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IL PROBLEMA ADRIATICO*
MuJJolini dice come la si/nazione dell'Italia, nei riIJuard; del!tt sua P,olitica es/era, è al pun}o critico Le sottigliezze e gli equivoci della di· plomazia tradizionale, unite a tutta una preparazione cagoiesca, legitti· mano ogni nostra preoccupazione, Si limita " presenlare l' ordine d el giorno rhe q11i Jollo riproduciamo**, non riten endo lecito ed opportuno fa re molti discorsi ***.
• Riassunto delle dichiarazioni fatte a Milano, nello st ud io dell'avvocato Giuseppe Aversa, il pomeriggio del 10 ottobre 1920, durante una seduta del con· siglio nazionale d ei Fasci Italiani di Combattimento. (Da Il Popolo d ' [Ja!ia, N 244, 12 ottobre 19 20, VJJ)
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•• L'ordine del giorno, approvato all'unanimità, è del seguente tenore:
« li Co,uiglio nazionale dei Faui Italiani di Com bauim ento, tUla vig ilia delle lraJJaJi11e ,inglo-i11go1/1111e, convinto che la diplomazia 1, iolitJiana è p ro nta ad 1111 rompromeJJo più o t{J eno ba11m d o, affida, 11 el ca10 di " ri1111n re iniq11e ", a Gahriele d' Ann11nz io, a /11.i llo, alle lo ro t1uppe e ai fasriJJi di tulla I talia, l a d i fe Ja d ei confini e dei dt.rtini della nazione» u.• Sul problema dell'organizzazione fascista nel meridionale, « Pasella e Mussolini comunicano che la Commissione esecutiva del Comitato centrale da rà un particolare rilievo al convegno interregionale che si t errà in una città da destinarsi entro il mese di gennaio. Ad esso parteciperanno i Fasci d ella CamPanià, delle Puglie, degli Ab ruzzi, d ell a Sicilia e della Sardegna». Prima d ella chi usura ,dei lavori, Mussolini p resenta a l convegno, che approva, il seguente ordine del giorno :
«"Il C on v e1,no na:iomtle dei Faui [Jdiani di Combauimento " i n neggia alla lotta di liberaion e ing11ggiata da//'lr/a11da e d11/l'Egi1to , oniro l a d ominazione i ngleu e con fid a di porer celeb rar, preuo l'indipendenza t otale di q u ei due popoli " » (Da li Popolo d'lttUia, N. 244, 12 ottobre 1920, VII)
Dopo Reggio
Noi non siamo tra coloro ch e si spella no le mani per inneggiare alla s incerità socialista, né tra quelli che fanno la s morfia dei delusi. Noi non attendevamo dal cong resso di Reggio più di quello che ha dato e poteva dare.
