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fìca:ioni, che sono i11dispe11sahili in re/a:ione alla si111a:io11e attuale 4 •••
Il Cadorna s i e ra reso co nto che per attuare il suo concetto d'azion e e ra nece ssa rio ri vedere alcune predisposizioni per accelerare il più poss ibil e la radun a la e lo sc hieramento dell'esercito c h e, alla frontiera orientale, era anco ra pesantemente condiz ionat o dalla precaria si tua zione delle ret e fe rroviaria.
Inoltre egli ten eva conto de l fatto c he nei precedenti piani di mobilit alio ne il presupposto. posto alla base dell'estensione degli s te ssi era c he s ia l'Italia s ia l 'Aus tria -Ung heria mobilitassero contemporan e ament e
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Que s to pres upp os to assicurava un ce rto peri o do di s icurezza alle unit à c he a ftlui vano ve r so la frontiera offe rt o dalle presumibili co ntemporane e opera7ioni m esse in atto dall'avversario.
La situaz ion e c he si pre se ntava in quel mom e nt o era tutt avia co mpl e tam e nt e cambiata. l'Au s tri a-U ng her ia aveva già tutto I'ese rc ito mobilit a to e si <,arebbe traltato di trasportarne una parte ne l se ttore più interessa to.
Se quindi l ' Itali a avess e fallo seguire la mobilitazion e alla dic hiara z ion e di g ue rra , l'Austri a, s fruttando l'ottim a organizzazione ferroviaria a s ua disposizione, sarebbe s t ata in g rad o di tra sportare rapidam e nre s ul confine italiano, prele vando le dai fronti russ o e se rbo, delle forze tali eia essere in grado cli prend e re l'iniziativa di c ondurre un 'azione o ffe n s iva in profondità nella pianura veneto-friulana.
P er far fronte a que s ta nuova situazione strategica il ca po di stato maggiore rit e neva necessario sia acce lerare la cos titu zione dei nuclei di co pertura. ri s petto a quanto fin o allora previs to. s ia di a um e ntare le trupp e all'uopo d es tinat e e d in tal e co n1 es10 s i co ncretiz zava l ' idea di trasferire pari e delle unità da monta g na d e lla l • e della 4 ·' armata in Friuli, eq uilibrando in tal mod o le forz e tra il sa liente tr e ntino - tir o lese e le necess ità dell'alto Friuli 5
Le dire1tive pa \savan o poi a definire l'obietti vo principal e rappresentalo dal Friuli dove era necessa rio concentrare il mag g ior numero di forze per procedere, eve ntualm e nte, o ltr e l ' Iso nzo.
' Per il 1e, to co mpl eto cfr.: L'l! 1rrci10 i1afio110 nrfla grande guerra - Voi. 11hi s, allegalo n 2, USS M E. Roma 1929.
5 In seguilo a qu e, 1a deci,ione a lla I ' arma la ve nn ero so ttraili il 4 ° reggimento alpini (b1g.: lntra , Iv rea ccl J\o,rn) ed i gruppi d'art iglieria da monta gna Verona-Le,,ini e Vallellina C hi ese: alla 4• am1a1a venne 101!0 il p reggimento alpini (bt g .: Susa. Ex ill e, e Pinerolo).
Come obiettivi suss idiari si assegnavano alla 4 • armata ed alle truppe Carnia rispettivamente la conca di Dobbiaco, donde prosegu ire sia ad Ovest in direzione di Fortezza-Bressanone-Bolzano sia ad Est lungo le valli della Drava e del Gai!, cd il possesso dei forti di Malborghetto, del Predii e di Flitsch, per aprirsi la strada verso Villach e Klagenfurt.
Venivano inoltre date delle disposizioni s ul con tegno da assumere da parte delle armate e delle truppe della Carnia riguardanti la necessità di garantire, ali' inizio del le ost i I ità, l'in violabilità del confine assumendo principalmente un contegno prudente salvo condurre delle azioni offensive lo cali, contro un nemico debolmente assestatovi, in grado di migliorare le possibilità di difesa.
11 documento s i conc lud eva con gli ordini circa l'organizzazione dei co ll egamenti e delle informazioni.
Unitamente a queste disposizioni venivano emanate, con un documento a parte, le norme di co nd otta a cui doveva uniformarsi i I comandante della zona Carnia nell'ipotesi offensiva oltre l'Isonzo.
In esse si s t abiliva che, durante la mobilitazione e radunata , le truppe della zona Carnia avessero compiti di copertura nei confronti di eve ntu ali provenienze da nord, mentre a mobilitazione conclusa, a seconda degli intendimenti del comando s upr emo, esse sarebbero potute essere ch iam ate a concorrere a ll'a zione della 4" arma ta , penetrando nella valle del GaiL o a quella della 2". tendendo all'esp ugnazione del forte di Malborghetto e delle opere fortificate elci Predii e di Flitsch.
Fissato il disegno genera le di come condurre le operazioni ed e manat e le conseguenti direttive, il capo di stato ma ggio re era sempre attento ad ogni possibile variante che potesse incidere sulla co ndotta delle operazioni.
Con il prolun garsi della neutralità e l 'a rri vo della stagione invernal e iI comando s upremo avvertì l a necess ità di pren de re in seria considerazione l ' ipotesi di operazioni da co ndurre in quella s tagione.
Il 15 ottobre, il genera le Cadorna ema nava le varianti alle dirett.ive del I O sette mbr e 6 , ne ll e quali erano presi in esa m e g li adattamenti da assumere nel! 'affron t are una campagna in In verno.
