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EBREI, BOLSCEVISMO E SIONISMO ITALIANO

Il nostro corrispondente particola~e · da Budapest ci manda questa notizia :

« L' Assemble:'1 nazion.1..le ungherese ha votato, a grande mag_qiorama, la kgge proposta dal Governo, in virtù della qu~le gli ebrei non banno più d iritto di voto e verranno ammessi nelle scuole superiori. solo per occupa re i posti liberi lasciati dagli altri.

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« Un part1grafo della legge dice che g li ebrei costituiscono una nazionalità a parte e che di oonsegu('f'lza, anche se di nascita ungherese, "engono considera ti stranieri e privati di ogn i diritto. Dur:mte la d iscussione che ha preceduto l'approvazione di questa legge vennero pronunciati de i discorsi violenti contro gli ebrei. Haller, ministro della Pubblica Istruzione, ha dichiarato che la legge non resterà leltera morta, p l'rché, con mi sure appropriati', saprà fare sentire ;ig[i ebrei ciò che s ia il sionismo.

« Il vescovo Proh.,ska ha affermato in un discorso che ciuesta legge, che a tutta prima può sembrare tiranna, salverà il paese da una catastrofe e che i partiti nazionali devono convincersi tutti e considerare ,gli ebrei come stranieri. L'Ungheria il p rimo paese che priva gli ebrei dei diritti civili ».

Non c'è da stupirsi d i fronte a queste misure draconiane. Basta ricordare che il capo del bolscevismo ungherese era un ebreo: Bela Kun; che lo spretatissimo capo del ter rore rosso era un altro ebreo : Szanuely; e che dei commiss:iri del popolo i quattro quinti erano ebrei. Tramontato il bolscevismo - e di bolscevismo in Ungheria non se n e parlerà p iù per un pezzo - g li ebrei hanno duramente scontato e più anco ra sconteranno i delitti compiuti da alcuni dei loro correligionari. Il bolscev ismo non è, come si crede, un fenome no ebraico. n vero, invece, che il bolscevismo condurrà alla rovina tota le gl i ebrei dell'oriente europeo Questo pericolo enorme e forse immediato è avvertito chiaramente dagli ebrei di tutta Europa.

:B facile prevedere che il tramonto del bolscevismo in Russia sarà seguito da un pogrom di proporzioni inaudite, al cu i paragone impa llidirà Ja notte di San Bartolomeo. Già tutti g li ebrei che possono fuggire, varcano l'oceano, perché sentono che la catastrofe si avvicina. Nel numero d el 1° ottobre 1920 della Trib1111e Juiv~ è detto chiaramente che j) bolscevismo, invece di essere la « terra promessa ». per g li ebrei, è invece la loro rovina totale.

,,i"Da tutti i punti - dice la Tribune Juive - çi giung ono not.iz.ie che gli ebrei della Russia sovietica hanno i giorni contati. necessario finire prima economicamente, per degenerare moralmtnte e nazionalmente, e scomparire p oi fisicamente, Testimonianze formalì in proposito sono state p ortate a ll'ultimo congresso dcl Partito Palaci Sion, riunito a Vienna, anche. d a coloro che ~ no p;i.rli· gìani della tena Internazionale.

« Non si tratta di sapere se Carlo Marx. avesse ragione scrivendo che •· g li ebrei scompariranno colla scomparsa del capitalismo". Basta constatare questo fatto innegabile: che. la .dominazione -del bolscevismo significa la perd ita deg li. ebrei, Noi abbiamo protestato e protesteremo sempre contro i pogrom! commessi fuori delle frontiere della Russia dei S0v;è1s, poiché hanno costato a l nostro popolo ct'fltinaia di migliaia di vittime-. M a non abbiamo il diritto ò i d imenticare lo s terminio impercettibile che avvenn e nella Russia dei Sot·ièJJ. 1! necessario far comprendere al mondo intero l'estensione della calamità inaudita che colpisce i nostri fratelli nel regno di Lenin. Gli effetti di questa calamità so no p euioci di tutti i pogrom!, poiché minacciano di trasformare, impercettibilmente, la vita ebraica in un immenso cimitero» .

