L'ITALIA E I PAESI BALTICI (1919-19249)

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situazione di aperta ostilità tra il governo lituano e quello polacco tale concessione era del tutto nulla.304 La crescente ostilità interna della popolazione naturalmente sfociò nella formazione di veri e propri movimenti politici chiaramente filotedeschi che operarono pressioni e proteste nei confronti del governo lituano sino a teorizzare una vera e propria battaglia politico-culturale contro il governo di Kowno che arrivò anche alla rottura completa con le potenze Alleate revocando, con un atto di forza, il presidente del Direttorio responsabile secondo il Trattato di Parigi dell’esecutivo della regione. Questo contrasto interno e internazionale portò alla richiesta di nuove elezioni a Memel che videro una imponente partecipazione: il 95% degli iscritti si recò a votare e queste elezioni si conclusero con la vittoria completa dei partiti filotedeschi che provocò ancora di più le pressioni della Germania a livello internazionale con la richiesta ufficiale di portare il caso davanti alla Società delle Nazioni per palese violazione del principio di autodeterminazione. Il rifiuto della Lituania di un arbitrato internazionale e la richiesta di adire alla Corte internazionale dell’Aia per giudicare queste violazioni al Trattato di Parigi fu, naturalmente, favorita dalla Germania che potè dimostrare quanto ormai il comportamento del governo lituano fosse isolato internazionalmente e occupato ad operare contro gli abitanti della regione i quali avevano manifestato in tutti i modi la loro ostilità alla occupazione. Il giudizio della Corte diede però curiosamente ragione al governo lituano ritenendo legittimo, secondo i trattati, di poter revocare il presidente del Direttorio anche se la Lituania fu accusata di non poter, dal punto di vista legale, giungere allo scioglimento della Dieta indicendo nuove elezioni. Questo giudizio che fu accolto positivamente in Lituania scatenò invece l’ostilità delle popolazioni di Memel. Il “Lietuvos Aidas”, giornale diffuso in lingua lituana a Memel scrisse all’indomani della sentenza della corte: “malgrado la precisione e l’autorità della sentenza della Corte internazionale rimane da credere ormai che i due elementi lituano e tedesco restano irrimediabilmente opposti, l’era dei dibattiti e delle polemiche non sono chiuse e il Reich si tiene pronto per appoggiare le rivendicazione dei suoi antichi abitanti”305

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Archivio Storico della Società delle Nazioni, scatole 593/594. La raccolta di tutti i documenti inviati anche al Segretario Generale della Società delle Nazioni testimoniano l’enorme conflitto soprattutto sul problema dell’assoluto controllo di tutte le attività commerciali, educative e politiche rivendicate dai lituani e negate dalle potenze alleate. L’intera vicenda è descritta anche in Chandavoine, pagg. 123-155. 305 In Chandavoine, pag. 155. Il territorio tornò in mano tedesca nel 1939 e la propaganda hitleriana fece del ritorno della città all’impero tedesco una vera e propria manifestazione di rinascita del nazionalismo germanico. Vi fu addirittura una cerimonia ufficiale presieduta da Hindenburg che viene considerata quale esempio di quella progressiva nazionalizzazione delle masse operata dai governi tedeschi sin dalla seconda metà del XIX secolo. [inserire citazione da George L. Mosse]. Osservando inoltre alcuni filmati di propaganda nazista sul ritorno di Memel alla Germania non è difficile immaginare quanto autentico consenso ebbe quella iniziativa e quanto, per questo ritorno, non vi fu, a differenza dei Sudati, nessuna protesta a livello internazionale tranne quella, naturalmente, della Lituania. Si veda la documentazione del rientro delle truppe tedesche a Memel nel filmato pubblicato in: http://www.youtube.com/watch?v=PFsfP_5AcQ4.

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