In esse il capo di s tato ma gg iore ril evava come la stag ion e invernale imponesse delle limitazioni a ll e grandi operaz ion i e, in mis ura maggiore, nelle zone più e levate e più aspre , ma osservava an -
<> Pa il 1es10 comp lelo cfr.: C Eserci10 i1alia110 nella grande guerra - Vol. 11 - his, allega to n. 3. USSME. Roma 1929 che che .. se però limita le grandi opera:ioni offensire. specie nella :ona alpina pi1ì ele,·ata. come alla base del salienre tirolese, per co ntro facilita ardite imprese parziali di truppe atte alla monragna, tanto pi1ì che, data la situa:ione politico-militare - suppos/a dalle presenti dire11i1·e - le nostre truppe da mo111ag11a od equipaggiate da mo11tag11a 11011 m'ranno di frollfe truppe ugualmente scelfe e soprattu tro prariche dei luogh i
L 'obie ttivo principale. date le sue caratteristiche topografiche. veniva qui ndi ad acquistare maggior importanza grazie alla quasi totale impraticabilità del resto della fronte. più alta cd imperrcorribile in inverno.
Si ribadivano pertanto le direttive su lla fronte tra monte Maggiore ed il mare. mentre per quello che erano gli obiettivi secondari: la val P usteria ed il Trentino, si riteneva che non fosse possibi le cond urre un 'ope razion e in grande s tile verso la prima, mentre nel caso d e l secondo, l'analisi del terreno suggeriva la possibilità di operare so lamente in val La garina ed in val Sugana.
Tuttavia, essendo queste due direttrici sbarrate con poderose opere for tifi cate e co mun q ue, se superate si cadrebbe s ubito so tto il raggio d'azione delle fortificazioni di Verona e del campo trincerato di Trento. non si ritenevano poss ibili grosse operazioni né da una parte né dall'altra in quanto, in inverno, l 'attacco regolare a lle opere permanenti sa rebbe risultato es tre mament e difficil e e le nto.
Sulla base della si tua z ione topografica e metercologica del fronte montano si riteneva, quindi. più opportuno procedere con arditi colpi di mano tendenti a miglio r are le posizioni in vista delle ripresa d e ll e opera.lioni in es tat e e ad effe ttuare d e ll e in c ursion i, spec ialm ente nella parte più settent ri ona le del saliente trentino-tirolese. affidate a truppe da montagna particolarmente addestrate, aven ti lo scopo di effe ttuare qualche int erruzio ne alla ferrovia che unisce il Tirolo a l resto d e ll ' l mpero 7 •
Questa forzata limitatezza di impegni sarebbe tuttavia tornata utile al fronte friulano permettendo un travaso di forze <lai settori meno impegnati a quello principale.
A ll a I " ed a ll a 4• armata veniva qu indi impart i ta la disposiz ion e di predisporre s tudi e mezzi per un ·eventuale azione in val Lagarina co n obiettivo il campo trincerato di Trento per la prima. mentre alla seconda era assegnato il com pito di conce r tare ccl orga ni zza re tutte le attiv it à necessa ri e pe r la condotta cli un 'az io ne in val Sugana e di alcune offensive parziali sia lungo la direttrice MaèCordevole, sia nel Cadore.
- Studi in tal ~enso erano già ,tati effettuati nel 191 I: co nfronta in merito i l Docum e nto n. 12 già citato.
L e direttive per la 2a e la 3• armata, emanate il l O settembre, rimanevano invariate.
Al coma ndo zona Carnia era affidato il compito di contrastare tenacemente l 'attacco nemico lun go il tratto di fronte dal monte Peralba al monte Maggiore; inoltre doveva predisporre studi e d isposizioni per l'attacco del forte di Malborghetto e delle opere di Flitsch e del Pred ii.
D oveva a ltresì . . . predisporre per offensive parziali, intese a conquistare i ricoveri alpini costruiti dalla Monarchia oltre confine. e studiare la possibilità di ardite incursioni nella rnlle della Drava, allo scopo di i111errompere la ferrovia di comunica:ione del tiro/o col resto della Monarchia. Studiare il concorso di truppe della zona Carnia. coni•e11ie11temente aumentate. ad e1•entuali op erazioni offensive della 2" e 3" armata oltre /' lson:o, in base a direttive speciali impartite 8 ••• x Cfr.: Rad1111a1a nord-e.1 1. !p o iesi di op era : io11i nella sta i ione i11vema/e.Variami alle d ire 11ive in da1a 1° se 11emhre /914. i n L'Ese rcito ita l ia no nel la grande gue rra Voi. 11 -his. allega to n. 4. USSME, Roma 1929.
Mente lo stato maggiore emanava 4ueste direttive che avevano lo scopo principale di far fronte a lla si tu azione immediata, con vera lungimiranza, provvedeva a s tud iare tutti qu egli accorgimenti c he, in caso di partecipazione al co nflitt o, avrebbero permesso di evita re rischi di invasione e, nel co nt empo, aume ntat o le poss ibilità di svi luppare un'azione offensiva in territorio asburg ico.
Il 27 gen na io 1915 l'ufficio del ca po di stat o maggiore - mobilitazione -e mana va una c irco lare nella quale erano illustra ti gli eve ntuali provvedimenti da prendere per assicurare m eg lio l 'az ion e difensiva d e ll e trupp e a lla frontiera ne i primi gio rni di mobilitazione.
Ess i e rano principalmente due: rinforzare l'occupazione avanzata che, a llora es is teva so lo in embrio ne, ed accelerare la mob ilitazione e la rad unata di alcu ne g randi unit à da impiegare come riserva s trat eg ica .
Il primo provvedimento, in particolare. consisteva ne l portare la forza dei re parti , che si trovavano già dislocati ne ll a zo na di frontiera, all 'o rganico di g ue rra o prossimo ad esso , il secondo inviand o in tale zona altri reparti c he, seco nd o il quadro di battaglia, erano destinati all'occupazione avanzata, ma che non era no ancora o cos tituiti o dislocati nelle ordinarie sedi di pace.
Il secondo provvedimento era la logica conseguenza del primo in quanto. esse ndo una parte notevole dei corpi d'armata di frontiera già destinati all'occupa1ione avanzata. il loro completamento ne implicava l'accelerazione della mobilitazione e della radunata.
