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RICONOSCIMENTI
Finalmente, dopo sei anni di predicazione anti-nazionale, idiota e nefanda, e, soprattutto, aoti-socialista, è comparso ncll'A van1i! di ieri un articolo a proposito delle imminenti trattative circa fa questione adriatica, nel quale articolo è piename nte, se non anche volontariamente, g iustificato l 'i ntervento dell'Italia in guerra . Salvo la prima parte, nella qu ale è detto che l'agitazione per la ·D almazia è fittizia, mentre, invece, è un portato spontaneo e passionale della parte ,migliore del popolo italiano e dalmate, noi concordiamo pienamente per t utto il resto con quanto stampa il g iornale socialista. L'Avanti! ammette che« la guerra fu fatta per dare all'Italia una sicurezza di confini che l e concedesse d i provvedere, con minor numero di uomini, alla propria difesa». Non è dunque ve ro, come si disse per tanti anni, a scopo di imbottimento dei crani proletari e di specu laz ione elettorale, che la guerra fu fatta per imp inguare i pescicani e sterm inare il più delle giovani generazioni proletarie. La guerra fu fatta per dare alla nostra nnione la sicurezza dei suoi confini e questo obietti vo giustifica politicamente, mora lmente e storicamente la guerra stessa Anche perché tali obiettivi furono ragg iunti. L'A vanJi.' dice infatti:
« Se J:i i fo1u ri negoziati acquisteremo quella formiJ abile fron tiera del Monte Nevoso, che, con quella ,ç.ià conquistata del Brennero, chiuderà perft1 tamente le porte d'hali:1., sar.i giunto ìl tempo Ji m.i.ntenere le promesse e smobi lit:u e su l serio 1t.
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Per una volta tanto siamo d'accordo, E importante, non solo dal punto dì vista naz ionale, ma anche dal punto di vista internazionale, che sul maggiore organo quotidiano del socialismo italiano sia detto chiaramente e senza sottintesi che il Brenne ro ...è una porta d'Italia che abbiamo conquistato e che manterremo, e che il Nevoso è l'altra porta d'Italia all'oriente che dobb iamo conquistare e conquisteremo.
Per q uello che riguarda, dunque, i confini terrestri J e lla nost ra nazione, ci troviamo di fronte ad una unanimità impressionante. Tutt i i Partiti politici italiani, compreso il Socialista Ufficiale, non t ra nsigono su que llo che l'Avanti.' definisce, giustamerite, le porte della Patria : Bren nero al nord, N evoJo ad o riente , Ma ora, a questo punto, ci permettiamo di domandare ai socialisti: vale\•a o non valeva la pena, anche p er Io stato di necessità in cui si t rovava l'Italia, di intraprende re una g uerra, che, conclusasi vittoriosa, ci dà quello che l'Avanti! stesso chi~ma « formidabilissime· frontiere », per cui sarà possibile all'Italia seguire una politica di pacifico raccoglimento all'interno e di equilib rio e di intesa con tutti i popoli all'estero ?
Annotiamo con particolare soddisfazione queste ammissioni dell'A vanti !, malgrado ~iano tardive, perché esse riconoscono l'utilità e la necessità dell'intervento e consacrano, nella mo.niera più esplicita, la g ra ndezza delJa vitto ria italiana. La questio ne dei co nfini interessa e d eve interessare anche i socialisti; i confini sono p er le nazioni ciò che la p ersonalità è p er g li individui. L'avere o non avere d ei confini sicuri ha delle rip ercussioni immed iate e mediate sulla vita e sul divenire de l proletariato .
P er c iò che riguarda il Me ditcrranro, noi sottoscri vi::r.mo senza r iserve queHo che di ce l'organo socialista e non ci attardiamo nemmeno a vantare la nostra priorità in materia, I nostri lettori ricordano che noi abbiamo Jottato e lottiamo perché il Mòntènegro sia indipendente, libero di disporre d ei suoi destini, a prescindere d alla forma di governo che il suo popolo vorrà darsi, purché non d iventi per forza quello che non vuole diventa re per sua volontà: jugosb.vo.
Aggiungiamo soltanto che tutte le commosse e vibranti considerazioni Che l' A 11anti! fa a proposito del .Montenegro si adattano perfettamente alla qu estione di Fiume e della Dalmazia.
