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I FASCISTI DI VENEZIA E LE ELEZIONI•
Ci g iunge notizia che alcuni democratici sociali - specie assai in. certa della fauna politica - vanno imbrattan do i muri di Venezia con mlnifesti secondo i quali io avrei sconfessato i fascisti veneziani per il loro atteggiamento nelle elezioni amministrative.
Tutto ciò è pura e stupida fantas ia, lo ho ricevuto un telegramma dal cittadino ~cncghetti, il quale mi chiedeva di scomunicare i fascisti veneziani. Io no n gli ho nemmeno risposto. Io non sono, non Voglio essere, non sarò mai un padre eterno; il fascismo non è, non vuol essere, non sarà mai una rid icola, grottesca e sinist.ra congrega come sono i vecchi partiti e i framm enti d ei vecchi partiti; il fasc ismo è h.le in quanto permette una pragmatica latitudi ne di atteggiamenti, a seconda delle circostanze di tempo, d i luogo, di ambiente, per cui quello che i fascisti milanesi" non hanno creduto di fare, lo possono fare benissimo i fascisti veneziani.
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Si vuole o non si vuole capirlo? D~po di che io attesto qui, pubblia.mente ed apertamente, la mia piena, fraterna solidarietà coi valoros i e generos i fascisti che vogliono salvare la regi na d ell'Adriat ico dal dominio nefando del Ptu.
STAN CHEZZA O SAGGEZZA?
Da quindici giorni Errico Malatesta è jn carcere. Lo notiamo per constatarlo, diremo cosl cronologicamente, non per compiacersene. In prigione, specie con settanta an ni al do rso, si sta male; e d' altra p arte noi pensiamo che, senza la pred icazione bagologista perpetrata dai socialisti ufficiali durante e dopo 1a guerra, non ci sarebbe m:i.i stato ·i n Ita lia, nemmeno p er un minuto, un per ico lo Malatesta. Que llo ch e si può constatare a quindici giorni di disbnza è che l'arresto del d uce d ell'anarchismo ital iano non ha gran che commosso i proletari d el « bel paese ». C'era chi teme,•a fuoco e fiamme. Ci troviamo, invece, dinnanzi a uno spettacolo d i ·gel ida ind ifferenza . Le gran<li città presentano i1 loro aspctto solito di vita e di movimento. N ei circoli vinicoli si continua a bere del trani a 9uattordici; e, quanto alle campagne, · ci sono in esse milion i di contadin i che hanno sempre ignorato ed ignorano ancora l'esistenza di Errico Mal atesta.
Questo fenom eno di indifferen tismo si spiega con un triplice ordine di rag ioni. Anzitutto è d a rimarcare l'atteggiamento che di f ronte alle misure prese contro gli anarchici ha assunto il Partito Socialista Ufficiale, il quale sta alla finestra e si lim ita tutt'al più a vot:a c dei vib rat i, nonché inconcludenti ordini del g iorno di protesta .
Dal punto di vista d ella contingenza, siamo d avanti alla gelosia d i bottega Indubbiamente !'. Umanità Nuova, spec ialmente nei cet i più um ili del proletariato, ha tolto dei lettori al l'A vanti! D:d punto di vista della trascendenza, s i rivela anco ra una volta che il dissid io , o, meglio, l'an titesi fra ana rchismo e socialismo, è fond amentale, come è fo ndamentale ed irrisolvibile l'antitesi fra lo Stato e l'anti-Stato.
D ' altra parte gli anarch ici dov rebbero guardarsi dal chiedere e dal p iatire la solidarietà dei social isti. Non si possono pre tendere carezze d a chi riceve delle p edate. In fondo i socialisti non sono malcontenti della cosiddetta reazione che si è scatenata contro gli anarchici, in quanto possono considera rla come jl p reludio della reazione che essi scatenerebbero domani, quando fossero arrivati al potere, contro g li elementi libertari e refrattari all'accentramento statÒlatra del socialismo. In Russia g li anarch ici sono stat i ste rminati da Le ni n. Questa è la verità di f atto. Domani in Itali a, in regime di dittatura proleta ria, o, per intenderci, d i dittatura d i alcun i pol iticant i. del Partito Socialista, accad rebbe al. trettanto.
