Vi è poi un ultimo elemento da sottolineare e che riguarda essenzialmente la figura di Marietti come risultato di una preparazione e di una formazione della classe militare italiana. Lungi dall’essere un militare che si occupa di alcune missioni in una regione marginale agli interessi italiani egli si trasforma in un intelligente ed acuto osservatore di tutta la realtà di questi paesi e ci fornisce notevole un quadro concettuale per la nostra riflessione. Sulla figura del generale Marietti, anche alla luce delle sue successive pubblicazioni degli anni che vanno dal 1920 al 1930, si ritrova quella figura di osservatore tecnico che offre concreti spunti non solo alla documentazione ma anche alla riflessione successiva sul ruolo che le missioni militari internazionali riuscirono ad esprimere per chiarire temi e problemi offuscati negli anni successivi dalla propaganda politica delle varie nazioni. Paura del comunismo, labilità militare e politica dei confini, peculiarità etniche fanno di queste regioni un interessante osservatorio dove tutti gli elementi di crisi generati dalla pace di Versailles vengono alla luce e confermano l’ipotesi del baltico paradigma della seconda guerra mondiale. I renversement di quella politica vengono qui tutti consumati in pochissimi mesi e l’oblio dei paesi baltici sia dalla politica generale dell’Europa sia dalle convulsioni etniche o nazionalistiche che animeranno gli anni successivi non appare quindi del tutto dominio solo del caso. Essa è frutto di precise scelte compiute nel corso di questi cruciali anni in cui l’insieme dei paesi europei prima per motivi politici di contenimento dei sovietici e poi, per motivi opposti, dovuti alla ricerca di alleati contro il nazismo saranno sacrificati dai paesi democratici occidentali sull’altare di questo riavvicinamento dettato da esigenze di politica internazionale. L’abile politica di riavvicinamento alla germania nazista compiuta da Stalin prima e poi di alleanza con i paesi nemici di Hitler porterà così questi popoli, ancora una volta, molto lontani dalla possibilità di una loro libera collocazione nell’ambito delle nazioni europee.
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