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SPACCIO DELLA BESTIA
Non ancora i camposanli cittadini hanno raccolto le vittime dei conflitti di questi giorni, e già gli sciacalli del Partito Socialista allungano il muso adunco e Je zanne adllnche per accende~e l'ipoteca sui morti. L'ignobile m an ifesto pubblic:ito ieri dall'Avanti.' comincia colla solita spccubzione: qudh di far credere che i morti siano stati t utt i di parte proletaria o tcsseca.t i del Partito. Ce ne sono due le cui famiglie h an no g ià dichiu3tO di non voler prestarsi alb t riste insccnatura dei fune rali rossi. A questa prim.1 menzogna ne segue immedi:ito.mcnte un'altra: quella di far crede re a ipotet iche « imboscaturc » borghesi per commettere nuove violeme e per provocn e altre guerre Falso! Falsissimo ! La borghesia italiana si può dividere - grosso modo - in due categorie. Q uella rhe ha fott o la guerra e ha dato fior di sangue alla v_ittoria e J°altra che s'è imboscata o arricchita. Tanto la prima, come la seconda - sia pure per motivi lntitctici - sono contt·.uìc a nuove avventure di guerra. Questa è b. \'etìtà genuina e sacros:1.nta che gli stessi socialisti con oscono; come conoscono che fa causa dell'intervento nd 1915 fu sostenuta dal popolo e niente o pochissimo dei cosidde tti borghesi. A queste due p a· tenti men zogne, fo seguito il solito appello alla d isciplina , con siderata come un:i. suprema netcssid. Rich ilmo ,·ano, oumai, e Io si è v isto, con evidenza plastica, nclb mattinab di ieri , quando pochi gruppi di ultra -est remìsti hanno imposto quello sciope ro generale che sezione del Pa rtito e Camera del Lavoro avevano respinto. Eterna sto ria della biscia che morde il ciarlat ano! Eterna consegu enza dell a m iseranda corsa al p iù rosso! N on c'è un puro che n on trovi uno più puro di lui ch e lo epur i; non c'è un C5lr<'mista che non abbìa al suo .fianco uno o più ·estremisti. E cosl via - demJgogicamente - all'infinito. Legittimare l' appello alla disciplina coll' inventare la reazione in agguato è stupido. Di reazionario in Italia - e in senso chimico, cioè di reagenti o reazion isti - non ci siamo che noi , Che abbiamo anche lo spudorato coraggio di g r ida rlo dai tdti sulla grint:1 dei rammolliti, degli akoolizut i, de i vig liacch i e di tutti sii lnimali della stessa corte cosiddetta « rivoluzionaria » !
Agguati o reazione no~ esistono; esistono invece a mig liaia, a milio ni, uomini e donne, combattenti e non combattenti, borghesi e ape· rai, che si ritrovano in u na imp ressionante un animità ; questa : che bi· sogna farla finita, che così non si può andare avanti. Chi, colle sue follie demagogiche, ha creato questo diffuso stato d'animo di ·esasperazione, quegli è veramente il reaz:ionario, poiché ha preparato le condizioni necessarie e sufficcnti per la reazione. Non noi.
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Ma quel che più ci rivolta - dal punto di vista morale e polit ico - è l' ambiguità del Partito, questo gioco d'ombre e di luci, fra il riformismo e la rivoluzione.
« Tornate al lavoro - dice il manifesto cameral-pussista - per la più intensa prep arazione, per Ja rivoluzione del domani ».
La vita comincia domani.... Gli a narchici - logici nella loro cond otta - obiettano che questo eterno rinviare a domani dura da oramai . due anni e che bisogna decidersi: o per la riforma o per la rivoluzione, che si tenta tutti i giorni, in tutte Je occasioni. L'enorme responsabilità che grava sul Partito Socialista è appunto questa: che non sa assumere un atteggiamento né pro, né contro. Sbraita di rivoluzione fino a quando non crepitano le fucilate ; ma ai pr imi morti, alle prime scaramucce, ai primi accenni elTLmeri di quella che sarebbe (o sarà) la spavente1,·ole guerra civile di domani, i capi s i d ileguano, o s'imboscano, coi più banali pretesti; e, invece di alimentare l'incendio, azionano le pompe e rinviano il tutto al domani.
E il J onum l a.spetta ancor!~
1:. in questo lacrimevole, turpissimo g ioco - sulla pelle degli illusi proletari - che oscilla e si cs:i.urisce oramai la bagologi:i. teorica e l' impotenza pratica del Pus.
Rinunciamo a constatare che g li avvenimenti ci danno r:igione contro tutto e contro tutti. La dern:i.gogia inghiotte il Partito, lo esautora, lo ridicoleggia. La sua « crisi d'autori tà» è ben più grave di quella che attraversa lo Stato, perché g li organi di quelli che dovrebbero esse re i «poteri» socia listi sono rudimentali e non dispongono di forze inqua• drate. Questa crisi dell'autorità socialista avrà sviluppi ulteriori, se non si avrà il coraf!gio di delineare i campi, di precisare Jc tattiche e le mète.