Fin qui la Tribune J11ive. Sullo stesso tono si esprimono altre ti\'iste ebraich e lond ines i e berli nesi. Parole come quelle della Trib1me f ufre so no destinate non solo a commuovere i cuori, ma anche a chiarire certe posizioni politiche. Si può stabilire quindi:

1. che il bolscevismo non è un fenomeno ebraico, perché anche in Russia moltissimi ebrei sono anti-bolscevichi;

2. che in ogni caso la notevole partecipazione degli eb rei al b olscevis mo rirsso si spiega con ragioni storiche locali;

3. che il bolscevismo, avendo esasperato le correnti antisemitiche in tutti i paesi, arreca grave norumento ·agli ebrei.

L'Italia non conosce l'antisemitismo e crediamo che non lo conoscerà mai. P er questo ci appaiono per lo meno singolari ta lune afferma · zioni contenute in un appello bnciato ag li ebrei d'Italia dalla Fcdcrazìone sionistica italian a, a ll_a vig ilia del cong resso sionistìco di T rieste.

« La Fed erazione sionistica i taliana - dice l'appello - in quest;o ra d i tnmsazione fra l e t arde -opere del passato e le promesse d ell'avvenire, mentre il popolo d'Israele tende tutte le forze del suo spirito e del suo cuore a sanare le ferite. e gli orrori di due millenni e a riunovare il suo destino, chiama quanti sono a.ncofll ebrei coscienti in Italia a 1iaffermare l'ideale della stirpe e la loro volontà di difenderlo e di attuarlo Il 17 e 18 ottobre 5Ì ra.ccosli erà a Trieste il congresso sionistico italiano G li specifici problemi che si affaccia no al nucleo sionista d'Italia in quest'ora di reali zzazioni, non possono fasciare nessuno ind ifferente; sono problemi d ella vita ebraica e dell'idc-a ebraica che debbono attrarre tutti i fratelli che desiderano ri5ollevare all'altezza del loro destino i valori morali d'Jsfaele in Italia>).

Ora s i desider erebbe sapere quali sono g li « specifici problemi » che si affacciano agli ebrei ita liani, Perché in Jtalia non si fa assolutamente nessuna differellµ fra ebrei e non ebrei, in tutti i campi, dalla religione alla politica, alle armi, all'economia. Abbiamo avuto al Govèrno persino tre ebrei in una volta La nuova Sionne, gli ebrei italiani l'hanno qui, in questa nostra adorabile terra, che, del resto, molti dì essi h anno difeso eroicamente col sangue. Speriamo che gli ebrei italiani continueranno ad essere abbastanza intelligenti, per non suscitare 1'anti-semit ismo nell'unico paese dove non c'è mai stato.

GRIDI D 'ANGOSCIA !

La paura dell'odiato, diffamato, ma terribile fascismo, ha fatto perdere il lume della ragione ai dirigenti del P11.r e del super-Pm anarchistico Dalle colonne dei giornali cosiddetti sovversivi viene lanciato un g rido d 'allarme, che è, in realtà, un g rid o di disperata a ngoscia. Fra poco vedremo il « si salvi chi può! >> d el le grandi catastro fi. 11 s ig nor Giovanni Tenetti invita i suoi amici a « sfascia re il fascismo ». B una parola!

Noi non abbiamo il piacere di conoscere il su llodato Tenetti, ma gli vogliamo bene lo stesso e lo consig liamo a sfasc iare un piatto di tagfotc llc, vuoi asciutte, vuoi in brodo e di appukrarci eziand io una bottiglia d i quel barbera che risuscita - quando è genuino - anche i morti Questo compito è - lo creda il Tonetti - l'iù facile, più comodo, più jgienico. Per sfasciare il fascismo occorrono .milion i di T onetti, i quali silno dispost i non a versare alcune stille d'inchiostro, ma a ricevere copiose razioni di « Thevénot » sul grugno porcino o somaresco.

