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L' IGNOBILE « BLUFF »
A proposito della sollevazione anconetana, c'è una grave responsabilità, che è necessario individuare immed iatamente; e questa responsabilità ricade sull'Agenzia Stefani. Più volte, durante e dopo 1a guerra, noi e non soltanto noi, ci siamo lagnati per le deficenze di quest' Agenzia ufficiosa; ma, oggi, più che di deficenze, si tratta di un vero e proprio delitto perseguibile e punibile a termine del codice pena le.
Sta di fatto che il primo dispaccio annunciante il preteso ammutinamento dei bersaglieri era un Stefani e cominciava con queste precise parole:
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« Stamane all'alba un battaglione dell'Undicesimo bersaglieri, che d oveva partire per l'Albania, s i è ammutinato alla Caserma Villar ey », ecc., ecc.
Questa notizia catastrofica e falsa veniva diffusa in Italia e all'estero dall'Agenzia ufficiosa del Governo italiano. Se ci sorìo _degli incoscienti o dei malvagi, siano puniti, severamente, per insegnar l~ro che il giornalismo non è una fantasia e che le notizie non si debbono inventare! A questo bel servizio iniziale, reso· dall'Agenzia Stefan i alla n~zione che la paga, è seguito l'ignobi le bl,,fj dei socialisti uffici ali. N otiamolo giorno per giorno, per frustarlo a sangue e svergognarlo per sempre. N ell' A vami! del 27 giugno si narra di una « vera tempesta ». scatenatasi alla Camera dopo il disrnrso Bonomi, al grido d i « I soldati no n vogliono morire ! N on vogliamo altre gue rre !». L' on. Boccon i, « con gran forza », aggiun se :
« Anche se i benaglieri di Ancona non avesser o dovuto andare in _Albania, la loro rivolta ind ica che Sono stanchi dd servizio. Bisogna smobili tare! Ma invece dovevano proprio andare in Albania cd erano perciò pronti due piroscafi nel porto. Orbene, i sold ati non vogliono partire per nuove guerre ». ·
NelJ'A vanti! dello stesso giorno, in una nota redazionale, è detto :
« Anche i soldati, dopo la terribile prova della guerra, non sono allatto disposti a farsi macellare ancora e, specialmmte, in imprese contro la libcrt.à di altri popoli».
Opera Omnia Di Benito Mussolini
Su questo tema dei bersaglieri anconetani decisi a non partire per l'Albania e scesi a far causa comune coi rivoluzionari, insiste il mani· festo conf ederal-pussista pubblicato sull'Avanti! del 29 giugno:
« Il proletariato - dice il manifesto - non intende supinamente farsi tril.SCinare ancora al macello. Ed i soldati, che, malgr~do le menzogne e le calunnie contro i loro fratelli operai sparse a piene mani nelle caserme, conservano intatta l'anima di proletari; i soldati, che sentono vivo ancora tutto l'orrore cd il ricordo dei patimenti di guerra; i soldati, che vogliono finalmente lasciare le caserme, essere restituiti alle loro famiglie ed al lavoro utile e fecondo-, i soldati si rifiutano di partire».
Il tas;liacalli on. Maffi Fabrizio,. nel suo sproloquio, ripete :
« li popolo è stanco di guerra e di avventure militari e i fatti di Ancona altro non sono che u n episodio di q uesta stanchezza e di questa recisa volontà di non voler altre guerre ed altre avventure. E ciò è tanto vero, che fatti con~imili si sono oggi verificati altrove».
Ma nell'A vanti/ del 30 giugno, in quarta pagina, prìma colonna, si nota un ripiegamento in buon· ordine. Non si tratta di ammutinamento, diremo cosl1 anti -albanese o sovversivo. I fatti · sono assa i più modesti.
« Lo stesso episodio della caserma Villarey deve essere messo nella giusta luce e nella g iusta portata, affinché l'osservazione psicologica della situuione non sia sorgente di grandi illusioni e di grandi speranze.
« I.a prima più profonda radice del movimento va rice rcata in una idiota propaganda professata da alcuni ufficiali ai bersaglieri perché non fosse sciolto il battaglione alloggiato in quella caserma. Si diceva che tale battagliori.e aveva il diritto a ·rappr esentare il corpo dei bersaglieri a preferenza di altri battaglioni per le spe<:iali benemerenze patriottiche. Si era così diffuso ne l reparto un malcontento altre ttanto profondo quanto cretino.
« A llorché si seppe che gli uomini de l battaglione dov~ano p assare ad altri reparti in partenza per J'Albania, a ltro malcontento si aggiunge al p rimo.