Noi guardiamo, intanto, coll'occhio fatto straordinadamente lucido dalla nostra certezza e dalla nostra speranza, Jo sprofondare, a p ezzi, di questo scenario grottesco, di questo palcoscenico di commedianti sinistri, mentre il coro salmodiante s i disperde nel fondo e finirà - anch e di questo ne siamo certi - per legnare a sa ngue i suoi cattivi pastori. MUSSOLINI
Problemi E Soluzioni
Nelh polit ica estera, noi dei Fasci Italiani di Combattimento chiediamo precisamente: l'annessione di Fiume e della Dalmazia contemplata dal p:i.tto di Londra ; una politica il più possibilmente autonoma nei r iguardi delle all ea nze di guerra; una politica di riavvicinamento a i paesi ex-nemici; una politica d'intesa economica e diplomatica con tutti i Governi sorti dallo sfacelo dell'impero czarista, non escluso quello cosiddetto comunista ; una politica coloniale aliena da av\'enture guerresche, ma che sia in rapporto ;dle necessità nazionali; infine, la revisione del tr:itt:i.to di Versailles in quelle p:irti di cui si è dimostrata l'in applicabilità.
Nel discorso Giolitti, troviamo della indcterminate2za per ciò che riguarda il nostro problema adriatico; ma non c'è traccia di quella tcn· denza rinunciataria a priori e a qu1lun9.ue costo che caratterizzava i di scorsi nittian i. Per tutto il resto, il discorso Giolitti coincide quasi lette· ralmente coi postulati fascisti. Chìedi:imo, però, che sì proceda subito all'annessione del Trentino e dell'Alto Adige, oramai non p iù conte· stati, prima che ci siano delle complicàz.ioni penose Per i problemi d 'jq. dole interna, quelli d encati da Giolitti sono g li urgentissimi che bisogna affrontare e risolvere. Fine dei decreti.legge, Gli aumenti degli st ipendi o Je modificazioni d'org.1nico dc\'ono · essere approvati dal Parlamento. n il P;1damento che deve decidere. Il ministero esegu ìsce. Sviluppo delle forme cooperative d i produzione e di lavoro e inizio della realizzazione della rappresentanza professionale nel Consiglio Nazionale del Lavoro. C'è, al riguardo, un articolo molto impo rtante di Rigola. Vasta autonomia ai Comuni. Falcidia delle troppe scuole classiche e aumento di quelle tecniche. Non dimentichiamo gli Istituti nautici , che devono dare le future generazioni della grande Italia marinara che noi sogniamo. Leggi speciali per talune provincie del mezzogiorno d'Italia, per le terre liberate e rede nte. Provvidenze per i combattenti; necessità di economie; na· zione armata.
Quanto ai provvedimenti d'ordine finanziario, i Fasci Italiani di Com· battimento chiedevano, sino dal marzo 19.19, 1a con6sca dei sop rapròfitti di guerra, la leva 9ei pa trimoni, la tassazione delle eredità, la revisione dei contratti di guerra, la nominatività dì tutti i titoli e alt re tasse su oggetti non indispensabili. Giolitti ha ricordato Ie automobili N on dimentichiamo i pianoforti.
Compiuti questi raffronti, dobbi.1mo subito aggiungere che il programma di Giolitti è, nel complesso, all'altezza Jella situazione e in relazìone colle imperiose necessità del .momento. Nemmeno nei paesi sorti da poco a repubblica e governati in parte dai socialisti, è stato mai avanzat_o un così vasto programma di r iforme sociali e politiche. Questa è la verità e bisogna riconosccr b. Noi crediamo che il ministero composto da Giolitti possa, per la capacità degli uomini, assolvere il compito grave. La Camera deve metters i al lavoro. Noi siamo disposti a coopera re con tutte le nostre forze alla realizzazione di questo programma. Anche il paese deve mettersi al lavoro . Se la Camera non potrà funzio nace per l'ostruzionismo socialista, Giolitti sarà costretto a indire nuove elezioni. Bisogna prepararsi a questa non remota eventualità.
DOPO I TUMULTI COCCODRILLI !
.8 ass;1i interesswte seguire in questi giorni le manifesta zioni degli organi del Partito Soci:.ilista Mihncsc. Non v'è dubbio che l'eccid io di martcdl sera e il barbarico linciaggio dd brig1diere Ugolini ha nno suscitato un a profo nd:1. impression e negli ambienti soc ial isti e operai. Non sono pochi i cittadini che- si donund:mo: è questa, d unque la t anto d ecan tau. civiltà di pace e di amore predicata dal socialismo?
Il giorna le d el P.:1.rtito s i trova nel p iù evidente imbarazzo. Chi lo scrive doveva avere un s icuro presagio di quanto sarebbe accaduto nel comizio di martcdl se alla mattina compl.rc sull'Ava111i! la diffida contro gli agenti provocatori e gli irresponsabili. Il contegno di costoro è stato scand:dosamente vile.