Il principale prob lema che si poneva ora al ge nerale Cadorna era come ottenere l'a cce lerazione della mobilitazione e della radunata. senza tullavia sconvolgere quanto già pianificato nei piani degli anni precedenti.
4. Mobilitazione e radunata " rossa"
Sin dal dicembre del 19 I 4. lo stato maggiore aveva emanato un nuovo fascicolo sulla formazione del regio esercito, rcaliuato s ul principio di compiere la mobil it azione sul posto scindendo la dalla radunata: si trattava cioè di complelare le unirà. nei loro organici di guerra. nelle sedi stamiali e poi avviarle alla Lona di radunata.
Questo sistema aveva l'indubbio vantaggio cli mandare al fronte reparti già cost ituiti cd in grado di essere impiegati immediatament e, mentre con il precedente il completamento avveniva afflusso durante.
La nece s-; ità di ricorrere ad un nuovo modo di concepire cd intendere la mobilitalione e la radunata era la co nseg u enLa diretta della constatazione c h e. in virtù del vantaggio di tempo acquisito dall'Austria graz ie al fatto di avere l'esercito gii, mobilitato completamente e dell'efficienza della sua rete ferroviaria che adduceva al confine italiano. sarebbe stato molto imprud en te mantenere un s is tema rigido. qual" e ra quello fino allora in u so. che non la~ciava al comando supremo alcun margi n e di adallamento alle esige nz e del mom en to in c ui veniva dichiarata la g u e rra.
Questo nuovo s is tema prc -; umeva però che. anche a li ve llo governativo, si fosse consci dei tempi necessari e delle predisposiLioni da adottare, in modo da esse re in co ndizion e di rendere operativi i diversi atti di carattere politico, diplomatico cd economico più idonei.
È del febbraio I 9 15 una fi11a corrisponden;,a tra il '>Cgretariato generale del mini s te ro della guerra e lo s tato mag g iore per definire. nei dettagli, il sig nifi ca to del nuovo modello di mohilitaLione e le rispe11ive competenze.
Stabilite quindi co n le autori tà governative le risp e ttive comp e te n 7e. con la lettera n. 94 riservatissimo G elci 6 marL.o. perso- nale ai comandanti d'armata ed a quello della zo na Carnia 9 , il generale Cadorna illustrava le nuove modalità della mobilitazione e della radunata chiamata "rossa", dal colore della carta su cui erano scritti i documenti, per distinguerla dalla precedente nella quale il colore distintivo era il ·'camoscio".
In essa si evidenziava che la caratteristica essenziale del nuovo piano era rappresentata nella possibilità, per il governo, di avere la più ampia libertà di scelta del momento di entrare in guerra e, per il comandante in capo, di riunire le forze s ulla base di quanLo suggerito dalla situazione politico militare del momento.
Ciò non voleva assolutamente dire che tutte le varie operazioni si sarebbero svolte con improvvisazione e all'ultimo mom ento, ma che anzi avrebbero avuto una pianificazione ollimale e con congruo anticipo.
Sulla base dei concetti posti a fondamento della radunata "rossa", il I O aprile il capo di s tato maggiore emanava le varianti alle diretti ve del I O settern bre I 9 I 4 10
Nella premessa il generale Cadorna, dopo aver ricordato che con i documenti "camoscio" s i erano stabiliti i compiti delle singole armate e s i era accennato ai probabili obiellivi affinché fossero oggetto di s tudi e di predispos izioni e, soprattullo, che le operazioni delle truppe in occupazione avan za ta fossero, durante i I periodo della mobilitazione e della radunata, in stretta coordinazione con le successive operazioni affidate alle armate stesse, so ttolineava come con la mobilitazione "rossa" la radunata s i sare bbe effettuata in fasi successive.
Questo succedersi cli fasi avrebbe permesso ai comandanti di poter utilizzare le forze in afflusso quale rincalzo di quel le impiegate in occupazione avanzata. dando all'azione un carattere più incisivo e tendente più a sorprendere l'avversario che non a pararne le offese. Inoltre la possibilità di regolare la cadenza di afflusso delle unit~t avrebbe permesso, sulla base delle varie esigenze d'impiego , cli assegnare, radunata durante, ad alcune armate o alla zona Carnia il compito di raggiungere un obiellivo particolare il cui consegu imento avrebbe permesso, in un momento ritenuto idoneo dal comando supremo, di svi luppare in modo più favorevole le successive operazioni.
9 Cfr.: Documento n 14.
Cfr.: Radunata
Un a ltro aspetto importante del documento era la rivalu tazione, in chiave strategica, del sa liente trentino-tirolese.
Infatti il capo di stato maggiore nell 'analizzare l 'offensiva, nell'ambito dei co ncett i generali del comando supremo in merito ali' impiego iniziale del le forze, rilevava come , in considerazione delle g randi masse di uomini messe in campo dagli imperi centrali e della validità degli apprestamenti difensivi costruiti dall'Austria anche lungo il confine friulano , il teatro di operazioni del Trentino venisse ad assumere, anche in rapporto al più ampio teatro europeo, un ruolo di grande importanza.
Si prevedeva quindi che la 4 " armata e la zona Carnia, che nel precedente documento clovevono condizionare la possibilità di condurre operazioni offensive ad alcune si tua zion i politico-militari, operassero, la prima, contro g li sbarramenti di Sesto, Landro e Valparola per aprirsi uno sbocco nella val Pus teria, mentre la seconda doveva conquistare i I forte di Mal borghetto e le opere di Raibl e del Preci il per dare alle forze cli rincalzo uno sbocco in Carinzia.
Era un mutamento di ordine strategico importante perché, per la prima volta, il generale Cadoma intravvedeva nel sa li e nt e trentino-tirolese la possibilità cli manovrare con effett i rilevanti a favore del più importante teatro friulano.
