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NELL'ORA DELLE RESPONSABILITA

RESTARE A VALONA!

Lo spettacolo che il Gruppo parlamentare del P111 offre all' Italia e al mondo è semplicemente ignobile. Non tutti, a vero dire, i deputati socia1isti si danno in braccio alla demagogia più vile, ma i silenziosi o gl i assenti hanno torto. Ecco un deputato, Salvadori, che, durante i moti d i Viareggìo, si affannò in tutti i modi a fare il pompiere ( a llora era la sua sporca pellaccia di rètorc farabutto ch e correva qualch e rischio!), gridare due volte dal Parlamento: « Viva la rivo lta di An· cona ! ». Poi, sarà andato a cena, tranqui!Jamentc, :li i\kirinese, mentre i rivoltos i si facevano massacrare!

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Ecco I'on. Fa brizio Maffi, medico tagliacalli e fifone colendissimo, presentare questo ordine del giorno:

« I.a Camera., interprete del pmsiero un:mime dd Paese, che si è manifestato contrario ad ogni guerra e ad ogni avventura militare, anche a mezzo d cll:i rivolta dei soldati, considen.ta d'altra parte b più apt'rtà contraJdizione fr a le dichia razioni dd Governo circa la indipendenz.1 dell'Albania e l:i pe rmanenza colà di truppe italiane di occupazione, delibera senz'altro il ritiro dd!e truppe dislocate in Albania o. ·

Bene per dio! Se avverrà che dom:ini l'esercito rosso debba battersi cont ro un ese rcito bianco, borghese, strn.nicro, noi faremo la propaganda per la diserzione e fa ri volta in base a questo ordine del giorno, in cui è condannata e deprecata ogni e qualsiasi gue rra

:E: tempo di precisare le responsabilità. Di sceglierne una. Ma per la storia fissiamo:

1. che riessuno in Italia è desideroso di nuove guerre o di nuove avventure di guerra; nemmeno c;uclli che sì sono, attraverso la guerra, arricchiti, perché temono di perdere tutto;

2. che nessuno in Italia vuole occupare l'Albania, anche in un.1 zona limitata;

3. che lo sgombero dcll' Alb:i.ni.1 è già stato effettu:ito e - purtroppo! - è stato l'origine prima dei nostri guai;

4. che non bisogna confondere l 'A lbania con Valona.

U scire dall'ambiguità, bisogn.1.

L' Italia deve restare a Valona?

Noi ci assumiamo fa responsabilit:\ di dire JÌ !

L'Italia dc,•e abbandonare Valona?

1 socialisti si assumano h responsabilità di dire fuori dai denti un sì o un 110.

Tutto il resto è dettaglio o speculazione politica.

Come noi ci assumiamo b grave responsabilità di affermare che l'lta!il. non può - senza andare incontro a malì tremendì - abbandonare Valona, così i . socialisti devono assumersi 1a responsabilità di chiedere lo sgombro non dell'Alb:rnia, che è già sgombrati, ma di Valona!

MUSSOLINI

Moti E Il Resto

La sollevazione di Ancona si presta ad un complesso ordine di considerazioni, che ci proponiamo di fare in una o più volte, Anzitutto giova p recisare che la rivolta è a fondo anarch ico, con adesione degli elementi repubblicani delle March~ e della Romagna. In q uesti u ltimi tempi, noi abbiamo seguito le fasi del riavvicinamento anarchico-repubblicano in q uelle region i. Riavvicinamento reso possibile dal fatto che gli ana rchici, d ietro l'ispirazione di Ma latesta, non hanno troppo ins istito sulle vecchie questioni dell'intervento . e d ella guerra, questioni che dividevano da cinque anni i due Partit i. Aggiungasi che in quest i u ltimi tempi il Partito Repubblicano ha ·poggiato fortem ente a sin istra, staccandosi dagli elementi nazionali, coi quali aveva fatto blocco dur~te fa. guerra e fino alla vittoria. Giova ricordare, infine, che fra repubblicani e itnarchici c" è sempre stata una « corrispondenza d 'amorosi sensi» per affinità mentali e simpatiche, se non programmatiche. Questi stati d'animo hanno prodotto prima una détenle, po i una specie d'alleanza fra gli elementi repubblicani e anarchici, con l'adesione un po' riservata dei socialisti locali; tanto dle, recen temente, ad Ancona, tutti i Part iti c6siddetti sovversivi celebrarono l'anniversario deUa « settimana rossa)>. Con questa preparazione psicologica e co n altri elementi che ap paiono anco ra con fusi nella cronaca tumultua ria di questi giorni , si spiega il mo to anconetano, Questo moto ha cacciato nell'imbarazzo più crudele i soda listi L'esa ltazione puramellte verbale, fatta alla Camera, dai deputati socia- · listi, è stato un alibi nemmeno decentemente simulato Quando si è trattato di passare al concreto, cioè di allargare il movimento, di capeg· giarlo, di dargli un obiettivo, l a Direzione del Partito l'ha.... rinviato, colla debole maggioranza di un voto. Questo voto in più, può n on avere l'importanza storica che ebbe queJio di Vergn iaud, ma non è privo di significazione. Il Partito non poteva ag ire diversamente e la sua condotta è stata ispirata da motivi di conservazione nel ·senso personale e collettivo. Il Partito non ha osato d i unirsi al fnovimento, perché si è trovato serrato fra i corni di questo atroce dilemmi: o L'insu rrezione riesce e il P.irtito Socialista, fattosi r imorchiare dagli avvenimenti e dagli elementi anarchico-repubblicani, non può imp rimere al movimento il suo sig illo, la sua impronta, i suoi obiettivi, la sua tessera; nel caso contrari<_>!.