« In città tutti sapevano che nella caserma Villarey esisteva del malumore, come tutti conoscevano che i soldati si dovevano arrunutinare. Allorché venne l'annunzio -della partenza, l':unmutinamento, di cui tutti parlavano ed a cui po· chi credevano, scoppiò con la partecipazione di limitato numero di militari e di un:i. ventina di borghesi penetrati nella caserma, nel momento in cui i soldati si sollevavano.
« Per altro è necessariò notare che questi borghesi non rappresentavano ness un partito, ma che .erano amici d ei. soldati sollevatisi. Questa la v~a portata dei fatti della caserma, la quale era trincerata ·all'intorno; le trincee erano p erò senza difensori ».
Da questo brano si deduce c:he se ammutinamento vi fu, ebbe orisine da un esagerato « spirito di corpo»; che il numero dei militari parte- c,ipanti fu l imitato; e che il numero dei borghesi penetrato nella caserma era esiguo e non rapp resentava nessun partito.
F inal mente ne ll'A vanti! d i ieri1 prima pagina, qu inta colonna 1 l' inviato sp eciale ad Ancona è costretto, dall' evidenzà dei fa tti, a « smontare » del tutto l'ammutinamen to nella sua genesi, che non fu rivoluzionari a, e nel suo svolg imento, che fu anti-rivo luzionario.
« L"an.imo dei sold ati - scrive l'Avanlil - era stato p reparato alla ribellione con una son.la ed attiva propaganda degli ufficiali, propaganda mirante ad impeòire lo sciog/imffito del battaglione. Infatti gli steS5i bersaglieri che si erano asserragliati nella caserma, esclusi pochi elementi che sono ora incarcerati nella cittad ella, mossero all'assalto del forte Savio, che J'autorita milit:ue credeva ancora occup ato J ai borg hes i, al grido di "urrah" e di "viva i bersaglieri!''..
I medesimi bersaglieri, iltnne, prima che fo55ero a llontanat i da Ancon.1., cooperarono con g randissimo zelo al cosiddetto ristabi limento dell'ordine, guidati d ai loro ufficia li, che, pieni di baldanza, sedev:ino negli a utocarri, innanzi all e mi· tragliatrici Q uindi nulla di rivoluzionario, nuUa. d i sovversivo in qu~ti militari. Ess i avevano chiamato i borghesi - forse anche questi sobillati da.gli uffi cialinell a speranza che la presenza dei borg hesi nella faccenda avesse i ndotta l'autorità a mantenere il battaglione in Ancona.. Conforta q uesta ipotesi i l fatto che una ventina Ji borghesi, sino dalla sera innanzi, erano ent rati nella caserma, t rattenendovisi tutta la notte, e, cosa strana, né l"ufiiciale di picchetto, né i sottufficiali, né i marescialli, ecc , avevano visto nulla. Evidentemente fin tesa era quella di essere provvi soriamente ciechi; allorché la rivolta prese car.utere sovversivo, i ciechi riacq uistarono la. vista e diressero molto bene le pa llottole delle mitragliatrici sui lavo rato ri , al g rido di ''viva i bersaglieri!'' ».
Dinanzi a questa prosa d el loro organo uffic~oso ch e cosa p enscu nno i p roletari u t ili, n on tanto paz ienti e contin~amente turlupinati ?
Gli si era dato a bere che u n battaglione di bersaglieri si era ammutinato per non andare a Valoria Il battag lione si riduce a quindici uomi ni e io realtà a quattro, dei quali due automobilisti. Gli si eca dato a bere, al proletariato, che queste truppe erano passate dalla parte d egl i inso rti, e, fr a parentesi, che qualche cosa di simil e sarebbe accaduto a M ilano, e, invece, i « bersaglieri dell'Undicesimo hanno cooperato con grandissimo zelo al rist abilimento dell'ordine». « Con grandissimo zelo», p erché « volonta riamente » !
Di più e meglio. Si annuncia da Ancona « che i bersaglieri d ei tre battaglioni ch e hanno sede nella caserma V illarey hanno chiesto di essere inviati tutti volontariamente nelle primissime linee d el fronte albanese , perché la gloria del reggimento splenda anco ra una volta ».
Oggi l'Avant i .', e con lui la frateria dei minori sovversivi, è costretta a buttare l'acqua fredda della delusione su lle « g randi speranie », concep ite cd esaltate col fracassoso contegno del G ruppo Parlamentare p ussista
Povero proletariato! Io che ti voglio bene, perché riconosco e apprezzo la tua utilità sociale e credo anche n ella tua capacità di progredire, io ti compiango molto, perché ti lasci menare per il naso da una camarilla di ex-borghesi o di borghesi politicanti che ti ubriacano d i parole per succhiarti il san'gue !
Mussolini
Da li Popolo d'Italia, N. 157, 2 luglio 1920, VH.