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IL MANIFESTO

Dei Fasci Italiani Di Combattimento Per La Celebrazione Della Marcia Di Ronchi

l ta/ia11i!

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Un Governo imbe11e, una diplomazia impotente, un popolo d imen· tìco di Vittorio Veneto, un Parlamento esau rito, una perfida trama d ' jn. teressi plutocratici stranieri, insidianti . l'italiani ssima città del Quarnaro: tale nel settembre 1919 la situazione italiana ed internazionale alla vigilia della marcia d i Ronchi. Solo Gabriele d'Annunzio poteva rompere questo fosco incantesimo; solo l'Uomo che aveva preceduto le ondate d'assalto dei Fanti eroici sul Veliki e sul Timavo; osata b. Beffa di Buc~ari; recato il tricolore dell'ala ita liana su Vienna; solo Gabriele d 'Annunzio poteva tentare il g rande gesto di rivolta contro l'ignavia n azionale e le cospirazioni stra niere annidate a Versa.glia. Egli volle ed osò,

Con un pugno d'uomini, granatieri e arditi, votati come lui al risch io e aila morte, partl da Ronchi , n ella notte dell'll •settembre, sorprese i dormienti, travolse ·gli ostacoli, e piombò, prima ancora che l'alba si d elineasse agli orizzonti dell' Istria, sulla città, accolto da un ind icibile entusiasmo d.i popolo. Egli e i suoi l egiona ri giungevano ap· pena in t empo per salvare Fiume dalla gendarmeria inglese e dalle orde croate. Sem bra vaga leggenda lontana, ed è p alpitante sto ria di ieri!

Italiani!

I Fasci di Combattimento vi invitano a celebrare con austera dignità l'avvenimento destinato a r estare fra i più memorabili deJla nostra Storia, llttliani!

D a un anno Gabriele d ' Allnunzio, i suoi legionari, il popolo di Fiume, malgrado il blocco, le diffa mazioni, le sofferenze di ogni genere, resi.Stono in faccia all'Italia e al mondo.

L' Italia ufficiale non osa annetters i la città o lo vorrebbe attrave rso indegne rinunce di'altre terre adriatiche. fiume ha lungamente atteso, lungament e sperato, troppo a lungo sofferto L'Ita lia ufficiale h a risposto alla passione di un popolo col forma lismo del protocollo diplomatico.

Ora, fjume sj rivendica in Stato indipendente. :E: un altro gesto di sacrificio che essa compie in nome dell'Italia e per agevolare l'Italia n ella conclusione della pace .adriatita.

Esigete dal Governo il riconoscimento dello Stato libero del Carnaro e l' applicazione integrale del patto di Londra!

Date la vostra fervida solidarietà a Gabriele d'Annunzio e ai suoi legionari! Essi hanno altamente bene meritato della Patria. Ricordate: più che una città hanno salvato un ideale; quello dei popoli liberi in un libero mondo!

Viva Fiume Itali~a !

Gloria a D'Annunzio e ai suoi Jcgionari ! JL COMITATO CENTRALE DE I FA S CI ITALIANI 01 COMBATTIMENTO

D;i. Il Popolo d'italid, N. 202, 24 agosto 192 0, VH (o, 20)

A _QUANDO LA DECISIONE ?

Coloro che attendono dei << fatti » dal convegno di Lucerna sono rimasti amaramente delusi. Il comu nicato uffici;tle di ramato alla fine del convegno è un documento che sta fra l' expo sé e il sermone. Non c 'è traccia di decisioni. Nessuna concreta soluzione di determinati problem i concreti. Ci sono degli orientamenti o, se si vuole, delle premesse. Nie nt' altro Con questo non vog liamo togliere ogni importan za al conveg no di Lucerna, perché pensiamo che nel. comunicato si siano sottaciute molte altre cose inte ressa nti , attorno alle qu::ili deve essersi s volta h conve rsazione d ei due ministri.

Circa la. premessa sulla necessità sempre più urgente di dare la pace alla travagliatissima Europa, l'accordo è genera le. :8 importante che fra le condizion i necessa rie per addiven ire a questa pace, i due Premic-r abbiano messo in prima fila « l'osservanza dei vari trattati di pace » da parte dei vinti; con spirito di lealtà. Il che potrà giustificar~ uno spirito di moderazione da parte dei vincitori. Ci sono stati, dunque, dei vinti e dei vincitori e ciò è sig ill ato in un documento solenne che reca la fi rma di Giolitt i.

