7 minute read
[SULLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE]•
Debbo darvi ragione dell'ordine del giòrno che presento:
« Il Fascio Milanese di Combattimento dichiara di disinteressarsi delle prossime elezioni amministrative del Comune di Milano e impegna i propri iscritti a preparare animi e m ezz i per altre forse non lontane e certamente decisive battaglie ».
Advertisement
Prima di votare questo ordine del giorno, io debbo r icordarvi il carattere del fascismo. Il fascismo non è affatto un movimento politico in senso elettorale. Se vogliamo fare dell'elezionismo a qualunque costo, allora intitoliamo il f ascio« Fasc io di Combattimento elettorale», oppure cambiamo nome. Ma quando il fascismo è sorto, esso è sorto come u na reazione alla degenerazione bolscevica del Pru. Il fascismo fin qui non si è affermato attraverso le elezioni politiche e amministrative. le circosta nze hanno voluto che noi ci affermassimo attraverso le revolverate, gli incendi e le distrùzioni. Ciò può essere triste sotto il punto di vista umano, ma la storia del fascismo, dal marzo 1919 all'incendio del Lavorat ore di Trieste, compiutasi ieri, non è che l'espressione di un estremismo basato sui valori morali e nazionali, in opposizione ad un estremismo passista basato sul sabotaggio della nazione. l fasci fanno anche della politica e delle elezioni quando non vi è nulla di meglio, da fare. Ma non è certa· mente con la politica elettorale che s i potrà debe JJare il Pus. D'altra pa rte ven iamo subito al concreto di questa lotta politica ammi nistrativa d i Milano. n un fatto che n essuno se ne inte ressa, Fra venti g iorni v i dovrebbe essere questo grande .avvenimento. Non troverete tracce della imminente battaglia elettorale. Seguite la vicenda dei partiti ·e voi troverete che nessuno si agita. Vi sono forse contatti, manovre, approcci di retroscena, ma la 'grande agitazione elettorale tuttora non esiste. E perchC? Sembra che la gente si disinteressi se domani Schiavello, o Schiavi, od altri sarà sind aco di Milano. lo credo che lo stato d'animo' della cittadinanza in gene re sia questo: vada Schiavello o Caldara, le cose non cambieranno di molto. Io penso che il Corriere de!ltt Seftt si .prepari ad essere l'organo ufficioso, se non ufficiale dell'amministrazione Schiavello, come è stato finora J'organo d ell"amministrazione Caldara: altriment i un giornale po· tente come il Corriere della Sera a quest'ora avrebbe già scoperto le sue batterie ed avrebbe incominciato ad agitare !"ambiente, in vista del temuto e minacciato esperimento comunista di j,alazzo Marino
• Discorso pronunciato a Milano, nel salone clc)J'istituto dei ciech i (via Vivaio 8), la sera del 15 ottohrc 1920, durante l'assembka genera le del Fascio Milanese di Combattimento. (Da Il Popolo d'ltali.t, N. 248, 16 ottobre 1920, VJJ).
Con chi il blocco? Bisogna essere due o tre o quattro per fa re il blocco. Con chi? Abbiamo una borghesia degenerat a e vile, che domani patteggerà anche coi socialisti pur di vivere. C'è una borghesia che noi apprezziamo altamente: gli ingegneri, i tecnici, i commercianti, gli industriali, la borghesia che produce e trasmette ed aumenta la ricchezza del paese. Finalmente c'è una borghesia politicante, che è que lJa che fa più schifo delle altre. La borghesia politicante detesta il fascismo e lo ignora nella maniera più scandalosa. Il Corriere della Sera, che ha dato pagine su pagi ne al convegno di Reggio Emilia, non ha trovato una sola linea per annunciJre il Consiglio nazionale dei Fasci. Non parl iamo del Serole,, che trasuda da ogni riga il suo livore contro il fascismo, Il Corriere della Sera rappresenta fa borghesia liberale; il Secolo la borghes ia d emoc ratica. Ora è proprio co i frammen ti di questa borghesia liber ale o democratica che i fascisti d ovrebbero _fare l'aileanza. L'immagine può Ìnagari sembrare arrischiata, ma io ho l'impressio ne che quando questi elementi cercano appoggi col fascismo, Ii· cercano con l'intenzione di ciuelli che prendono 1a cantaride. È gente che si sente esaurita da un lungo sfo rzo e che vor· rebbe, attra,•erso i l nostro impeto giovanile, risollevarsi e tenere ancora il suo posto nella società. Ora se c'è una borghesia che appa re veramente finita ed è a l crepuscolo, è la borghesia politicante; e se voi vi ponete · dinnanzi agli occhi il quJdrn deila politica italiana, da quella di G iolitti a quella del senatore Albertini de l Corriere, avrete uno spettacolo di decadenza inenarrabile, di gente che cede sempre il suo terreno. Ora una prima domanda si può fa re: yuesta borghesia po liticante, con la yuale dovremmo fare il blocco, merita il nost ro impeto, la nost ra passione, la nos~ra g ioventù ? Pensate che se i n un p rog rammi ammin istrativo noi siamo d'accordo fino ad un certo punto con questa borghl'Sia pol it icante, sopra molti altri problemi siamo divisi. Anzi mi pare di notare, seguendo atte1_1tamcnte le manifestazioni di yuesti partiti, che infine non ci veda no di buon occhio. Il nostro estremismo li irrita. Hanno I'impresSione che se non ci fossimo noi, i socialisti diverrebbero degli agnelli, della brava gente, quasi che il nostro estremismo fosse causale di quello socialista e non viceversa.
