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c) La fase preparatoria e pretattica dello scontro di Pantelleria »
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sione. Il giorno 8 maggio si unì ad essa l'Eagle, che portava 17 Spitfire; il giorno successivo 64 velivoli spiccarono il volo, raggiungendo tutti Malta eccetto 3. In seguito ai provvedimenti presi per riceverli, proteggerli, rifornirli e riarmarli, essi furono rapidamente pronti ad affrontare gli aerei avversari.
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E' da mettere in evidenza che insieme colla Pa era partito anche il posamine veloce Welshman, con un carico urgente di munizioni e di rifornimenti. « Era probabile che perdessimo questa nave - scrisse a Mr. Churchill l'Amm. Pound, Primo Lord del Mare - ma, data l'urgenza, non c'era altra alternativa. In effetti l'unità, non solo raggiunse Malta indenne, ma sbarcò il carico e ripartl in sole sette ore. Nemmeno la W asp e le navi che la scortavano soffqsero perdite. Il 15 maggio la Pa americana era di ritorno a Scapa » (donde rientrò poi negli Stati Uniti per operare nel Pacifico).
Il giorno dopo del loro arrivo, cioè il 10 maggio, i nuovi velivoli si trovarono ad affrontare un attacco aereo in condizioni di superiorità numerica, per la prima volta dopo tanto tempo.
A metà maggio l' Eagle insieme coll' Argus, scortate dal Charybdis e da alcuni Ct, fecero la terza spedizione: dalla Eagle decollarono 17 Spitfìre e dall'Argus 6 « Albacore » siluranti: ma questi dovettero ritornare sulla Pa per noie ai motori. Il 20 maggio le navi furono di ritorno a Gibilterra.
Le ultime due spedizioni furono eseguite dall' Eagle, colle consuete modalità, negli ultimi giorni di maggio e nei primi giorni di giugno, inviando a Malta complessivamente 55 Spitfìre.
Questi rinforzi di cacciatori, ripetutamente inviati a Malta, insieme con miglioramenti nella difesa e.a. e nei metodi di annebbiamento della base e dell'arsenale, fecero superare all'isola il punto critico della sua resistenza all'offesa. Tanto più che allà fine di aprile i Tedeschi trasferirono su altri fronti una forte aliquota del CAT, lasciando all'Aeronautica italiana il compito di continuare da sola a battere Malta. La conseguente diminuzione di pressione dall'alto consentl alla R.A.F. di riacquistare il predominio nel cielo di Malta, ristabilendo la situazione ai danni dell'Italia.
Mentre intorno a Malta si svolgevano gli eventi ora descritti, nel resto del Mediterraneo le forze britanniche si trovavano sempre in difficoltà.
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In aprile gli Inglesi perdettero 4 sommergibili. Tra questi il Roskill ricorda particolarmente l'U pholder, che aveva al suo attivo i successi maggiori. Egli scrive che il sommergibile fu probabilmente affondato da una Tp italiana, mentre stava attaccando un convoglio il 14 aprile al largo di Tripoli.
In realtà quel giorno era in rotta per Tripoli (giungendovi il mattino del 15) il grosso convoglio « Aprilia » composto delle 6 navi mercantili Pisani, Giuliani, Ravello, Reichenfels, Amsterdam, Giulia e scortato dai 5 Ct Pigafetta, Zeno, Mitragliere, Freccia, Pallade. Il 14 erano usciti da Tripoli per rinforzare la scorta le 3 Tp Clio, Montanari e Prestinari e vari apparecchi da caccia e antisom. Sebbene nessuna nostra unità abbia segnalato di aver presumibilmente affondato un sommergibile, è assai probabile che l'U pholder sia rimasto vittima di un così imponente numero di mezzi di scoperta e di caccia antisom.
L'8 e il 9 maggio si perdettero altri due Sm: Olympus e Urge. Il primo su una mina e il secondo probabilmente anche esso su una mma.
Ma il disastro maggiore che colpì la Marina britannica nel Mediterraneo fu la perdita di 3 Ct, avvenuta 1'11 maggio. Ecco come ne parla il Comandante Roskill. « Mentre la Wasp, con altre navi, stava rafforzando Malta da ponente, si ebbe sentore cli un importante convoglio nemico diretto a Bengasi. Immediatamente i Ct ]ervis (C. V. A. L. Poland), Kipling, Lively e ]ackal uscirono da Alessandria per intercettarlo. Avvistati 1'11 maggio da velivoli nemici, invertirono la rotta com'era previsto nel piano di azione ( 1 ). Furono poco dopo fatti segno a precisi attacchi aerei. Sappiamo ora che gli attaccanti erano velivoli tedeschi, basati a Hiraklion (Creta), particolarmente addestrati per 1a lotta sul mare. Trentuno presero parte all'attacco.
