25 minute read
La revisione della Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea
Francesco Gaspari
Advertisement
Il tema della sicurezza attraversa trasversalmente tutta la disciplina dei trasporti e della navigazione e ne costituisce un elemento omogeneizzante (1). Infatti, è oggi ormai pacifico che non solo il diritto della navigazione è improntato all’esigenza della sicurezza della navigazione contro i pericoli del mare e i pericoli dell’aria (2), ma anche i trasporti terrestri sono minacciati da pericoli che originano proprio dal movimento del veicolo, idoneo in quanto tale a creare rischi (3).
L’importanza del tema non è attenuata dalla circostanza
Professore Associato di Diritto amministrativo nell’Università Guglielmo Marconi di Roma, dove è anche incaricato di Diritto della navigazione. Dal 2021 è abilitato alle funzioni di Professore Ordinario di Diritto dell’economia, dei mercati finanziari e agroalimentari e della navigazione. Ha conseguito un PhD in Law nel 2011, già Visiting Professor presso The Dickson Poon School of Law, Centre for European Law (CEL), King’s College London (UK) e ha maturato una significativa esperienza accademica e professionale anche a livello internazionale (ICAO, McGIll, LSE, IALS). È avvocato del libero foro e membro di diverse associazioni nazionali e internazionali.
che attualmente non esiste, sul piano internazionale, una definizione largamente accettata di sicurezza marittima (4), tant’è che soventemente si tende a definirla «in negativo», vale a dire come l’assenza di pirateria, disastri ambientali, pesca illegale, e via dicendo (5). È possibile, tuttavia, individuare un approccio, per così dire, «positivo», che tende a promuovere uno sviluppo economico marittimo sostenibile nel quadro di una collaborazione tra i diversi attori coinvolti, sia a livello internazionale sia a livello regionale e nazionale (6). Ma tale approccio presenta comunque dei limiti e solleva interrogativi che non trovano unanime risposta, con la conseguenza che la locuzione «sicurezza marittima» rimane un concetto indefinito e ambiguo, che molto spesso fa convergere opinioni in astratto, ma non sul piano concreto.
Gli Stati nazionali non sono in grado, da soli, di far fronte alle sfide della sicurezza marittima, che superano i poteri statali. Ne consegue che la sicurezza in ambito marittimo trova una regolazione multilivello: esistono, infatti, fonti interne agli Stati (7) e fonti sovranazionali. Tra queste ultime, molto importanti sono sia quelle di matrice internazionale, chiaramente anche risalenti nel tempo, sia quelle regionali (8), nel nostro caso le fonti eurounitarie (9).
Proprio il diritto dell’Unione europea ha svolto un ruolo significativo nel perseguimento della sicurezza della navigazione, anche in ordine alla sicurezza nelle infrastrutture dei trasporti (10). L’importanza della sicurezza marittima a livello UE deriva dal ruolo cruciale che mari e oceani hanno per l’Unione e per i suoi Stati membri (11), ed è dimostrata dalla circostanza che l’Unione si è datata, negli anni, di un apparato di organi tecnici e amministrativi, spesso di supporto alla Commissione europea, completato dalla istituzione dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima (12), che svolge un ruolo chiave in materia (13).
La legislazione dell’Unione in materia si inserisce nella più ampia politica eurounitaria volta ad assicurare la sicurezza dei trasporti nella duplice accezione di safety e security. È appena il caso di precisare che, quando si parla di sicurezza, sul piano terminologico, al termine italiano «sicurezza» corrispondono, nella lingua inglese, due distinte locuzioni: safety e security. Con la prima si fa riferimento alla salvaguardia dai rischi connessi all’esercizio del veicolo, mentre con la seconda alla salvaguardia dai rischi derivanti da interferenze illecite (14).
Si tratta di una politica, come risulta anche dai più recenti atti dell’Unione (come la strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea (15)), da intendere in modo non rigido, nel senso che essa ricomprende — per quanto concerne la sicurezza marittima — le problematiche connesse alla criminalità organizzata e transfrontaliera, alle minacce alla libertà di navigazione, alla biodiversità, alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, nonché al degrado ambientale dovuto agli scarichi illegali o accidentali (16).