Qual' è la situazione del Pus? Voi credete che vi sarà una lista completamente massi~al ista? Intanto nessuno sa dire dove cominci e do ve finisca il mas~imalismo autentico. Nella li sta è g ià acquis ito (ve di dichiarazioni Gen nal:i al cong resso di Reggio) che sarà fatto postq anche ai centristi. Quindi è assai probabile che, su sessantaquattro nomi d e lla lista socialista , ve ne sa ranno dai sedici ai ve nti d i elementi rappresen· tativi del partito, elementi tecnici che diano affidamento di sapere d iscrf:tamente amministrare. Per cui Ja massa, che attraversa un periodo di scetticismo, quando vedrà una lista non completamente massimali~ta, si infiacchirà. E succederà questo: che se noi interverremo, non \' i- saranno a~tensionisti nelle file operaie. Basterà agitare il fasci smo, che immediatamente saranno suonate tuttè le campane perché tutta la massa operaia accorra compatta a1Ie urne. Non solo, ma gli anarchici, che potrebbero fare propaganda astensionista, la smorzerebbero o non la farebbero affatto. La nostra partecipazione alla Jotta non aumenta la probabilità di urla disfatta avversaria: aumenta all'infinito Ia probabilità di vittoria degli avversari, poiché basterà presentare una lista nella quale siano compresi dei fascisti pe rché questa gente si precipiti alle urne pu r di sconfigge re la lista. Questo è palese, e voi lo sapete benissimo.
Ed in ogni caso ch i voterebbe per noi? La massa opera ia, no, perché è le ninizzata. La media borg hesia legge l'A vami !, lo vedete dovunque, e non voterà mai liste di blocchi cui abbiano dato la loro adesione la classe degli esercenti o dei proprietari di casa o q ualche altra categoria di questo genere. Ed allora noi andremmo alla sconfitta. Facciamo il caso che si vinca. Se si vince, si vince per pochissimi voti. Supponiamo che si vinca in modo trionfale. :B impossibile, ma supponiamolo. Che cosa faremo noi al Comune? Non abbiamo un programma amministrativo, Milano non è un borgò; è uno Stato. Ha. un bilancio da centocinquanta a duecento milioni. Voi avete delle idee in mater i:1 municipale? Se l e avete, mettetele fuori. E voi credete che andando domani a palazzo Marino fareste la forca aì socialisti_? Sarebbeto i soc ialist i che la fa rebbero a noi. Domani, quando avessimo v into così mediocremente, tutta la folla operaia si divertirebbe enormemente a mettere in continuo jmbar.izzo l'amministra2ìone municipale de mo-liberale-democratico-fascista che dir si voglia. Se si vincesse, chi saprebbe dire quanti sono i voti d ei fascisti? Sarebbe impossibi le sceg liere i vot i dei fasci sti <lai non fascisti.
Sento una obbiezione: e allora che cosa dobbiamo fare noi ? O ci si disinteressa ·o si fa una lista di m inoranza fascista. Vogliamo fare una lista di minoranza? Ma se noi non abbiamo nemmeno la speranza di arr ivare ad avere la minoranza, allora vi prego di non sabotare il fascismo.
Abbiamo in vista delle grandi battag lie, per cui non credo opportuno perdersi in manovre elettorali.
Se voi ponete mente alla cronaca d i ieri, sarete convinti che ormai le schede e le battaglie el~ttorali non sono più d ~I nostro tempo. Se no n si può fare a meno si faccia anche la lotta elettorale, .ma una lotta fatta in queste condizioni d i tempo, di luogo e di ambiente, nel Comune d i
Milano, sarebbe un servjgio che renderemmo ai comunisti; i quali, Senza la nostra. partecipazione al b]occo, molto probabilmente andranno al po· tere con una , ,otazione esigua, mentre p.i.rtecipandovi noi, vi andrebbero con una votazione trionfale, Che ci schiaccerebbe irreparabilmente, perché ci schiaccerebbe in compagnia*.
* <( Segue Michele Bianchi, che svolge un ordine del giorno fumato da Rossi, Freddi, Contessi, Patanè, Pasella ed un altro gruppo di circa ottanta soci in favore del la p:ut«ipazione alla battaglia elettorale». ( +)
« Mwsolini replica sostenendo che "il fasciJmo non è un'a.col ta di polititanJi, ma di g11urieri Per queJtc euo Ji può infiffhiare dei giudizi di iJ0!11mento e di /iq11id.u.io,u che può emettere il pubb[it(J grosso. Nel novembre U01'SO, dop o il nostro ÌRJJ((teJio elettorale, i 10,ialisti ebbri della villoria ei dithiararono ffompar;i dalla vita pubblica; io fui proelamato morto e sepolto. A 11n ttnno di di!lamttt il faffiJm o i piil Vivo di prima e di fr o11te dlle Jfo,t11ne delle batr11glie cartatee J/anHo i gestì virili di phlZzti, di tNi la rrOll (l(a è t oslrel/a dd O((UPttr· une 1u o mnlgraJo. Su qu euo terreno di oppori zione violenta atte"diamo a pit fermo i n emiti che Jiamo 1ic11ri di sbaragliare".
« L'asscmblC:1, or ientatasi ormai a lla tesi astensionista, acclama lungamen te la vivacissima r('plica.
« Si passa quindi. ai voti per divisione fra i due ordini del giorno, sotto il controllo d i due scrutatori, rappresentanti le due tendenze. A g rande maggioranza risulta approvato l'ordine del giorno Mussolini. La minor:inza d ichiara di sottomettersi, con puro spirito dì disciplina, al voto della maggiounu » (Da Il Popolo d'llitlù1, N. 248, 16 ottobre 1920, VII).