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Forze partecipanti all'operazione « Mezzo Giugno» »
Una fase dello scontro di Pantelleria
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disponendosi in linea di fronte a qualche migliaio di metri d'intervallo fra loro; dopo 50 miglia iniziarono il percorso inverso spostandosi 5 miglia più a nord.
Continuarono fino verso le 19. 3 O, senza mai scorgere nulla, e ricevettero l'ordine d'i Marina Messina di rientrare ad Augusta.
Ma nel frattempo si era levato quasi improvvisamente un fortissimo vento da nord, con mare rapidamente crescente in proporzione del vento ( 1 ), tanto che le due siluranti furono costrette alle 20.15 a mettere la prua al mare, riducendo progressivamente la velocità fino a 6 nodi.
Alle 20.30 si manifestarono su entrambe le unità le prime avarie e alle 22 il Folgore comunicò a Messina di aver preso la cappa e di non poter dirigere per Augusta. Poco dopo la mezzanotte esso perdette di vista la Pallade e dovette pensare a sé, colle avarie che si moltiplicavano.
Fra le 03.10 e le 04.15 del 25 il Ct fu sei volte illuminato da gruppi di bengala e sorvolato da velivoli, senza poter distinguere se avessero oppur no lanciato siluri. Ogni volta accostò mettendo la poppa sui bengala per allontanarsi dalla zona illuminata e aumentando di velocità, per quel tanto che lo stato del mare gli permetteva. L'aumento della velocità gli produsse nuove avarie alle sovrastrutture e alle imbarcazioni.
Finalmente alle 06.50 del 25 avvistò la costa calabra e riuscl a riprendere contatto r.t. colla Pallade, senza tuttavia poter comunicare. Alle 10.10 il Folgore entrò a Messina, mentre la Pallade vi giunse alle 13 .50 dello stesso giorno.
Il comandante del Folgore ritenne che l'attacco aereo notturno subìto fosse provocato dall'intercettazione radiogoniometrica dei messaggi r.t. scambiati con Messina la sera de] 24.
c) Crociera della nave ospedale Arno~
L'Arno, come si è detto, uscì da Augusta alle 18.45 del giorno 23 dirigendo verso le acque dove era scomparso il Lanciere.
Appena fuori della rada cominciò subito ad essere fortemente cimentata dal grosso mare e dal fortissimo vento da scirocco, che
( 1) D'inverno, nel Mediterraneo centro-orientale non è raro il caso che al cadere dello scirocco succeda in brevissimo tempo una burrasca da nord. Viceversa quando cessa il vento del nord lo scirocco si leva - quando si leva - assai lentamente rinforzando adagio adagio.
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per tutta la notte fece beccheggiare violentemente la nave con continua invasione d'acqua in coperta.
Alle 5.30 del 24 l'Arno raggiunse il punto ordinato ed esplorò per tutta la giornata le acque circostanti, finché alle 21.50 - alla luce dei proiettori, che aveva accesi al tramonto - scoperse una iattera con quattro persone. Esse furono recuperate, nonostante le condizioni del mare sempre pessime, con una lancia di salvataggio ammainata, condotta e ripresa a bordo con eccezionale perizia.
Alle 2 3. 00 la nave rimise in moto e alle 2 3 .25 scoperse un'altra zattera con altri quattro naufraghi. Ripetuta felicemente l'operazione, in condizioni di mare ancora peggiori, riprese le ricerche coi proiettori e alle 07 .25 del 25 salvò un altro naufrago da una terza zattera. Le 9 persone tratte in salvo appartenevano tutte al Lancierd ( 1).
L'Arno continuò le ricerche fino al tramonto del giorno 28, spostandosi qua e là secondo gli ordini che le venivano da Supermarina, aiutata da vari velivoli in esplorazione e consigliata anche dai due ufficiali del Lanciere ricuperati (T.V. Giuseppe Pollastri e guardiamarina Nicolò Gazzolo ), ma non trovò più nulla se non zatteroni vuoti, che ricuperò, e relitti galleggianti qua e là in mezzo· a chiazze di nafta.
Dei naufraghi ricuperati, il silurista Gino Mondin mori sulla nave ospedale, dopo pochi minuti che era a bordo, per paralisi cardiaca. Le altre 6 persone recuperate dall'Arno furono: Capo r.t. 2a cl. Giuseppe Sozio - Sottocapo sil. Dino Manati - Cannoniere Amerigo Scotto - Cann. Pietro Dell'Isola - Cann. Pasquale Marzulla - Fochista Stefano Laghezza. Le 7 persone salvate dall'idrovolante alle 12.40 del 26 furono Tenente D.M. Gaetano Castello - Sottocapo Sil. Arturo Borillo - Marinaio Luigi Calvi - Marinaio Virgilio Dandolo - Cannoniere arteficiere Quarto Poli - Cannoniere Francesco Spizzica - Cann. Ugo Febbraro.
In totale furono salvate 18 persone su 470 presenti a bordo dei due Ct.
(l) V. il volume dell'Ufficio Storico « Le missioni avventurose di uni1 Squadra di navi bianche », compilata dal T. Generale medico Prof. Mario Peruzzi.