La sicurezza della navigazione marittima ha dunque inciso profondamente sulle nozioni classiche di safety e security, ampliandone l’ambito a ipotesi in precedenza non contemplate (17). Attualmente, la sicurezza in ambito marittimo accoglie tre diverse aree di interesse, riconducibili sostanzialmente alla salvaguardia della vita umana in mare e alla sicurezza della navigazione, alla sicurezza di navi, porti e infrastrutture marittime, alla pubblica sicurezza in mare contro attività illecite (18).
La Strategia per la sicurezza marittima dell’UE del 2014 (EUMSS) e il relativo Piano d’azione (2014) dimostrano l’ampliamento della nozione di sicurezza (19) e costituiscono il quadro in cui l’Unione europea (e non solo i singoli Stati membri) affronta le molteplici problematiche, attuali e future, in materia di sicurezza marittima interna ed esterna (21). La sicurezza marittima costituisce, oggi, il presupposto per tutelare — anche attraverso il riscorso alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale (21) — interessi strategici dell’Unione ed è anche fondamentale per proteggere le attività economiche e i cittadini, sia in mare che a terra (22). La maritime security rappresenta poi essa stessa il presupposto per una governance efficace degli oceani e un’economia blu sostenibile, come ha più volte affermato la Commissione europea (23).
L’Unione europea ha, negli ultimi tempi, intensificato il suo intervento volto a garantire uno spazio marittimo sicuro. I principi dell’Unione in materia di sicurezza marittima si sono evoluti, passando da una politica «reattiva» a una politica di prevenzione, con l’adozione di disposizioni che garantiscono la conser-
vazione e la protezione delle risorse naturali (24). La sicurezza marittima «copre», come visto, un ambito molto vasto, che va dalle attività illecite (come la pirateria o il traffico di stupefacenti o di essere umani) ai disastri naturali fino al degrado ambientale (25).
Nel 2014, l’Unione europea ha adottato un quadro comune per lo sviluppo di una risposta dell’Unione ai rischi legati alla navigazione marittima (la Strategia sulla Sicurezza Marittima — Maritime Security Strategy — EUMSS) (26). Con la Maritime Security Strategy — adottata successivamente alla presentazione nello stesso anno, da parte della Commissione europea, su invito del Consiglio europeo, di una comunicazione congiunta in materia (27) — l’Unione «fornisce il quadro politico e strategico per affrontare in modo effettivo e complessivo le sfide per la sicurezza marittima» facendo ricorso a tutti i «pertinenti strumenti a livello internazionale, nazionale e di UE» (28).
La Strategia definisce la sicurezza marittima come «lo stato del settore marittimo globale che vede applicati il diritto internazionale e il diritto nazionale, garantita la libertà di navigazione e protetti i cittadini, le infrastrutture, i trasporti, l’ambiente e le risorse marine» (29) e mira a rafforzare il ruolo dell’Unione nello spazio marittimo globale mediante l’integrazione della sicurezza marittima nel quadro delle politiche UE e nelle relazioni esterne dell’Unione stessa (30).
Come autorevolmente sottolineato (31), la Maritime Security Strategy (EUMSS) «is the first attempt to formulate an all-encompassing strategy aimed at coordinating EU policies implemented by the Commission and the intergovernmental policies of member states, based on specific definition of the interests of and threats to European security». L’obiettivo principale della EUMSS è quello di assicurare coerenza e coordinazione tra i vari aspetti delle politiche dell’Unione (quella economica e quella sulla sicurezza interna, in primis), e le azioni intraprese nell’ambito della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) relative alla presenza dell’Unione e i suoi Stati membri negli spazi marittimi mondiali. Tale obiettivo fondamentale è ben messo in evidenza dal Consiglio dell’Unione, laddove afferma la necessaria «unità d’intenti» e uno «sforzo condiviso di tutte le parti coinvolte per garantire la coerenza tra le politiche settoriali UE e nazionali e per far sì che tutte le autorità competenti possano operare congiuntamente e con efficacia». Il Consiglio aggiunge che «Rafforzando la cooperazione tra i diversi settori, organismi dell’Unione e autorità nazionali», l’Unione e gli Stati membri possano «conseguire maggiori risultati, agire più rapidamente e risparmiare risorse, potenziando in tal modo la risposta dell’UE ai rischi e alle minacce nel settore marittimo» (32).
