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L'ORA. NOSTRA
La recente riunione del Consiglio nazionale dei Fasci Italiani di Combattimento non abbisogna di lunghi commenti iJlustrativi. Sono già nella cronaca e non importa se i grandi giornali si daranno ancora una volta il lusso più o meno equivoco di ignora rJi. II fatto non si cancella e il fatto è che il movimento fascisti è in un periodo di pieno, promettente, prodigioso sviluppo, e, si noti, per « generazione spontanea».
I mczz.i d ella flostra propaganda - in uomini e denari - sono limitatissimi; eppure, ciò malgrado, la rete dei Fasci si diffonde e si salda in ogni regione d'Italia. Dai settantadue Fasci dell'adunata di Firenze, giungemmo ai centotrenta del convegno di Milano, e tocchiamo oramai, dopo pochi mesi, i duecento. Né meno ottimi~tiche ·sono le previsioni per l'avvenire. Ma la progressione cosl travolgente del fascismo è accompagnata da un processo automat ìco di purificazione e di chiarificazione
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Dirsj fas cisti è facile; rjmanere fascisti non altrettanto. Senza bisogno di espulsioni e di ridicoli processi, armamentario, questo, inquisitoriale, che lasciamo ai preti di tutte Ie chiese, si sono allontanati automatic:i.mente dal fascismo tutti coloro che, dopo aver militato nei vecchi partiti, ne sentivano ancora la nostalgia, simili a pecore cui occorre, per vivere, il gregge ed il relativo pastore; tutti coloro che pretendevano fare del rea• zionarismo vecchio gioco o della bagologia cosiddetta sovversiva, destinata a sovvertire soltanto la ragione e l'intelligenza; tutti i dilettanti della politica, molti ·dei quali, per il solo fatto · di essere stati in trincea, si credono capaci di reggere - modestamente! - il destino dei popoli e no n sanno che la politica è l'arte somma, l'arte d elle arti, la divina fra le arti, perché !avoca sulla materia più difficile, perché è viva: l'uomo. Ci vuole un lungo tirocinio per fare della politica e occorre anche essere tagliati per farla. Finalmente - oh quanto furono provvidenziali i quattro· mila voti milanesi del novembre scorso!. - se ne sono andati tutti i vanitosetti che covavano la speranza del cadreghino, della medaglietta o di qualche altro surrogato del genere,
O ra il fascismo si compone, neJla stragrande maggioranza, di gente nuova o di individui, che,' come io ho fatto, hanno bruciato inesorabil· mente e senza pentimenti i ponti dietro il loéo passato. 1n ciò sta la rag ione del successo fascista e la forza str:i.ordinaria di suggest ione che da esso promana, nonostante le avversioni cui è fatto segno, apertamente d ai socialisti e velatamente da1la zona grig ia. di coloro che nella vita stanno perennemente in bilico o va nno a destra e a sinistra, a seconda dello spi rar dei venti.
Dopo il Consiglio na zionale, il compito de i f asc isti di tutta Ital ia è chiaro: moltiplicare la rete dei Fasci e dei nuclei, dalle città ai borg hi, alle campag ne. Per na:essità di cose, col frantumarsi ed esaurirsi dei vecchi partiti intermedi, il fascismo è destinato a diventare la più grande forza di realizzazione nazionale, al di fuori degli e contro g li opposti estremismi r osso e nero.
Si delinea un periodo della politica nazionale straordina riamente interessante e accidentato. ì:: assai probabile che in un avveni re non lontano l'attuale soluzione torbida precipiti e si chiari~ca in una d ifferenziazione e in una creazione. . La soddisfaz ione più ca ra che p otevano aspettarsi i f ascisti di tutta Italia è g iunta: Gabriele d'Annunzio m ilite, capo e g regario, nelle nostre file, E nelle nostre file so no anc he i rettori di Fiume:
Innalziàmo, pct G abriele d' A nnunz io fascista e per il fascista G overno dì Fiume, il più formidabile dei nostri« alalà! ».
E al lavoro, senza perdere un solo minuto di tempo!
MU SSOLINI
Da li Po/10/0 d ' ltali:r, N. 246, 14 ottobre 1920, VII.