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L' INTESA E LA RUSSIA
L'avvenimento clamo~oso della polit ica internazionale è costituito dal comun icato diramato ufficialmente dal Governo francese. Nel quale:
1. si riconosce come Governo rappresentante del popolo russo il Governo ed il generale Wrangel in Crimea;
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2. si inibisce all'addetto commerciale francese a Londra d i e ntra re in rapporti coi delegati commerciali dei Sovièts, signori Krassin e Ka· meneff.
Brevi osservazioni. Che cosa rappresent i il generale Wrangel non sappiamo. C'è un Governo in Crimea? E un esercito? Le notizie che si hanno sono imprecise. Dopo il triste epilogo d elle avventure mili· tari di Denikin, Koléàk, Judenik, il pubblico occidentale è portato allo scetticismo circa la possibilità di a bbattere dall'interno il regime dei SoviètJ. Ad ogni modo, la Francia. imbocca recisamente la strada di una politica anti-bolscevica. La nota del Governo di Mi1lerand, all'indomani del colloqu io di Hyte, è il segno che la cdsi dell'Intesa è giunta "al punto tipico che rende - ci si perdoni il bisticcio - impossibile ogni intesa.
Nei riguardi del!a Russ ia bolscevica, ognuna delle quattro nazion i che formano (o formavano?) l'Intesa ha _ una «sua» politica.
La Francia misconosce Lenin e riconosce Wrangel.
L'Inghilterra flirta con Lenin et p011r (NIJe , Teme la sollevazione bolscevica del mondo indiano
G li Stati Uniti sono agnost ici: né Lenin, né Wrangel, n é alt ri, sino a quando la situazione generale russa non sia definita.
Finalmente, l ' Italia, colle dichiarazioni recenti del conte Sforza, ha deciso di riconoscere il Governo di Le nin, non solo commercialmente, ma diplomaticamente, co!Io scambio di ambasciator i fra Mosca e Roma.
Quattro Stati, quattro politiche diverse in una questione fondamen• tale, com'è quella ·_dei rapporti con la Ru ssia! Ormai s i può incidere un'epigrafe su quella che fu l'Intesa. :B assai difficile poter trovare una linea mediana fra t esi cosl radi calme nte e pratictJJnente divergenti.
Delle nazioni vinte, la Germania e l'Austria - il mondo tedesco insomma - p endono, per necess ità ev identi, verso la Russia. :B chiaro che l'essere pro o contro la Russia bolscevica può determinare nuovi raggruppamènti fra le potenze europee. Il contrasto fra la condotta dell'ltalia e quelJa deJla Francia - a proposito della Russia - è tot::i.le Ora, si domanda:
Quale politica, fra tutte, è la migl iore ? Quella che ignora, o nega, o oscilla; o quella che agisce nella realtà e sulla realtà ? La polit ica itaJiana, jnsomma, è uno sproposito o una ant icipazione? Leggerezza o saggezza?
Sino a p rovà contraria noi crediamo che la politica di riconoscimento diplomatico adottata dall'I tal ia - nei confronti dei SoviètJ - sia la più pratica, la più liberale, la più umana e la più efficacemente - non sembri un pa radosso! - anti-bolscevica. Non è colla violenza dall'esterno, a base di guerre e di blocchi, ch e si avrà ragione del bolscevismo. p iuttosto dal contatto coll'Eu ropà. occidentale che il bolscevjsmo perderà le sue suggestionatrici aureoIC di mito (e le va già p erdendo), si rivele rà nell a sua vera specie e finirà per trovare n umeros i compromessi necessari fra le sue rigid e teorie e la mutevole complessa realtà.
MUSSOLI NI
D a li Popolo d'Italia, N. 193, 12 agosto 1920, VII.