È evidente come l’UE abbia fatto proprio un approccio «positivo», che si sviluppa nella prospettiva di una sempre più stretta cooperazione multilivello (33), tant’è che il Consiglio afferma chiaramente che la Strategia «riguarda il settore marittimo globale» e i principi sanciti e gli obiettivi individuati nella stessa «dovrebbero essere integrati nell’attuazione delle strategie regionali esistenti e future dell’UE, quali quelle sul Corno d’Africa e sul Golfo di Guinea» (34).
Si noti come l’implementazione della Strategia in parola non riguardi solo le istituzioni UE e gli Stati membri, ma anche organi specializzati, come l’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), l’Agenzia
europea di controllo della pesca (EFCA), nonché l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (EBCGA, comunemente nota come Frontex).
L’azione dell’Unione europea nel campo della sicurezza marittima presenta anche dei profili complessi in ordine alla base giuridica dell’intervento. È necessario cioè chiedersi — aspetto che, tuttavia, possiamo solo accennare in questa sede — quali sono le competenze dell’Unione nel settore marittimo, quali sono gli obblighi a cui essa è tenuta e qual è il controllo giurisdizionale su tale attività.
Possiamo qui osservare che la materia della sicurezza marittima non rientra nella competenza esclusiva degli Stati membri e, dunque, trova applicazione il principio di sussidiarietà poiché gli obiettivi dell’azione in materia di sicurezza marittima possono essere conseguiti in modo più efficace a livello dell’Unione che dai soli Stati membri.
L’intervento dell’Unione in materia di sicurezza marittima si basa, inoltre, sull’art. 43 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), relativo alla pesca, sull’art. 180, relativo alla ricerca, sull’art. 191 relativo all’ambiente e sull’art. 220, relativo alle relazioni internazionali. L’azione dell’Unione trova legittimazione fondamento anche sul Titolo V del Trattato sull’Unione Europea (TUE) relativo alla PESC e alla PSDC, politiche a cui la Strategy deve comunque allinearsi, come vedremo anche infra.
3. La revisione della EUMSS.
Il 22 giugno 2021, in seno alle Conclusioni del Consiglio dell’Unione europea sulla sicurezza marittima (35) è stata formulata la richiesta di aggiornare l’EUMSS e il relativo piano d’azione. Le Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima fanno seguito al Piano d’azione riveduto della Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea del 2018.
L’iniziativa finalizzata all’aggiornamento del quadro EUMSS è concepita per rendere siffatta Strategia coerente con le iniziative volte a rafforzare la PSDC dell’Unione, in particolare la Bussola Strategica, che propone un approccio «positivo» (36). Inoltre, la proposta revisione in parola mira ad allineare l’EUMSS alla comunicazione congiunta del 24 giugno 2022 sulla governance internazionale degli oceani (37), che si occupa specificamente della sicurezza marittima (38).
La revisione della EUMSS si fonda sulle Conclusioni del Consiglio del 22 giugno 2021 sulla sicurezza marittima. In quella sede, il Consiglio ha riaffermato la centralità nell’Unione delle politiche riguardanti la
sicurezza marittima. In tale prospettiva, tale organo ha, in primis, ricordato che la sicurezza marittima mira a garantire un uso libero e pacifico dei mari ed è un prerequisito per oceani e mari sicuri, puliti e protetti per tutti i tipi di attività, nonché una chiara priorità dell’Unione europea e dei suoi Stati membri per la protezione dei loro interessi strategici. Ha poi sottolineato che di fronte a nuove e crescenti minacce e sfide in materia di sicurezza che incidono sulla stabilità globale e aumentano la concorrenza per le risorse, l’Unione deve rafforzare il suo ruolo di garante della sicurezza marittima globale (39).
Il Consiglio ribadisce poi il nesso tra sicurezza marittima e cambiamenti climatici (40), sottolineando che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale hanno implicazioni crescenti per la stabilità internazionale, comprese la sicurezza marittima e le infrastrutture marittime. Sotto tale profilo, come puntualmente rileva il Consiglio nelle sue Conclusioni (41), che la stessa Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione e il relativo Piano d’azione riveduto, pur affrontando principalmente la questione della sicurezza marittima, apportano anche un contributo diretto al conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite per lo sviluppo sostenibile, in particolare l’OSS 14 (La vita sott’acqua) nonché all’attuazione della strategia globale dell’Unione europea, dell’agenda dell’Unione europea per la governance internazionale degli oceani, dell’agenda strategica 2019-24 dell’Unione che porta alle transizioni verde e digitale, del Green Deal dell’Unione, della politica marittima integrata dell’UE, della strategia dell’Unione sulla biodiversità per il 2030 e dei lavori sulla cooperazione marittima regionale.