Ora l'A l:<111ti.l si abbandona a considerazioni um.m itarie, come n on fece mai in preced e nti consimili occasioni.
« Certo qu:1nto mli doloroso (e forse soltanto noi siamo sinceri!)dice l',fr,1111i! nd suo c1.pocronaca Ji ieri - questo imbest i;1mcnto del l' uomo contro l' uo mo I: un acclnirsi che rn.cc:i.pricci.1 k anime equilibrate. Sono episodi r,cnosi >).
Vcr;i.mente. La storia itaJiana non ha ep isod i così atroci come quello del piazza le· Loreto. N emmeno 1c tribù antropofaghe infieriscono sui mo rti. Bisogn:1 dire che quei linciator i noÌl rappresentano l'avvenire, m a i ritorni all'uomo ancestrale ( che, forse, era moralmente più san o del· l'uomo civil izzato). Né giova ributtare sulla guerra l'origine un ica di questa feroc ia. I l inciatori di piazzale Loreto non videro mai una trincea: si tratta di imbosc:1ti o di minorenni che non hanno fatto la guecra. I reduci d i guerra sono, in genere, alieni dalle violenze .
D'altra parte ci si domanda se la dottrina socialista abbìa un qualche potere di rede nz ione o non abbia invece un potere g ravissimo di imbestiarncnto.
E, sa ltJndo dalla dottri na astratta alla pre dicazione conc reta, non sono i socialist i che dall'armistizio in qua ha nno adottato linguaggio da in- cendiari e persino il gergo di guerra? Sono i socialisti che cercano· di mantenere fra le masse la psicologia di guerra.
Coccodrmesco è l'A vanti! _ quando scrive:
« Invano si cercano simili insegnamenti nel socialismo, che, indirizzando il proletariato attraverso le lotte civili, a supe riori finalità di benessere collettivo, vuol dire perciò e soprattutto educazione ed elevazione di animi e dì intelletti. [Sic] Soltanto la fegatosità e la malafede · avversarie possono r itorcett' su di noi i dolorosi episodi che invece in genere sono provocati indirettamente dall'oppressione borghese e talvolta persino voluti direttamente dalla prepotenza autoritaria».
Che una volta il socialismo si proponesse. soprattutto, educazione cd elevazione di animi e di intelletti, è verissimo; ma quei tempi sono remoti; Oggi la predicazione socialista s'impegna sull'odio e sulla vioJen2:a; eccita tutti gli istinti più egoistici delie masse e cerca di ebborare gli organi del terrore rosso di domani. _
Non mettiamo in dubbio. la sincerità del prof. Mondolfo quando al cjmitero di Musacea cosl si è espresso:
« Noi vorremmo, a qualunque 1enJenza apparteniamo, che fa via che d('Vc condurci alla mèta non avesse chiazze di sangue ed orrore di stra,s:i. Noi vorremmo poter anticipare fin d 'ora, nel cuore di tutti, quel trionfo di umanità e Ji amore in cui è l'essenza morale della nostr:i. idealìt:ì.. Se questo non ci è consentito, possi:uno però proclamare che non hanno diritto di parlare di idc-ali di pace e muovere accuse coiÌ.tro di noi coloro che h:mno scatenato nel mondo le più torbide passioni, che applaudono alla forza pubblica qu:tndo_ ha ucciso e si dolgono che non sia stato maggiore il numero dei morti.
« Neppure dalla ferocia di costoro n oi dobbiamo però trarre arsomento a rinfocolare odi ».
Belle parole! Inutili chiacchiere! Nella stessa pagina dcll'A vanli! , si dice che coll~ morte del pompiere Gussoni i morti sono otto e si dimentièa - con perfidia macabra ! - di mettere nel totale il carabi· niere linciato di piaz2ale Loreto.
Ecco perc~é noi, sino a quando non ci vengano date altre prove conqete, non crediamo alla sincerità di queste postume lamentazioni. Noi continueremo ad essere indicati alle folle come « sicari », « venduti», ecc., e non ci sarà possibilità di tregua civile.
Più volte noi ci siamo dimostrati pronti a incamminarci sulla strada delle pacifiche competi2ioni, ma dall'altra parte non si è mai cambiato atteggiament'? nei nostri confronti. Ora noi non temiamo in nessun modo il bluff rivoluzionario socialista,
Il proletariato è intimamente, profondamente pacifondaio. Non si batte. ·
. I capi sono dei vigliacchi che si rintanano dietro i portoni. Lasciano il compito di attaccare a minoranze di irregolari, che noi dominiamo nettamente.
Contro di noi non c'è niente da fare! Meno ancora, contro Je ingenti forze repressive dello Stato. E tempo di cessare di fare ·del sovversivismo sulle spalle degli altri, come sì fa dell'arte per l'arte. Le prediche « umanitose » dei socialisti sono il prodotto della loro coscienza inquieta e della loro impotente v"iltà.
Mussolini
Da II Pop olo d' Italia, N. 152, 26 giugno 1920, VII.