que11o cioè verificatosi, del fallimento insurrezionale, il P 111 ne w ci rebbe colle ossa fracassate. ·

La lezione d i Ancona dice al Partito Socialista ch'e sso non può dominare le m asse e imprimere caratte re «unitario» a un eventuale movimento rivoluzionario, che qu i satà anarchico, là repubblicano, altrove socialista, ccc., ecc. Questo pericolo è stato avvertito dai ditigent i del Partito, ma soprattutto dagli elementi confederali. Baldesi è stato esplicito. Un dissidio netto si è rivelato. La Confederazione, che si considera, in un certo senso, la depositaria dell'avvenire operaio, si è sch ierata contro le illusioni insurrezioriistiche del Partito. Noi ci spieghiamo perfettamente l'atteggiamento confederale e anche quello dei socialisti. Con la diffe renza che quest i ultimi si trovano in istato di patente disagio. Le occas ioni giungono e passano e il Pus non le afferra mai. Finché si tratta d i minacciare verbalmente e soprattutto a Montecitorio, il Partito Socialista è terribilmente ri voluzionario; quando si t ratta di agire, tornano in gioco i prudenziali istint i di conservazione. N oi ci spieghiamo questo f enomeno d i conservazi one, anch e pCrché accanto al Partito c'è tutta una fioritura di istituzioni economiche ch e vivono, prosperano e profittano, malgrado il reg ime borghese; ma aggiungiamo che è ora di finirla coll'inconclud ente rivoluzionarismo verbale, se -non si vuole procurare reclute all'anarchismo e cacciare in un vicolo cieco il social ismo.

Intanto, accuse di tradimento fischiano all'orizzonte. Assistiamo ilnpassibili e ten iamo fermo nel nost ro atteggiamento di schietta sincerità anti-demagogica. I fatti ci danno e ci daranno ragione.

M USSOLINI

Mortificazione

Un invjato speciale del Re1to del C,trlì110 narra in questo modo l' ult ima fase del moto romagnolo : ' o: .Allora, i dirig enti dei Paniti estremi si adunarono nuov:uncnte, deplorando con parole d i fu oco i c1pi che due volte a l giorno predicano la rivolta e che non osano prendere le redini di n ess un movimento pratico, e risol\'ettero di decidere!' la cessazione dello sciopero p er la mezzanotte.

« Ieri mattina il popolo di ~ena ebbe però una grande delusione. L' attesa confe rma della rivoluzione trionfante in tut ta Italia non arrivò. Ed arrivò, anzi, la notizia che anche jl moto d i Ancona agonizzava, che i b ersaglieri s i erano arresi, che le grandi città proletarie - Torino, Milano, Bologna - erano tranquillissime ! E più stupi il fotto che la stessa Romagna fosse, nella s ua maggior parte, in con<l izioni normali.

« Uno dei dirigenti il movimento repubblicano ci dicMTa:

« '' Vi preghiamo di scrivere esattamente cosl : i .repubblicani, i socialisti e g li anarchici di Cesena sono stupiti del contegno dei loro organizzatori centrali, i quali h an lasciato il popolo in balia di se stesso, s enza dargli né i nformazioni, né istruzioni"».

C'è molta ingenuità jn queste rcquisjtorie contro i capi. Oh, non lo sapevano, t ra le rive del. Savio e la Rocca Malatestiana, che i << capi » predicano la rivolta, ma lasciano ai «fessi» il compito di praticarla?

A nche qui bisogna · distinguere tra «fessi» e « fessi». I p rimi sbraitano all a Camera, g li ultimi si fanno allegramente mas sacrare sulle p iazze. Div isione del lavoro, signo ri!

Ahbia~o creduto sino a ieri che la guerra avesse aIIargato un po' i polmoni dell'Italietta provincialotta d'un tempo e il ~oz:zo, asmatico respiro campanilistico avesse ceduto il posto al respiro' mondiale. Ci siamo ingannati. Per il romagnolo il mondo comincia esattamente dal punto in cui si vede la cima del campan ile di San Mercuriale e termina a l punto dal quale la cima non si vede più. Egocentrismo grottesco! Ma il mondo si vendica e manda in malora la povera lira italiana in tutte le borse del vecchio e nuovo continente. Le più o meno tragiche tartarinate romagnole e marchig iane ·Sono colpi infe rti 'al prestigio morale

69 e alla riputazione economica dell'Italia e autorizzano l'Hom me li bre, gioroaJc del signor Clemenceau, a scrivere che << l'Italia è un paese completamente squilibrato, con prospettive di disordini anche più gravi e forse di rivoluzione».