Nelle Conclusioni si sottolinea, altresì, che le munizioni e il materiale militare inesploso scaricati in mare costituiscono un rischio elevato per l’ambiente, la salute umana e le attività economiche in mare. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero, secondo il Consiglio, intensificare gli sforzi e la cooperazione, anche attraverso partenariati con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) e la NATO, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza, reciprocità e inclusività, allo scopo di accrescere la consapevolezza di tali rischi, mappare le zone interessate, monitorare lo stato di corrosione delle munizioni e mettere a punto misure di risposta alle emergenze (42).
Il Consiglio — di fronte alle tecnologie emergenti e di rottura — ha evidenziato la necessità di rafforzare la cibersicurezza in tutti i settori marittimi e di accrescere gli sforzi per aumentare la resilienza ai ciberattacchi. In tal senso, il Consiglio ha sottolineato che la sicurezza marittima dovrebbe essere affrontata nell’ambito della Bussola Strategica (Strategic Compass) (43), contribuendo così all’ulteriore sviluppo della cultura comune europea in materia di sicurezza e difesa (44).
Molto interessante è poi la necessità, ad avviso del Consiglio, di una regolazione in materia di accesso europeo ai beni comuni globali, anche in alto mare, tema che è stato già affrontato in letteratura, tant’è che alcuni tra i primi scritti sui global commons indagavano i profili di concorrenza dell’industria ittica dell’high seas, che «are the common wealth of the world community» (45).
Il Consiglio ha accolto con favore lo sviluppo dell’ambiente comune per la condivisione delle informazioni (CISE) ai fini della sorveglianza marittima e ha chiesto alla Commissione di proseguire gli sforzi volti a sviluppare tale iniziativa in cooperazione con gli Stati membri e le pertinenti agenzie dell’Unione europea (46).
Alla luce delle Conclusioni del Consiglio, sebbene la Strategia e il Piano d’azione del 2014 (rivisti nel 2018) rimangano validi, si ritiene opportuno allinearli ad altre politiche e strumenti dell’Unione europea, compresa la Bussola Strategica. È inoltre necessario, secondo il Consiglio, renderli adeguati alle crescenti
sfide in materia di sicurezza marittima (come i cambiamenti climatici e il degrado ambientale) e al complesso contesto geopolitico (47).
Più nel dettaglio, come sottolinea la Commissione europea (489, la revisione della Strategia e del Piano d’azione nasce dalla circostanza che, negli ultimi lustri, le minacce nel settore marittimo si sono intensificate. Ne consegue che, pur constatando che il quadro EUMSS sia ancora valido, è necessario un suo aggiornamento per diverse ragioni. In primo luogo, al fine di potenziare la risposta dell’Unione europea nel nuovo contesto geopolitico e posizionare l’Unione come garante della sicurezza marittima globale. In secondo luogo, per tenere conto del rapido aumento delle minacce e delle sfide alla sicurezza marittima,
quali le minacce ibride e informatiche. In terzo luogo, la revisione è necessaria al fine di fare fronte al nesso tra la sicurezza marittima e le crescenti sfide associate alla crisi climatica nonché alle conseguenze del degrado dell’ambiente marino. Infine, l’aggiornamento si ritiene necessario per allineare l’EUMSS alle pertinenti iniziative e politiche dell’Unione, quali la Bussola Strategica, recentemente adottata, la comunicazione sul multilateralismo, il Green Deal dell’Unione europea, l’agenda per la governance internazionale degli oceani e il nuovo approccio a un’economia blu sostenibile.
4. La consultazione pubblica.
Nel quadro della revisione della Maritime Security Strategy dell’Unione europea e del suo Piano d’azione, la Commissione europea, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e l’Agenzia Europea per la Difesa (AED) hanno lanciato una consultazione pubblica (49) al fine di raccogliere idee e proposte da esperti della sicurezza marittima e da tutti gli interessati (come università e centri di ricerca, organizzazioni internazionali) su come ulteriormente migliorare la politica dell’Unione in questo importante ambito (50). La revisione avrà anche un focus su «sicurezza e difesa» atteso che uno degli obiettivi è quello di allineare la EUMSS con la Bussola Strategica, adottata dall’Unione a marzo 2022 (51).