N on meno indifferenti si sono rivelati i proletari più o meno organiz. zati. Ci sono stati, è vero, alcu ni sciope ri sporadici qua e là, dove g li elementi anarchici hanno qualche seguito, come nel Valdamo e nella Lunigiana;_ma le grandi masse del proletariato, che si cifrano a milioni d i individui, hanno con servato la calma p iù assoluta. Gli è che,· salvo le minoranze d ei tesserat i fanatici, Je vaste masse del proletaria to sono enormemente stanche di questo interminabile ballo di San Vito ch e è sta to loro inflitto da due anni a questa parte A fwia d i agitarsi, di dimenarsi e di sciope rare per i più svariati e rid icoli motivi, le masse sono pervenute a quello stato di stanchezza fisiolog ica che p relude alla stra fottenza ed alh insens ibilità verso tutto e tutti. N on sono pochi g li operai che nell'intimo d ella loro coscienza o anche di fron te ai loro compagni t racciano i l bilancio desolante d i questi due ann i. Se la classe operaia italiana, che h :1 ottenuto per prima in tutto il mondo le olto ore con salari quasi sempre sufficenti ai bisogn i cd un complesso di leggi sociali che poche altre n azioni possono vantare, avesse lavorato e pro· dotto con continuità e diligenza, non ci troveremmo a quest'ora sull'orlo ciel disastro, che, essendo collettivo e nazionale, sarà anche e sop rattutto proletario. Gli opern i non credo no più alla Russia, specialmente dopo il ritorno delle missioni. Gli operai, salvo le minora nze estremiste, non credono più alla imminenza di una rivoluzione con relat iva fel icità uni· versale. Gli operai cominciano a diffid:i.re deg li apostoli e di tutti i profes· sional i del cosiddetto sovversivismo. Questo disgusto e questa rivolta che già si delineano sono da co nsiderare come uno d egli indici ch e per· mettono p iù di qualsiasi altro fatto un ragionevole ottimismo circa l'av· venire d ella nostr:1 nazione.
Finalmente sta verifica ndosi l'evento nel quale noi ave vamo creduto in defessamente e che, ci sia concesso questo orgoglio, abbiamo preparato. Assistiamo alla rinascita d ei valori n azional i. 11 Governo trova fin almente il coraggio di celebrare 1a vittoria cd è altamente sintomatico che ciò avvenga sotto il min istero presieduto d all'uomo che non voleva la g ue rra. Dovunque si nota un ri sveglio formidabile di energie, stimolate dal fascismo, che s i batte con le armi proprie e con le armi attrui in p rima linea
.A vrcmmo superato o staremmo per superare quella cris i psicologica che è forse peggiore dc~la crisi economica e ch e in ogni caso è con .ciuesta in stretto rapporto di interdipendenza? Molti clementi permettono di sperarlo. Si ha l'impressione che altre for2e siano ent rate nel giuoco e che non sia p iù possibi le quel salto nel buio len inista, che semb rava il postulato supremo dei sociali sti italiani ; i quali devono convincersi e sempre p iù si convinceranno che l'Italia non è la Russia; che quelfo che è stato possibile a Piet rogra do non è possibi le a Roma, dove, non più tardi di ieri, migliaia di cittad ini, recatisi in corteo all'Altare della Patria, h anno solennemente giurato di opporsi con tutti i mezzi, dalla scheda alle armi, alle manovre d el sovversiVismo bolscevico, anti~nazionale ed anti-proletario.
MUS SOUI N(
Da Il Popolo d'Italia, N. 26 1, 31 ottohre 1920, VII.