Nelle diret!ive il capo di stato maggiore scr iveva che ... i/ possesso del nodo di Tohlach (Dobbiaco) dà la possibilità sia di scendere 11erso /' Eisack ( Isarco), ed intercettare l'ultima comunica:ione ferroviaria che congiunge il Tirolo col resto della Monarchia a. u., sia di disce ndere per la Drava e per il Gai/, facilitando lo shocco delle truppe della zona Carnia s u Villach.
A sua 110/ta il possesso di Villach permette di aggirare la lin ea difensiva organizzata dagli Austriaci sulla displuviale dep,li altipiani cars ici, scendendo lungo l'alta Sava su Lubiana: oppure di rimontare la Drava. per aprire la strada di Toblach alla 4" armata 11
Il documento esaminava poi la possibi lit à di dover essere costretti in difensiva per la mutata situazione strategica, che vedeva gli imperi ce ntrali già completamente mobilitati e con una rete ferroviaria altamente efficiente ed in grado di intervenire , con efficac ia , nei confronti dell'Italia che, nel contempo, si sare bbe trovata in piena crisi di mobi I itazione e radunata.
In particolare, per quanto atteneva al teatro trentino-tirol ese, sul s uo lato occidentale bi sog nava re s is tere ad o lt ranza nella regione del Mortirolo e sullo sbarramento delle Giudicarie raccordando le due difese mantenendo il possesso dell'area Croce Domini-Maniva: s ul la to occidentale, dall'Adige al Pera lba, la difesa avrebbe dovuto imperniarsi su ll e regioni for tifi cate Baldo-Lessini e Ag n o -A ssa. nonch é s ulle forte zze Brenta -C is m on e Cadore-Maè. li ridotto Cadorino, per la particolare imp ortanza c h e riveste, avrebbe dovuto essere difeso ad oltranza.
Ne l teatro di ope razioni ciel Friuli la res is ten za avrebbe dovuto imperniarsi su una linea app oggia ta a ll e fortezze del medio e basso Tagliam e nto predisponendo, si n dal tempo di pace e limitatam ente ai so li ca p osa ldi. le o p e re n ecessar ie per il s uo rafforzamento.
Alla zona Carnia il compito di raccordare la difesa tra il teatro tre ntino-tirol ese e quell o friulan o dand o vita, in virtù del partico lare te rre n o, ad una difesa att iva e manovrata.
S ulla base di questi concetti veniva n o indicati gli obiettivi da co n seg uire da parte d e ll e singole armate durante il p e riod o d e lla radunata.
Alla I• era affidato il compito di att ivare un a difesa aLtiva mirant e a co n seg uire il p ossesso d e i co lli ed a svo lge re un ' impon ente azione di fuoco co ntro le fortific,llioni austriache per agevolare il compito d e lla 4a armata.
L a 4" doveva conseg uire co n la sua ala destra la co nqui sta del nodo di D obbiaco e, con quella s ini stra, il gruppo m on tuo so de l Sella p e r pot e r proseg uire, in seguito. sia verso l ' Jsa rco sia lun go la Dra va.
P e r le a ltre du e armate e la zona Carnia i compit i, per quanto ri g uardava la difesa . non so lo erano rimasti in va riati ri s pe llo alle precedenti di re tti ve del 1° se tt embre 1914. ma il Cadorna reputò opportuno prec is are le line e lungo le quali opporre la ma ss ima res is te n7a.
Alla zo na Carnia fu assegnata la lin ea m on te P era l ba. monte Cro s ti s, mont e Paul a ro , mont e Salinchiet e Zuc del Boor: alla 2" armata quella di mont e Stol, 01ont e Matajur. mon1 e Ml a d ese na. Cividale Campo formid o; alla 3·'. infin e. fu affidata la linea da Campoformido fin o al mare.
P e r quant o atteneva ai co mpiti offensivi di quest'ultime c'è d a so ttolin ea re che la zona Carnia avre bbe dovuto, appena il Comandante avesse ri cev ut o i rinforL. i ne cessari e ritene sse di avere le forze necessarie, far cad e re il forte cli Malborg h e tto e le opere del Pre- dii , di R aib l e di Flit sc h 11 ; la 2• si sa rebbe dovuta impossessa re di Caporetto e. se poss ibil e, d e i monti K o lovrat e Korad a; alla 3" era affidato il co mpito di conquistare l'altura di Medea ed i p onti s ul - li generale Cadorna non s i limit ò ad operare so lo su l fronte terre'> tre per migliorare il più possibile l'organiaazione e la prepara,ione dell'esercito sia in ca mpo lo g istico sia tattico in vista del1'orma i pross ima entrata in gue rra dell' Italia, ma si preoccupava anche di come le forLe navali avrebbero potuto co ncorr e re alla co ndotla del le operazioni terre s tri.
1' Iso nzo tra Cervignano e Monfalcone. per assicurarsi le basi di parte n za per un attacco alle alture di Sagrado.
Sempre nell'ambito dei compiti offensivi. il capo di stato maggiore affidava alla 2• ed alla 3 , annata l'in carico di contras t are, per quanto possibile, lo scarico delle truppe austriache n eg li scal i fe rroviari di T o lm ino. Gorizia e Monfalcone. utilizzando. se possibile. anche gli a ero plani; non solo, ma la 3" annata av rebbe dovuto effeuuare un 'inc ursione su Monfalcone per distruggervi la stazione ferrov iaria e d una su Gorizia con obiettivo la dis truzi one del campo d'avia1ione, a qu es t'ultima avrebbe concorso il comando supremo co n i meai aerei a sua disposizione.
All'emanazione delle direttive alle armate fece seg uito anche un accordo con il capo di stato ma gg iore ckl la marina nel quale era prevista la costituzione. a Venezia, di una sq uadra navale. composta di quauro incrociatori di tipo an tiquat o e di naviglio silurante, per condurre le operazioni verso Trieste.
