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LA MARCIA DEL FASCISMO
Liberatosi rapidamente, sin dal principio, di un nucleo di meschini a1rivisti, che si erano buttati· nel fascismo per soddisfare Ja loro van ità personale; liberatosi recentemente e automaticamente da un altro infimo nucleo di dilettanti, che dimostrano sempre più evidentemente di essere affetti da precoce, spaventevole rammollimento cerebrale; liberatosi, anche, da coloro che nel I 9 L4 recitavano le giaculatorie, i rosari, le litanie del cosiddetto sovversivismo e, nel 1920, come se nulla fosse cambiato nel mondo, riprendono a biascicare le stesse devozioni, ceco il fascismo trionfalmente in marcia verso la sua affermazione nella vita nazionale.
C'è chi ricorda j1 novembre del 1919 e certo avviso di suicid io comparso sulle colonne dd foglio pussista. In realtà quella nostra battaglia elettorale fu tutto fuorché un:1. battaglia c:lettorale. Una settimana sola di preparazione, tre comizi a Milano, un contorno ai comizi, destinato a sgomentare gli elettori più che a raccogliere i loro suffragi, e il risultato non poteva essere diverso. Poche migliaia di voti. Furono cantate Je messe funebri al fascismo, schiacciato - si diceva! - da1Ia cartacea valanga pussis ta. Ma ecco, a pochi mesi di distanza, il fascismo ritorna a dar segni di vita. L'adunata del 24 maggio a Milano, malg rado lo sconcio sabotaggio della stampa borg hese, è il primo sintomo della ripresa Poi, in questi ultimi mesi, non è passato - si può dire - un giorno solo senza che la cronaca naz ionale non sia · stat a costretta ad occuparsi del ·movimento fascista. Movimento irresistibile, oramai; movimento desti• nato a rappresentare e a irreggimentare tulle le energie g iovani li e nuove della nazione. Ed ecco i giornali di tutti i colori affan narsi per spiega re Io strano fenomeno di un anti-partito che si afferma e sbaraglia dovunque il partito per eccellenza, il Partito Socialista Ufficiale Italiano. La spie· gazione è semplice. L'abbiamo data altre volte, ma non è inutile ripeterla. · li fascismo non rappresenta degli interessi concreti di una classe determi· nata. Non è, come si vanta di essere il Put, il difensore autorizzato (sfruttatore, aggiungiamo noi) del proletariato; ma non è nemmeno, come lo accusano i mestieranti del sovversivismo, il battaglione d ' assalto della borghesia.
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Queste parole, borghesia e proletariato, appartengono alla metafisica socialista. Non definiscono una realtà. ll f ascismo seziona. ques.te parai~
(borg hesia>proletariato, reazione, rivoluzione e simili) e vuole vedere che cosa ci sta sotto. Il fascismo capovolge quindi i concetti tradizionali in cui si è fos silizzato il sovversivismo professionale e dilettantistico italiano. I peggiori reazionari in questo momento sono, per il fascismo e per la storia, coloro che si dicono rivoluzionari, mentre i fa scis ti, tacciati cretinamente di « reazionari », sono, in r ealtà, coloro che c \·iteranno all'Italia la terribile fase di 1.1n'autentica ieazione. ·
Il fascismo è, nel campo delle idee, un grande movimento di revi· sione di tutti i vaJori politici attuali; il fascismo, nel giudicare le situa· zioni e nell'affrontare i prnbleini, si pone da punti di vista che sono nuovi, se non originali: punti di vista che erano sino a ieri limitati al mondo dell'arida accademia e che, d'ora innanzi, vogliamo portare nel mondo della palpitante politica, Ora tutti coloro che sono stufi di sen, tire i luoghi comuni del sovversivismo che non sovverte niente, o dell a conservazione che non conserva nulla, ma intendono d i affrontare la realtà, nella sua immediatezza quotidiana, non g ià a t raverso le n ubi e le nebbie d elle'"'trascendenze e delJe teologie, diventano irresistibi lmente fascisti, IJ fa scismo ha soltanto una storia; non ha ancora una dottrina, ma l'avrà, quando avrà avuto il tempo di eJabor:ire e coordinare le sue idee.