« Il primo ad essere affondato fu il Lively; alle 20.00 furono colpiti il Kipling e il Jackal. Il Kipling andò a fondo e il Jackal, in-
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(1) Si trattava del convoglio composto dai P.fi Gualdi, Trapani, Capo Arma, scortato da .3 · siluranti, giunto a Bengasi alle 16,.30 dell'8 maggio. L'uscita in mare <lei Ct britannici fu molto tardiva, perché, quando l'll maggio i Ct rinunciarono a proseguire la missione, esso era già arrivato a destinazione da tre giorni. Il convoglio fu scoperto dai ricognitori e due volte attaccato, senza esito, dagli aerei siluranti.
cendiato, fu preso a rimorchio dal ]ervis, ma il mattino del lZ dovette essere affondato. Soltanto il ]ervis, con 630 naufraghi degli altri tre Ct, rientrò ad Alessandria. Fu una tragica esperienza, che ricordava la tragedia della battaglia di Creta, ed una riprova dell'impossibilità di far navigare unità navali in zone dove il nemico· avesse il dominio dell'aria. « L'Amm. Pound risentì profondamente questo disastro, che - a differenza dei primi tempi della guerra - avrebbe dovuto, essere evitabile. Quando successivamente egli ricevette pressioni dal' Primo Ministro per inviare navi ad arrestare il flusso dei convogli nemici ai porti del Deserto Occidentale, egli si espresse con inusitata energia: « Mi sia consentito suggerire - egli scrisse - che iT contrasto a tali , convogli dovrebbe essere affidato all'Aviazione. Le forze aeree nemiche rendono queste acque proibitive; il caso del]'affondamemo dei tre Ct insegna. Abbiamo nel Medio Oriente· considerevoli forze aeree, capaci di operare sul mare, e non vedo perché non dovrebbero rendere estremamente rischiose alle navi nemiche queste acque ». Era certamente vero - prosegue RoskilI - che i nostri reparti aerei offensivi erano stati potenziati; ma avevano molti compiti da assolvere ed esigenze da soddisfare, e la R.A.F. risentiva il danno operativo derivante dalla perdita degli aeroporti in seguito alla ritirata dalla Cirenaica ... A titolo di modesto compenso tre Ct affondarono il 28 maggio l'U. 568 dopo 15· ore di caccia al largo della costa africana ».
Due tentativi di attacco ai nostri convogli erano stati fatti in aprile con velivoli « Beaufort » basati in Egitto, ma la perdita di oltre la metà degli apparecchi consigliò di rinunciare all'impiego di tali forze aeree in zone così lontane dalle basi di partenza.
Questo fatto confermò i Comandi britannici nel concetto che la chiave di volta della loro strategia offensiva nel Meèliterraneo era sempre Malta. Perciò se in maggio il problema della sua difesa sembrava ormai sufficientemente risolto, coi rinforzi di cacciatori e col potenziamento delle difese attive e passive, era invece sempre critica la situazione dell'isola dal punto di vista della sua auto-nomia militare e alimentare.
Fu perciò decisa per la metà di giugno una nuova grande cperazione di rifornimento. La questione era stata posta in modo· concreto davanti al Comitato della Difesa Imperiale il 22 aprile. « II
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Primo Ministro - scrive il Roskill - era fermamente deciso a inviare in maggio alla Russia il convoglio P.Q.16 e a non abbandonare l'attacco a Madagascar, di imminente attuazione; ma per soccorrere Malta era pronto a correre il rischio di alleggerire le forze della Eastern Fleet, che era al comando di Somerville, utilizzandone una parte delle navi per assicurare il rifornimento di Malta. Il Comitato di Difesa approvò ».
Ai primi di giugno la M. F. ricevette i rinforzi, tanto più che ormai nell'Oceano Indiano - coll'occupazione della base di Diego Suarez nel Madagascar, avvenuta il 7 maggio - l'Inghilterra aveva rafforzato la situazione strategica nell'Oceano Indiano di fronte alle iniziative nipponiche in quello scacchiere operativo. Il 6 e il 7 giugno arrivarono ad Alessandria il Birmingham e 4 Ct. Il giorno 9 vi giunsero Newcastle, Hermione, Arethusa e altri 6 Ct.
Vi erano ormai navi sufficienti per agire e fu senz'altro studiato il piano concreto per l'invio a Malta di due convogli contemporanei: uno di 11 piroscafi da levante ( operazione « Vigorous ») ed uno di 6 piroscafi da ponente ( operazione « Harpoon » ).
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b) La favorevole situazione italiana.
Ovviamente alla critica situazione britannica, essenzialmente dovuta al martellamento aereo di Malta, non poteva fare riscontro che una favorevole situazione per l'Italia.
Nel mese di aprile erano partite per la Libia 151.578 tonnellate di materiali coll'insignificante perdita di 1189 tonnellate, pari al 0.8%. Nel mese di maggio su 93.188 tonnellate partite, ne erano andate perdute 6 7 4 9, pari al 7 ,2 % Nel mese di giugno si perdettero 9192 tonnellate su 41.519 partite, il 22% dunque.
Da queste percentuali di perdite, crescenti durante quel trimestre si potrebbe concludere che esse fossero la conseguenza delb alleggerimento della pressione aerea su Malta, dovuta al progressivo trasferimento di reparti aerei tedeschi verso altri fronti (in particolare quello russo) contemporaneo all'arrivo nell'isola dei rinforzi di Spitfìre.
Ma se ci si riferisce invece al numero dei piroscafi affondati, si conclude che ad una costanza di affondamenti mensili fece ri-