, pertanto , solo ricostruire i rapporti tra due naz ioni alleate le quali , nel pianificare gli interventi militari verso po- tenziali aggressori, studiavano anche misure cautela ti ve net rispettivi confronti. ma , a prescindere dalle int erpretazioni s ugli scopi e le finalità della Tripli ce Al leanza, si desidera delin ea re. nel particolare. la pianificazione dello stato maggi o re italiano ve rso l'impero danubiano nell'ambito dei trattati di alleanza ed in confom1ità degli atteggiamenti militari da qu es to assunti.
Concepire un disegno cli g uerra o di opera.doni I è l 'n ttività principe di uno stato maggiore in tempo di p ace per poter organizzare nella maniera o ttimal e le forze. provvedere al loro addestramento, pianifi ca re il loro sc hieram en to e porl e in grado di conseg uire il risultato prefissato.
Il piano. come comunemente è definito, rappresenta quindi lo scopo che s i vuol raggiungere mentre le operazioni so no il mezzo per con segu irlo.
È c hiaro. pertanto , come vi debba essere un perfetto accordo tra fine e modalità per raggiungere l'obiett i vo ipotizzato, pena il fallimento dell'impresa.
In g uerra le difficoltà ma gg iori non consistono nell'ideare una brillante operazione, rna nel calco lare co n esattezza l'in sieme dei particolari necessa ri per la sua realizzaLione.
Quello c he venne predisposto d allo stato maggiore ital iano non fu quindi , a lm eno ini z ialment e, un piano nell'accezione del tc nnine, ma uno st udi o di condotta e tale rimarrà, come vedremo, fino alla fine di agosto d e l 19 I 4 quando. iniziandosi a definire con certezza l 'o ri e ntam e nto del paese verso l ' Intesa, iI ge neral e Cadorna espose con una m e moria operativa i s uoi intendim e nti per la condotta di una guerra contro l 'Aust ria- Ung he ria.
1 Disegno di guerra e disegno tli opera7ioni potrebbero essere considerate due co~e di,1in1e. ma nctru~o comune dicendo di,egno di guerra ,i comprende l'uno e l'ahro. La differen1a consiste nel fatto che. concepito un di~egno di guerra. cioè lo ,copo finale che si vuole raggiungere. c,so può c~sere pcr,cg uit o con ~variate comhinazio ni di manovre o co n sv ariati di,cg ni d'operat ioni.