Prescindiamo in quCSto momento da ciò che può costituire il merito degli uomini nello sviluppo prodigioso del fascismo italiano e notiamo un'attuazione del nost ro successo: la bagologia russa e la viltà del P11;. Lo constatava, ieri, il Secolo, con queste parole che ci p iace riportare:
« Al fascismo - dice il Suolo - di cui on sì paventano i complotti e i colpi di mano, chi ha ridato vita, forza e seguito, se non il socialismo massimalista con la sua politica? Il fascismo era finito il 16 novembre dell'anno scorso. Dopo que ll:1 data sopravvivevano dd fa scisti, ma il fascism o era mo rto, cosi come il nazioll!llismo er.t. ùuriss im.unente colp ito. L'A van ti !, all'indomani delle elezioni, aveva perfettamente ragione di const atare, a parte il discutibile buon gusto della forma di constatazione, che il fascismo mussoliniano usciva da quella prova dis tr utto come fona polit ica. Per quali vie il fascismo ha ripreso consistenza, vigore, influenza, se non pe r il naturale, inevitabile co ntraccolpo della predicazione frenetica, minacciante ad ogni piè sospinto rovina e morte alla borghesia, e della pratica di sabotaggio contro i serviti pubblici più neces:;;ari alla vita del paese, perseguita con quella specie di voluttà feroce con cui i fanciulli speu:ano il giocattolo affidato alle loro mani?
« Il fucismo era costitu.ito da due elementi: l'elemento idealista, disinte· ressato, convinto in piena buona fed e di salvare, con la propria az.ione, l'ltalia; e l'elemento, per dir cosl, professionale. Jl; certo che agli un.i e agli a ltri l"at· teggiamento d ei massimalisti ha ridato nuove rng iorii di vita e di azione Basti ricordare quel che è avvenuto a Trieste, dove la scempia politica voluta.mente, ostentata.mente anti-na2ionalc e anti-patriott.ica ulottata da quel Partito Socialista ha dato, e oon poteva non dare, al fascismo locale un'importanza, un'influenza nella vita cittadina quale non avrebbe mai sperato di possedere.
« Così si è venuta cr~ndo q~Jla singolare situazione per cui si è visto, un bel giorno, 1'A.va,11i! uscire?, riconoscere " volentieri" che j socialisti sono ancora m eno forti dei loro avversari, e che l'arditismo ha dato largo esempio della propria capacità all'azione, i nfinitaml!'nte superio~ a q uella <lei socialisti. Ma come, gridano a llora in aria d i trionfo gli organi del Fascismo, non ave. 'Vate detto che eravamo morti e sotterrati? E hanno ragione di gridar cosi. Ma la verità vera è che il fas<ismo poteva. proprio ritenersi finito se il socialismo leninista non lo avesse, proprio lui, risuscitato dalle sue ceneri. E se ad~so. r ifatto più vigoroso e vitale che mai non sia stato, si agita e minaccia, i predicatori di Wl pauroso terrorismo anti-borghese ed i fomentatori. della scioperomania, senza freno e senza ngione, bianca, rossa e d'ogni colore, saMo con chi prendersela. Sono le conseguenze necess"arie della loro politica».
A parte che il fascismo non fu mai ridotto in cenere, come sembr.i credere il Secolo, possiamo a mmettere come fondate le altre affermazioni del giorna le democratico. E diciamo di più. Che non d1remo un SOio mi nuto d i tre.gua al P111, s ino a quando non la smetterà di parlare di comunismo, di dittatUra, di Russia e simili. l a nostra lotta gioverà anch e e forse soprattutto al proletariato. Non importa ! Gioverà a nche ai socialisti, cui eviteremo di piombu nelJ'abisso. Non importa! Magioverà anche alla nazione e al suo avvenire. Come si può disarmare dalla, lotta contro un partito di vigliacchi e di mistificatori, che, dopo tutto quel po' po' di roba riferita da i missionari italiani reduci dalla Russia, ha ancora la faccia tosta di invitare le masse a inneggiare al bolscevismo nella ricorrenza dell'anniversario del colpo di Stato di Lenin? Ecco qua una statistica comparsa nei g iornali di ieri :
« J giornali te-de,schi riproducono dall'orsano ufficiale dd Governo dd S o:,ièu, lwrJ1ii:r, le statistiche seguenti del le esecuzioni capitali avvroute a Mosn dal 23 luglio al 24 agosto, in base ai g iudizi dei tribunali rivoluzionari: 10 condanne a morte sono state pronunciate per spionaggio; 100 per tr.1dimetnto; 24 per insubordinazione; 74 p er partecipazione a rivolte; M per mene contro-rivol u:Ui> narie; 4~50 per diserzioni; 237 per saccheggio; 130 per delitti comuni; 3 per ubriachezza; 12 per porto d' armi abusivo; 77 per violnione dei doveri di u ffi. cio. Complessivamente sono state dunque giu stiziate a Mosca in un mese 1182 persone».
