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UN MANIFESTO DEI FASCI DI COMBATTIMENTO SULLA SITUAZIONE

Italiani!

L 'a~ilimento e la deg radazione toccano il colmo! Per l'an ima nazionale, Vittorio Veneto sembra divenuto l'omb ra di un ricordo! In quest'ora ottenebrata dal presagio di . sven~re maggio ri, gett iamo, rampogna e inonito, questo proclama l la_ massa inerte ed ostile non ebbe mai un compiuto senso della libertà. S'accucciò senza rivolta alle scudisciate e si gettò venale sulla piccola moneta. Vide la pace di Villa franca, il delitto d'Aspromonte, la v iltà d i Custoza e dì Lissa, ed il martirio di Menta na, senza un ·sussulto e senza un grido! Preferl raccattare la sua, Unità a nziché con • quistarla; preferl fjntrigo furbo a ll'eroismo diritto, e il mondo ci trattò come si trattano i pezzenti e i disonesti

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:E dovere che incombe a noi, di una Patria divenuta coscienza e fede, ostinati ed ormai solitari· assertori!

Piegherem_o noi, se piegano le grandi masse? Arderemo i nost ri vessilli, perché questo disgraziato popolo, « vecchio titano ignaro», persiste, con trag ica apatia, ad offrire il volto a tutti i ceffoni?

Dura ed eroica opera quella delle minoranze! Ad essa soltanto il Paese deve l'indipendenza e forse il mezzo di una possibile grandezza ! :B storia di ieri.

Vorremmo noi oggi rinnovare simil i fast i ? Vorremmo perpetuare una mentalità di schiavi? Avremmo dimenticato forse l'epica gran· dezza di una guerra vinta? Non siamo scesi a difesa delle libertà na· zionali per libero consenso e, da soli, non abbiamo determinato il crollo del Moloch tedesco? -E da ciò non sorgon dei diritti da imporre, · dei retaggi da difendere? ·

L'indifferenza in quest'ora è diser:done bassa e incosciente . Noi, che nel fulgore di undici rutilanti vittorie non abbiamo soJlevato mai con gioia oscena il ciarpame di Caporetto, vogliamo rivolgervi fronte a fronte, o italia ni, q ueste dure domande, pronti anche a bollarvi fra ciglio e ciglio, se falliste. il responso. ·

Da un anno, dòpo la notte di Ronchi, Fiume arde immut:i.ta nel suo martirio, abbandonata da tutti, vi lipesa ed insultata da governanti infami e da una plebe mancipia di rinnegati e venduti agli interessi stranieri! lltrliani!

L'Italia, a ventun mes i dalla sua vittoria, è andata mendicando sui mercati deJla politica internazionale considerazione ·e giustizia e non ha raccolto che d erisione e compatimento! Le sue sorti sono cadute in mano a una fazione di mestieranti politici di ogni colore e di ogn i risma , attraverso il succedersi di minist ri e di ,:ninisteri, per g iungere all'ultimo avvilimento di cedere alla t racotanza di poche bande b arbariche, p robabilmente mercenarie d'interessi alt rui.

Garibaldi ammoniva « esser colpa il lasciar fare a chi t occa, poiché nulJa si sarebbe mai tentato in Ital ia, se mancasse la spinta di chi non vuol rimanere pianta inutile >>.

I Governi non si fanno mai iniziatori ; avversano, se cattivi; possono secondare, se buon i.

La salute è in voi!

Da Il Popol o d 1Italùr, N. 189, 8 agosto 1920, VII _(o, 17).

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