« Serriamo le file! », esclama il To nctti. E serratele pure ! Cos1 lo schiacciamento inevitabi le avrà i l vantaggio di essere « globale ». inuti le, sig nori! :n in uti le che il « convegno degli organismi nazionali », ecc., mandi dei saluti pleonastici alle vittime del fascismo nella Venezia G iulia; è inutile che l"Umanità Nuova sbraiti, da lle sue smilze colonnine, ogni sorta d'improperi contro i l fascismo; è inutile minacciare e sbuffare : il fascismo non ·si abbatte, perché è nel solco della storia, perché rapp resenta e difende va lori morali altissimi -. non interessi di borghesi e l'ultima agitazio ne metallurgica lo dimostra! - senza dei quali la società nazionale si dissolve e precipita nel caos, Il fascismo italiano è u na tipica creaz io ne del popolo italiano, il quale è stufo di metafisìche oltremontane, ora r usse, ora tedesche, e vuole tro vare in sé la dottrina e la praxù del suo p rogresso verso forme migl iori d i vita e d i civi ltà. Il fascismo italiano rappresen ta un formidabile colpo d'a rrest o nella corsa pazza e criminosa verso l'estrema rovina. Verso il fascis mo

· si o rientano a poco a poco anche minoranze di proletari. t un fatto oramai innegabile perché chi unque può · constatarlo. Le masse opera ie sono stanche, esauste Dopo ta nti mesi di <<agitazioni», sentono - an- che fisiologicamente - il bisogno di una parentesi. A nche il m ito russo non eccita più le fa n tasie. I dischetti « falce e martello » non sono più così frequenti come una volta. Non si c rede più all'arrivo imminente di Nicola Uijanov. La gente vuol lavorare, pe rché vuol vivere . l a p rova che questo stato d·animo di stanchezza e, fors e, di nausea esiste veramente ( e n on lo abbiamo inventato noi), è nella totale mancanza di ripercussioni in seguito alrarresto di Errico Malatesta, L'arresto del leader dell'anarchia avrebbe do,uto, secondo taluni, g ettare l'Ita lia in fia mme e, invece, niente dì niente. G1i appelli dell 'Umanità Nuova - asmatici qua nto inutili - per un'immediata rioccupazione generale delle fabbriche, delle terre, delle case, fanno ride re sotto i baffi i confederali e cadono, senza eco, fra la massa, che comincia ad ave rne pieni i corbelli. Vedi voto dei tipografi triestini.

M olt i operai cominciano a fa re il bilancio di questo t riste anno di cont inue agitazioni e all'attivo sono costretti a m etterci un b el ze ro, mentre il passi\'O è rappresentato da ll a vita rinca rata, dal crescere dei cambi e da p rospettive ancor peggio ri pei g iorni che verran no. Se la classe operaia italiana non si fosse abbandonata allo sport agitatorio, a quest'ora sa remmo risorti come ha fatto il Belgìo; ci saremmo p iaZZati bene nei mercati orientali ; e non avremmo d innanz i a noi u n inverno di dcsolnìonc e di aumentata mìseria.

A nche certa borghesia ha le sue colpe da espiare, Il fasc ismo ital ia no risponde all'oscuro ist into delle .~randi masse popolari. Esso non è borghese, come vanno dicendo gli idiot i in malafede, e non è p ro letario, nel senso strettamente classista de ll a paro la, t al disopra del proleta riato e de lJa borghesia. Riconosce i va lori attuali e potenzi:ili dell 'uno e dell'a ltro. Vorrebbe armon izza rli ed equilibrarli, a ll' infuori di tutt i i parassitismi, in una sintes i super iore.