Ques ta s quadra avrebbe dovuto appoggiare le operazioni del1' ala destra dell'esercito verso la ciu~, di Trieste ballendo, con le prop rie artiglierie, le pos ta z ioni austriache su ll e alture intorno a Monfalcone e su qu e lle a nord della s trada litoranea MonfalconeTri es te; inoltre avrebbe dovuto impedire alle navi avversarie svolgessero analoga azione contro la forze italiane rendendogli imp oss ibil e l 'uti li uazione di quella strada e della ferrovia. el concepire la memoria operativa e le seg uenti direttive. particolarmente quelle lega te alla mobilitazione ''rossa", il ca po di s tato maggiore, come aveva sotto lin eato nelle premesse. faceva affi-
11 Qu este d irettive ve nn ero imp a rtit e al Co mandant e delle truppe zona Carnia ~im ilment e come con quelle del 1° se u embre 1914. co n dbposi7ioni a parte in data t O aprile 1915: cfr.: Radunata nord-eJt (rossa). \ 'aria111i alle dire11ive per il r·o111a11da111e la : 0110 Carnia durante il periodo della 111nhi/i1a:io11e e rad1111ara, in L'E se rcito iialiano nella grande g uerra Vo i 11 -his. alle ga to n 7. USSME. Roma 1929.
<lamento su due condizioni essenziali per la riuscita del piano: la sorpresa ed il contemporaneo impegno delle forze asburgiche sui fronti russo e serbo.
Per soddisfare alla prima condizione era stata ideata la mobilitazione occulta da raggiungersi, come si è detto, per fasi successive, nell'ambito del progetto di mobilitazione '"rossa'', al fine di far coincidere la dichiarazione di guerra con l ' inizio reale delle operazioni offensive da parte delle forze in occupazione avanzata.
Per la seconda co ndi zione era necessario uno stretto collegamento tra g li alleati e per conseguirlo il generale Cadorna si era impegnato in prima persona facendolo inserire nelle convenzioni militari legate al Patto di Londra.
Nel merito il capo di stato maggiore, in una sua lettera al pres idente del consiglio del 17 giugno, nella quale lamentava la mancanza di collaborazione da parte degli alleati, ricordava, come lui stesso afferma, che .. .io are\'O faflo inlrodurre. nelle conFen:ioni militari stipulale. chiaro e preciso il patto relativo a questa coopera:ione delle for:e. fatto che più esp/icitome11te si rilel'a nella convenzio11e con la Russia. tralfandosi di coopera:ione in 1111 teatw di opera:ioni comune. In tale com·en:ione era stato stabilito che l'esercito italia110 s' impeg11a1 •a ad entrare in campagna non più tardi del 26 maigio 19 I 5 ...... e che il suo intervento avrebbe dovuto essere agevolato dalle opera:ioni dep.fi altri tre eserciti alleati. i quali, alla loro volta do1•c1·ano. col loro energico contegno. impedire al nemico di riunire sulla nostrn frontiera forze di schiacciante superiorità ..... Colla suddetta co11 1•e n:ione l'esercito italiano e quello russo, concellfrato in Galizia. dovern110. come primo scopo da raggiungere, cercare di battere il nemico che avevano di fronte sul comune tealro austro-ungarico 11
Anche g li eserciti serbo e montenegrino avrebbero dovuto partecipare a questo grande progetto di cooperazione attuando un' offensiva, con direzione Nord-Ovest, allo scopo di congiungersi, prima possibile, all'ala destra dell'esercito itali ano e quindi proseguire insi eme verso Lubiana.
Ma tralasciando quelli che furono i problemi che l' esercito si trovò ad affrontare al momento della s ua discesa in campo, è importante sottolineare che i I documento del I O apri le rappresentò I'ultimo aggiornamento del piano di operazioni, contro la monarchia danubiana, prima dell'emanazione, da parte ciel comando supremo, dell'ordine di opera:ione n. I.
4. L'Ord ine di Operazione n . 1
Con le direttive del I O apri le l 'ese rcito si preparava se mpr e p1u ad affrontare quella guerra che o rm a i era di ven ta ta ineluttabile. e lo faceva cercando di pas sa re, nel min or tempo possibile e senza grossi traumi , d a quella concezione difensiva che ne aveva semp r e cara tt e ri zzato l ' impo stazion e s tra tegica ad un'impostazione s piccatamente offensiva verso l 'A us tri a -U nghcria.
Con la denuncia della T ripl ice ed i l co nt emporaneo impegno preso con g li alleati de ll ' Intesa, l 'Ita li a si appre stava ad e ntrare in g ue rra e ntr o i I 26 maggio ed in tale prospettiva il 16 il ca po di stato ma gg io re e manava l 'o rdin e di operazione n. l.
Nella lettera di trasmissione il genera le Cadorna, oltre a spec ificare c he l' ordine avrebbe avuto va lidit à so lame nt e se espressamente ordina t o e sare bbe entrato in vigore nel g iorno e nell ' ora indicati telegraficamente, comunicava che, nel caso in cui le ostili tà fo sse ro ape rte dal nemico o che l'ordine di in iziare le osti lit à non fosse accompag na to da quello esplicito di attuare l'ordine di operazione n. 1, b isog nava attener s i a quanto stabi lit o co n le di rettive del 1° aprile.
Qu esta precisa zione si era re sa indis pensabile dalla necessità di da re a ll e armate, ed in particolare alla 2• , alla 3• ed alla zo na Ca rnia , delle is tru zio ni chiare che le mettessero in condizione di predisporre, a loro volta, g li o rdini necessari per ev itare s ia di essere so prese eia un 'even tu a le azione d e l nemico, sia per non indug iare ne ll ' int rapre nd ere l'azione per mancanza di ordini preci s i.
