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IN MARGINE ALL'OSTRUZION ISMO DEI METALLURGICI
La Lettera Del Senatore Salmoiraghj
.La lettera ~be il senato re Sa lmoiraghi ha pubblicato stille colonne del Sol.e è un documento di p rimissimo ord ine, anche se non avrà conseguenze dirette circa la soluzione o meno dell'attuale conflitto. li nostro giudizio deriva dalla consta tazione del tentativo fatto dal senatore Salmoiragh i di spezzare il m agico e fragile circolo vizioso iD. cui si dibatte l'economia specialmente ind ustriale della nazione.
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Si fa uno sciopero per avere un aumento d i sala ri; ma q uesto nuovo aumento è annullato dal conseguenziale e inevitabile. nuovo aumento del caro-viveri, p er cui è necessario t ornare allo sciopero e cosi via all'infinito.... I.a lettera del Salmoiràghi si può dividere in tre parti. La prima è una melanconica constatazion e delle condizioni in cui versano le nostre industrie : se s~ va avanti ancora qualche mese, con questo galoppo distruttore, bisognerà demoli re l e officine e vendere i macchinari a peso di ferro vecchio, mentre gli operai dovranno recarsi aH'estero a farsi sfruttare più esosamente. Il quadro abbozzato dal senatore Salmoiraghi non è esagerato Ma più interessante è fa seconda parte, n ella q uale il senat~re _ Salmoi raghi espone alcune idee, d1e, pur non essendo originalissime, sono rimarchevoli., ·anche per il fatto che sono enunciate da un uomo che non go deva fama .. .. di liberalismo in materia di confli tti fra capitale e lavoro.
« Innanzi t utto deve entrare negli ind ustriali - dice Salmoiraghi" - la persuasione che non è più il tempo di fare dell'i ndustria di propria e vera speculazione i ndividualista, ma che, piuttosto, l'industria è da considerare come· una vera funzioo~ sociale, e quindi d eve b.tttere _ una via diversa da quella fin q ui batt uta.
« Tutto i! persona le addetto ad un'industria non p uù più essere considerato come estraneo au·industria, come collaboratore, diciamo, di ventura, ma come collaboratore- deve essere considerato· assai più attaccato al buon risultato dell'impresa, n on soltanto col forfaù della mercede (cottimo compreso) o dello stipendio, che sono già un riconoscimento· della prest aziorie materiale, ma anche come un ver o intcre~sato all'esito final e detrimpresa od esercizio indusuiale o commerciale. D 'a ltra parte sarebbe creare addirittura un ambiente insopporta bi le d i difficoltà aJrindustri a se si pretendesse di far partecipare "il personale alla direzione, sia t ecnica che amminiHrativa, delle aziende».
Queste idee ha nno occasionato vasti dibattiti in Inghilterra e in Francia. Anche noi crediamo, e possiamo aggiungere di essere in anticipo sul senatore Salmoiraghi, che certi luoghi comuni non abbiano più luogo di essere. L'industriale non deve considerarsi come . il padrone di un'azienda che lavora a suo profitto, ma come un capitano che conduce una battaglia: quel la del lavoro.
Ammesso q uesto « spostamento » di funzione e di valori, ne consegue che i soldati di qu esto capitano non possono essere più considerati come materia bruta e passiva, ma come collaboratori della guerra e della vittoria. Continuando nella similitudine guerriera - che è oggi d i moda ! si può aggiungere che è perfettamente logico che i soldat i opera i non abbiano diritto di partecipazione a queJla che s i potrebbe ·chiamare l'alta di rezior.e «st rategica» dell'azienda, mentre hanno diritto invece a una parte· del 'bottino, Ja éui m aggio re o minore.quantità dipende rà anche dallo zelo produttivo degli operai stess i.
Dopo queste premesse, il senatore Salmoiraghi cosl e nun.cia la sua proposta:
« Istituire una Commissione mista, che fosse una vera n uova a utorità sindaci.le, munita d i t utti i poteri necessari per sviluppare la sua azione nel modo ~Jiù equo e con la salvaguardia di tutti gli interessi in conflitto, che controllasse l'amministrazione deUe vat·ie unità industriali, c05l da intervenire, con norme ;:irtstabil ite, alla partizione degli utili fra capitale e collaboratori che CO!}COrsero al conseguimento dell'utile stesso, iinpiegati ed operai. · la vorticosa simulta neità deg li avven imenti non c i ha permesso d i illustrare le fasi ultime della vertenza, precede nti l'applicazione dell'ost ro• zionismo. Lo facciamo ora, sempre in ·tempo, sebbene in ritardo. La tesi degli operai ci è apparsa confortata da deboli argomenti; ma ancora più deboli, malgrado la ·copia dei dati, ci sono apparse le argomenta• zioni in sostegno della tesi pregiud izialmente negativa degl i industriali.
« L'importa nte è 'di studiare un regolamento in· guisa che non sia tolto lo stimolo ad impil'gare denari nell' industria cd ai g iovani di partttiparvi p rcpa· ra ndosi a co ndu rla con inteHetto ed amore.