Sacrosantamente è vero che la santità di una ca usa n on si m isura dalla vastità del p aese di cui è in g iuoco la sorte. Ma questo n on vale soltanto per il Monte negro. Se lo scrittore dell'A va11tì! è in buona fede, deve ammetter e che la stessa massima vale per F iume, p er Z ara, per g li altri centri della D a lm azia, che difen dono da decenni, con d isperatatenacia, la_ loro indistruttibile ita lianità. Anche per ciò che riguarda le direttive diplomati che che l'Ital ia deve seguir e a p roposito del Montenegro nelle trattative cogli jugoslavi, la tesi dello scrittore dell'A vantì! ci trova consenzienti. Noi cred iamo che la direttiva da segu ire possa riassumersi in questa formula: « Il Montenegro ai montenegrini ». Se j( Montenegro volesse f ed erarsi o fon dersi con 1a Serbia, noi no n p otremmo e non. dovremmo impedire tale avvenimento. Ma dal momento che tutto il popolo montenegrin o s i batte - per u sa re l'esp ressione de1l'AvanJìl - ~on insupe rabile eroismo per conservare la propria libertà,
Ja diplomazia italiana si macchierebbe di una imperdonabile colpa se entrasse sul terreno di equivoci o di obliqui baratti.
E~ oca che 1'.Avmui! ha raccolto il gcido del Montenegro, dovrebbe, se fosse 6no in fondo sincero, raccogliere anche il grido non meno straziante che g iunge dall'altra sponda italiana dell"Adriatico.
Ma non . nutriamo questa illusione! MUSSOLINI
Da // Popolo d'Italia, N. 2~8, 28 ottobre 1920, VII.
MONARCHIA E REPUBBLICA ,
Da qualche tempo il fascismo è all'ordine del giorno. I g iornali borghesi, che lo avevano ignorato fino a ieri, e sono gli stessi che hanno sempre spalancato le orecchie per raccogliere anche i più flebili e ventosi rumori del Pus, sentono più o meno il bisogno di dedicargli ponderosi e pon derati articoli di fondo ." L' A vanti.I si occupa e si preoccupa del f e no_ meno e perfino l'Um~nità Nuovtt dedica al fascismo uno studio a continuazione, nel quale dobbiamo riconoscere, salvo talune eccessività di forma, una discreta cap acità penet rativa ed u na rimarchevole obiettività. Evide nteme nte un movimento come quello fascist a, che s i svilup pa e grandeggia, che può permettersi il lusso di essere a volta a volta a nt i· borghese e anti-socialista, perché rappresenta valori immanenti che trascendono l'una e l'altra classe, non può essere liquidato colle quattro frasi idiote della saccenteria socialista. Il movimento fascista, come idee, passioni e violenza, rappresenta i valori tradizionali e perenni della O:l.· zione , intesa come stirpe e come storia. Il fascismo è soprattutto u na mental ità e appunto per questo è difficile essere fascisti. Non è certamente un fascista colui che ha depositato la lunga intervista. sul Giornale d'/Ja!ia, alla quale intendiamo immediatamente rispondere, per impedire che , sotto la bandiera del fascismo, s i perpetri, specie in questo momento, del cont rabbando monarchico o dinastico. Non deve eSsere permesso che sotto la specie del fas cismo si m ettano in circolazione delle pacchiane fesserie come quelle che il Gioma!e d'Italia J1a ospitato.
Spero che nessuno m i negherà il diritto di controbatterle immed iata , me nte e di mettere le cose a l loro posto nella mia qualità di p adre - e non soltanto putativo - del movimento fascista italiano.
L'ignoto· intervistato del Giornale d_'Jtalia dice:
« Noi interpretiamo lo Statuto a dovere, quando riconosciamo alla Corona una funzione d'equilibrio fra le varie parti pol itiche, funzione risolutiva in momenti eccezionali per ricondurre l'ordine morale nel paese. Non per nulla l o Statuto confida all3 Corona due ordini di poteri decisivi: · la nomina dei ministri · e lo scioglimento della Camera. N oi sia.mo costituzionali e desideriamo che la gravissima crisi itali ana si ri solva per le vie cos tituzionali. N on vogliamo co lpì di Stato Teniamo alla monarch ia, presidio dell'unità d'I talia; ma desideriamo che la Corona usi delle p ropr ie p re rogative, appunto perch! la sa lvezza della monarchia connessa con la salvezza del paese, Mi pare che non si po- trebbe essere più realisti di così. Viceversa sono scarsamente realisti coloro i q uali in tutte le maniere aprono la strada ai socfalhti, che han no oramai adottata esplicitamente la p rocedura repubblicana ».