E non dovremmo combattere - sino all'ultimo sangue - contro l 'abietto partito che si propone di mascherare l'Italia alla moda di Le nin? Combattere colle nostre armi. Contro un partito, che predic:i. e pratica, quando può, l'insurrez ione, i mezzi blandi non contano: ci vogliono i nostri. Noi abbiamo affrontato e affronteremo sempre i pussisti, perché il terreno della v iolenza non è per il Pur. n una dur:i., spietata, implacabile battaglia, quella che abbiamo impegnato, buttando tutto nella posta del giuoco; ma ecco delinearsi l'affermazione trionfale del fas cismo: da Udine ad Intra, da Trieste a Verona, da Roma a Firenze, j Fasci p icchiano sodo addosso ai mestieranti e speculatori s ul sangue e su l sudore de lle masse. Invano l'Awmti! grida che « nessuno arresta l'ascendere del proJetariato ». Nessuno e noi meno degli altri, perché, n elle ultime g randiose lotte d ei metallwgici, abbiamo apertamente sostenuto la causa deg li operai. Quella che noi vogliamo spezzare è l'incrostazione parassitica del Pm, che deturpa e abbrutisce le masse laboriose della nazione.
M U SSOLINI
Da Il Popolo d'i,alia, N . 266, 6 novt-mbre 1920, V II.
ALLE URNE!
Dopo la vittoria del blocco romano, anche la battaglia milanese, che si concluderà oggi attraverso il responso delJe urne, è diventata emozionante e interessante, I socialisti compiono il massimo dei loro sforz i. Coll'inclusione di alcuni elementi della vecchia amministrazione caldarina, si sono accaparrati la solidarietà d ei centristi; coJJ'estrcmismo del programma, cercano di raccogliere i suffragi delle masse, che sono, m anifestamente, un po' deluse. I socialisti astensionist i voteranno e anche molti degli elementi che s i dicono a n~ rchici e s indacalisti - t acciat i sull'organo uffici ale di tradire, coJla loro astensione, 1a. causa della rivolu, zione - finiranno p er commettere il peccato d i votare.
Dall'altra parte, il blocco d'azione e di difesa sociale ha dimostrn to di sapere bene condurre la battaglia, il che dovrebbe suggerire all'A Mnlif di essere più guardingo nei suoi -giudizi catastrofici su « monna borghesia».
Previsioni sulla battaglia? Pe r noi, fascisti, il risultato è secondario. L'essenziale è che si sia conteso il campo al pussismo.
:8 Jècito dubitare della vittoria socialista, ma soprattutto è permesso credere che sarà strappata per pochi \'Oti e che non potrà esse re gabclJata come trionfale.
D'altra parte Jc chances di una .._.ittoria del blocco non sono affatto illusorie. Tutto dipenderà dalla percentuali: dei votanti.
Quello che si può prevede re è che fa. giornata d'oggi sarà di battaglia accanita
Crediamo che nessuno vorrà turbare il libero diritto di voto. Ad esito conosciuto, non si potranno impedire manifestazioni di giubilo da parte dei vincitori. In qualunque ipotesi, i fascisti non commetterannO violenze, ma risponderanno - come sanno rispondere - ad eventuali provocazioni.
I cittadini tutti - quelli che s i sentono italiani - hanno l'obbligo di recarsi alle urne a votare la sched a d el blocco, Si tratta di scegliere e bisogna scegliere. Nessuna esitazione è possibile, Chi non vota, avendone il diritto, è un « lavoratore delJo straniero». Niente di più ita.liano del Comune. Nie nte di più bello e di pi ù grande storicamente del Comune italiano.
Non permettiamo che sia mascherato alla russa, attraverso la vittoria di un pugno di mistificatori, che sono in perfetta malafede. la vittoria del blocco può avere grandi" ripercussioni d'ordine interno e nazionale. lo sappiano i cittadini e si rechino aJle urne. L'esempio di Roma sia presente alla coscienza di tutti!
Mussolin I
Da li Pop~lo d'Italia, N, 267, 7 novembre 1920, VII.
ALLE CALCAGNA !