L 'o rdin e d i operaz io ne n. 1 indirizzato alla 2", alla 3• a rm ata ed a lla zona Ca rnia aveva co me oggetto il primo sba lzo offensivo per raggiungere le linee cieli' Isonzo.
Premesso che era intendime nto del comando s upremo cli avanz ar e al più pres to verso l ' Iso nzo con la 2• e la 3" armata pe r assic ura r si degli sbocc hi offe n s iv i ad Est di qu el la lin ea, il docum e nt o indi cava g li obiettivi immed iati da ra gg iun gere, rapprese nt a ti dalla conca cli Tolmino pe r la 2" ar m ata ed il basso I sonzo per la 3".
Dopo aver indi ca to i co mpiti delle s in gole arma te e la lin e a di s eparazione tra le s tes se, il documento terminava s offermando s i su lla cara tter ist ica c he avrebbe dovuto avere l 'operazione.
Essa. infatti , av rebbe dov uto assu me re il carattere di un 'e nerg ica e d improvvisa irruzion e e, per o tt e ne rl o, era necessario che fossero messe in atto tutt e le pre disp os iz ioni necessa ri e per mantenere il più s tre tto seg reto sia s ull e forze s ia s ul loro concentramen to .
L'Ordine di Operazione n. l del 16 maggio 1915 costituì dunque l'epilogo degli studi che si n dal 1885, dietro sollecitazione del generale Coscnz, si erano succeduti per analizzare e pianificare le possibili operazioni sulla frontiera Nord-Est.
Tuttavia, per capirne appieno gli sviluppi, è fondamentale tenere sempre presente che il modo in cui lo stato maggiore italiano affrontò il problema del suo confine orientale era la risultante della politica che il governo aveva intrapreso negli anni immediatamente dopo la terza guena d'indipendenza e che lo vedeva strettamente legato alla Germania bismarkiana .
La realizzazione poi, ncll' ambito della Triplice, dell 'alleanza con l 'A ustria- U ngheria, seppur contraria alla tradizione risorgimentale, era stata ritenuta indispensabile per il rafforzamento del giovane stato che, affacciandosi nel concerto europeo, nece ssi tava di validi sostenitori per condurre una politica di sviluppo economico e sociale.
Tuttavia con la nomina del generale Cosenz a capo di stato maggiore dell'esercito, se è pur vero che si pianificavano, con viva attenzione, le possibili operazioni nei confonti della Francia , si ritenne opportuno analizzare anche la possibi lit~t di dover essere costretti ad una guerra contro l'Austria.
Eventualità che i successori del Cosenz tennero sempre in evidenza, ma quello che appare più importante è i I confronto fra quello che era lo studio di questi e la memoria operativa del generale Caclorna del I 914.
Tra i due, come si è visto, i vari capi di s tato maggiore che si erano succeduti avevano provveduto ad introdurre degli aggiornamenti basati sia sulle concezioni st rategiche dei s in gol i sia sulle mutate condizioni della viabilità del paese.
Il generale Saletta, in particolare, aveva soppresso il corpo speciale, previsto tra il Tagliamento cd il Piave, per rinforzare il con- trollo del te rritorio metropolitano, con particolare atte nzio ne a quello peninsulare. li ge neral e Pollio, da parte sua, aveva provvedu to a l rafforzamento dei confini con l a cost ru z io ne di numerose opere d el la fortific az ione permanente e d a veva sviluppato il co ncetto d e lla difesa ava n z ata , ma la vera svo lta, nella concezione s trat eg ica s i era av uta co n il genera le Cadorna.
TI Cosenz, ipoti zza nd o una gue rr a nella quale l'Italia sarebbe s tat a sola co ntro l 'Aust ri a aveva introdotto, quali elementi di nov it à, J' id ea di difendersi sul Piave, anziché su Il ' Adige come teorizza to fino ad al lora 1 , e, quando le circostanze lo avrebbero permesso, di passare a ll a con troffen s iv a per ri conquistare il terre no momentaneamente ceduto a li 'avversa ri o e s pin gere le ope ra z ioni in territorio nemi co .
Non solo, si rit eneva pure di po ter condurre delle operazioni offensive in profondità pe nsand o cli arrivare a sc hi e rare l'esercito sulla Mur con obiettivo Vienn a .
In ques ta ipotesi la conquista del salien te rappresentato dal Trentino era vista dal Cosenz quale premessa per co ndurre con s uccesso l e operazioni s ull ' Tsonzo.
Il possesso della co nca cli D o bbiaco acquistava, per il gene rale Cosenz, un ' importa nza quasi primaria per le possibilità c he questa offriva pe r il prosieguo delle operazioni s ia in direzione O vest, ve r so il forte di Fortezza e quindi il Bre nn e ro e Bolzano, sia verso E s t , attraverso le va lli della Drava e del Gail, per conco rr e re, con l 'arma t a impe g nata verso Ta rvi s io , alla conquista delle co nch e di Villach e Kla ge nfurt.
Per il Cadorna, costretto da g li avvenimenti a modifi care co mpletamente l 'a tt egg iamento opera tivo fino a ll ora ipotizzato d a una concezione difensiva ad un a esc lusivam e nte offensiva, i l co nilitto s i sa rebbe , inv ece, dovuto decidere s ull ' Isonzo e l'obiettivo non era rappre se ntato tanto dal la conquista della capitale nem ica quanto dal1' annien tamento delle s ue forze.
Ciò e ra otten ibil e s up e randole lungo la direttri ce Is onzo- piana di Lubi ana, procedendo a ttra ve rso il Carso e la via Tolmino-v alle dell ' lclra , previa copertura dalle pro ve nien ze d a l Nord con il possesso de lle conche di Vill ac h e di Klagenfurt.
