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La genesi » 221 Le predisposizioni britanniche e Ia loro attuazione »

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alle 23 .15 il Lanciere mise al.la cappa con una macchina (cioè a lento moto col mare in prora o quasi) e l'Alpino ebbe l'ordine di assisterlo, senza poterlo fare per la forte oscurità; alle 00.07 del 23 il Geniere fu costretto a continuare a navigare alla minima velocità ( 6-7 nodi) per non abbandonare lo Scirocco nuovamente in condizioni precarie; alle O 3 .5 5 fu la volta del Fuciliere, che dovette fermare una macchina proseguendo a 12 nodi con una sola elica in moto; alle 04.12 il Geniere chiese ed ottenne di dirigere per Augusta o per Siracusa, insieme collo Scirocco, anziché per Taranto; alle 05,.25 l'Alpino cominciò a incontrare difficoltà per irregolare funzionamento del timone; alle 05 .31 il Lanciere comunicò che avrebbe dovuto stare alla cappa tutta la giornata per riparare le avarie; alle 05 .39 lo Scirocco si arrestò, rimanendo in deriva; alle 05.47 il Lanciere segnalò: « Condizioni nave molto peggiorate causa notevole quantità acqua imbarcata macchina poppa; sono alla cappa con una sola macchina; mia posizione probabile 40 miglia per 258° da punto A alle 04.40 )>; alle 07.00 il Geniere segnalò: « Nave Scirocco ferma è scaduta distanza miglia 15 di poppa a me lat. 38° alt Non posso dirigere verso nave Scirocco data mia situazione et sicurezza nave alt Nave Scirocco non risponde chiamate radiosegnalatore alt Pregasi disporre diversamente assistenza»; alle 09.10 I'Oriani, con avaria in macchina per inconvenienti ai filtri dell'olio, diede la sua posizione informando che dirigeva per Messina; 1' Ammiraglio ordinò che l'Aviere Io scortasse fino a destinazione; alle 09.58 il Lanciere lanciò in chiaro il segnale « S.O.S. » con la posizione a miglia 35 per 281° da punto A (circa 120 miglia a levante di Malta) e alle 10.07 sulla Littorio fu ricevuto dal Lanciere il messaggio in chiaro: « Stiamo affondando - Viva l'Italia - Viva il Re - Viva il Duce» (comandante del Ct il C.F. Costanzo Casana);

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alle 10.08 l'Amm. Iachino ordinò al Geniere di dirigere subito per il ·punto dove il Lanciere stava affondando, mentre l'Amm. Parona chiese di distaccare il Trento per soccorrere il Lanciere, ottenendo immediata autorizzazione; alle 12.15 il G eniere comunicò che non poteva proseguire verso il punto segnalato dal Lanciere a causa del mare e anche di sopravvenute avarie (non poteva camminare a più di 8 nodi, con grandi stenti) e che perciò accostava per Augusta, ottenendo poi alle 14.40 l'autorizzazione di andare invece a

Messina; alle 16 .1 O l 'Ascari ( che era dalle 13 .1 O in posizione di scorta presso la Littorio) ridusse di velocità, comunicando di dover eseguire il bilanciamento della nave per sbandamento pericoloso e di non poter marciare a più di 15 nodi. ad ora imprecisabile del 2 3 ( 1) colò a picco per la forza del mare anche lo Scirocco (C.F. Francesco Dell'Anno), circa 150 miglia a levante di Malta.

E' cosa degna di rilievo ricordare inoltre che anche il Trento dovette ridurre a 12 nodi verso le 13.30, per le condizioni del mare in peggioramento, che aveva nei quartieri prodieri dopo aver accostato per andare in soccorso del Lanciere. Verso le 14.30 fu costretto a invertire temporaneamente la rotta per filtrazioni d'acqua causate dalle onde sempre più grosse, filtrazioni ohe si erano aggiunte ad alcune avarie prodotte dalle concussi.oni del prolungato tiro del giorno precedente. Alle 18.50 ricevette da Supermarina l'ordine di cessare la ricerca del Lanciere ( ormai affondato) e di rientrare a Messina.

Queste le vicende dei Ct nella loro schematica successione, eloquente più di una particolareggiata esposizione.