Dalla consultazione pubblica in parola sono emersi molteplici profili oggetto di osservazione, come la necessità di porre un argine alla pesca illegale, la posizione strategica dell’Unione, soprattutto al sud con il Mar Mediterraneo e paesi come la Spagna, Cipro, Malta e l’Italia destinati a giocare, insieme alla NATO, un ruolo fondamentale nella sicurezza marittima. Interessanti sono i rilievi dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) (52), che mette in evidenza la stretta relazione tra sicurezza marittima e accesso allo spazio. In particolare, l’Istituto — dopo aver rimarcato l’importanza di avere un accesso allo spazio europeo
autonomo, nonché il ruolo che le risorse spaziali giocano nelle operazioni marittime e nella situational awareness, e le possibilità emergenti di avere tale accesso dal mare — rileva che l’Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero assicurare che l’aggiornamento della EUMSS sia coerente con la prossima Strategia europea di sicurezza e difesa dello spazio, la cui adozione è prevista entro il 2023, come indicato nella Bussola Strategica (53).
La condivisibile prospettiva tracciata dall’Istituto è quella di rafforzare le cooperazioni regionali nel settore marittimo. In particolare, attese le precedenti esperienze di successo nell’Oceano Indiano occidentale tra l’Unione europea e partners dell’Oceano Pacifico, come il Giappone e la Repubblica di Corea, l’Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero cercare di continuare a rafforzare tale cooperazione, anche mediante partecipazioni congiunte e la condivisione di informazioni e best practices, anche al fine di iniziative di sviluppo (capacity building) nella regione Indo-Pacifica. La nuova Strategia (EUMSS) dovrebbe tenere in considerazione il successo del progetto «OCEAN2020» e stabilire, di conseguenza e coerentemente, nuovi obiettivi per attuali e future operazioni marittime nell’area eurounitaria, soprattutto in termini, tra l’altro, di interoperabilità e di integrazione di dati e sistemi.
5. Conclusioni.
Con l’aggiornamento della Strategia in materia di sicurezza marittima e del relativo Piano d’azione, atteso per il primo trimestre del 2023, il Consiglio dell’Unione si pone l’obiettivo di fornire delle risposte alle crescenti minacce alla sicurezza marittima e al più generale e mutevole scenario geopolitico.
La Strategia e il Piano d’azione del 2014, nella loro versione attuale, pur rimanendo validi, devono essere resi coerenti con le altre politiche e strumenti dell’Unione, inclusa la Bussola Strategica, la quale è chiamata a svolgere un ruolo chiave nella cultura comune europea in materia di sicurezza e difesa.
Con la revisione dell’EUMSS, l’Unione europea continua così a intensificare il suo intervento di prevenzione (e non più solo di reazione) in materia di sicurezza marittima, con l’obiettivo di garantire uno spazio marittimo sicuro e di agire come attore cruciale a livello globale in tale settore, rafforzando la cooperazione non solo sul piano internazionale, ma anche e soprattutto regionale. 8
NOTE