Per questo il fascismo non s i canceJla e non si demolisce. Oggi è un impetuoso torr ente.

M a doma ni? Potrebbe essere la forza dominatrice della nazione.

Appello Alla Naz Ione

ltalùmi.' ltalia11

La lotta fra gli clementi anti-nazionali - che vagheggiano ancora di precipitare l'Italia nel caos russo -e noi fascisti -che, insieme con altre forze, intendiamo di resistere ad og ni costo contro questa t ragica corsa alla fo llia - va diventando sempre più aspra e ser rata.

.:B giunta l'ora in cui ogni citta dino deve scegliere il suo posto: ·o coi predicatori obliqui o co i mestieranti parassit i di dottri ne poHtiche ed economiche spaventosa mente fallite andte nei paesi dove ebbero origine, o con noi fascisti, che non ci opponiamo a ness un postulato a favore d i chi lavora, ma vog liamo ch e il divenire sociale sia il risulta to di u na superiore educazione dei singoli e delle folle, non già l'imposizione di una bruta viole nza dittatoriale di partito.

i!

Nell 'anniversario di Vittorio Veneto, i fascisti, pronti e decisi a q ualsiasi battaglia, lanciano q uesto monito· e questo appello ai giovani reduci dalle trincee, a coloro che salvarono dalla dominaz ione strl.n iera e che salvarono dalla rovinosa demagogia interna le fortune e l' avve~ire d ' Italia.

Quanti hanno f ede nei d estini della nazion e si iscrivano nei Fasci Italiani di Combattimento, J"orga niuazione politica che u "oglie tutti que lli che vogli ono lottare e anche morire perché l'Itali;t viva e sia gra nde !

IL FENOMENO....

Ce n'è , ,olutò, ma finalmente la grande stampa itaJiana s'è accorta deU'esistenza dei Fasci Italiani dì Combattime nto. Non c 'è soltanto il Pus in Italia, cioè Ja fetida fungaia degli imbroglioni che vivono alle spalle del proletariato; non c'è soltanto il Partito Popolare Ita liano, in. ventato da Don Sturzo;- ci sono anche, dominanti oramai tutti g li altri minori frammenti dei vecchi e de i nuovi part it i, i Fasci Italian i di Combattimento: n un fenome no - dice il quotidiano pussista - e. noi accettiamo _ la definizione, pe rc hé, fra l'alt ro, tutto ciò che «accade}) e «cade» sotto il dominio dei nostri sensi, è un «fenomeno». Singolare fenomeno invero, queilo del fascismo. Nato nel marzo del 19 19, in una prima adunata che ebbe luogo a Milano, si afferma un mese dopo, con un gesto d.i _violenza, che è una rivelazione e una lezione non ancora d imentica ta;

Dopo varie fortunose vicende che riempiono le cronache d i molte città italiane, il fascismo si batte a bandiere spiegate p er D ' Annu nzio, p er Fiume, per la Dalmazia. Ma la prima a ffermazione elettorale del fascismo è modesta: i 198 mila voti raccolti dai social isti appaiono come la valanga cartacea che deve Schiacciare il fas cismo. G randi inni di gioia e illus ioni nel campo del Pus. Ma j{ fascismo non muore. n sempre vivo. Si diffonde. Pianta la sua inestinguibile gramigna dovunque. E t iene dovunque f ede al suo titolo. Passano ancora due mesi e d ecco il fascismo a ll'ordine d d giorno B diventato l a passione impetuosa d i tutti coloro che amano l'ltal ia al d i sopra delle classi e delle faz ioni; si è tramut ato in ossessione paurosa di tutti coloro ch e tenta no dì p recip itare la na· zione nel caos della stolida e criminosa sc immiottatura bolscevica. I socialisti vedono fascisti in tutti gli angoli , anche i p iù remoti d'I talia; e quel sudicione di Morgari a ggiunge al suo romanzo parigino di Lulù e relativo monsùmr Alphonse greco il capitolo della congiura fascista. Ebbene: una congiura fascista esiste e noi non intendiamo celarlo. Ma è una cong iu ra a ll'aria aperta, senza conciliaboli, barbe finte e si~ili miSteri, t la congiura, o, se si vuole, il con-giuramento di tutti colo ro che non rinnegano Ja· guerra, tengono f ede alla .vittoria e non vogliono dittature di politicanti imbestia liti. Secondo i calcoli dell'A vanti/ torinese, i fasc isti congiurati arriva no a centomila ... , ma - in realtà - siamo molti di pi ù: possiamo conta rci a milioni. Il fascisffio è il lievito di questa nuova formidabil e rip resa di vita italiana. Si comprende che i socialisti siano allibiti e paralizzati dalla paura