Davanti a queste st rane e strabil ianti proposizioni, noi ci domandiamo se l'auto-intervistato, che ha il coraggio di parlare in nome del fa scismo, ha mai capito e capirà mai niente di quello che sia, n ella s ua realtà e nella sua ideologia, il fascismo italiano. Se egli avesse letto l'op usco lo fascista che contiene gli orientamenti teorici e i postulati pratici dd fascismo, si sarebbe ben gu1rd:ito d;1ll'emettere giudizi cosl strampalati. Evidentemente l'intervistato è un cuculo monarchico che pretendereb~e di deporre le sue uova nel ni do fascista. Ma si inganna, perché la posizione del fas cismo italia no di fronte al p roblema istituzion~lc è stata chiaramente deline;1ta in pa recchie occasioni e non si presta ad equ ivoci di sorta . ·
Il fasci smo è tendenzialme nte repubbl icano e niente affatto monarchico e meno a ncora dinastico . T e nd enzi almente dìciamo, e no n pregiudizialmente, perché se fosse pregiudizialmente non rimarrebbe ai fascisti che inscriversi al vecchio Pa rtito Repubblicano Italiano, A pagina 6 dell'opuscolo su citato è detto chiaramente : o Per i Fasci di Combattimento la questione del regime subordinat a ag li interessi moral i e materiali presC"nti e futuri della nazione, intesa nC"lla sua realtà e nel s uo di venire storico; per questo essi non hanno pregiudiziali pro o contro le attu.'lli istituzioni.
« Ciò non autorizza alcuno a co nsiderare i Fasci monarchici, né dinast ici. Se per tutelare gli interessi della nazione, o sarantirne !"avvenire, si app al esa necessario u n cambiamento di reg ime, i fascisti si appronteranno a questa eventualità; ma ciò non in base a immortali principi, ma i n base a val utazioni concrete di fatto.
« Non tutti i regimi sono adatti per tutti i popoli . Non t utte le teste sono adatte per il ~errctto frig io. A un dato popolo sì confà un dato regime. IJ regime p uò $Vuotarsi di tutto il suo contenuto antiquato e democratizurs i come in Inghilter ra. G possono invece essere e ci sono delle' r epubbliche fer ocemente aristocratiche : come la Russia dei cosiddetti Sovièn , Oggi i fascisti non si ritengono affatto legati alle . sorti delle attuali istituzioni politiche monarchiche, come domani no n si riterrebbero affatto legati ad eventuali i stituzioni repubblicane se la repubblica si appalesasse prema.tura o incapace di g aianti re maggiore benessere e maggiore libertà alla nazione » .
In questi periodi è nettamente precisata la posizione del fascismo ' di fronte ai problemi che si riassumono nei termini di monarchia e di repubblica. Tali principi hanno, nell'ultima adunata nazionale, incont rato l'unanimità di tutti i delegati d el fa scismo italiano.
N on conoscia mo tutto il testo d ell'intervist a, lunga ben q uattro co- lonne, e quindi non possiamo dare su di essa un giudizio complessivo. Può darsi che l'intervistato sia caduto, più o meno volontariamente, in alt[i equh·oci, ma non abbiamo voluto ta rda re u n minuto solo a dichiarare ancora una volta che per noi la questione di monarchia o di repubblica è una questione d i contingenza; che la nazione e non Ja monarchia sta in cima ai nostri pensi eri; e che se domani la monarchia aduggiasse il libero svolgersi della volontà nazionale, sia in tema d i politica interna sia in tema di politica estera, noi innalzeremmo immediatamente bandiera repubbli cana e sp ingeremmo la lotta a fondo
Comprendiamo che vecchi clementi del liberalismo o del costituziona lisino italiano tentino di inseri rs i nell'organismo giovane e impetuoso dei Fasci per ridare un po' di vitalità ad istituzioni e stati d 'animo d 1e appaiono in ritardo coi tempi; m3. il fascismo non può prestarsi a questi giuochi e non intende di compiere la funzione inutile di st imola nte su organismi in decompos izione o in stato di sen ilità. Se nel rcgimc·poli· tico o nel regime econom ico ci sono delle istituzioni o dei sistemi che h.1nno fatto il Joro tempo, ì fascist i non inten dono impedìre che quello che deve morire muoia, che quello che deve cadere cada. L'essen ~ zia le. è che non cada e non muoia l'Italia. Che importano i umi secchi? lmporta che sia salvato il tronco della nostra grande e millenaria d." viltà italiana.
MUSSOLlN [
Da li Pupo/o d'Italia, N. 259, 29 ottobre 1920, VII.