Nel quadro della politica estera, 1a recente sollevazione anconetana e romagnola equivale a una catastrofe. Oramai è p alese a tu tti, com· presi gli jugoslavi che hanno portato in trionfo a Lubiana il principe ereditario di Serbia; la cu i italofobia è nota; oramai si dice a tutti che il popolo italiano e i soldati italiani non vogliono battersi più per n essun motivO. Né per salvaçe Valona , né - vedi A vanti/ di ieri - per salvare la Dalmazia italiana. Questa sconcia esibi zione di vigliaccheria nazionale non evita, ma provocherà fatalmente una nuova guerra . Accusi3.0lo sin da questo momento i socialisti di eccitare alla guerra contro di noi la Jugoslavia. Quando i serbi ci attaccheranno e tenteranno di buttarci in mare in Dalmazia, essi potranno contare sull'aiuto dell'Avanti! e del suo pubblico. M;a !"appetito jugoslavo aumenterà in proporzione geometrica colla nostra pasSiva rassegnazione. Oggi si grida: « Via da V.i.Iona ! » Domani si griderà: « Via da 2.ara ! » Ma poiché questo non placherà ancora i croati, al primo imbarazzo, non appena si delineerà anche soltanto l'ombra di un perkolo, si g riderà in Italia : « Via da Fiume! Via da T r ieste ! Via da Gorizia! Via da Udine!» E se gli jugoslavi sbarcheranno - puta caso - ad Ancona, a Ravenna o a Venezia, ci sarà· qualcuno pronto a gridare: « Via da Ancona! Via d a Ravenna! Via da Venezia!».

'!< * *

E questa ch e, lo ripetiamo, è una mortificante esibizione di vigliac· cheria nazionale, avviene in un momento in cui nessuno del vecchio o nuovo mondo intona il « via » da città o territori non nazionali o contestati. C'è nessuno in F rancia che gridi, ad esemp io, « Via dalla Saar! ». Eh, not A vete mai inteso guakhe socialista inglese g r id are il: « Via da ll'Egitto! ». Mai più. La Francia, che ha avuto un milione e m ezzo di morti , e altrettanti stroncati,. votava l'altro g iorno un miliardo, dicesi un mi liardo, per mantenere l'occupazione militare della Siria con 90 mila uomini. In Francia non si fermano treqi, -non si sospende la fabbricazione del mate riale bellico e l'opposizione socialista si limita a un discorso assai t emperato del p iù dott rinario dei .deputat i socia~ listi: Leone Blum. Cosi il Mediterraneo, salvo il tratto l ibico, dal quale i rinunciatari vorrebbero togliere l'Ìtalia, sta diventando . un mare francese. Grecia e Serbia compiono l'accerchiamento in Adriatico. Che cosa significhi ciò lo vedremo un giorno. Ma Sarà troppo tardi.

Bisogna decidersi, cari italiani. Scegliere: o la politica mondiale o ritirarsi a vita privata, sul })iede di casa; e diventare, se è possibile, una colonia di sfruttamento e di d ivertimroto nord-americana.

All'in domani di Porta Pia, Teodoro Mommsen sentenziò: non si resta a Roma senza un'idea universale! L'Italia laica non ha dato idee univ~rsali a l mondo e adesso - pavida - appare Come non più capace di reggere il peso glorioso della sua guerra. Si affioscia. Si « invacua ». Si sputa addosso. Ha un disertore al Parlam ento e vagheggia di disertare dalla storia d'Europa. Ma poiché vivere bisogna - e vivere di pane! - cari italiani, bisogna saper sfruttare le nostre risorse. Giosue Carducci, una ·volta, in un rovesciamento di nervi, voleva vendere· l'aug usta carcassa dell'Italia a un lord archeologo ing lese. Mediocre affare! Molto meglio affittare l'Italia per 99 anni a un trust di miliardari americani, c~e ne facciano una Montecarlo gigantesca, enorme, che va·da da Stresa a Taormina, da Venezia a Posillipo. Una formidabile organizzazione dell'industria del forestiero darà da vivere a tutti, compresi i letterati e i ruffiani .... Milioni di americani, uomini e donne, verranno a distendersi sulle nostre città, sui mari, fra i monti e ci saranno le greal actr~tiom vecchie e nuove, i venerabili e noiosi calcinacci dell'antichità e i casino , spettacolo~i. Tutta Ja gente sarà pasciuta e tranquilla. Credevamo di diventare un popolo g rande. Sche rzi della Storia! Diventeremo invece un popolo «grasso>>. Anche l'adipe può essere un idea le.

MUSSOLINI

Da li Popo!G d' Italia, N. 156, 1 lug lio 1920, VII .

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