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Sintesi dei risulta ti »

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Alle 17.24 era giunto all'Amm. Iachino l'ultimo segnale del velivolo della Littorio, il quale informava che il convoglio stava dirigendo verso sud e che - per scarsezza di carburante residuo dirigeva per l'ammaraggio a Misurata (1 ).

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L'azione proseguì come una successione di episodi, caratterizzati da riprese e da sospensioni del tiro, influenzati da involontari errori di apprezzamento da parte di entrambi i combattenti, determinati da alternative manovre di avvicinamento e di allontanamento: tanta era la difficoltà di osservazione tra i colpi di mare e l'annebbiamento dell'area della battaglia. Alle 17 .27 si ebbe una breve azione di fuoco, al limite della gettata dei pezzi da parte del 4° gruppo inglese, mentre la Littorio sparava contro un Ct apparso per breve tempo fuor( della nebbia.

Alle 17 .30 I' Amm. Vian « cercando due navi, che riteneva potessero tentare di aggirarlo alle spallt., :sì trov;ò ad allontanarsi troppo verso levante coi due Il del 4° gruppo; la situazione fu ristabilita dalla 22a fl. Ct (Sikh, Havock, Lively, Hero - 5° gruppo), che da sola tenne a bada il nemico per quasi mezz'ora con una azione veramente degna di nota. Successivamente venne in luce che le due navi nemiche, la cui ricerca mi aveva fuorviato erano state in precedenza duramente colpite e si erano ritirate dal combattimento ». Poiché nessuna unità italiana era stata colpita e tanto meno vi erano state navi distaccate dall' Amm. Iachino verso levante per aggirare da sottovento la formazione britannica, non è facilmente spiegabile il ragionamento dell'Amm. Vian: o egli, nella confusione delle impressioni - giustificata dall'atmosfera fosca - credette di vedere ciò che non era, oppure assunse col Cleopatra, menomato dal colpo ricevuto alle 16.44, una rotta transitoria verso levante per riassestare la nave, motivando questa manovra con l'impressione di un pericolo di aggiramento.

(1) Rimasti a corto di benzina, il pilota Cap. Scarpetta e l'osservatore T.V. Micali decisero di tentare l'ammaraggio a nord di Misurata nell'oscurità ormai soprag. giunta, con vento forte da sud e mare grosso. L'ammaraggio riusd perfettamente alle 19.40. Spinti verso il largo in un'atmosfera carica di sabbia (ghibli), i due ufficiali rimasero aggrappati all'apparecchio per 22 ore, finché alle 17.53 del giorno successivo 23 marzo esso non si capovolse. Girato il vento a maestrnfe, sempre aggrappati àl velivolo c11povolto, derivarono verso terra e alle 15.00 del 24 - dopo 44 ore di estenuante fatica - riuscirono a r:1ggiungere la terrn superando a nuoto m~a barriera di scogli, dando cosl prova di un'eccezionale resistenza fisica e morale.

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