(1) M.M. Comenale Pinto, S. Zunarelli, Manuale di diritto della navigazione e dei trasporti, Milano, 2020, p. 99. (2) Così D. Gaeta, Del trasporto in generale, in Dir. trasp., 1993, 1, p. 13. (3) G. Romanelli, Riflessioni sulla disciplina del contratto di trasporto, in Dir. trasp., 1993, p. 308. (4) Cfr. C. Bueger, What is Maritime Security?, in Marine Policy, Vol. 53, March 2015, p. 160. (5) L. Vai, The European Union’s Maritime Security Strategy: Cogito Ergo Sum?, in A. Marrone, M. Nones (eds), Italy and Security in the Mediterranean, report pubblicato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI), 2016, pp. 93 ss., spec. p. 95, consultabile alla pagina web www.jstor.org/stable/resrep09859.9 #metadata_info_tab_contents. (6) Un tale approccio è fatto proprio dall’Unione europea. Cfr., in merito, L. Vai, The European Union’s Maritime Security Strategy, cit., pp. 95-96. Sull’esperienza dell’Unione ci soffermeremo più ampiamente infra. Sull’approccio positivo in parola si veda anche C. Bueger, What is Maritime Security?, cit., p. 160. (7) Tra quelle più recenti, si veda ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Decreto 17 marzo 2022, n. 59, recante Programma Nazionale di Sicurezza Marittima contro eventuali azioni illecite intenzionali - Piano Nazionale Sicurezza Marittima. Tale decreto abroga e sostituisce il decreto n.83/T del Ministro dei Trasporti in data 20 giugno 2007. (8) Tra le esperienze regionali merita qui di essere menzionata quella dell’Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) in materia di maritime security, che ha adottato un approccio olistico e integrato per affrontare i rischi di diversa natura legati al settore marittimo. Cfr. ASEAN, Maritime Security, consultabile alla pagina web https://asean.org/our-communities/asean-political-security-community/peaceful-secure-and-stable-region/maritime-security/. Sull’esperienza ASEAN in materia si veda T. Krishnan, The Future of ASEAN Maritime Security Cooperation, in EstAsiaForum, 17 June 2022, consultabile alla pagina web hwww.eastasiaforum.org/ 2022/06/17/the-future-of-asean-maritime-security-cooperation/; Khanisa, Faudzan Farhana (eds), ASEAN Maritime Security. The Global Maritime Fulcrum in the Indo-Pacific, Verlag, Springer Nature Singapore, 2022. (9) Per un quadro generale sulle fonti in materia di sicurezza in campo marittimo si rinvia a M.M. Comenale Pinto, S. Zunarelli, Manuale, cit., pp. 99 ss. Si veda, altresì, A. L. D’Ovidio, G. Pescatore, L. Tullio, Manuale di diritto della navigazione, Milano, 2019, pp. 206 ss. (10) M.M. Comenale Pinto, S. Zunarelli, Manuale, cit., p. 101. (11) Come rileva L. Vai, The European Union’s Maritime Security Strategy, cit., p. 94. (12) L’Agenzia è stata istituita con Regolamento (CE) n. 1406/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, che istituisce un’Agenzia europea per la sicurezza marittima. Tale Regolamento è stato più volte modificato nel corso del tempo. (13) Cfr., sul punto, A. Marino, L’Agenzia europea per la sicurezza marittima: struttura e competenze, in U. La Torre, G. Moschella, F. Pellegrino, M.P. Rizzo, G. Vermiglio (a cura di), Studi in memoria di Elio Fanara, I, Milano, 2006, pp. 277 ss. Cfr., altresì, F. Pellegrino, Sviluppo sostenibile dei trasporti marittimi comunitari, Milano, 2010, pp 120 ss. (14) Così M.M. Comenale Pinto, S. Zunarelli, Manuale, cit., p. 99. Sulla distinzione in esame si veda altresì G. Boi, Contenitori e profili di sicurezza, in R. TranquilliLeali, E. Rosafio, Sicurezza, navigazione e trasporto, Milano, 2008, p. 1; F. Pellegrino, Sicurezza e prevenzione degli incidenti aeronautici nella normativa internazionale, comunitaria e interna, Milano, 2007, pp. 71 ss. A. Xerri Salamone, La sicurezza come valore nel diritto della navigazione e dei trasporti e nella formazione di un diritto comune europeo, in R. Tranquilli Leali, E. Rosafio (a cura di), Sicurezza navigazione e trasporto, Milano, 2005, pp. 155 ss.; E. Turco Bulgherini, voce Sicurezza della navigazione, in Enc. dir., XLII, Milano, 1990, pp. 461 ss. (15) Su cui ci soffermeremo più diffusamente infra.