« Questo io volli dire a ll'assemblea e, naturalmente, vi insiste i, perché dall a sola esposizione si potesse intuire un:i prova che non si nasconde né si vuol nascondere nulla delle vere condizioni industriali.
« Io lascio a tutti di pensare l'effetto che fa rebbe nel pubblico italiano il sapere che gli iodustriali sono disposti a studiare, d·aCcordo con le o rganizza· :Uonl sindacali, la mi~ proposta».
Quantunque l'A11t1nlil affetti di trovare« ingenua» ed <e accademica » 1a proposta Sa lmoiraghi, basta ragionarci un po' sopra per comincersi .che essa rappresenta un fatto nuovo di grandissima im portanza. La proposta Salmoiraghi significa questo: controllo d egl i opèrai ( perché i: chiaro ch e essi sarebbero pariteticamente rappresentati nella Com'missiÒne mista arbitr,1le) sulla gestione delle industrie e compartecipùione agli utili da parte degli operai ed impiegati.
La proposta, in tesi di massima, ci piace; desidereremmo però che il se nato re· Salmoirag hi la precisasse di più. In ogn i caso, l'on. Laj:,riola deve tenerne conto.
. L'avv. Rotigliano ha tracciato un quadro troppo «disfattista,> deJJa ·situazione. Ci sarebbe, _q uasi quasi, da r ingraziare i delega ti operai, i quali , coi loro memoriali, h anno tolto una pericolosa e stolida illusione a l pubblico italiano: q uella di possedere ur?,'industria del metallo. Senza la presentazione dei quattro memoriali, il buon pubblico italiano av rebbe continuato a i lludersi su ll'esistenza di un 'industria nazionale. mentre niente esiste L'avv Rotigliano h a steso l'atto di decesso dell' indu· stria del metallo. Non c'è che da chiudere bottega! Che i l prez.zo delle materie prime e, particolarmente, del carbone - perché, g raz ie a D io, un po' di ferro ce lo abbiamo in Italia e, sembra, a sentire l'ingegnere Belluno, in quantità quattro volte superiore a q1:1ella dell'ante-guerra !sia esor bitante, non neghiamo. Ma "di ciò gli operai hanno relativa· men te pochissima responsabi lità, Se la nostra diplomazia si è dimenticata di trattare anche la questione del carbone, non si può onest amente attri buirne la colpa alle maestranze industri ali! D'altra pal'te, uno sf ruttamento raziona le e immediato del bacino di Eraclea potrebbe migliorare in un avvenire prossimo la nostra attualmente d isgraziatissima si· t uazione ca rbonifera. Ma quando l'avv. Rotigliano c:i erge i peiicoli della concorrenza straniera, specialmente d i quella tedesca, noi non Eli crediamo. La verità è che l'industria ted esca sta male e forse p eggio dell'industria ita liana, Il ministro de lle Finan:Ze, Wirth, h a t racciato, recentemente, un quadro catastrofico dell' industria tedesca, Abbiamo pto· p r io ieri, da Innsbruck, a cura d el giornale A lp ensand, ricevuto un do· cumento significativo, emanato dal R eichJt1erba11d der De11tuhen Jnd11J!rie. Molte ditte estere, che hanno fa tto ordinazioni a ditte tedesche, si sono lag nate per il fatto che le ditte t edesche non sempre hanno potuto mant enere gli impegn i, s ia p er ciò che riguarda i p rezzi, sia per ciò ch e rig uard1 la puntualità nelle consegne. Dopò aver premesso che le ditte devono adempiere i c:ontratti in corso, anche perdendoci, il co-· municato continua testualmente così:
« Die i11 Deutuhland ùt den l e1u11, beiden /tthren her,uhenden ZrmJnde, imbe1011dcre di, Erhoh1mg d,r LJihne, dit H erabse1z1mg der A rbeitzcil 1111d der R iitkgang dl!f" A rbeitJleimmg, Jowie die, infolge d u S1iiru1 d er de,mrhen Vt1l111a ungeuer/ich geJ1ieg ene1/ Roh11offpreiI· haben aber zahlreiche d eu1uhen Firmen in eine uhwie,ige I...age çebracht Wi1rden die die von ihnen eingengangen V erpfli.hl ungen zum allen PreiJ erfiillm, 10 wiire dieJ glefrhbedeurend mii ihrem Z11Jtzmmenbr11rh » ,
Non è per l'avv. Rotigliano, che conosce certamente il tedesco, che traduciamo i l brano surrife rito, ma per il grosso pubbl ico:
« le condizioni domina nt i in Germania negli ultimi due anni e .specialment e l'aumento dei .salari, la r iduzione d elle ore di lavoro e la diminuita produttività degli operai , come pure l' enorme costo delle ma ter ie prime, dovuto al precipitare d el marco, hanno determinato una situazione diffici le per moire ditte tedesche. Se esse dovessero eseguire i contratti in corso coi vecchi prezzi, ciò equivarrebbe al loro fa llimenlo ».