Di qui l'orig ine d el loro piano-manifesto, che non è un manifesto, ma un trattato o una monografia o un testamento e, in ogni caso, un centone di prosa asmatica e ipocrita, che trasuda da ogni linea le [iscr ve mentali dei firmatari. Che cosa ·importano, ora, le accuse che il manifesto rivolge contro i fasci sti ? Facciamo nostro il motto delle autob linde d i Ronchi, Noi non senti amo affatto il bisogno di glustificarc i e spiegare le nostre idee davanti a nemici in stato dì perfetta malafede Mille volte, qui e fuori di qui, abbiamo precisato le posizioni mental i e pratiche del fascismo dinnanzi a tutti i p roblemi che agitano in questo mome nto 1a vita nazionale.

Accusa rci di mercimonio sistemat ico colla borghesia, dopo l'atteggiamento da noi te nuto nell'ultima lotta dei metallurgici ita liani, è il coJ mo de ll'ignom inia e del grottesco.

Può spiacere a molta gente, e cioè a i malinconici, ai maligni , a i biascicatori deile vecchie formule, e può soprattutto dolere alla innumere caterva dei nostri nemici, ma il fatto che non si cancella è questo: dopo appena due anni di vita i l f asc ismo è - in questo momento!l'a rbitro della vita naz ionale. f. inut ile che Morgari faccia b spoletta da Roma a Firenze. n inutile che i «filoni» del Pus lancino dei mattonasi ma n if esti al proletariato: basterà piantare - con implacabile e ne rg iail f e rro freddo e rovente fra questa verminaia ·di grassi apostoli, d i m ercanti di ideali, di marti ri da bazar, perché la loro impotenza sia consacrata nella maniera più clamorosamente inesorabile. Dopo due anni di \'OCiare boJscevico, costoro si ritirano in buon ord ine s u posiz io ni arret rate e sistemate a «difensi va » L'elefantiaco Pus è insid iato dai morti p iù perico losi, mentre il fascismo giov inetto ha i garretti validi, i polmoni capaci, i muscoli alacri e una volontà esasperata di battaglia.

Il fascismo è la coscienza nazionale che si risveglia dal lungo biennale to rpore. C'è una fiamma che da quindici mesi è accesa sul Camara : si p rovi qualcuno a spegnerla!

M USSOLIN I

Anniversario

Sono passati soltanto due anni o sono invece trascorsi due secoli? A volte, J'av\•enimento memorabile, l'inizio della grande battaglia che decise le sorti della guerra e di due imperi, sembra a1lontanarsi daila memoria come una leggenda e gli spiriti inquiet i si domandano : Fu proprio ieri che l'Italia abbatté la monarchia degli Absburgo? Fu proprìo l'It11lia, questa Italia che riusci a vi nce re, dopo quaranta .mesi di sacrifici, la « sua » e J':i.ltra guerra? La scena è ogg i totalmente .cambiata, m.1 i p rotagonisti del grande dramma sono in fondo sempre gli stessi. n sempre i l popolo italiano - da rion cor:ifondersi colle esigue minoranze convulsive delle grandi città - quello che vinse sul Piav~ nel giugno, quello che coronò 1a vittoria rnl Piave nell'ottobre. Ora nell'anniversario memorabile, e non c'è cuore di trincerista che non abb ia un brivido di gioia e di orgoglio nel ricordo, noi vogliamo, p u r non cadendo nel panglossismo dei faciloni, dare ragione del nostro tenace ottimismo circa l'avvenire della nazione.