L' Avanti! continua nel suo mestiere, che è quello di imbottire i crani dei suoi lettori più o meno proletari. Il g iornale puss ista , nel supplemento uscito ieri, parla, con titoloni di scatola, di una « completa disfatta » del blocco. Sì! I socialisti hanno vinto. Ma non possono concedersi il lusso di tripudi eccessivi . La folla che ieri conve nne in piazza della Scala per salut are Ja bandiera rossa che veniva issata su palazzo Marino, no n si t rovava nei più alti diapason dell' entusiasmo. La folla sentiva ind istin· tamente qu ello cl1e i capi pensa no chia ramente in cuor loro : e cioè che 1a vittoria non apparti ene affatto al ge nere di quelle che schiacciano irreparabilmente l'avversario. Molti socialisti speravano un distacco ben maggiore fra le due liste, mentre, invece, la distanza fra i due totali è modestissima. Tre migliaia di vot i, appena. Non c'è da cantar t roppo . C'è - piuttosto - materia di rifless ione per g li uomin i del cosidde tto socialismo massimalista milanese.
J socialisti ribatteranno ch e il blocco ha compiuto il suo mass imo sforzo; ma si può rispondere che anche i soc ialisti han no compiuto il loro massimo sforzo. E lo hanno compillto in condizioni di assoluto fo . vore, per queste tre formidabili rag ioni. I social ist i potevano contare, s in dall'inizio, sul b l0<co compatto dei voti dei dipendent i comunali, e sono pa recchie migliaia (tranvieri, vigili , pompieri, spazzi ni , operai d iversi, impiegat i, ecc.) Avevano la certezza <li assoluta maggiora.nz.,. in un Comune, quello di Turro, pre vaJcntemente operaio e recentemente an nesso a Milano. Anzi s i può dire che Turco h a sa lvato palazzo Marino. La Camera del Lavoro aveva, identificandosi totalmente col Pus, minacciato di ostracismo gli operai che non si fossero recati a votare.
Jnoltre il Partito Sociali sta è un partito c he è sapientemente organizzato e attrezzato per fare una cos:i. sola : le elezion i.
Eppu re, nonost ante ciò, nonostante l'astensione dei popolar i, dei repubblicani e dei socialisti unionist i ( ci sono dei « popofa ri » che preferirebbero vedere in .fiamme Milano piuttosto che votare una l ista col nome di un massone....), il blocco si è affermato potentemente con ben set tantamila voti, nonostante le numerose violenze compiute dai socialisti nelle sez ioni della perife ria.
11 blocco è alle calcagna, letteralmente, del Partito Massimalista. I comunìsti che vanno a] potere hanno di fronte, in atteggiamento ostile, quasi la metà del corpo elettorale. Non possono cullarsi in troppe illusioni. la Milano racchiusa nella cerchia del vecchio Naviglio, d ella prima e anche della seconda circonvalb.zione, Ja vera Milano, è n ettamente antibolS(evìca.
le elezioni nei mandamenti ·lo provano, Ciò che ha ricondotto ì socialisti a palazzo Marino è Ja Vandea cresciuta ai marg ini più lontani della grande ·città D;1.l punto d i vista militare e str;1.tcgico, le elezioni di domenica ci danno delle precise e pre:zìose indicazioni circa la situazione ambientale dei diversi quartieri della metropoli.
I socialisti, che ostentano sempre quell'aria da pad reterni rim bambit i e che, sino a ieri, parl:'.1.vano di una « borghesia » c s:.mrita, h:1nno, ora, la prova che i loro :1vversari esistono e sono, dal punto di vist a numerico, d i forze ugua li a loro.
Ma poi è grottesco parl:i.rc di <<borghesia» . I settantamiJa voti bloccardi sono voti di popolo, non di borghesia nel senso social-pussista del termine, anche perché molti p escicani si sono astenuti o sono andati a votare per il Pus.
Quanto ai fascisti, che, durante ?a giornata elettorale, si sono p rodigati, col loro impeto e col loro coraggio, essi sanno che il nostro terreno non è precisament e quello elettorale. Noi attendiamo i puss ist i su altro terreno, Nel complesso - anche per i risultati elettora li dì a lt re importanti citti itali:i.ne - la giornata di domenica è un altro sintomo della gagliarda riprcs:1 di tutti gli elementi e i v;ilori nazion:ili.
Dando agli scetticismi, e avanti con inflessibile, implacabile energia ! MUSSOLINI
Da. Il Po polo d' lla!i.l, N, 263, 9 novemb re 1920, VII.