(16) Si veda ancora M.M. Comenale Pinto, S. Zunarelli, Manuale, cit., p. 101, in nota. (17) A. Leandro, Diritto del mare e sicurezza degli spazi marini: flessioni e adeguamenti nel contrasto ai traffici illeciti, in A. Leandro (a cura di), Mare e sicurezza. Il contrasto ai traffici marittimi illeciti, Bari, 2021, pp. 17 ss., spec. p. 17. (18) Tale tripartizione è proposta da A. Leandro, Diritto del mare e sicurezza degli spazi marini, cit., p. 18, il quale denomina tali tre aree di interesse come sicurezza della navigazione e salvaguardia della vita umana in mare (safety), sicurezza marittima (security) e (pubblica) sicurezza del mare. (19) A. Leandro, Diritto del mare e sicurezza degli spazi marini, cit., pp. 17-18. (20) Cfr., in merito, M.M. Comenale Pinto, S. Zunarelli, Manuale, cit., p. 101, in nota. (21) Si veda, in merito, L. Zunarelli, L’intelligenza artificiale applicata alla navigazione marittima: nuovi possibili strumenti di prevenzione dei sinistri nello stretto di Bonifacio, in A. Montesano (a cura di), Sicurezza della navigazione e tutela dell’ambiente marino nelle Bocche di Bonifacio, Torino, 2021, pp. 209 ss.; V.F. Uricchio, Le nuove tecnologie per il contrasto ai traffici illeciti di rifiuti a terra ed in mare, in A. Leandro (a cura di), Mare e sicurezza, cit., pp. 157 ss. Si veda, altresì, L. Ancis, Navi pilotate da remoto e profili di sicurezza della navigazione nel trasporto passeggeri, in Dir. trasp., 2019, pp. 427 ss. (22) Si veda, in merito, M.R. Zamora Rosello, La protezione dell’ambiente marino attraverso la sicurezza marittima: i modelli comunitario e spagnolo, in Dir. e proc. amm., 2008, pp. 1221 ss.; J. Martìn Osante, Prevención de los accidentes marìtimos en la Unión Eiropea, in Actualidad Jurìdica Aranzadi, Parte Opinión n. 688/2005, 2005; P. Viglietta, E. Papi, Safety e security: aspetti evolutivi della sicurezza marittima, in Dir. trasp., n. 1/2005, pp. 117 ss. Più di recente, si vedano i diversi contributi pubblicati in A. Leandro (a cura di), Mare e sicurezza, cit. (23) Su tale aspetto ci soffermeremo più ampiamente nelle pagine che seguono. (24) M.R. Zamora Rosello, La protezione dell’ambiente, cit., p. 1229; G. Camarda, Misure preventive e di soccorso in tema d’inquinamento del mare e sicurezza della navigazione, in Riv. giur. amb., n. 6/2003, pp. 1094-95. (25) M.R. Zamora Rosello, La protezione dell’ambiente, cit., p. 1230, che qualifica la politica marittima dell’Unione come «politica trasversale». Sul lungo elenco delle minacce alla sicurezza marittima si veda A. Leandro, Diritto del mare e sicurezza degli spazi marini, cit., p. 19. (26) La Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea è stata adottata dal Consiglio «Affari Generali» il 24 giugno 2014 (doc. 11205/14), a cui ha fatto seguito il 16 dicembre 2014 un Piano d’azione (doc. 17002/14) anche al fine del necessario raccordo con la Politica estera e di sicurezza comune. Il Piano d’azione è stato aggiornato il 26 giugno 2018. (27) European Commission, For an open and secure global maritime domain: elements for a European Union maritime security strategy (JOIN/2014/9), 6 March 2014. Sui lavori preparatori della Strategia e del Piano d’azione si veda L. Vai, The European Union’s Maritime Security Strategy, cit., pp. 94 ss.; L. Landman, The EU Maritime Security Strategy. Promoting or Absorbing European Defence Cooperation?, in Clingendael Policy Briefs, April 2014, p. 3, consultabile alla pagina web www.clingendael.nl/publication/eu-maritime-security-strategy. (28) Consiglio dell’Unione, Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea, cit., punto II, p. 3. (29) Consiglio dell’Unione, Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea, cit., punto II, p. 3. (30) Sugli obiettivi della Strategia per la sicurezza marittima si veda A. Leandro, Diritto del mare e sicurezza degli spazi marini, cit., pp. 17-18. (31) L. Vai, The European Union’s Maritime Security Strategy, cit., pp. 93 ss. (32) Consiglio dell’Unione, Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea, cit., punto II, p. 3. (33) Ciò emerge chiaramente dalla lettura della Strategia: «La presente strategia fornisce il quadro politico e strategico per affrontare in modo effettivo e complessivo le sfide per la sicurezza marittima, attraverso l’impiego di tutti i pertinenti strumenti a livello internazionale, nazionale e di UE. Agevola il miglioramento della cooperazione intersettoriale in seno alle autorità e agli attori civili e militari e tra di essi. Contribuisce a sfruttare appieno il potenziale di crescita nel settore marittimo, in linea con la normativa vigente, il principio di