L' Amm. Iachino così riassunse e commentò la travagliata navigazione di ritorno alle basi attraverso una zona di mare, dove il moto ondoso andava assumendo proporzioni crescenti a mano a

(1) Delio Scirocoo furono ricuperati due soli naufraghi: l'uno (sergente nocchiere Michele Perugini) disse che il Ct affondò alle 05.45 del 23 marzo e l'altro (marinaio Domenico Frisenda} verso la mezzanotte dello stesso giorno. Delle due versioni è piì1 attendibile la prima, perché data dal Perugini il 26 marzo, appena fu salvato e quindi aveva viva memoria dei fatti. ·

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mano che la F. N. si allontanava dall'Africa, donde proveniva il vento, e quindi era assai più violento che non lungo l'itinerario percorso - più vicino alla costa - dalla Forza B britannica. « Caduta l'oscurità, non rimaneva che continuare a dirigere verso nord per allontanarsi dalla zona della battaglia e per far perdere le nostre tracce agli aerei nemici che eventualmente fossero venuti a ricercarci e ad attaccarci. Le condizioni del tempo erano pessime, ma non si poteva escludere l'arrivo di aerei da Malta, tanto più che già i nostri avevano brillantemente dimostrato che le difficoltà meteorologiche non erano insuperabili. D'altra parte Supermarina ci comunicava proprio al tramonto che una squadriglia di bombardieri inglesi si era levata da Malta ed aveva superato lo sbarramento dei cacciatori tedeschi diretta verso levante [la notizia era perven~ta dal II CAT, si riferiva alle 16.15 e parlava di 6 bombardieri bimotori; ma di ciò non si parla nella documentazione britannica a nostra conoscenza]. « Poco dopo veniva l'ordine di Supermarina di rientrare alle basi e si confermava quindi la necessità per noi di mantenere rotta a nord: d'altra parte questa rotta era anche la più conveniente per sostenere il mare che era diventato molto grosso da scirocco. « In considerazione delle pessime condizioni meteorologiche decisi di mantenere per quanto possibile riunite tutte le unità, disponendo quelle maggiori in linea di fila e i Ct di poppa in doppia colonna. Quanto alla velocità, quella di 26 nodi, che avevo temporaneamente assunto durante l'attacco silurante al tramonto, fu subito [19.20] ridotta a 24 e poi [20.00] a 20 nodi. Successivamente, e sempre per migliorare ie condizioni di navigazione dei Ct ho ridotto ulteriormente prima [21.17] a 18 e poi [23.57] a 16 nodi. « Le unità, che per una ragione o per un'altra non hanno ritenuto di poter seguire la rotta ordinata, lo hanno segnalato e sono state subito autorizzate a cambiarla. Così il Bande Nere, che alle 20.28 ha chiesto e ottenuto di seguire rotta 60°; così il Lanciere, che alle 20 .4 5 ha senz'altro diretto per rotta 20°; così infine l'Oriani, che alle 21.l O ha segnalato che assumeva rotta non inferiore a 3 5°.

« Dei sei Ct che erano usciti colla Littorio, tre non hanno preso parte alla battaglia e si trovavano al tramonto assai lontano da noi. Due di questi, lo Scirocco e il Geniere, hanno per conto loro assunto alle 21.30 rotta 0° e velocità 14 nodi, ed alle 04.00

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hanno a loro richiesta diretto per Siracusa o Augusta anziché per Taranto. Il terzo di questi Ct, il Grecale, aveva fatto avaria al timone verso le 15 del 22 ed aveva avuto ordine di rientrare a Taranto: per eseguire quest'ordine esso ha seguito le rotte e mantenuto le velocità ritenute più convenienti. « Del resto tutti i Ct hanno durante la notte regolato la propria rotta e la propria velocità a seconda della situazione del mare, variandole secondo le proprie necessità. Così il Fuciliere è rimasto fino al mattino del 23 molto di prora alla Littorio ed è poi scaduto di poppa, quando ha dovuto diminuire la velocità per le prime avarie riportate: lo si è fatto scortare dall'Alpino verso Messina. « La mattina del 23, quando alle 07 .00 la 3a Divisione diresse per Messina in base ad una disposizione datale alle 04.50, non vi era alcun Ct in vista, e per formare un minimo di scorta antisom alla Littorio si son fatti avvicinare il Bersagliere, (alle 07.50) e !'Ascari (alle 13.10) che si trovavano molto di prora

a 1101. « Le numerose avarie che tutti i Ct, ed anche il Bande Nere, hanno riportato durante questa fortunosa navigazione si devono pertanto ascrivere alla eccezionale violenza del mare in rapporto colla leggerezza di costruzione dei nostri scafi ed allo stato di usura dei nostri macchinari ( 1). « La dolorosa perdita di due Ct è dovuta poi essenzialmente all'imbarco di grandi quantità d'acqua salata attraverso le portellerie non stagne e alla concomitante avaria dei mezzi di esaurimento >>.

Dalle relazioni dell'Amm. Iachino e dell'Amm. Parona si rilevano queste ulteriori notizie.

Dalle 06.50 del 23 iniziò la scorta aerea con velivoli tedeschi della F. N. Verso le ore 8 del 23 all'Alpino - per quanto avesse il timone non in perfette condizioni di funzionamento - fu ordinato dall' Amm. Parona di scortare il Fuciliere fino a Messina.

(1) Come è detto nel volume XXI d: questa serie, nelle costruzioni navali ita· liane degli incrociatori minori e delle siluranti si era risparmiato sulla solidità degli scafi a profitto della velocità e dell'armamento.

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