Q uesta prima parte del comunic.i.to è stat1 accolt1 ·con viva sodd isfazione in Francia, e non poteva essere altrimenti.

Secondo punto: rapport i colla Russia. Il documento affertna la necessità d i àddiveni rc all a pace a nche co lla Russia e prec i~am ente colla Russia governata dai cosiddetti S oPi h s In ciò l'opin ione p ubblica italiana è unanime, Ma, a nche qui, il comunicato ang lo-it1li ano viene a dar ragione alle diffidenze francesi e .illa l ineL diplomatica :1dottata daJ Governo francese nei confronti dei bolsc'evichi. n di gra nde interesse, non so lo per la Francia, ma per tutti, che nel documento Lloyd GeorgeGiolitti sia cosl altamente ed esplic itament e deplorata la mala fede e l'atteggiamento« s inistro» dei S0 vièts1 che« respinse il suggerimento del Governo inglese per un armistizio in condizioni che avrebbero garan· tito i l territorio russo contro qualsiasi aggressione e continuò l'i nvasione della Polonia etnografica allo scopo di conquistare questo paese con la for za d elle a rmi aJla istituzione de i S ovi JJs ».

Dopo di che è probabile che in F rancia non siano poch i a conclu- dere: vedetè che aveva ragione Millerand? Siete o non siete ora persuasi che con quella gente è inutile trattare?

! un fatto che, nella sua assçnza, il « comunicato » di Lucerna segna un riavvic ìnamento notevole alla politica russa seguita dalla francia.

Più importanti, per noi, sono le dichiarazioni fatte ·da Giolitti a i giornalisti italiani. L'on , Giolitti ha dichiarato testm.lmente che - comincino o no gli jugoslavi - 1c trattative per il problema adriat ico si syolgeranno f ra g li interessati. Domandiamo in primo luogo: q ua ndo?

E su quali basi ? Solo i rinunciatari possono gongolare davanti a questa prospettiva; noi, no. O lo potremmo se ponessimo gli interessi della fazione al d isopra di quelli del paese. Perché si può essere ce rtissimi che le tratt.1.tive dirette condurranno ad un altro disastroso lamentevole ins uccesso. Con un Trumbié che a Pallanza - primo quadro della pelli cola! - vi comincia col rivendicare i diritti della Jugoslavil su San Pietro al Natìsone, Gorìzia, Trieste, che cosa ·è possibile combina re? Niente, e lo si vedrà. Noi crediamo che dopo i p~cccdenti di due ann i, e in vista della riSoluzione fiurr1.1na del problema di Fi11me, l'Italia più che trattare debba agire: applicare cioè il patto di Londra, che ci garantisce in Dalmazia e soprattutto al Nevoso. Purtroppo c'è ancora qualche anima ingenua che crede di poter conciliare il diavolo croato coll'acqua troppo santa degli italiani. Si ricominci pure a chiacchierare nelle sale di un albergo qualsiasi, ma il risultato sarà immancabilmente nullo. Ci sarà un'u m iliJZionc in p iù da aggiungere alle infinite a ltre subìte dall'Italia, che vanno dai ridicolissimi 11/timatum del febb r.1io scorso allo sgombro di Valo~a !

Attenzione! Il ministero Giolitti, malgrado taluni uominì che lo com· pongono, delinea, in materia di politica adriat ica, un:1 politica più cagoiesca di quella del suo predecessore. Per fo rtuna, l'ultima parola sul Nevoso e in Dalmazia la dirà, deve dirla, G:1b rielc d'Annunzio! Se l'Italia ufficiale - vigliaccamente - non avrà il coraggio di po rtare i suoi giusti, sacri confini al Nevoso., ci penseranno i legionari di Fiume.

E. Fiume che impedirà, armata mano, le miserabili rinunce delb diplo~ mazia di Roma.

Da li Popolo d' l 1alit1, N. 202, 24 agosto 1920, VII (o, 20) ·

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