· Presdndiamo dai· retroscena venuti aUa luce, alcuni dei quali interes·santissimi. Quel Tonino G raziadci, oggi duce supremo teorico del massimalismo, che, durante tutto~il tempo della guerra faceva - vedi d iscorso M azzoni - smaccate dichiarazioni di interventismo, ci fa una meschina fig ura. Anche 1a di rezione d el part ito, la quale - vedi discorso Targetti - si pone a lla rice rca affannosa d i un voto contrario - quello di Bacci - per rinviare la rivoluzione all'epoca dei fatti di Ancona, esce dal convegno di Reggio esauto rat a e liquidata. Non è gente da tragedia, quella, e la rivoluzione è u na grande tragedia; sibbene è gente da caffèconcerto. Quanto a sincerità, d iscorsi siriceri sono stati q uèllj di Ma22oni , / . che ha ritrovato, dopo lungo silenzio, la sua oratoria irruente e passio• nalc; di Filippo Turati; di Dugoni e di Targctti. Ma chi non vede il trucco nittoide nel discorso di Modigliani, che è stato più avvocatesco del solito? Anche Trcves è stato ambiguo. In fondo, nell'animo di moltissimi convenuti a Reggio Emil ia, c'era la preoccupazione evidente di non apparire.. .. codini. D i tale preoccupazione, Ja traccia palese si trova nella troppo lu nga mozione, che, recando la firma Baldes i-D'Aragona, pot rebbe chiamarsi la mozione «confede rale». l'importanza di queste fi rme è chiara La frazione di concentrnzione rappresenta il pensiero dei d iéigenti Ja Confederazione Generale d el Lavoro. ll gruppo Turat i può contare sulli....solidarietà dei confederali. Questo fatto è dest inato a suscitafe discussiOnì e preoccupaz ioni fra i massimalisti. La Confederazione Generale del Lavoro è centrista. Quanto alla mozjone, essa appare oscil· lante fra i due estremi. :e. una dichiarazione di principio troppo conci• Jiante ed eJastica per stabilire. l e necessa rie d ifferenziazioni , 11: una mozione che alimenta l'equivoco. Non lo precipita. La frazione di concentrazione ha u n senso se rappresenta la tend enza realizzatrice del socialismo italiano. Ma questo programma di realiziazione dov' è? Quello lanciato d a · Turati, rilesi fa, non è stato esumato; anche quello di Modigliani - fa re u na rep ubbl ica - è stato respinto; di . avvento 'al potere non si vuol sentire parlare, salvo il caso eh; si eviterà di afferrarlo, se si presenterà. Questa mozione è nullista. Non « rifà » l'Ita lia . La dichia razione di fede unitarìa è simpat ica, ma un po' bigotta e ipocrita Come si fa a stare· insieme, dandovi fraterni, no nché quotidiani cazzotti. nelle costole? Dire che fra massimalisti e centristi c'è « u na diversa valutazione d el periodo storico che attraversiamo », è fare dell'iron ia. Fra l'A vanti.' di Torino e quello di Milano, fra il S ovièt d i Bordiga e la Critirn So cial.e di Turati, c'è qualche cosa di più che « una d iversa valutazione del momento storico». C'è una antitesi netta, dichiarata, irrevocabile. Come possono coabitare nello stesso partito astensionisti ed elezionisti ? Il periodo che segue, nella mozione confede rale, sembra una passerella gettata a Serrati. Anche qui c'è un po' di tartufecia. Come si fa a mantenere l'adesion e a Mosca e nello stesso tempo a porre delle condizioni? Se le condizioni non fossero accettate? Circa la dittatura, · altro barcollamento. La mozione confedera le l' accetta, purché sia marxista, transitoria e.... italiana. Ma la dittatu ra, barbuti signori, è la dittatu ra, come il piombo è il piombo. Si è mai vista una dittatura.... non autori· taria? Lo stesso gioco di_ ombre e di luci per quel che r igua rda l' uso della violenza, La inazione confederale è almeno contraria al bolscevismo? Sino a un certo punto. ~e i minatori inglesi fossero cosl gentili da mandarci un po' di carbone e i farmers americani un po' di grano, la mozione confederale non avrebbe nulla in contrario a che in Itali a si foc. masse un « ordi namento sovi etista tipo russo », anche nella forma << vio· lenta e distmggitrice desiderata dagli estremisti ». E tutto ciò d opo le requisitorie anti-bo!sceviche di Dugoni e di Mazzoni , che mostrano il reg ime bolscevico in sé e in pieno!
Lo stesso « tira e molla» per ciò che riguarda il potere Non p ropositi di conquistarlo direttam_ente; però, se passasse a portata di mano e il momento fosse propizio, i centristi non rifi uterebbero di assum erlo da soli, sdegnando il concorso di qualsiasi partito o frazione democratica d ella borghesia.
D a questo esame rapido dell a mozione di Reggio appare chiaro che la preoccupazione dell'unità ha sabotato i propositi di sincerità. La crisi del pa rt ito continua e diventa cronica. ·