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DOPO . IL DISA STRO BOLSCEVICO
ANCORA IL « PUS » TRIESTINO
Decisamente, il lavoratore, organo quotidiano del sempre imperialregio p ussismo triestino, ha perduto la testa, dato che l'abbia mai avuta . Nelle sue oscill azion i guerrafondaie se i russi vi ncono e paci· fondale quando perdono, non c'è p iù stile. Sono i barcollamenti grotteschi di un ubriaco fradi cio. Nel n ume ro di m:irtedl 24, c' è un articolo di fondo di quel povero Enrico Leone, nel quale si sostiene questa strabiliantiss ima tesi: che la ritirata dei russi da Varsavia è stata sponta nea, volontaria; ch e detta rit irata è un f enomeno t ipico d i una guerra condotta con criteri .... proletar.i; che, insomma , i russ i non sono caduti ... ; volevano semplicemente scendere. Enrico Leone, nella sua presa ìn giro del pubblico, va sino a dire che la disfatta dei russi è per foro un ti· tolo di « nuova storia».
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G loriosi, sempre, i bolscevich i.
G loriosi quando vincevano, e allora si è visto a quali altezze irnbott itrid sa g iung ere il lirismo guerrafondaio del giornale che ispira la prosa Jeoniana; gloriosi quando perdono. Sempre g loriosi.
Coll'aria di un uomo che scrive sul serio - mentre nell ' intimo ci sghignazza - Leone ha il coraggio di stampa re queste parole:
« Ma il nostro cuore - scrive . I.rone - di d evoti amici della pace fra g li uomini come coronamento d i tanti secoli di lotte immani, ci suggerisce il più vivo compiacimento di fronte a questo sesto dei soldati della comune libertà del mondo».
Ma Trofzk y non è dello stesso avviso di Leone, perché in un pro· dama, che incomincia lo stesso articolo di Leone, afferma che « occorre schiacciare i signorotti polacchi. ... >>.
Enrico Leone - grave lo stomaco d i tagliatelle alla bologo·ese e tor. pido il cervello di vapori etilici -non avverte la contraddizione pietosa in cui si è cacciato e conclude l'articolo con questo fin ale, che può figurare fra i colm i del grottesco:
« Di fronte allo spirito della rivoluzione russa - sentenzia Leonel' "avere evitat o un' ecatombe" che il riconoscimento giuridico <lell'Jng hilterra, dell'Italia, della Germania, rendeva oramai per larga parte un pleonasmo, è vera gloria. La sola gloria che i prole1ari di Russia affrancati, messisi a capo di una forma pacifica di vita socia le, sapranno apprezzare! E chiss¼ che un giorno, com e si è eretto il monum ento all'operaio metallurgico dinanz.i al D11<Wez T11,1dà, non se ne eriga un a ltro a l Comitato rivoluzionario, che, sotto V arsavia, h a fa tto tacere il cannone, con l'epigrafe solen ne : "Vinse rinunziando a vincere - fece sentire la potenza della spada - riaguain:indola" ».
Scherza o d ice su l serio? Secondo Leone, i russi hanno perduto p e[. ché hanno voluto concedere a se stessi il capriccio masoch istico di una disfatta in piena regola. Sempre paradossali quei russi che pot rebbero sfravinccrc e preferiscono «regalare» graziosamente centinaia. d i cannoni, mig liaia di mitragliatrici e decine di migliaia di pr igion ieri al nemico!
Sol:lmente c'è da osservare che questa interpretazione tolstoianamente trascendental e della grand iosa disfatta bolscevica, è in contradd izione con quello che sta mpa , su un bel titolo di tre colonne, il ùt11ora/ore ; secondo i,l quale << l'esercito rosso prepara la rivi ncita». Poi c'è - anch e - u n comunicato bolscevico in data 23 corrente, che dice:
« Viol enti comb:m i mmti si svolgono nella r egione di Brest-Litovsk contro il nemico che ha preso l'offensiva. Violenti combattimmti si svolgono anche nella r eg ione di Wlad imir Wolynski. Nella regione di Giolecho wa i combattimenti continuano».
Non è dunque il bolscevismo che ha ringuaillato spont aneamente la «spada», come \'uol dare a bere l'illustre Leonc; sono i polacchi che g liel 'hanno fatta ringu:i.ina rc. Tant'è vero che i russi combatto no ancora e non sembrano rassegnati alla disfatta. E i proclami altisonanti di Trot2ky quando s i tratt ava di cntnre a Varsavia ? Adesso che l'uva p olacca è acerba, l'orso russo - per bocca di un Leone senza Hinicrap roclama « non volevo! )>. ·
"8 la fa rsa accanto alla tragedia!
Da l i Po polo d'lralia, N . 204, 26 agosto t.920, VII.