Potremmo, dd ab,mdantiam, tradurre altre pubblicaz ioni recenti c~mparse nella Frank f11rt er .Zeitung e nel supplemento commerciale della V,0uùche Zeit11ng, ma non ~rediamo necessario, pe r il momento, di zuppificare ·il nostro pubblico.
Come vede J'avv. Rotig liano , tutta l' Europa è.... paese; e se la povera Messenc italiana piange, la tedesca Sparta non ride!..
L'altra catastrofica affermazione dell'avv. Rotigliano, che l'industria del metalJo italiana non ha più sbocchi, ha lo stesso valore della precedente sul pericolo della concorrenza tedesca. N el notiziario della Federazione italiana d elle societi per azioni (mese di lug lio) erano elencati svariat i paesi ( da ll' Eritrea alla Polonia, dall'Egitto alla Siria), dove - ·diceva il bollettino - macchine agricole, automobil i, locomotive, vagon i, aeroplan i italiani sono ricercatissimi. Ecco un'altra notizia confortante, che togliamo da ll'Epoca di ieri.
A Italiana In Cina
« M arsiglia., 29. -Co l corriere deHa Cina g iunge no tizia che u n contratto i!! stato fumato il t <> g iugno per fa costruzione d'una linea ferro viaria nello Tchill, da Tuan-chow a Shihchia-chou-ang, per un ire la linea T ientoin-Pukow a q uella di Pechino-Hankau e del Shonsi.
1< Q uesto contratto è stato firmato fra la Compagnia ferrov iaria di Tsanchow e dei capitalisti italiani, rappresentati da l ben conosciuto ingegnere signor E. M V illa. I pia ni della linea sono stabiliti, come pure la stima del traffico, ma. i particolari dovranno essere controllati. Il contratto provvisorio fissa. il capitale a d ieci mil ioni di piastre. Secondo i piani attuali, la lunghezza della linea sarà di ci rca duecentonovanta chilometri e s i crede che la costruzione potrà 'essere- terminata in tre anni » .
La situazione dell'industria del metallo italiana, nei mercat i interna; zionali, non è cosl disperata come l'avv. Rotigliano ha volu~·o dipingerla.
D'altra parte, le dichiarazioni degli industriali non ci sono apparse tali da fugare, nella loro ev idenza meridiana, ogni dubbio. A un certo punto, il còmandante Jarach ha detto che « ogni azienda ha una specie <li Jancta Ia'!,ctorum gelosissimo, nella quale il naso dei profani non deve .ficcarsi mai». 'P. vero, ma allora la vostra esposizione non è completa. Si può - con una certa legittimità - sospettare che quello che non potete o non volete spiattellare al pubblico, sia precisamente ciò che ::il pubblico interesserebbe particoJarmente di sapere, per spiegarsi certe sit uazioni e certe pregiudiziali. * 1) * t in nome del paese e dei suoi interessi genera li che l'on. Labriola d eve interveni re senza i~dugio, poiché ogni giorno che passa aggrava la siiuazion~ dal punto di vista economico e polit'ico. Gli industriali devono entra.re nell'ordine di idee di concedere là dove . le industrie lo permettono; concedere, ma coll'assicurazione che la disciplina. nel lavoro e durante il lavoro sarà rigorosamente ristabilita e rispettata. Alla loro volta gli operai devono accettare quel poco che, nell'attuale momènto, ta~une industrie possono concedere; e non pretendere, per talune altre industrie, di cavar sangue da un sasso. Soprattutto gli operai devono impegnarsi - se riamente - per ciò che riguarda la disciplina del lavoro. Né gli operai devono rifiutare a priori di discute re la proposta Salmoiraghi. E in quest'orbita che fon . Labriola deve muove rsi ed agire.
Siamo, con stamani, al sesto g iorno di ostruzionismo. Ostruzionismo?
Q uesto è un eufemismo. In realtà si tratta di uno sciopero più o meno integrale, che, invece di svolgersi fuori de lle fabbriche , si svolge dentro. La sorpresa degli industriali è abb:istan~a curiosa. Ci voleva poco a capire che il cosiddetto ostruzionismo avrebbe voluto dire sciopero coll'aggra\'ante del sabotaggio. Gli operai ci rimettono in salari, ma g li industriali ci rimettono in mancata produzione e deterioramento dei mac<1'inari. Poco importa sapere chi èi rimette di più fra i due contenden ti. Chi ci rimette di più è il paese.
Il nostro atteggiamento p iuttosto benevolo per le masse delle ffiaestranze del metallo non deve sorprendere. N oi restiamo dei « p rod uttivisti », che si preoccupano soprattutto della produzione e del suo sviluppo; salvo, nei casj con5=reti, a dare ragione a chi l'ha. Finché l'agitazione dei meta~lurgici non esorbiterà dai suoi limit i strettamente economici e non degene rerà in violenze contro gli uomini o contro le macchine, noi la . seguiremo con simpatica attenzione. Il « caso per caso» è essen zialmente fascista.
MUSSOLINI
Da li Popolo d' !Jalia, N. 204, 26 a,goslo 1920, VII .