Come si è v is to il piano era inqu adrato nel contesto di un ptu ampio quadro s trateg ico di coalizione dove e m e rgeva la necessi t à ' di conquistare la Sava per g iun gere sul fronte M a rburg -Yarasdin da do ve, in co llabora zio ne co n l 'eserc ito serbo, proseguire nel cuore d ell'impero a l fin e d i co ngi un ge rs i a Bud apest co n l'esercito russo.
I n questo amb it o il sa li e nte trentino-tirolese ven iv a, inizialmen te, a perdere di importan za, tanto da s uggerire al Caclorna di ordinare a ll a l " ed a l la 4• armata di assumere un atteggiamento esclusivamente difensivo, sa lvo qualche colpo di mano o limitate azioni lo cali che si fossero rese necessa ri e per migliorare le posiz ioni senza, per altro, rischiare il benché minimo in s uccesso, per non incorre re nei negativi contraccolpi psicologici c he ne sa rebbero derivati.
Solo con le v arianti cl e ll ' ap ril e 1915 alla sua precedente memoria operativa, il Cadorna vide ne l sali en te tr entino-ti rolese la poss ib i l ità di cond urr e o perazio ni offensive che, pur risultando complementari a llo sfo r zo principal e s ull ' Isonzo, avrebbero potuto co ndune a risultati notevoli in campo stra tegico
L a conquista della co nca di Dobbiaco , da parte dell'ala destra della 4" armata, ed il possesso del grup po montuoso del Sella, da conseguirsi con l'ala sini st ra della stessa, avrebbero costituito la prem essa per isola r e una parte co n side revole ciel territorio d ell ' im pero, il Tre ntino , dal resto della monarchia, diminuendone l'intrinseca pe ri co losi t à, e, nel contempo, cost ituire un 'ott ima base eia cui sv ilupp a re un 'azione cli aggirame nto ve r so la co nca cli Yillach.
L'ele m e nto principale che differenziava le novit it introdotte con le varianti de l 1915 e lo studio del 1885, e ra rappresentato dal fatto che, me ntr e nel secondo le operazioni nel Tre ntino assumevano un res piro più amp io ai fini della condo tta della manovra s trateg ica 2, ne ll e prime s i tendeva a d interrompere le comunicazioni lungo l 'asse Inns bru ch-Brennero-B olzano-Trento pe r ga rantirsi l a sicurezza a ll e s pall e m e ntre si operava su l se ttore isontino.
In qu es to mutato atteggiamento del Cadorna verso il sali ente trentino - tirol ese non è dato di sapere quanto possa aver inOuito un rie sa m e del piano de l Cosenz o s ia stato il frutto di nuov e considera z ioni s trat eg ic h e, tuttavia l 'ordine cli operazio ne con cui l ' It a lia entrò in g uerra evidenziava molt e analogie con lo s tudio del 1885 3
1 Le unità dest in ate a scendere lun go le va lli della Rienza e del Gai l aveva no il comp ito di favo rire, co n l'aggiramento, la cad uta del forte di Malbor ghelt o e de l lo sbarram ento d el Predi i. c he sbarra va no l a strad a per Villach e Klagenfurt e, quindi , quell a per Vienna.
' Per av ere anche v isiv amente, la percez ione delle notevol i analogie si co nsig l ia di confrontare lo schizzo di pag. 60 con quello di pag. 175.
È da so ttolin eare, in o ltre, che per il Cosenz l 'a na li s i di possibili operazioni verso la frontiera No rd-E st era puramente precauziona le, cioè un atto dovuto da parte di un capo di s ta to maggiore, e, comunque, per lui ed i suoi s uccesso ri s i partiva sempre eia un co nce tt o che prevedeva, almeno ini zialme nte, un atteggiamento difensivo.
Questa impostazione era pera ltro d ettata, come si è visto, dal fatto c he la potenza militare austroungarica e r a considerata nettame nte superiore a quella itali ana e non era quindi ipot izzab il e un conflitto in c ui l ' Itali a s i fosse trovata, da sola, im peg n ata co ntro l' impero d a nubiano.
I l Cadorna, invece, si era tro va to a dover fronteggiare un a s itua z ion e impre vis ta ne11a qua le a l cambio di a lle a nza s i era unita la necessità di operare esclusivame nte in c hi ave offe n s iva, senza peraltro poter disporre di un qualche cosa di co ncret amente predisposto in tempo cli pace che non fossero i piani di mobilitazione. Sin dal momento d e lla dichiarazione di neutralità eia pa rt e del gove rn o ital ia no, in fatt i , il generale Cadorna, pur intuendo una partecipazione italiana a lla gue r ra, non aveva ricevuto delle indicazioni precise co ntro quale avversario orientare l'esercito e, cosa fondamentale per un comandante , quando poter iniziare la mob ilitazion e e le operazioni 4 li gove rno , poi , aveva s u gge rito al ge ne ral e Cadorna di dare vita ad una mobilita zione parziale, con radunata al centro della pianura padana , per non suscitare sos petti in ne ss uno dei paesi in lotta , me n che meno in quelli alleati.
A ta l proposito, è s ufficiente pensare che le prime predisposizion i c he vennero adottate nel luglio 1914 ri g uardavano un aumento d ei presidi e della v igi lanza verso la Francia, ment re co ntro I' A us tri a, a l di fuori d e i piani di mobilitazione e radunata non c'era niente cli pianificato.
Non so lo , si parlava anc h e di s m a nt e ll are i cannoni de lle opere de lla fortificazione permanen te costruite lun go la frontiera austriaca p e r trasfer irl e s u quella franc ese, aumentandovi il parco ei a fortezza.
• È da so ttolin eare come questa incertezza aveva fatto in modo che fino ai primi giorni di ottob re la poss ibilità di un interv ento a breve scadenza e l a volontà del govern o di non co mpromettersi co n vistosi preparativi militari , avesse impedito c he si pon esse mano alla preparazione dell 'esercito co n quella sis tema tic ità che fu possi b ile solo da ottobre, con l a sos titu zio ne de l mini stro della guerra gen. Grandi co n il gen. Zupel l i e l ' approvazione del piano dello Z upel li -Cado rn a.