sussidiarietà e la relazione sostenuto/sostenitore. Essa mira inoltre a promuovere il sostegno reciproco fra Stati membri e a permettere, in maniera congiunta, la pianificazione della sicurezza in caso di emergenze, la gestione del rischio, la prevenzione dei conflitti, la risposta alle crisi e la gestione delle crisi»: Consiglio dell’Unione, Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea, cit., punto II, p. 3. (34) Consiglio dell’Unione, Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione europea, cit., punto II, p. 4. (35) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, approvate dal Consiglio «Affari generali» nella sessione del 22 giugno 2021 (doc. 9946/21). (36) Council of the European Union, A Strategic Compass for Security and Defence - For a European Union that protects its citizens, values and interests and contributes to international peace and security (doc. 7371/22), 21 March 2022, punti 2 e 3, risp. pp. 13 ss. e 21 ss. (37) European Commission, High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy, Joint Communication to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, Setting the course for a sustainable blue planet - Joint Communication on the EU’s International Ocean Governance agenda, JOIN(2022) 28 final, 24 June 2022. (38) La comunicazione congiunta aggiorna la comunicazione congiunta del 2016 e rafforza l’impegno dell’Unione a favore di oceani sicuri, puliti, sani e gestiti in modo sostenibile. Con questa politica l’UE conferma il suo ruolo attivo nella governance internazionale degli oceani e il suo impegno nell’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite e del suo obiettivo di sviluppo sostenibile n. 14 sulla vita sott’acqua. (39) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, cit., punto 1. (40) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, cit., punti 1 e 2. (41) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, cit., punto 4. (42) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, cit., punto 13. (43) La Bussola Strategica, approvata dal Consiglio dell’Unione europea il 21 marzo 2022 (Council of the European Union, A Strategic Compass for Security and Defence, cit.), è stata adottata dal Consiglio europeo il 25 marzo 2022. Sulla Bussola Strategica si veda Senato della Repubblica, Servizio Studi, Servizio delle Commissioni, Note su atti dell’Unione europea, Nota n. 95, recante La Bussola Strategica dell’Unione europea: dopo quasi due anni di gestazione, arriva l’approvazione (in tempo di guerra) nel Consiglio UE del 21 marzo, 24 marzo 2022, consultabile alla pagina web www.senato.it/service/PDF/PDFServer /BGT/01343916.pdf. Si veda, inoltre, F. Favuzza, La bussola strategica dell’Unione europea, in Eurojus.it. (44) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, cit., punto 5. (45) Si veda F.T. Christy, A. Scott, The Common Wealth in Ocean Fisheries: Some Problems of Growth and Economic Allocation, Baltimore, 1965. Più di recente, si veda in merito C. Hess, Mapping the New Commons, Working Paper, 2008, pp. 33 ss., consultabile alla pagina web www.papers.ssrn.com/sol3 /papers.cfm?abstract_id=1356835. (46) Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza marittima, cit., punto 7. (47) Cfr. Commissione europea, Aggiornamento della strategia per la sicurezza marittima dell’UE e del relativo piano d’azione, consultabile alla seguente pagina web: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13491-Aggiornamento-della-strategia-per-la-sicurezza-marittima-dellUE-e-del-relativopiano-dazione_it. (48) Commissione europea, Aggiornamento della strategia per la sicurezza marittima dell’UE e del relativo piano d’azione, cit. (49) Si veda European Defence Agency, Public consultation on EU Maritime Security Strategy, 24 June 2022, consultabile alla pagina web https://eda.europa.eu/newsand-events/news/2022/06/24/public-consultation-on-eu-maritime-security-strategy. (50) Il periodo di consultazione è 16 giugno 2022-8 settembre 2022: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13491-Update-of-the-EUmaritime-security-strategy-and-its-action-plan /F_en. (51) Una relazione di sintesi sulla consultazione sarà pubblicata 8 settimane dopo la chiusura della medesima consultazione. Al tempo in cui il presente scritto veniva redatto tale report non era ancora stato pubblicato. (52) Istituto Affari Internazionali (IAI), 8 settembre 2022. https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13491-Update-of-the-EU-maritimesecurity-strategy-and-its-action-plan/ F3337596_en. (53) Council of the European Union, A Strategic Compass for Security and Defence, cit., p. 28.