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IL DILEMMA DI SOLERI RESTRIZIONI O CARESTIA
La nostra situazione granaria, nelle cifre. progettate dall'on. Soleri, sottosegretario agli Approvvigionamenti, è assai grave. Ecco.
Per dare il pane ai quaranta milion~ di italiani dal lug lio 1920 al luglio 1921, occorrono settanta milioni di qu intali di grano .· Il nost ro raccolto, per cause naturali e artificiali, non escluse, fra queste ult ime, . il sabotaggio leghistico rosso e bianco, arriva appena ai quaranta milioni di quintali.
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Occorrono, quindi, trenta milioni di 9,uintali di grano, che bisogna importare dall 'estero.
Da quale «estero·»?
Da uno studio pubblicatO sul numero odierno del Rinnovamento si deduce che ben poche nazioni eu ropee hanno grano in più da esportare e in ogni caso - in misura insufficeritissima ai bisogni generali. l e nazioni esporta~rici di grano del raccolto in corso sono Je seguenti: l'Ungheria per sei milioni di qui.ntali ; la Romania per una quant ità non precisabile; la Bulgaria e la Jugoslav ia.
Queste quattro nazioni potranno esportare dai venti ai venticinque
· qu intali di grano. Nemmeno quanto basta per il fabbisogno italiano ! Tutte le altre nazioni d'Europa hanno una produzione granaria insuf. 6ccnte ai bisogni. La stessa F rància, che ha un raccolto splendido, dovrà, per «saldare», importare da i quindici ai venti milioni dì quin· tali di grano !
L'Europa non basta ai suoi bisogni. Non si possono fare calcoli positivi su( mercato del sud·est russo o su quelli asiatici. · la massima economia di consumo si impone, se non si vuole piombare nella carestia. l sci miliardi di deficit attuale ch i li paga? Soleri, forse? In un modo o nell'alt ro, oggi o domani, è la nazione che dovrà pagare o perire.
Resta il mercato del nord e del sud.America. Negli Stati Uniti il raccolto attuale assonima a 781 milioni di b111hel (un btuhel è uguale a ventisette chilogrammi), con una differenza in meno, in confronto dell'anno scorso, di 160 milioni. Tenuto conto di 200 milioni di b111hel ·accantonati dal raccolto del 19 19, risulta che gli Stati Uniti potranno esportare grano in· qulntità abb~stanza notevole. .
Anche il Canadà può esportare, perché l'attuale raccolte> tocca i 260 milioni di bll!hel , in confronto ai 176 dell'anno scorso.
L'Argentina, secondo mercato mondiale granario, annuncia un raccolto inferiore a quello dell'anno scorso; ma poiché aveva ancora trenta mi lioni _ di quintali di grano, si può calcolare che potrà esportare una forte quantità di granagl ie.
In tutti g li altri continenti la produzione granaria non basta ai bisogni locali.
Ammesso che si trovi, un po' in Europa e il resto in America, tutto il grano che occorre agli italiani, resta il problema formidabile del prezzo. Noi _ dovremo comprare la massima parte del nostro g rano in paesi coi quali abbiamo un cambio pessimo. Supponete di d overe importare tjùin• dici milloni di quintali dall'America col dollaro - attualmentea diciotto ( n iente esclude che possa sal ire a vent i e più) e avrete una idea dell'aggravio finanziario che peserà sul bilancio statale. Se il defiàt annuale per l'attuale prezzo politico del pane è calcolato in sei miliardi, n ell'anno prossimo tale cifra ingente sarà sorpassata.
Davanti a questa event ualità, il dilemma si pone in questi chia ri termini : o bancarotta o aumento del prezzo del pane. la questione va · spogliata da tutt_e le imbecilli orpellature demagogiche, care ai pessimi sti.
Quando la Camera avrà approvato i proget ti fisca li presentati da G iolitti; pot rà, senza smentire il voto del 1° marzo, affronta re e risolvere la questione del p rezzo d el pane. O due tipi di pane a p rezzo diverso, come sosteneva, con chiare argomentazioni, su queste colonne, Angelo Scalzotto, o due prezzi politici per lo stesso tipo d i pane.
Se altre soluzioni più radicali e ragionevol i. esistono, siano adottate. Non abbiamo apriorismi. Ma, dopo la chiara e terribile espos izione dell'on. Soleri, rion si può più dilazionare il problema. Bisogna porlo e risolverlo.
M USSOLINI
Da Il Pof1olo d' Italia, N. 182, 31 luglio 1920, VII,