'! il colmo degli assurdi pretendere che un'immensa bufera d i sangue, di rovi ne e dì gloria come quella che squassò i cont inenti durante cinque anni, possa pb.carsi dall'oggi al domani, soltanto perché u n protocollo d i pace fu firmato. Bisogna ricordare che quella iniziatasi· nel 1914 è stata fa più grande tragedia che l'un11ni tl abbia mai sofferto e superato Non un uo mo so lo che non sia stato t ravolto, nel sangue, nei bcnì o nello spi rito. I nervi del g~ne re umano sono stati tesi sino a}. J'inverosimì le e alla nostra m acchina - fragi le e complessa - si è imposto il massimo degli sforz i.

Conclusa la guerra, tutto quello che accadde era da prevedersi come in gran parte inevitabile. Tanto è vero che il fenomeno è universale. Nessuna nazione dei vecchi e dei nuovi continenti è immune dalla crisi sodale. Non importa ch'essa sia mutevole nelle sue 1mnifestazioni, perché ciò dipende dalle diverse situazioni ambientali , il fatto della sua generalità ri m:ine e - in un certo senso - ci induce all'ottimismo. Difatti: o tutta l'umanità si salva o tutta l'umanità perisce. Non c'è nessuna splendid isoltttion . Oggi a me, domani :i. te . Ieri etano i meta llurgici ita liani , oggi sono i minatori inglesi. I p ri mi occupavano gli stab ilimenti, ma g li ultimi minacciano - il che sarebbe infinitamente più grave - di allagare i pozzi. Non è vero, come pensano taluni, che negli altri paesi Je cose procedano molto meglio che in ·Italia. Ogni paese ha j suoi dolo ri Tanto i vittoriosi, come i vinti, come i neutrali Noi stiamo male se ci' confrontiamo coi popoli dell'occidente, ma i popoli d ell'oriente invidiano la nostra sorte. 11 prob lema che si impone ai reggitor i dei popoli e agli dementi dirige nti d ella politica è questo: come evitare che la crisi precipiti nella catastrofe, come abbreviare il decorso della crisi. E qui si p one il problema angoscioso del momento : si deve lasciare operare la natura o si deve ricorrere ai mezzi eroici della chirwgia?

N oi non escludiamo quest'ultimo termine del dilemma, quando l'intervento operatorio si presenti come il minor male, e quanto alle forze misteriose e onnipresenti della n atura, noi pensiamo che d ebbano essere aiutate dalla nostra volon tà. La natura tende a cìcatrizzare le f erite, ma occorre che gli uomini non strappino le bende. Noi crediamo c he j popoli - compreso quello italiano - stiano avvi:indosi faticosamente verso lo stato di equilibrio psichico-economico. Ora occorre a iutare questo avviamento, non tanto coll a predicazi~ne, quanto coll'esempio. C'è - evidente - una ri nascita d ei va lo ri morali naz ionali. li senso della vittoria, che fu oscurato da u na vile politica d( Governo, riappare. L'orgoglio di aver vinto la guerra è lo stimolo migliore per vincere la pace.

Noi abbiamo 1a fede e più che la fed e la certezza che, ottenuti i suoi giusti confini sulle Alpi e sul ma re, l'Italia riprenderà la sua marcia in avanti Non dispe ra re : lavorare! E, quando occorra, agire e colpire Ecco, nel secondo anniversario, i l m otto di Vittorio Veneto per tutti g li italiani!

Da Il Popol o d'/J.:1/ia, N. 2}5, 24 ottobre 1920, VII.

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