Un altro elemento di significativa differenza tra il piano congegnato da l Cosenz e quello del Cadorna era rappresentato dal sistema di mobilitazione e radunata adottato.
Con il primo era in vigore un sistema definito rigido, dove le d ue operazioni avvenivano contemporaneamente, con l'inconveniente che in zona di radunata arrivavano sia i reparti da completare sia i richiamati, creando problemi di organizzazione dei tra s porti, di equipaggiamento, di addestramen to e di amalgama a li ' interno d ei repa rti stessi.
Con i l secondo, si era pensato ad un sistema, chiamato mobilitazione rossa, in cui i repa rt i si completavano nelle loro sedi di pace e, quindi, venivano inviati al fronte pronti per essere impiegat i immediatamente.
Questa nuova co ncezione avrebbe presentato i vantaggi di semplificare l 'orga ni zzazione dei trasporti , con il risparmio di tempo che ne sarebbe der ivato, e di poter inviare i reparti d ire ttamente in linea di operazioni senza dover sostare, per il completamento, nella zona di radunata.
Non vanno tuttavia dimenticati gli sforzi che erano stati operati sia dal generale Sa letta sia dal generale Pollio, e che tendevano a porre rim edio, pur con tutte le limitazion i di carattere finanzia ri o e politico a c ui dovettero andare incontro, ad un a situaz io ne mili ta re della frontiera No rd - Est es tremamente carente.
Era pur vero che il Veneto e l a pianura friu l ana e ran o stat i acquisiti so lo nel 1866, m a negli anni seguenti la si tua z ione i nfrastru tt ural e, ferrovie soprattutto, era rima sta estremamente care nte.
In o ltre la s ic urezza dei nu ov i co nfini non era stata a d eguatamen te affronta t a, rim a ne ndo l 'ese rc ito legato alla vecc hi a co ncezione del Ri cotti di radunare le forze nella p i an ura padana, a Stradella, e lascia nd o lun go le vall i a lp i ne so lo delle unit ~ t terr itoriali, le compagnie a lpini cli recente cos titu z io ne, co n compiti di fre na gg io.
Il compito che spettò a l Saletta ed al Pollio fu , qui nd i, necessa ri amente improbo, ma fu d a ess i affron t ato con s pirito cost rutt ivo e con efficacia d i decisioni tali che il Cadorna, nell'ass umere la carica di capo di s ta to magg iore d e ll 'eserc it o al la vigilia de llo scoppio del la g ue rra in Europa , potè fare affidame nt o s u un sistema di opere fortificate, lungo la frontiera, in grado di asso lvere il comp ito di d are protez ion e e s icu re zza durant e le d e lica te fas i della mobilitazione e della radu nat a, e s u un a re te ferroviaria , a ncora in s u fficiente, ma nettamente più sv iluppata e ammodernata.
Gli s tess i pi a ni di mob il it az ion e e ra du nata, pre di s pos ti a par- tire dal 1885, erano s t ati sempre pi ù aggiornati e perfezionati con il progredire sia della rete ferroviaria e de ll ' intero sistema de ll e comunica t ioni , s ia d e llo sviluppo delle fortificazioni e degli o rga nici d e ll' ese rcito stesso.
I noltre un n otevole contributo alla preparazione della nazione alla g ue rra era sta to dato dalla presa di coscienza, da parte dcli' opinion e pubblica, del la necess it à di provvedere a ll a dife sa de l paese sin dalla linea di confine, senza dover cedere un solo pa lm o di territorio metropolitano al nemico.
Ciò è dimostrato dal co ntinu o avvicina m e nt o dell'esercito ai confini: da Strade ll a ci si era portati ini z ialme nt e all'Adige, poi al Pia ve ed infine al Tagliamento.
Le s tesse truppe di copertura, in un primo tempo costi tuit e da picco I i reparti di milizia territoriale, erano anda te via v ia aume ntando di numero e quantità, venendo a comp rendere anche repar ti dell'e se rcito permanente oltre al personale impiegato nelle opere fortifi cate.
Si era passa ti , c io è, dal co rpo speciale, sc hi erato tra il Tagliament o ed il Piav e co n compiti di frenaggio dell'avanzata de l nemico. ad una cintura di unità impiegate in occu p az ione avanzata, che non si sa rebbero più limitate a ga r ant ire solo l 'in teg rit à del territorio metropolitano, m a, ove possibile, avrebbero a nch e assunto l'ini z ia ti va oltre il co nfin e.
È infine importante so tt olineare co m e, an c he nel pe riodo d i adesione al la Triplice, l'Italia, pur asso lve nd o al sacro dovere di predi s po rre tutte le misure id o nee alla sa lvaguardi a de lla prop ria sic urezza ed indipendenza. avesse se mpre mostrato la propria assoluta fedeltà ai trattati sot t oscritti, pur correndo anche il rischio di trovar si, impre parata, a dov er fronteggiare un 'agg ressio ne d a pa rt e di una na z ione alleata.
E la dim os tra z io ne più chia ra era data, nel pe ri odo interessato, dal la pressoché assoluta mancanza di una pian ificazio ne operati va verso l ' Au s tria- U ngh e ria , cosa che non s i ern ve rifi ca ta né ve rso il co nfine fra ncese 5 né nell'approntamento d e lle predisposizioni pe r l ' in v io di alcuni co rpi c1·armata s ul Re n o al fianco de ll 'ese rcito tedesco.
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Cfr.: Maurizio Ruffo. L" /1alia 11e/la 1i·iplice Allea11:a midi sulle opl'ra:ioni militari alla Jro111hn1 Jra11ce.1e /913. in ~tudi storico militari 1995. USS M E. Roma 1997.